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UMBRIA
dizionario essenziale
Umbria, terra di poeti, santi, mistici e condottieri. Umbria, terra di
contadini e allevatori, cacciatori e pescatori, fungaioli e tartufai, vignaioli
e frantoiani, artigiani, cuochi, panettieri, pastai, norcini e cioccolatieri.
Umbria, terra di massaie e di buongustai, di ghiotte, spiedi e focolari.
Umbria, terra di storie e di leggende, scoperte e riscoperte, gesti semplici
e sapori di una volta, appetitosi sogni e gastronomiche certezze.
di Massimo Roscia
a. Anguilla
del Trasimeno
g. GHIOTTA
La testa, il collo, le punte delle ali
e le zampette di una bella palomba (il
h. h20, acqua
l. LENTICCHIA
DI CASTELLUCCIO
DI NORCIA
o. oca
In Umbria il gioco dell’oca ha regole tutte sue.
Non ci sono dadi, né caselle, segnalini e
p. patata rossa
di colfiorito
Altopiano di Colfiorito, Appennino umbro-
marchigiano. I reperti paleolitici, le
q.
quadrucci
Nulla a che vedere con i rinomati
disegni d’epoca rinascimentale
tabelloni a spirale. Quanto alle palmipedi duecentocinquanta tombe ad inumazione che ornano preziosi lini. Questi quadrucci non
partecipanti, c’è davvero poco da divertirsi. In (corredate di ceramiche, armi in ferro e nascono dall’incrocio di trama e ordito, ma
passato la sorte riservava loro due sole fatali oggetti ornamentali), le capanne risalenti da un impasto di acqua
alternative: diventare soffice piuma per i all’età del ferro e una meravigliosa chiesa in e farina di grano tenero (con la moderna
materassi da lasciare in dote alle figlie in età stile proto-romanico, la Basilica variante dell’uovo), lavorato da mani
da marito o essere trasformate in succulente di Plestia, giustificano abbondantemente il altrettanto sapienti. Piccoli quadrati di sfoglia
pietanze durante i freddi mesi invernali. Oggi i viaggio. Se poi alla passione per la storia si cucinati con un corroborante brodo di gallina,
materassi vengono imbottiti con molle, lana e accompagna quella per la gastronomia, la cotenna del maiale, la cicoria selvatica,
lattice di gomma, ma il destino gastronomico l’occasione è propizia per gustare, in loco, la verza, le patate e le carote, i piselli, i ceci,
degli starnazzanti animali da cortile è, ahimè, la patata rossa di Colfiorito. Il tubero, dalla i fagioli o le lenticchie. Al pari di frascatelli e
rimasto immutato. E a divertirsi sono i caratteristica buccia ruvida, sottile e rossastra passatelli, appartengono alla grande famiglia
buongustai, quando a tavola fanno la loro e la polpa soda e croccante, è stato introdotto della pasta da minestra, pietanza conviviale
comparsa fumanti piatti di gnocchi, umbricelli dagli agricoltori della zona agli inizi degli anni per eccellenza che, dalle Alpi alla Sicilia,
o tagliatelle al sugo di oca, oche arrosto, oche Sessanta e ha saputo ambientarsi stringe l’italico stivale in un unico grande
in porchetta, oche ripiene alla contadina e perfettamente alle basse temperature e ai abbraccio. Piatti semplici e genuini, ricchi
fritto d’oca in padella. terreni sabbiosi dell’altopiano. Il sapore è e nutrienti, brodosi ma non troppo; piatti della
ottimo, i quantitativi prodotti sono esigui, memoria, piatti che scaldano corpo e anima
la commercializzazione è locale. Tre motivi e rasserenano la mente.
in più per mettersi in viaggio.
r. ROVEJA
La forma sferoidale ricorda il pisello, ma il
sapore è simile a quello della fava. La roveja,
pisum arvense, è un legume curioso, dall’elevato
s. SEDANO NERO
DI TREVI
“Sora nostra matre terra, la quale ne sustenta
et governa, et produce diversi fructi con
coloriti flori et herba”. Nel Cantico delle
t. TORCOLO
DI SAN COSTANZO
Alcuni sostengono che la forma circolare della
ciambella richiami la collana di San Costanzo
o, alternativamente, la ghirlanda di fiori usata
contenuto proteico, le origini dubbie (pare umbre creature c’è spazio anche per un per coprire i segni del feroce martirio; altri
provenire dal Medio Oriente), la grande capacità ortaggio dall’insolito colore, coltivato nelle affermano che il buco rappresenta invece il
di adattamento (resiste alle basse temperature e terre umide e argillose tra Borgo e il fiume collo decapitato del santo stesso; altri ancora
non necessita di molta acqua) e le alterne Clitunno. È il Nero di Trevi, una - più laicamente - ritengono che il foro sia
fortune. Nel passato più remoto è assoluta particolarissima cultivar di sedano, dal cuore stato concepito solo per una questione di
protagonista dell’alimentazione; a metà del tenero e polposo e il profumo irresistibile. praticità e trasportabilità. Considerando
Novecento, per la maggiore redditività di altre Tra ritualità e antiche tradizioni, le lavorazioni questi ultimi una trascurabile minoranza,
colture, rischia l’estinzione; negli ultimi anni, seguono un preciso calendario. Da sempre. possiamo affermare, senza tema di smentita,
infine, grazie alla tenacia di eroici agricoltori di Si semina ad aprile (possibilmente con luna che il Torcolo di San Costanzo è il dolce dei
Cascia e dintorni, torna a nuova vita. Oggi calante); ad ottobre, invece, si legano e si dolci della tradizione perugina, creato proprio
questo pisello dei campi, dal colore cangiante interrano le piante giunte a maturazione. in onore di uno dei tre patroni della città.
verde, grigio e marrone, è un ricercatissimo Solo così il verde scuro delle coste schiarisce, Tradizione millenaria, sapore genuino,
prodotto gourmet. Da consumarsi fresco o assumendo colorazioni più candide e ingredienti semplici e facilmente reperibili
essiccato nelle zuppe e nelle minestre. Macinato rassicuranti. E il sedano fa il suo ingresso a che, nella ricetta codificata dall’Accademia
a pietra, si trasforma in un’amarognola farina tavola. Dall’intramontabile pinzimonio alla Italiana della Cucina di Perugia, sono: farina
utilizzata per preparare la farecchiata, una sontuosa parmigiana, dall’insalata alla purea, di grano tenero, acqua, lievito acido, olio extra
polenta insaporita con olio, aglio e battuto di dalla pastasciutta al ripieno di salsiccia, dalla vergine di oliva, zucchero, uva passa, cedro
acciughe. zuppa alla frittella. candito, anice e pinoli.