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Gremais con tutta la sua enfasi sulla priorit della struttura: il testo, non pi
esito compiuto o prodotto, diviene il punto di partenza di un processo
generativo, che trova nella mente del lettore il teatro inevitabile del proprio
sviluppo.
Riffaterre attribuisce al testo il potere di controllare la decodificazione del
messaggio, con un processo di auto-regolazione.
Lettura euristica (il lettore interpreta la linea sintagmatica dei segni e ne estrae
il significato); lettura ermeneutica.
3 Robert Scholes
Proprio per la natura del ruolo assegnato al lettore, linterpretazione creativa di
cui lanalisi semiotica esplora rendendole esplicite le strutture di significato, ha
ben poco da spartire con lesegesi dogmatica praticata dal New Criticism.
Quel che si offre agli occhi dei New Critics come unopera, struttura completa e
racchiusa nellautonomia del proprio tessuto di parole, diventa per i critici
semiotici un testo, uno schema aperto, incompleto, insufficiente, che dipende
da un ricorso attivo del lettore ai suoi codici grammaticali, semantici e culturali.
Il soggetto avvolge il testo con il contesto delle proprie competenze, e nel
processo della lettura costruisce lopera come una creazione personale. Per
leggere necessario comprendere e al tempo stesso incorporare.
Il lettore, come suggeriva Barthes, non altro che un costrutto culturale,
traversato da una rete di codici che lo controllano e che limitano il raggio dei
suoi gesti comunicativi. Come interprete semiotico, non possiede la libert di
fare il significato ma soltanto di trovarlo, seguendo i sentieri sintattici,
semantici e pragmatici che conducono al di fuori del testo. Cio non possiamo
attribuire qualunque significato al testo, ma possiamo attribuirgli tutti i
significati che riusciamo a connettere a un codice interpretativo. Come a dire
che linterpretazione non mai libera, ma viene sempre limitata da acquisizioni
precedenti come il linguaggio, le norme generiche, i modelli sociali, le opinioni.
Lettura centripeta: concepisce il testo come prodotto di unintenzione originale.
Lettura centrifuga: tende a moltiplicare e a frammentare i significati in una
proliferazione indicibile di possibilit.
4 Umberto Eco
Una tematica della comunicazione richiede di spostare linteresse dal
messaggio trasmesso, come sistema oggettivo di informazioni possibili, al
rapporto comunicativo tra messaggio e ricettore, dove il gesto ermeneutico del
soggetto conferisce allinformazione il suo valore costitutivo.
I significanti del testo, oltre a denotare una serie di significati univoci e
referenziali, fanno scattare connotazioni che fasciano il segnale di echi e di
rimandi inespressi, di colorazioni soggettive che rimbalzano tra le catene dei
significati, senza subire mai un imbrigliamento definitivo.
Lintervento attivo del lettore non si traduce mai nel caos dellarbitrio
indiscriminato poich lopera per quanto incompleta, aperta o in movimento
possa essere, permane nelle sue propriet strutturali e definite che la
costituiscono sempre come opera. In tale senso dunque unopera darte, forma
compiuta e chiusa nella sua perfezione di organismo perfettamente calibrato,
altres aperta, possibilit di essere interpretata in mille modi diversi senza che
la sua irriproducibile singolarit ne risulti alterata.
Per mutare la lettura in una collaborazione attiva, la premessa necessaria sta
nel concepire il testo come un meccanismo pigro, intessuto di non-detto,
Come Holland, anche Fish ritiene che loggettivit e la soggettivit siano due
categorie illusorie: i significati, come le comunit interpretative che li
producono, non sono oggettivi perch scaturiscono da una prospettiva di parte,
da un groviglio di interessi, di finalit e di scopi particolari, daltra parte, non
sono soggettivi perch il punto di vista che li genera non singolo o
individuale, ma pubblico e convenzionale.
VI LETTURE ALLA DERIVA
DECOSTRUZIONE E DINTORNI
La decostruzione era una strategia filosofica che intendeva rovesciare le
opposizoni e le gerarchie acquisite, sovvertendo le distinzioni che permetto al
pensiero di appellarsi a unorigine, a un centro, a un significato stabile e
trascendente.
Lanalisi strutturale, descrivendo le regole e le convenzioni di un dato sistema,
occupa una posizione critica insostenibile, nella pretesa di sottrarsi agli stessi
meccanismi che si trova ad analizzare. Ci che rende tale il poststrutturalismo,
quindi una cirtica della preusnta esteriorit del metalinguaggio.
Decostruire non equivale a distruggere: non si sovverte la gerarchia delle
opposizioni per istituire una priorit invertita, postulando un nuovo monismo
che privilegi il termine negativo (assenza, scrittura, metafora). Decostruire
unopposizione significa disfarla e spostarla, situarla in modo differente.
Se qualcosa viene distrutto in una lettura decostruttiva, non il testo, ma la
pretesa di un predominio inequivoco di un solo modo di significazione.
Contro le pretese delle teorie psicologiche, la decostruzione ritorna alle parole
del testo e decentra l0io del lettore come fulcro del significato: il soggetto, in
realt, non che un effetto della natura performativa del linguaggio.
Una lettura decostruttiva, senza abbandonare la sua fedelt verso il linguaggio,
dimostra che un testo pu significare esattamente lopposto di ci che le sue
intenzioni enunciano in modo esplicito.
Sostenere lindeterminazione del significato non equivale a dire che un testo
possa significare qualsiasi cosa, in unanarchia ermeneutica che renderebbe la
critica davvero impraticabile. Il testo non pu avere qualunque significato, ne
ha tuttavia pi di uno e il problema di decidere quale debba assumere la
priorit.
1 Jacques Derrida
Lidea del libro, legata a una totalit organica e alla chiusura di unenciclopedia
teologica, estranea al senso della scrittura, aperta dalla sua trama di tracce e
della sua energia aforistica. Come tutta la metafisica occidentale, il libro si
sempre nutrito di unillusione irrinunciabile: lillusione dellorigine, fine, linea,
anello, volume, centro. Sostituendo lapertura del testo alla chiusura del libro, il
progetto della decostruzione di restare dentro la metafisica per poterla
smontare dallinterno.
Necessit di oltrepassare la metafisica occidentale, di sovvertirne i presupposti
e le fondazioni illusorie, prodotte da un desiderio di stabilit e di impraticabile
certezza.
Il fonocentrismo della cultura occidentale, che da Platone in poi ha subordinato
la scrittura allautorit della parola parlata, per Derrida non che la diretta
emanazione di un logocentrismo della metafisica, di una fondanzione della
filosofia nella discendenz del logos e di un ordine trascendente del signifciato.
Non esiste nulla al di fuori del testo.
reali alle norme e alle direttive emanate dal testo, nella coincidenza di un
accordo perfetto.
II IL DOPPIO NELLO SPECCHIO
LETTORI TESTUALI E RUOLI LINGUISTICI
1 Maschere: il Lettore nel testo.
Il lettore inscritto una figura sempre implicata da qualunque enunciazione,
non meno necessaria del soggetto che enuncia il discorso e che si rivolge
sempre alla persona che lo ascolter.
Prince, a proposito dei testi narrativi, ha individuato alcune classi di indizi (i
segni del tu) che comprendono le menzioni dirette da parte del narratore,
luso del noi inclusivo, le domande o le pseudo-domande, le negazioni marcate,
i richiami intertestuali, le analogie o i paragoni, le notazioni metalinguistiche e
le formule metanarrative, luso del si impersonale (si propabilmente
compreso), la menzione autorilessiva dellatto di lettura.
ovvio che qualunque tentativo di classificazione deve fissare arbitrariamente
le soglie di percettibilit oltre le quali confinare questi segni del tu, perch
anche una frase dallapparenza insospettabile come Fauchelevent, vecchio
tabellione e contadino quasi letterato presuppone sempre un narratario che
non conosca ancora le qualifiche di questo personaggio.
Narratrario intradiegitico: si tratta di un semplice personaggio investito di una
funzione particolare, in una situazione narrativa contenuta nel racconto
primario. Si tratta quasi sempre di un personaggio che ascolta una narratiozne
orale. Noi lettori non possiamo identificarci con quei narratari fittizi pi di
quanto quei narratori intradiegetici non possono rivolgersi a noi.
Il narratraio intradiegetico un tu soltanto per il narratore corrispondente.
2 Voci: il Dialogo Ristretto
Come destinatario del discorso, il lettore codificato pu avere soltanto
unesistenza di parole
Gli enunciati direttivi hanno lo scopo llocutorio di indurre lascoltatore a
compiere una determinata azione.
Il lettore reale viene indotto ad introdursi nel ruolo postulato dal discorso.
Nei rapporti tra soggetto e ruolo, le possibilit dellidentificazione dipendono da
una gradizione stilistica e formale. Il dialogo fittizio, con i suoi timbri pi o
meno autonomi e ventriloqui, istituisce una situazione allocutiva immaginaria
nella quale il lettore tende a scivolare, comportandosi come se fosse lui a
enunciare e a ascoltare quelle battute alternate.
3 Il Lettore possibile: Retorica e Linguaggio Letterario
Qualunque testo gi allatto della sua prima ideazione, contiene in qualche
modo limmagine del lettore al quale verr destinato. Sulla genesi della
composizione influisce il pensiero di un lettore futuro. La parte del lettore gi
presente, sotto forme mutevoli, nella genesi dellopera.
Ipotizzare che esista la figura di un interprete ideale, equivale a sancire la
possibilit di una interpretazione corretta del testo, secondo una posizione
ermeneutica che non sembra del tutto plausibile.
Se, come dice Iser, la ricchezza del significato potenziale resta sempre
maggiore di ogni sua singola realizzazione, certo umanamente impensabile
che una sola persona possa sperimentare tutte le possibilit semantiche di un
testo lettarario.
Nel primo caso il movimento va dal testo al lettore: si suppone che il testo
contenga oggettivamente il significato, e che la sua dimensione retorica (in
senso ampio) costringa un destinaatraio passivo ad estrarlo secondo le
intenzioni stabilite. Il testo attivo.
Nel secondo caso, inversamente, il movimento va dal lettore al testo: il testo
non possiede alcun potere sulla libera iniziativa del soggetto, perch il lettore
a fare il significato e a leggere quindi un libro che finisce per scrivere egli
stesso. Il lettore attivo.
Entrambe le posizioni sono esagerate, una soluzione ammissibile pu trovarsi
verso il centro della strada.
Altri poi, come Eco o Iser, hanno proposto un modello di lettura interattivo,
secondo il quale il testo fa una parte, predisponendo i modelli (patterns) per
essere attualizzato, e il lettore pensa al resto con un intervento attivo che
riempie i vuoti e completa i punti rimasti indeterminati. Si pu insomma
ipotizzare una serie di operazioni che siano compiute in parte dal testo e in
parte dal lettore, ma non legittimo dividerle con un taglio netto per farne due
rami indipendenti, come se si trattasse di campi dattivit separati.
Il testo e il lettore sono legati da un processo in cui si creano continuamente
lun laltro. Se questa la dinamica del rapporto, resta da affrontare il problema
delle proporzioni e delle misure rispettive. Avrebbe poco senso ipotizzare un
equilibrio perfetto tra gli interventi, come se le attivit compiute dal testo e dal
lettore si bilanciassero secondo due misure equivalenti.
Le parti in gioco non si equivalgono e il contatto instaura una relazione di tipo
inverso: quanto pi il testo attivo, tanto pi il lettore passivo, e viceversa.
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Il testo pu scegliere di dire o di non-dire, ed ovvio che gli effetti di questa
scelta condizionanao il grado di attivit e di partecipazione del lettore.
Distinzione tra testi ridondanti (Vanity Fair) e testi reticenti (Ulisse), gli estremi
teorici di una linea sulla quale si potrebbero disporre tutti i testi letterari,
collocati in punti diversi in base alla loro mistura specifica di detto e di nondetto. 233
Il testo ridondante iperdeterminato:
tende allipertrofia dei procedimenti anaforici e dei procedimenti fatici,
trasmette linformazione in modo esplicito, leggibile, spesso troppo marcato
rispetto alle pure necessit informative,
ha insomma lo scopo fondamentale di scongiurare le eventuali dispersioni.
Per questo il testo definisce la figura autoritaria di un narratore,
utilizza un gran numero di segni metanarrativi,
codifica esplicitamente la figura del lettore inscritto,
orienta il punto di vista e traccia un legame univoco tra le varie prospettive,
motiva in modo verosimile tutti gli elementi,
spiega e commenta qualsiasi cosa,
ricorre a massime e a citazioni genearli,
guida le inferenze,
suggerisce le congetture e le previsioni,
e in complesso aiuta il lettore a farsi una visione chiara e coerente di tutto il
paesaggio testuale.
Il testo reticente, allopposto, ha laspetto di un discorso ipodeterminato:
il suo stile taciturno e discreto,
linformazione lacunosa, incompleta, intessuta di non-detto e di punti
indeterminati che richiedono la collaborazione del lettore.
nel bilancio del testo letterario, non tutti gli elementi assumono lo stesso grado
di rilevanza, ed per questo che il lettore competente deve identificare gli
aspetti pi importanti delle frasi che legge, selezioanndo e mantenendo
attualizzati solo i sememi che entreranno nella costruzione della
macorstruttura.
Esempio con Camus.
Lattivit del lettore non mai unidirezionale, sebbene il processo di lettura
proceda in modo lineare lungo il continuum del testo.
I due strati della comprensione entrano in una dinamica intrecciata: sul primo
livello (semantico), il lettore avanza lungo la sequenza lineare del testo e ne
trasforma via via gli elementi, depositando le ipotesi di senso nella mappa che
inizia a prednere forma; daltra parte, queste macrostrutture ipotetiche,
etichettate e collocate sul livello secondario (fittizio), restano in uno stato di
consapevolezza latente, pronte ad essere richiamate pi avanti per subire
unaggiunta di nuovi elementi, una modifica pi o meno incisiva o una
sostitutione vera e propria.
Isotopia: un insieme di categorie semantiche ridondanti che rendono possibile
la lettura uniforme di una storia. Greimas.
La mappa dei significati il prodotto di una serie di astrazioni successive,
eseguite dal lettore con operazioni di assemblaggio, di sintesti e di modifca
eventuale delle ipotesi elaborate.
2 I Mondi Invisibili
Mentre le frasi scorrono, il mondo fittizio conquista unillusoria indipendenza
rispetto alla mappa dei significati, grazie a un processo di simulazione che
inverte la logica dei processi generativi: gli oggetti contenuti nel mondo,
effettivamente creati dai relativi atteggiamente proposizionali, sembra
preesisenti allenunciazione di un discorso che non farebbe altro che
descriverli, come in un normale resoconto referenziale. Anche gli elementi tratti
dal mondo reale vengono finzionalizzati al loro ingresso nel liguaggio, ed per
questo che il lago di Manzoni con tutte le sue pretese realiste ha in fondo la
stessa natura delle surreali citt invisibili di Calvino.
Calvino descrive due tipi di processi immaginativi: quello che parte
dallimmagine visiva e arriva allespressione verbale; quello che parte dalla
parola e arriva allimmagine visiva, tentando cos di rendere nel modo pi
efficace laspetto sensibile delle cose. Il secondo processo, evidentemente,
tende a realizzarsi anche nel cervello del lettore, quando un testo lo induce a
visaulizzare mentalmente la sequenza delle scene descritte.
La condizione degli oggetti immaginati un come se, uno stato intermedio
prodotto da un gesto di simulazione. Gli oggetti immaginati subiscono una
presentificazione che fornisce loro unevidenza immediata.
3 Il Testo non Scritto
i testi, qualunque sia il grado della loro ridondanza, contengono un certo
numero di pagine bianche che devono essere riempite dallintervento del
lettore. In questi vuoti si iscrive tutta lattivit connettiva della lettura, quella
capacit fondamentale di eseguire processi di combinazione. Molte fasi della
comprensione semantica dipendono da una facolt di operare sintesi,
ragguppamenti, raissunti, al termine dei quali si possono formare nuclei
semantici, nomi, simboli, temi o strutture. Allo stesso modo, sul piano della
rappresentazione degli oggetti, il lettore deve tracciare legami e connessioni