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POESIE MILANESI
DI
CARLO PORTA.
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^2,
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CARLO PORTA
a Qllilano nel 1776. Studi dai esuiti i Qllonza e nei Seminario i
mandato nel 1 796 a Q)enezia, ove ebbe occasione i scrivere versi in dialetto veneziano, "tornato in patria, la lettura sopratutto el balestrieri lo indusse a scrivere nel dialetto proprio. Ee critiche
scurrili rivoltegli in un almanacco milanese da un parrucchiere, per poco non lo
distolsero dal poetare. Spos QJincenza ^prevosti, vedova branco. Ba sua discendenza vive ancora in QRilano. Illibato funzionario, fu negli ultimi anni cassiere
generale del QTZonte dello Stalo.
QUor il 5 gennaio 1821.
<77a<o
POESIE MILANESI
DI
CARLO PORTA
Edizione falla
"Societ del
morie
il
che ne
*Poeta,
ROMA
Edizioni a.
fu
Socio.
MILANO
Mondadori
1921
30
P7A17
M-1
per
paesi, compresi
Norvegia e
l'Olanda
tutti
Svezia,
la
775978.
/Wk /wk J^k >'k /-/*>. -'^k ^'^ -^^ '''>>" ^ '"^ >" -^^
'PROEMIO
La
annovera fra
appartenne dal
com'era
lizio,
suoi antichi
1808
al
doveroso,
piit
illustri soci
vi
le
Le
duto
il
paesana, tanto
cara ai nostri
avi.
Una nuova
Per
piit
centenario
come forma
portiano
nostro
il
opportuna.
pili
mondo
letterario
era
Una
morte
prematura
scientifici,
tronc
il
valente pro-
il
classiche
neolatine,
poderoso lavoro.
Ora
Per questa
inattesa perdita,
il
centenario ci
intieramente
sorprese
esaurite.
Di
colle
fronte
inco-
pu
nuova
edi-
intenti scientifici
gli
rispondere alle
tuttavia
ristampare
di
stesso vvente
integralmente
con-
il
l'autore
Tommaso
che
quelle poesie,
Grossi, amico,
1821 La
.
postume, che
le altre
ed erede
collaboratore
il
spirituale
del
competenza
specifica
da
loro adottato.
lettori della
indubbiamente autentiche, ed
postume
meno
severa, cos
fu
parte
gi note attraverso le
censura
austriaca
era
stata
il
Porta
scrisse
per
la ristretta cerchia dei suoi amici della Societ del Giardino, la-
la
mancare
in questo
volume.
1920
schiarimenti in proposito.
L'illustrazione del testo Venne con illimitata fiducia affidata
alle intelligenti cure di persone competenti, quali
Reale
r/
Dott. Ettore
Dott.
Marco
dino, quale
cittadine.
il
Prof. Carlo
studioso e diligente
indagatore
di
memorie
La
lellore
in
condizioni di
afferrare
senza
sali
il
impos-
quali sarebbe
le
illustra date,
cos
sibile
ma
della chiarezza,
dopo un
inesplicabili
Non
secolo.
il
glossario posto
in fine del
indicando
milanese,
il
ove
note
le
le
vantaggio di facilitare al
le
Al
testo
quale un nostro
socio,
letterarie, illustra
storico, nel
zione dell'interessante
argomento tutta la
del giar-
reca nella
tratta-
devozione di lardi
Segue
il
poi
il
ai
Verga, che
il
una
ci offre
testo.
pitto-
l'usata
oggi tanto
pili
importante, quanto pi
si
polemico degli
spondiamo
pu
scrittori,
ricorrenza la
scritti,
memoria
ri-
nelF attuale
Ci fu, vero,
il
ma
non tacquero
il
sommessamente
fastigio, vollero
riac-
in
in cui eccelse,
la satira,
suo male-
il
menzogna,
dopo
la
fama
turpe e l'osceno,
gli
abbia
quando siano
a discutere se
si riprese
scritti
a scopo
no essere accolti
satirico
in arte.
con
N man-
sin-
cerit e coerenza.
Esaminare
impresa per
scientifico
compilatori di un
che
libro,
un'ardua
non ha carattere
costituire la prefa-
Nulla quindi
aumentiamo
si toglie
al pregio intrn-
la
in
risolte.
un uomo,
la cui figura
a grandi
morale
terribili e
com-
intervalli l'esempio.
Se
come
Porta.
Come uomo,
buon
ci
cittadino,
s'egli
d famiglia,
scrittore
menomato
della sua
fama.
costrn-
le ceneri deU'altissimo poeta'
Pi che
Come
ebbe
tutti
difetti delle
un
buoni letterati ed
Modesto com'era,
fatti,
artisti,
quanto a
il
poetastri,
Porta non
mai seriamente
tale,
il
Come
avesse creduto
di
personifcatore
tipico
era comunissimo a
tempo,
il
del classicismo, fu
si
il
irrealt
Onorate
').
giustiziere, viene
delle
"
dell'altro
buon
citt
dargli ragione.
scri-
siccome
il
mal
certi corrfini,
lecito,
si
il
pu
morale.
Se talune
stesse,
essere riprovate
verit,
ed
escluse,
in
di sincerit, di efficacia,
La Upide che
immediato del
I)
erano fine a s
Il
tesori di
egli seppe
copriva
la
tomba
di
V. Monti
a quella del Porta nella cripta della rinnovata chiesa di S. Gregorio, dove
sono raccolti
soppressione
le
reti
di costumi, perch
il
10
natu-
pi diverse, le
le
piti
Ed
opposte.
ri-
Porta
cos com',
allo stesso
modo
che in pittura
si
pu ammi-
mirabile
il
Liberi
quando
tutti di preferire
Fama ha
la
un genere d'arte ad un
consacrato
capolavori,
noi,
altro.
Ma
entrando in
quei santuari dell'arte, che sono chiese o musei, dobbiamo chinarci collo stesso rispetto davanti al Cristo schernito o ai ritratti
Spinola di
anche se
alle
Kermesses di Teniers,
in
Per
mente
umani
distribuito
suoi doni.
la natura
Il nostro patrimonio
ha
varia-
intellettuale
si arricchisce
che
necessario
proposto
giocose
di scrivere
Quai
se
Carlo
si
abbandonino
Porta
si
fosse
inni sacri e
Per
il
IL
PRESIDENTE
Milano.
15
Aprile
1921.
al
Parlamento.
ifcSfeiSHJSt****
CARLO PORTA
E LA SOCIET DEL GIARDINO
ma anche
fra
e benestanti. Era l'aureo periodo della patriarcale semplicit dei costumi e delle abitudini.
Le origini e le prime forme di vita della Societ furono
assai umili e modeste, di una semplicit quasi francescana. Il coritributo annuo era di uno scudo ai Milano. Le prime sedi venivano scelte presso osterie eccentriche o suburbane. La primissima
sede fu all'osteria della Stadera, a Porta Orientale, vicino al famigerato teatro dello stesso nome. Ai soci bastava un rustico giardino
anzi in origine il solo giardino, senz'altro ricovero, era l'elemento
indispensabile per le loro riunioni. Di qui la ragione del nome
un po' arcadico. La Societ del Giardino, che ebbe sempre a
le agiate
conservare.
Fino
al
1791
la
Un
Al
giungere
trentina di
glieva, e
Grande
dell'inverno
12
membri, disdiceva
la
Societ,
contratto d'affitto
il
ma non
si
scio-
si
(la
buona
stagione, in
Eppure
v'era in
compenso
aria
libera,
della sede
esiste
il
e
"
aggiunga che colla cessazione della " Nobile societ
che
il Giardino rimase per parecchi anni l'unico circolo milanese,
meritasse questo nome, fino alla ricostituzione, avvenuta pi tardi,
del
"
Ma
pi che tutto
".
ebbe un'eccezionale
influenza
il
periodo
fa-
Milano rimase
metropoli di un vasto conglomerato di territori,
la
le
continue spogliazioni,
si
viveva, fra
il
turbinare
13
dei forestieri,
come
riella
Bahylo minima,
fu allora definita.
il
aver conosciuto
le
lui
tanto caro, e
da
lui
tanto
difeso
altri
dell'alta borghesia,
nomi
dell'aristocrazia
lombarda, misti ad
altri
Come doveva
fu asserito
Fiiittuos
Lo
".
possiamo dire dei suoi rapporti colla nobilt. Alla rivoluzione francese aveva scosso nelle
sue solide basi alcune vecchie istituzioni, e molte idee erano considerate rancide e travolte, di fronte al soffio novatore che spirava d'oltralpe. Alcuni rappresentanti della casta nobiliare mal
sopportavano di dover rinunciare a privilegi indiscussi, e ad abistesso
tudini inveterate,
14
coll'alterigia
Era da questa
che
il
Porta
traeva le sue pi felici ispirazioni, per colpire a sangue in mirabili capolavori quei boriosi rappresentanti di una incorreggibile vaegli non era un demagogo sistematico. Anzi
nit di casta.
Ma
si
sero
di
mende
nobilesche.
il
gli
ultimi anni di sua vita nell'intima cerchia dei suoi nuovi amici, e
che
in
mezzo a
Anche
a on ams
"
Sont staa
Cont
e,
descrivendo
la gotta in tutt
duu
pee,
arrivato
a fa compassion
Fina a on pret che viv d'esequi.
era
15
non poteva certamente essere allegro. Ma il fondo del suo carattere doveva essere gioviale. Anche quando era a Venezia, mandatovi dal padre nel 1 798, per fare gli " emarginati " all'imiicrialc
archivio di finanza, se la .spassava allegramente; anzi si era fatto
"
il
promotore di una societ di buontemponi, detta della " ganasso
(il
nome
nella
"
della
El mangia e bev
in santa
lbertaa.
alla nostra
buon
vino, dal
jwderoso appetito.
In via Clerici questa abitudine fu conservata
e perfezionata,
16
pranzi sociali, in armonia anche alle mutate condizioni finanvennero assumendo una vera importanza.
ziarie,
tavola.
liste
degne
di
un
trattato di Brillat-Savarin,
Che
spantega
el
i
17
dai soci pi
le
che
del
prosuoi
l'avvilimento, la fame.
logori,
abiti
de
abbondanti
AkmeU
Si
d'un
uomo
scultoria
la
miseria
lo ripresenlava alla
In
un'altra
Circoncisione.
sloccada di Ferragosto,
aiutanti in sottordine,
Akmett
parla
in
nome
la ^tera
tcorbetta
Caregada de tucc
Che terv e
Dan de solet
i
erudizion
recatlon
gratis ai poetta.
Perch
il
18
Configliachi fu chiamato
Akmett
d'Akmett^ dove
si
Il
primo a me-
^La
dicarazon
domanda
Han
nante,
De
quij
"f/e
on mostacc de pippa
pipp che se fabrega in Turchia,
de ^and in gippa^.
probabile che a suggerire la bizzarra idea al poeta
fosse in modo particolare la gippa, quella specie di stiffelius nero
(la stambulina) che usano ancor oggid i turchi della borghesia.
Qualcuno avr frse regalato al Configliachi una palandrana,
che con un fez, o una vecchia papalina rossa, avr finito per
dargli quel ridicolo aspetto di turco da strapazzo, e per farlo diventare un po' lo zimbello, lo "sgogna" di tutti, fors'anco dei
monelli della strada.
e
infine
Ma
Akmett mal
rassegna a portare quel nomignolo, e alla legche la sua famiglia sia scappata dalla Mecca,
perch fallita e in miseria. Sulla miseria non insiste.
turco
no! Si professa ^catolegb, apostolegh, e roman^ e conchiude:
genda
si
fatta correre
Ma
Che
19
due
aiutanti,
la testa de
Di tata bisogn
In questo sonetto
Akmett ha
si
tutt
el
battajon
ironia.
Commissione interna,
che jarli in termini scherzosi e confdenziali, ma anche un po'
pretensiosi. Era l'anno del Congresso di Vienna, che si trascinava
in
lungo
fra
feste,
Akmett vuol
chiacchere e banchetti.
fare
come
congressisti.
Hin
Roi
Cio de pacci e bev e
Ai
de tucc
qui)
spali
so intenzion
belligerant
sta d'incant
20
fu
il
che
non godeva pi
egli
la
loro fiducia.
La
il
crisi
scoppia
il
31
doveva rispondere
raduna per "regolare
Confgliachi
statate, si
di piccole
il
disonest,
visto
ma
il
che
consuo
licenziamento.
Dall'arido verbale di seduta, dai conti
fatti
dal
Ragioniere
il
Malgrado
la
Akmett abbandona
induce
al
la
21
dietro
lazzi
e sotto
la
maschera del
del
pi tormentati
poeta.
La
Akmett comincino
sua salute
declina.
Le
anni
gli
della
fitte
pografica.
vero
significato,
degari,
non mai
Andeghe
pedante,
uno
della
via,
lasci
"
andeghe
'
il
suo
An-
esistilo.
un uomo antiquato,
forse
jierch
conservate.
Al
deghe
".
suoi consoci
Anzi
lo
22
meno
diventano
abitudini,
tutti
il
languire
1818 cessano
al ras-
animi.
gli
frequenti. Si inizia
della
conti
il
delle
"cibarie".
balli
danza.
Il
Corriere delle
Questo parziale
ritorno alle
manierismo della
al
vita
andeghesmo ".
E dobbiamo a questo suo sentimento il " Casn di Andeghe ",
Se a taluni la satira pare un po' vibrata, ci dovuto a uno speciale stato d'animo e di salute del poeta, che da una parte l'avr
l'"
bligavano a esagerare
le
la
neces-
saria efficacia.
una
che
il
Porta fa dei
soci,
che spuzzen de
vesc'ios,
de
nisciorn,
quatter gali che no spetta i settant'ann " che si bistics'insolentiscono, che fanno baccano da svegliare Elia e
Enoch, che russano d'estate sulle poltrone, che assediano il fuoco
d'inverno, che discutono di politica, che sputano, tossiscono, si
accapigliano, parteggiano per tedeschi o per francesi, sono veri
capolavori di verit e di evidenza. Tutti quei tipi sono ancora
oggi vivi e parlanti, tantoch nell'analogo svolgersi della vita sociale, ritornano talora al pensiero i mirabili versi della satira.
quei
"
ciano,
23
a festeggiare
la
dove
allora
risiedeva
la
Societ, ci offre
come sono
accennati nella
satira.
" do slam mohiliaa a la carlona, la scala orba, ona lobbia,
I
on cortin " corrispondono appuntino ai locali enumerati e descritti
nell'investitura. Gli ultimi due versi poi provano all'evidenza la
Ma
De
trovi ci da
Accademia
d'istruzione
".
"
Andeghe
".
Palazzo spinola
Milano. A.
BRU-
24
edizioni
gazione.
Le primitive edizioni curavano, ed era naturale, la pubblicazione delle poesie maggiori, e delle pi note. Le poesie minori,
dedicate ad amici, improvvisate, scritte per spasso, forse rilasciate
senza tenerne copia, probabile che fossero rimaste per qualche
tempo ignorate o trascurate. Solo pi tardi, riorganizzandosi le
pubblicazioni portiane, e crescendo la fama del poeta, si sar
pensato di rintracciare e raccogliere anche queste, facendone ricerche presso i possessori. Erano le piccole gemme, che completavano la grande collana.
Cos deve essere avvenuto del " Casin di andeghe " che
era dedicata a un amico, che si rivolgeva al poeta per esser proposto socio. Cosi deve essere avvenuto della prima " stoccada de
Akmett " del primo gennaio 1814, ^ Sdori, che scusen se el pover
Akmett " che non figura negH autografi poriiani, e nelle prime
edizioni, e che quindi il Salvioni avrebbe dovuto a rigore togliere
al Porta, ci che nessun ipercritico avrebbe osato fare.
Il dubbio sull'autenticit di alcune poesie citate dal Salvioni,
sorge per lui dalla fiacchezza del componimento. Il " Casin di andeghe " non pu per questo tradire una dubbia paternit, essendo
anzi una delle satire pi vibrate e salaci.
Del resto, ammettendo per un istante l'inammissibile ipotesi
che non sia il Porta l'autore del " Casin di andeghe " saremmo
curiosi di scorrere l'elenco dei soci del "nost Casin" del 1818,
per trovarvi un poeta capace di scrivere un simile capolavoro,
all'infuori del Grossi, del Corio e del Bernardoni, che non erano
soci.
25
indiretta
ma
leggendo i diarii che Stendhal scrisse nel suo lungo soggiorno a Milano, dove lo richiamavano ragioni sentimentali. Stendh.al comincia il suo diario milanese nel 1816. Tutti i forestieri
residenti o di passaggio a Milano, ambivano di visitare le sale del
Giardino. Si dovettero stabilire norme speciali per regolarne l'ammissione. Il poeta francese, di natura insinuante e sentimentale,
non poteva mancare di penetrare nell'ambiente di moda, e si recava per la prima volta ad ammirare il salone da ballo (la sala
Arganini, che precedette l'attuale sala d'oro) corromp>endo il portiere, pi che colla mancia, colle sue buone maniere di francese,
e parlando un milanais serre (sic). Vi fu introdotto a mezzo di
una madame Marini, che egli cita poi fra le bellezze femminili
curiosa,
milanesi.
Nei suoi diarii dedica delle intere pagine alla Societ del
Giardino, descrivendone con entusiasmo lo splendore delle sale,
e la magnificenza delle feste. S'indugia spesso a elogiare le signore
" sorprendenti " e tra le dodici proclamate le pi belle (la Litta.
la Mainoni, la Ruga, la Ghirlanda, ecc.) colpito dalla grizia e
dallo spirito " la Narbonne " della signora 'Bibin Catena. Cita
tuiti gli
intrighi amorosi veri o supposti che si svolgono durante
le feste, coll'esattezza di una persona di casa. Fa i nomi delle
varie personalit che ha occasione d'incontrarvi (Romagnosi. Tommaso Grossi, Vincenzo Monti, lo scenografo Perego e altri). Sper
d'incontrarvi Alessandro Manzoni, che
Ma
Certamente
26
palazzo, con grande gioia dei bottegai di via S. Paolo, tutti, secondo lui, artisti nell'anima, mentre a Parigi infuria la mania di
modernizzare l'antico.
Questi " ricchi negozianti " che sapevano circondarsi di tante
cose belle, rammentano a Stendhal i munifici e fastosi negozianti
olandesi del
E
alla
vefro
sopratutto
delle
milanesi.
Qyando
si
nei suoi
ad
diarii.
in questo, incensato
in
alcuni
suoi versi,
uno dopo
Ma
27 -
aveva creato quella rassegnata apatia degli animi, che era torpore
delle coscienze. Nel vario succedersi di oppressori, crudele ironia,
pareva gi benigna sorte la speranza che la dominazione dell'ultimo fosse la meno peggiore. Qyesto triste stato di letargo, in cui
si
era adagiato
il
modi con-
ma
forma
dialettale,
largamente.
Le apparenze potrebbero
studio del nostro archivio
giustificare
non avesse
questo
appunto, se
rivelalo circostanze
che
lo
sfa-
Conciliatore.
Questo giornale
intenti letterari,
aveva
lo
chiudere
le porte.
Ma
28
del Giardino, lasciamolo giudicare ancora da quel fine e minuzioso osservatore che fu Stendhal, e che poteva esser buon giudice, essendo stato per alcun
tempo nostro
famigliare.
Ma
patriottismo.
1813.
Il
zione milanese.
come
tale
non
29
mezzi, di mettersi a capo di iniziative benefiche, patriottiche, artistiche, che la cittadinanza accolse sempre con benevolenza e
simpatia.
Ben a
ragione quindi
la
fiera
dei suoi
colla
pubblica-
doveroso omagBisogna confesche mai popolari, divulgate, lette, studiate, commentate, ripetute, passate a memoria, come la forma d'espressione pi spontanea dell'animo e
:
le classi, si pu invece affermare che la sua fama, lungo tutto un secolo, non fu circondata
da quel culto, quasi direi esteriore, che meritava il suo grande
PIETRO MADINI.
ebbe un insigne
della
G. D.
XVII, che
che nel
avevano fatto sorgere
qua e l edifici monumentali, alterate le linee armoniche e severe
di quasi tutte le antiche chiese lombarde per ridurle con una stucchevole uniformit allo stile allora prediletto, ma non avevan
mutato l'aspetto generale della citt la quale all'aprirsi del secolo XIX non si presentava nel suo complesso diversa da quella
che era stata nei due secoli precedenti. Densa di fabbricati e
intersecata da una miriade di strade strette e tortuose entro l'antica cerchia medioevale dei navigli, respirava a pieni polmoni l'aria
secolo
XVIII
interprete in
Richini, e quella
libera tra questa cerchia e l'ampio anello dei bastioni: sei borghi,
in
deserti,
ma
XVIII
si
pur
la
si
31
sul bastione di
I punti pi pittoreschi, come quello
porta Tosa d'onde vedovasi la bella cupola di S. Maria della
Passione, eran ritrovo d'artisti nostrani e stranieri, e li Iroviam riprodotti in incisioni del tempo uscite p>erBno da officine ingled.
e campanili.
Milano era
pittoresca
anche
all'interno, in
particolar
modo
lungo il naviglio fiancheggiato in gran parte del suo percorso da vecchie case con lunghe, fiorite balconate di legno, da tettoie, da magaZ'
zini di legname e di pietre. Una bella litografia dell'Elena ci ha
conservato il ricordo del ponte di S. Vittore, un agglomeramento
di vecchie casupole di diversa altezza si che il tetto dell'una si
appoggia alla fronte dell'altra, tutte raggruppate intomo alla torre
dell'antica pusterla di S.
presenta
il
Facciamo un
Duomo. Non
32
piazza " la gran c del Romanin " cio la baracca dei burattini
intorno alla quale si affollavano cittadini grandi e piccoli.
vi
sostava da secoli nelle ore opportune: si racconta che Lodovico
Antonio Muratori, uscito dalla biblioteca Ambrosiana dopo lunghe
ore d'intenso studio, si soffermasse ogni sera in piazza del Duomo
ad ascoltare i lazzi di Pulcinella e d'Arlecchino, l'unico svago
forse che quel grand'uomo si concedesse. Il Duomo, tanto pi
imponente dacch lo si poteva osservare da una piazza non molto
ampia, non protendeva ancora verso il cielo la selva delle sue
mezzo in su
mattoni: solo nel 1812, come tutti
poleone, quel compimento che per
Dietro al fabbricato dei Figini,
guglie minori, e dal
del
Duomo,
correva
secoli
in
un portone a sghembo
sevizie contro un pover'uomo nominato Panegozio del libraio Dumoulard, e, poco pi gi, di
fronte agli scalini del Duomo soppressi nel 1818, la celebre tipo-
il
--
33
il
negozio di Rosa Delfini modista di S. M. la
Regina. Dalla via delle Mosche, a sinistra, si andava agli Orefici
per la viuzza dell'Aquila dov'era il rinomato albergo omonimo,
ma era anche.... quella tal casa che andava a cercare il " collaron
del domm " della Alessa nauva dopo aver salutato la sura Pepp>a
"
la tentazione gli era venuta proprio " tra i Borsinee e el Rebecchin.
Dai Borsinari dipartivansi due anguste, oscure e tortuose strade,
S. Salvatore e i Due muri per le quali, attraverso l'area oggi occupata dalla Galleria Vittorio Emanuele e dai fabbricati adiacenti,
si andava a finire in S. Margherita.
grafia Silvestri, e
Andando
un gruppo
Duomo
si
una
vedeva
bella lito-
drale e
alla chiesetta
dell'Annunziata,
poi
Accanto
nuovo pa-
fastigi.
ricostruita entro
il
della
orologio.
XV
a
le
le
tosane
voglie malsane,
scriveva Betlin da Trezzo nel suo poemetto sulla peste del 1445.
Soppressa come chiesa nel 1808. fu dopo pochi anni demolita
per far posto al fabbricato ora esistente. Poco pi avanti si pre-
dava a
34
35
7%
36
XIX
Chi
menti che
La
Monte
che
tanti
mutuo insegnamento patrocinate da Federigo Gonfalonieri. Al monumentale palazzo Cusani, ora del
Comando
37
tica chiesetta,
quindi
la
ntole
rivestita di belle
XVI
dal fa-
un
Maria
XIV,
marmo bianche
gioiello d'arte
figuratevi,
una facciata a
liste
di
morte di
38
si
coll'obbligo di
palazzo della
il
La
perch
fino al
796
Ambrogio benedice
un marmoreo
v'era stato
Filippo II, ma i nostri giacobini lo avevan fatto rotolare e mandatolo in pezzi. Il santo patrono milanese vi fu collocato dopo
la morte del Porta. La piazza dei Mercanti per pi secoli dimora
dei tribunali era sacra al Diritto: si capisce come al tempo del
39
Ambrogio si addensavano
frammezzate da muricciuoli. da orti dai quali
sormontava qualche pesco e qualche fico, dimore e delizie dei
Ai
allora catapecchie
venerandi canonici.
nemente
in
vespri.
Era
la
facchini
milanesi
40
il
Qui al Carrobbio, dopo aver dato un'occhiata al contorno pittoresco di vecchie case e alla torre dei malsani sull'angolo di
S. Sisto, cos chiamata per esservi stato vicino un ospitai dei cronici, e all'insegna dei tre scanni pendente sulla porta dell'antica
osteria,
le
colonne fino
al-
si
"
"
ronda di crovatt
nel
dopo
di
care
il
1) Questo,
il
delle
Piop-
piette al bastione,
prediletto di lavandaie.
41
demo-
dagli
"
indotti
modo
il
danno
della distruzione,
si
applic la
facciata
dove
primitiva
fu sejxjlto Ber-
nab
soppressione della chiesa (1808) e la sua destinazione a maGoverno ceduta al celebre dottor Pietro
Moscati, possessore d'un cospicuo gabinetto di fisica, che vi install un osservatorio astronomico.
la
al
porta
porta
rilievi
rappresentanti
il
42
in patria
torretta
",
cio
dopo
la di-
fortilizio
il
e al di l del ponte medesimo, lungo il corso, pasmonastero colla bella chiesa Richiniana di S, Lazzaro, conduceva " la capa de tucc i bolgironn " al vantato albergo della
Commenda dove intorno al fumante risotto furon combinate le
fatale Tetton,
sato
il
jssime
fatali
nozze.
II.
Come vivevano i centotrentamila abitanti che popolavan Milano al tempo di Carlo Porta? intendo di vita materiale, che, a
voler parlare di quella intellettuale, politica, economica, ci vorrebbe
altro che queste poche e frettolose pagine.
Durante il periodo napoleonico Milano ebbe senza dubbio un
grande sviluppo
edilizio:
patrizi,
vecchi ricchi, e
nuovi,
pe-
si
appassionati e
fieri
come
generali
in
procinto di dar battaglia.
Stendhal ricorda
edilizia
vano appena
finito
Tra
43
gli
altri
di spender
somme
folli
da
ballo pi bella
che
la
Stendhal
(Rome, Napla
I)
e leg.)
Knvendo
nel
volume
a Milano, Milano,
Bertarelli,
//
1919,
44
La
el
bon
so
soa gesa
dalla
le scale
gh'han
livell,
monache
la pension....
El so comed e
Abbondavan
dell'agiatezza delle ex
el
pozz denter de
l'uss.
di legno; ricordiamo
scal
Come
do stanz mobiliaa a
la
carlona
La
cura della igiene pubblica stentava ad imporsi, se pur quals'era fatto dai tempi del Parini: ricordiamo:
che progresso
Al
L
il
di sali malvagi
Ammorba
Quivi
Da
l'aria
lari
lenta....
plebei
le spregiate crete
D'umor
Versan
fracidi e rei
fonti indiscrete....
Per
le
De
gii
Empion
frequenti vie.
aliti
corrotti
l'estivo die....
alle
45
per lo pi in forma di maschere, come auello del palazzo Brentani sulla corsia del Giardino, sui quali sboccando l'acqua delle
scuderie a terreno, mista a crusca e a diverse porcherie, veniva
ribattuta contro il muro, mentre un fetido odor di letame usciva
da quelle aperture.
prendere quelle abitudini di
che noi giudichiamo indispensabili. La libera stampa dopo
invasione francese deplorava non lievi inconvenienti, l'uso, per
esempio, di tener buche di letame ne* cortili e nei sotterranei, e
quello specialmente di spander acqua dovunque senza riguardo:
* Milano
inondata d orina " scriveva il Qiornale senza titolo
del 21 luglio 1798; non si poteva fermarsi davanti ai negozi senza
essere appestati dal fetore, i dintorni dei caff ne erano allagati.
Lo stesso Porta ingenuamente confessa questo malanno nel Fraa
Diodatt:
I
Pulizia
Ve
sii
falli
mai imbattuu
l'ius
dopo
in
quai oitar
Ma
alla politica
".
foggiare
ferri
46
che
permettono di spingere
si
cavalli oltre
il
piccolo trotto e di
e passan
oltre,
quindi conclude:
Fiaccarista e vicciuritt
Che vee
foeura
de manera
Ecco
spiegato
il
mistero:
gli
umili conduttori
di
vetture
private
Da
il
modo
avevano cominciato
funzione pubblica; ai
erano, verso il 1813, assestazioni: piazza del Tagliamento (Fontana),
esercitare
gnate in
citt
nove
due
la
loro
cavalli,
di S. Dalmazio e di S. Giovanni
Ponte Vetro, Nirone di S. Francesco (o " Liron ", come
S. Babila,
piazze
in
lo
Conca,
chiama
47
Marchionn), via Cusani. Corso di porta Nuova e Vctra. Il popolo li chiamava la fiacca e se ne serviva nelle grandi occasioni'
il
giorno delle nozze di Marchionn:
tutt
La Tetton
per
Gi^
fiacca
Ona
la
fin
fiacca
la
era proni
strada
campagna e de
tutt
pont.
rilluminazione
784, in seguito
che
al
quale
il
Comune
si
dell' '87
si
sul
principio
Le
quii prepotentoni
de francea
48
a chi spetta che la presente carrozza stata arrestata e derubata ", ecc., ecc. Ancora nel 1816 Stendhal osservava che ladri
e grassatori si incontravano a un tiro di fucile dalle mura, e i
fucili d'allora non tiravan lontano. Nei primi anni della restaurazione la delinquenza aument come sempre avviene dopo un periodo di guerre e di rivolgimenti civili, rimanendo 'un'agitazione
nelle infime classi le quali si sfogano con violenza e disordine
prima di adattarsi al nuovo assetto: Io sappiam noi per recente
esperienza.
della
pubblica quiete
certo
modo
si
servizio
riabilit
ma cosi non : la
un centinaio che mand
ne fece una
retata d'oltre
Teppa
La vita nella nostra Milano era facile e gaia non solo durante
periodo napoleonico, ma anche dopo la restaurazione per chi
non avesse velleit politiche. Poco denaro bastava. Gli alloggi
vero, eran cari:
il
Cont
diceva Akmett,
il
Come
Ci era dovuto
ficc
se fa a tas senza
la
sua stoccata,
dane?
proprie-
a un reficci,
il quale angariava a sua posta gli inquilini. Giovannin Bongee, colpito dal rumore del soldato che scende le scale di casa sua, crede
sulle* prime d'aver vicino l'ombra del
tari,
condam
Ch'el compariss
De
e Akmett
quii
pocc ch'el
de c
a fa penitenza
reficci
insci
11
s' lolt
su la coscienza;
come ona
rana.
49
Ma
ai
1816
fu l'anno della
rate subirono
selvaggina e lepre, sette di pasticci, trentasette entremets di verdura, frutta, uova e tartufi, ventidue di pasticceria, tredici arrosti,
I
prezzi vanno da un minimo di cinque a
un massimo di dieci soldi per le minestre; i piatti di cucina in
genere da dieci a quindici: pochi tra i quindici e la lira, e son
piatii delicati come laccetti fritti, anitra con funghi, carciofi alla
Prigaut, bodino con sabaione, a diciassette soldi; dalla lira in su:
caccine
al
salamino.
1,15;
trififole
cappone
chio;
lire
I,
Borgogna
8.
dopo il 1812, in causa specialmente delle speculazioni determinate dai grandi apparecchi i^r la campagna di Russia, co-
italico;
50
minciarono a salire e il rialzo si acceler nel 1816-17: allora il frumento, disceso nel 1809 a 18 lire il quintale da 51 che era
anno carissimo, risali a 48, il pane da 25 centesimi al
80
nel
chilo a 61, il vino da 25 lire all'ettolitro a 47; la carne bovina
per altro oscill assai meno: da 86 centesimi al chilo nel 1801
non raggiunse che gli 89 nel 1816.
1
1 ,
Affluivano a Milano i forestieri non solo per ragioni di commercio ma anche perch ci si stava bene e c'era da divertirsi.
Ci che aumenta la ricchezza dei milanesi, scriveva Stendhal
nel 1818, l'incredibile assurdit delle leggi che si succedono
Milano
in Piemonte
tutti i ricchi vengono a respirare a Milano
:
e alla volutt.
Grande era naturalmente la frequenza di stranieri durante il
periodo napoleonico: un ottimo servizio diretto di diligenze era
stabilito fra Parigi e Milano: dieci giorni di viaggio per Ginevra
e il Sempione, per 1 70 lire. Era organizzato un buon servizio di
diligenze da Milano per Venezia ed Udine, lire 50 e 70, per Parigi-Calais-Londra, lire 281, per Marsiglia e Tolosa, lire 150 e
195, per Strasburgo-Lilla-Bruxelles, lire 166, 213, 236, Fin dal
secolo XVllI funzionava il corriere di Lindau per la Germania,
Nella contrada del Monte Napoleone, in casa Melzi, al numero
1299, era l'ufficio centrale delle diligenze. Le comunicazioni colla
Lombardia erano facilitate anche da servizi giornalieri di barche,
tirate da cavalli, lungo i canali, trasportanti persone e merci, per
Turbigo, Buffalora, Abbiategrasso lungo il Naviglio grande, per
Concesa, Vaprio, Gorgonzola, Cassano lungo quello della Martesana, per Pavia lungo il nuovo Naviglio.
Molti ed ottimi gli alberghi, numerosissime le osterie, come
allora si chiamavano nelle Guide gli alberghi di second'ordine, e
le trattorie. Nell'albergo della Citt (Ville), sulla Corsia dei Servi
al n. 607, rimesso a nuovo nel 1817, ogni camera aveva la sua
retrocamera e doppia uscita ad ogni " stanza da padroni " ne era
annessa una pel servitore ed una per la cameriera, nonch un
camerino con due condotti d'acqua " a tromba " all'uso inglese.
V'era servizio di carrozze di citt e grande scuderia, bagni " naturali, artificiali e medicati ", " officina da parrucchiere, da barbiere
e da fabbro ", dispensa di liquori e di caff. L'edificio fu poi
riformato nel 1848 dall'architetto Rovaglia che lo ridusse allo stato
infatti
arti
principali:
Romana
51
Angioli, Cappello,
Commenda
4591, frequentato nelle sere d'estate anche dalla societ elegante (Marchionn volle trattar la Tetton
proprio come una signora). Corona a S. Raffaele, Croce di Malta
sul corso di porta
al
n.
il
S.
Michele che
esiste tuttora, la
Torre
Fenice sotto
di
Londra
in via
Ro-
fra le trattorie la
Ma
il
Numerosi
caff: gi ne abbiamo ricordati alcuni: il pi rinomalo era quello dei Servi sull'angolo tra la corsia e la via Pasquirolo: vi si serviva un caff- paner che ha avuto l'onore di
essere immortalato in una delle migliori opere di Stendhal. Verso
la mezzanotte, dopo il teatro, usavano recar\'isi
signori eleganti
a prendere il gelato: vi convenivano anche artisti a recitar gustose
i
52
egli
sonetto
El
di
d'incceu
la
Qualche cosa
pori de mar;
^
Diana.
I)
Di questo
el
l'
minga don
trattarsi della
Prineide di T. Grossi,
53
tale
che anzi se
dov'era possibile
stretti
circoli di
le
abitudini d'avanti
il
1796 chiudendosi
in
ri-
o men disinteressate
di beneficenza
delle
dame
del biscottino
come
le
54
XVII
Nel secolo
al Castello, poi
mano per una mezz'ora (secondo l'uso antico che tanto stup madame de Boccage nel 763) son quattro file di vetture ferme ai
1
mezzo due altre file concammino. II tutto regolato da dodici ussari austriaci.
La sosta una specie di rivista: le carrozze delle signore giovani
son contornate da giovinotti eleganti le signore attempate fanno
una curiosa conversazione coi servitori che stanno alla portiera
pronti ad aprirla quand'esse voglian fare qualche passo a piedi,
il che awien di rado. La domenica tutto il popolo accorre a veder
la sfilata de* suoi nobili ed fiero dell'immenso numero di carrozze che vi prendon parte. Dopo il corso, d'estate, uso fermarsi al caff dei Servi a prendere il gelato poi, dopo una brevissima sosta in casa, si va alla Scala. Ai giardini, continua Stendhal nelle sue note del 1816, ottanta musicanti d'un reggimento
tedesco suonano in modo perfetto i pi bei pezzi di Mozart e
d'" un giovane chiamato Rossini ".
due
lati
tinuano
il
55
lesse
il
suo panegi'
palazzo ducale a pi di
popolare
ai
giardini pubblici
Re
Roma
di
compiuta
la
la
facciata del
Duomo
guizz un'imponente composizione di fuochi artificiali rappresentante lo zodiaco e l'Olimpo. Nel carnevale del 1812, alla vigilia
della partenza per la Russia, uno dei corsi pi ricchi che fossero
mai
stati
fatti
genuflettersi.
All'inizio del
del secolo
versi in
tutti
sul
pressi:
il
56
la chiesa delle monache di S. Lazzaro a porta Ro(1805), quello dei Filodrammatici nella chiesa dei SS. Cosma
e Damiano, quelli di S. Radegonda e del Lentasio, che trasformarono i monasteri omonimi, e il Re installato fin dal 1 797 nella
chiesa di S, Salvatore, in contrada dei Due muri, poi dal Canonica ricostrutto nella contrada adiacente di S. Salvatore. In tutti
si davano spettacoli drammatici, lirici e coreografici: al Re si faceva applaudire nel 1 5 e dopo la compagnia di Elisabetta Mar-
dov'era
mana
'
Teatro
le pi accese, dei
ostante
questo
il
il
passato,
nome;
e,
anche
pi delle volte
il
governo
preso dopo
il
pericolo di prendersi qualche bestiolina parassita per ascoltarvi un'eccellente esecuzione del Melomane italiano di Mayer. Il Carcano
gareggiava con la Scala e vi sfilavano le prime celebrit dell'arte
lirica. La Canobbiana era specialmente frequentata da compagnie
drammatiche francesi che, durante il periodo napoleonico, eran fra
noi quasi in permanenza.
Grande era fra la giovent la passione per l'arte drammatica
e molte chiese soppresse erano invase da teatri e teatrini di dilettanti. In alcuni sonetti di Carlo Porta riflessa questa passione
col seguito di gelosie e di litigi che ingenerava tra le diverse
compagnie. Il pi reputato, dopo il teatro dei Filodrammatici, era
quello nell'osteria del Gamberino in contrada di S. Pietro all'orto,
che il celebre attore Giuseppe Moncalvo fece costrurre dall'architetto Pestagalli per l'Accademia degli intraprendenti, i filogamberi del Porta, sempre in lotta d'egemonia con quella dei filoJustoni:
L piantela
me car filo-fuston
Con quij voster sonitt de Orazi fiacch....
i
Aree
drizz e
de
lungh...
57
acenJenU
Il
in
installati nella
quella di S.
Romano
adoma
Pompeo
Marchesi, fu
demolito nel 1863 quando venne allargata la piazza e ricostrutto
nell'interno della casa dove tuttora esiste e continua le vecchie
l'architetto l'azzini,
di
statue
di
tradizioni.
La
bighe
costruzione
alla
dell'Arena (1807)
romana e
le
finte
mise
in
voga
le
corse di
fine
La
vita
mondana
Milano ebbe
si
1778 uno dei pi belli e vasti teatri d'Europa, ma le abitudini del pubblico ambrosiano non erano, e per
qualche tempo non furono, adeguate alla dignit del nuovo tempio
dell'arte- Esse avevan sorpreso quasi tutti i viaggiatori stranieri
venuti a Milano nel secolo XVIII: "la platea pazza od ubbriaca", scriveva il De Brosses, "o l'uno e l'altro insieme; nemmeno sul mercato si fa altrettanto rumore: non basta che ciascuno
vi faccia conversazione gridando a perdifiato e saluti con urli i
cantanti quando si presentano o mentre cantano, no, i signori della
platea esprimono la loro ammirazione col battere lunghi bastoni
sui
nel
gli
spettatori
del loggione
lanciano
o
Talora fra nembi di sonetti si lanciavano al volo
stormi di piccioni che finivan poi sullo spiedo degli artisti.
milioni di fogli stampati contenenti sonetti in lode del virtuoso
della virtuosa
".
58
Non
il
il teatro massimo continuava ad essere consideche un tempio sacro all'arte, la sala, l'alloggio serale della
citt. " Non c' societ che in teatro, non c' una casa aperta ",
diceva Stendhal, esagerando un pochino. " Ci vedremo alla Scala "
dignit. Tuttavia
rato pi
Le
Morgan,
vestite
con
toilettes
da
far
madame
vertire
che
il
59
da un pezzo: e
da
allora la lieta
che sapeva
qualche palco dove l'entrare poteva esser ritenuto un alto onore; quello per esempio
del marchese Lodovico di Breme. Stendhal, ammiratore del giovane intelligentissimo capo dei romantici, figlio di uuel Breme che
" aveva duecento mila franchi di rendita ", vi andava quasi ogni
sera a portarvi novelle di Francia, e vi trovava Vincenzo Monti,
i
principali scrittori del Conciliatore, Silvio Pellico, Borsieri, Ermes Visconti, Berchet, e, ospite ammirato. Lord Byron.
Con tali ritrovi facevano il pi vivo contrasto i crocchi del
Joyer, quaitier generale degli sciocchi, dove si fabbricava l'opinione pubblica sugli artisti e sulle signore. Lo sconcio dei giuochi
d'azzardo autorizzato nel periodo francese, che rendeva scicentomila franchi all'impresa, cess col nuovo regime.
Non ostanti i suoi difetti il teatro della Scala e per la maest
dell'ambiente, e per l'elegemza e la distinzione del pubblico, e
p>er
la magnificenza
di molti spettacoli formava un insieme da
entusiasmare quanti stranieri venissero a Milano. " Ce thatre ",
dichiarava Stendhal nel 1811, 'a eu une grande influence sur
mon caractre ", e nel '16: "la bellezza del teatro e dello spet"
tacolo supera ogni immaginazione, il primo teatro del mondo!
brigata passava
Battistino,
il
Ma
v* era
Tutto
egli vi
ammirava persin
di Francia le
60
al
famoso impresario.
sette
Ha mille
ed amica.
^
Quand per vede I' Prometti trii mes fa
El correva a la Scara tutt Milan,
E vegneven gi a tropp de l e de sci
I forestee de tante mia lontan,
gli altri
il
consiglio di approfittarne:
Affatto disinteressata
un gran merito.
per
il
che, sembra,
altro,
e di questo
non trascur
Stendhal
le
di fare.
faceva
61
rispose
"
mancavan
degli
la
artisti:
alla seriet
si
62
quando
si
lo ritengono
disprezzino,
come
fa,
le
seconde
ai loro rivali.
parti,
non
giacch, lasciate a
persone prive d'ogni senso d'arte, esse finiscono per guastar tutto.
Non manc al Londonio il coraggio di censurare anche i balli,
e ce ne voleva davvero del coraggio. Ei giudicava quelle azioni
confuse ed oscure; deplorava il continuo ripetersi delle stesse
idee trite e ritrite, le incongruenze dei ballabili privi d'ogni legame coll'azione: per lui il ballabile doveva essere escluso dalla
pantomima e svolgersi indipendente. Potevan le scene di Perego,
di Landriani, di Funtes, di Sanquirico, veri pittori, come li chiamava Stendhal, sembrare agli stranieri tali da non aver pari in
nessun teatro d'Europa, ma non piacevano al Londonio che vi
avrebbe voluto una maggior coerenza e un pi illuminato e coscienzioso rispetto della realt storica.
Il
non
arti
concludeva
decadenza del nostro teatro finch il Gospeculazione privata, non ne affidasse l'alta
potersi arrestare la
verno, escludendo la
direzione ad un nucleo di persone disinteressate e competenti.
^
Il
talmente
la societ
milanese
63
goga
madama
congregavano
p>er croci-
era
la
pitonessa
',
politica 2),
suoi ospiti: in
:
1)
riodo napoleonico,
2)
Foscolo
Ugo
1850.
Foscolo a Giuseppe
1916.
Ga-
64
che
la bella ospite
quali
rapiva
gli
figlia
della
"
sura
quel tuttcoss
dove
si
cognoss....
Commedia;
quello
della
signora Foscarini
dove
migliori artisti
convenivano a cantar Paisiello e Cimarosa, accompagnati al pianoforte da Pacini; quello dei fratelli Balzar etti dove si eseguivano
complesse azioni musicali come sarebbe l'oratorio di Rossini Ciro
in Babilonia (1815).
Chi avesse voluto stordirsi nel clamoroso fasto del gran mondo
poteva recarsi a Cernobbio, alla villa d'Ester l, tra il 1815 e
il
1820, una donna straordinaria. Carolina di Brunswik, Principessa di Galles, teneva corte bandita: ce n'era per tutti i gusti,
musica, declamazione, danza e conversazioni elette quand'eran
presenti uomini come Alessandro Volta, il General Pino, il Configliacchi, il celebre avvocato
Marocco, Giuseppe Bossi e altri
insigni; se no, storielle allegre sulla padrona di casa, sposa ripudiata del futuro Re d'Inghilterra, e sulle sue tenerezze " dgoutantes " come le chiamava Stendhal, per Bartolomeo Pergami, ex
servitore del General Pino, da lei innalzato alla dignit di barone
e di ciambellano.
65
Di questa Milano
la
e,
per cosi
dire,
li
sa prendere
con
amabili difetti
e un fermento di
di provincia,
filosofia,
e intellettuale da far invidia alle prime capitali d'Europa; Volta. Oriani, Scarpa, Appiani, Bossi, Gagnola, Canonica,
Paletta, Moscati, Porati, Rasori, Romagnosi, Gioia, Paradisi,
Monti, Porla, Grossi, Bellotli, son nomi che dicon qualche cosa,
vita attiva
mondana e
ETTORE VERGA.
JIpTilt
1921.
PREFAZIONE
alla
XII
voi.
Milano, Pirotta,
CHERUBINI
JI LETTORI,
Pi
e pi volte
abbiamo udito
nostri concittadini
linguaggio milanese
le
desi-
amenissime poesie
la cagione,
Un
non fu mai
Dalla
mezzo
se
non
a voi senza
abbiamo noi
ottenuto,
tutte la
pili
le
ai pi fra di voi,
simi giudizi,
di questa Collezione.
vostri
ripetere
mede-
il
primato fra
gli
</e//' Inferno
di Dante,
annali
intrapresa
68
altrettanto
letterari d'Italia,
non pi che
il
primo Canto
').
convincervi,
dato
ci
l'Autore, qual
certi,
molto
di
baster
per
voi
intiero
il
desiderio
di
vedere
1) Nella edizione
curata da
Tommaso
dell' /n/erno
e VII,
Grossi,
comparvero
delle poesie di
Carlo Porta,
II, III,
contrasegnando
le
%M
al
titolo dei
DELLA VERSIONE
DELL'INFERNO
IN
DI
DANTE
DIALETTO MILANESE.
(1805).
CANTO PRIMO
Nel mezzo
Mi
del
ritrovai per
Che
cammin
di nostra vita
Ma
Ma
Guardai
in alto,
Che mena
dritto altrui
^W. -*. JK^%, ^"^ j^^jM^ *" ^MgK -" ^ ^*#k mW^ >*Wft, ^W, X^ P'*.
CANT
A
^y^fm.
PRIMI)
Che femm
Me
'1
Quanto
sia
al
spin,
sass,
barilott di
scacc,
ingarbij,
stri).
de
rid;
Ma
Ma
Che
la
11
La
pie
Ed
Una
non mi
si
Anzi impediva
Ch'
i'
il
mio cammino,
Tempo
E7
sol
volto.
montava
lui,
'n
la dolce stagione:
73
el
de
toei
su
strocc ^),
Te'
De
Che
De
eoo a pee
oggiatter ross
la
me
come
barlicch 7)
squadra, de manera
Ma
Ch'el so
Tal
el
vegneva
in
su
con tucc
de
la
quij
steli
divina
Bontaa,
el
E trattandes
On pistolott
(Hoo
Se la
de mattina,
Ma
non
La
vista
74
mi
desse
Con
Tal mi fece
Che venendomi
Mi
ripingeva l dove
sol tace.
diserto,
uomo
certo.
75
Vun
de
Com'i
quij
inscambi de pati
lion che,
Patissen
la
Bona noce
mangina
tutt
d:
Vens
Che l'ha
sur coraggi
Tal qual
On
Quand
sospira,
piang e se inmiagona
va incontra
fagh pient
li
el frut
la
comaa Ranzona
de tucc
struzi;
a on bott,
denanz che l'andass a fa i fatt sceu,
Fermet, ghe disi, siet m on' ombra o on omm,
Juttem, che te fee on tratt de galantomm.
Ma
Non
Risposemi:
Ed
uom, uomo gi
fui,
Mantovani per
Nacqui sub
76
patria amendui.
Julio,
tardi,
vissi
Al
Poeta
fui,
Ma
tu,
Or
Troja,
fu combusto.
Perch non
Ch'
Ilion
sali il dilettoso
monte
Che spande
Oh
Che m'ha
fatto cercar
il
grand' amore
tuo volume.
77
tutt
duu
e parentella:
Giuli ai mee d el s' francaa in man i cazzuu:
Soli a August galanlomm, vera ponzella '6),
Hoo vivuu a Roma al temp di dia '7) infamm...
....Se no
te
me
stnt,
fee el
vita
nom,
te
see on saiamm.
Che
disi
el
rispettos:
scritt!
Ti
te set staa
le
78
Se
mi
vide,
Che
Non
Ma
tanto lo impedisce,
Ed
sua
via.
che l'uccide:
malvagia e ria.
la bramosa voglia,
pili
ha natura
dopo
pasto ha
fame
che pria.
Feltro.
Di
Per
ferute.
villa.
79
Quand Vergili
Gh' on'oltra
scappa de
straa
de schiva
la
battosta,
sit
La gh'ha
l.
De
Magara
insci
Ambrosian
sto
Che
Su
Ch'ha
fa
80
Ond'io per
Che
mi
tu
lo
ed
segui,
trarrotti di qui
Ove
io
Anima
tutte parti
O felice
Ed
colui cu'
io
lui:
ivi
elegge!
Poeta,
i' ti
richieggio
tu
mi meni
l dov'or dicesti.
Allor
si
mosse, ed
io
li
tenni dietro.
81
Ma
fa
poei
t'en
Che gh'han
Che
De
el
comanda a
Che
mond
Come
l' insci,
la
glie disi,
Cristian
carta in
te
man.
scongiuri
82
NOTE.
1) Questa traduzione dal Porta fu dedicata all'amico
Giuseppe Bossi colla seguente strofa:
AL PITTOR
pittore
e letterato
BOSS.
a)
a)
t'
vegnuu, ecc.
frase
che equivale a
capo
>>.
ricco decaduto.
3) folon: paura.
4) rottoeuri: crepacuori; v.
toeuri e di
magon.
in
Frammento
"
AI
paes di rot-
"
Lament
5) locc: scherzi; v.
cap, di locc, el pader di
legrij.
del Marchionn, p.
ott
I,
3 "Seva....
El
"
6) strocc: busse.
7) barlicch: demonio; Berlicch (v.
8) zoUagh
a
zolla,
verbo
CASTI,
nel
Re
Teodoro).
alt. antiquato,
lui.
9) tavana: tavan
corbellare.
(s
fin.
del passato
remoto).... per
giunta.
li
ajbella
come
" l'
bella
"
egli
7) dia : dei
v.
bambini, coprendosi
gi un pezzo.
ai
ti
18) Plinio (lib. VII, cap. 30) riferce che 'il Divo Auguito non volle
abbruciaucro
carmi di Virgilio quantunque il poeta l' aveue comandalo
i
19) l
il
83
traa,
'
un bollore'
cio,
ti
d volta
cervello.
identifica
il
Can
gnote di Verona.
22)
in partendel:
23) de
el
qualche.
letteralmente
in pretenderlo,
cio in contendertelo.
25) tgazzotten
'
col
:
ho
buon pr
fallito
la
ti
il
tento di gaudio.
faccia.*
badia,
non tono
ttato
immatr-
CANTO SECONDO
loro;
ed
io sol
M'apparecchiava a sostener
S del cammino, e
Che
O
O
ritrarr
Qui
la mente,
Musa, o
mente,
si
che
uno
la guerra
della pietate.
alto 'ngegno,
scrivesti ci
or m'aiutate:
ch'io
vidi.
()
in grazia tova
de Boeu
Cinlem
di
ti
Tu
86
Corruttibile ancora,
Per
se l'avversario d'ogni
male
Non
ad uomo
pare indegno
d'intelletto.
La
Pur
quale, e
stabiliti
U' siede
il
7 quale
tu
vanto.
Intese cose,
Di
sua
vittoria,
E
E
Tal mi fec' io
in
tutto si tolte;
la 'mpresa
cotanto tosta.
Pcei seguiti:
Eneja
l'
Minga
Te
andaa gi
87
diset
che a
vestii
l'inferna
e colzaa
ne per stagh nanca in eterna >sont cert che se 'I gh' andaa
Minga ai so meret l'ha concess l'Eterna
Ma a qui) de la soa gran posteritaa:
Insci anch nun femm la cort a ona rabbiosa
Mamma veggia e insofribel per la tosa.
Mi
De
Che
in sogn,
el credi;
falt
ma
Eneja
sto
l'
Per destrug di
Ma che dal sapientissem e profond
Ingegn de quel! che sta de sora i tecc,
L' staa creaa per el so fm segond,
Idest perch de li nassa chi sappa
Fonda Roma e on bon regn de god el Pappa.
Per
Che
ten lontan
Cambien
tre
E distruggen tutt
Me sont cambiaa
Prevals
infin
tra
Quell de salva
ancam d'opinion;
panscia per
Bgn.
88
Da
Dirotti perch'
i'
cenni,
e quel,
che di
te
mi
ti
solve,
ch'io'ntesi
dolve.
J^
89
Me
Che
De
viltaa la
la
toei
ficc
el
De
cambia on
omm
in
Che
fann
Ma
ai
la
tomma:
passer cert
sta
brutta stria
De
sto loeugh,
NOTE.
1)
fa
RUBINI,
t'ccM
alla
V.
fa
paura, nel
leiuo
di
mettere
concitamenlo.
(v.
CHE-
icagg).
e....
pignoeu:
palmata
sul
dorso della
mano
battitura
sulle
riunite.
6)
ficcit
el veli: alzare la
gran vela.
indietro.
CANTO TERZO
Per me si va nella citt dolente:
Per me si va nell'eterno dolore:
Per me si va tre la perduta gente.
Giustizia mosse
Fecemi
7 mio
alto fattore:
la divina potestate.
La somma
sapienza, e
7 primo amore:
Se non
voi,
che
'ntrate.
Vid'io
()
Al
Gent che
De
E
Se
NOTE.
dramma // conesponeva un cartellone di ribocca spalancata (igavasgia) del Dragone infernale.
chiamo
raffigurante la
popolarissimo
si
CANTO QUINTO
Cos discesi del cerchio primaio
Esamina
Li
vien dinanzi,
tutta si confessa:
da essa:
Sempre davanti a
Vanno a
lui
sia gi messa.
ne stanno molte:
volte.
Lasciando
(*)
Dal primm
de
sere
sto
gran pedrceuron
Che
in toga
e collaron
de l'olter mond,
ch'el manda ognidun per la part seva
sentenzia chi ven
Segond
Vui m
d che
tutt
De
El ghe
n'
Gi per
Ma
la
quand Minoss
El pianta
el
94
e di cui tu ti fide;
t'inganni l'ampiezza dell' entrare.
Non
E'
duca mio a
lui:
Ora incomincian
le dolenti
note
La
Mena
Voltando e percotendo
Quando giungon
Quivi
le strida,
e'I
Bestemmian quivi
resta,
gli molesta.
la
virt divina.
lamento.
O
De
che
ti,
vcgn in
Guarda
te set
sti
95
miseri a curiosa,
No
el
fatt
te quistassct
Donch
no cerca chi
pintela, e
ha
rotta.
Oh
De
Che on
faccaree noi ne
p d
oltertant.
NOTE.
1)
mamma
2) Allude
de l'asee:
la
feccia,
ai telegrafi aerei,
3) Iwtgioeu: stuolo,
1803
frotta.
4) bulardec: chiasso,
il
fondigliuolo dell'aceto.
putiferio.
al
1810.
Mi-
CONTINUAZIONE
DEL
CANTO QUINTO
Noi leggevamo un giorno per diletto
Di Lancilotto, come amor lo strinse:
Soli eravamo e senza alcun sospetto.
Per pi
Quella
Ma
lettura,
solo un punto
viso:
fu quel che
Quando leggemmo
il
ci vnse.
disiato riso
La
Galeotto
fu
Quel giorno
il
libro,
pili
non
e chi lo scrisse:
vi
leggemo avante.
(*)
ALTER FRAMMENT
DEL
CANT QUINT
Leggevem on
I
Ne
vegneva
i
la
faccia
de pancott,
come a
Perch non
pomm
fa istess
Ma
anca mi e
che
bocca
al pont,
in
di:
ti?
Paladin
'1
di basin,
NOTA.
I) s'ciasser:
serrato, sonoro,
che fa scoppio.
CANTO SETTIMO
Pape Satan, pape Satan aleppe.
Cominci Plato colla voce chioccia:
quel savio gentil, che tutto seppe.
La tua
Non ti
Poi
Consuma
Non
si rivolse
disse: taci
dentro
te
(*)
Ma
sapient e cainon, 2)
Vergilli,
^)
Se
pitt
quarta valada
nun, gi prest in
la
l'ari;
Come
I
regoeujen
cazzoeur e
tutt
porcarij
posciander^) di
ostarij.
Ahi
Nuove
giustizia di Dio,
Come fa
Che
si
travaglie e pene,
100
quante io viddi?
ne scipa?
in
cui s'intoppa,
Qui
Da
Ed
io
giunto.
giostra;
Che gente
questa,
mi dimostra
e se tutti
fur cherci
Ed egli a me:
S della mente in
tutti
la vita primaia.
lor chiaro
ferci.
l'abbaia.
cerchio.
101
Gh' manch
De
E
1
quell
se incontren fors
nost carocc
De
de
manca
sira
'0)
furios
per
straa
Se incontren
lor
Se dann
Dandes
Del strappa
fa
semper
Che ghan
sul
sta vita
lu subet el
dis,
tutta
sta
biott '^).
gent
De
baratta
danee col so
poei
tra lor,
el
spavent
servizi:
102
Ed
io: Maestro,
Ed
La
egli
sconoscente
Ad
Mal
Ha
dare e
tolto
Qual
loro,
ella sia,
Or
mal
tener lo
mondo pulcro
parole non
puoi, figliuol,
ci
appulcro.
Che
che
Non
tutto
fu
l'oro,
gi,
Quist
Hin
poei
che ghan
103
sul
eoo
sant a on tant
Capazz de vend
Coin se la fujs carna d'animai,
la
Capazz, per
De
carsenzetta
la
el
spetasciass el
Capazz cont on
De
fetta
muio
pretest,
col messal,
senza
fa
goss,
M'eva
Ma
Han
Adree
tant or,
Come
Donna
Chi
la
voeur, e la fa
Ed
egli
Quanta
Or
104
a me: o creature
sciocche,
vo' che tu
Di
li
ben vani
105
creatur
sclama:
broeud di gnocch, sii pur coco,
Ma sci a mi a morisnaU ^^) sto boccon dur:
Dio el f ciel e terra, e per resgio
El g'ha daa el so per no fai resta al scur;
E quest el d on poo a tucc del so s ciaro:
El mond idest girand, e el so al so post,
Come sarav el Foeugh, e el menarost.
lu subet el
Negaa
in del
NOTE.
verai <li una cantilena dialettale, usata dai fanciulli per estrarre
deve pel primo eseguire un tal giuoco. Evidentemente il Porta
ignorava il senso di questa * filastrocca * della quale si hanno molte varianti,
anche in alpestri paeselli: il signor Pellandini Vittore ne ha raccolte sette, del
Canton Ticino, che mentano di essere segnalate a chi si interessa di poesia
popolare e di canti fanciulleschi (cf. PELLANDINI, Tradizioni Popolari 77cfresl, Lugano, Grassi e C, 1911; v. pag. 16 e seg.).
La nostra Ara belara trov un illustratore in Defendente Sacchi, il quale
ne fece una Novella per un Almanacco del 1832; da cui Giovanni Ventura
trasse soggetto per un dramma, che intitol Ara, ecc., oia il RavoeJimenlo
del conte. Tomaio Marino. Milano, Girlo Vermiglia, 1833 (CHERUBINI, Vocabolario Mil.-lta., voce: Ara).
1) Primi
a sorte
chi
2) gainon: matricolalo.
3) gajafion: galioffo.
4) ini pesili e ona mazzoiura : penultimo verso della * filastrocca ' che
terminano dicendo: 'quest' dent e quest' fceura. '
fanciulli milanesi
5) crenna:
106
rditi.
il
6) malsabadada
mal
le
villotta
fa
foggiata, malassettata.
9) cazzoeur e posciander
si
canzone rusticana,
villereccia
del 3 maggio,
gli intingoli.
alla
quale
ritornelli.
nudo {de
5) bandoria
focaccetta {caisensiri)
non vale
flagellavano, e
la
pena.
baldoria.
come una
bioti),
accompagnavano
membro
al
patibolo
condannati a morte.
che
SESTINE
Giust
Sloffi
in
')
noeuv e mezza e
des,
e stracch
come on
asen,
de
bottia.
Di cardon
capii
de
l'infiler
mi,
vedend
Fermem
la
l'era
no
Quand
el
fiaa,
El prim de
El
me sbaratta in faccia el
me fa vede a cn bott
el
ris'c
de inorbimm
lanternin
so,
luna,
come on
steli,
franguell.
Che
el
siete?
Ghe
9)
Ili
Al Carrobbi! In che porla? - Del piattee Al numer? - Vottcent volt - Pian? - Terz; e
Eel satisfaa m adess; ghe n'iial assee?...
Fussel
inc
la
domandamm,
come on salamm.
E!
me
va, e el
Ah,
Le
El
on zuccher
sentir
Che
pienta
anm on
foretton resguard al
adess
el
sorbelt,
resi;
beli casett
Hin
come
pront
Dopo
la
pocch viorin
sto
battost
tavola di ost.
^^),
gris
come on
sciatt
Foo
tratt
Nient
olter
Magara
on terna al lott.
ghe lassava el segni
scara
sto li on bolt,
in sui basi] de legn,
Che almanch
sta vceulta
Voo
dent
ciappi la
Doo
a ment
e senti
'2),
Coss'en
A
Al
disel,
lustrissem, vaia
'3)
ben?
sia.
El
cress,
Ghe
Ma
soni
anm on Chi
oh dess
InBn
Sav
poei,
^^),
l'
si
o n?
")
Cristo! quanti pensar
112
fatt
anm,
Mi
allora tirem
attacch al porteli.
le
l'
voeur cava
ha de passa.
L'
sacher diceu, e
gioii o non, ghe dighi, l'
tre
De mo
gioii,
de mi:
coss'hal
me
pie.
la
famm
m de cuntamm?
el
l' el
vaga a
mo
solta,
cojon?.., e el volza
el dis:
i
man
Coman,
per damm.
113
Che
ghe dool
zoilem '9) de capp on scopellott;
Vedi ch'el tend a spettasciamm el eoo;
E mi sott cont on anem de lion;
E lu, tonfetal... on olter scopazzon.
lu
Ah sanguanon!
Me sont sentuu
i
on colp de quella
M'han
sort
pover mort
NOTE.
floscio,
1) slofii:
snervato.
fucili
Nomina vansi
innastati.
composte
{Nola
dell' fiutare).
4) voce
latina
=: riguardo
5) felipp: propriamente
5 dicembre 1775 fu
a.
tassa
' filippo *
fissata
lire
'
8) in di Tegnon : cioi nell'angiporto o * vicolo dei Tignoni * in via Alessandro Manzoni. Notisi il sale nell'avvicinamento delle voci * lavorant de frust '
e 'tegnon' sinonimo di avaro.
9) cobbi: da cubile,
letto,
dormire.
sciati
rospo.
12) spazzaci:
soffitta.
114
18) in san Rafaell: nelle case poco pulite di via S. Raffaele, allora quarpopolare del centro di Milano.
tiere
19) zollem
scritta in
Oltave;
v.
pagine seguenti.
ONA VISION
(1612)
On
Omm
Mormoraven
Da
on'altra part
2)
116
Da
ogni
Ronf
Senza
de creanza, anzi
att
se godeva,
podeva
el
Ghe
Ma,
sta vceulta,
El fava
Insci foeura
Che
dormend
de l'orden
damm
naturai.
minga de pocch,
Per paura che quai vision tremenda
La ghe fass perd la famm per la marenda.
i
s'hin spaventaa
El
se desseda
Che se
Che rivi 5)
d i damm
Certament; hoo veduu,
La
soa
Esclamen
de
N'hoo
La
tutt
Mader
compagnia.
el dis.
Ges
Crist,
Santissima Maria,
sant e beatt,
vist
in
no cunti
baj,
Dunque
scritt
la
vita,
dame molte
e qualch pedina ^)
Scritt nel Suss 7) e dirett dai Barnabita?
Cara lor, s'hoo de dilla tal e qual,
el respond don Pasqual.
N'hoo vist nanch voeuna
Poi
altre
Ghe
Neanch'una!
Come mai?
In tanta gloria
bonna memoria,
i Pader Devecc,
semper ditt, ch'el Ciel l' di Sussista;
Dunque, repien ^), chi che c' l su,
De nostra conoscenza o soa de lu?
Catto!
Han
Per esempi,
Alfier....
Gh'c
el
gh' el so pessee de c:
Parin....
Metastasi!...
damm
117
sclamen; se poi d!
sentitt coi nost orecc
Devecc?
un p.
veduu?
Bovara ^), hoo vist Battaja.... el dis,
Ohib, ohib,
Mosca.... Pensa.... Vian.
Anch de sta sort de roba in Paradis?
No sai, che son de quej che l'ha daa in lista
El Devecc per Massoni a noi Sussista >
ch'el dica
Hoo
vist
In Paradis
franchi-murator ?
Ma
Se burlem?
Che
Intant,
Con
sto sogn,
L'ha
ris'ciaa,
tali
morali; '2)
Ma
Che
L'
che,
edem
l'avegh vist
effett
fsegh,
insemma
framasson
'O)
118
NOTE.
dopopranzo.
1) podisn:
3) ronf: russare.
4) dessda:
si
sveglia.
5) rivi: arrivo.
d'Italia,
S. Alessandro,
fratelli
Padri
si
societ
oltre
alcune pra-
Corte Romana.
8) repien: soggiungono,
ripigliano.
9) Bovara, ecc: qui il Poeta enumera persone allora ben note; Bovara
Gio. Batt. ministro del Culto durante la Repubblica, il quale primo attu le leggi
eversive del patrimonio ecclesiastico e poi il concordato napoleonico; Battaglia
Gaetano, comandante le guardie d'onore del Re d'Italia Mosca Barzio marchese Francesco, direttore generale di polizia; Pensa Giuseppe, che appartenne
al Municipio di Milano durante la dominazione francese; e un Viani che si
;
10) d
1
el
potenz
termine filosofico,
le facolt
umane.
la stessa ragione,
tal caso, ci
che debba
FRAA DIODATT
(-1815)
El stava
Paricc
Ma
bandonaa,
in estes,
Come
in sul fa
me doo
Cio,
Minga
tutt
or,
sarav
gemm
lu
de per
lu,
Ora ona
Cantand devotament
fraa Diodatt
El so vesper in cor coi olter fraa,
El s' vist a volzass tutt in don tratt
E and sii sii, beli beli, con on faccin
Mostos ^), com'el scisciass on busecchin
E
El
El
sii,
sofftt
e sii; quand
cont i brasc,
l'
el
squas
sta
on
li
5).
ch'el tocca
bott,
Foeura
Per vede
Ma
120
el voi
de sova reverenza;
Oh
catti
Elia,
la
Madonna,
Marcanagg!
coss'hal faa
de sorprendent
De
Che
el
Han
pussee grev al
miss di bonn ferrad
Han
on opera de matl,
pu bottoruu '0)
doppi de Diodatt;
specciall l'va
s'el
ai finestron,
l,
l'
bon
patron.
De
121
il
restee
de stucch,
se
sii
Cristian)
Pax
vobis,
Malapenna
respond quell; e
el
se invia,
Ma
lu,
Per
sta voeulta el
fai?...
l'oller
el
cria;
Ve
sii
falla
p dagh
mai imbattuu
l'uss
dopo vess
in
ns dedree.
el
quai ostaria
staa a piss,
fraa
de
gess,
come
incantaa,
Come
el
fuss sant
Dominegh
in persona,
la
corona.
'2),
122
Per quell
Ma....
lu el respond,
l,
mi no
me
soo....
sont el guardian;
Di
'^)
noeuva de c.
guardian, fraa
el
noranta-trii fraa
Giann Maria,
de quell convent
E
El
le interroga
ghe
lu el
taj
del
squitta '^)
fatt
leggiuu;
tutta l'istoria,
Da
Lu
el ghe perdonna,
El dorma, el mceur,
fraa,
Con d
Se
in
scenna, el se confessa,
pittanz
vorii
el
el torna in paradis;
de p de
l'ordinari.
sav el perch
percomm
123 -.
NOTE.
1)
unmaUuIant: nonoiUnte.
2)
in rocuda:
in circonferenia.
4) mottot: propriamente
significa
sugoso.
3) busccchin: sanguinaccio.
6)
f rt
via
dal tedesco
I ;
fori,
va I
7) l'ora del cpp: cpp, tegola; il segnale della mensa nei conventi francescani dato battendo una tegola di terracotta oppure anche di ferro,
8) marzocch: allocco.
9) cercott:
frati
sgori
volate.
religioti
e monaci,
cosi
detta
senso avvilitivo.
3) becchi
zucconi.
7) del franch
titolo.
2),
La me
Corpo de bio
Che
Oh
In
bion, possibel
ben,
pocch
come
paroll
l' insci,
nagott
ghen daroo mi
n?
de maa,
l'ideja;
straa.
someja;
D'on
Lendenon
el volt
duu
Sott a
Che
125
de ru(! e scarpignaa 7)
duu boeucc de scoldalecc,
zij
sbarlusca ^)
strattaj,
Ah, ^hnl
listin,
sciffon del
Maggiolin
'3).
Sicch
Pussee che ne on
han
vist
l' lu,
Che
l^),
Lu
Lu el
Lu el
fa
la
roeuda in
va magara con
Dedre d'ona
Lu el
Come
on sold
defatt per
el canta,
terra,
la cotta
in
oeuv e
pollaster
balla;
el
fa
contratta la messa,
i
el
la
toma;
spalla
Roma;
esqui,
ofHzi
de pendizi.
fina d'avanz
porch (salv per quell ch'el maneggia),
Ciappi el fil de l'istoria e tiri inanz
Drizz drizz, senza desperdem de careggia;
Sicch, i mee sciori, come ghe diseva
Adess, bellbell.... che pensa in dove seva.
Qumt
al
Donca
fraa Sist,
E
No
Ne
126
^^),
L'ha
E, s'cioppa
De gi che
l'avarizia,
l'era in
prontaa
l'
'^).
asnin,
el brucc,
El ghe
i
ramm che sporg in strada,
toder 23) de rusada.
sbroccand
strollava
Ghe
fraa Sisl,
Ruminand
Ch'el
ciel el
favor particolar
ghe compart a
lu
al
somar.
Se a
Vun
L'ha avuu de
donch de scavalca.
el so compagn.
traversa la sces, de and a cerca
On quej trs 25) gi de man per i campagn.
In dove fa el so oeuv, foeura del cas
De
De
Che
lig in straa
grazia
a ona pianta
el
nas.
127
Fraa Sisl
E
Per
el
lungh de
el
la
corda, de chi e
l,
Vers
De
la
l'raa
Sist,
tal
omm
E
Le
Doma
sit
e no ghe pareven,
El ciamava a quej picch 30) j'd va polit;
E quij, credendel smorbi 31), respondeven.
Come s'usa respond a sti smorbion:
Semper drizz (in di ciapp) ch'el va benon,
Fraa
El
Sist,
tirava
de longh e
Quand
A
E
E
on
freguj
pu inanz
Alto, adess
Spues
tutt
on paes.
trotta,
Gi
128
primm
l' in riva ai
c,
ved
gi el
in
straa
Ogne
Ogne
Ogni
botta
El
le toe
per
Finalment
desmonta a
el
El va in cort,
Oh don Sist
lu chi a
l'ostaria,
el
! . .
Anca
fraa,
lira,
oh
er
offizi
l'
Compar
che se deciara
la
borlanda ^9)^
Acqua, asee!
prest,
li;
corrii!
tira,
gent de per
pessega
tutt.
Gh'han
rott
anca
el
Se perd
la
129
NOTE.
modo
che...
modo
volgare
1)
2) Sani Ambroeu
andemm
'
invece di
S.
Ambrogio ad
vecchia chieM medievale poco ditcoita dall' Arco della Pace, eretta
nel luogo dove S. Ambrogio, fuggente da Milano per lotirarti all'episcopato
al quale era ttato eletto a voce di popolo, dopo una notte di viaggio, come
nemus
vuole
la
3) latnnd....
lasciando.... ogni
sacrestia:
la
preambolo.
4) sbaggia: sospinge.
5) lendenon: lendinoso, ed anche spelacchiato.
6) palper
besinli,
7) scarpignaa
arruffati.
naso sgocciolante
gli
livide.
come
secchiello sulla
il
mola
{moietta).
11) basletta:
il
mento sporgente.
scaffalino fatto
1738 nov.
14) Borgh di goss: modo volgare antiquato per indicare i Corpi Santi o
sobborghi della Porta Tenaglia (ora soppressa) costituenti l'antica parrocchia
detta
della Trinitji
'
;
plasmarne a
mano
il
il
fornii el
corp: tennioalo
21) remondina:
vasaio;
sul
la
palla (balla)
aria sottile
il
bricco, somaro.
vaso.
20)
del
vasaio pone
traslato per
capelli.
24) dessedall:
25)
130
svegliarlo.
trs: cespuglio.
26) refHgnagh:
arricciare
il
naso.
28) magazzin
29)
di saresitt:
magazzeno dei
razzi,
deretano.
in sale, cio
Como.
30) picch:
villano.
rescij:
34) a
la
cavij: ravviasi
capelli.
aggrnzature.
via: in
buon
ordine.
el
terz
di bronzo.
de mattutin:
il
terzo segno di
campana previo
alla
salmodia
BRINDISI.
Se
bon de
(uss
Ghe
el
fa
vers a
1*
improvvisa,
mut in st'occasion!
che vorev dagh dent de frisa
S che vorev
giuri
fa
el
2),
d'onorato buseccon.
giuri
Che
Che
Nanch
Ma
del
ciel,
Ai
E
Con
Con
iruiga
cerin,
Che
Hin
me
con quell
infn
me meneghin,
de coeur
che ghe voeur.
rid
Gh'hoo
')
132
Che
NOTE.
1) Milesi
1
823
trice
Elena
letterata.
2) dagh dent de
3)
di
fu moglie del
stagli
al pel:
frisa:
corrispondere.
il
modo.
EL
()
ROMANTICISMO
(1819)
Che
duu che
insci
Vun
d,
la
se imbattess
fasessen cazzott,
la
per azzident
la
ne vedess
Vorvela
Che
moeud de
per
se,
In
la
di,
cara signora.
Vaan
adoss
ai
Romantegh
col cortell,
adoss
ai
Romantegh cont
pee?
134
Lee, tant
La
Ora m quant
A
O
cerca
pi
brutt,
beli el
nomm,
coss'el suffraga?
Ai Todisch gh
sav,
Che
magia
De
135
Al temp
Perlina
di
El cantava
el
trioni del
vincitor;
ritrava in sass,
dagh
el
pass.
Al
De
Che
se
Per canta
Tutt
trionf,
l'incomodass
quand
domanda
madamm,
invoca Apoll,
noeuv sorell ^'^),
Per canta on abbaa-ghicc 20)^ che mett al coli
La prima vceulta on collarin morell 21)
Ghe par, madamm, che st'invenzion la sia
El non plus ultra de la poesia?
la
sent,
in ajut
136
fa
and
che pelucca
pittocch,
pret,
eros
gestatori 23)^
Se
quand che
Che per
la se
E
Ne
la
poeu:
van
l,
Che paren
La smorfia
via! a
proppi
i
risposi
al
mi e a
lee,
per
vitta,
dilla.
de
la
Sibilla,
di santissim Littanij,
De
Che
bon
Ne
cont,
contrari.
s'
innoreggissen 29)^
l'ha nanca
de cred
no capissen.
ai strambarij.
De
137
Romantegh
De
sto baloss,
che no
l'
minga pratich
in grazia d'ess
De
d foeura
fors
on gnocch, on
per,
on
fgh,
38).
Beata
Che
Se
qui]
lassen
golf
monna
de Todisch,
attorna di poetta,
tal
Che ghe
criaven (che
Ma
madamm
Bibin,
Se no gh
I
Che no
Ghe
138
de drizz,
bon del pastizz.
Che
la
forma no
fa el
Coi stecch de
ghe rescien
Insci,
Se
tutt la
madamm,
Deventa
tutt
On
O
O
fatt,
sii
in vintiquattror 44)
in
Con de
Che fan
quij
come
el prefazzi 46),
de repezz.
on ora on mes e mezz.
soliloqui
poei pari
madamm
Mett de
inscambi de passann
Trenta, quaranta, on ms, magara on ann.
figurass
La p anca
De
faghen
Magara
el
139
Ora
cosa essend quij proppi appuntin
CHe dis on galantomm. che son mi quell,
i
Che
Se
madamm
Bibin,
Resonen
Ma
giudica,
lassi
el
col denanz,
via,
sent
Che
la
la
50).
On
olter d
Macbelh, se la me onora,
che infin la m'ha de d:
legg
vuj
Che
l.
Virginia.
o col deps
ci
Franch e sicur
Grazie, Bosin 51), capissi; n'occoralter,
I
smargiassad no me capponnen 52) d'alter.
NOTE.
1)
La madamm
ttine di crtica
alla quale il Porta rivolge queste caustiche tee di estetica, era donna Maria Londonnio Frapolli,
Bihin,
letteraria
(detta fin
classicista accanita:
cos garantisce
tre
3) Platon: saccente.
6)
sta
7) usciuria: corruzione di
8)
tira
tciura *,
vossignoria.
9) metsed:
rmetiare.
peland
zimarre.
faldiglia.
3) ciappotlann
140
frequentativo di ciappa
eccitare.
perfino Fidia.
trattili:
nella
fatte
allora
pari e patta.
le
nove muse.
chierico.
21) collarin morell: collare pavonazzo, che fra le onoroficenze ecclesiastiche la pi modesta
a Roma lo chiamano " lo straccetto ".
;
gestatori:
24)
spuell:
25)
resci:
26)
el se le scolda:
27)
foresetta
la favola,
28)
riscalda.
si
de Atropp
recide {moccia)
colla
filo
il
della vita.
29) che
tran, ecc.
carr matt
30)
con lumi
tregenda, brigata di
spiriti malefici
le
orecchie
come
muli.
accesi.
Madonnina
".
33)
fiacca:
34)
Romma
allora,
in
de palpee:
35) a macca: a
uffo.
36) sbuseccament
39)
la
tragedia
di
Roma
nel
teatro
dove
gridi
riproduzione scenica
d unilaa: cio
al
il
le
Conciliatore,
unit di
tempo e
pram-
MI
tariit:
43)
te
44)
doveva
etemotine; tcaccino.
lo
lignifica
traliccio.
imbruga:
viatiquattror
reciderli,
:
secondo
tarparti
le
il
43) gh'el
testa, cervello.
come farebbero
guastatori
con
sciabolate.
prefazzi:
46)
il
Porta paragona
venza
lirica
si
ricordano
fasti
nel
del Santo
ai
prefazl,
cio a
rito
il
Mistero
celebrato
nella
li-
47) boccaa:
un boccale:
il
boccale
dividevaii in
quattro zaine.
realti
il
villano e violento.
testa
31) Bosin: al poeta piace assumere il titolo di Botin, che era proprio
degli uomini dell'alto milanese che andavano per la citt cantando composizioni
in versi
vernacoli {boilnada).
cogliere.
PER EL MATRIMONI
DEL SUR CONT
Tommaso
Grossi
1819)
Che
tirava l
Vuj m
Che hin
d,
i)
143
storg,
menna
Me
tiri
Torni a
arent a
fssali....
li....el
vardi....el
insomma de
saiudi,
somma
la
el
rapp,
No
Me
come
Sii
sii,
in corna,
dssora!
Vedi
Vedi
la
ghe sbaratta
vin.
").
Al primm
Cont
Ch'
mur tappezzaa
tutt
mezz on vece,
de
librazz:
sii on cardegon,
Ch'el volta, e'I volta i foeuj d'on scartapazz
Scritt per rubrica in ordin d'alfabett,
In sul gust di stat d'anem del Brovetl '2).
in
settaa
El g'ha
Ma
la
peli
che
144
ghe boria
la
gi,
Quajcossa de quell
Come
Anca
lumm
in d'on lampion
a travers de l'onc, e di taccon '3).
traspar el
al
camarada:
me
respond.
pelada?
in collg noi m'ha ditt che 1 va biond?
Oh el beli biondin d'amor!... Con quella zucca!
El sar biond anch l quand l' in perucca.
insci
Ma
Vedi on mucc de
De
l'oltra,
^^)
falii ^^),
sta
dent
trii.
vuna pi veggia
che fan gi i fs;
d'ona oreggia:
sabtt,
in d'on canton
E'I Prefett el
me
dis in
Ms.
Hoo
poei capii
Per rabbia de
quij birbi
On ragg
E Apoll
de so
sii
la finestra
intani
Basta, hoo
on
curis,
Come
l'era,
come
de menali spass
adess a vegni
so carroccee, l de per
el
el
maa
ch'el so el podess fa
Senza
145
fass
quell el
m'ha
rispost:
'6),
sii
li.
che antigament
Vun
de vicciurin, de fiaccaree;
on cert Copernich el gha daa sui crost
Tant, ch'el gh traa per aria el segond post.
L'clter
Ma
E
De
begh,
De
forn
in del
Intrattant
Al
On
Che
de
gent.
el
poetta.
146
firon,
Oh
Oh
Sciree
Adess,
beli beli;... gi
Ch el me scolta,
No vorrev nanca
che
l'
tant grazis,
De
matrimoni, al
me
debol parer,
Che
damm.
el repia,
hoo
ints;
147
quand
l'
se dis
el tos
Se
intend che
De don
l'
nevod de quell
Lissander 28)^
q}^^
u'J^g
ommon
Che
Amoros de
On fior
L ha
la
mamma
e di parent,
de gioven assolutament.
La
sposa,
In collegg,
bibliotecch,
Accademmi, loeugh
pij,
gs, ospedaa,
dott,
caritaa;
De
Che,
No
la
pasta....
in tutt el
148
Ma
el
sta parlada,
E
El
l'ha faa
infunato
me
come
refHla sto
Ah,
el
straac di pjatt,
pocch
fj
de
33)^
gatt 35).
strappa-cceur! gregori-maccaron !
che ve ciamma;
Pattasgiaccheta, el s'giacca ona saetta!
E lor adoss on Almanacch, on Dramma,
On gran sbolgettament de madrigal.
De opuscol e de articol de giornal 36).
Sont mi, sont
el vost barba,
Con
149
NOTE.
Conte Pietro (n. 17 luglio 17% t 13 lu.
1666) marito a Giuilina Borromeo figlia del Conte Giberto e Maria Elilabelta dei Marchesi Cutani (n. 2 luglio 1600 t 5 novembre 1660). Il matrimonio fu celebrato il 26 giugno 1619. Dall'edizione del 1621 risulta che
nella composizione di questa poesia, come nella comi-tragedia Giovanni Maria
Visconti duca di Milano, cooper, non si sa in quale misura, anche il Grossi.
1) Verri Gabriele figlio del
glio
2) Si allude alla Raccolta di poesie per questa occasione, fatta dall'Avvocato Cesare Caporali e dedicata allo sposo (ediz. in-fi" di pag. 36. Milano, Lamperti,
1619).
vi
preso da un sonnellino.
fui
che
Milano
5)
liri
6)
Il
gli
vita di
C. Porta, dice
1773 ed
nel
'
il
Monza,
(il
infatti
tempo registrano
demico Poetico .
del
'
fra
detto di S.
gli
M.
un
insegnanti
'
Sig.
Regio imperiale
gii almanacchi
'
Angioli, dove
degli
la
il
letterario,
Abbate Luigi
natura
si
maggio
Rovelli,
ridesta;
* l' el
ma
ms
il
AccaPoeta
di asen
*.
6) Il cavallo alato della Mitologia, Pegaso, che vagava sui monti Elicona e Parnaso, che serviva di cavalcatura per le Muse e per Apollo.
9) olubagh: detto anche olihagh o rubagh, la bacca dell'alloro; voce
campagne lombarde, ma nei lessici non registrata.
10)
gli
2)
come
d'anim
'
conservata negli
uffici
municipali allora
in
Broletto.
in
13) Ai * lampion * per ripararne la fiamma dal vento, allora per economia,
luogo del vetro, si applicava la tela di stame la * ttamegna ' con dei rat-
toppi {^taccon)
quando
si
lacerava.
16) Satira arguta per
150
classicisti,
quali
facevano di Apollo
il
condot-
veri.
7) Gergo milanese per indicare le due principali case di ricovero dei poLa prima, asilo dei vecchi, fondata in Milano dal principe Antonio To-
milanese) adattando
neficenza
ricovero
il
S. Chiara.
1
8) Santa-cros concorso straordinario di gente, quale anticamente vedevasi
a Milano, ogni anno al 3 maggio, festa di S. Croce, per assistere alla solenne processione " del S. Chiodo ' la reliquia della Passione conservata in
Duomo in un tabernacolo, posto al sommo dell'abside del tempio.
:
20)
tal,
ecc.
biblioteca:
in
Stanza
"
il
prestavasi,
col doppio senso, a mettere in ridicolo gli almanacchi antiromantici coi quali
i
classicisti
sfogavano
22) boffaa:
le
soffiato,
il
Porta.
suggerito all'orecchio.
23) Eliconio, Pittoneo, Cereo, Pattareo, Ciparisso, erano i titoli coi quali i
paganesimo invocavano Apollo dai luoghi a lui sacri, o dai fasti a
attribuiti; titoli che tradotti in dialetto sono eminentemente buffi.
classici del
lui
24) Apollo,
il
25) Cireo, da
monte Elicona.
da cera deriva
il
volgare scita,
Porta
il
lo tradusse Soiree,
come
moccoli
di cerai
latini
feriali
ecclesiastici,
quando
in
dette de ea {feria).
27) Pietro Verri figlio di Gabriele seniore (n. 1 728 dicembre 1 2 f 1 797
giugno 26) economista e storico di non comune valore e fama, pi noto per
la sua Storia di Milano.
28) Alessandro Verri,
(n.
nomo;
(n.
fu Senatore del
1741 giugno
Romane
alle
giovinetta.
48
milanesi.
agro-
151
bcliiMmo gioimw di
il
33)
biaati, ecc.:
biaKicare e dimenarM.
35)
9).
refiila,
attivo italiano
ecc.:
'
uguale
zombare
al
motto
didleltale
' di>
el
(j
de
gatt ' e al
verbo
36) Tutta questa teatina allude alle polemiche letterarie del tempo; quando
Teatro Re ranliromanlico dott. Paganini, celalo tolto le ligie X. Y. Z.,
diede un dramma intitolato Mania, nel quale erano meaae in ridicolo le teorie
dei romantici, e ti pubblic Vlmartacco Romantico, dove a dileggio dei romantici ti leggono tutti i nomignoli, che il Poeta, nella ttrofa antecedente mette
in bocca all'adirato Apollo,
al
37)
trr:
vuote.
(*)
Vuna
di
Guaja
El
Che,
sbeffalla,
l'ha
savuda
el pover
in della truscia
de l'elevazion
el
De
so
bon
mett gi
In
IL'ha
libi ')
la
ti.
don Galdin
schisciaa el covin,
appenna
in sacrestia.
2).
i part on diavoleri
reverendi di busecch schisciaa.
cors de tutt
De
De
la
bonna
sort
153
se in c de donna Paola
on gran rispctt,
Almanca gh'era on fioretlon de tavola,
De fa sar su on oeucc su sto diffett
Minga doma a un galupp d'on cappellan
Ma a trii quart de Sorbonna meneman.
Che,
No
in fin di fatt,
gh'era per
pret
Gh'eva de gionta
la
Allogg
in c,
lavandaria, soppressa,
Bona campagna,
palpiroeu ^) a Nata!;
Sicch se corren,
Ma
catt,
l'
naturai.
Pienn
Gh'
anticamer de l'appartament
Par on vi de scorbatt
^)
che vaga
al
post.
De
Che
g'han
Fan
tutt
sott
ai
sciavatt quij
sacerdott,
nost:
Semm
154
in piazza,
Sangua de
d,
Alto
Per Dio
sacrato,
el
sarav
temp
quella,
d'avella.
el
fa tanti ciaccer,
El ghe
fa grazia
eccoi chi;
sta,
Pont primm,
festa
Amen,
La messa
On
D
Per
el quart.
155
Mena
di
sart,
madamm
del perucchee,
1^),
Anca
fattor.
de on
sett
Vun
(E
De
solit,
Quant
al
disn,
Via
On
in
Vegniss
se adatta
Magara
Del
No
la
rest,
passa
rid
fa el ciall 20)^
no contradd,
No
No
No
l'ingord,
sbatt la bocca,
Tegn gi
No
No
In
la
gombet, no
Che
nissuna
affatt
el
fa
i
pan mojn
21),
cortij.
mantin;
di porcarij
Come
se el
mond
el fuss tutt so
de
lr.
vott;
156
Che
Don
salt el
Cont
el reciocch 23)
passa
de
al fin
de
l'orazion
sta perorazion.
Che
De
de soletta
de vel,
Se quistaran del porch e nient de p;
sudor, de sott-sella e
con
quij
ong con
l'orlo
Che
de camis, de gipponin,
coss de porta innanz ai damm:
visaa, se sol d, l' mezz difs.
Certi coli
Hin minga
Omm
Ho
Quij pover
infin,
pret,
fussel
come tappon
mo
effett
de
la session 24)^
A
La
sto pont,
Soa Eccellenza
levada
prozint de d udienza;
Donna Paola
alfin
la
s'
el cor,
el
truscia
con
la
bauscia 25).
La marchesa Travasa in
la Pampadour cont
Fada a
gran scufHon
i
foritt,
L'va
in sala a specciaj
sul
canap.
157
tutt
e quant el fiaa di so
trii
goss.
dent,
Don
Che
No
la
Come la va Sustrissima
Don Malaccha cont in
Per fortuna del
Con
ciel,
a vede
aria el p.
che
la
l'
Lillin,
tult
so,
Schivaa
el
fa
quell'orsa.
colp, descasciaa
don Malaccha,
Quand on
l'
Menter
la
La
la
Lillin.
158
Certissisimament
Di
n
n
n
l'
farci rispettar
dover nost
come dobbiamm:
Che
n
n
Il
Quant a
lor
(Lillin,
quietta!...)
Veniamo
a noi.
a rampeg sui
On
li
quiett.
Ma
la
159
Duu
pret
de maggior garbo e
polizia.
la
famiglia
cappellan,
On
on ciall
de deventall.
L'avess trovaa
el
secrett
De
salamm
quell'olter
NOTE.
1) tihi: voce latina, usata per rabbuffo.
la
via fra le
gambe; andarsene.
3) br: soldi.
4) manutenzion
3) acqua sporca
propr. sciacquatura
e consumo dei
sacri arredi.
acqua dol-
cificata.
8) In quel tempo
nell'Italia
9) scorbatt: corvi.
come
il
agli scrittori
ap-
il
camerleccaj
(Cherubini).
ai Classicisti del
0) Satira
partenenti,
160
dal tedesco
Kammerlaqua,
lacch, servitore
di
camera
12) mestee: la scelta del vocabolo mette in evidenza lo sprezzo del domestico per il cappellano che la nobile padrona considerava alla stregua degli
altri
inservienti di casa.
13) desmorbagh:
14) terza part:
ripulire.
rosario,
il
tre parti,
non viene
re-
madamm:
16)
modista.
20)
ciall:
21) no
22)
buffone.
fa
torcere
reffign:
23) reciocch:
24)
slisass:
nel vino.
vivo.
saliva.
27)
pane
ripicco.
sessioni descrizione al
25) bauscia:
il
naso.
il
fra
il
rosso e
il
nero.
logorare.
28) salamm:
traslato,
per sciocco.
842
vero autore delle sestine milanesi dal titolo Risposta de MaBibin edita nel 1819 contro la cantica del Porta El Romanticismo
tintendi Carlo)
damm
il
33).
venne tenuta
la
dimostrare
Risposta,
il
il
(*)
LA PREGHIERA
(1620)
va settada
al
n
n
R
R Ora-mai anche
Convengo appien
mi,
don Sigismond,
la
tal
fin
del
mond;
natura,
D'una natura
Che
Fellonij,
in
Congiur,
stupri,
uccision
de princip regg,
social.
Non
n
n
Essendo
Fui
tratta
mio
Tanto
la
Al
cop,
n 11
jeri
da
al
Tutte
De
De
I?
In guisa che,
n
II
ti
n
II
Il
Il
n
Il
Fu don
Il
Sentij
n
n
5),
dai carrozz.
162
sens
da
tutt
ciufiolarmi dietro
il
va- via-
v'
-!
De
in cura
163
Al mio Anselm
Rompo
Me
Fo
la
me
seguiss;
me
raccolgo, p a
memoria
giaculatoria.
ceto
Come
La
Di
gratitudin mia,
ed
seguirvi e imitarvi,
il
dover
speda Iment
delinquent.
Ah
s /
in
si
facesser.
sia.
164
n
Il
Il
Il
Il
II
col fatt
Le
parole,
Ne
Sorto a on
e a quej pezzent
dalla chiesa,
tratt
Il
Il
li
Non
serve,
Anselm, degh on
Chi
ts la
come on
Piein
forzellinn,
di tond.
la
suppra,
l'era!!..
NOTE.
1) avanij: angherie, soprusi.
sui
segni
mondo.
3) venerd de marz:
nei
di visitare l'effigie del Crocefisso nel tempio di S. Maria, detta dei Miracoli,
4) l'armi e
tessuti di
lavorin: gli
lana e seta
stemmi
Italia.
cogli
galloni larghi,
dei domestici.
5) furugozz: serra
6)
La Marchesa
a quello che
serra.
Troni e
le
il
le indicazioni litur-
MENEGHIN
BIRCEU
DI
EX MONEGH
(1820)
Che
lor
l'
on car de
pQ e men,
fen.
Tra
sant
Vicenz
Paghcn
Gh'han el
di raatt
convers che je
La
soa gesa
li
el
La
'I
soa gatta e
De
teolegh,
rosari,
gh'han la pension,
serv senza salari.
livell,
El comed e
Tra
de
el ficc a furia
so bon
e sant Caloss.
'*)
de
stornell
prel,
de confessor.
quij
tra
Ghe
De
podess consulta su
tutt
pett.
166
Oltra
Che
Per
de c a
sta arent
la
trii
de vegh anch la
e la ghe d i
quell'olter
Che
el rest di
Quel de
mia personna,
cocumer 7),
mia donna
fa la sarta,
fa
abet 9),
agnuss '0) e
tassij ^)
i
coverei).
Che mostren
On
tutt
ghe
la
sirene e tiraa-in-cull,
L'han
l'han,
traa in despart
O
O
On
nan, de fa scurt
tutt
pianet.
Che ha
affar
el
diavoleri.
deliqui,
seri,
spiret,
reliqui,
trasaa ^7)
mezz
la
scorta di bescott.
sto ruzz,
tutt
tutt
167
sto
G'han faa su
L'hoo sentuu
mosch
al
mei.
voeult e releggiuu,
H
R
Amico
Romma,
li
sedici
Ma
Dio
(el
dis),
No
l'ha possuto,
(el
dice),
24)^
condemeno
Se
Che
R
R
furia
c,
n
n
Ma
Che
lu,
el puttasca
de
se tendeva
168
(el dis),
cattarlo ladro,
!i
n
n
11
n
n
Sguagniven 29)
Poscritto:
n
n
!!
L'
Monsignore Monticello
pubblico cattato,
C'el fava, el dice, da Guglielmo Tello,
stato jeri in
l'infilzava el
Sguizzer de
pommo ad un
soldato
guardia pontifzia,
fu menato sopra alla giustizia n.
Chi
la
Che
insci
sti
e don Pio,
e trii,
Han ditt ch'el fuss el pocch timor di Dio
De d certi candir stremii stremii
In di battesim e in di funeral,
E de vor tassa i list 32) parrocchial :
Che
tutt
Che
in di
169
No
Dall'avegh
tolt
lor
soc convent;
Sr Usebbia, anca a
nomm
di camarada,
Dona
Hin
biott.
170
Hin
De
(E
el
lassass
chi el vardava
fiss
in faccia a
mi)
Hin
De
sti
golascia, la leccardaria
la
operari,
de
mezz-camis:
sti
La
(E
Hin
birbada de lassa
la
In strusa per
el tff,
fa l'ozios,
straa,
per
foeu
pasquee,
el borsiroeu,
(E
li
traffeta
Hin
Hin
De
De
De
tira
settass gi
Balossi....
(Acqua!
a descor in compagnia....
porci....
malcreati.... infamm!...
Me
se s'ciara el cerve! ;
me
E
Te
polid
sia,
el
si,
ma
franco,
ghe respondi in
ma
el
sto
secudissi 49),
fabrian,
dannaa,
sta conformitaa:
can:
171
De
quij
Hin
Che in
l'avarizia
porca malarbetta,
de
paricc
T quell
sciori
lor
la
vizzi,
On
Hin
De
De
De
quell mercaa
de
inceri
de
52)^
cotta e stolla,
de micchitt de
esequi,
al
bott 54),
53),
De
flatti
e cicciorin 57),
de sbarlceugg de
de no vede l'ora de and a c.
Hin
Su
de
sbaggiad
la
58),
de vess
da Ges
strada battuda
sci
e de
dritt
Hin
semper el digiun,
mej boccon d'imp el tarlis;
Quell de dann del golos, del porch a nun
Per on poo de bojacca de bois 6'),
quell predica
cerca
credes
spazza
lor
l'ottava maraviglia
vott,
in vigilia.
l 59),
dritt
Hin
E
Di
O
A
quell
de
172
fa servi la religion
roffian
so vendett, di so persecuzion,
el
meret
belee ^3),
NOTE.
uomo
2)
3) foss:
coperto,
il
Sembra
alla
chiesa
di
San Vincenzo,
S. Vincenzo
prato; e
S. Caloccro,
tuttora esistente;
3)
di fiducia.
toeuss,
di S.
Maria
della Vittoria,
poco
discosta
dal corso di porta Ticinese, prima della soppressione degli ordini religiosi an-
nessa al monastero
donde provenivano
le
le
due
religiose
(conuers) serventi.
tassi]
9) abet
tasselli,
stirare
con
arricciatura.
tri
gli
ritagli.
scapolari.
coppa
nuca.
2) Monscior Scirin Monsignor Cerina Eugenio frate francescano, arcivescovo titolare di Sergiopoli, che allora risiedeva in Milano e aiutava l'arci1
rini
173
promosse dai
Giuse]:>pe Lancaiter,
il
sistema di
liberali.
il
la
mo-
neta di L. 6.
24)
di voi,
da
voi,
dalli,
dalli.
oltre.
27) squajar:
spifferare.
29) sguagniven:
30) Kin
31)
tirava, ecc:
32)
list:
(abbreviazione de mi'scn ?)
Craeva dietro
la ero,
35) becca
triboli.
ecc
sottintendi per
ma
l'odierna mozzella,
al
siffatti
tariffe.
33) busaer:
34)
strillavano.
gattini
istituti
nos: confettavano
si
vede
in
qualche
ritratto di
di beneficenza.
37) candidava
come
le
alla chiesa
noci.
omonima
tuttora esistente
39) bradella
174
in condizioni
il
precarie.
rosticcerie
dove
ecc.
le
vivande
ivi
apprestate.
l'opificio.
in gergo, sbirciata.
47) tceunn:
tenerci.
in gergo, bettole.
consumavano
si
fa
tafano o la mosca).
il
mi riprendo.
secudissi:
51)
da
goletta: collare
52) bascir:
prete.
da questua.
bacili
il
panini di S. Nicola.
55) nagotta,
56) corp:
57)
il
che
numero
invita
fedeli
a pregare
funerali.
cicciorin: chiaccheruzze.
58) sbaggiad:
sbadigli.
60) de so p:
62) balandran
63) belee
l.
di sua natura.
trattoria.
scioccone.
"
le belle
cose
".
(Jboit).
FRAMMENTI.
()
LA GUERRA
DI
PRET
')
(1820)
Canti
piatt,
la
festa.
8),
In
lor.
Ma
Tutt
Incojonii
mezz ms a
diger.
178
Memoria,
Ti
che con
i ann a
ti
la toa
sapienza
pacciada,
S'ceremji '3) sott ai oeucc tutt in sequenza,
Come denanz a on general d'armada,
fet
Dimm
cor tutt
sta
Cossa fotten
al
soa passion,
la
Che ghe
sgiaffa
gallon '7),
l'
Don Tadee,
On
De
tutt
Anch
sgenadur
El mond
in
so
'9)
trii
Don Gian
No
patissa
creppa
i
i
Quel negron
De
per l
soli,
Le on can de
|or
moron
22),
hin contenton.
lsch, pels
come on demoni,
in vesta e capelinna,
Dio, on certo
Resitt 24), cospetton 25) de
Don
Carboni
inglesa.
179
On
tutt
funeral, a tutt
fest;
Nessun
l'invida,
ma
Che
dove
va l' padron
in
el
el
fa
tant
paura,
l
adrittura.
Che vegnen
man
Degn insomma de
l,
degn de
l'aitar.
180
olla
De
"*')
el
gira:
(*)
Qui
disgrazie,
che
si
conosce qnanta
il
161
La noce che
Per
gol
de
l'
vent infuriaa
i
sbatteven travers, a rose ^4), a ondad,
La nev e l'acqua gi per i vallad:
Ziffolaven
Per
Se
Che rebombava
interpolatamenl,
Ah
el
dessedava
le
scaggiava ^6).
ci coeur l'
ona gran
spia.
Quella meschina,
tutta
Al tremendo viacc de
La compagnava con la
rassegnada
l'olter
mond,
vos panada
Quand
L'ha se
vista el
so
Ovina
ai
NOTE.
1)
2) p^cher:
bicchieroni, peccher.
3) pctton: bottiglioni.
in
quattro canti.
4) sgoraa: sono
182
volati.
5) gibolaa: ammaccato.
6) melon: zucca,
7) bissa: propr.
8)
scinivij:
le
9) brasoeura:
testa.
cervella.
costeletta.
10) fustusc: gli abborracciamenti, cio gli uffici in chiesa (gesa) celebrati
senza diligenza da quegli ecclesiastici, che qui il Poeta motteggia.
1
moccass
piluccarsi,
avere a uffo.
signorili
con molle.
15) pastoral
e....
20) pampossonon:
venti.
raffermo), nel
senso di
poltrone.
21) vidor:
vigneti.
22) moron:
gelsi.
23) creppa
24)
resitt:
sciori
retribuiti,
funerali.
litigioso.
27) Bonella:
si,
el
me
dentista al quale
il
Porta
dedic
anche
un Sonetto:
Ma
sur Leila.
28) basa
baciare.
29) ma:
miglia.
30) arent:
rasente, appresso.
di lfi:
di
panno.
183
boffa, ecc.:
36)
spara....
39) Tulli
40)
43) lori
44) a
roc
Cicerone
va
li
pavooeggia.
in
abito da prete.
lento.
come un
tapino.
a folate.
vuoto, cavit.
cio
sollevare.
45) voeuj
tofTietto.
vetturale.
floicio,
42) tapinand
come un
ipaccia.... frottole.
collarin:
in
vicciurin:
41) palpaa:
(ofHa
ball;
il
sangue
come avviene
del latte.
rintocchi.
46) Nelle ediz. successive a ' mader ' sostituito * Luisa '
donna innocente che il calunniatore aveva fatto credere
clrlla
il
nome
cio
fosse l'amante
dell'Ovina.
nel
la
morte
Io sorprese
(*)LA
Oh
don Peder!
Come
COLAZION
Oh
me don Romuald!
el
staal?
Grazie
N
Con
Mo
tant!
Hai giamo
chi,
se l' sudaa;
me don Peder
el
l'aria,
cicolattaa?
signor,
Bottega!... el cicolatt!
Ogni
scoeudes 3)
El
i
2)
fa beli di,
caprizi:
va de chi e de
l el
')
Don Romuald, a
L el guadagna,
li;
on quai offizi;
Ma mi con quella messa di des or,
Hoo pari a sbatt, no me capponi on bor
bott l el pelucca 4)
5).
NOTE.
1
cicolattaa
presa la cioccolatta.
3) scoeudes
4) pelucca
il
soddisfare.
pilucca, cio
ha
la
(*)
|-'rammenti di
titolo
(1817)
Su
sinistra,
la
in tra
El gh' on
Solitari,
duu fontanin
de piant che ghe
in tra
fil
')
fa
ombra,
sentirolin,
patetech, delizis,
Via d'on
sbilz
d'acqua che
No
se
ghe sent on
Che rompa
la
Che
Se
etl,
insci,
fa
la
jutta la passion,
duu pass
magon
3)
sent a trasportass
Dona
de malinconia,
oeucc senza sav el perch,
sforza a piang, don piang che fa pias.
Che
lontan
quiett.
Tutt coss, l
s'h nanch
Ne
Tra
praa
insci,
D'on quai
certa estes
sgonfia
186
Appunt
Seva jer
Gh'aveva
in
soli
el
de
sto stat
solett,
Tass
de scoldament
in sta stradella,
sott
sella,
....
NOTE.
1) fontanili: canali d'acqua viva.
OTTAVE.
Quand
se nass deslippaa Oi
che
lustrissem scior,
L*
No
Che
Vegnen
l'
tuttuna,
de traditor;
de toeunn su vuna,
Che in manch de quella ghe sen lacca adree
Sett, vott, come ona salva de mortee.
Ne
s'ha
adoss
nanca
bolt
fornii
De moeud
Che on
')
che no
me
l'attuale
volume.
me
spettascia.
109
del-
190
el sa se mi sont vun
che van in volta a fa quarell.
Che, grazia ai pover mort, no gh' nissun
Che p cusamm d'avegh storgiuu on Cavell;
Anzi quand gh' di rogn tra quejghedun,
Regola generala ficchi el veli "*),
Che no vuj minga per on gust de ciall
And in peltrera 5) o toe su el-reff 6) in fall.
Vussustrissema
De
quij
E
Col
pur con
me bon
tutt el
me
de cojon,
fa
p de pombi e
l'ara drizz,
de
gess.
Vedend
Me
sont ressolt
Oltra el
De
rest,
satisfa in
Che dopo
e sto spuell.
me
quej
premeva, a d
moeud anca
la
el coeur ciar,
donna,
'0'
de Tutt
bll d
Intrettanta ei
Dopo
191
sant
in aria de marciant
e duu come duu r
S'inviem a la Scara ben d'incant,
E l se postem per i prirnm del pc
De la porta sarada del lobbion
Col noster bravo cuu pondaa a l'us'cion.
Ciappi
donna
la
content
Passa
tutt
tre,
passa
i
cinqu or,
pasquee 1^),
quatter,
S'impieniss de person
el
tutt
'^),
Che goden
soeu
comed
no gh'han nanca
el
e fan grassa,
pubblegh per
la
cassa
'^).
Ma
Con
grazia el
tutta
me
el
dis:
me
Allon,
fort,
Mi
Ma
De
in tra,
Zonfeta,
che
tutt
in del
a on bott
me
tran l al scur
Tant che
Ma
192
la
Come
s'el
el sentir adess,
Appenna
tusscoss a mi!
pu leggera,
voeur sent:
de caponera 24),
Vardi intorna per tutl de chi e de l
Per cerca Barborin, ma dess, descor,
L' inutel: dove l', le sa el Signor.
liberaa
Ghe
S'incontrem, se
mi a
demm
la fenitiva,
E
De
De
la
gent che
el
dazi;
riva,
On
poo
cusii 28)
sigur,
ma almanch
arent.
Oh
193
^^),
sira
Fornissea tucc
Quand
De
Tucc
Coi
El
te
194
Ma
me d on
El
Che
pugn, e
el dis:
Tasi
l,
can.
sacramenti
Mi, che sont pesg d'on azzalin bressan 39),
te fotto in platea,
Vien de
Intrattant
No
dar mi,
te la
de per
che
se sent
lu el giudee,
Se p
Sera
tutt in
sul lobbion
rebuttonandem
su.
l,
lu.
A
A
Basta, la cossa
l'
fornida
l,
Almanch
Ma
Bona voeuja e
De moeud
de buell
andada a fass
indrittura
^^),
rost,
Gi besogna
De
195
poeti
come
lasec,
mangiamm
Cont
ceucc, doma on poo vardass indree,
El seva aneli tiraa arent cert camarada
Che dininguarda, Cristo, in su ona strada.
i
lott
Foo segn
al
l'usa:
vaia
tutt
in
ben?
pegn on canton,
Che
i
coss andassen soeuli come on daa ^^),
Cio che dopo on para de boccon,
E ona bona scorada ^) de boccaa,
El pover Giovannin, lontan di rogn,
El mss in lece al cold in del prim sogn.
Lustrissem
s:
el
mee
me
lece.
viv
196
Ah
Te
Ma
Te
me
el
car lece!
s,
set tutt
l'
Avii mai
Che
Ma
Che
vist olter
de gi che,
l'
despost a d de scolt al
bon
rest,
Di
197
Minga
Ross,
cojonarlj, lant
scarlatl,
Con de
gionta
de
svargell 55)
ch'cl quattava
on quart de cuu,
56).
gn ha m proweduu
On fior de timpen con tiraa la peli:
Che se l'era on poo froll, disi nient,
Che boccon de zaffagna 57) ci ghe fa dcnt.
Bona
ch'el cicl el
quad
rivi
brutto desutel;
a giura, varda,
l'
inutel.
Ma
infin,
Rzzipe
63),
Ti parcura
De
Che
De
dighi,
scighera 62),
la
on bon
sera,
de
manera
biccier
inttattant in quej
vin.
bagnaa di piumazzin,
adess tomaroo mi col tocca e salda,
quattordea boritt 64), Rocca Grimalda.
tegnitt su
198
de l'Antonglna
me
sbrighi,
^^),
e torni indree
Vedell, e sent
el
Sentimm a quatta
sangu a surbu,
ceucc, perd la resn.
A
A
tocca
donn e a pizzigagh
el cuu.
pa scienza
tutta la
Me
E lu
el
tiri
in ringraziament,
so peccaa:
dagh
el pass,
sto renegaa,
Lassem
On
Acqua!
coss'el deventa el
tigher,
Volzi in
l'ari
el
me bon
Gi
Gi
la
i
va
fin
Gioannin!
peston de vin,
che
l'
rott:
gi anca
nun
tutt
coi
quant in
ong
barilott ^^)
in di cavi]
vassij.
199
Se
el
l,
barchett,
Come
200
In
Me
d,
Che ona
ghe l'avaroo.
satisfazion
Ecco
Che
che compar
el
respettor.
comenza a interrogann
Chi semm e chi no semm, in dove stemm,
Patria, porta, c e tecc, che mestee femm.
adrittura el
Ma
Defatt
Hin
tutt
attenzion, tutt
resguard
lampedee,
fuss bastard.
Citto l voi;
Che
non
voglio,
se parla in la
mane
o temerari.
al
lampedari!
201
Ma
E
me
per brio
lig,
la mort,
parla;
Foeura
Voo
Ghe
manegh
^0)^
come on molin
In sul
202
prceuv (respondi),...
Cribbi e
questa
boffitt,
Quella del
Ma
pizzegh ^^)
ch'el disa
de
tal
sett ^5)^
bella!
quella!...
l'
d'intorna via,
la
mja....
tappella,
stord,
faj
on poo
lu,
lustrissem scior,
se l'occor,
per
maa che
noli.
pover mort;
me poda and,
giudes a damm tort,
la
Grazia tant de
la soa caritaa;
la
man,
che l'hoo
rivaa,
per el gabban;
203
Fermamm, ohe
uucsta
Se
tuss
Ch'hin
sarav mincionnal
la
Michee? ^)
che
or
tre
dighi,
che
vuj
l'
famm
Tant che a
De
fin
la
galitt
^^)
^)
a sfognatamm
che segn
staa quell!
l'
Dopo d'avemm
Ah
Gioannin de
la
mala
biott,
e cadenazz,
fa
on palazz.
fortuna,
Varda, chi su on
Tra
Ma
quest
miseri,
l'
la
ballin,
saraa in
spuzza e
anm
comuna
^)
nialandrin;
nagott, l'
anm
tuttuna,
Ah
destin fioron,
dimmel m
La Barborin, de quella
Che l', come sustrissema
Intant
che mi biassava
sta
ti!
brava donna
gi el sa,
coronna.
Che
De
romm
Domm.
204
Di
ona pedina
la mattina,
veduu
sont
Voeurel
De
de fa resta de marzapan?
Sont nanca foeura mezz de la comuna.
Che
quij
NOTE.
1) deslippa: sfortunato.
2) forn
lascia:
finire
la
vita.
3) copp: tegola.
4)
veli:
ficchi el
spiego la vela,
me
ne vado.
6) tce su
el
reff:
esporre
le
stoviglie;
qui
nel
1816.
gio
8) truscia: fanatismo
9) scappusc: scappatella.
10) paracar: nomignolo dato
ai paracarri delle strade,
lineati sulle
1
quando
dragonna
ai soldati francesi,
in occasione
le quali
lavora alacramente.
per
la
loro rassomiglianza
transitava
il
205
il
cuore di Prometeo,
latinil
patquarium, pkzzaletto.
5) Kolda
piua
la
infiamma.
(i
come un
*,
umano:
ottava
come
v.
lolaio.
Il
del
'
Mar-
3*.
folla.
20) d'arent:
vicino.
giugi.... al
tira
coi gomiti.
l'uscio.
26) pets:
27) a piva:
26)
cusii:
fosse.
in
monete, pezzi.
punto.
cuciti,
stretti.
"La
ballin:
pallottole, confabulare.
ma
ramente la xoiferenza del pubblico, al quale alcuna sera pareva cantasse per
grazia, ed alcun'altra per fare dispetto '. (Nola Jell'A.).
33)
33)
far
di
mala
voglia.
scempio scherzando.
brusa: in procinto.
in
figurate nel
dei spettatori
(Nola
".
le
si
segni dello
quali, giusta
Zodiaco e
il
lo
loro ordine
dell' A.).
40)
indrittura
41) Vigano:
de buell
v.
l'etca,
fabbricato
Brescia.
206
al
45)
soeuli,
beli tra:
ecc.
46) scorada:
47)
far visacci.
istigarmi.
momento opportuno.
al
liscio
come un dado
{daa).
sgolata.
da prigione,
ballin: giaciglio
49) lugher:
50)
scintille
di bragia.
resti
scintille;
sbirr:
qui
Poeta giuoca
il
sul
birri.
51) sghimbiaa:
52) boltrigh
53) zoffreghin:
54) tirava
su..,,
convulsivamente
55) svargell:
sgattaiolati.
=
il
imbroglio, insidia.
bolgira,
zolfino.
el
ficc:
per
fiato
le
narici,
flagellatura, impronta.
59)
sfris:
io.
frego.
loeuggia: allocco.
63) rezzipe:
recipe,
bottiglia di "
di br,
" briit,
soldo.
65) Antongina:
66)
esuss:
grullo.
69)
transilli:
utensili.
70)
barilott:
72) peccenada:
73)
pitta:
chioccia.
crucci.
Rocca
diminutivo
207
80)
lignifica
(oeura
81) cinqu
62)
prendo
fa
el
parl punto.
manegh:
atto di chi
le
maniche; qui
ardire.
in vin:
non
c' dubbio.
lecco: fa eco.
83) scappuic:
icaiieiliati.
li
'
della lingua.
galitt:
lolletico.
di
sicurezza.
ufficiale nelle
FRA ZENEVER
(1811-1815)
NOVELLA.
Bagaj, che
De
sii
amoros, che
*)
sii
intendever,
de damm a tra,
cas de fraa Zenever
de mascab ');
Vuj contav on
beli
Che
Che
708, parte
II,
209
de panzanegh e tabacch.
coronn e majstaa coi pajelt d*or.
Ogni esuss l'va a c a vo) i bisacch:
Sant Franzesch el podeva canta in cor
Sira e mattina fin che l'va stracch,
Che fin che lu el batteva la cattolega ^)
L'va f ranch l'interess de la buccolega.
furia
De
copett,
Ma
No
fraa
se diletten tant
lu
Che
daa la libraria,
El portava i duu pes con quell savor
Che mi portarev quel de senalor.
se gh'avessen
fraa
Oh
chi insci
s,
210
el
diseva el Missionari,
Lu
Com'el vojass
Quand
El gh'era saldo
Tutta
De
la
el t
Con
mestee;
reverenza
del p di pee
Dritt dritt
Ma
come
el fa
el
stringh
battacc in di campann.
de
la peli '5)
in di occasion
pias.
211
Che
medegh
Avend
faa
e
i
zerusegh de
soeu
rifless
la cura,
che a no toccali
se n'hin lavaa
Alza
man
col
streng
laver.
212
E
E
poe mettegh
de
al post
Di bon peccher de
sti
Quand
fan capitol
ciapott 24)
tra
de
lor
deflnitor.
De
De
De
Te
Ma fin
Me dirii,
de
stravagant,
nanm
Savii
Ma
Se
basta....
i
lor
sappiemm d
de quist che
dent
l'
chi.
staa a la via
duu polsitt,
come l'ombria.
i
tutt
petitt,
Come
fan
Savend che
fioeu....
fa balla coi
mee
Quand
De
nagotta,
Sentii questa, e
che
mamm
el proverbi el
dia:
Nutrii
quod
sopii ^^).
Ma
Sur
213
a forza de fresagh
ci
culiieo,
El
resta sui
Come
in att
so
duu come de
de d a
tra
strasc
a on'ispirazion;
catta sant
de rabbia
Franzesch propi
el
fuma
el
va sul
fatt
in persona,
pctitt
el
con
degiun, scoeudend a
la reson del loff.
off
214
El s'eya
Se no even
canaj, lader
de
straa,...
De mceud
De conserva
Ghe lassi on
Intant, per
medeg
maa
el
ch' suzzess
Appenna sonaa
el
copp, fiocchen
fraa
Che quand
se tratta
de
Se
curiositaa
sui articiocch 39):
215
Paricc a
nin per
sta
la
borlanda comenzaven
bila el tafanari
Quand Zenever
el
Se
Se
Se
a on
tratt
el
in
sbalza in mezz,
sto
bel
pezz.
Che ona
strascia
de gamba
don
porscell,
bej,
216
E
E
fraa a la
provvidenza
Appenna
El va a cerca
el
patron de l'animai,
el
E
Con
Con
le
di
allon
di pass
Col paragon
de vangeli e de
e
tra Sist
scrittura.
el porscell,
tra
Che
Zenever
Che suzzed
ved
ch'el
in quell
mudazion
la
omm
a oeucc battent,
Zenever
trionfant e glorios
Che
in st'occasion
el
i
porscell in spalla;
religios,
se sent fina
sbragi a
tutt
fraa
calla:
vos,
pu scompiasever
sbragi,
Viva Zenever.
217
Sii timoraa
No
De
eoo
lassev vesn in
tentazion
la
l'articol
Ve
tresent e vottantott,
ferr
la
berlina.
NOTE.
I
nuKabii
per annichilito.
come
4) cazzuu
3) ratton
dini religiosi
sloffi:
Voce caduta
(Nola Jell'A.).
".
6) batteva
7)
la
questuava.
cattolega:
fanfaluche.
8) zent: cinture.
9) braghee: fasciatura per sostenere
gli
intestini,
che escono
fuori
com-
I) spuin:
sputacchiera.
3) quj
4) patton
5) fa strinali de
quaglie.
:
sajo.
la
peli
propriam. ridurre
la
pelle a
Amor.
ecc.
16)
sbertii:
smaltite.
20)
al
babbi:
all'altro
mondo.
di santa
[pazzia.
218
ecc.
scrusciass,
22) becch
gran monello.
fottrist:
23) alabras:
labras, stracotto.
24) ciapott:
ninnoli.
cervello.
zinivella:
28) pezzoeu:
29) Nutrii,
intiera di
questi Ginepri.
inservienti d'ospedale.
30) scottadeo:
che
si
gusta.
bollente,
guaiti.
scartagli gi
34) zapatt:
bagatt:
ciabatte, sandali.
37) a balocch: a
38) descolz:
tanto
laici
che di coro
(/e
colmegna).
scalzi.
39) articiocch:
40) patoch:
bizzeffe.
carcioffi.
patetico.
42) scoeud
43) di copp
44)
sbaguttii: sbigottito.
Jf-
QUARTINE.
EL
TEMPORAL
(-1817)
Come
Che
sguizza la saetta,
tronada malarbetta!
Sent
el
On
Carolina, Carolina,
Minga
Va
Ci
gi,
Ci
Che
in
a toe
gi,
quij
ciav,
andemm
duu
andemm, no
te
in cantina.
dubitta
Del mezzin
2)
salven la
vitta.
Varda
222
Che
gi,
andemm
Del mezzin
faran miracol.
NOTE
1) ziifer morell:
le
cifre
o motti
dipinti
in
tinta
azzurra
{morell) sul
boccale.
mezzo boccale.
contadini nelle
223
LETTERA A LA BARBORIN
(-1815)
CANZON
Barborin, speranza dora,
Car amor,
beli
baciocchoeu,
No
vedeva la sant'ora
D'avegh noeuva di fatt
toeu.
De
quell
Peder cavallant
')
De
2) col
patron,
andada
Ni guarda
speciali,
in
strada
el gh'ha
El sta pocch
che cara, l' vesin
Oh
Me
Lu,
la
mula e
el volantin 5).
tant pass.
Ma
Ghe
Hoo
224
inanz riva
lallla!
de la gran luna,
avuu de sospira
n' staa
insci
Per godella
sta fortuna.
di
poch
6).
li
No
Che
quist
paroll!
Quist chi
si
consolen;
ch'hin naturai!
Hin li li prpi che scolen
Gi d'on cceur s'cett e lejal;
Fina
De
la
l,
si
Togna
moccolet
te
Barborin, te se ona
Te me
Ma
sponget e consolet.
voi,
La p
fann de tucc
Ma
Togna
la
7),
strja,
la
stee ^),
vuj nanca
Caregada de dance.
Si l' vera, la
me
cura
De
tegnimm
Ma
Che
l'
li
a ciociara.
inutel,
vesin
tei
gi stoo su,
poden
di
La
saludi,
e tendi a mi.
pu
poei
E,
225
scolta: ci
sani
Michee
'0)
ma, se te vcku.
Per mi spazzi anch sui duu pee;
Toeuvi c magara incccu ")
L' chi
Che
arent,
De
vegn a
la
Che gh'hoo
De
vedett in l'occasion.
Che
Ma
sti
toeu gent
de galantomen,
hin patron
Ti fnalment
set donna, e lor hin omen;
Sien tucc
Te
conclusion,
poei
fior
come bagaja
ti
'^)
^^)
Cont
on'oltra,
Ma gh'hoo
E l'ha faa
Ma
me
l'ha friccada
guadagn.
Ch'ha a che
De
226
Pu de
Ti m inscambi, el me baciocch,
Te see bona come el pan,
Come on fior spontaa ch' pccch,
Come on dolz de marzapan.
Te set limpita de coeur
Come on' acqua, come on veder;
Ma,
voi l
Cossa vegnel a
L'
De
Ta
fa el
Peder?
d'and
gi vora
via.
Voeubbiem
anema mia,
che gi son
beri,
t.
NOTE.
1) cavallant:
corriere di
il
campagna.
4) sgorass: volasse.
3) volantin: baroccio a due ruote
6) stghela
li:
7) moccolet:
ti
8) de tucc
alte.
n pi n meno.
lamenti.
di tutti
generi.
9) repian: pianerottolo.
1
0) sant Michee
sata al
1
29
la
settembre.
incceu
hoc hodie.
mutande.
7) agn
fis-
PORCINELLA
(1815)
FAVOLA
M'han
On
J).
d el fava el prepotent
Menestrand con
fott
la cannella
a tucc allegrament..
La gran c
Quand ghe
del
in sto travaj
Romanin
^),
El famoso Truffaldin
5).
Al
3),
228
spliff,
splaff te
Incantaa lu e
la
mett
cannella
^).
le
vist
mort,
Ghe
Ma
I
i pu
spert
pu brav hin
dagh
9) a
staa
la
in faccia,
caccia,
poetta.
Come
Ma
coss'?...
Se romp
l'incant,
scriv.
De
vede]
anm
fa
^^),
a $capp.
NOTE.
I
Allegoria politica
in Pulcinella
adombrata
con Napoleone.
3) pettaven: picchiavano.
la figura di
le
Napoleone
potenze europee
in
I.
con-
4)
la
(imiliano
gran ca del
Romanin,
Romanin
colla tua
in
229
il
burailinaio
Maa-
il
6) grippaa: carpito.
7) Allegora
relegamento di Napoleone
al
6) baracchist:
fantocci
all'isola
d'Elba.
suddetti.
9) spert: esperti.
10)
Come
Napoleone relegalo a S.
Elena,
Kompare
IN
VERS
Che somnen
Magara
mincion
insegnaa a zappa in del carimaa,
L'avess faa onor al me prim vers che hoo faa
insci quell'olter pret
Che m'ha
salva
de coppon
3).
De scusamm
Ceme
se
rimm
De
No
la
te rivet a desverges
smania di vers nanch coi bugnon,
^)
Intant per el
La
giamo
t'ha
231
bugnon
l
beli
provvidenza
la
e preparaa
lacc,
de
virt
De
pan
el
grattaa,
piumazzitt e la pascienza.
svelt
sta
rizetta
e spedii
quella di poetta
in
7).
NOTE.
1)
Mcolui
L'amico era
li
Grotti,
il
il
quale annunciando
al
Porta
il
tuo incommodo,
'
Con
tutti
me
el
i
(f/allo)
addo infoliarmaa
come aveu faa el lader,
lara
titol,
Vedi
in
fine (pag.
120)
lettera
ol Sur
Tommaa
Cross a Trevlj.
preti
ti
aduna
le
AI
carocCee
fiaccaree
(1815-1816)
FAVOLA.
La giustizia de
La someja a quij
sto
mond
ragner
Che
se troeuva in di tiner.
Dininguarda
ai
mosch, moschitt
arent,
l'incontra
galavron
Che vee
foeura de manera,
Inanz batt quij gambaritt ')
Pensee ai mosch e a la ragnera.
NOTA.
I)
si
reggono
in piedi.
LETTERA A ON AMIS
(1808)
Sont staa
Con
Ho
des d inBlaa
in lece
gotta in tutt
la
traa scarr,
duu
pee,
ho bestemiaa
Gh'eva
Che pareven
Gh'eva
ong
di
duu didon
^)
Destaccaa
Asquas
la
Come
cjuatter eanton,
de
boffas via.
peli rossa,
infocada
face di brentador,
Che ne
quella di tambor.
Di eampann, de ehi
d orden de sona,
Ho
Bon
ditt
je
sonna
roba bolgironna:
m'ha daa a
tra 5).
234
Se de n ceregh, segrista,
Campanatt, e fraa novizi
Creppen tucc a l' imprevista
Senza on can de fagh l'offizi.
Son
deliqui,
7).
convulsion
Me
NOTE
1) besinfi:
rigonfi.
2) bojocch: rape
3)
tei
allessate.
4) didon:
pollici.
ODI E CANZONI.
(^yy^l^^yv^j[y/^i^^^yv^yv^y''^[pv^i^v^y^^jPf^jy<^jpff^
MILAN
E CHE SE DILETTEN DE DINN ROBA DE CIOD
IN
(-1814)
OD.
Merda
ai vost ariezz,
Maicanaggi pajasc de
Andee
foiestee;
foeura di pce;
Col
regina di inezz.
sta
avessem natica
fagottell
Blotl,
descalz, a pescian
Magher, umel e
malarbetti cristi
sti
Che abonora
Slons
el
el
coli
Milan
'),
trist,
gran bondanz,
Sti
vist
sella a entra in
sott
faa su
gh'ha faa
come
gru,
De
cont el carbon
Se spassen
el
ioeugh
238
Merda, ve torni a d,
Marcanaggi pajasc de forestee!
Andee
foeura di pee;
chi hin
sti
forestee
Che
Hin
Hin
anca
d'Italia
Oh
lor
Peh!
desgraziada,
Italia
De
L'
minee!
la
mort,
Sur
si,
se te set senza
Legg e lenguagg,
mestee,
Se, a dilla in confidenza,
Te tegnen i dandinn, l' provvidenza.
I
t usanz,
fin
ch'el naturai
on deluvi o on terremott,
L'ess insci T nagott:
Noi
te giusta
Mej
Che
l'invidia e
Ma
Eel
Turch
stemm a
5) sto
descordi nazional.
la reson:
Andemm,
V'emm
spazzetta, allon!
forsi ligaa
chi per
mincion?
Andee
Gi che podem
La
guari
239
NOTE
1)
a pcician: a piedi.
4) buseccon
di
la
nomignolo affibbiato
ai milanesi
per la loro
pMaone
alla
zuppa
trippa {busecca).
5) Eel:
egli.
solleciti.
DI
GAMB AVERT
(1816)
CANZON.
PRIMA PART
Moros dannaa,
Pien de
loeuj
Sercimm
'),
tradii
de
de
la
fastidi 2),
*).
morosa,
e pien de corna,
garett.
dazi 5).
(1817)
Seva in somma
El cap d locc 7),
tucc
in
No
De
241
la
incia ^)
de Milan,
pader di legrij;
el
cottarij
se parlava d'olter
Fior
se
de sonad in su l'armandorin,
andava a on festin,
Gli'eva subet
la
in
Me
Come
Che
lee
I
nosl oeucc even l
Saldo adoss vun de
Ma
infin,
mi la vardava
vardava mi;
^2),
la
l'olir
lee,
inanz indree;
daj e redaj,
caraffa
li
in su
l'ullem gott,
poslandela in mezz
De quij duu lvor, ch'even de bornis
Sur Marchionn,
Bevi, con pocc
i6
la
dis,
respell,
soeu bellezzl
^^),
242
La m'ha
vampa de
calor
Soltaven i pareli,
solt foeura aneli
i ceucc voreven
E
E
fin
lor;
l'armandorin.
Che ghe
A
La
el
manegh e
De
fina in
mezz
di oss.
Hoo
gh'eva
Che
gi a
el
Forniss el ball
infin,
de tend
Sgori a cercalla lee
E a storgem de per mi
mi, inscambi
Ghe
ai fatti
el
me
mee,
straforzin 20).
che femm
Intant
243
noster compliment,
mamma
marcanaggia,
gropp e maggia ^^),
La comenza de cap el striament.
M'han visi on gorgoran 25),
Solta voltra
Che, per
Che
la
fa
pativa
gi a
lor
galitt 26)
in del
lodamm,
insavonamm
Me ciappi la
Vemm in straa,
Ghe
parli
D'amor?.,.
No
E de sciguettaria?...
Pesg che pesg, sitta squas
Oh
Ma
quest
poei....
per,
impunemanch,
Se noi catti
Vuj puttost
specci
me
staga
geni....
resta in
in sul so fa,
sepolto cont el
pann bianch
30).
l.
Donca mi ghe
244
sont
minga indefferent?
Che sbusa
E andemm
Ona
ma de
l,
quij
scinivij:
l,
reson dree
l'oltra,
del so talenti
in su sto fa,
al
Malcanton
^2),
volponon,
la
Ghe
On
Ghe doo
la
bona
Con
la
mamma e
me
Regoeuii 37)
nott,
l'affare
de doman;
el
penser,
la
mia
straa.
Che
striament, foeul
de settimana!
245
Come
del cerveli,
a stravaccagh su de l'acquavita.
insci,
Hoo
Doveva and
On
E
a patron
trattin
Te
Malcanton.
denanz che
In quell d
me
Tra
al
el
fa di
Cappell e
el
mja,
Brusava de posse
Speggiamm dent
Sont staa a
Che
Ma
La
ch'el
petitt
me
la
^)
busa
legria
brusass via
per scusa,
^5).
Mi, che
246
mee
infirava
volt r
de
sloffen 46)^
Mi
de dorm,
gi.
Vun
di
Infin
l'
deslenguaa
Basta,
53),
Seva giamo
in
Quadronn
54),
Che no
Ne
Ne
On trattin la pu bella
E la mej ballarina de Milan;
E quand pensi che sera
El patron mi de toeuUa quand se sia,
sanguanon de bia!
senti a and gi el fond propi davvera!
Ah
Me
Guadagnamm
De famm on
de
tra via
strasc;
Con
Che
tant assee
scior e
247
mort,
liberamm de
Intani a
Riva
infin
La
La
Battista,
el
me
riva el
sto martiri
guardi,
sonador,
amor.
me
deliri.
gh'eva su on corseti,
De
Con
velli
sott
ross scarlatt,
on percall bianch
Ch'el rivava
doma
grassott,
e fm,
suttil
Ch'el diseva
I
60),
duu su
Spartii in
Ghe
On
faven pari
rosin
la
per
front,
negher e
folt,
volt
el
Che
Spionaven de duu
Bislonch
come
la
taj
sferla 64)
di
maron;
di lavrilt rident
Compariva ona
fra
de
dencitt,
Come
ona
lira
de perlinn dargent,
248
De
suttir
forniven in bocca
D'on para de
pussee piscininn
Che no ponn
vess
Viscora
66),
^5).
de god,
tutta
traversada 68),
de vess prepontada
De
La
La
L'va
Che
insci
pu ne manch,
ai brutt.
in quell
de
la
moment
sar,
Mi,
al
Locch e
gott;
sont staa
in sto stat
de ingermadura 7')
Come
in l'orchestin
249
Ona
On
tosa
bru8
che
al
gh'fi
E
Tra
Tra
l,
Me
Denanz che
reussiss
porta foeura
Dopo
Come a
verz 0)
in del coeur.
legg intramez/ d'on impollin,
l'ostaria.
Che
Noi
Je
in
di sapoeur.
possuu tegn
De basamm, de famm
(Sibben che in
El me pientass
sul
l
millia sibizion
pu bon,
el cunt de paga mi).
Ma
dg l'and a
poe, in
Che porch
250
d'on scior
El voreva famm d
L'appalt di scarp de
El voreva famm ve
el
me
dighi nient
c,
voreva fa!
el regglment,
tutt
On
On
De
mi del me.
e qui] de la foeura,
In tra
E me
sgonfiava foeura
loffi
fa la roeuda,
Come
on dord
sott ai
Me
De
staa,
fa
on
frecass
sass:
infin
(Come
m nan
l'va
Magara
Ch'hoo
Me
On
attenzion,
faa patron
de
insci,
giust)
in
d'andagh
de quell
in c.
fottuu
moment
Che no
profittaa el d
sarev, in st'ora,
Magher
Ma
Per mi no gh'
Che
Che
251
l'
resoti
l'
Se
sei tegnal
a Ziiavegna ^^).
De
^),
suffraga:
el
me
che
sgar,
flemma
on desgraziaa che se lumenta,
scolta
se noi ve spaventa
Che
sentirii
di coss strasordenari.
sentii.
NOTE
1)
Iceuj: crucci.
2) fastid: contrariet.
4) (ceura di busch
\'in
fuori noviziato.
3) Allude alla leva militare, prescritta dal Governo Repubblicano, il 3 novembre 1801, successivamente riconfermata, che prescriveva la coscrizione militare
in
affine di
tutta
la
Repubblica
italiana,
20
ai
cittadini
come
la
peggiore delle
taglie
poste
23
anni,
istessa,
co-
Governo
dal
lombardi.
6) incia
sinonimo di
' igna,
ghigna
'
notisi,
1
-;
ar,
ali.
alla
252
2)
hit).
giubbianava
Che
che
fitt
civettava.
f oi
latino
quii
fit,
quid
14) sbarloeuggia
addocchia fissando.
19) s'cioppon de
in
qualche modo.
stonature madornali.
lira:
20)
straforzin: capestro.
21)
loffi:
proposta; lusinghiera.
far
moine.
irretire.
galitt:
solletico.
28)
sitta
30) Allude
celibi
31) mostacc:
ciera.
32) Malcanton: il primo tratto della odierna via Unione entrando da via
Torino (cos detto, per la mala situazione del luogo, angusto) allargato su la
fine del sec. XVIII per iniziativa di un tal Marazzani, che fece dipingere su
la sua casa (ora sostituita dal n. 2 di via Unione) due medaglie, una rappresentante S.
Ambrogio
collo
staffile,
l'oltra:
35)
sciasser:
l'altra
ecc.
Milano, Pulini,
1802, pag.
208).
in fretta.
cio la madre.
massiccio.
regoeuii: raccolgo.
il
primo
che
si
rappigliano;
253
4i)
Liron....
prcMo
l'altra
builica di S. Aro
palazzo di
il
Fiori Oicuri).
Cappell....
44) poncignaa: ho
45) a
'
ma
la
* alla
buta:
me brutau
ch'cl
46)
iloffen:
47)
soculi:
48)
Il
bettola*
via
la
come
dal
soggiungere
che
fa
Marchionn
petitt '.
santo gigantesco,
49) quaj:
grullo.
l'appisolarsi.
50) piaorgni:
51) scumi:
sfioro
il
52) intuito tra eh): in riguardo a metter qui; frase ora disusala che doveva essere accompagnata dal gesto della mano destra portata verso la bocca
per indicare la voracit di un mangiatore.
Non
della sala
ancora
si
situata fra
il
corso
Italia
da ballo del
Battista.
tlellon,
uccello
da
le fanciulle
chiamavansi
di avviarlo.
58) repetton:
59)
retta,
al
sopra
ripicco.
fior
il
brianzama
hrlati'
(brianzuola).
spaccato.
sferla:
66) Viscora:
67) avolta
vispa.
alta.
di spalle.
254
portiera.
solleticavano.
sott:
73) scoccaa:
burlato.
(figurato)
giochi.
76) Commenda: osteria situata nella casa n. 4591, del Borgo di Paria
Romana, che aveva un transito interno alla strada e vicolo della Commenda,
continuazione della via Guastalla a quella casa, secondo il Manuale di raffronto.... delle soppresse numerazioni delle case.... di Milano (Milano, Pirola, 1866), attualmente corrisponde quella che porta il n. 77 in corso di
Porta Romana.
;
scorsoi.
verz: strapparsi.
84)
giboll:
miei interessi.
svegliare.
ammaccare.
l'ha,
ecc.: chi
la sfortuna,
una con-
se la tenga.
dis
ha
nell'atto di
"
Come
255
SECONDA PART.
Min
staa
d donn
in
mezz a
trii
soldaa.
el
al
cammin,
la
pippa.
256
la fel,
gi a ses,
sett,
scar infamm,
in d'ona girivoeulta;
anch lor i donn
Adree a la gamba a salt, come livree,
Me tendeven adree
Sbragiand: Sur Marchionn, sur Marchionn!
I
scinivij
lor
Che
seva
Pondi i pee
E, ponf! in
per
infir
in su
terra
el
goss!
la
straa,
Ma
giust in quell
on bagnaa,
come on
fass
de squell
5).
Tetton
gh'ha vuu el contrattemp de possemm giong,
Inlora la
La
De francamm in di ong,
De tornamm a tra al coli
La
El
sbarlada fceura
^),
Tutt
Hin
cavezzon^).
fu.... l'
staa l',
Mezza
el
la
bila e el spuell
in del torna
Umel
de
fora fora
de sora
e mansueti
come on
agnell.
Fada
Andaa
la pai.
per
257
tornada
la
legria,
soeu quij
fatt
duu
soldaa,
staa
Per oc
Che
quij nebbijtt
se sa, ne se
ponn de condemen
se voeur ben,
guzzen
el
petitt.
de
on des
d,
spessiss e a vegn
Scighr
folt
e senavra 9) malarbetta;
Ch
con
tutt
che
mader de (oeura.
nega e sconfond,
tant
Impunemanch
per,
hoo cattaa
sui
de Doeuv,
ceuv,
E
De
intrattant
l,
tutt
part per
che mi saldo
Me
258
stinava
Torna indree
quell canaja,
Ch'el
A
De
quell rebuttament,
sul
fin
muson,
de quella guaja.
De
donn
allora,
M'han
De
l'impiccaa.
gi vetuperi
ditt
vesin,
Ch'hoo vuu
Che
Ma
E
E
tutt
L'
quell
fornii
Anzi cont
me
anch
el
sussor
lu
compagn de
l'olter
pregaj
guaj.
De
l'ora
259
me
inanz, allon,
8[)o&alla;
Hoo
giustaa su la c passantament,
resi di
el
ciovitt l^),
pocch
Vanzaa on poo
Ch'i hoo faa
col sona, on
dree a lee,
Scceudendegh vun per un tucc
solt
Ch'aveva giamo
La
La
guggia d'ora,
eros
de perla
tolt
el
coli
petitt '^).
de granadinn,
finn
Quand
De
la
cap, che
mi
(Quell che
sta
23)
asquas,
De duu
tal
e qual,
sercion de roeuda
de caroccia.
Voo
via a
loei
260
Doo
Se
Se
la
di voeult
mai
la
scolti
a descart 29);
l'olter
Ne
so
de
^^)
lee,
Ecco,
fioeuj,
dee a
tra,
scoltee,
sentii,
No
ghe
on ett;
che ghe l'hoo
Caro mio dolcie core
Scoiteli,
Ho
baratti
in
ment piccaa e
scolpii:
Domane
Poso
Ma
so de guardia lutto el
32) ce vedaremo.
ti
De
261
gomo:
Sta segura;
Per fornire
De
far
Una
On
el tormento
Adio anema
sta vita.
copp in
on bonbon
azzident, on
Saraven slaa
d'ora.
maa de
sul
pelt,
tegnon 35)
Hoo comenzaa
a bui,
suda, a fuma
sont
come on caldar,
daa foeura a sgar,
Matt, malt affacc, de no possemm
Amor,
Me
tegn.
me
strasciaven,
Che
Se
sarava palper,
Quand
E
De
A!
poei
senti a
in
sant
per tutt
39)^
i
gies,
l on poo,
a scampana i avemarij.
son de quij campann
recordi in bon pont de quell lass,
ch'olter che ne lu
Me
E
P juttamm
e salvamm de
sti
malann.
ses,
corri,
via
de
262
de
voo gi di
de c
fed,
voi, foeura
scar,
In di so brasc, del
Ma
aitar;
el
me
l,
me fa
E el me
El
^^),
Infin,
me ciappa sott
E el me mena in
El
De
su l'atem.
263
NOTE
1)
puorgna: l'appMlarti.
2) dorm
in
ombria: dormiveglia.
in
di
cavalli.
'
gonnellina.
8) sbarlada foeura:
9) tenavra
monachetto
fascio di scodelle.
6) cavezzon: specie
7) in torioeura:
il
finestra.
la
discinta.
salsa di snape.
ritirata
fondo
in
al ringhiera (llnghero)
come
nelle vec-
tarli
il
buco
5)
hoo vuu
para, ecc.
in
ho avuto
difiicolt
agguato.
20)
peritt
22) volton
canti che era
di Mercant: uno dei passaggi a volta nella piazza dei Mercompletamente chiusa da edifici.
23) ses-des-e-on-quattrin: sinonimo di scudo napoleonico il quale corrispondeva a lire sci, soldi dieci e un quattrino dell'antica valuta milanese.
24)
me
petti in saccoccia:
intasco.
sloffi
distratto, in
lento,
ficcarli
pigro
(il
quindi
manicotto).
di nascosto.
'
qui,
peder-sloffi *
sinonimo di
uomo che
uomo che
si
attarda, quasi
' fa
lo
gnorr
*.
28) mei
gajoffi:
29) descart:
l'intasco.
sciogliere l'involto.
31) descognet:
32) Poso
264
di carta.
ignari.
posdomani.
36)
freguj
briciole.
37) cattabuj
38) beccarla:
39)
cortij:
40)
el
41) a
me
tutt
ribollimento.
carneficina.
coltelli.
impastoccia: mi d ad intendere.
i
stee:
ona scocca:
ad ogni
costo.
una burla.
42)
fa
43)
fare
265
TERZA PART.
Gh'eva giamo
me nom
el
beli e impastaa;
TuttcoEs va prontaa,
lett;
intorna,
el
posi ^) e
amis
cavalier 5)
de
la
Quand
el
sposalla,
d,
beli gioved,
Vedi
contrada.
al
solet a tiovalla.
la
troeuvi la
De
la
pagura de
quand ghe
sent
on quej cas;
sont del p
Credeva incoeu
su:
nas
266
sta
cossa? -
sudor,
Che
maa
quell
solta in testa
Per liberass de mi
E and a la Canobbiana a god la festa;
E mi, de maladett
Ghe molli el vada ^) a lee de parnonzi,
S'hoo de and o s'hoo de sta;
E stoo spionand in dove la se mett.... 9)
Ma
La
lee,
me d
la
moeud
quand
In
senza
fa
tante zerimoni,
E
Me
l'alzada '0)
che, ditt e
De
me
la
capponi
'
'
a messed el ghignon,
senti tant
Che
f att,
sont su la scara
foo la conclusion
riva a tutt
Voo
De possemm
de
scond con
la
e galopp,
Pettegasciand ^^) per terra
Corri a la Canobbiana
pelanda
sciabel ^^);
trott
la
balzana,
267
Per
i
scagn,
varda pagn,
Scolta vs, spiona anaann '^), tira, bestira,
Finalment de l on poo.
Tra on grpp de gent che balla la monfrina
Vedi ona mascarina
la
Varda
gent,
Che le
lee,
tutta
lee,
giugagh
svergn
el
So
So
So
el
cool
el
persona.
so el perovtt '^);
cuu de fanch a
la
s'ciancona 1^);
Insomma, so
tuttcoss
de inscima
in fond.
A
E
poei te
Che
pesti
nos,
el
scgn!
Che no
De
No
No
per
tutt,
scolti
doo a
pu
tra
nagott,
pu a reson; vedi
On bott a brasciass
E mi gi ona firada
su,
de
cazzott.
lee e lu
268
in camarin.
El
scolta di
desquatt
E,
disii
Ah
m,
el faccion,
fioeuj?...
l'
minga
lee....
el fall,
Che
Scoltee
adess,
fioeuj,
che mi
el ripport.
mondi
Per
menamm
come
22)^
lu,
in
269
Lee, giust
Con
lee,
Ah
de dent,
fioroni
Tellon
la
mamma,
la
Gh'aveven a
la bocca
Tutt quatter la caraffa, e hin restaa li
Cojoni a vardamm mi
Senza ne batt on oeucc, ne fa una mocca
23).
El prim a falla foeura, a romp Tincant Sont staa mi, che hoo bajaa dona manera
Che nanch on turch davvera
No l'avarav possuu baj oltertant:
Per lee seva in cantgora 24)^
Per lee in preson, per lee seva a sto pass;
Podii donch fegurass
Che cagnazz seva mi dedree a sta lgora.
Ma
EI
lee,
ciel,
la
la
me
fa pari
Mi
A
Me
On
se setti vesin,
Ma
rid,
infm poei
Caraffa in
la
l'aria,
se d:
e Paci'e cielebratta l 28)
did.
270
No me
Giusta su
el sur sargent
Che
l'
Ditt e
fatt
el corr via
De
sta nceuva,
Gi alegher
La
mtria
fioj
alto,
sett
allori,
sont
mja.
mi che paga,
on'oltra boccarada!
passada:
l'
indree on croson.
quij
sciori,
e che la vaga!
De
Cont
sto
pont fnamai
tant che
semm
d quell eh'
da
al
me
vintsold ^0).
sabet grass,
sta in vceulta
de
<jh
d,
la cicciarava,
lee,
mi e
Andaa
No
in c:
l,
271
pat
Denanz menamm a c
sta
maraveja.
L'va
La
Tetton, per
Ci,
fin
la
Tutt va
fiacca in strada,
la
ai soeu
in Brovtt el
tutt
scricciatt
Bolognin
al
^^),
a bolognalla a mi.
Poe
pont,
duu padrin,
Se
in pront:
anca a
la
allon
cura,
272
pu,
Semm
andaa a c a dorm
l'ora che i olter leven
Adess mo, lorocch, cappon,
Giust in
su.
Degh
semm
al
bon.
Vegnimm
De
No
fioeuj:
lee in c, e
imbrojona, sfacciada,
Adrittura
D'ora e
el
prim
strasora,
d,
gent
sta
sposa?
su e gi di scar,
come
correr;
273
Del
lira
porci) fottuu
el
La
cuiamm
sii
Comandaven
fest
Lor la menaven
Senza nanca d
sont
Che,
Che
sargent.
(in
via
lor
in
c mia:
via,
catt,
de noce, de di;
rivaa a quella
de
quij
allora l'va in c,
avella.
Ma
E
fa;
temp on sgonfament
Col so compagnament
De gmit ^), de rincress ^^), de mal
soltaa foeura a
De moeud che,
Hoo quislaa on
balcaa
in
gamba
ari 50)^
Ma
274
Ma
fussen staa
on
Che
danee
bon
corna....
Sentii questa,
l'
De
la fever terzana,
On
d ben,
Quand ona
on d maa, on poo
Me
gi,
on poo
bella sira,
de
bottia,
Come de vun
Mi
che
me
de mira.
tujess
omm
che sont
Com' de
Ma
L
El
quand
giust
me fa on
E el me tra
de slanz
solt inanz,
contra el
mur cont on
button.
Vestii in
De
fa streng el sesin
olter
che a mi.
su,
275
La
1 sarav
De
me
staa el
rebatt
cont
tarll ^^).
cas
gnocch
56) |a prepotenza,
prudenza,
per la pas.
Che ghe
senza d on
Ciappen a gamb
la
ett,
porta, e
van
in fum.
Ghe
solta
Che
la
conversion.
come
on'inguilla,
D'ave de fa a tegnilla,
E de gionta, deliqui e strangojn
^7).
Alto
prest,
el
Acqua, solass
Vesinn inanz
Tucc
276
zerusegh, la comaa!
58),
indree,
al
su.
furia
De
de struziamm,
noce intregh senza dorm,
sta di
L'hoo missa
la
in quindes d
portada de posse pagamm.
El pagament
Tornand de
la
l'
staa
Troeuvi netta la c,
De possegh balla denter la monfrina.
Pu ona camisa, on strasc,
Pu on lenzoeu, ona coverta, on piatt, on ramm,
E lee, la ladra infamm,
Scappada a fa la crappa ^') ^^ soldarasc 62).
277
letter
Vedi
de
lee,
l'intrigh col
vegni
ir
ciar e patent,
sart,
cognizion
Ma
Se
a tertegnimm
vegneva
man
la
in
par squasi
Ficeuj, tender
buratton.
No me
del guantin)
scolta
don
me
bambin,
de coeur, che
sii
l'
beli.
staa chi
cortesia,
Compatimm, consolemm,
piangii
con mi;
quell,
De
la
capa de luce
bolgironn.
NOTE.
lana del Brovtt: il palazzo municipale, nella via omonima, fu inida Filippo Maria Viiconti e ultimato dal Conte di Carmagnola, ora residenza degli uffici demaniali o dell'Intendenza di Finanza. Quivi, fino al ettembre del 1860, erano gli uffici del Municipio di Milano. VSaaa del Brov'ctl
era 'all>o dove ti pubblicavano
matrimoni da contrarti civilmeate, secondo
1) lu
ziato
le
prescrizioni della
2) benis
legislazione francese.
confetti.
278
3) perteg: imagine
4)
post:
5)
cavalier:
tolta dall'abbacchiare
le
clienti.
8)
el
vada: termine
9)
in
dove
10) alzada:
italiano,
che equivale a
di giuoco,
invilo.
la se
a andar
la spinta
via.
sitta:
il
storte.
trascinando e inzaccherando.
lepre.
piroettare.
il
8) a la s'ciancona sinonimo di
donna che veste alla moda.
1
"
19) sbirent:
stoccona
"
(f .
di a 'ciancon,
e sloccon)
sfavillanti.
esibisco.
sebissi:
22) persegh
lass:
pesca spiccia.
24) cantgora:
che
si
bocca di
tutti ".
di lagrime.
27)
betteghi: balbetto.
28)
"
Pace celebrata
"
era
5',
il
motto
coniata
latino
nel
29) croson, ecc.: il segno di croce che il Parroco, ai crocicchi delle vie
campagna traccia per benedire i campi durante le processioni (logazion)
fatte in primavera innanzi Pentecoste
qui significa " non luogo a procedere ".
di
32)
fiacca
campagna
come
carrozza
ridicoli
" in
o di malaugurio.
fiore,
coi fiocchi
".
lin-
279
33) Che
come
il
il
l'ufTiciale
quale qui deplora che quell'atto civile gli aveue appioppata una merce avaquale la Tetton: bolognalla ha appunto il senso di imbrogliare.
riata
34) pastegg:
La
3 3)
pranzo.
il
notte del sabato grasso era libero a tutti l'iagreato nei ritrovi pub-
blici
di
palloni.
36) Quattro
popolari
teatri
Carchrn
corso Porta
in
Romana, e Canobomonima,
hiant
mente
delta.
37) Protraendoii
i
le
danze
le
fino al
Messa
in
aurora
di
Quaresima,
il
teatro
storica
di
comunemente
il
teatro
della
dicevasi
Starlattona
42) zavaj
43) slandrosa:
44)
dissipatrice.
bighellona
pattr:
sfacciata.
rigattiere.
sospetta.
rincress:
30) balcaa
51)
petitt:
52) cilan
la
male voglie.
ari:
placate le baldanze
spilongone
sua et richieda.
53)
(>ajasc:
54)
nisciorn:
55)
tarll:
280
verghella di nocciuolo.
58)
alla gola.
tolass: salasso.
59) priguer: pericolo (sottintendi, di aborto) in conseguenza dello spavento {streinizi) simulato d'accordo coi compari che avevano bastonato Marchionn, per giustificare presso
il
credulo marito
62) soldarasc:
far la vita
da caserma.
le
doglie di
quel
parto
che
SONETTI.
I)
(1815).
disen, roejl
lu,
on candirott de pu.
Goden de
1
o de raff, o indrizz o
Cerchen, se ponn, de spiscinigh
de
E
Ghe
rift
galantomm,
stort,
el
nomm.
me magon,
284
2.
Se droeuven
che strappen
Ma
lu,
el
dent o
la
in
massa
ganassa;
285
4.
(1809).
El sar vera
fors
lu 7)
9),
no
spienten
)i
fossa
pi.
On
'
i^).
(1811).
Ma
l'
semper so p,
Quel che
L' a vede
me
i
sia bolgiraal
par a mi on poo
strava(;;ant
magonent
'7)
Mssem che
No
286
20).
(-1816).
Coss'evela
manna
la
ch'el Signor
In di
De
faccia,
canaj,
sti
lu,
de
Se seva mi
Ghe voreva
Ona manna
de bon, mndegh
di quaj! 24)
stampononazza!
mostacc
de stronz longh quatter brazza.
el Signor,
fa pioeuv in sul
7.
(-1815).
Come
fala
Che
d,
sura Lenin,
i
mee?
Come
soltaa in
Che
l'ha de cap
ghel poss propi minga perdona.
men che
mi
Che
eoi
man
gi gh'hoo on schivi
de no
d.
287
8.
r-ifli2).
Quand
scialalia
Quand
so che
ne bologna
ball ch'el
29),
Quand
soeu
la
rogna.
grattta allegrament
intrattant ch'el
Vedessev che
avegh
capp riden e
tasen,
nient.
Remirava con
Vuna de
El
ritratt
sti
tutta devozion
mattinn in l'Ospedaa
de Monteggia
Per rampa
A
Ch'el
sto
me
el firon 34)
pont
tutt
l'amor per
L andaa in
E hoo vist
fond di calcagn
infin
che
ammalaa.
la
virt,
de
lu
sass 36),
de per
sciori 37)
lu.
no gh'han
mort.
tort
288
10.
(1814).
Marcanagg
El
sit
l'olter
olter.
n.
(1815).
scriv
ne sav legg
mi (destinon porch)
Sui palpee
tutt
el
d,
col
me
sta
su
l'
lu.
289
12.
(1807-1617).
Quand per
La campagna
ttravaganz de
la
stagion
va a fass sbolgir,
Ogni fede! zeoco subet el va
la
tcEUssela
passion.
fa
quamquam
Sempion,
I
I
E
Ghe
de
stremii
cert olter,
Usand
la
tem[)esta,
l'han,
savii
con
chi?...
resta....
13.
Oh
carin,
Arcadin
Pien d'estrin
Pian pianin,
Noi
Te
Per
50)^
che
fa frin frin
Parnassio
in
col ghitarrin,
tult
Te
Che
InBn
Dove
E
9
te
te
fa
preghi per
el
cardeghin
versin
de
tutt
e duu
boggin 55).
290
14.
(-1815).
Scimes
Camol
56),
58),
Pover
Mordinn
Caghenn
bestiolitt!
61),
Cribbienn 64)
pagn
65),
sii
patron;
muson;
carna, el gran.
la
frutt,
bestiolitt,
petitt.
tutti
vost meret
De
15.
(-1812).
Che
Tult
Che
e el ponn
fa
lenguagg del
mond
hin
come
quell
Che no
Ma
idej,
regola
Manell 67)
idej,
sto
bon gust gi
Tant
el
sa vara
flemma de
studia.
beli
291
16.
(-1815).
Che in
Che p
Che l'
Ma
E
Et
quant a
fa
strivaj
lu
tra
maravej quella di
omm
le quell
sta
Domm,
al
sett.
de l'impromett
de vess
fa tort
Ma
dianzer, coss'hin
Hin merda,
Feo el sbir,
mee danee?
boja, el lader
ciappann pu?
de mestee?
Che lavorem
Mi
penser del
me
mi che
eoo, e lu el
peli,
lu,
viteil.
17.
(1810-1814).
Quand
spij,
Credevev
fors
De
On
Ne
In
1
sui
sii
fal
gust del re
tra
caff.
292
18
72).
(1810).
de grata regordanza
El scassem subet gi del tabellon
In contrassegn
Di
fina
De
Che
parla
maa de nun
sira
e mattina.
Che
paricc finalment,
19.
accompagnatori
d'on
servizi
de
deseri.
(1814).
fa
293
che
l'uso
Ponn
serviv
se fa de certi capp,
de auguri e compliment.
Servirai! tutt
20.
a on
/ci/Ai 76).
(-1815).
legria,
lett,
De
Sont
che te diree
Grazi e i Mus che balla
Sui bej praa del Pegasee:
Che
sicur
hin
Ma
el diroo forsi
mej mi
calla
set
ti.
21.
(-1815).
Gh'eva
Che
in
Per scern
I
294
foeura el
sit
de
fa insedi
chi el
d tropp
in l'oeucc,
se vedar;
resta el
segn di boeucc.
Oh
(La sclama
sta
sciorina a l'improvvista).
insci:
pussee
anm
in vista!
22.
AL SUR AVVOCAI
de Senagh.
(-1814).
lu:
A
A
frisell
^9);
Tant per
Tant per
caff,
latt,
sorbitt,
la tolla
Vedi a
*)
si
la
legge inset,
conclusion.
ma sembra un
errore tipografico.
295
Come
Tant per
Per
sarav a d:
frustadura di ganass,
la
Tant de pu,
de tila e pann,
minga pocch dann,
mssem in sti ann
in di
vestii,
l'
De
Se
danee.... pover
E
Ch'el tegna
el me fa tort....
semm minga mort....
femm de sta soft,
lu....
n..,,
incontraremm.... gi no
sta
con
poe
sald....
lu
d.
23.
I
SETT DESGRAZI.
(-1815).
296
Ma
De
De
el diavol,
tucc
Cristian,
resoli
de
la fortuna
87),
el te
Appenna
su la festa,
Che
on omm,
ong sul pomm;
quella on galantomm
E
De
quij tal
El ferma
al
de
la
in
infn l'
Ah
traditor
d'Adamm.
infamm
adree,
la
minee
Va
l:
satisfet pur,
fa
t vendett:
foeura setti
Demoni marcadett!
Sissignor, propi sett,
Vuna,
Coi soeu de
La
terza,
c,
che pronten
La
d, el pien
la cannella;
La
l'arrest;
el nichl transit^^)
quarta, la querella
de monscior
vicari;
La
sesta, el vestiari
297
don
nas in
el
fatt
con
la
poetta
trombetta.
24.
90)
(1816).
zione
1
ma
atte a
modo
in
Al comparire
scritte
irx
del primo
dialetto
della Colle-
(Piroita,
mantenere
il
tredici
sonetti polemici
Giordani, pubblichiamo
Se on
De
volume
milanese
trivialit,
Milano. Dei
il
nome
opere
migliori
delle
2 volumi
il
acre e pedante.
che
il
e che ad ogni
gloria
letteraria di
che
Ohib!
Che
el
sarav fradell
de juell'Abaa
1816.
inutilit,
298
25.
(-1816).
te
E
E
lor,
E
De
che
infin
porta el
de pessee
assee
^3).
26.
Catto! el
Hin
me
dis,
tutta grazia,
che
tutta ziviltaa,
Ma
catto!
s'el
voreva strapazzann,
El doveva almanch
Sbassass,
Cont
el
come
fall
in sbottasciaa ^4),
el dis lu,
lenguagg di
goff
trattann, parlann
e di rabbiaa!
299
27.
(1816).
Natan
profetta (e questa,
sur
Abaa,
De
In dov'eei, el respond,
Manch
Ti
Natan
te sec el ricch,
repa,
el
e el desgraziaa
l'
Uria.
De
fa
La
rimm de Toscana, e
lece a cava],
guerra a
sti
tomitt,
Lu, dighi,
De
Che
el
gh'ha
el
petitt
300
28.
(1816).
me
Giavan,
compina
Sti
Don
El fregaoeucc
pocch donzenn de
nomm
'0')
italian.
se
de gionta
el
vorar nota
Sti
Che ghe
Leggemm:
Letteratura:
Rivola, Castion,
Magg,
Litta,
Muss
^^^),
Gigee,
Balestree,
Tanz, Borromee,
Ferrari Ottavian,
301
Gattani Gaitan.
Beccaria Ballin.
Incishn: Giusepp
Archilellura: Bass,
E
La
in tra
la Milesi, la Legnana,
Corneo, la Vedana,
L'Olivazza, l'Appiana.
donn
Belleria,
la
302
Scultura: Porta,
Solar,
Pap
Posteria, Ares,
Manfred
di dottoraa,
Setalla,
Piroven e Giussan.
^olitega: Moron, Verr, Beccaria.
Matematega, Calcai, Stronomia:
Ceva, Agnesa Maria,
L' on lum de
vott stoppin.
Melz Luduvigh,
Medes, Castald, e Belgiojos Albrigh,
Milizia: EI gran Trivulz,
la
Palladin,
Luvis Marchesin.
el
Boss de Provvision.
Ona
Perfett, arziperfett,
plusquam
perfett:
Don
Giavan,
Che
Che
l'ha leggiuu
paes no
sto
De
polit,
l'
Ne
Se
303
biott e
insci
sprovvitt
Ch'ei te toeuva
Insci a
lu,
de pu,
su
la
El Silon,
Tucc
el
in foeuj,
E
Ghe
mostraran in tucc
Tane
quist chi,
i
sur
Abaa,
or ch'el stinui
nomm
de omenon de scima,
Che in grazia de la rima
olter
de
in virt
Hoc dovuu
la
santa discrezion
per
Infin
Pien
la
ras e
bonne bouche
Toh
De
on breviari '06)
el gh'
comor de indulgenz
plenari.
de duu
quest chi,
Don
Giavan,
De
qui)
l'ofizi,
p quistass
bocca andand a spass;
Che l' mej che struziass
Per vegn
in culi a tucc,
come
ch'el fa.
304
29.
*)
MENEGHIN CLASSEGH.
(1817).
cojonna!
oss;
Vener e
Che
E me
stan
part,
per mi
Ghoo Pann
'08) ch'el
De damm
Romma
Ghoo
quand m'han
me
pascoUa
el favor
Su
*)
Il
ai suoi avversari,
classici,
che
luoghi comuni della mitologia, allora in voga, non per ignoranza della
sima,
ma
spirito pratico
anche
diti
le pi
moderno,
il
classicismo
non risponde
alle
mede-
esigenze dello
loro pi recon-
305
Gh'hoo
La
De Ninf
De fa on
Che
boffen
El me secca la bzzera
Ven vohra Momo "4),
Fina
camerada
sont tutt
scalza,
s'el
in
e el
ch'el
fond de
mord, e
s'el
me
me
le
la
peccenna "5)
s'cenna,
repetta,
s'el
sgenna,
la
mia vendetta.
la
bolletta,
Sconduda
e plaff
pliff,
Che
le
me
je sgandolla
ona maraviglia de
Se
temp indree,
l
stord.
vuj intener
sta a
De
Ghoo
E me
el
dio
quij
Netun che me
lassa toe
sii
sbaratta el
quell che
me
mar
par,
rar,
Di
damm
Se me ciappa la
Ghoo Esculappi,
E
Ghoo
fin
Cont' al
fevera,
dolor,
fina al capell.
strivaj,
Se mai
I
306
vuj porta ai
steli
Can de
Ghoo
li
bujent, prontaa,
Con
Di
corona
la
E
E
Ercol, Bellona,
'22),
tutta
De
Vulcan del
bofett '25),
Ghe mandi
Egeria '27)
A
E
col so ajutt, in
La
fa
on
beli
O
Che
De
la
commaa Luzina
manch che
Adon, on
on
olter
noi se dis,
beli
Narzis '29)
magnaris,
El p
fass
sii
on magnan
'28)
Ghe
Besugna
Ghoo
De
307
Bn,
E
Quand che
Ghoo Com
la
la
tira
se infesci el buell
Dea Corna
Ch'anch che
de
cWe\
E
Ghoo
port,
se tratta
'34)
passaport,
el
ona zerusegona,
^^^),
No
la
fa
Se me tocca a la vita on
D'on creditor, che no me
Voo
Corona
'3^),
cojona.
la
indiscreti
lassa quiett,
E
Se
Col
vuj viv a la
fa in
tiri
inanz insci.
moda, e
commedia de
damm
del spacc
paricc mostacc,
Ghoo Gian de
quatter face,
La
La
batt la mattana,
mettem
in spaller,
Se no poss and a
O
Ne
p,
and
in tirosa
come
Ghoo
tane somar,
con
larg
El Pegas
143)
308
me
che
porta a sgoratton
colzon,
el
'44)_
D'and
Ghoo
De
subet
ona
man
Adree
Polluz e Castor su
Se
La me
'47)
prest o tard
Ghoo
Per
per
tutt
ghoo Cacch
sartinn.
'53)
scuffierinn '52)
che
la
pensa lee
E
fior
ghoo Minoss,
ballarinn,
serv,
La Dea Voluppia
tiraj
150),
cantarinri,
I
Su
Lanzana
Gambarana '48),
giustizia umana
la
Che
la straa
de
soffaron, tutt a
recamm.
damm;
per no struzziamm
L'
la
309
Di damm,
di cavalieri,
di divott.
Di comich, di
cercott,
musech, di castron,
mamma, Tamisonna
La
morosa,
De
tutta quella
la
bonna
razza bella e
Che
viv in Eliconna,
nomm
Come
senza eccezion
l'
tucc in
hattisla,
sarav a d mitologista,
Classicista, elenista;
La
E
Al tempi de
la
Dove, quand
ghin,
Gloria
Infin
La
l',
porta in spalletta
je
sta
l'
gran metrss de
come
scior
la
la
Dea d'amor
Dea Marcia,
ossia
poltronaria.
Cli'el varda
mo,
usciuria,
Se me p convegni de renunzi
tante
Suda come on
peli,
porscell
310
Per vess
De
sicur,
quand
N,
me
no vuj
n,
prega;
sta
bega:
30.
to bellezz.
No
Tend
Tacchel
Che mi comenzi
scassai dal
L'ava
tuli
me
incoeu
foeugh e
tutt
amor per
l.
che on d
311
31.
(-1606)
De
Con
Lee che
E
E
me
la
trasmetta el
me
ritratt,
Ma
s'hin
mort
sti
Gh'hemm on
Viv
Garion domenican
ne l'ha daa apposta
gloria de Milan.
Per conserva
Insci
primm
la
Gh'hemm
I
sett
e sett el
Domm.
158).
312
33.
(-1815).
Ma
Tordor,
quistall,
Mortificass on
el
poo
doma
in la colazion.
34.
(Aprile 1814).
Dee
Se
indree.
Ma
n'havii fa
mo
tant,
violter baloss,
Che
De pod
nane vess
pont puttana
indifferent
313
35.
()
NOTIZIE AUTOBIOGRAFICHE.
(Frammenlo).
Sont nassuu
a sant Battoiamee
sott
settanta ses.
Al mezz-dl
del d qundes
Ch'cl so
riva a
e!
de quel mes
36.
(1815)
167).
No
El protesta e
Che
re,
No
el
Milan,
dicciara a tutt
Che
No
N
*)
II
le
due quartine
Rime
di
*.
altri
314
37.
(1816).
Hoo
E me
voeuren
De pettamm de
sti
se
in quaj
manera,
me compens no me specciava p
Che me credessen degn de and in galera.
Per
NOTE.
Giuseppe Bossi (1777 f 1815) pittore e letterato insigne, specialmente
la sua opera critica sul Cenacolo di Leonardo da Vinci e per la
copia del capolavoro leonardesco eseguita per incarico del Vice Re Eugenio
1)
celebre per
Beauharnais.
il
rastrelliera,
cio la dentatura.
francesi
8) ingossa: schifo.
9) pianten....
verz: metton..
1) zaffa:
toccare.
(v.
anche Sonetti
315
mi Ka piantalo
6) maccaron
piagnucolone.
7) magonent
accorati.
le
in
MpolaoaklM.
guerre
MO.
20) Al Porta
(atto....
21)
22) puj:
XVI,
20).
fegatelli.
polli.
23) sacc:
satolli,
sazi.
la
veritii
della
pioggia
la
civettone.
cisquitt:
nome
di
XVllI tn
incari-
29)
ball, ecc.
le
fanfaluche che
ci
racconta.
30) gratta: qui e nel verso seguente giuoca sul doppio senso del verbo
grattare, che in milanese vuol dire rubare.
gratt
la
il
L'iscrizione
il
dislivello
si
che inarcava
volt, ecc.:
di
questo
37)
la
sass: scolpito
scior:
nel
la
strada e
il
sasso.
seccatori.
39) d'un
el
qjoniam:
lo gnorri.
superare
cortile dell'ospedale.
38) seccaball:
40)
Maggiore.
la fatica nel
ricchi.
gali,
di
sonetto.
1
3U00
fac-simile
34) fava on
COMANDNI
33)
in
fatti
in casa
42) menna....
43) sonaj:
el
44) quamquam
all'"
fetton: faticare.
sciocchi.
:
retrogradi.
capo
316
Arco
della
45) magatton:
Pace
",
bigotti.
dell'abito muliebre.
vegill:
magro e
giorni di
di digiuno.
49) Satira contro il bergamasco Conte Bartolomeo Secco -Suardi, per verit
non piccino ma di forme colossali, che in una sua poesia deplor il clima
umido di Milano.
50) Puresin col
toss "
tutte le pulci
hanno
tossin
hanno
la
velleit di interloquire
5 1 ) bortolin
tosse,
col quale
" tutti
mettono
in
puress gh'an la
ridicolo
quanti
diminutivo di Bortolo,
si
nome
fra
Bergamo.
52) mostaccini piccola faccia (mostacc),
53) Dorindin: Dride; personificazione mitologica,
figlia
dell'Oceano; una
54)
te fee settina:
55) fa
siedi.
ti
ecc.: scherza
versin,
sul
56) Scimes:
cimici.
cicale.
60) badan:
innocenti.
61) Mordinn:
morsicateci.
62) sciscenn:
succhiateci.
63) secchenn:
seccateci.
64) Cribbienn:
65) pagn:
gli
66) vegniss a
67)
"
crivellateci,
abiti.
taj:
Questo sonetto
si
1812. Tuttoch
quei signori abbiano creduto di protestare che questo sonetto non si riferiva
ad alcuno ed abbiano cangiato il nome di Gorelli in quel di Manelli, sappia
che io lo feci appositarmnte per rintuzzare la baldanza di questo nominato
Qorelli sienese, altre volte cameriere dell'ex Senatore Spannocchi ed ora Cancelliere del
il
317
Antimo
la
casa e
69)
si
lavorero In
ven
bisticcio
suono
sul
' in
ver* '
che
significa
in
veni
sotto
primo regno
il
d'Italia,
erano periodici
Il
74) tgiandos:
75)
in
Sonetti
4 e 32.
il
3 ottobre 1814.
fragili.
ciapp: in cocci.
'.
faz-
78)
slisaa:
79)
iirisell:
80)
falzett:
81)
tolla
abili, effetto
nel
nico,
83)
il
1814.
84) schisciamicchin
titolo
che
si
dava per
di-
leggio ai seminaristi.
83) Teatrn
cos detto
il
teatri
regi,
la
Canobbiana. ora
teatro Lirico.
86) o pelaa:
la
chierica.
quij,
ecc.: poliziotti.
91) fabbregh:
case, palazzi.
si
come aha
giavot
un anorimo
93)
318
pescivendoli.
95)
96)
11
piatta: saccenteria.
97) Allude
il
superuomo,
il
cacasenno.
di Uria, narrato
all'adulterio di
triviale.
dei
II
un
ecc.: dare
98)
traa,
99)
fass foeura,
00) fregaoeucc
tracollo;
{sellon
mezzo
sul Ietto).
ritto
bambini, appena
svegliati, si stro-
103) Per
CAMPAGNANI POLICARPO
consultare le note di
Porta, (ediz.
I,
II,
alle
potranno
si
04)
in
Domm,
ecc.
Duomo
cio, in
un paio di
teologi, ogni
anno, nei
citati
e scienziati milanesi.
tori
1
06)
breviari
sommario
107) pienten
l,
divinit delle
alla sua
0) s'cioppon
campagne e
dei pastori.
garofani.
Ili) Vertunno, dio dei giardini ; Cerere, dea delle biade Pomona, divinit
dei frutti; Tritolemo, al quale Cerere insegn l'arte di coltivare la terra.
;
2) stronzonen
3) prs =: podice.
1
4) Momo, censore delle azioni degli dei e degli uomini.
1
1 1
5) peccenna
1 1
7) valdrappa
1 1
8)
damm
pettina a dovere
all'arte di guarire.
319
il
lott'a
122) Briareo,
dea
pattoiui:
la
toppone (fiallona)
le
cattagnc arrottite.
il
della guerra.
tre furie
diviniti infernali.
il
filo
la
litifone,
le
della vita.
126) Ciclopi,
fabbri di Vulcano.
127) Egeria,
la
126) Lucina
la
parti
felici.
30) Cunina presiedeva alle culle de' bambini Edusa al primo loro nutrimento
tosto che lasciavano le poppe; Statano aveva cura dell'educazione de' ragazzi.
1
131) Cloacina,
132)
la
'pagani nelle loro abenazioni avevano fatto una diviniti anche del
crepUus ventrh.
133) petti
mangiare, banchettare.
in castell:
il
feste
ed
alle
Romani
lotletla.
le
le
138) Ch'el ne
fa,
139) patturgna:
avevano eretto un
137) Lete:
menticare
alle
umane.
dell'interiora
ecc.:
Diana
tristezza.
propriamente nebbia
tristezza
indefinbile.
142) Lubezia,
143) Pegaso:
1
la
il
diviniti
che presiede
piaceri.
143) Le prime
ai
cavallo alato.
erano
le
'Come
quij
che
todKh dan
in
quarter
'.
rano
1
47)
le
straa
Lanzana
la
risalire
la
ti-
corrente.
151) donzelltt
320
in aiuto
che
moda anche
52)
scuffierinn
mortali nell'Averno.
fa le cuffie, allora di
54) bauli
podice.
nel
"
Al Pader Garion
il
le
(1" ediz.
il
non
scrittore latino,
XVI)
pubblicava
questi
",
il
ma
Giovanni Capis,
il
Varron
quale compose
in gran parte
161)
fornii Brera:
finite
le celebri
la
che
si
pon-
scuole di Brera.
mica o
vetri di
Moscovia,
Il
mese d'agosto.
168) cagazibett:
1
69) fregun
70) g'hoo
pettegoli.
al so, ecc.
ho beni immobili.
quaranta (anni).
171) saraa
l'anta:
compiti
Ho
scritto
72)
"
mergeva
di nuovo....
bero fortunatamente
tre
(sonetti)
che furono
scritti
contro di
me non
eb-
DITIRAMBI.
S.
M.
L'IMPERATOR
NAPOLEON
CON
MARIA LUISA
ARZIDUCHESSA D'AUSTRIA
(Aprile
i)
1610)
Cattaloeural 2) 1 nost
El nost p, rimperator,
El se sposa! Sci del
Che
l'
temp de
resgi '),
vin,
glo glo.
fa
D'ona
come
el
most
tinna.
Che
goden rann e
sei
Per mi
acqua, se
L' doma per lava
1
sciati
l'
i
bonna,
piatt.
5):
324
De
Doma
sto
liqued
on
gott ch'en
e ciall
fatt
beva
^),
in fall,
Me va el floss 9)
Finna in di oss,
Me va a stnder el eoo '0), me donda i brasc,
Ruzzi adree ") i ganib, che pari on omm de strasc.
Quand m inscambi ona caraffa
Poss boffann de la ciayetta ^^),
E me sent anch mi
E voo via, via, via
Col
cervell,
poetta,
lontan di mia.
Viva
Viva semper
la
gran
Tosa
Ch'el se sposa!
Che
la possa,
come
vid,
Attaccass a l polid.
De fagh presi on beli basgioeu
De
foeu
Gi, gi allegher
Del vin negher:
Sbegascemm ^^),
Che poeu dopo parlaremm.
Che
Che
beli color!
Viva Bu8t
16)
8 vidor!
Quest chi
Che
el
l'
bombas
'7)
oeucc, al nas;
ai
pas! la boccalina
Cont
el
Glo,
glo,
cuu
la
Viva, viva
el
la
li
varda
el
so:
glo.
Che mennava
Per
ver
Alla bocca,
Che
325
gh'emm
Patriarca,
gran barca:
tirn
e vassij,
Te
El se scolda, el se fa fort,
El se impippa de la mort.
L' per ti, per la toa tetta,
Che anca mi foo de poclta.
Per ti infn fastidi e cruzzi
No deventen che minuzzi;
Se pasenten
se indormenten
Finna quij senza pescuzzi.
20)
Al me
santo Patriarca
Che on
326
S'el soppiss
penser
seri,
De
tra
temp airamor
insemma i suzzessor
Per
el
1 d
Me
Che
De
intani
te resta in st'occasion
Che
l'
Che
tutt
quell che te
Col t balsem
El sar
de
De
giusta
fa
caloros,
conforta.
el
stomegh di spos.
De
de Gattinara,
de Novara.
Quest l' on vin; l' on vin de
Ch'el p vcss bevuu magara
quell
Vera
Anch
fin
gloria
primm Imperator.
dal
Varda
chi,
varda
Sanguanonl come
La
scior
la
scumma,
sfumma;
sta
L'
olter tant
pussee gustos,
mostos, p sostanzio;
Se
De
327
color,
St ciorlinn 28)
Guasta-tinn
guasta-vassij.
sii
impiastra-stomegh,
mes'ciozz a Meneghin
Fan
fastidi,
Mi,
puttost
Ma
Cossa
Mi
pientatt?...
No
son minga
Car amor, ven
Oh
me
Che te
El
lampedin? 32)
Perche tontonnet?... 34)
35) mai p! mincionnett>
coss'eel car
voeut?... 33)
insci coco.
sci,
glo glo.
me
De
sii
tutt
coeur,
l'
vora
L'
Ona
la
nostra patronscinna
bella todeschinna
In sul
primm
fior
delKetaa:
328
El cerin Ve on moscatell
Ch'el consola, ch'el rallegra;
Lusen i oeucc come d steli,
Negher pi de Tuga negra;
La
I
duu
L'
on lacc e
la peli
vin:
Bei
Per
formila,
l' on modell
D'ona scoeura de pittura.
Quanto
De
poeu ai vertu
sia
bella Arziduchessa,
sta
Quand
s' ditt,
L'ha scernida
Napoleon
foeura l.
La
No
se
p cerca de
Se ghe
Sarev squasi
Che
pi.
stass el paragon,
l
per d
quista opinion
la
Come on
Quest
franch,
Ghe
l'
che in d'on
bonn vid.
me
sarav di gran
Ma
De
chi eel
Savoritt
come
sorbiti,
Stagh adree
del temp assee
Come a beven ona bonza 39).
sid
329
Noi
Che
in
Che
Ma
on mont
l'
Che
De
pocch pcnser
on biccer,
voeult quell
lant
scuffiachen
^)
via.
Piscinitt,
Cross
zucch;
i
gran Lissander Magn,
aa lant badalucch ^2)
anguri, gross
Anca el
Che l'ha
Ai
so trappol, ai so intrighi
S'hin
dagn
Me
No
gh'hoo rabbi
Stoo de Pappa
Mandi a fass 45)
Me
formaj,
matl.
no gh'hoo guaj;
- sto de R;
n'impippi del
1 cioccolati.
caff.
330
Me
Me
47).
M'hin costaa
quij
so bei
Quij so toppi
50),
quij vidor.
Adess m
hin fornii
Fiadem, godem,
semm
fir
49)^
pagur;
sicur:
L'ha
Ma
denanz fanni
rizev,
doman de sira!
Per menn l'Europa a bev
S, coco,
Ghe
Intrattant
Cont
Cont
I
vesin
amis, cont chi ne pias
de bev eternament
el
Ma
sto stt
chi l'
Alla
emm
Cont
semm
nost vin
de
de pias,
dev chi gi
quiett,
ch'el se
in terra?
Dell'omm unegh
in pas
come
in guerra.
331
di vt
Per
la
Che
cald e sinzer
pi
di biccer
se
St vassij,
beva
sti
e,
caraf!,
st
abbondanza
De
sto d,
col
NOTE.
Questo ditirambo, che fu divulgato colle stampe di G. G. [)e Stenome d'A. nel 1810) e gratuitamente distribuito a chiunque mostr brama d'averlo, non stato da me composto per forza d'altrui comandi
o suggerimenti, ni per desiderio di lucro o smania di entrare fra il numero
immenso degli adulatori di Napoleone, ma per spontaneo tributo' di ammirazione dovuto in (juel momento al Grand'Uomo. Io cantai tanto pi volootieri le sue nozze in quanto che esse parevano destinate a consolidare sulU
terra quella pace che ciascuno implorava e che era in allora ancor dubbio se
fosse tolta ai mortali dalle mire ambiziose di Napoleone ovvero dalla intolleranza degli altri Principi. In oggi che egli stato balzato dal trono, il mio
ditirambo non ardirebbe ricomparire al pubblico per non rientrare fischiato:
ebbe per ai suoi tempi il favore di qualche non voig.tre applauso, come a
te (/a nota e scritta per il figlio del Poeta) lo diranno tuttora alcune lettere
di dotti uomini a me scrtte, le quali saran sempre dalla vanit mia con asni
cura serbale*. (Nola del Porta).
1)
fania (.<enza
2) cattaloeura: caspita.
3) resgi: reggitore, capo di caia.
4)
sidell:
secchio.
332
8)
fatt
9)
floss:
floscio.
10) va a stnder
1
ruzzi adree
eoo: tentenna
el
il
capo.
trascino.
1
2) Poss boffann, ecc.
{Je la ciavetta).
posso tracannare
(il
staffa:
significa
la
misura,
il
limite
della discrezione.
6) Bust
8) spantghet
19) bacol
20)
diffondi.
imbecilli.
se pasenten:
21) ovej: o
danno pace.
si
l;
24) doma on
tos: neonato.
26)
pinciorla: vinelli.
29) brugnon
carbonizzata
le
faville (Jugher).
un sorso.
iaa: soltanto
25)
28)
osassi.
riusciti;
(vini)
chiaretti.
30) taj: allude alle miscele di due vini; questa operazione in dialetto si
denomina taj el vin; il poeta scherza sul doppio senso della voce laj che
significa
taglio.
bicchiere.
35)
lasciarti.
pientatt:
brontoli.
se
badinna?:
si
scherza >
in
comune
di
333
ma
di
niaorB capaciti.
al
incuitra
43) a fau: a
46) me
accidenti.
cattafaacio.
i'han, ecc.:
Ci ti riferisce ai tedeschi, che godono fra noi fama di buoni bee che nell'anno
809 minacciavano colle loro armi il regno d'Italia *.
47)
vitori
bruto: in carestia.
49)
fir:
filari.
loggia, ecc.:
mangiare; cio
allegro.
54) tcudelemm
beviamo
nelle ciottole.
ci
tentiamo ben
laldi.
BRINDES DE MENEGHIN
PER L'ENTRATA
IN
L'OSTARIA
MILANO
DI
FRANCESCO
(31
MARIA LUISA*)
Di
Dicembre 1815)
Mi
D'ogni
Mi
Ah
che bev!
Ah
Vuj sgonfamm,
Vuj negamm
vuj
Vuj scarpamm 5),
Sgarbellamm
^)
si
2),
adombravano
fa,
s'ciopp,
col canta,
vini, dei
pi distinti fra
concittadini,
cui
poderi allora
ed
alla
letizia, giu-
De pod
nane vess
(aprile
1814)
indifferent
".
scrivesse
essere
il
335
Col
Al
Al
( evviva
gran metter che riva,
Alto
allon,
Se
speranz de la
M'han faa bev a sto
De
( corr di
De
De
De
barchitt,
incoeu el d de boff
l'
allon I
Tanto mej
e peston.
prest,
'^),
spong,
suga,
nega "),
Che la pas no la manca
l' franca,
Che l' chi, che la p pu scappa.
De
Buscaa
Con
savor
In onor
Quest
'2),
ch'el vuj
god
del patroni
bon!
Cara, cara, che fior
De bobo
che l' quest! Oh che gusti
Benedetta la terra
G16, glo, glo
De Buscaa, di contorna de Bust '^),
Che ve staga lontana la guerra,
l'
Che tempest,
Vaghen tucc a
i
stravent,
la
scighra
pestass in brughera.
Che manten
Ch'el sa spend
grass el terren,
in
in lepar quell
piantagion
che conven.
Che
Che in
Che ai
l'
336
giust cont
pajsan,
man,
Viva semper
Che
Che
quell patron
va,
sa cred ai relazion
Ogni
La
on patron de
Ghe
Nissan grippa
Hin
sort tucc
sta
ugh
Donch
'6),
ciav su la spina.
glo,
gi
Viva
viva el resgi,
tanto bon,
L' Franzesch quell patron
el san, el san tucc che l' lu
Quell patron caregh ras de vert,
Ch'el ven sci senza ruzz ne baccan
proved ai besogn de Milani
Tucc
Ohe
baroni,
Brugnoni,
Slandroni! J)
Pientamm
Giuradi
De
par mi
On
trattin
Col martin
chi
337
338
Gh'hoo
intenzion
In onor
de
Che
che in poni de
sto scabbi,
poe
la nostra
lejal
e qual,
infin
Insedida 27)
Grazia a
Sci
l'aria
lee
manch
Paghi mi
chi voeur bev vegna chi.
Chi voeur bey, presto chi
paghi mi.
Creppa, s'cioppa in sto di
l'avarizia,
E che viva la pas, l'amicizia.
Alto andemm
Su sbragemm
su cantemm,
Che la slfa l' questa che chi,
Alto l! intni mi
citto l.
Viva, viva
Buseccona
Tant
Che
De
lee,
la nostra
come nun.
intuit
bellezza e virt
L'
De
De
zed a nissun!
le
St'anemina del
Destinada
Patrona,
ciel delicada,
el
retratt
la
Pas che
fa
l'
in att
la
giusta reson.
339
Dopo trber,
Che la pippa
Come
guaj,
la
deslippa
^)
tant ann,
l'arco balcn
prometten
la
fin
Viva, viva
la
nostra resgiora
di malann.
Proteltora
Di bon Milanes,
No
gh' ben
Fin ch'el
Che
noi
Car
Che
ciel le manten
poda sper el nost paes.
vinitt
gh'avii
Giustaa
stomegh de
el
tosa,
Tornee adess
giustaghel
Conservenn
l'istess,
la
Che
Puntum
vin
de
on
crostin
vin....
Hin pu grand
Hin pu gross
Se me
M'en
i
i
catta ona
Ma andemm
far
Manch
On
fam de poetta,
El ven chi a
La
che
la
sigillann in persona.
scompar
sti
botton.
Ora
L*
340
che l'abbondanza
intani
Vuj spassamm
Anm
per la Brianza
on bott a
fa gl gl.
38)
Ah
che
vin,
Limped,
De
No
pader abbaa,
viv e savorii!
Se
e qual
trii
41)
l'
Ma,
me
El
eel fors
lu....
De
Col
medemm
Noster re e imperator?
s ben che l' lu!..,
saldo....
Via
ch'el parla
Cont
el
sagg
el
fum de
andemm....
politto....
sacra majstaa,
bass,
che n
sul
sass
Anem
tucc:
allon,
nost patron!
Vin
Chec?...
Quest
de Masaa
nanch
"*"*)
del pu a'cctl!
Vin de messa?
Hin ben vin, tutt
Ma
bianchi
n, noi vuj
poei
S'cl fudcss
N,
341
Che no
Mi
lor.
ona toma
de Masaa de c Roma ^^),
Cordial, nett e s'celt come on specc,
stupcndon
quand l' vece.
Semper bon
puttost vorev (ann
Col vin
ross
Noi sia
Podarv
Che
a lassa]
me
va l'anema in tocch.
Pagarv no soo
Che
in qui]
Possess mi
Ma
con
Fort....
patt
^)
cssa....
che
on millionl
sta chi
el
nost patron
fagh in c el cantinee.
che
s'intend,
dottor
de
la
cori
De
De
Che
a saggia] el patron,
s'el riva
342
el
gott forestee;
De
Che no
Si
s'el
De
voeur volta
la caraffa
de
la staffa.
Foo on
Che
De
De
De
Che
Che
L'hoo gi
sequester su tucc
l' quest
spong,
ver d
el
ditti
vassej,
de
boff,
suga.
nega,
la
l'
pas no
chi
la
manca
che
la
l'
franca,
p pu scappa.
Ah
sta chi!
No
Te
343
de ciel limped, de so
de FranzescK, de Luvisa,
Te faran de difesa
e de scesa
Gratitudena, e amor di resgio,
Finalment te faran de rosada
I
faran
vert
gott
sti
de glo
glo.
Femm
Tucc
evviva
al
man
patron de Milan!
Bevemm
tucc,
su
sbragemm
su
cantemm
Che
R
De
l'
onoremm
con
la
balla 59),
NOTE.
1)
mezz e
2) peston: bottiglioni.
3) turba:
sifone.
Karpamm:
stracciarmi.
6) tgarbellamm: spellarmi
7) brocca: ramo.
6) nizz: chiasso.
9) sparad: spacconate.
la gola.
344
nega
annegare.
12) martin, ecc.: voce del gergo per fiasco (di vino) di Buscate.
13) Bust: Busto Arsizio nei cui dintorni vi sono brughiere, cio sodaglie
erica.
3) sgrazzononn, ecc.
fatta.
17) pacciugh:
intrugli.
19) bosin:
poeta vernacolo.
il
22) Modron:
23)
terra di Canegrate.
Visconti di Modrone.
vedij: vitelli.
Conte Mellerio.
rasoi: magliolo,
Verzee
influss del
in
senso metaforico).
influsso milanese,
Milano.
29)
31)
fare a soccida.
fa a sciosc:
30) deslippa:
*
romp
sfortuna.
pippa
la
32) Monsciasch:
",
significa
territorio di
il
33) Lapoff:
infastidire.
Monza.
cio, qui
si
maschera.
el
Miggia e
el
Simona
modo
ogni min-
chione.
firisell:
40) Vedano
41) de
trii:
vino chiaro.
al
Lambro.
di tre soldi.
di
pronunciare
il
nome
del Poeta.
stili
delle
~
44) MaMte, paeae
45)
CM Roma
fr
345
Trezzo e Gorgonzola.
dd
beai
di
Maule.
46) Forti voce dal tedesco per
47)
baffioi:
da
leccarli
(cacciare,
via!
baffi.
46) Si osservi la enumerazione molto interessante (vero documento stodacch la filossera e le altre malattie hanno distrutti
nostri vigneti) delle
qualilik dei vini fatti colle uve coltivate nei paesi lombardi di Angera, Castano, Santa presso Monza, Osnago, Omate, Burago. Vaprio, Caiale. Canonica al Lambro, Oreno, Sovico, Biassonno, Casate, Busto Garolfo (plccol),
Buscate, Parabiago, Mombelio, Caisano, Nova. Drsio, Magenta, Arluoo e
rico,
Varese.
49) succ:
asciutto.
Duca
Visconti di Modrone.
53) pientet:
piantati.
54) sceppa:
fa cespite.
il
radice.
57) Svint: barbarismo dal tedesco, gcschwind, avv. presto! voce ora disusata.
58)
fin
che cascia:
fin
la
spina.
POESIE VARIE.
ON STRIOZZ
(1616)
Ona
veggiana esosa,
'), avara, tegna ^), pedocciosa,
Che per cava d'on pozz la eros d'on ghell ^)
L'avarv (aa la corda con la peli,
L'andava d'on gran pezz fantastegand,
Masnand e ruminand
Come posse in don bott,
Spiossera
De
Dee
(Ma
ovej,
Tra
violter
tra
cossa
la
fa.
che
350
nolt
De
alzand el sottanin
incensa sett voeult cont el cuu
La le
Dopo
biott.
d de man
on pugnattin de biella de tre tett ^),
E denter la ghe mett,
Descartandi e basandi a vuna a vuna,
I
sett origen de la gran fortuna,
Cio: Peli de roffian,
Ugora de cantant, refi de socchett,
Lengua de adulator,
Gengiv de fornitor,
Crani de becch content, e on soraoss
la
De
lader a l'ingross.
Fa
quest, la seccudiss 5) el
Le ponda
in terra,
ghe
la
pugnattin,
fa d'intorna
poei
La ghe
Dopo
fa su
i
sett pett.
pett,
la barbotta
ona lienda
7)
In barlicch e barlocch ),
Mezza
in
Oh
Su
argen,
ai,
gol,
oet '0),
che
crappa pelada
Del gran Rot, sop, mifraa
Majester di dannaa,
la
Cedem
in st'occasion
gloria
Almanca
I
sett
de Astarott
tutt
e vott
t patron!
te see stada
adrittura
351
subet
triff
traff
La
fa
De
su on'insalata
Acuuarasa, resina,
E
E
dent in
la
pugnatta;
la
el
fceugh e fornii
tutt
el
nos,
striozz,
La veggia la regoeuj
La sova brava scnder in
La ne fa su on scartozz e
d*on foeuj
el te le mett
Colda colda in tra el bust e el post di tett,
E finalment, die la ringrazi anm.
Notte felice, la va anch lee a dorm.
;
Dee
credili
di
primm carbonee
'^)
propi in persona.
come
el
Cccchett
'5)
boffetl '^),
352
mezza gippa,
Ghe pendeva
On
ciappin tentador de
De
quij
refettori,
fa
A
E
In
Se
mezz a quest
per,
El gh'eva
b,
Ghe
El podeva vess
Minga
tolt
Ma per on
E defatt,
collaron
El ghe se
la
dottrina 20).
grazios, cont
tutt
Giustaa come
l',
de
la mitria
volta,
on bocchin
Coss'eel
che
te
voeu?
La
se rallegra tutta,
la
Gi che
la valutta,
Le
remetteva in lu,
Olter no ghe premnd resguard
Che d'aveghen
al
rest
353
Per
folt,
antigh e fosch.
De
Compaa
ai pee
vun de quij miara de
El ghe forlocca su st'oltra
Che sott sett brazza e on
Gh' sotlerraa on seggin
Pien de dobel de Spagna
fermandela
De
Ven
chi
doman
pianton,
reson
quart, cara ciccin,
de semicuppi
e de zecchin;
mattina.
marsuppil
el
La
sclama, tirand
Ma
salt
come on
cavrett;
Che gha
sott,
sur dianzer,
soeu grazi?
Oh
appont.... scolta, el
me
ben:
354
Te
A
La
La
l'alza
fatt
fiaa,
sparlafeta
l,
(Dessedandes
26)
scruscia 27) gi
calca el
campee!
Ditt e
garon, la nina
la strucca la
i quart 28),
musella 29)
el part,
la
se fa sott
in quella)
On
NOTE.
t) spiossera: trchia.
2) tegna: taccagna.
3) eros d'on ghell:
4)
de
biella
quattrino.
il
tre tett:
tegame con
tre piedini
a mo' di capezzoli.
5) seccudiss: scuote.
6) bicocchin: piroetta.
7) lienda:
tiritera.
8) In barlicch, ecc.:
in suoni incomprensibili.
ai....:
ecc.; fraa
Mette
leggi
Stoppani di Beroldingher
strapazzo.
13)
arlij:
superstizioni, ubbie.
7) scalott
iRo//,
(frate) im-pos-tor.
pappagorgia.
classicista
da
355
20) colloron de
i
tignori,
la
itiana, co
che ttMvaao
rapo delle icuole della doltrina cfi-
le
22)
(treccioeu
il
argini in
margine
ai
prati.
staccare.
evacuare all'aperto.
27)
icruscia: accoscia.
28) nina
29) sirucca
quart: dondola
la
fiaiKhi.
il
lievitata.
Ve
Mezz
Talis qualis
me
agost
1816.
ambrosian
curt insci
come Dio
voeur
la man.
manera vegni soeuli
passen in
In sta
mezz
longk,
21
div
mee
reson
come
soeuli
in scarliga '),
Resparmi la fadiga,
E me van i mee coss me] che ne on
oeuli.
A
A
Per
intant,
el
me
Cross,
ghe paga
la
Donca vegnimm
cazzincula al sur
357
7),
Che
Che
te
la
Che
Che
poUaster e
i
possa a on besogn
sassina ^)
la
Trovass
De
Che
polpclt;
semper a desposizion
quij desgraziadon
N,
n,
Tommas, no
sta
a legg pu
(>er
briol
El ch'ha reson; no
Godet
in
santa pas
sta a
legg pu,
sto
Tommas;
ben de Dio.
Che
Hin
fass reputazioo.
358
Te
adree
Ora m
sti
mezznn
Sti s'cenn,
sti
tafanari
Se
badee.
tant nezessarj,
anm
Insci possess
A
A
on p
in la seggia ^^),
Me
senti
Vorev
a ciappott.
giura denanz al Crozefiss
De Comm ^^),
De mori anca
Vorev
l'
in eros;
me
S'el
che
mi
catta
ona
me
inorbiss
sira
el
per fa ciar al
Quand
lott
lott
me
In la streccioeura ^^),
Ah
el rid adess?...
Tommas,
car sur
'6) el
se pienta
de
la
mia parenta
adess n'
'^).
el fa bocchin?...
Me
359
ne raliegher tant de
cuccagna.
la
quella cossa
La
se
magna
Vh chi
se bev, la se dorma,
la
sur zo.
el
NOTE.
1) in Karliga: correntemente,
da tcarllg. Kvolare.
dialettali).
4) boffacnuca, ecc. nuKchera di ferro poeta all'esterno della caia Brentano tulio zoccolo della facciata in via del Giardino a ifogo d rifiuti della
:
ci
sfugge
il
gnificavano
6) ong: ingrassa.
7) lapp: lappola, panzana.
8) inranght:
irrigidire.
9) sassina: guasta.
IO) stanten
1
(fra
le
Come
stentano.
Resposta a ona
lettera in vert
on
p....
14) Crozefiss
de
Comm:
Crocefisso venerato
nel
omonimo
Santuario
in
Como.
1
5) sgrizz
16)
lott
giiizzo.
lott:
pian piano.
18)
Il
il
letto
il
muro.
EL MISERERE.
{On funeral)
(1816)
Vuna de
De
sti
Che i serv e
Dan de solet
')
recatton 2)
a gratis ai poetta,
troeuvi senza asquas vessem accori
Denanz a San Fedel, che foeura e dent
L'va tutt quant e mai paraa de mort.
Me
Me
Leggi
fermi sui
5),
gran cartellon
Che l'va tal e qual a on sorascritt
D'ona cassa de scuffi e cappellitt,
Con su in fond fina i P. P. del posa pian,
E m'accorgi che tutta sta parada
rebesch e fioramm
(Senza invidia per) l'va pientada
Per on gran personagg passaa ai quondamm.
el
Esuss per
Mej d
lu,
Ma
che mi.
siccome de spess mi sont on
On
freguj curios,
sissignor
D'and
fin
chi
voeult lu
tos
el petitt
in gesa a
Che
defferenza gh'
Tra
el
ben
Gh'eva in mezz a
Fada a guglia a trii
Con
361
la
pian, volta ^)
come,
settaa su per su
el
hoo avuu
De
De
Te
De
salmo e de versett
ghe incastraven denter on
tassell
beli pari
362
De moeud
che
mee
intenzion
de
fa del
ben
Hin andaa
a fass squarta,
hoo possuu condemn
guzz tant de orecc per dagh a
Ne
De
Ecco
Ma
chi
come
tra.
faven;
Besogna donca,
ditt
se
Et multum lava me
Ah
injustita
Eel
car? '4)
Oh
mi poe
el vin!
mea,
et
Chi
Vun
me
e subet
la
munda me
in
feci....
sermonibus
judicaris.
de
na gotta
la gestatoria '^),
sbrodola e scotta
nomm
In seguet fan el
paricc ostarij
In
mejor compagni j.
Vun
ost
loda l'ostaria de la
galantomm,
Nos
'7),
Monte-Tabor 18),
poe tracch a d vos
L'olter el
la cavi,
scira colda
Che
delieto
Puttasca!
Et malam coram te
Tuis, et vincas cum
De
nivem dealbabor.
363
Che
Deus
Che
mece,
salulis
possa vegn
te
Porch fe-o-fo
Domine
'9)
la
diarrea,
et exultabil
labia aperies,
os
el
lingua meo....
meum
Annuntiabit
birboni!
laudem luam.
per adess han pari a sbatt sti Quoniam
Si Ooluisses sacrificium
L'va vora,
Gh'han ben la resca in gora 20)
Oh
Cor conirilum
no serv
el
humiliatum
Voeurel m d
Ut adificentur muri
Jerusalem
Gh'el giuri.... Vedarcmm
Ghe
Se
a liberammen.
rivi
On
olter
Ad te
Me
anca
mi....
El clamor
noster
Stuff e sagg
Denanz
de
l'aitar
pee
Che
NOTE.
1)
Vme:
il
2) recalton: rivenditori di
frutti
e verdure.
364
4) ben:
"
fica
suffragi
per
6) de
rivi
assai.
7) scira: cera.
8) sev: sego,
9) abaa Alban
0) mett ina
1)
3) de quist
Don Vincenzo
mandare
segnamm:
12) strafusari:
1
Albani
il
Fedele.
Collegiata di S.
fare
inetti,
innanzi.
il
sbadati.
caro
(il
la
torcia (candirott,
come sopra
detto) che
tenevano
18) Osteria con giardino piantata sulla lunetta (oalleita) del bastione a
Romana; ove ora la Steizione funeraria.
20) resca
in
gora: spina di
pesce
in
sofferto.
21)
sciloster:
candelotto di cera.
J^
gola, cio
dispetto
per
un danno
IN
(1612)
Se
la
Doma mi
De vestimm
On
Mai pu:
L*
me
el
nissun
vestii,
me
Musa, che
salta
te
m'ee
per el lece
Juttem a cunt su
Comenza
in
el
vist
2),
indormentaa,
come on
brutt
imprestaa;
l'ha
uscii,
prima a spacciug ^)
faa.
el pennell
La c
in
dove sont
La
fa
lum
ai
de
pee d'occa
vent.
Me
senti
El m'ha
dragh, tirand
el
de pianta dent
sorbii
L in d'ona crenna
Me
pesg de quand
sgrisor 6)
pensa come
366
in bocca.
7)
insemma
d'anem condannaa.
ona missoeulta
9)
dove
Invers la gora,
la fa
Gh'
ai
on'emma
busecch,
supremma.
l'
de
ragg guzz
ferr coi
Intorna via
de
De
ciappitt
Belzeb
fa
quell re;
l'
Hin Asmodee,
come
Uriell,
Tutta canaja
i
istessa sott e
anem
'3),
sora.
coi forchiti a
mucc
Mi
Quand
come
tormentava
Specciand
la
mia
el re el
fuss sui
inflzada ogni
gucc
^^).
^^),
moment,
'')
Saroth, Boora,
Che cascen
stecch.
gh'on fregott
mocch e che minciona,
che
d'on becch
soa persona
la
Coi
el fiocca
el fiaa
pee
biott sul
fort
paviment?
Chi
la
1).
367
El ghe
Ma
Se p
gioja del
sta
mond,
sta
Oh
cara,
perla rara
Ice la
ghe respond:
S, l' Bovara.
La Mort
Ma
la
resta
come de
Spighem on poo
sto
stucch,
ghe dis:
enimma, o re tarlucch
la
^^).
Ma
Che
fin
ch'el stava
l,
tane gabolista,
strasordenari.
368
Adess m
guariran
'anca in stoccasion
f or
Sentend a d
la
Mort de
sti
reson,
gust a
i
ti,
mincion.
a mi,
ranza contra el dent oggiaa:
Moland
la
Hoo
furia
de
sgari,
NOTE.
I
) stacchetta
piccolo chiodo ;
' sta
la
stacchetta
"
stare
in contegno.
2) scoeud: riscuotere.
3) pioldi: quattrini.
6) sgrisor: brividi.
7) crenna: crepa.
sgriff:
grinfie.
fregott
12) rabott:
1
3)
stuolo, frotta.
scapigliati.
Hin Asmodee,
ecc.
testa.
EPITAFFI
la
grassa
AL PADER GARION
(1808?)
MADRIGAL.
Ve
La
mandi,
el
me
vostra tabaccher
Che
NOTA.
I
biblica
Il
di
quest'epoca.
APPENDICE
RIME SCRITTE PER LA SOCIET DEL GIARDINO.
DICIARAZION D'AKMETT
')
(1813.1615)
QUARTINN.
Anca
Me
declari per
bon
Cristian,
ett.
Hoo domandaa
Hann
Che
Gh'
Gh'hoo
Come
ma
staa
On
che
diti,
nomm.
l'
perch
se
sui
in
Che
di reson,
ved
olter el
bevi
deffatti
in sui ventai
m'ha
ditt,
come on Turch
che
l'
per via
On
olter,
De
374
NOTE.
Dalle interessanti notizie raccolte e pubblicate dall'avv. Pietro Madini
Giardino (v. il volume-ricordo centenario, intitolato:
// Palazzo Spinola e la Societ del giardino in Milano - Milano, Berta1)
relli,
1919,
cfr.
pag.
90 e
segg.) risulta
dal
1802
al
tal
tempo capo-cameriere
Francesco
della
So-
2) Pelle detta bazzana cio di castrato assai morbida: basgianna e hasignifica anche la fava, la quale quando cotta prende il colore di
gianna
detta pelle.
nome
colla
minuscola;
non fu
il
il
avvertita
vecchio socio
quale aveva
il
suo
acque della
Roggia Balossa che si aggira anche nei vecchi locali della Zecca alla Cavalchino. L'osservazione, giustissima, dell'avv. Madini; cos risulterebbe che
Akmett fu battezzato nella ora distrutta chiesa di S. Bartolomeo al ponte di
Porta Nuova.
opificio nella attuale via
dalle
AKMETT
375
Al SOCI
DEL CASIN
CONTRADA DI CLERIS.
EL PRIMM DI DELL'ANN 1814
IN
(1814)
'),
Come
Che
l'
NOTE.
1) Il cAineriere come l' detto fabbricava spazzole per abiti e per acarpe.
Alcuni commentatori vollero vedere nella frase ' con bon mercaa i ipazzett '
un'allusione all'inizialo esodo dei partigiani del governo francese (/a spazxttla,
in
armi tedesche
diamo che
la
gii
frase
austriaci entrarono
in
la
Milano
letterale,
il
vita.
Capo d'anno
(a
ri-
376
STOCCADA DE AKMETT
(per Ferragosto
1814)
Akmett cont
De
fa
Sciori,
ve preghi de slarga
Cerchee de
Ghe
fa el vost cunt;
che
in quant a
infin
de l'ann
el
menna
merel
sii,
quell preteret^).
NOTE.
1) Sottintendi "camerieri aiutanti" (v.
2)
Menna
logorarsi le
sgobbare....
mennaa el
cuoia dal lavoro. Qui vuol
el
preteret,
".
Sonetto seguente).
fetton:
dire
"
in
gergo
In fin d'un
sgobbare,
significa
anno
se
ne
fa
dello
377
A
Di
la testa
de
tutt
el
battajon
fior de
EI se presenta Akmett, coi duu
pettulant,
njutaDt,
E
Hin
de tucc
Roi
Ai
so intenzion
beiligerant '):
sta d'incant
spali
pas,
NOTA.
I)
in
Evidente
lungo
tra
l'allutione al
fette e
il
Congreuo
dove
di
ti
tratdnava
ebbero la paile
sonetto con ogni probabilit fu saitto per il capo d'aooo
banchetti, e
le
grandi
potenze
ti
378
1815
Cont
Che
la
donna
come dent
sul fa
tacca a fa foeu
in d'ona scattola,
d'on zofreghett,
come ona
piattola;
toeull in prs
come Napoleon,
Giacche
L'inebiss anca a
la Religion,
Akmett de
toeuss la vitta.
NOTE.
I) soff: mobile ampio, con spalliera e braccioli, per lo pi imbottito, ad
uso di sdrajarvisi, dove anche possono sedere pi persone: sinonim. canape.
2) guanganna: cdiz.
1826.
379
EL CASIN
DI
ANDEGHEE
')
(1818)
te
proponna
el
nost Casin.
Che spuzzen de
ves'cios ^),
de
nisciorin;
On
Ona
'),
Che
De
Se l'
Longh e
E
Se
l'
on sognett
Gh'
pi
loeugh.
Vun
380
l'
manesch,
A
Ma
De
ritrai
trova c
NOTE.
non pu essere dubbia, dopo le ricerche
(v. // Palazzo Spinola, ecc., pag. 121)
dalle quali risulta che il 2 giugno 1818 venne stabilito dai soci del Giardino
l'acquisto di una Sede propria in Via S. Paolo, IO, dove si trasferirono al
29 settembre successivo. Il Madini (I. e, pag. 97 seg.), ha identificato i locali sociali (qui descritti dal Poeta) cio quelli della Sede in via Clerici n. 2,
gi Casa Sangiuliani.
1) La data di questo sonetto
d'archivio fatte dall'avv. Madini
1
2) ves'cios: di viscidurae.
3) Simonna: n il Cherubini, n i commentatori danno una chiara spiegazione di questo nome che ricorre parecchie volte. Forse pi che a una " mac" milanese del tempo, si pu pensare a un personaggio da fiabe infantili,
o da teatro dei piccoli, allora di voga; mago, spauracchio, fantasma, stregone,
che come la veggio Rampino, la motta Biraga, Raoetta, hanno lontane origini
storiche, conservate, senza rammentarne la ragione, nelle tradizioni popolari,
Simonn, come verbo, significa appunto far moine, far malie, allettamenti.
Da qualche vecchia ambrosiana, nel vezzeggiare una bambina, si pu ancora
oggi sentir dire: "te set ona gran Simonn" per dire "una gran strega".
Simonna compare una volta accoppiato col nome Miggia : quello il personaggio
fantastico, questo forse il burlesco; e di questo nome, corrotto, rimane traccia
nell'attuale gergo " Biggia el cappellee " per dire " qualunque minchione ".
chietta
"
giug
le
il
"
conosciutissimo
carte di tarocchi.
GLOSSARIO
DI
OPPURE
DI
SIGNIFICATO DUBBIO
^SK^SfeSBifcS^
GLOSSARIO
Abbu-Ghkc.
140.
Acqua
Ammaladant. 123.
Aadum,
Abet. 172.
159,
sporca.
Agn. 226.
Agnuw, 172.
278.
Angonia. 174.
Anta (uri 1'). 320.
105.
Ara-beil'ara.
Ajbella. 62.
Areni.
Alabras. 216.
Arlij.
Alzada. 278.
AzMp, 263.
Armi. 164.
162. 205.
354.
Aia. 123.
Atea. 173.
Ascia (forn 1'). 204.
Asperges. 231.
Assabnitta. 218.
Avanij,
164.
Avolta. 253.
Articiocch, 216.
B
Babbi
217. 252.
(al).
Balocch
(a).
218.
Beccaria, 264.
Becch
Baltresch.
140.
Bandoria.
Badalucch, 333.
Barachist. 229.
Belee,
Badan. 316.
Badee. 62.
Badin-. 332.
Baffios. 345.
Bagaja. 226.
Barilott.
206.
Barlafus. 263.
Beni*. 277.
Barzegi. 263.
BesinE.
Basi.
Bascira,
Balandran.
Basgioeu, 95.
Baciocchoeu.
50.
74.
162.
174.
Baici, 279.
Basletta.
Bauli, 320.
Bauscia,
Becca.
06.
129.
160.
173.
(-i),
(v. (otlrist).
123.
Besasc.
174.
174.
Bettegi. 278.
Biassi.
184.
129, 234.
151.
Bicocchin. 354.
BielU. 354.
Biooda. 106.
Biou. 106.
Bon
172. 252-
Biroeu.
(damm
Biscottin
del),
318.
pro-fazza. 83.
174.
Breviari.
318.
Brocca. 343.
Bonza. 333.
Ber.
Bisi (-nn),
384
Broch, 355.
Bronzin, 130.
159. 184.
173.
Bordell.
Boeucc, 174.
Bordocch. 316.
Bordceu. 82.
Borja, 91.
Borian (can). 279.
Boricch. 129.
Boeugna, 333.
Borlanda.
Bornis, 252.
Buratt, 280.
Borromee, 82.
Bortolin, 316.
Boschi, 355.
Bosin, 141. 344.
182.
Bissa (a).
Boccaa,
141.
Bo-e-foeura,
23,
173.
Boesg,
332, 344.
Boffetl.
319.
174, 364.
Bojocch, 234.
Bois.
164.
130.
174.
Bott.
183.
Botta
(a).
332.
205.
333.
(i).
Brusa
Bruso
(in).
Buell,
205.
(al).
Bulardee. 95.
Buratta, 314.
Boffacrusta, 359.
Bojacca,
Brugnon
Busecchin.
Bolgiraa,
130.
Botta secretta.
Bolgiron,
123.
Bottan, 344.
23.
139.
132.
130.
173.
Busegattcr,
Busser (a).
320.
141.
Busseree,
Bologna, 279.
Bottega (riva
206.
Bombas. 332.
Bombasina, 206.
Bonna man, 207,
Bottoruu.
123.
Bradella,
174.
Gabbi. 254.
Cagazibett. 320.
Cagna. 279.
Calcher. 205.
Carimaa. 1 29.
Carpi, 252.
Carpotter. 206.
Carr matt. 140.
Carsensin. 1 06.
Cavezzon, 263.
Cavion. 1 1 4.
Cervellaa. 239.
Boltrigh.
Calmeri.
Brasoeura,
60.
Cames.
72.
Camol, 316.
1
Campagna
(propri), 251.
Candida (-ava),
Canta, 254.
Cantgora. 278.
Caponera, 205.
Cappona
(-nen),
218.
Button. 205.
Butti,
Braghee, 217.
73.
Camerleccaj.
a),
73.
82.
Cazzoeura, 106.
Cazzuu. 217.
che
foi,
252.
173.
160. 332.
Ciapp, 317.
140.
Ciavetta (de la), 332.
Ciappott.
Cattabuj, 264.
fitt
Chiffer.
Ciapott. 218.
184. 278.
Carbonee, 354.
Che
Ciall.
tarli).
Castegnoeur, 368.
Castell (pett in). 319.
141,
123.
Cercott.
Cattaloeura. 331.
Ciccolatt,
74.
184.
Ciccolate
(figura
Cavezza,
Gian, 279.
Cattlega (batt
30.
la),
Cicciorin.
217.
82.
de).
CiMd, 234.
Cinque cinqu
385
234.
Compaa
zoffreghin,
Cinqu-in-vin, 207.
Compiiui, 318.
Ciocca, 345.
Cioccher, 279.
Ciorlin-a (-n), 332.
Comuna. 207.
313.
(per
(di e. in l),
(ora del),
Coppin,
Iri),
72.
Cogitor, 279.
140.
Collarin,
Colla. 172.
Coverei) de rdcca, 253.
aappa. 280.
Cremeal. 278.
Crenna, 368.
218.
Crenni,
106.
Creapin,
139.
123.
Coppa, 172.
Cobbi. 113.
Cocch, 232.
Cocumer
CcMpcttoa. 182.
234.
Conyn-, 172.
Cpp. 132, 204.
Ciovitl, 263.
CK)uiit,
141.
Coppon, 231.
Cor
Coregh
(ett).
Collaron, 335.
Corp.
Colmegna, 216.
Colze, 233.
Comed, 263.
Con, 159.
Cr.
129,
Croi.
182.
(laMi),
139.
174.
174.
Corti),
173.
Croson, 276.
Crovatt, 113.
Cuntee, 206.
205.
Cusii.
Cutu. 264.
264.
Detcolz, 218.
De. 63.
Detf, 217.
Didon. 234.
Detlengui, 253.
Doeuggia. 232.
Dedree,
129.
Dia. 62.
Dslippaa, 204.
Donzella
Dorm
Deicart, 264.
Detcognet, 264.
Desverge, 231.
Eel. 239.
364.
Farioeu. 82.
Faw
Felipp,
(a),
333.
(ett).
320.
ombria, 263.
Dragonn. 204.
Duvis, 205.
Eau. 206.
251.
332.
Faxall. 279.
in
Fastidi.
Fetlon (meni)
Fall.
Fiacca.
113.
el),
316.
140.
(tiri
el).
206.
Ficca
el
Filapper,
veli,
204.
123.
317, 344.
Firon, 315.
Floss. 332.
Foeuja, 359.
Foeura (d), 140, (fass)
318.
Firisell.
F6j de
386
151,
gatt,
Folon, 82.
Frego, 368.
86.
Fora fora, 252.
Foresetta, 140.
Frt, 123, 345.
Fontanili,
Fos,
Fregaoeucc, 318.
72.
Frisa (de),
132.
218.
Franch (del), 123
Franch del dent, 333.
Furugozz, 164.
Gadan, 363.
Ghicc, 23 1
(r.
Gnocch, 280.
Gainon, 105.
Gajoff, 264.
Gajoffon, 105.
Galiil. 207, 252.
Galton (garon), 182.
Gambarilt, 232.
Gattona (es), 123.
Gestatoria, 140, 364.
Ghell (eros d'on), 354.
Ghittarin,
149.
Imbrug,
Indrittura,
Foff, 82.
141.
Fottrist (becch),
Abbaa Gbicc).
Giangiana, 253.
Giboll(-laa), 182,254.
Gimacch, 252.
Gingin, 315.
Gippa,
149.
Giubianad, 254.
Giubiann, 252.
Giusosa, 344.
205.
Fuslusc,
Impissa, 359.
314, 332.
Inguaa, 217.
Inivid, 205.
Intuit,
251.
Incoeu, 226.
Inninz,
Lapoff,
3.
82.
174.
Inranghi, 359.
Insedi,
Ingossa,
Golett (a),
Ingermadura, 254.
Incia,
Gomit, 279.
Gora, 368.
Gorgoran, 252,
Gratta, 315.
Gripp- (-aa), 229, 344.
Grobbia, 314.
Gropp e maggia, 252.
Gucc, 368.
Impastocci, 264.
Fudess, 205.
Inzig-
344.
113, 253.,
(-amm), 206.
29.
139, 344.
Legn
(vess in di),
Lapp, 359.
Legoratt, 278.
317.
387
Levaa. 355.
Lienda, 354
Linghera, 263.
149.
Lirl.
Utt
173.
(parorchiai).
Lon
(llzonon),
226.
MU
(color di).
182.
Uh
Io. 359.
278.
Lughcr. 206.
Lurom. 129.
Luiiriitem, 229.
Lmccmi,
LoHi. 252.
M
Macca
(a). 140.
Maccarent, 218.
Maccaron, 315.
Madamm, 1 60.
Magatton. 316.
Magon,
86.
Magonent, 315.
Maitabadada. 106.
Mamma de l'aiee, 95.
Manegh (foeura i), 207.
Manutrnzion,
59.
Maro (de). 226.
Marlin. 344.
Martor. 182. 206.
Maraocch. 123.
MaicaU. 217.
I
Maiiacch.
4.
Mazzucch. 368.
Melon. 182.
Mennab. 318.
Ment (di
a).
174.
Moccoli
Meuedk. 139.
Meuee. 320.
Mettee.
160.
Metta, 344.
Meui. 364.
Mezz. 343.
Mojaicia,
Mojn,
182.
boffelt,
Micchit,
29.
pan).
(tegelU
354.
174.
Miche*. 207.
Miee. 205.
Miggia (el). 344.
MiKce. 252.
Miuoeulta. 83. 368.
MMoliiit. 130.
Mitria. 355.
Mocca, 278.
MfVcas.
82.
1
Moli
(tui),
MolU
182.
355.
Mona, 263.
Mord'(-inn), 316
Morell.
via,
140.206,222.
Moretin, 278.
Moriani. 106.
Moron, 182.
Moal. 234.
Mostacc. 252. 316.
Motto*. 123. 141.
Mttria, 319.
Moxtill. 344.
Musella. 355.
N
Nagotla. 174.
Navale. 130. 355,
Nedrugi. 217.
pelaa. 317.
CEucc de hb. 173.
Ohdeu,
114.
del).
129.
Mezzenna, 74.
Mezzin, 222.
Micch
(v.
Moietta
Mezzanin. 217.
MU,
(et), 226.
MOCCIMC, 206.
Modacc. 278.
Negi. 344.
Nini i quart. 355.
Niactorin. 280.
Noeuv. 140.
Nozzinn, 218.
Olubagh. 149.
Ombretta. 380.
Ombria (donni io). 263.
On. 359.
Ove). 332.
388
Pedina,
118.
Pel (sta al). 132.
Peland, 139.
Peltrcra, 204.
Pelucc, 140, 184.
Periti d'or, 263.
Perovett, 278.
Persegli lass, 278.
Perteg, 278.
Pescian (a), 239.
Pescuzi, 82.
Pass. 205.
Pessee. 316. 318.
Pesseg. 253.
Peston, 181. 343.
Petard, 239.
Petitt, 263, 279.
Pet t (-taven). 228.
Pett in Castel, 319.
Pett in saccoccia, 263.
Pettegasci, 278.
Pezzoeu, 218.
Piatt (no gh'el). 106.
Patton, 217.
Picch,
Pattonna, 132.254,319.
Patturgna. 319.
Padim-
(ava). 206.
Pagn. 316.
Pajasc, 279.
Palpaa, 183.
Palpce.
140,264,332.
Palper,
129.
159.
Palpiroeu,
Pamposs,
82.
Pan mjn,
160.
Para. 319.
Paracar, 24.
vuu), 263.
Partend (-el), 83.
Pasent- (-en), 332.
Pasquee, 205.
Passada (roba), 320.
Pastegg, 279.
Pastoral, 182.
Patocch, 218.
Paria (hoo
Patl-e-pagaa,
Pattaja,
140.
226.
(de so),
174.
Peccenn, 318.
Peccenada, 206.
Pccher, 181.
Peder-sloffi,
263,
130,
182.
Pignoeu. 89.
Pilatt,
263.
332.
368.
Pippa (romp
Pioldi,
la
p.),344.
263.
Pisorgna,
253.
Pisorgni,
206.
Piva (a), 205.
Pizzegh, 207.
Plat. 263.
Pitta,
Platon,
139.
Piatta, 318.
Podisn.
118.
PoUin. 205.
Poncign, 253.
Pond-
em).
4.
Ponzella. 82.
Popoeu. 253.
Porca de tarocch, 314.
Porta a mi. 252.
Ps (poso), 264.
Posciand-ra (-er), 106.
Post (i). 278.
Posta, 315.
Potenz (a). 118.
Prefazzi, 141.
Priguer, 280.
Pritnerista,
160.
Prs. 318.
Prozion. 254.
Puj. 315.
Pures
(-in).
316.
Pinciorla,
Quatta,
173.
Quei, 83.
Quoniam, 315.
Quist, 364.
Rampa, 315.
Rasoi, 344.
Rangogn, 173.
Ranlegh, 139.
Ratton, 217.
Razzapaj
(-a),
344.
Recatlon, 363.
reffign.
130.
160.
RefTiU.
Regceui, 252.
29.
29.
3.
207.
339.
129.
174.
Sbarloeuggia. 252.
Sbarluici.
364.
118.
Roeuda
(io). 123.
Ronf. 118.
Ree (a). 183.
Rollceuri, 82.
el).
id
129.
Sbavazza. 278.
Sbegaic-i (-emm), 332.
(-aaaeii).
253-3 32.
314.
RiocreM, 279.
160.
Sciocch. 314.
Sbottasciaa. 316.
Sbuieccanient,
40.
Scaggii.
364.
Sciaci-i (-en).
316.
Scalolt. 354.
Scalzad. 314.
Scappiuc. 204. 207.
Scarliga. 359.
Scocca, 264.
Scocci. 83. 254.
Scocchee. 205.
Scarpiatter. 89.
Scarpignaa.
S'ceri.
29.
(-a).
345.
182.
Sce. 344.
SccM
I40:k. lapiMa.
205.
Scori. 364.
Scorada. 206.
89.
(fi).
Scoldi.
Scorbatt.
159.
Schisciamicchin. 317.
Scottadeo. 216.
Sciabel, 278.
Scnucia. 355.
Scnucasa, 218.
Sciatt.
129.
Scigad (-a). 316.
Sciffon.
(-aghcn).
Sbergna, 205.
217.
Sbilz- (en). 332.
Scuriee.
Sciloater.
364.
Scime*. 316.
Sbirent. 276.
Scin.
206.
173.
Scinivii,
62.
333.
333.
Scuffiernn. 320.
Scumi. 253.
Sbertii.
Sbirr.
8.
Ruiz. 343.
182.
Scepp-
130.
Sbaggi.
(i).
Rivi,
Rugh
Sbolgirada. 207.
Salamm, 60.
San Gregor, 140.
Saaiini.
130.
Sbluicii.
Sacc. 313.
Sanseuia,
140.
RcKij.
Riv4
Rzzipe. 206.
(aria),
140.
Sabetta,
Retcii.
Retleliera.
Regolili. 218.
Remondinaa
Repian, 226.
Requicpou. 217.
RcKa, 364.
Rewatt,
14.
118.
(-en).
Retgi&. 331.
151.
Reficcio,
253.
I^cpetton.
Repi
160.
Reciocch.
39
Secci
159.
106.
(-chen, -caas).
316.
Secca-ball. 315.
390
29.
Segnass, 364.
Senavra. 263.
Servizial, 140.
359.
Sgandoll-
(-i),
344.
149.
Sganzerla.
Sgenadura,
82,
Sgiandos, 34 7.
Sghimbi, 263.
Sghirabiaa, 206.
Sghimbiett, 83.
Sgogn- (-amm), 206.
Sgombett, 205.
Sgiaffa,
182. 226.
Sgrazz-a (-ononn), 344.
Sgor,
123,
368.
368.
Sgrizz, 359.
Sguagn, 218.
Sguagn-i (-iven),
Sguait, 354.
Sguajton. 263.
Sgriff,
Sgrisor.
Tabacch. 239.
Tacca ballin, 205.
Taccojn,
50.
Spuln, 217.
331.
Simona
252.
Simonna. 380.
Sitta, 252, 278.
Slandron (-i), 344.
Slandrosa, 279.
Slisaa, 317.
(de),
Slis- (-ass).
Sioffen,
Sloffi,
160.
253.
113,
73.
Spuv,
Smorbi, 130.
Smorbi, 205, 254.
Socch, 226, 319.
Soeuja mi, 206.
Soeuli. 206, 253,
Sof, 378.
Sognorent, 182.
Sojador, 160.
Solass, 280.
Soldarasc, 260.
Somm, 3 7.
Sonaj, 316.
Sor-, 183.
Soree, 205.
Soerioeura (in), 263.
Sorr, 151.
39.
73, 263.
Squas, 252.
Squaj,
263.
Sta
3 18.
su,
217, 263.
82,
368.
Sg'iacc,
Sidell,
332.
Stghela
l,
226.
Stanten, 359.
149.
Stat d'anim,
Stee (de
tutti
Stellonn, 253.
Stobbia, 314.
Stondra (va
332.
a),
252.
364.
Stralattona, 279.
Strangojon, 280.
Streccioeu, 355.
Streccioeura, 359.
Stringh (fa), 217.
Strocc, 82.
Straforzin,
Strafusari,
Stronzon- (-en).
Sovran,
Strucc. 355.
50.
Spacciug. 368.
Spantegh- (-et). 332.
Spara, 1 83.
Sparad, 343.
Spart, 315.
Spazza. 1 06.
Spazzac. 1 1 3.
Spazzetta (fa). 160.
Spert. 229.
Spiosser. 82, 354.
Spuell.
140,
173.
Taccon, 149.
Taj (vegn a), 316.
Taj (al), 332.
226,
i).
264.
318.
Strugion, 318.
Su
per su,
174.
Succ, 345.
Surba, 343.
Suss
(sussista).
3
Svargell, 206.
Svergn 252.
Svei-za, 207.
Svint! 345.
Suss- (-iss),
8,
5.
Tan. 160.
TappUa, 150. 345.
Tapina, 183.
Tarell. 280.
(cMM
Tarli
Tarli.
263,
del).
141.
Tarlucch, 368.
Tarter de
TaMij.
vasti],
183.
172.
Tavani, 82.
Tegna. 354.
Tegnon.
3. 264.
Terra de ih ball. 129.
1
Tea
Tena
(el).
part,
Tibi.
159.
Tiri,
139.
130.
I6U.
173. 252.
Ughelia (color
d'),
183.
391
X3SXX
INDICE ALFABETICO
DEl'CAPOVERSI DEI SINGOLI COMPONIMENTI
Akmett con
Akmett,
in
come
Sonetto).
376
no avend coracc - S.
tocu duu,
tocc
(L'ahbrtoiatura
porcellana
la
376
5.
la
la
teita
de
tutt
battajon - 5.
el
.152
377
334
Aito
294
.....
Anca
ici
Ara
Bagaj, che
sii
amoros, che
sii
ci)
{Framment del
e.
VII)
.71
373
...
223
la
guerra santa e
breviari
(La guerra
S.
S.
el
me
dis,
che
Dal prmm
la
manna
sere
de
l'
mori negaa
del Signor
in
S,
163
.177
.291
.313
di prt)
...
221
298
Catto I
99
208
Barborin)
la
293
la grassa
369
(F pitaffi)
266
{Frammenl del
e.
V)
93
Degg che
De
De
vegnuu per
t'
gi,
lustrissem,
gi,
madamm
badee
semm
che
394
......
82
de Giovannin Bongee}
109
con
daj
ma
chez-nous:
sto
in santa libertaa
El sar vera
fors
91
preghiera)
sanguanonl
El mangia e bev
133
Ili)
e.
5.
161
292
S.
312
285
185
119
Ghoo
314
365
miee, g'hoo
fioeu,
sont impiegaa
de
giustizia
Leggevem on
L' mort
Ma
Me
sai,
cugnaa
Merda
politegh seccaball
me
el
el
ai vost
neghin classegh)
Natan
Oh
Oh
Ona
On
On
tradii
de
la
me
cojonna
284
285
Oh
veggiana esosa
Abaa
(On
227
S.
(Ona
Per buratta
se droeuva el buratton
5.
(I
colazion)
desgrazi)
proponna
5.
295
284
Monti)
lettera)
184
312
.
(A Vincenzo
-
299
349
S.
240
289
averi)
115
sett
S.
gamb
vision).
S,
sozi te
304
di
....
striozz)
Me
l'Abbaa Giavan)
5. (Per
el
237
don Pederl
5.
forestee, ecc.)
ceri
carin,
5.
.....
......
(A
97
283
Porcinella
Moros dannaa,
V)
288
pocch
5.
e,
S.
Mi
232
{Framment del
124
290
caroccce e fiaccaree)
pittor Boss:
el
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300
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189
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267
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267
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323
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268
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293
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311
65
369
356
360
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INDICE
Proemio
........
A
Verga
Dott.
Prefazione
I
Ettore
Carlo
la
Societ
del
II
30
.....
prima edizione
alla
Porta
67
69
II.
Sestine
Ili
Ottave
107
.
187
219
IV
Qyartine
Odi
VI
Sonetti
281
VII
Ditirambi
321
235
e Canzoni
347
IX.
Appendice
Glossario
di voci
dubbio,
Rime
milanesi
illustrate nelle
scritte
per
antiquate
note
al
la
....
oppure di
testo
significato
383
393
PLEASE
CARDS OR
SlIPS
UNIVERSITY
PQ
A730
P7A17
1921
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