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19/10/13

Le parole e le cose - Wikipedia

Le parole e le cose
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Le parole e le cose un libro di Michel Foucault, pubblicato per la prima volta in Francia da Gallimard nel 1966, con il titolo originale Les Mots et les Choses (Une archologie des sciences humaines) ("Le parole e le cose un'archeologia delle scienze umane"). Sia con L'archeologia del sapere, sia con l'opera di cui trattiamo in questa voce, Foucault sviluppa la nozione di episteme. Sembra che in principio Foucault preferisse il titolo L'Ordre des choses ("L'ordine delle cose") prima di cambiarlo come appena esposto, per accontentare il suo editore, Pierre Nora.[1] Uno dei motivi per insistere sul titolo preferito del resto successivamente utilizzato in lingua inglese: The Order of Things sarebbe stato evitare la quasi omonimia con altri coevi scritti dello strutturalismo.[2] Foucault s'impegna nel portare alla luce le origini delle scienze umane, particolarmente ma non esclusivamente la psicologia e la sociologia.
Indice 1 Contenuto del libro 2 Specificit dell'opera 3 Accoglienza critica e reazioni 4 Edizione italiana 5 Note 6 Bibliografia 7 Voci correlate 8 Collegamenti esterni

Le parole e le cose
Titolo originale Les Mots et les Choses (Une archologie des sciences humaines)

Las Meninas, rappresentazione di rappresentazione

Autore 1 ed. originale 1 ed. italiana Genere Sottogenere Lingua originale

Michel Foucault 1966 1967 saggio filosofia francese

Contenuto del libro


Il libro si apre con una descrizione ed un dettagliato commento del quadro Las Meninas, di Diego Velzquez e della complessa composizione delle sue linee di piano e dei suoi effetti nascosti. Pu essere che ci sia, in questo quadro di Vlasquez, come la rappresentazione della rappresentazione classica, scrive Foucault. Poi viene sviluppata l'idea principale dell'opera, che tutti i periodi della storia hanno posseduto certe sottese condizioni di verit che fondavano ci che era accettabile, come ad esempio, il discorso scientifico. Foucault sostiene che queste condizioni di discorso sono cambiate nel tempo, dall'episteme di un periodo ad un altro, in modo pi o meno progressivo. Jean Piaget, in Structuralism,[3] confronta l'epistme di Foucault con la nozione di paradigma propugnata da Thomas Kuhn. Foucault dimostra i parallelismi in tre campi, linguistica, biologia ed economia. Definisce queste "condizioni del discorso" con il vocabolo "episteme", etimologicamente vicino alla nozione di epistemologia.[4] Foucault analizza qui le diverse trasformazioni delle scienze. Quelle del linguaggio: la
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grammatica generale evolve in linguistica. Quelle della vita: la storia naturale vira verso la biologia. La scienza delle ricchezze corrisponde ad una mutazione dell'episteme da cui nasce l'economia moderna. La nozione di episteme non va confusa con quella di Weltanschauung (concezione del mondo), sostenuta da Dilthey ed espressamente avversata da Foucault.[5] Sono tutti questi fenomeni di rapporto tra le scienze o tra i diversi discorsi nei diversi settori scientifici che costituiscono ci che io chiamo l'episteme di un'epoca.
Foucault, Dits et crits I, in Sur la justice populaire, op. cit., p.1239

Michel Foucault enuncia tre ricorrenze di episteme: 1. l'episteme del Rinascimento del XVI secolo, che sar l'et della somiglianza e della similitudine; 2. l'episteme classica, che sar l'et della rappresentazione, dell'ordine dell'identit e della differenza (che non si pu emendare esattamente per il divario che ci separa); 3. l'episteme moderna (cui apparteniamo, e al cui riguardo per Foucault si tratta di farvi riferimento alla ricerca dei suoi limiti, delle sue soglie) che si identifica con il problema centrale del libro. L'episteme del sedicesimo secolo oggetto del secondo capitolo, ed anche l'analisi pi breve; l'episteme classica discussa in tutto il reso della prima parte e l'epieteme moderna nella seconda. Per il passaggio da quella che Foucault considera et classica (XVII secolo) al XX secolo, il filosofo francese identifica alcuni pensatori o testi che sono stati determinanti nella genesi dell'episteme moderna, tra cui, in ordine cronologico:
Busto di Pascal a Port-Royal des Champs.

La Logica di Port-Royal (pubblicata nel 1662), riflessione sulla logica, la grammatica, la sintassi cui parteciparono Cartesio e Pascal Adam Smith ed il suo La ricchezza delle nazioni Antoine-Louis-Claude Destutt de Tracy (verso il 1800). Nell'episteme classica, Foucalult ci ricorda che l'uomo non esiste: Non c' potenza di vita, n fecondita del lavoro, n spessore storico del linguaggio. tutta una creatura recente che la demiurgia del sapere ha fabbricato con le proprie mani, nel corso di duecento anni.
Foucault, Les mots et les choses, op. cit., p. 319

Si parla certamente dell'uomo nell'et classica, ma non c' coscienza epistemologica dell'uomo.[6] Di converso, Foucault pensa che siamo entrati, a partire dal 1955, in una nuova episteme, chiamata ipermodernit.
[7]

Specificit dell'opera
Per percepire l'episteme, c' voluto come ci dice Georges Canguilhem, a proposito di Foucault: uscire da una scienza e da una storia della scienza: c' voluto sfidare la specializzazione degli specialisti e tentare di divenire non uno specialista della generalit, ma uno specialista dell'inter-regionalit.[8] Non si tratta assolutamente per
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Foucault di categorizzare semplicemente periodi storici, l'episteme non per una data epoca una sorta di grande teoria sottesa. Non la somma delle sue conoscenze o lo stile delle ricerche bens lo scarto, le distanze, le opposizioni, le differenze [] uno spazio della dispersione, un campo aperto e senza dubbio indefinitamente descrivibile di relazioni.[9] Per comprendere l'episteme foucaldiana[10] bisogna uscire da un pensiero della storia che prender tutte le scienze in una grande ondata.[8] L'episteme non , paradossalmente, un oggetto in cui possa dispiegarsi l'epistemologia, prima di tutto, e nel suo stesso sviluppo, il motivo per cui uno statuto del discorso ricercato lungo tutto Le parole e le cose. L'oggetto ci che ci dice chi ci parla. L'episteme si confronta dunque con la storia delle idee, con la storia delle scienze, l'oggetto e il risultato di un'elaborazione concettuale dove l'archeologia rimpiazza la Storia.[11] a partire da questo concetto di episteme, e dal suo rapporto con l'archeologia, che Foucault si afferma come il pensatore della discontinuit storica, pensatore della rottura. Certamente Foucault rifiuta nettamente tutta la storia continua, progressiva, ma il suo lavoro non consiste nell'opporsi alla storia delle scienze, delle idee (anche se queste ultime devono essere relativizzate e criticate), si tratta piuttosto per Foucault di tentare di farsi da parte, di rischiare il suo pensiero Statua di Episteme (personificazione introducendo il significato per la coscienza stessa del distacco che si allegorica della conoscenza) presso la pu percepire dal nostro proprio pensiero. Foucault definisce biblioteca di Celso. d'altronde il lavoro come ci che suscettibile d'introdurre una differenza significativa nel campo del sapere, al prezzo di una certa pena per l'autore e per il lettore, e con l'eventuale ricompensa di un certo piacere, vale a dire di un accesso ad un'altra figura della verit.[12] Il sottotitolo de Le parole e le cose "archeologia delle scienze umane". Foucault prefigura che l'originalit della sua analisi indisponga quelli che preferiscono negare che il discorso sia una pratica complessa e differenziata, obbbediente a delle regole e a delle trasformazioni analizzabili, piuttosto che essere privati di quella comoda certezza, di poter cambiare se non il mondo, se non la vita, almeno il loro "significato" grazie alla freschezza di una parola che non verr se non da loro stessi.[13] Si pu notare per esempio per la biologia, che l'evoluzionismo una teoria biologica le cui condizioni di possibilit risiedono in una biologia senza evoluzione quella di Cuvier.[14] Come Foucault fa di Ricardo la condizione di possibilit dell'opera di Marx, ugualmente fa di Cuvier la condizione di possibilit dell'opera di Darwin (ancorch Foucault risenta un certo disagio di fronte a questa caratterizzazione esemplare di autori, preferir nel 1970, parlare di trasformazione Cuvier o di trasformazione Ricardo, poich non l'opera di questi autori che egli cerca di valorizzare, ma le trasformazioni che hanno luogo in una data epoca).[15] La riconciliazione di questo concetto con il concetto di struttura tale che ne scaturisca lo strutturalismo non del tutto pertinente. Le strutture postulano una trasformazione ed un invariante. Le differenti epistemi che Foucault identifica si giustappongono secondo certe discontinuit enigmatiche.[16] Jean Piaget rileva giustamente con energia che la loro "emergenza contingente"[17] in contraddizione con l'idea di struttura.

Accoglienza critica e reazioni


La critica di Foucault ha avuto rilevante influenza nel campo della storia culturale.[19] I vari cambi di consapevolezza che egli delinea nei primi capitoli del libro hanno condotto vari studiosi, come nel caso di Theodore Porter,[20] a scandagliare le basi della conoscenza del nostro tempo ed anche a criticare la proiezione di categorie di conoscenza moderne su argomenti che rimangono intrinsecamente inintelligbili, a dispetto della
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conoscenza storica. Le parole e le cose port Foucault ad una posizione di eminenza nel panorama intellettuale francese. L'opera, pubblicata lo stesso anno degli crits di Jacques Lacan e di Critique et vrit di Roland Barthes, sembra, agli occhi dei lettori contemporanei, partecipare al movimento strutturalista, bench Foucault negasse di appartenervi.[21] Il testo ha venduto 20 000 copie il primo anno, e pi di 110 000 nei successivi vent'anni.[21] Pubblicata nella raccolta Tel[22] dal 1990, l'opera continua a vendere 5 000 copie l'anno, secondo l'editore.[21] Una recensione di Jean-Paul Sartre attacc Foucault definendolo "l'ultima barricata della borghesia". Foucault replic povera borghesia, se ha bisogno di me quale 'barricata', ha gi perduto il potere![23] Un anno dopo, la pubblicazione di Althusser intitolata Pour Marx [24] le ultime parole di Foucault in questo libro che afferma che una nuova pistm potr far scomparire la figura dell'uomo quale oggetto delle scienze umane, come al limite del mare un fronte di sabbia, suscita una controversia a proposto del supposto anti-umanesimo teorico[25] di Foucault. Anche Jean Lacroix commenta il libro in un articolo di Le Monde dal titolo Fine dell'umanesimo.[21] Gilles Deleuze intitola, dal canto suo, il suo articolo su Le Nouvel Observateur, L'uomo, un'esistenza dubbia, mentre Georges Canguilhem sceglie come titolo per il proprio, un I signori Boissier, coppia borghese di anno dopo, sulla rivista Critique: Morte dell'uomo o esaurimento attori dilettanti del '700, impegnati in del cogito.[21] Pertanto, secondo Foucault, la critica delle scienze una recita (dipinto di Louis Carrogis umane sembra di fatto non avere che poco in comune con la critica Carmontelle (1717-1806), [18] Museo dell'umanesimo in quanto tale, come indica per esempio il testo Cond). sull'opuscolo di Kant, Risposta alla domanda: che cos' l'Illuminismo?.[26] La nozione di episteme ha posto dei problemi e prodotto dei malintesi. Foucault in un'intervista del 1972 ce la richiama: ci che io ho chiamato ne Le parole e le cose episteme non ha niente a che vedere con le categorie storiche. Io intendo tutti i rapporti che sono esistiti in una certa epoca nei diversi domini della scienza [...] Sono tutti questi fenomeni di rapporto fra le scienze o fra i diversi discorsi nei diversi settori scientifici che costituiscono ci che io chiamo episteme di un'epoca.[27] L'identificazione dell'episteme di un'epoca, non una categorizzazione storica e progressiva degli oggetti di un sapere di un dato periodo, ma la messa in prospettiva archeologica (e critica) del divario stesso che si potuto assegnare nelle proprie strutture di pensiero, prese esse stesse in una rete impercettibile di vincoli legata all'episteme alla quale noi apparteniamo, con un'episteme anteriore (nel caso specifico l'episteme classica) in cui ci impossibile riconoscere come la disposizione generale dei saperi ha subito discontinuit enigmatiche[28] che Foucault non ha la pretesa di spiegare, ma che egli qualifica come mutazione, evento radicale, ritardo infimo ma essenziale.[29] Foucault nella prefazione de Le parole e le cose, definisce il lavoro archeologico ed il progetto che egli persegue come segue: ci che si offre all'analisi archeologica, tutto il sapere classico, o piuttosto questa soglia che ci separa dal pensiero classico e costituisce la nostra modernit. su questa soglia che apparsa per la prima volta questa strana figura di sapere chiamata uomo, e che ha aperto uno spazio proprio alle scienze umane.[30] Canguilhem, ad appena un anno dalla pubblicazione, commenter cos il libro: Designando con il nome generale di antropologia l'insieme di queste scienze che si sono costituite nel XIX secolo, non come un'eredit del XVIII, ma come un evento nell'ordine del sapere.[31] Foucault chiama allora sonno antropologico la tranquilla sicurezza con cui i promotori attuali delle scienze umane assumono che sia
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concesso come oggetto, dato il progresso che possono constatare negli studi progressivi, ci che non stato in principio che il loro progetto costitutivo [...] Le parole e le cose per le scienze dell'uomo ci che Critica della ragion pura stato per le scienze della natura.[8] a partire da queste contro-scienze umane, vale a dire la psicanalisi, l'etnologia e la linguistica,[32] ma anche a partire dalla letteratura,[33] che Foucault elabora il suo pensiero.

Edizione italiana
In italiano, il libro uscito nella traduzione di Emilio Panaitescu,[34] con un saggio critico di Georges Canguilhem, presso Rizzoli nel 1967 e in numerose ristampe successive.
Uno schema rappresentante la Critica della ragion pura in relazione alle altre branche dello scibile.

Frontespizio del Manuale tipografico di Giambattista Bodoni (1818).

Note
1. 2. 3. 4. ^ Didier Eribon: Michel Foucault. Flammarion, 1991, pp. 182-183) ^ Le Mot et la Chose, Willard Van Orman Quine, 1960 ^ Piaget, Jean (1970). Structuralism. New York: Harper & Row. p. 132. ^ Il termine episteme viene spesso tradotto semplicemente come "scienza" o "conoscenza", mentre in epoca moderna con il termine epistemologia viene inteso lo studio storico e metodologico della scienza sperimentale e delle sue correnti. 5. ^ L'Archologie du savoir, 1969, p.249-250. 6. ^ Foucault, Les mots et les choses, op. cit. , p. 320 7. ^ (FR) Collegamenti esterni in punto: Vincent de Gaulejac : le sujet face aux contradictions de la socit hypermoderne. Confrence mp3 (http://www.passerellesud.org/Vincent-de-Gaulejac-Le-sujet-face.html) en ligne tenue le 16 octobre 2008 au CUEEP de Lille. Document enregistr et diffus par le mdia du tiers secteur audiovisuel Passerellesud.org Nicole Aubert interview par Denis Failly nous apporte son regard sur l'hypermodernit dans le cadre du livre collectif "L'individu hypermoderne" qu'elle a supervis et auquel elle a contribu (http://nextmodernitylibrary.blogspirit.com/archive/2006/01/10/l-individu-hypermoderne.html)
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22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33.

34.

Didier Coccolo "L'Hypermodernit", Essai professoral (http://www.ecogesam.ac-aixmarseille.fr/Resped/Ecogen/hypermod.htm) Gilles Lipovetsky interview par Denis Failly pour son livre le "bonheur Paradoxal, essai sur la socit d'hyperconsommation" (http://nextmodernitylibrary.blogspirit.com/archive/2006/04/07/le-bonheurparadoxal-essai-sur-la-societe-d-hyperconsommatio.html) Colloque "L'individu hypermoderne". Paris 8-9/09/2003 Rflexions sociologiques (http://calenda.revues.org/nouvelle3250.html) Centre de Recherches sur lIndividu et la Socit Hypermodernes (http://www.escpeurope.eu/facultyresearch/research-centres/crisyp-centre-de-recherches-sur-lindividu-et-la-societe-hypermodernes/) ^ a b c Georges Canguilhem, La mort de lhomme ou lpuisement du cogito , Critique, juillet 1967. ^ Foucault, Dits et crits I, Gallimard, coll. Quarto, in Rponse une question, p.704. ^ Questo aggettivo derivato traslitterato in blocco dal francese foucaldienne. ^ Si pu far riferimento alla prefazione di Les mots et les choses, p.13: ce qu'on voudrait mettre jour, c'est l' pistm o les connaissances enfoncent leur positivit et manifestent ainsi une histoire qui n'est pas celle de leur perfection croissante, mais plutt celle de leur condition de possibilit [...] Plutt que d'une histoire au sens traditionnel du mot, il s'agit d'une archologie . ^ Foucault, Dits et crits II, in Des travaux, op.cit., p.1186. ^ Foucault, Dits et crits I, in Rponse une question, op.cit, p.723, je souligne. ^ Foucault, Les mots et les choses, op. cit. , p. 307 ^ Vedere a questo proposito: Foucault, Dits et crits I, La situation de Cuvier dans l'histoire de la biologie, testo n77. ^ Foucault, Les mots et les choses, op. cit. , p. 229 ^ Piaget, Un structuralisme sans structures, in Le Structuralisme, Paris, PUF, coll. Que sais-je?, 1968, pp.108115 ^ New York Times article on a Carmontelle exhibition (http://www.nytimes.com/2007/12/27/arts/design/27tran.html) ^ Adrienne Chambon, Reading Foucault for Social Work , New York, Columbia University Press, 1999, pp. 3637. ISBN 0-231-10717-X. ^ Porter, Theodore (1992). Quantification and the accounting ideal in science. Social Studies of Science 22: pp. 633651. ^ a b c d e Thomas Ferenczi, "Les Mots et les Choses", par Thomas Ferenczi (http://www.lemonde.fr/opinions/article/2008/07/30/les-mots-et-les-choses-par-thomasferenczi_1078681_3232.html), Le Monde, 30 juillet 2008 ^ Les Collections des Editions Gallimard - Tel (http://www.gallimard.fr/ecoutezlire/fiche_tel.htm) ^ Miller, James (1994). The Passion of Michel Foucault. New York: Anchor Books. p.159. ^ Pour Marx, de Louis Althusser - France Culture (http://www.franceculture.fr/oeuvre-pour-marx-de-louisalthusser) ^ La nozione di anti-umanesimo viene da Althusser, che l'utilizza nei suoi attacchi contro il marxismo alla John Lewis in cui ravvisa una concezione di storia come processo senza argomento. ^ Qu'est-ce que les Lumires ? par Michel Foucault (http://foucault.info/documents/whatIsEnlightenment/foucault.questcequeLesLumieres.fr.html) ^ Foucault, Dits et crits I, in Sur la justice populaire, dbat avec les maos, op. cit., p.1239. ^ Foucault, Les mots et les choses, Paris, Gallimard, 1966, p. 229 ^ Foucault, Les mots et les choses, op. cit. , p. 251 ^ Foucault, Les mots et les choses, op. cit. , pp. 15-16, je souligne ^ Foucault, Les mots et les choses, op. cit. , p. 356 ^ Foucault, Les mots et les choses, op. cit. , p. 385 ^ Ci che Philippe Sabot chiama "il quadrilatero della contestazione" in Lire "Les mots et les choses" de Michel Foucault, Paris, PUF, coll. Quadrige, 2006, p.182. Di fatto, Foucault riunisce il pensiero di Artaud, di Roussel, di Kafka, di Bataille o di Blanchot per approcciare le nozioni di "esperienza della morte", del "pensiero impensabile", d'una "esperienza della finitudine, presa nella costrizione della finitudine." Foucault, Les mots et les choses, op. cit. , p. 395 ^ Inventaires - Michel Foucault - Archives (http://michel-foucault-archives.org/spip.php? page=catalogue&classement=DeFoucaultmulti&langue_doc=Italien)

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Bibliografia
Michel Foucault, Les Mots et les Choses. Une archologie des sciences humaines, Paris, Gallimard, coll. Bibliothque des sciences humaines , 1966, 405 p. (ISBN 2070224848) Michel Foucault, Dits et crits, vol. 1 : 1954-1975, Paris, Gallimard, coll. Quarto , 2001, 1708 p. (ISBN 207076186X) Michel Foucault, Dits et crits, vol. 2 : 1976-1988, Paris, Gallimard, coll. Quarto , 2001, 1736 p. (ISBN 2070762904) Georges Canguilhem, La mort de lhomme ou lpuisement du Cogito, in la revue Critique de juillet 1967. Philippe Sabot, Lire "Les mots et les choses" de Michel Foucault, Paris, PUF, coll. quadrige, 2006.

Voci correlate
I 100 libri del secolo di le Monde

Collegamenti esterni
1.3 Un'archeologia delle scienze umane: Le Parole e Le Cose (http://www.swif.uniba.it/lei/filpol/ktbo/13.html), in Sito Web Italiano per la Filosofia (FR) Piger sa propre culture (http://www.ina.fr/archivespourtous/index.php? vue=notice&id_notice=I00002886) L'intervista filmata cita espressamente Bachelard, riscritto di seguito (come tutti i testi pubblicati da suoi contemporanei), dallo stesso Michel Foucault, prima della pubblicazione. Vedasi Dits et crits II, Piger sa propre culture, op. cit., testo n111 Portale Filosofia Categorie: Saggi del 1966 Saggi in francese | [altre] Questa pagina stata modificata per l'ultima volta l'11 mar 2013 alle 02:09. Il testo disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo; possono applicarsi condizioni ulteriori. Vedi le Condizioni d'uso per i dettagli. Wikipedia un marchio registrato della Wikimedia Foundation, Inc. Portale Letteratura

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