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A G R I C O LT U R A • A M B I E N T E • C U C I N A • N AT U R A
La zucca
STORIA, PREGI, VARIETÀ E RICETTE DI UN ORTAGGIO PROTAGONISTA
DELLE MENSE ARISTOCRATICHE NELL’ITALIA DELLE SIGNORIE
ISOLE
Procida multicolor
ITINERARIO IN FRIULI
Nelle grotte del Carso
IL GAGLIOPPO
Antico rosso di Calabria
LA PERA ORTO: BIODIVERSITÀ:
COCOMERINA LE FAVE IL GRANCHIO BLU
t/iß/ª%/ɔɶɔnovembre 2023
Sommario
Rubriche 34
ŸūƳćɔęʉSƳõşņõ
12 Lo Storico Ribelle, il formaggio
6—AGENDA Storie di Melaverde valtellinese che viaggia nel tempo.
Gli appuntamenti del mese Dai boschi di castagno della bassa
11—MELAVERDE SOCIAL
Foto, post e commenti
Valle di Gressoney, Pino, l’artista
che rende leggero il legno.
38
dal web
SşɔGƟõūĒŁņŸɔşƼ
È il “ricercato” del momento,
ȞȗɷiSªS Zucca da chi lo ritiene una minaccia,
ecologia, botanica, biodiversità, da chi vorrebbe gustarlo nel piatto.
i nostri consigli in libreria
ȞșɷßSß/ª/ɔGª//v
Proposte e notizie a basso La pera cocomerina
impatto ambientale
Ȟȝɷ§SvSv/
di Ellen Hidding
14
Tra i simboli dell’autunno, oltre
ad essere buonissima, la zucca
è anche un ortaggio ricco di
preziose proprietà benefiche. 44
Dal nome simpatico e
20 profumatissima, è una varietà
Mantova antichissima originaria
La capitale del Rinascimento dell’Appennino romagnolo.
italiano, tra arte, architettura
e banchetti regali. 48
La Romagna
24 toscana
Le ricette Nel cuore dell’Appennino,
di Melaverde una terra che offre
La zucca, mantovana e non, straordinari itinerari culturali
ingrediente versatile nei piatti e naturalistici.
della tradizione regionale
italiana. 52
Le ricette
di Melaverde
32 Dolcezza, consistenza e
profumo straordinari di un
¿õĒĒƼņūŸɔęņɔǔņõĺĺņŸ frutto capace di trasformarsi
I migliori indirizzi per mangiare, in piatti dolci e non.
dormire, fare shopping e curiosare.
56
¿õĒĒƼņūŸɔęņɔǔņõĺĺņŸ
Qualche suggerimento per
mangiare, dormire e acquistare
nella Romagna toscana.
Il Carso
76 86
ƼĒņūõɔõşşġɔŸƟņĺņūņ Isole
In Salento, tra olivi secolari, l’antica Una Capitale della Cultura in
masseria dove l’olio extravergine è miniatura, da girare e perdersi
una tradizione di famiglia. nei suoi colori.
58 Il Gaglioppo
In Friuli, al confine con la
Slovenia, alla scoperta di un
territorio dalla conformazione
unica, e da un punto di vista
extra-ordinario: il sottosuolo.
66
Famiglie
Nella cittadina del Vittoriale
degli Italiani, sul Lago di Garda,
la pasta si fa in casa da generazioni. 78 LA VERSIONE
DIGITALE
DEL MAGAZINE
Direttamente dall’Enotria, il
I Luoghi
LOMBARDIA
Mantova
Un gioiello d’arte e di
architettura italiana,
costruito intorno a tre
laghi e il fiume Mincio.
/tSiSɵªtGv
Verghereto
Il territorio dell’Appennino
Tosco Romagnolo, posto
all’estremità dell’Emilia-
Romagna e al confine con
Marche e Toscana.
FªSÇiSɵß/v/ðSɔ
GSÇiS
Il Carso
Un altopiano calcareo a
cavallo tra la provincia
di Gorizia e Trieste, e
Slovenia e Croazia, teatro
di violente battaglie
durante i conflitti
mondiali.
CALABRIA
Cirò e Crotone
Sulla costa ionica dell’alto
crotonese nell’area
dell’antica colonia
magnogreca di Krimisa.
t§vS
Procida
Una piccola perla del
Golfo di Napoli, dove la
natura racconta la sua
origine vulcanica.
DIRETTORE RESPONSABILE PROGETTO GRAFICO MELAVERDE, pubblicazione mensile Tutti gli articoli contenuti in Melaverde
Luca Turchi Zampediverse, progetto originale Registrazione al Tribunale di Milano sono da intendersi a riproduzione riservata ai
luca.turchi@mediaset.it di Massimo Zingardi e Daria Semina N.184 del 14/06/2013 sensi dell’Art. 7 R.D. 18 Maggio 1942 n. 1369.
L’Editore si dichiara disponibile a regolare eventuali spettanze per quelle immagini di cui non sia stato possibile reperire la fonte.
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Merano WineFestival
dal 3 al 9 novembre
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foto di viewworld/Shutterstock.com
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le massaie di Chianni, paese della provincia di Pisa, preparano le parti più
nobili del cinghiale proponendole in salsa, con funghi e polenta, in umido con o
senza olive, oppure arrosto. Un modo divertente e originale per gustare odori,
sapori e tradizioni uniche in un bel borgo immerso nelle colline toscane. La
Sagra del cinghiale di Chianni è una manifestazione ormai storica, che prese
il via nel lontano 1976 con l’obiettivo di far conoscere nell’intera provincia di
Pisa la comunità di Chianni e la sua cucina contadina antica nelle origini: oggi
è fra le più apprezzate nell’intera Toscana e attira visitatori anche dalle regioni
limitrofe. I visitatori, tra una portata e l’altra, possono visitare anche le mostre
ĶŲƭŲķƙóȊĐľĞóśśĞơƭŃƭĞƖĞƙśʀŲĐĐóơŃŲŦĞĞƖĞƙĐŲƙƙĞƙĞśĞǍŃĞƖŃƽďĞśśĞėĞśƖóĞơĞóśśó
scoperta dell’artigianato e delle tradizioni.
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In rete con
un click!
Facebook e Instagram. La trasmissione
in onda tutte le domeniche su Canale
5 mantiene un legame costante con
i propri spettatori attraverso le reti
social. Foto, post, immagini, commenti
e scambi di opinioni tra chi fa e chi
guarda il programma permettono
di mantenere viva la relazione. Una
modalità che contribuisce a rendere,
giorno dopo giorno, Melaverde
sempre più ricca e interessante!
Appuntamento
La domenica mattina
su Canale 5
alle 10:50 circa con
Le storie di Melaverde
e alle 12.00 con le nuove
Complimenti per la trasmissione,
puntate di Melaverde.
complimenti a tutta la gente che ama
l’agricoltura, la cucina e l’ambiente!
Buongiorno e buona domenica Chi non può andare in vacanza Complimenti a tutto lo
a tutti voi. Sto guardando adesso ci va grazie a voi!!! Alla prossima... ơƭóȅƖĞƙśóďĞśśóĞŃŦƭĞƙĞơơóŦƭĞ
la vostra trasmissione, grazie di puntata di oggi. Vi seguo
esistere! Buongiorno siete fantastici, sempre ormai da anni e non
vorrei venire anch’io sempre con mi deludete mai. Menzione ai
Oggi puntata molto variegata, voi per scoprire tutti quei posti due presentatori per la loro
bellissima e istruttiva! Ragazzi, il fatto spettacolari! simpatia e professionalità.
è che con voi il tempo galoppa ed è
ơƵďŃƭŲȊŦŃƭŲɑIƙóǞŃĞɑ ƵŲŦóơĞƭƭŃŤóŦó Grandissimi avete la nostra Mi emoziona sempre vedere
e arrivederci a domenica prossima! ammirazione… Bravissimi le belle cose che ci sono nelle
presentatori e simpatici.... 10 più più! varie regioni che ci fate vedere!
Bellissima trasmissione,
interessante, istruttiva, complimenti Sempre presente, a godermi la Stupendi posti. Non li
a tutti voi. nuova bellissima puntata!!! conoscevo. Grazie
Luca Liberati
Giornalista professionista,
autore Melaverde TV
Pino, leggero
come il legno
Pino. Le sue foglie, di nocciolo o di pero, realizzate a
volte in dimensione naturale, a volte enormi, hanno il
potere di trasmettere un senso di delicatezza e fragilità
“lievi come una carezza” come dice l’artista. Il suo
laboratorio è, da oltre trent’anni, in un piccolo borgo
di montagna semiabbandonato dove Pino vive con sua
moglie Paola. Si chiama Chemp. Un villaggio costruito
su una altura di roccia, in mezzo ai rigogliosi boschi di
Si può rendere leggero un pezzo di legno? Può avvenire,
castagno della bassa Valle di Gressoney, in Val d’Aosta.
ad esempio attraverso le mani e l’arte di uno scultore.
Un luogo che oggi è diventato un “villaggio d’arte”,
Qualsiasi materiale, anche il più coriaceo, può diventare
grazie a Pino e ai tanti amici artisti che negli anni sono
“leggero” attraverso il talento e la visione artistica di
andati a trovarlo. Disseminate qui e là all’interno del
chi scolpisce. Pensiamo al marmo, e al “Cristo Velato”
villaggio, si incontrano le sculture di Pino e degli altri
di Giuseppe Sanmartino. Una trasformazione della
artisti, che hanno ridato vita ad un luogo destinato
materia quasi impossibile da immaginare. Eppure,
a scomparire dalla storia e dalla memoria. Invece
possibile. L’arte di rendere leggero qualcosa, legno
Chemp, questa minuscola frazione del Comune di
soprattutto, ma anche altri materiali come il bronzo,
Perloz a 880 metri d’altezza, una storia ce l’ha. Ed è
appartiene anche ad Angelo Giuseppe Bettoni, detto
quella delle antiche genti di montagna, che costruirono
con la pietra e il legno locale, deliziose abitazioni, un
bellissimo fienile e minuscole stalle, che ancora oggi,
anche se in parte abbandonate, esprimono grande
fascino e bellezza. È la storia di piccoli allevatori,
contadini, boscaioli che, con le loro famiglie, hanno
rappresentato una comunità vitale per il territorio. È la
storia di un luogo che oggi appare quasi magico, sospeso
nel tempo, che però, fino a non troppi anni fa, si poteva
raggiungere solo attraverso ripidi sentieri. Scomodo
e difficile per viverci. E così, dalla seconda metà del
secolo scorso, venne progressivamente abbandonato
dai suoi già pochi abitanti. Pino scopre Chemp durante
una gita con amici più di trenta anni fa. Il paese è
completamente inabitato. Ha un fascino un po’ oscuro,
Il frutto del
Rinascimento
mantovano
A cura di Sandra Martone
Territorio
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Ricette
§ɘɖȗș
Frutti di cultivar appartenenti alla famiglia delle nei bagni, inoltre già da tempo anche al posto delle
Cucurbitacee, le prime zucche sono approdate in anfore per i vini da conservare”. Una delle più importanti
Italia in tempi decisamente remoti. Secondo diverse caratteristiche della zucca è quella di proliferare molto
ricostruzioni sono stati i Fenici il primo popolo a facilmente e di avere dei semi estremamente tenaci. Tali
coltivarle sulle foci dei nostri fiumi dove, data la fertilità peculiarità alimentarono la credenza che il frutto fosse
dei terreni, le piante si diffusero rapidamente. Etruschi, simbolo di resurrezione, cosa che portò a utilizzarne
Romani e Greci erano ghiotti di zucca ma la varietà allora unicamente i semi e, di conseguenza, a etichettare la
conosciuta e proliferata sulle terre nostrane, secondo una zucca come frutto vuoto, privo di fatto di sostanza al di
ricostruzione del botanico svizzero Augustin Pyrame de là, appunto, dei suoi semi. Con la scoperta dell’America
Candolle, era la Cucurbita Lagenaria (oggi detta anche arrivarono nel Vecchio Continente, e quindi anche in
zucca da vino), originaria dell’India e del Malabar. Tale Italia, le classiche zucche tonde e arancioni della varietà
varietà ha una forma allungata che ricorda quella di Cucurbita. In paesi come Messico e Perù difatti questo
un’anfora e difatti gli antichi romani, una volta svuotata ortaggio era ben conosciuto sin da tempi antichissimi:
di semi e polpa, usavano utilizzare la sua buccia essiccata in Messico sono stati trovati semi di zucca risalenti al
come contenitore. Di questa usanza ne ha anche scritto 7000-6000 a.C. e in Perù secondo alcuni studi pare
Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia dove si legge: che la zucca fosse già conosciuta 11-13 mila anni a.C.
“Da poco (le zucche) vennero in uso al posto degli orci Nonostante fossero deliziose, ricche di polpa e avessero
“Arrivate in Italia, le
zucche inizialmente
non sono state troppo
amate dai ceti più
abbienti, divenendo così
materia prima utilizzata
per sfamare i contadini”
Come sottolineato c’è stato allo stress ossidativo dei
un tempo in cui i semi di tessuti, ai disturbi della
zucca sono stati l’unica prostata e complicanze
parte consumata del frutto della vescica urinaria.
catturato con le loro particolari forme la curiosità e ancora oggi questi sono Prima di essere consumati
dei conquistadores tanto da valerne l’esportazione
molto usati in cucina sia ed essiccati, la maggior
del vecchio al nuovo mondo, una volta arrivate
per via del loro gusto, parte dei semi di zucca
in Italia le zucche inizialmente non sono state
troppo amate dai ceti più abbienti, divenendo così dolciastro e aromatico, che devono essere sbucciati
materia prima utilizzata per sfamare i contadini ƖĞƙŃśŲƙŲďĞŦĞȊĐŃɔƭƵƭƭŃ anche se alcune zucche
che, complice la fantasia, crearono tantissimi ķśŃĞȅĞƭƭŃėóĐŲŦơŃėĞƙóƙơŃ vengono coltivate
piatti poveri a base di zucca che oggi sono visti un superfood, i semi di unicamente per i propri
come vere e proprie prelibatezze. zucca sono spesso usati semi proprio in quanto privi
per condire insalate e di involucro. Nelle diete
Zucche d’Italia dare loro croccantezza, in ipocaloriche è consigliabile
Oggi in Italia le zucche (parola che sembra impasti di focacce o pane, di non consumarne oltre
derivare dal latino cucutia, “testa”) sono tra gli come topper di porridge i 30 grammi al giorno per
ortaggi più apprezzati e simbolo per eccellenza e colazioni o spuntini a via del notevole apporto
dell’autunno. Da nord a sud nel Belpaese vi sono base di yogurt o frullati calorico che è di 574 per
diverse cultivar di zucche estremamente pregiate, per ottenere una sorta di 100 grammi.
alcune purtroppo a rischio di estinzione, che burro vegano. Possono
si differenziano per polpa e sapore. Partendo essere essiccati in casa o
dal sud, nella calda Sicilia troviamo la Zucca acquistabili già essiccati,
Virmiciddara, conosciuta dal XV secolo, che tostati e salati.
sembra sia stata diffusa grazie alle monache Abbiamo detto che i
benedettine del convento di San Castrense semi di zucca sono oggi
Monreale. Dall’aspetto molto simile a quello di considerati un superfood,
un’anguria sia per forma che per colore, questo questo perché sono ricchi
frutto non supera i quattro chili e presenta una di grassi monoinsaturi e
polpa bianca che spesso viene semplicemente ķƙóơơŃŤĞķóɲȕɏȊƭŲơƭĞƙŲśŃɏ
fritta a cotoletta oppure resa confettura e manganese, magnesio,
usata come ripieno delle Paste monacali delle fosforo, zinco, potassio,
Benedettine, ossia biscotti con impasto di farina, calcio, selenio e vitamina
strutto e uova, ripieni di marmellata di zucca e E. Tali nutrienti funzionali
ricoperti di cioccolato. Dalla Sicilia ci si sposta aiutano a ridurre il rischio
in Campania dove la Zucca Lunga di Napoli è di complicanze associate
tra le più conosciute in Italia con la sua scorza
La Zucca Mantovana è
coltivata in 30 comuni
della provincia tutti
sulle sponde del Po. Il
proliferare di questo
frutto si deve alle
ďŲŦŃȊĐľĞėĞśśóǞŲŦóɔ
curiosità Betacarotene e non solo: le proprietà
della zucca
Come cucinavano le Oltre ad essere buonissima, la zucca è anche un ortaggio
zucche nell’antica Roma ricco di preziose proprietà benefiche date principalmente
dall’ottima quantità di fibre, minerali (tra cui calcio,
fosforo, potassio, zinco, selenio e magnesio) e vitamine
Sappiamo bene che le zucche, nella varietà in essa contenuti. Il colore arancione o giallo intenso della
Cucurbita Lagenaria erano conosciute dagli sua polpa, tra l’altro, dimostra che questo frutto è preziosa
antichi romani che, secondo gli scritti di Marziale, le fonte di betacarotene, precursore della Vitamina A, noto
ƵƭŃśŃǞǞóǍóŦŲķŃąóśśŲƙóƖĞƙśóƖóŦŃȊĐóǞŃŲŦĞĞóŦĐľĞ
per le sue eccellenti doti antiossidanti che, tra le altre
al posto delle amatissime fave e lenticchie e come
contorni sia di carni che di pesce. Si legge, infatti, cose, aiutano anche contro l’invecchiamento della pelle
negli Epigrammi del poeta: “Di esse il fornaio fa e dei tessuti in generale. Per quanto riguarda le vitamine,
insipide focacce, da qui crea svariate tortine (…). nella zucca se ne trovano diverse del gruppo B (B1, B2,
Da qui nascono al cuoco diversi manicaretti, tali B3, B5 e B6) e soprattutto è ricca di Vitamina C. Grandi
da credere che ti vengano servite lenticchie e fave; alleate dell’intestino, le fibre della zucca, insieme all’alta
imita funghi e salsicce, la coda di pesce salato e le percentuale di acqua che caratterizza questo ortaggio,
piccole sardelle. Da qui il dispensiere sperimenta gli
sono utilissime per il corretto transito intestinale ma
accorgimenti di celare, da bravo furbo, ricorrendo
a vari sapori (…).” anche per riequilibrare la flora dell’intestino stesso.
Mentre il potassio, sempre insieme all’acqua contrasta
la ritenzione dei liquidi. Pur avendo un sapore dolciastro
la zucca in realtà è ideale sia per le diete ipocaloriche,
sia come ingrediente per piatti meno sapidi di una dieta
dedicata a chi soffre di diabete. Tale frutto ha infatti un
basso contenuto glucidico e lipidico e sole 26 calorie per
100 grammi. Infine, la zucca è anche una buona fonte
di Omega-3 che aiuta a mantenere sotto controllo il
colesterolo. •
I nutrienti contenuti
nella zucca
õşŸƟņġɔƜġƟɔȖȕȕɔĺɚɔȗțɔŜĒõş
MELAVERDE NOVEMBRE 2023 19
Territorio
ðÇɔtv¿ßv
Basilica
foto di StefyMorelli/istockphoto.com
di Sant’Andrea
Palazzo
MANTOVA Ducale
Palazzo Te
L O M B A R D I A
avevano spesso come ospiti Andrea Mantegna, Raffaello su volere dei Gonzaga si dedicò a una ristrutturazione
Sanzio, Giovanni Bellini, Giorgione, Pietro Perugino e urbanistica della città lasciando traccia di sé in
gli stessi Leonardo Da Vinci e Tiziano Vecellio e che, quasi ogni piazza e anche nel Palazzo Ducale, nella
tra una portata e l’altra, erano animate da musiche e basilica di Sant’Andrea, nel Duomo di Mantova e
spettacoli. Per allestire i banchetti Isabella chiamava da nel Monastero di Polirone a San Benedetto Po non
Ferrara il suo cuoco di fiducia Cristoforo di Messisbugo lontano dalla città. Da ricchissimi proprietari terrieri,
che era anche un maestro di cerimonie e un allestitore. ossia Signori, in una manciata di secoli i Gonzaga
Nel suo libro Banchetti, composizione di vivande et sono diventati una delle famiglie principesche più
apparecchio generale descrive come allestire la tavola importanti d’Europa grazie inizialmente alle rendite
per rappresentare al meglio la potenza della famiglia delle loro proprietà, alle vittorie militari, agli ottimi
ospitante: tra le tante curiosità spicca la grande distanza rapporti finanziari con la Repubblica di Venezia
tra i commensali (calcolata al centimetro) e i centrotavola e anche ai matrimoni strategici con le principali
fatti di zucchero e dipinti a mano. Inoltre, sembra sia stato famiglie dell’epoca. Amanti dell’arte e del lusso,
proprio in seguito a uno dei banchetti più importanti alla l’ultimo grande esponente di questa famiglia prima
Corte dei Gonzaga, in occasione dell’arrivo a Mantova del suo decadimento e poi della sua fine che ha
nel 1530 dell’imperatore Carlo V d’Asburgo che questo avuto inizio con la Guerra del Monferrato agli inizi
premiò Federico II Gonzaga, figlio della D’Este e di del ’600, è stato Vincenzo I. Questi, proprio come la
Francesco II, con il titolo di Primo Duca di Mantova per sua antenata Isabella D’Este, era un fautore del fasto
aver dimostrato un atteggiamento filoimperiale facendo della tavola e per i suoi banchetti si allevavano anche
transitare da Mantova i lanzichenecchi che provenivano nel Mincio diversi tipi di pesce d’acqua dolce, tra cui
da Roma. A Federico II dobbiamo la costruzione di una il preferito dal principe, il luccio. •
delle tante meraviglie di Mantova, Palazzo Te. Si tratta
dell’opera architettonica più celebre di Giulio Romano.
La villa è caratterizzata da diverse sale affrescate tra cui
la più famosa, insieme a La camera dei giganti, è proprio
la sala da pranzo circondata da suntuosi affreschi che
raccontano la storia di Amore e Psiche nella versione
narrata da Apuleio nelle sue Metamorfosi. La sala di
Amore e Psiche pare sia stato una sorta di atto d’amore
da parte di Federico II, sposato con Margherita Paleologa
(matrimonio che gli valse anche il titolo di Marchese di
Monferrato), per l’amante Isabella Boschetti. Oltre a
Palazzo Te, Giulio Romano (allievo di Raffaello) sempre
Pasta pancetta
e zucca FATE rosolare in una pentola la
pancetta, unite la cipolla mondata
ĞƭƙŃƭóƭóȊŦĞŤĞŦƭĞɔUŤďŃŲŦėŃƭó
la cipolla unite la zucca pulita e
tagliata a cubetti.
PULITEśóǞƵĐĐóĞóȅĞƭƭóƭĞśóó
spicchi uguali. Adagiatela sulla
carta forno. In una ciotolina unite
4 cucchiai di olio, rosmarino a
piacere e uno spicchio d’aglio
grattugiato. Mescolate tutto.
Mostarda Ingredienti
media
țȕɔũņūƼƳņɔ
+ 1 mese di riposo
per 2
vasetti
medi
CUOCETEƭƵƭƭŲƖĞƙȐȔŤŃŦƵƭŃŲȊŦŲó
quando il composto non raggiunge
la densità di uno sciroppo.
TUTTE
LE SPECIALITÀ
OLTRE
100 PAGINE
DI RICETTE
in edicola
Taccuino di viaggio
tvGSª/
Sücar Brüsc
Menu degustazione o alla carta rigorosamente
stagionali tra cui scegliere. La location, in pieno centro
di Mantova, è moderna (come la cucina) e informale
ma strizza l’occhio alla tradizione con scritte sul muro
che rievocano famosi detti locali. Da assaggiare: i
tortelli di zucca.
SşɔņĺūŸɔ¿ƟõƳƳŸƟņõɔęġņɔtõƟƳņūņ DORMIRE
La trattoria si trova in un’antica casa nobiliare NŸƳġşɔęġņɔGŸūǥõĺõ
ĐŃŦƘƵĞĐĞŦƭĞơĐóĞśʀŲȅĞƙƭóķóơƭƙŲŦŲŤŃĐóĭśĞķóƭŃơơŃŤó La struttura è comodissima per potersi godere al
alla tradizione mantovana. I padroni di casa, Tano meglio il centro storico della città. Ubicata su Piazza
ĞśĞơơóŦėƙóɏėĞȊŦŃơĐŲŦŲŃŦĶóƭƭŃśóśŲƙŲĐƵĐŃŦó Sordello, a pochi passi dal Palazzo Ducale e dal
“ortodossa”. Da assaggiare: il risotto alla pilota con le Duomo di Mantova, l’hotel mette a disposizione
salamelle. dei propri ospiti camere moderne e dotate di tutti i
comfort.
Piazza Carlo d’Arco, 1
Mantova Piazza Sordello, 52/54
tel. 0376.327101 Mantova
àààɘªS²¿ªv¿/SiSGvtv¿ßɘS¿ tel. 0376.321533
àààɘtv¿/GvN¿/i²ɘtɩN¿/iɵ%/SɵGvðGɩ
GņõşşŸǥƼĒĒõ
Accostamenti innovativi di materie prime tradizionali Hotel casa Poli
e internazionali che cambiano ogni mese da A pochi passi dal centro storico di Mantova l’hotel
assaporare in un locale coloratissimo nel cuore ŲȅƙĞƘƵóƭƭƙŲĐóƭĞķŲƙŃĞėŃĐóŤĞƙĞĐľĞơŃóėóƭƭóŦŲ
di Mantova. Da provare: il Geloso semifreddo di all’esigenza di ogni viaggiatore. La colazione,
sbrisolona. ĐŲŤƖƙĞơóŦĞśƖƙĞǞǞŲɏľóƵŦďƵȅĞƭėŃĐƵŃĶóŦŦŲƖóƙƭĞ
anche squisiti dolci della tradizione mantovana.
Corte dei Sogliari, 4
Mantova Corso Garibaldi, 32
tel. 335.6869686 Mantova
àààɘGSiiðÇɘS¿ tel. 0376.288170
ACQUISTARE ǪS²S¿ɔ%ɔßS²S¿ª/
Tortelli & Friends SşɔĺņƟŸɔęġņɔşõĺŁņɔęņɔtõūƳŸǔõ
Ristorante ma anche gastronomia dove poter La città di Mantova sembra sospesa tra cielo e acqua
acquistare souvenir gastronomici della città di ƖƙŲƖƙŃŲƖĞƙĐľğĐŃƙĐŲŦėóƭóėóƭƙĞśóķľŃóƙƭŃȊĐŃóśŃɔ
Mantova e piatti della tradizione già pronti. Questi specchi d’acqua possono essere oggetto di
piacevoli crociere in motonave organizzate in diverse
Via Fernelli, 28/A durate e itinerari. Quella più veloce e più concentrata
Mantova è senza dubbio la crociera che comprende il Lago
tel. 0376.1962190 Inferiore e Di Mezzo e che arriva sino al Fiume Mincio
circondato dall’omonimo e bellissimo parco naturale.
La maggior parte delle crociere sui laghi mantovani
partono dal molo B che si trova alle spalle del
Castello di San Giorgio. Dall’imbarcazione si possono
ammirare diversi scorci e opere architettoniche
della città (tra cui il Ponte e il Castello di San Giorgio,
la Reggia dei Gonzaga, la Torre degli Zuccaro,
Sant’Andrea e il Campanile di Santa Barbara) da una
prospettiva davvero unica. Una volta arrivati al Fiume
Mincio il paesaggio cambia e diventa caratterizzato
ƵŦóŦóƭƵƙóƵŦŃĐóŦĞśơƵŲķĞŦĞƙĞɔ±ƵśȊƵŤĞɏŃŦŲśƭƙĞɏ
si toccano punti di interesse storico importanti, quali
il Borgno di Pietole (in antichità chiamato Andes)
dove si dice sia nato Virgilio, e altri fondamentali per
la sopravvivenza di Mantova, come le Paratoria di
ÝóśėóƙŲɏĐľĞơŃóśǞóŦŲŲķŦŃƘƵóśǍŲśƭóĐľĞŃśȊƵŤĞĭŃŦ
piena per scongiurare l’allagamento della città.
àààɘvßSv%/²ɘt
Il Bitto incarna, insieme ai
Bontà d'Italia vini del territorio, l’immagine
stessa di Valtellina, un prodotto
S¿¿ɔ%§ɔv¿ªɔ riconosciuto in tutto il mondo
STORICO RIBELLE da parte di appassionati e
conoscitori. Ma come è arrivato
fin qui questo formaggio delle
Alpi Orobie, nato dai Celti e
sviluppato nei secoli dalla
di Silvio Carini sapienza dei casari di montagna?
Ritorno al futuro:
il formaggio valtellinese
che viaggia nel tempo
Il Bitto è un formaggio
prodotto esclusivamente
in periodo di alpeggio,
utilizzando tradizionalmente
latte vaccino con un’aggiunta
di latte di capra orobica.
Oggi il disciplinare della DOP
ne permette la produzione in
tutta la provincia di Sondrio.
È una storia che attraversa molti secoli quella del DOP e da un consorzio di tutela. Proprio questo
pregiato formaggio grasso d’alpe prodotto nelle passo, finalizzato ad aumentare la produzione e il
Valli del Bitto (torrente affluente dell’Adda sul valore del marchio, ha fatto emergere un contrasto
versante orobico) e il cui nome viene fatto risalire insanabile tra gli interessi delle grandi latterie di
al termine celtico bitu o “immortale”. fondovalle (che nel disciplinare hanno ottenuto
Ma se già nel XVI secolo Ortensio Lando lo cita di estendere la produzione a tutta la provincia
come squisitezza imperdibile, la denominazione di Sondrio e di consentire, con alcuni limiti,
Bitto si afferma stabilmente dall’800, divenendo l’integrazione dell’alimentazione con cereali e l’uso
un’eccellenza riconosciuta. di fermenti) e i produttori della Valle del Bitto,
L’immortalità del Bitto e la sua capacità di viaggiare un po’ pastori e un po’ casari, legati alle pratiche
nel tempo però derivano anche dal fatto che si tratta ancestrali e tenaci sostenitori del valore del pascolo
probabilmente del formaggio al mondo che meglio e dell’erba di montagna (del terroir, se vogliamo
sopporta l’invecchiamento, arrivando di slancio usare una analogia col vino).
ben oltre i 10 anni. In questo caso la sempiterna lotta tra Davide e Golia
Tutto questo è frutto di competenze casearie ha trovato dei narratori d’eccezione: l’imprenditore
e tecniche raffinatesi nel tempo (come una locale Paolo Ciapparelli e il movimento Slow Food
lavorazione che avvenendo in alpe immediatamente che ne ha sposato appieno la causa.
dopo la mungitura non lascia spazio a proliferazioni
batteriche, o a una cottura della cagliata a
temperature piuttosto elevate che offre garanzia di
maggiore longevità).
Dal 1996 questo formaggio grasso a pasta cotta e
semidura, prodotto nel solo periodo di alpeggio,
giugno – settembre, lavorando in loco senza
lasciarlo raffreddare il latte crudo vaccino con
un’aggiunta di latte caprino che tradizionalmente
segue la regola: 1 mucca, 1 capra, è protetto da una
Bontà d'Italia
S¿¿ɔ%§ɔv¿ªɔ
STORICO RIBELLE
¦óƙśóơƖĞơơŲƖĞƙŃŤŤóķŃŦŃĞŤĞƭóĶŲƙĞóėĞȅĞƭƭŲ¦óŲśŲ
Ciapparelli, l’uomo che incarna la storia più autentica del
Bitto Storico (pardon Storico Ribelle). Sua, ad esempio la
frase “Il sapore dei prati” usata nel recente Cheese di Bra
per indicare l’importanza del pascolo nel determinare il
sapore del formaggio, oppure “il lavoro delle mani dei
nonni, spiegato in Inglese” per illustrare lo straordinario
storytelling che ha fatto conoscere e appassionato
alla causa del Bitto della tradizione, garantendone così
la sopravvivenza, sostenitori e consumatori in tutto il
mondo. “La Valtellina, distesa tra est e ovest, è vino nel
versante retico esposto al sole, mentre formaggio in
quello orobico a Sud. Così come le vigne hanno ottenuto
la tutela Unesco per i muretti a secco, mi piacerebbe
una tutela dell’interesse storico dei calecc (la millenaria
struttura rudimentale parzialmente in muratura in cui
si produce il Bitto in alpe) che potrebbero costituire le
tappe di una vera via turistica sulle Orobie”. Insomma il
Bitto si garantisce un futuro valorizzando e comunicando
36 MELAVERDE NOVEMBRE 2023
(anche in Inglese) il proprio passato.
GLI ANELLI
PIÙ PREZIOSI
DI CALABRIA.
induce l’ultima metamorfosi e dalla fase giovanile i zona del Veneto sono una risorsa importantissima.
granchi passano alla forma adulta. In Emilia-Romagna, l’epicentro dell’emergenza è
Come tutti i granchi anche questo è onnivoro ma tra Goro e Comacchio: qui fino al mese di luglio le
piuttosto aggressivo e di una voracità impressionante. Si perdite di vongole legate al granchio blu erano già
nutre di tutto ciò che riesce a catturare: vongole, cozze, del 30%. Un duro colpo per una economia che prima
anellidi, avannotti, carogne e piante. L’ultima volta che dell’invasione dell’alieno generava un business di 100
l’ho visto ero nella Sacca degli Scardovari in provincia milioni di euro l’anno. Un’altra zona colpita è la laguna
di Rovigo e, senza farsi troppi problemi, si stava di Orbetello qui il crostaceo insidia gli allevamenti di
mangiando tutto quello che era insieme a lui nella nassa spigole. Fedagripesca, un’associazione che raggruppa
che lo aveva catturato. Il pescatore con cui ero non era cooperative di pescatori e agricoltori, riporta che il
particolarmente felice perché nonostante in America granchio blu non attacca solo il prodotto pronto per la
questa specie sia pescata per uso alimentare la riteneva commercializzazione ma mangia anche il “novellame"
un pericolo per gli allevamenti di mitili, vongole ed e cioè i pesci appena nati di acciughe, sardine, cefali,
ostriche. In effetti questa specie aliena senza predatori gamberetti e poi le larve e i semi (così si dice) di vongole
che possano controllarne la diffusione non solo mette e cozze. Cito: «Stiamo esaurendo, le scorte di vongole e
in pericolo l’attività della piccola pesca costiera ma è cozze. Da novembre la produzione si fermerà, non c’è
anche una seria minaccia per la biodiversità del nostro più seme per le produzioni dei prossimi tre anni. Un
mare. Nella parte veneta del Delta del Po, tra la Sacca di effetto domino che, senza inversione di tendenza, in un
Scardovari e la Laguna di Barbamarco, il granchio sta triennio potrebbe portare un buco nei conti della pesca
facendo danni pesantissimi agli allevamenti di vongole, vicino al miliardo di euro». La stima di Fedagripesca
cozze e ostriche. Quest’anno si stimano danni per 50- tiene conto anche dei danni agli impianti e dei costi
55 milioni di euro, e solo per le vongole a cui andranno per lo smaltimento dei granchi pescati. Ma un granchio
aggiunte le perdite di guadagni per le cozze che in quella buono da mangiare perché deve essere smaltito? Questi
Profumatissima e
caratterizzata dalla sua
polpa dalle sfumature
rosse, la pera cocomerina
oggi rischia l’estinzione.
L’associazione Pro Loco
Ville si batte per salvarla e
recuperare questo prezioso
patrimonio del territorio
Territorio
§ɘɖșȝ
Ricette
§ɘɖȚȗ
Taccuino di viaggio
§ɘɖȚț
Il nome di Ville di Montecoronaro – frazione del o pera briaca, quest’ultimo nome dovuto all’analogia
comune sparso di Verghereto – oggi probabilmente con il rossore che caratterizza il volto di chi beve un
non sarà noto a molti, ma per secoli questa località è po’ troppo. Due sono le varietà, la prima viene raccolta
stata uno dei principali luoghi di transito tra Nord e a fine agosto ed è profumata e gustosa, perfetta
Centro Italia. Proprio qui cresce un frutto antico che da mangiare appena colta dall’albero; la seconda,
sembra uscito da una fiaba, dall’aspetto sorprendente e “tardiva”, matura a ottobre ed ha un sapore meno
dal sapore dolcissimo: la pera cocomerina. Si tratta di gradevole che rende preferibile consumarla cotta,
un pomo tondeggiante di piccole dimensioni – dai 20 ai compensa tuttavia a livello visivo con una colorazione
60 g – con una profumata buccia verde dalle sfumature molto più appariscente della cocomerina agostana.
rossastre che racchiude una deliziosa polpa zuccherina Le prime notizie certe sulla coltura del pero in
dai sentori di moscato e di sorba. La caratteristica Romagna risalgono al XIV secolo e testimonianze
più peculiare della pera cocomerina è però un’altra: il quattrocentesche (per esempio il quadro la Madonna
colore rosa acceso o addirittura rosso della sua polpa, della Pera conservato nella Pinacoteca comunale di
soprattutto vicino alle logge cartilaginee del torsolo. È Cesena) dimostrano che in pochi decenni questo frutto
a questa sua particolarità che si deve il suo nome e i riuscì ad occupare un posto rilevante nel panorama
sinonimi con i quali è conosciuta, quali pera sanguigna agricolo della zona. La valorizzazione del potenziale
mulattiera, antico tracciato lungo circa 1 km scandito mortali sarebbero custodite in un sarcofago scolpito
da 14 grandi stazioni in bronzo della Via Crucis (1990) in stile ravennate dell’VIII secolo visibile nella cripta.
dell’artista sampierano Carmelo Puzzolo. I ruderi, Il complesso si trova sul colle che sovrasta Galeata
antica testimonianza del potere dei Conti Guidi, sono ed è stato rimaneggiato numerose volte nel corso dei
tutto ciò che resta dell’imponente arce, già menzionata secoli, ma la chiesa costituisce ancora una preziosa
nel 1177 e caduta in rovina nel 1527, quando venne testimonianza dello stile romanico italiano. Una volta
assalita dai lanzichenecchi in viaggio verso Roma entrati nel borgo, è piacevole perdersi tra le vie del
per compiere il celebre Sacco. Oggi sono ancora centro storico, dove ammirare le architetture in stile
visibili una cisterna, alcune parti del maschio e le toscano, con i suoi palazzi porticati che corrono lungo
fondamenta della rocca. Dirigendosi a Nord verso la le due vie storiche, via Zannetti e via IV Novembre.
Valle del Bidente si arriva a Galeata, dove gli amanti Pregevole la Chiesa di Santa Maria dei Miracoli,
della storia troveranno pane per i loro denti: si parte gioiello di architettura rinascimentale al cui interno si
infatti dai resti della cittadina romana di Mevaniola trova un tempietto costituito da colonne con capitelli
appena fuori dal borgo, che comprendono un teatro e corinzi e dove, tutt’oggi, viene venerata la tavoletta
parte delle antiche terme; si prosegue poi con l’abbazia del miracolo. Al suo interno inoltre sono conservate
alto medievale di Sant’Ellero, fondata alla fine del opere pittoriche del XVI e XVIII secolo, quali La
V secolo dal santo eremita in persona, le cui spoglie Visitazione di Giovanni Stradano, una Deposizione
E M I L I A - R O M A G N A
Galeata
Bagno di Romagna
cocomerina
l’alcol sarà evaporato, salate, pepate
e date altri 2 minuti di cottura. Una
volta trascorso il tempo necessario,
togliete le pere e lo scalogno dal
fuoco e fate addensare il fondo di
facile
cottura, basteranno 2 minuti circa.
Ingredienti PREPARATE il petto d’anatra
privandolo di eventuali residui di
ȖȕɭȖȗ pere cocomerine
piumaggio – dovrete armarvi di
șȕȕɔĺ petto d’anatra 1 spicchio d’aglio ȞȕɔũņūƼƳņ
una pinzetta e di un po’ di pazienza
ȗȚȕɔĺ patate novelle 4 pomodorini
– e incidendo sulla parte grassa
½ scalogno olio EV.O. q.b
(quella della pelle) una griglia di
4 rametti timo fresco burro q.b.
linee diagonali. A questo punto,
ȖȚȕɔũş vino rosso a ơóśĞȊŦŲƘɔďɔ per 4 adagiatelo dalla parte della pelle su
temperatura ambiente pepe nero q.b. persone una padella antiaderente ben calda
e lasciate che cuocia per 10 minuti,
quindi giratelo e date altri 3 minuti
di cottura. Non servirà ungere la
padella, poiché in cottura l’anatra
rilascerà il suo grasso, ma ricordatevi
di insaporire con sale e pepe da ogni
lato.
Liquore Ingredienti
²¿/ªSiSðð¿/ un contenitore di
vetro con chiusura ermetica, vi
basterà metterlo in una pentola con
acqua fredda e poi portare il tutto a
ebollizione. Lasciatelo nell’acqua bollente
ƖĞƙȒȏŤŃŦƵƭŃĞĶóƭĞśŲƙóȅƙĞėėóƙĞ
completamente prima di utilizzarlo.
Crostata
SETACCIATE in una ciotola
facile capiente la farina assieme al
lievito, allo zucchero, alle spezie e
a un pizzico di sale. Aggiungete il
autunnale 3 ore
burro a piccoli pezzi e lavorate il
ƭƵƭƭŲĐŲŦśóƖƵŦƭóėĞśśĞėŃƭóɏȊŦŲó
ġɔȖȚɔũņūƼƳņɔ ottenere un composto sabbioso.
cocomerina
per 8 interno i tuorli. Impastate per
persone incorporarli e lavorate il tutto
ȊŦŲóĶŲƙŤóƙĞƵŦóƖóśśóėŃ
impasto omogenea ed elastica,
trasferendolo, se necessario, sul
Ingredienti piano di lavoro.
Torre Fantini
Casa colonica a pochissima distanza dal borgo
storico di Tredozio, Torre Fantini è circondata
da un giardino privato di 6.000 mq, con diverse ǪS²S¿ɔ%ɔßS²S¿ª/
zone relax e una piscina panoramica all’aperto. Casa dell’eccidio di Tavolicci
La struttura è inoltre composta da tre camere da Tavolicci è una frazione di montagna del Comune
letto arredate in stile campagnardɏŃĐƵŃóȅóĐĐŃ di Verghereto considerata luogo della memoria. nel
permettono di apprezzare il panorama sulla luglio del 1944 Tavolicci è stata protagonista di una
vallata oppure sul giardino. Gli ospiti possono feroce rappresaglia fascista nella quale furono uccise
inoltre visitare gratuitamente il giardino di Palazzo 64 persone. L’eccidio si svolse in una casa che oggi
Fantini, splendido esempio di giardino ottocentesco è stata recuperata, arredata come quel tempo, con
all’italiana, inserito nel circuito dei Grandi Giardini oggetti e materiali riguardanti la Seconda Guerra
Italiani. Mondiale. Si raccomanda di telefonare in quanto la
Casa è visitabile solo su prenotazione.
Via San Michele, 47
Tredozio (FC) Case dell’Eccidio, 2/9
tel. 0546.943403 Tavolicci (FC)
àààɘ¿ªª/Fv¿SvSɘv/¿ tel. 0543.28999
ACQUISTARE ßƼşĒõūŸɔęņɔtŸūƳġɔƼƧĒõ
C’ġƟõɔƼūõɔߟşƳõɔęņɔġƟūõđņūņɔtõƟņūŸɔ Conosciuto come il vulcano più piccolo del mondo,
Negozio di alimentari al centro di Bagno di Romagna si tratta in realtà di una sorgente di idrocarburi
ĐľĞŲȅƙĞƵŦķƙóŦėĞóơơŲƙƭŃŤĞŦƭŲėŃƖƙŲėŲƭƭŃƭŃƖŃĐŃ (una cosiddetta “fontana ardente”) che brucia
della zona: oltre a marmellate, miele, biscotti e ininterrottamente almeno dal XVI secolo, quando il
formaggi tipici (da non perdere il raviggiolo), frate dominicano Leandro Alberti dava notizia di un
ŦŲƭĞǍŲśĞśʀóơơŲƙƭŃŤĞŦƭŲėŃơóśƵŤŃĞóȅĞƭƭóƭŃɏĐľĞ ɽďƵĐŲėóĐƵŃĞơĐĞƵŦóȊóŤŤóóƵŦŤŃķśŃŲėó¦ŲƙƭŃĐŲɾɔ
ơƖóǞŃóėóŃĐŃĐĐŃŲśŃóśĐƵśóƭĞśśŲȊŦŲóėóƙƙŃǍóƙĞó Questo interessante fenomeno si può ammirare
ƖƙŲėŲƭƭŃėŃɽŦŃĐĐľŃóɾĐŲŤĞķśŃóȅĞƭƭóƭŃėŃơĞśǍóķķŃŦó a Tredozio, più precisamente in località Inferno e,
e di asino. ơŲƖƙóƭƭƵƭƭŲóśƭƙóŤŲŦƭŲɏŲȅƙĞėĞķśŃơĐŲƙĐŃǍĞƙóŤĞŦƭĞ
suggestivi.
Piazza Ricasoli, 4
Bagno di Romagna (FC) Località Inferno
tel. 331.2652511 Tredozio (FC)
Grotta Gigante
Abisso del
Trebiciano
Grotta delle
Gallerie
Grotta del
Dio Mitra
Itinerario
del gusto
del Carso
Triestino
tvGSª/
Dom Bistrò
Vicinissimo alla Grotta Gigante,
è il posto ideale dove rifocillarsi
prima o dopo una visita alla
cava più famosa del Carso concedersi una sosta se si è Triestino l’agriturismo mette
Triestino. Da provare: la tagliata amanti della cucina creativa. Da a disposizione dei suoi ospiti
di manzetta prussiana. provare i menu degustazioni. comode camere create da
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Borgo Grotta Gigante, 87 Piazza Unità d’Italia, 2 massiccio e pietra a vista. Il
Sgonico (TS) Trieste panorama della location dà sui
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Pasta fresca
di casa
Durante le feste la
famiglia si allargava
Semi d’autunno
da gustare in
primavera
A cura di Sandra Martone
Simbolo, principalmente nel centro Italia, delle le gelate: per questo nelle regioni più fredde si consiglia di
scampagnate di inizio primavera (soprattutto se seminarle nel mese di marzo. Il terreno in cui deporre i
accompagnata da Pecorino Romano DOP), la fava (Vicia semi di fava va preparato con concime organico e lavorato
faba) è una specie di pianta leguminosa a ciclo annuale le in profondità. Qualora si desideri piantare più piante, il
cui cinque varietà si differenziano tra loro a seconda della consiglio è di distanziare le buche per la semina almeno
grandezza del frutto stesso. Tra queste, l’unica con i semi 30 centimetri e le file di almeno 50. Per crescere bene le
edibili è la Vicia faba major che ha un baccello lungo dai fave vanno irrigate con continuità evitando però gli eccessi
15 ai 25 centimetri contenente dai 5 ai 10 semi. Secondo di umidità. Inoltre, le Vicia faba sono particolarmente
credenze dell’antica Grecia legate alla Dea Cerere, e sensibili alle erbe infestanti che andrebbero prontamente
dovute probabilmente al colore dei fiori che presentano tolte dal loro terreno che deve essere anche rincalzato
delle particolari striature nere, nelle fave albergano le nel momento in cui la pianta raggiunge i 10 centimetri di
anime dei defunti. Tale superstizione aveva convinto altezza. Infine, quando nascono i primi baccelli, la pianta
anche il filosofo e matematico Pitagora che evitava ogni va potata dall’apice del fusto di circa 10 centimetri: tale
contatto con queste piante. Anche per i Romani le fave accortezza bloccherà lo sviluppo in verticale e aiuterà la
avevano un legame con l’aldilà, ma in positivo: i loro vostra fava a creare nuovi fiori e baccelli. Questi ultimi
semi erano offerti agli dèi durante i festeggiamenti delle saranno pronti per la raccolta (a partire da quelli più
calende di luglio e si consumavano dopo i riti funebri. bassi) quando i semi interni si inizieranno a indurire. •
Probabilmente è proprio da questa consuetudine che sono
nate le Fave dei morti, biscotti che nella forma ricordano
il legume e che vengono consumati il 2 novembre. In
Italia, potrebbero essere stati proprio i Romani i primi a Stagionalità fave
coltivare le fave e a darne ulteriore conferma è il trattato
¿/ªª/v
di Marco Porcio Catone risalente al II secolo a.C., De Soleggiato e poco
²/tSv
Agricoltura dove le fabe sono più volte citate. Come ogni ¾ƙóȊŦĞŲƭƭŲďƙĞ acido. Va preparato
legume, anche le fave sono ricche di fibre e proteine e a e novembre nelle con concime organico
queste si aggiungono diversi sali minerali – quali ferro, zone in cui il clima e lavorato in profondità.
potassio, magnesio, rame e selenio – e vitamine, tra cui la ĭŤŃƭĞĞƭƙóȊŦĞ
Vitamina C, Vitamina A (potenti antiossidanti) e vitamine febbraio e marzo
dove il clima è più RACCOLTA
del gruppo B ideali per aiutare il metabolismo. Proprio rigido.
per gustarle in primavera, periodo di raccolta, i semi della A marzo se piantate
in autunno e tra
fava vanno messi in dimora in autunno, tra il mese di ȊŦĞóƖƙŃśĞĞśƵķśŃŲ
ottobre e novembre, in buche che ne contengano anche ơĞƖŃóŦƭóƭĞóȊŦĞ
tre-quattro a una profondità di circa cinque centimetri. Il inverno/inizio
terreno per la semina delle Vicia Faba deve essere poco primavera.
acido e avere una posizione soleggiata. Va ricordato che Contiene
questa pianta, pur essendo molto vigorosa, mal sopporta
¦ƙŲƭĞŃŦĞ Ğ ȊďƙĞɏ ơóśŃ ŤŃŦĞƙóśŃ ɦĐľĞ ơŃ ƖĞƙėŲŦŲ ƖĞƙƁ ŃŦ
cottura e in fase di essiccazione). Vitamine A e C dalle
proprietà antiossidanti e vitamine del gruppo B che sono
grandi alleate del metabolismo.
La meraviglia
a cielo aperto
foto di Basile Davide Rosario Quattro parchi, una risorsa
unica, da scoprire, vivere e,
soprattutto, tutelare
TRITATEȊŦĞŤĞŦƭĞơĐóśŲķŦŲĞóķśŃŲɏ
ơŲȅƙŃķķĞƭĞŃŦƵŦďƵŲŦķŃƙŲėʀŲśŃŲɔ
GGSÇvG/¿/ le fave
precedentemente pulite e fate cuocere
tutto insieme per 15 minuti. Aggiustate
ėŃơóśĞĞśóơĐŃóƭĞƙóȅƙĞėėóƙĞɔ
FRULLATEȊŦŲóŲƭƭĞŦĞƙĞƵŦ
composto omogeneo.
Ingredienti
Țȕȕɔĺ fave fresche pulite
Țȕɔĺ Pecorino Romano DOP ȖȚɔũņūƼƳņ
a scaglie
ȗȕɔĺ pinoli
menta q.b.
olio EVO q.b. per 4
sale q.b. persone
la storia della “Lacrima di Cosenza”. Già intorno frumenti, frutta, si produceva olio ed era una delle
al VIII secolo a.C. infatti le popolazioni residenti più famose capitali del vino. Da qui, il vino veniva poi
in Calabria avevano incominciato a praticare la spedito in tutto il Mediterraneo. La fascia di territorio
viticoltura, addomesticando i vitigni selvatici che che si interpone tra l’Appennino e la costa, infatti, è
crescevano abbondantemente sulle pendici collinari sempre stata il luogo deputato per la coltivazione della
fino alle zone costiere. I primi colonizzatori Ellenici vite; in particolare, è tra il Monte Pollino e l’altopiano
poi trasformarono gran parte del territorio della Magna della Sila, tra la Piana di Sibari e il Mar Ionio, dove le
Grecia in vigneto, sfruttando il notevole patrimonio montagne si spingono verso il mare e la conformazione
di vitigni autoctoni. La storia di questo vitigno inizia pedoclimatica contribuisce a creare un ambiente
infatti sulle colline dell’antica Krimisa, nell’area di estremamente vario, adeguato per la coltivazione di
Punta Alice, nel territorio dell’odierna Cirò Marina, vitigni, che il Gaglioppo ha trovato il suo habitat ideale.
dove numerosi vigneti producevano il “vino ufficiale” Sole, mare e terra, piuttosto arida e sabbiosa, dalla
per le Olimpiadi, perché si credeva che fosse dotato composizione argillosa e calcarea, clima mediterraneo,
di poteri terapeutici di tonico. In quel periodo, questa molto caldo ma sempre ventilato, sono i fattori
zona della Calabria era in grado di produrre quantità principali che contribuiscono a creare le condizioni
di vino tali da venire trasportate (attraverso vinodotti ideali per la crescita di queste uve caratterizzate da
formati da un complesso sistema di tubi realizzati per notevole resistenza e grande adattabilità e che quindi
trasferire il vino fino al porto) anche presso Sibari, hanno reso possibile la sopravvivenza del vitigno
allora considerata la “capitale commerciale” della attraverso i secoli, mantenendo costante e fiorente la
Magna Grecia, primo luogo di insediamento di Achei produzione del suo nettare e quasi inalterate le sue
provenienti dal Peloponneso, posizionata tra due caratteristiche organolettiche, frutto di una sapiente
fiumi, che si sviluppò rapidamente proprio grazie alla coltivazione ad alberello diffusa sulle pendici collinari
fertilità del suo territorio dove si coltivavano olive, della regione. Oggi il Gaglioppo è la varietà più diffusa
in Calabria, che troviamo in tutti i vini rossi DOC della
regione, il più significativo dei quali è il Cirò rosso.
Il Gaglioppo ha contribuito allo sviluppo dell’Enotria
Nella zona di Cirò Marina (l’antica Crimissa), i primi
insieme a un cugino che lo ricorda per assonanza
colonizzatori greci, spinti dal desiderio di reperire
e carattere, e meno per somiglianza, il Magliocco. Il
nuovi sbocchi commerciali, fecero diventare la vicina
suo nome significa in greco “tenerissimo nodo”, con
Sibari un centro fondamentale per la produzione del
riferimento, probabilmente, al suo grappolo di acini
vino che da qui partiva per essere esportato in tutto
neri con sfumature bluastre, chiuso come un nodo e
il Mediterraneo.
molto diverso da quello elegante e “alato” del Gaglioppo.
Vitigno autoctono calabrese, anche il Magliocco è stato
foto di Dionisio iemma/Shutterstock.com
fatto nascere qui dagli antichi coloni Greci. Si tratta di
un vitigno rigoglioso, che concorre a dare origine a vini
vigorosi se mescolato con il Greco Nero e il Malvasia.
Attestato in Calabria sin dal Medioevo, diffuso
soprattutto sul versante tirrenico, è stato recentemente
riscoperto dalla viticoltura locale e rivalutato per la sua
adattabilità. •
Librandi Produttori
Una cantina, nata agli inizi degli anni ’50, che attraverso tre generazioni ha scritto
una pagina importante della storia dell’enologia calabrese contribuendo, attraverso
un’importante attività di ricerca e tutela delle principali varietà autoctone, al rilancio
dei vitigni locali (oltre al Gaglioppo ad esempio, il Magliocco e il Mantonico) e
all’evoluzione dell’offerta attraverso la creazione di veri e propri vini di riferimento,
(anche in uvaggio con vitigni internazionali come Cabernet Sauvignon e Franc,
Merlot e Chardonnay) amati dalla critica in Italia e all’estero. Il Duca Sanfelice è
il loro Cirò Rosso Riserva DOC, proveniente da vecchie viti allevate ad alberello
della DOC Cirò. Un vino, dunque, che parla di tradizione e di territorio, da uve
Gaglioppo al 100%. Vinificazione e affinamento di un paio d’anni in acciaio, poi in
bottiglia. Il colore è rubino con riflessi granati, profumi fruttati di ciliegia, mirtillo,
lampone e prugna con note speziate di liquirizia, tabacco e pepe. Vino pieno, caldo
e avvolgente, con tannini eleganti e buona freschezza. Da bersi subito con arrosti,
brasati o formaggi stagionati o da dimenticare in cantina anche per un paio di lustri.
àààɘiSªv%SɘS¿
àààɘßSvSSª²/ªGSªÇªSɘS¿
Ricette Vino strutturato, con un tannino quasi vellutato e un finale
molto persistente, il Gaglioppo è il compagno ideale della cucina
calabrese. Si abbina a primi piatti elaborati, secondi di carne ma
anche a formaggi stagionati e salumi tipici del territorio
Bruschette con
caciocavallo
impiccato facile ȗȕɔũņūƼƳņ per 6 persone
Ingredienti
1 caciocavallo (non troppo
stagionato)
3 peperoncini interi secchi
1 pagnotta di pane
casereccio
ragù di ȖȚȕɔũņūƼƳņ
evaporare. Lasciate cuocere per
qualche minuto, poi aggiungete
i pomodori pelati, sale e pepe a
costine di per 6
piacere. Portate il ragù a ebollizione,
óďďóơơóƭĞśóȊóŤŤóĞśóơĐŃóƭĞ
cuocere a fuoco lento per almeno
2 ore. Aggiungete acqua se
Melanzane
¿GiS¿/ le melanzane a
metà per il lungo e svuotatele
delicatamente con un cucchiaino.
Salsiccia calabrese e
patate
Ingredienti
facile ȚȕɔũņūƼƳņɔ per 4 persone
șȕȕɔĺ salsiccia calabrese
Șȕȕɔĺ patate della Sila
1 spicchio d’aglio
olio EVO q.b.
pepe q.b.
sale q.b.
rosmarino q.b.
¿GiS¿/ le patate e
disponetele nella teglia
mescolandole all’olio
aromatizzato, poi adagiate
sopra la salsiccia, e infornate a
180°C per 40 minuti circa.
BUCHERELLATE a metà
cottura la salsiccia con uno
stuzzicadenti in modo tale da
permettere ai liquidi di cottura
di fuoriuscire e insaporire
così le patate, amalgamate
e, solo se necessario, salate
e continuate la cottura
mescolando regolarmente.
Golfo di Napoli
Vivara
Corricella
Pozzo Vecchio
foto di Lucamato/Shutterstock.com
Il vero simbolo dell’isola di Procida è Corricella, il La spiaggetta del Pozzo Vecchio è la baia a forma di
variopinto borgo di pescatori immortalato in tutte ferro di cavallo conosciuta per essere stata set del
le fotografie. Le casette colorate creano un reticolo film Il Postino. Qui la sabbia è granulosa e scura,
multicolore, strette l’una all’altra e sovrastate dal a testimonianza dell’origine vulcanica dell’isola,
Santuario di Santa Maria delle Grazie. Il borgo mentre l’acqua è trasparente e il fondale basso.
è percorribile solo a piedi, una volta raggiunto Infine la piccola spiaggia della Lingua, nei pressi del
il belvedere di Callìa si può ammirare la vista porto di Marina Grande, caratterizzata da sabbia
dell’isola di Capri. scura. L’acqua del mare qui è limpida, pulitissima
Non si può visitare Procida senza riservare del e di un blu molto intenso. Si raggiunge tramite una
tempo per rilassarsi nelle sue spiaggette, molte scalinata ed è molto romantica la sera, quando il
delle quali sono raggiungibili solo via mare. L’isola, tramonto tinge il cielo di rosa.
infatti, è ricca di baie e insenature circondate da alte L’isola si può facilmente raggiungere con un viaggio
falesie che regalano un mare dalle acque cristalline in traghetto o aliscafo in partenza dai porti di
con fondali limpidi. Pozzuoli, Napoli e Ischia.
Una delle spiagge più famose è la spiaggia sabbiosa Da Pozzuoli il traghetto impiega 30 minuti, invece
della Chiaiolella che guarda verso Ischia, con vista da Napoli gli aliscafi partono dal Molo Beverello e
a perdita d’occhio sul mare aperto. impiegano circa 45 minuti, mentre i traghetti, che
Dal lato opposto dell’isola si trova invece la spiaggia possono trasportare anche le automobili, partono
della Chiaia che si raggiunge percorrendo lunghe dal porto di Calata di Massa e impiegano circa
scalinate o in barca via mare. un’ora. Infine, i collegamenti con Ischia avvengono
È una delle più belle dell’isola, la baia della sia con i traghetti che con gli aliscafi e il viaggio
spiaggia è incastonata tra pendici rocciose su cui impiega circa 30 minuti.
si aggrappano alcune case tipiche dell’isola e il Non essendo Procida molto estesa, l’isola si gira
caratteristico porticciolo della Corricella sulla facilmente a piedi o in alternativa, prendendo gli
sinistra. autobus o un taxi. •
«Da quando Darwin mi ha definito “un osservatore inimitabile”, questa qualifica mi è stata applicata
molte altre volte qua e là, senza che ne abbia ancora capito il motivo. Interessarsi a tutto ciò che brulica
attorno a noi è così naturale, mi sembra, così alla portata di tutti, così appassionante! A ogni modo
sorvoliamo, e ammettiamo pure che il complimento sia fondato. Ma se devo affermare che sono curioso
di tutto ciò che riguarda l’insetto, non ho più alcuna esitazione. Sì, sento di avere il pallino, l’istinto che
mi spinge a frequentare questo mondo singolare; sì, mi riconosco capace di dedicare a simili studi tempo
prezioso, che sarebbe impiegato meglio nel prevenire, se possibile, la povertà della vecchiaia; sì, confesso di essere un
appassionato osservatore dell’animale. Come si è sviluppata questa inclinazione caratteristica, allo stesso tempo croce e
delizia della mia vita? E, soprattutto, che cosa deve essa all’atavismo?». (Jean-Henri Fabre)
Adelphi Editore
La rivoluzione dolce della transizione ecologica. Come costruire un futuro possibile di Gaël Giraud
Analisi puntuale e documentata della situazione economico-finanziaria attuale e delle possibilità concrete
di realizzare la transizione ecologica. L’autore analizza con grande competenza le diverse problematiche
che bloccano uno sviluppo in senso ecologico: priorità e investimenti nelle energie fossili, riduzionismo
economicistico, idolatria del Pil, finanziarizzazione sganciata dall’economia reale. Al contempo Giraud
indica le scelte da fare per costruire una società più giusta e rispettosa dell’ambiente: i beni comuni, la
tassazione delle fonti inquinanti, il capitalismo inteso in uno sfondo sociale.
Libreria Editrice Vaticana
Nove miliardi a tavola. Droni, big data e genomica per l’agricoltura 4.0 di Mauro Mandrioli
Nel 2050 saremo in 9 miliardi, 2 miliardi in più di adesso. Oggi coltiviamo la metà della terra abitabile: come
potremo dar da mangiare alle generazioni future senza distruggere l’ambiente in cui viviamo? Dovremo
diventare più efficienti. Con telecamere a infrarossi e droni valuteremo la salute delle piante nei campi. Squadre
di robot agricoli e sistemi automatici useranno questi dati per distribuire acqua, fertilizzanti e fitofarmaci solo
alle piante che ne hanno bisogno. Avremo fattorie verticali ricavate da spazi abbandonati delle metropoli, dove
verdure e ortaggi cresceranno tutto l’anno e a kilometro zero. Rispetto a un campo all’aperto, per coltivare un
chilo di pomodori risparmieremo 65 litri d’acqua. La digitalizzazione ci permetterà di creare filiere trasparenti, per sapere dove
e come è stato coltivato e trasformato ogni prodotto: basterà uno smartphone per esaminare la carta di identità di quello che
mettiamo nel piatto. Saranno quindi i big data, la genomica e l’automazione a guidare la nuova Rivoluzione verde. Solo così
potremo mettere tutti a tavola e garantire un’alimentazione sostenibile che sia anche di qualità, senza lasciare nessuno indietro.
Zanichelli Editore
Il giardiniere goloso. Le erbe e gli ortaggi che val la pena di coltivare in casa o nell’orto.
Consigli e ricette di Cristina Bay, Gottardo Bonacini
Dall’orto alla tavola senza passare dal supermercato: ecco un sogno che si realizza. Poter coltivare quello
che mangiamo, vederlo crescere e svilupparsi, maturare, e quando è pronto, non un minuto prima non
un minuto dopo, coglierlo e mangiarlo o cucinarlo. I vantaggi sono moltissimi, primo fra tutti la garanzia
di freschezza di quello che consumiamo. Ma al primo posto è probabile che dovremmo mettere il piacere
del giardinaggio, seguito dal piacere del gusto perché le verdure e la frutta raccolte al punto giusto di
maturazione sono più saporite di quelle che vengono separate ancora acerbe dalla pianta. Quindi, rimbocchiamoci le
maniche, afferriamo la zappa e seminiamo. Questo libro ci insegna come fare a coltivare in vaso o in terra (a seconda
delle nostre possibilità) verdura e frutta e a conservare e a cucinare il nostro raccolto. Un manuale prezioso per il
giardiniere e per il cuoco.
Ponte alle Grazie Editore
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CONDISPRAY
Un nuovo modo di condire!
Il dosatore con beccuccio spray eroga sempre la
giusta quantità di olio, aceto, soia e tutti i tipi di
condimento liquidi, senza sprechi. È pratico da
usare e bello da portare in tavola, con il suo tappo
a effetto metallo satinato.
OLIO
SOIA
ACETO
... E MOLTO ALTRO
Clima
impazzito,
colture
confuse.
Una nuova
sf ida per
l’agricoltura
La vite e l’olivo stanno “migrando” verso il nord Italia, le pratiche agricole, l’allevamento del bestiame e la
mentre al Sud si sta sperimentando con successo la deforestazione influiscono sul clima. È un “cane che si
produzione di frutti tropicali. Una buona notizia? Sì morde la coda”, e per questa ragione, una percentuale
e no. Spostare e cambiare le coltivazioni, infatti, sono crescente di agricoltori sta adottando tecniche di
sicuramente sperimentazioni positive e “operazioni di agricoltura conservativa, quali la coltivazione senza
successo”, tuttavia, anch’esse sono conseguenze del lavorazioni, la rotazione delle colture, le colture di
cambiamento climatico. copertura, la riduzione di fitofarmaci e fertilizzanti e
l’integrazione tra allevamento del bestiame, silvicoltura
I fenomeni naturali estremi e inaspettati, “contradditori” e coltivazioni, pratiche che sono efficaci sia per
come estati piovose e inverni caldissimi, che stiamo incorporare carbonio nel suolo, che nel conservarcelo.
vivendo stagione dopo stagione, non solo influenzano Il suolo infatti è da una parte materia da tutelare ma allo
il paesaggio, ma anche la distribuzione e la stagionalità stesso tempo, una risorsa essenziale per fronteggiare
dei prodotti agricoli, con un impatto significativo l’attuale cambiamento climatico e garantire la sicurezza
sull’agricoltura e, a lungo termine, sulla sicurezza alimentare (il suolo è una “spugna” naturale di CO2,
alimentare globale. Inoltre, il riscaldamento globale, come spieghiamo nel box a lato). Un suolo degradato
alla base dei fenomeni climatici estremi, influisce
sui terreni utilizzati per l’agricoltura tanto quanto
Il suolo è una risorsa essenziale per fronteggiare l’attuale cambiamento climatico e garantire
la sicurezza alimentare.
olio, aceto,
salsa di soia e
altri condimenti
SOIA
liquidi.
Da non
perdere! ACETO
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il tuo tocco altoatesino
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MELAVERDE MAGAZINE N. 66 – PREZZO €3,50 – PUBBLICAZIONE MENSILE DI NOVEMBRE 2023
PRIMA IMMISSIONE: 27 OTTOBRE 2023