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VIII
PREFAZIONE:.
PREFAZIONE
lX
PREFAZIONE
PRE F :\ZIONE
Xl
aprile
1~0-XVlll .
PIETRO FEDELE.
INTRODUZIONE
XIV
E. DUPR THESEIDER
sede riassumiamo soltanto alcuni dei risultati pi importanti gi raggiunti, e pi a memoria di essi che per
riprenderne la discussione.
11 problema critico delle Lettere si presenta con tali
caratteristiche che pu ben dirsi un ico nel suo genere,
e non sembra richiamarsi ad altre esperienze filologiche.
Si pensi: l'autrice non sapeva scrivere (caso in verit isolato), dunque lettere u originali nel pi ampio
senso della parola non sono neppure esistite, in quanto
non erano u autografe , sebbene fossero autentiche .
Ella dovette servirsi costantemente di segretari ed
amanuensi, assai diversi da lei e fra loro per educazione, col tura, personalit, levatura men tale, ed era
esposta inev itabilmente al rischio di vedere alterato
- quando pi quando meno - il suo stile, e, con esso,
il suo pensiero. Che ci sia avvenuto realmente, lo
prova un 'ovvia considerazione. Caterina dett, se non
proprio in dialetto, certamente in lingua ricca di forme
vernacolari: ma ora le Lettere si presentano in veste
che potremmo dire quasi aulica, e che comunque
attenua ta nelle peculiarit senesi e per contro adeguata
alla forma letteraria corrente.
Le Lettere non vennero poi radunate in raccolta
da lei stessa, n - a quanto sembra - lei vivente, ma
dai suoi discepoli, e dopo la sua morte, a scopo non
biografico o comunque documentario, ma esclusivamente edificativo, e senza troppe preoccupazioni di
compiutezza, di fedelt, n quanto alla integrit dei
testi, n quanto alla retta successione cronologica di
essi. Vale a dire che i raccoglitori non ebbero scrupoli
cli eliminarne le parti che ritenevano senza interesse
I NTRODUZIONE
xv
XVl
E. DUPR THESEIDER
INTRODUZIONE
xvn
'
XVIII
E . DUPR THESEIDER
INTRODUZIONE
XlX
xx
E. DUPR THESEIDER
INTRODUZIONE
XXI
xxn
E. DUPR THESEIDER
p. XXXIX
As p. LVU
p.
xxxm
Bo p. LVII
Bor p. LVIII
Bo> p. lVlil
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Ca
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F
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p. XlVlll
p. LVIII
p. LVUI
p. XLV
p. XLlV
p. XXXI
p. XXlX
Fs p.
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G p.
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H p.
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p. p.
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LIX
XXXIX
LIX
XXVI
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Pa p. LIX
Pa p. UX
R p. XLII
R p. XLVI
Rl p. LIX
p. Li
54 p. LV
Ss p. XXVII
56 p. XXVII
ss
51 p. LX
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P LX
S9 p. LXI
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R1 P LX
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V:il) p. LXl
xxvrn
St p. XXXIX
$2
p. L
p. XLI
p. XLVII
Va
Ve p. LXl
Avverto, una volta tanto, che tutti i riferimenti alle lettere in questa
introduzione sono fatti sccoodo l'edizione dd Tommaseo e la su:i numer:uione,
per facilitate i c:ootrolli al lettore.
INTRODUZION E
X.Xlll
PARTE PRIMA
I MATERIALI DELL'EDIZIONE
(gruppo cx)
Comprende sette manoscritti, tre dei quali Mo F4 fl - sono sicuramen ce in di retto rapporto con un
certo numero di originali.
Mo =Vienna, biblioteca Nazionale, Palatino 3514.
Cartaceo della fine del sec. xiv, di cc. duecento ottantotto
(cm. 14,5 : 21,8), scritto su una sola colonna, senza rubriche, con iniziali ornate. Comprende duecentoventun
lettere, ma due essendo ripetute, il totale effettivo scende
a duecentodiciannove. Le tre ultime sono accompagnate da testi di altro genere 3 Nella trascrizione del
codice si sono alternate tre mani, che designo con le lettere a, b, c. L'amanuense a sicuramente Neri di LanI.
XXIV
E. DUPRE THESEIDER
doccio Pagliaresi stesso, al quale il manoscritto appartenne, venendo poi da lui lasciato in eredit ai monaci
di Monteoliveto maggiore, quando mor (1406). Si pu
nutrire qualche dubbio circa l'effe ttiva distinzione di
persone fra a e e, che hanno molta somiglianza fra loro,
sebbene e scriva pi fittamente e finemente dell'altro;
ma sono sempre pi convinto della diversa indi\idua lit
di a e di b. Questo secondo amanuense anche persona di una certa cultura; infatti in molti punti del
codice egli corregge il testo gi scritto da a, per adeguarlo alle proprie vedute ortografiche grammaticali
sintattiche. Ne riparleremo.
La raccolta Mo offre grande interesse, perch a ssai
probabilmente il Pagliaresi fuse in essa alcune minori
raccolte, che forse erano state adunate in Siena ed in
Firenze ancora ai tempi della Santa, e per scopo di
privata edificazione, direttamente dagli originali. L 'inizio della raccolta, di centonove lettere, ha avuto certamente esistenza a s, come prova l'incontestabile fatto
che essa, scritta tutta per mano di a, quasi priva delle
correzioni di cui per solito prodigo b: anzi, determinate
peculiarit ortografiche e movenze stilistiche, che nel
resto del codice sono costantemente corrette da b su
rasura, in quel primo gruppo non appaiono affatto, e
sono sempre sostituite dalle forme accette a b. Pertanto
leci to concluderne che quel gruppo di centonove lett ere - che chiameremo Mo' - abbiano formato una raccolta isolata, che venne riveduta e corretta (forse d a b)
p r i ma della trascrizione in .\10. Essa comprende le
prime centocinquantasei carte del manoscritto, dunque
pi della met di esso (seguono per di pi ancora venti
INTRODUZIONE
xxv
XXVI
E. DUPR THESEIDER
INTRODUZIONE
x.xvu
a chiusura della serie delle lettere. Ci basta ad escludere che M derivi da un esemplare mutilo di Mo, il
quale cio si interrompesse con la 96 lettera ; molto
probabile che discenda invece (attraverso qualche intermediario) da un esemplare integro affine a Mo. Il
testo delle lettere di M identico, salvo qualche variante
di non molta importanza, a quello offerto da Mo, vale
a dire lo riproduce nella forma gi corretta e non in
quella degli originali. Pertanto M non ha, per l'edizione,
interesse maggiore di Mo, e manca per di pi della autorit che deriva a questo dalla paternit Pagliaresiana.
3. S 1 = Siena, bibl. Comunale, ms. I VI 14. Cartaceo, di cc. centoquarantadue (23,8 : 16,7), scritto
su due colonne, con rubriche ed iniziali colorate, da
bella e regolare mano del sec. xv, forse della prima
met. Ha un inc ipi t (c. 1): Comincia el libro
delle lettere overe pistole della venerabile serva di Dio
sancta Chaterina da Siena, dell'abito della penitentia
di sancto Dominico, le quali mand a certe persone,
secundo lo stato loro, a bene e salute dell'anime,
nella quale mirabile doctrina data allei da Dio per
edificatione del proximo, sf corno in esso di sotto si
contiene 11. Contenuto identico a quello di M, ma oltre
le novantasei lettere riproduce i testi gi ricordati
nella descrizione di Mo, salvo per le lett. 350 e 357,
che in ss mancano. Il testo offerto da questo codice,
non molto accurato, riproduce esattamente quello di M.
s =
Siena, bibl. Comunale, ms. I . VI . I 2. Cartaceo, di cc. centosette, pi tre di guardia (28,8: 21),
4.
xxvm
E. DUPRE THESEIDER
scritto su due colonne, con calligrafia nettamente umanistica, forse della seconda met del sec. xv. Rubriche
ed iniziali colorate; a c. I un' iniziale miniata, con la
Santa in estasi. Sequela di M, ma incompiuta, arrestandosi alla lett. 268, che la 52 di M, ma in S6 la 53a,
perch vi in pi, inserita fra la 11 e la 12 lettera,
la lett. 43. Dopo la lett. 268 1 incompiuta (la mutilazione anteriore per alla trascrizione), l'erudito senese
Celso Cittadini, che postill qua e l il codice con preziose annotazioni desunte da documenti di archivio,
copi di suo pugno la lett. 367, facendola precedere
dall'avvertenza Copiata da una lettera di man propia
di santa Caterina donata da me al sr Hippolito Agu stini hall di Siena per me Celso Cittadini. Hoggi si
(( conserva in Santa Lucia di Siena.
T erminata la trascrizione (c. 107 B), egli aggiunse:
Copia di una lettera di santa Caterina a fra Matteo
T olomei e a fra Jacomo de' frati predicatori, che si
conserva a Lecceto in sagrestia fra le reliquie, copiata
da fra Ambrogio olivetano da Siena 1520 . Forse
in tendeva far seguire la trascrizione di un altro originale
della Santa, che scomparso, come non esiste pi quello
della lett. 367, salvo che della lettera di Lecceto non
abbiamo pi nemmeno la copia nei manoscritti. S 6
un buon codice, di accurato testo, che riproduce fedelmente Mo, con le aggiunte di 6, e non M.
INTRODUZIONE
XXIX
xxx
E. DUPR THESEIDER
dopo il 138o.
INTRODU ZIONE
X.XXI
XXXII
E. DUPR TH ESEIDER
esser stata scritta nel codicetto in altro momento, approfittandosi di un foglio bianco, come spesso avviene), si
ritrovano anche in Mo', disposte con un ordine alquanto
diverso, ma non tanto da nascondere la parentela che
esiste fra le due raccolte. E per da escludere che l'una
sia copia dell'altra. Il paragone dei testi comuni a Mo
e a F 3 dimostra che questo codicetto risale, al pari di
F, direttamente agli originali, almeno in massima parte.
Infatti mantiene tutte le lectiones difficiliores , le
forme oscure che Mo non ha pi, o per averle eliminate prima della trascrizione, o per averle abrase per
opera di 6; abbastanza ricco di elementi vernacoli;
conserva inoltre due lettere con le loro chiuse integre
(258 e 325) ed una lettera ignota alle altre raccolte
(G a r d n e r IV), ma, d'altra parte, per un motivo
che ci sfugge, manca della chiusa della lettera 56 1 che
nor. conservata da nessun ms. del gruppo cr:, mentre
il Caffarini l'ha salvata (P). Tutto fa credere che in
F3 abbiamo una di quelle piccole raccolte parziali che
il Pagliaresi pose a contributo per la propria raccolta,
anche se non si valse giusto appunto di essa; dunque
anch'esso d ' importanza fondamentale.
2) GRUPPO MACONI
(gruppo ~)
a) Maconiani p,.imitiv i .
INTRODUZIONE
xxxm
GaoTTA~,
n primo
XXXN
INTRODUZIONE
xxxv
IACOPO!.,..E DA Too1 cQ.wido t'alegri huomo d'altura ( cc. 2208-2218); seguono, trucritte da altra mano dcl sec. xv, alcune profezie pscudogioachimitiche
sui pontefici (a:. l2 l 11-2" A).
XXXVI
E. DUPR TH ESEIDER
INTRODUZIONE
xxxvn
la redazione Mo /J stata capostipite di tutta la tradizione vulgata. Le varianti di P sono di genere alquanto diverso da quelle apportate da /J su Mo. Si
deve per notare che il testo di B offre assai meno
asprezze, minor copia di oscurit che non Mo a,
probabilmente perch la sua lontananza dagli originali
pi grande, quindi pi visibili gli effetti dell'immancabile lavorio anonimo di accomodamento stilistico. Per
tale causa, P2 trova minor numero di punti da chiarire
ed interpretare, e d'altra parte il suo gusto sembra
esser sta to un po' meno pedantesco che non quello di
6, onde egli accoglie lezioni che - come provano i raffronti con Mo a - derivano direttamente dagli originali,
mentre 6 le ha inesorabilmente radiate. All'incontro
P ha un senso tutto suo dell'architettura del periodo,
ama cambiare i raggruppamenti delle parole (specie
nei rapporti di sostantivo e aggettivo), modifica clausole ed attacchi di frasi, e cosi via: il lettore ne trover
copiosa documentazione nell'apparato critico delle Lettere. Spesso, inoltre, si ha l'impressione che egli abbia
voluto rendere meglio comprensibile, anzi rnaggiormen te accetto a lettori non senesi lo stile della Santa.
Cosl, il cavelle costantemente modificato in niente,
1< nulla , e altri senesismi
troppo accentuati (co me
1'11 ascaro della lett. 241, reso - e frainteso - con
amaro ) tradotti nel termine italiano corrispondente.
Ritengo che il raffronto tra Be P come quello tra Moa
e Mo 6, potr offrire materiale di interessanti considerazioni agli studiosi del nostro linguaggio trecentesco.
Nell'apparato critico ho tenuto conto della massima
parte delle varianti di P, ma non di tutte, ch avrei
2
XXXVIll
E. DUPR THESEIDER
INTRODUZIONE
XXXL"<
s =
XL
Designo con questo termine alcuni codici Maconiani che appaiono accresciuti, risf.o etto a B, di ven ti
lettere che la collezione primitiva non conobbe, e Mo
soltanto in parte; precisamente le seguenti (indico tra
parentesi quali lettere si trovano anche in Mo): 3 (Mo),
296 (Mo), 77, 64 (Mo), 292, 17 (Mo), 80 (Mo), 4 1 (Mo),
25 , 74, 159, 59 (Mo), 2, 184, 121 (Mo), 140, 148 (Mo),
137, 124, 210 (Mo).
Essendo quasi tutte le lettere indirizzate a persone
residenti in Siena, possiamo parlare di una addizione
senese : essa venne inserita in un certo momento anteriormente al 1428 (vedi il ms. T) - in un esemplare
Maconiano, formando cos una ipotetica raccolta :r.
Si pu precisare inoltre che l' inserzione venne fatta su
Ct Calalogln tlti M4Ms,rilli tltlla R. Biblwtea Na{iDna/1 di
Codici P4Wi11 du"itti dal profusort Lmc1 GENTILE. voi. I, p. 65.
Firerc~1, I
INTRODUZ10NE
xu
).
E. DUPR THESEIDER
XLII
Manoscritti
INTROD UZ IONE
XLill
taceo, di cc. centosessantanove, di cui l'ultima in pergamena (28,5 : 2 I ,3), scritto su due colonne, con rubriche,
ed iniziali alterna tivamente rosse ed azzurre'. In cipit
(c. 1) : Al nome di Yhu Xpo crucifixo e di Maria dole.
I ncominciano le pistole della venerabile vergine e
sposa di Iesu Cristo, beata Caterina da Siena dello
ordine di sancto Domenico ; e x p I i c i t (c. 169):
finite sono nello infrascripto libro pistole .clx.x. fatte
e compilate per la venerabile vergine e sposa di Yhu
u Xpo beata Caterina dassiena. Il quale libro de '
frati et suore del monasterio di Sancta Brigida,
detto il Paradiso di presso t ffirene. Scritto per
u mano di me frate Tomaso di Marcho da Firene,
professo et consecrato del detto monasterio; fu com piuto di scrivere adj .25. d 'aprile. MCCCCL. Ora
perch siate cau ti priegovi notiate questi pochi versi che
seguitano: "Udito dir che un fa male accento'' &c.
(seguono cinque quartine contro coloro che non restuiscono i libri a prestito; poi una recepta mirabilis con tra pestem ).
La collezione dunque completa e contiene centosettanta lettere; nonostante che l'ordinamento di esse
sia abbastanza mu tato (forse perch si cerc di dar
loro una migliore disposizione), l'esistenza del blocco
tura
CC. Codici Palatini cit., pp. 65-6. Avverto che recentemente la legain sca verde stata sostituita con altra in cuoio.
XLIV
E. DUPR THESEIDER
delle lettere delJa addizione senese e della 309, incastrate nel modo che si detto, apparenta evidentemente il ms. a TR'; ma le molte sviste e false letture,
di cui il codice abbonda, ne diminuiscono sensibilmente il valore.
17. F 1 = Firenze, bibl. Nazionale, Magliabechiano
XXXV, 187. Cartaceo, di cc. trecentocinque (29: 22)
su una colonna, con rubriche e iniziali colorate. Scritto
abbastanza fuggevolmente, da mano forse non d i amanuense di professione.
I n c i p i t in rosso (c. I s) Yhu. Sancta Chaterina
da Siena e alchuni dichono fu da Firenze pel nome
della madre, ora resti il vero in suo luogo, la madre
ebbe nome Lapa e'l padre Domenicho. La quale mor
a Roma adi 29 d'aprile 1380 e fu chanonizata santa
da papa Pio sechondo de' Picholuomini da Siena adi
29 di giugnio 1461. E perch ella mori adi 29 d'aprile
che il d di san Piero martire, ordin la Chiesa ne
cielebrassi la sua festa la prima domenica di maggio.
A presso versi schritti pe1 detto papa Pio [segue l'inno
composto dal papa]: 11 Caterinam beatam ne puta &c.".
In fondo alla pagina, di al tra mano: Questo libro
tocch a me Thomaso Benci nelle divixe l'anno 1506 .
Segue (cc. 2-6 B) la tavola del codice.
Nell'ex p 1 i ci t (c. 305) fuso uno del tipo di P 5,
con un'altra notizia esplicativa, che contiene anche il
termine post q u e m per la datazione del codice. Fi nite sono nello infraschritto libro pistole .CLXX. fatte
e e chonpilate per la venerabile vergine e sposa di yhu
expo beata Chaterina da Siena, la qU1.le fu merita-
INTRODUZIONE
XLV
XLVI
E. DtJPRE THESEIDER
INTRODUZIONE
XLVII
V = Volterra, bibl. Guarnacci, ms. 6140. Cartaceo, di cc. novantuno (24: 17), con ru briche ed iniziali colorate, scritto su una sola colonna forse intorno
alla met del sec. xv. Dopo il soliloqu io di sancto
Agus tino (cc. 1-36 s), contiene ventisette lettere.
I n ci pi t (c. 37 A): Epistole di sancta Ca terina da
Siena dell'ordine di Santo Domenico della penitentia,
le quali scrisse stando in Roma a diverse persone, el
corpo della quale sito in Santa Maria della Minerva
nella prefata Roma . Manca un ex p 1 i ci t , perch il manoscritto mutilo. Ha caratteristiche Maconiane nelle rubriche e nel testo; presuppone una raccolta del tipo ps o P3, perch ha nove lettere della
addizione senese , ma anche le lettere 28 e 29 che
mancano a TR '. Il testo notevolmente scorretto.
21.
I il fAWTIER, Il, P s a.ffcrm1 che ~ sfuggito al MAUATISTI, ma si sbaglia, eh~ lo troviamo descritto negli ln11111tari dei manoscritti, voi. Il, pp. 182- 3,
o. l J.
XLVIU
E. DUPR THESEID ER
INTRODUZI ONE
XLIX
E. DUPRE THESEIDER
altri elementi di giudizio, - sono sempre soggette a cauzione. E per indubbio che C, per la sua indipendenza
dalle altre racco) te; per offrire le sue lettere i n t e g re ,
e per nulla affatto ordinate gerarchicamente; per essere
scritto con mano indubbiamente toscana del sec. xiv;
per la bont e senesit delle sue lezioni; per contenere anche uno dei pi autorevoli testi del Dialogo,
dimos tra di essere stato compilato da persona assai
vicina all'ambiente Cateriniano. Merita dunque di
esser posto su llo s tesso piano di Mo, di P, di fl, tra i
pi preziosi codici dell 'Epistolario.
Soltanto, il testo che esso ci d, paragonato con Mo e
B dimostra sl copiose e radicali varianti da far nascere
il dubbio che esso, in luogo d i risalire ad una fon te pi
pura delle altre o addirittura alle scaturigini prime, gli
originali, non sia stato piuttosto - per cos dire - libera mente interpre tato, in pi di un punto, da persona
che dominava a fondo il frasario e le movenze stilistiche della Santa. Ci troveremmo, in sosta nza, di
fronte al caso, che ho gi supposto nelle prime pagine
del presen te studio, di una ricostruzione indipendente e individuale di alcune lettere da minu te schematiche, e non ad una trascrizione fedele da originali
integri di esse.
Conseguentemente, C resta pur sempre un codice
di a lto pregio, ma le sue varianti rispe tto a B e Mo dovranno venir vagliate, volta per volta, con molta circospezione, e spesso essere non accolte nel testo, ma soltanto riportate nell'appa rato critico.
INTRODUZIONE
J) GRUPPO CAFFARINI
(gruppo r )
Comprende cinque manoscritti, sS 3 PS Pa; sembra
essere pi lontano dagli originali che non gli altri gruppi.
23/ 24. SZIJ = Siena, bibl. Comunale, mss. T II 2 e
T II 3. Membranacei, di cc. centoventi e centosessantasei (29,5: 21 ), scritti su due colonne, in modo regolarissimo, con bella scrittura gotica che denota l'amanuense di professione; abbonda il segno tironiano el
tagliato (f.), il che indica probabilmente una mano
non italiana. I due codici costituiscono una unica collezione, in quanto contengono,
le lettere a persone di
stato ecclesiastico (in numero di ottantuno, ma mutilo),
S 3 quelle a persone di cond izione laica (lettere cen totrentanove). Sono arricchiti, oltre che da rubriche e da
iniziali colorate, da diciannove miniature, rettangolari
per traverso su tutta la larghezza della facciata, nove di
numero nel primo, dieci nel secondo codice, disposte
ali' inizio di ognuna delle suddivisioni o sottogruppi
in cui spartita la serie delle lettere: rappresentano la
Santa che appare dall'alto ai fedeli (volta a volta individuati in modo diverso, a seconda del gruppo cui
il disegno si riferisce) e distribuisce loro le sue lettere, so tto forma di lunghi filatteri. Le miniature,
sobriamente colorate, sono condotte con mano assai
abile, ed hanno vero pregio artistico, soprattutto quelle
di S. Possono attribuirsi ad un miniatore dello stesso
s c r i p t o r i u m dal quale per certo uscirono i due
CL Codici PaWilli, p.
6+
UI
E. DUPR THESEIDER
INTRODUZIONE
LIII
tale raccolta, come abbiamo visto, deve esser stata composta dopo il 1411), e quasi tutte le lettere entrate a far
parte di Mo (soltanto dodici lettere di questa raccolta
mancano in S/3 ; altre settanta tre, mancanti presentemente, anch'esse debbono essere scomparse con la
seconda met di S). Non sembra probabile che il
Caffarini abbia conosciuto per l'appunto la collezione
Mo, - che rest presso Neri fino al 1460, - e la cosa poco
probabile anche per B'; pi prudente ritenere che il
copista di S/3 abbia utilizzato altri manoscritti derivanti da B' e da Mo (ma, per questo, gi nella forma
corretta Mo 6).
S raccoglie dunque soltanto lettere a religiosi, S>
solo a laici, disposte secondo una doppia scala, che
muove, in quella, dai papi, in questa, dai sovrani, e
scende rispettivamente ai terziari ed alle persone di carattere semireligioso, ed alle persone di pi umile condizione sociale; in ambedue i casi le donne sono collocate dopo gli uomini. Siffatto ordinamento, nuovo a
quanto pare, tipico della collezione del Caffarini; caratteristiche sono anche le didascalie che precedono ogni
sottogruppo. Viceversa, le due collezioni mancano di
i n c i p i t e di e x p l i c i t .
Dal raffronto testuale fra BMo e S/3 risulta che la
racco Ita Caffariniana non ha molto valore per l'edizione.
Le sue lezioni coincidono nella quasi totalit dei casi
con quelle di B; quanto ai rapporti con )a raccolta Pagliaresiana, Sl3 segue costantemente Mo 6 ed ignora
Mo a, che sappiamo offrire la lezione pi vicina all'originale. Pertanto, le varianti offerte da S13 non compariranno di solito nell'apparato critico.
E . O UP RE T HESEI OER
LIV
25.
~ =
DlTROD UZ I ONE
LV
sexto, nella citt di Roma , e li sepolto el suo sanc tis simo corpo nel convento della Minerva dell'ordine de'
frati predicatori. Item nota che Ila predetta vergine
gloriosa fu canonizata per lo nostro sanctissimo in
Xpo padre papa Pyo senese papa secu ndo, l'anno
terzo del suo pontificato, nel d della nati vi t di sancto
<< Pietro et di sanc to Pavolo apostoli, negli anni Domini
mille quatrocento sessantauno. Era la sopradetta
11 vergine d'et d'anni trentatre quando pass di questa
<<vita. In prima porremo alquante epis tole che la
11 decta vergine mand a diversi sommi pontifici e t vi carii di Dio in terra, cio papi e t vescovi di Roma, huo mini apostolici, et poi di grado in grado come soccedon
<< le ecclesiastice persone, secondo lo debito della ragione
e t ordine consueto . E x p I i c i t (c. l 55 s): << Ex
11 plicit liber iste.
Deo gratias, amen .
La raccolta contiene centosessantacinque le ttere,
tutte dirette a persone di stato ecclesiastico e religioso;
riproduce pertanto lo schema di S2, ma alquanto arricchito. La sua importanza sarebbe assa i grande se
Mo non esis tesse, perch, dopo la mutilazione sofferta
da S2, P sarebbe l'unica fonte per molte delle lettere
dirette al ceto religioso; ora invece si pu trascurare,
anche per la sua data piuttosto avanzata (posteriore al
1461, ma forse anteriore al 1464, anno di morte di papa
Pio II). II testo che offre segue fedelmente Mo b.
26. s = Siena, bibl. Comunale, ms. T. I I. IO.
Cartaceo, di cc. centoventi (27,9 : 18,9), scritto su due
colonne da mano del sec. xv; rubriche ed iniziali colo-
LVI
E. DUPR THESEIDER
ss-6.
INTRODUZIONE
LVII
LVlll
E. DUPR THESEIDER
INTRODUZIO NE
il'{
36. G = Grenoble, bibl. Municipale, ms. 404. Cartaceo, sec. xv; contiene, in traduzione latina, la le tt. 39
e 335, a due certosini; infatti il manoscritto proviene
dalla Certosa di Va Ilon.
a.
Biltliot~ de
p. 1.p.
2 Segnalato dal FA WTIEJt in Calherima"4.
3 MAAsA..-m, voi. 1, pp. 413-9; MA.z:urnm, MtUtoscri#i ltaUatti del Bibliot.
di Fra1'C4, voi. U, p. 67.
LX
E. OUPR THESEIDER
}bid., p.
, lbid.. p.
.o6.
sos.
INTRODUZIONE
LXI
52. Va1 = Roma, bibl. Apostolica Vaticana, Chigiano B VII 120 VI. Cartaceo, sec. xvn. Lett. 185,
291, 11, 199, 109, 243 e 16, tutte frammentarie, copiate
dal prete G. B. Corrado, u Romae, ex aede nuncupata
sancta domo b. Mariae virginis Lauretanae, nationis
Picenae, xv kl. Maias anno 1655 e dedicate ad
Alessandro VII. La stessa scelta si ritrova in
53. Va1 = Roma, bibl. Apostolica Vaticana, Ottob. 2462.
54. Va' = Rom:i, bibl. Apostolica Vaticana, Ottob. 2484.
E. DUPR THESEIDER
LXII
RACCOLTE
A CARATTERE
JyAv~
PRIVATO
m
I
Moa
RACCOLTE
A CARATTERE
DIVULGATIVO
redazione originale
Mo6
BJ>2
redazione emend7 ~
Maconiana = m
Pagliaresiana = Mo
Caffariniana = S'IJ
"!.I~
56
ho s!( AS HP
/
PS4 Pa
~I
PsF1F1PlV
vulgata
1 Ritengo utile segnalue qui due possibili tr:Lcce, che bo seguite per qualche tempo, senza per giungere ad un risultato positivo.
Lo ZosTA., nella sua Storia della Leturatura Italiana, voi. Il, 1, p. :u, riproduce fotograficamente una pagina della lett. G a r d ne r I, da un ma~
INTRODUZIONE
m. -
Le edizioni a stampa.
L'edizione p rin e i p e - almeno da quanto sappiamo - quella del Foncanesi, apparsa nel 1492. E un
incunabolo in ottavo ( 141 5 : 20) di quarantasette pagine, s tampato a caratteri gotici'. Dopo la prima
carta, tutta occupata nel diritto da una bella incisione
in legno, con la Santa che reca nella sinis tra un crocefisso e nella destra un cuore, e copre del suo manto, al
modo della Madonna della Misericordia, alcuni personaggi, leggiamo a c. 2 il seguente titolo: Epistole utile
e divote de li la beata e seraphicha vergillne Sancta
Chaterina da Siena del sancto ordine de la penicentia Il
de miser sancto Domenico: sposa singulare del salva tore nostro mil[ser Jesu Christo.
Le quale lei seri" veva a diverse persone; religiose e seculal'ri confor tando quelle che perseveraseno nell 'amore del dolce
Jesu Il crucifixo: animandoli a le sanc te virtute: et
fugere gli vitii. Et sono in Il tutto .xxxj. ne le quale
se contiene mirabel doctrina. e optimi documenti Il a
l'honor di Dio e salute del proximo )). La chiusa
(c. 47 s) dice: Finisse quelle epistole de la beata e
5a'itto quattrocenteSCO, che eg.li design.a come il Marciano J486. Son mi ~
stato possibile riotncciarlo, per quanto ne abbia fatte ricerche, col cortese
aiuto di funzionari di quella biblioteca.
A Perugia, nell'archivio della famiglia Baldesc.hl il MA.zum<n segnalava
(Gli Archivi tklla Stcria d' 114/ia, ToL I, p. 133) lettere di santa Caterina eh
Sicnaa. Gi il Fawtier tent inutilmeote di rintraccia.re il manoscritto. Purtroppo aon vi sono riuscito nemmeno io, perch gli odierni proprietari di quell'archivio non hanno voluto ~ mostnrmi il manoscritto, n danni la minima
iDdic:uionc aJ riguardo.
GIS4mmtkatalot dtr Wietendrvch, YOL VI, n. 611t.
txrv
E. DUPRE THESEIDER
Il
Il
Il
li
Il
ss
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Ibid. o.
TOl. I, pp.
6122; RENOUAR.D,
55~.
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xxxnn, &c. I
, Cf: la supplica di Aldo per ottenere il privil~io di stampa, presso C. CA
STELI.AN!,
J
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E. DUPRE THESEIOER
&) e Lettere/ devotissime/ della beata vcrg. / S. Caterina da Siena/ Nuo vamcnte con tutta fla diligcntia che si ba potuto ristampate. / In V cnctia /
e Appresso Domenico Farri. .KDLXXXIUI. . t riprodotta solunto la dedica di
Aldo al Pi~omini. Stesso numero di lettere.
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famiglia Cittadini), poi di Ro, di una copia - forse di B, e degli originali senesi. Cos la serie delle lettere
raggiunge il numero di trecentosettantatre, che res ter
immutato e caratteristico per altri due secoli.
Non occorre che ci soffermiamo a dimostrare che
l'edizione del Gigli tolse immediatamente ogni valore
a quella Aldina, anche nei riguardi del testo. Finalmente si pot leggerlo in buona veste letteraria, senza
pietose storpiature, e con giusta comprensione delle
peculiarit linguistiche del tempo, che anzi il Gigli ricerc con amore e pose in luce, da quel battagliero
buongustaio che era. Cosl egli, anche dal punto di
vista filologico, fece opera quasi definitiva, almeno per
quanto era in suo potere, ch il numero di codici su cui
egli lavor abbastanza ristretto, e gli mancava ogni
nozione critica sulle parentele di essi'. Le note del Burlamacchi aggiunsero naturalmente pregio alla sua fatica, chiarendo per la prima volta i molti punti dubbi e
bisognevoli di esegesi storica e teologica. Ma la sua
parte di collaborazione si poi rivelata la pi caduca,
e si comprende, perch egli difettava di senso storico e
critico, di equilibrio, pur con tutta la sua grande erudizione. Comunque, la fatica congiunta dei due dotti
consegui il grande scopo: da essa le Lettere uscirono
addirittura rinnovellate, e per la prima volta rese
veramente accessibili a tutti.
Nella prima met dell'ottocento vediamo dedicarsi
alle Lettere quell'infaticabile quanto poco sis tematico
editore di testi volgari medievali che fu il p. Bartolo1
Sui manosc:ritti da lui studiati, vedi I, pp. xv1-xvn, r8J, p5; II, pp. 316,
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LXXIll
meo Sorio, oratoriano'. Fra il 1842 ed il 1844 egli ripubblic per la Biblioteca Ecclesiastica di Ottavio Gigli
le Lettere, in quattro volumi, riproducendo l'edizione
dell'altro Gigli, ma con notevolissimi tagli nelle note.
Forse aveva in animo di stamparle tutte, ma si ferm alla
198 lettera, cio poco dopo aver cominciato a riprodurre il materiale del secondo volume. Nel complesso,
la sua fu una iniziativa mal riuscita. Non gli venne
fatto, poi, di pubblicare per proprio conto ed in seguito
a rielaborazione originale l'Epistolario completo; il manoscritto di tale mancata edizione si trova a Verona.
Nel r86o usciva a Firenze, per i minuscoli ma nitidi
tipi del Barbera, la nuova edizione di Niccol T ommaseo.
Chi voglia fars i un'idea dei criteri da lui segufti, poco
frutto ricaver dalla lettura dell'introdu7.ione dove egli,
con quel suo caratteristico fraseggiare, ricercato ma
anche con torto, e poco chia ro, cosl spesso, per soverchia
ricerca del nuovo, vi accenna assai vaga men te, pi che
non li spieghi. F ondamento della edizione gli fu ad
ogni modo quella del Gigli, con pochi ricorsi diretti a i
manoscritti, eseguiti a quanto pare dal Grottanelli,
il quale si limit ai manoscritti senesi, che sappiamo
non essere nemmeno i migliori. Il Braidense sembra
essere stato escluso perch ritenuto opera di un raccog litore non toscano: il Tommaseo afferma che il pa dre Stefano da Siena>> in esso ricordato non pu essere
cer tamente il Maconi . . . ma qualche Lombardo l Gli
sfuggi poi del tutto l'opera di Mariano di Vitali. Le
J Vedi il mio articolo n pa"
Bartt>lomt0 Sorio rd urca mOfl(Ola tdi1Jone
il uttert io Studi Caterirciam, 19J6, anno Xll.
i Avvertimento (voi. I), pp. 10-1.
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rm.
S. Agnes:t (da q.
3 BACCBlSIO MO'I'lo, Al&utU Zeturt di santa CauriM da Suno i11 paru ine
dite io BuIL Senese di noria patria, 1911, anno XVIJI, pp. 369-cJ5. RiJ il ltSto
delle lettere ToMM.. 322, 366, 328, n6, )2 1 (in p.irte), 334 (in pute), J44 (in
pute), 192 (dalu copia esistente iD C).
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fondo meriti, sebbene essa pure non del tutto soddisfacente'. E una ristampa della edizione del Tommaseo,
con qualche emendamento e miglioramento di poco
conto; un certo pregio hanno invece le note, dirette soprattutto a chiarire dubbi teologico-dogmatici, ma anche passi particolarmente oscuri. Nulla ci dice il Ferretti , nella sua prefazione, circa il metodo segufto; non
pare tuttavia che abbia ricorso, almeno in via sistematica, ai manoscritti.
La serie delle scoperte di lettere inedite e delle relative edizioni si chiude con i ritrovamenti del Fawtier
e miei'".
ldtere di Sa:l/a Calerina da Sima tergiM domerri.cana. Con pref~icm e noie
del P. M. Looovtco Fuurn del medesimo ordine. Siena, Tipografia S. Catt:rin:i, 1918-30, cinque voli. in-16. Il quinto volume riproduce inoltre le ono
lettere dell' appendice dd Gardner, e le pcuti inedite delle len. ToMM. 192, }21,
p2, }28, H4. 136, J44. 356. Da ultimo contiene un e Elenco dei penonaggi
a cui sono direne le tenere e breve sunto delle medesime , di qualche
utilit.
2 R oBERT FAWTtER, Catherinia11a in Jfila11ges d' Archologie 1t d' Histoire,
1914, to. XXXIV, pp. 3-9S Pubblica le len. 179, 2sr, 148, 91, 176, 93, 300,
290, 249, 174, 265, 190, 262 (da F); 151 (da R2); FAWTIER XV (da L);
fAwnD XVI (dall'originale di Oxford); 319 (da11' originale, a Siena). Inoltre
$bmpa altri le$U Cateriniani.
EUGENIO Dunt TRESETOER, Urr eodice i1Udito dt ll' epis"'lario di suta Caurina da Silrra, in Bu/L d1ll' /stil. sterico ltaliallo e Archivio Muratoriano, 193 1,
n. 47. Riproduco, dal codice Mo, due nuoTe lettere : A monna Tora e a
monna Giovanna Trenta; a Gianc:tta, Antonia e Caterina, ed a quella da Vucelli, le quali sono tornate a Cristo.
LXX VITI
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PARTE SECONDA
I CRITERI DELL'EDIZIONE
a) 11 te s
o.
JNTRODUZION E
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fatto in modo sistematico), perch - come ho documentato a suo luogo - esse in moltissimi casi ci forniscono
gli unici appigli di cui disponiamo per la datazione delle
lettere, e per l'identificazione dei destinatari e dei fatti
che indussero Caterina a esprimere per scritto i suoi
sentimenti. Avverto per che, nella scelta delle varie
forme di rubrica offerte dai manoscritti, ho tenuto conto
anche di alcuni che nei riguardi del testo avevo invece
lascia ti da parte, e non sempre ho accompagnato la
lettera con la s tessa rubrica che la introduce nel manoscritto prescelto per il testo. Ho adottato questo
criterio misto, - rendendomi per questo lato indipendente dalla graduatoria di valore dei manoscritti,
da me tracciata e costantemente seguita, - per due
motivi. Primo: perch le rubriche non fanno parte
del vero e proprio testo delle lettere e nemmeno ne
riproducono, salvo qualche rara eccezione, gli indirizzi
primitivi, n sono state dettate dalla Santa a mo'
di in troduzione esplicativa delle lettere (come sarebbe
probabilmente avvenuto se ella stessa avesse provveduto alla costituzione dell'Epistolario), ma sono opera
dei discepoli e raccoglitori, e si trovano pertanto su
un ben diverso piano di valore e di tradizione. Secondo: perch esse hanno valore unicamente come testimonianze coeve di fatti che altrimenti ignoreremmo,
ed i si11ogisti, che le premisero alle lettere, le svolsero
con maggiore o minore ampiezza, a seconda dei dati
di cui disponevano e dell'interesse che a ttribuivano
alla lettera in questione. Si tenga presente, inoltre,
che non sempre i migliori manoscritti hanno le rubriche pi circostanziate o pi interessanti; l' ho dimo-
L'\XXII
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/J) L ' a p p a r a t o c r i t i c o .
Si osserver che, rispetto al numero non piccolo dei
manoscritti considerati pi importanti per l'edizione,
ventisette, le varianti indicate sono in quantit piuttosto
scarsa. Ma non ho creduto affatto utile tener conto di
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LXXXill
LXXXN
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c) I 1 c o m m e n t o.
Ha un duplice carattere: storico e ascetico-teologico,
m correlazione del resto con i due aspetti principali
dell 'E p i s t o l a r i o, che pregevole, e come memoria
contemporanea di eventi e persone, e come documento
della vita spirituale della Santa dettatrice.
Per il primo aspetto l' E p i s t o 1 a r i o, come sappiamo, ha purtroppo perduto molta della sua primitiva
importanza, per colpa dell'inconsulto zelo dei discepoli
e raccoglitori, e delle mutilazioni da essi perpetrate
proprio in quella parte delle lettere - la chiusa - dove
Caterina forniva e chiedeva informazioni a suoi corri-
LXXXVUl
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INTRODUZIONE
LXXXIX
XC
INTRODUZIONE
xa
ti) I miglioramenti
apporta ti con la presente edizione.
Nelle pagine che seguono ho posti a confronto il
testo deJ Tommaseo ' e quello che risulta dalla mia
edizione, per documentare, con pochi opportuni esempi,
quello che vorrei definire il restauro ,, delle Lettere.
Mi sono limitato ai casi di maggior rilievo: segnalarli
tutti sarebbe stato impossibile. Non ho nemmeno creduto utile di registrare le copiosissi me varianti caratteristiche del testo vulgato, che risalgono agli emendamenti fatti su Mo dal revisore b, nonostante siano state
proprio esse a modificare profondamente il testo originario ed a determinare tutta la tradizione successiva.
Ma il lettore le trover tutte ricordate nell'apparato
critico. Ancora, non ho ritenuto necessario render conto
di quei casi - molto numerosi - dove mi bastato
un semplice mutamento nella punteggiatura per ricondurre la chiarezza in passi che si tramandavano incomprensibili od oscuri di edizione in edizione.
In alcuni di essi sarebbe bastato un attimo di riflessione per restituire la lezione giusta, anche senza un
diretto ricorso ai manoscritti. Si veda per un esempio
il secondo della lettera LXXXV ; ma molti altri ne
avrei potuto citare, dove vediamo il Tommaseo (e
appresso a lui il p. Ferretti, che non se ne distacca quasi
mai) affaticarsi in sottili ed ingegnosi emendamenti,
per cercare di cavare un senso profondo da parole che
Le citazioni sono fatte secondo l'edizione del 186o.