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La classe

di Valeria

TESTO di RAFFAELLA PRANDI


FOTO di SOFIE DELAUW

Piccoli chef crescono dietro la Mère della cucina


maremmana. Da Caino, tra fiori e cinghiali,
rustiche radici e delicate armonie di sapori.
“C’erano dei nostri clienti che, la mattina presto, prima di andare alle Terme di
Saturnia, si fermavano da noi apposta per prenotare le tagliatelle ripassate. Ritor-
navano alle quattro del pomeriggio e se le gustavano saltate nella padella di ferro.
Così le volevano”. Valeria Piccini non è più la giovane sposa che per stare accanto
al marito Maurizio affiancava la suocera in cucina nell’osteria di famiglia.
Zampetto di maiale con seppie, cedri e borragine
La trattoria Da Caino, grazie al talento
di quella giovane donna, sarebbe poi
diventata uno dei luoghi più accla-
mati della nostra cucina. Da quattor-
dici anni brillano nel limpido cielo di
Montemerano, borgo medievale della
Maremma grossetana, le due stelle
Michelin, maglie incastonate anche
nella catena dei Relais & Chateaux di
cui Da Caino fa parte. Ma sono ancora
gli echi di quel suo antico passato e
di quelle solide basi toscane a segna-
re i momenti più autentici dell’attuale
cucina. Come quel tris fatto di Trippa
classica alla fiorentina, Panino con il
lampredotto e Trippa tiepida in insa-
lata, così perfetto da poterlo imma-
ginare come un vessillo del made in
Tuscany da innalzare nel mondo.

Valeria è andata avanti guardando


sempre indietro, con equilibrio, sag-
gezza, delicatezza. Con un fare ruvi- “Sì, sono fortunata. Sono ragazzi a cui
do e sbrigativo da donna sanguigna piace il mio modo di fare cucina e nel
e vera, in cucina si muove come una farla mostrano di avere il mio stesso
mamma orsa che pensa solo a svez- pensiero”. Prova ne è anche quel piat-
zare i suoi cuccioli - è il caso dei to di Zampetti di maiale e seppia, una
tre giovani che da qualche tempo le delle creazioni del 2013, ispirato alla
stanno intorno e di cui lei si fida cie- sicilianità di Alessandro Enrico Scior-
camente (Paolo Meneguz, Alessandro tino: zampetti bolliti sino allo sfini-
Enrico Sciortino, Marco Franceschetti) mento, quindi disossati, tritati morbidi
- mandandoli fieri vigorosi e autonomi morbidi, conditi con scorza di limone,
a procacciarsi complimenti e applausi. messi in forma e rosolati. A rinforzarne
La “squadretta”, che la convivenza nel la croccante crosticina, altre cialde im-
borgo, tra colline e paesaggi bucolici, palpabili, ivi compresa quella al nero
pecore e rovine etrusche, ha trasfor- di seppia, e la lieve callosità dei fili di
mato in un’affiatata famigliola, lavora seppia cruda.
serenamente compatta. Vali di qua, L’Insalata di borragine e la Granita di
Vali di là… lei ordina dispone con- cedro detergono la bocca dalla pia-
trolla assaggia e loro, rispettosi, con cevole untuosità dello zampetto e la
la forza della giovane età, a suggeri- spiazzano nell’andirivieni del caldo e
re nuovi percorsi, nuove soluzioni. A del freddo. Finezza sensualità pulizia
loro ha insegnato come affrontare a freschezza… e non sai di quale picco-
mani nude cinghiali maialini agnelloni lo miracolo sia capace la grazia iodata
recapitati interi e lavorati poi nell’atti- di una foglia di borragine se messa là
guo laboratorio. dove deve andare.
Li ha ben addestrati a trattare interio-
ra di ogni tipo. A fare pani, pasta. Ma Maurizio, il marito dall’ostentato pessi-
sempre mettendoli in guardia verso mo carattere che nonostante la vantata
i cedimenti estremi “perché la gente ascendenza da un brigante maremma-
ha voglia di cose elementari mentre no (il Menichetti, appunto) nasconde
molte tecniche moderne ti portano a insospettabili (non ce ne voglia il buon
consistenze innaturali”. A riprova ec- patron) sfumature di dolcezza, ha sem-
covi serviti quei finissimi Tortelli di fri- pre capito sostenuto e difeso le scelte
cassea di agnello con caprino fresco e della moglie, dimostrandosene il suo
pesto di rughetta selvatica di vellutata più fido alleato. “Ho sempre mangiato
e naturalissima consistenza. bene, me ne sono reso conto subito,
sin da quando, bambino, andavo col
nonno in montagna e la merenda era
fatta di pane inzuppato nell’acqua del-
la fonte con il pecorino secco. Dun-
que non potevo non accorgermi del
talento di mia moglie”.
Pici con pomodorini alla brace, crema di piselli, alici fresche e bottarga

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Ne ha assecondato i mutamenti di
registro incoraggiandola quando, alla
clientela locale (quella delle tagliatelle
ripassate), lei provò a imporre nuove
e meno gradite cotture e un nuovo
passo di danza. Il Carpaccio di piccio-
ne le alienò forse non per sempre ma
quasi molte simpatie. Così però dove-
va avvenire e la maturità oggi raggiun-
ta è una pietra miliare per chi, in zona
e non solo, voglia adesso confrontarsi
col futuro.

Valeria intanto si confronta col presen-


te e con le ambasce di un diffuso e
più generale assottigliarsi di clientela.
Il calo del turismo, pur in posti così
meravigliosi, è una cruda realtà rispet-
to alla quale occorre attrezzarsi. Vale-
ria ha così accettato di uscire dal suo
territorio per procacciare nutrimento
(o meglio, darne) con la consulenza
al Winter Garden by Caino, ristoran-
te del The S. Regis di Firenze. Vi ha
trasferito la sua toscanità soft affian-
cando ai piatti dell’executive chef Mi-
chele Griglio un po’ del suo repertorio
e delle sue creazioni: le intramontabili
Pappardelle con formaggio di fossa,
asparagi e pancetta o il nuovo Mi-
nestrone in tre cotture: “il sapore me no con poco aglio olio e sale, quindi
lo dà il brodo; il colore le verdurine messi in pentola con acqua) poi versa-
tenere appena stufate, il croccante le to sulle lumache saltate in padella con
verdure crude con i crostini di pane la mentuccia. Il tutto completato con
toscano e caprino”. Ci va, a Firenze, delle cialde al bergamotto. I funghi mi
sottoponendosi a un tour de force non garbano tanto, si capisce?”. E anche
indifferente, due volte la settimana. le cialde, aggiungiamo noi… Vali è
Da Caino lascia a guardia gli orsetti convinta che dovrebbero essere oggi
ormai autonomi. le osterie a portare avanti un certo
La sintonia della squadra è del resto tipo di piatti ormai introvabili. Come
ben rodata e leggibile nei piatti. “Un quella preparazione della suocera, il
giorno, racconta Valeria, eravamo a prosciutto salato cotto in umido, “roba
caccia di qualche idea nuova. Ci ave- per lavoratori nei campi”.
vano appena portato dei meravigliosi Questo ruolo hard, in Italia, secondo
funghi. Ci siamo chiesti che farne. Al- Valeria è rimasto abbastanza scoper-
lora ho preso i ragazzi con me e sia- to. “A noi ristoranti gastronomici chie-
mo andati a farci una passeggiata nei dono la missione impossibile di essere
luoghi da dove i funghi arrivavano. l’una e l’altra cosa, trattoriaccia e alta
Guardandoci intorno abbiamo notato cucina. Vero è che certi piatti non si
il sambuco, le lumache, la mentuc- fanno più, ma io non me li faccio di
cia… Abbiamo così deciso di infilare i certo mancare! Chissà, forse dovrei
funghi in un raviolo e di accompagnar- aprire un Cainetto”. Sarebbe però un
lo a una salsa di sambuco e animelle vero peccato rinunciare a quella pro-
di agnello croccanti. Con i funghi ab- fondità di gusto realizzabile solo at-
biamo anche preparato un altro piat- traverso la complessità poi ribaltata in
to: un saporitissimo e limpido brodo apparente semplicità. Ciò che le viene
(i porcini passati ad asciugare in for- davvero bene. Ad alleggerire addol-
cire poeticizzare c’è anche il timbro
cromatico dei tanti fiori ed erbe rac-
colti in questa campagna o nell’orto
dei Piccini posto poco lontano dalle
cascatelle dove ribollono le acque sul-
furee del torrente Granello. Tra ulivi,
da cui arriva l’extravergine del Meni-
chetti in preziosa dote alla casa. Tra
vigne da cui pure arriva il Morellino,
oggi prodotto sempre dal “brigante”…
Fiori di piselli selvatici, di acacia, di ru-
cola, di remolaccio, di malva, di bor-
ragine, margheritine, acetosella, pim-
pinella… un variopinto campionario
che dipinge in ogni piatto colori vivi
e brillanti e sapori millimetrici. Non a
caso, presenza costante in cucina, mi-
ster ghiaccio, tecnica basica di grande
efficacia: “tutti questi elementi sono
termolabili e ci vuole un nulla perché
perdano il loro aroma, la loro funzione
rinfrescante e il colore”. Il Centrifugato
di pomodori con le erbe è millimetri-
co nella dosatura: 0,4 g di origano; 0,5
di menta; 1,2 di cipollina… cambi un
decimale e cambia la formula. Tutto
in un piatto ha equilibri precisi. Tutto,
anche la presenza di un’erba aromati-
ca (200 g di ricotta; 1,3 g di menta…)
va codificato, “perché se non pesi ci
vuole un niente a coprire i sapori. E
quando ti riesce di arrivare alla sen-
sazione che vuoi, devi fare in modo
di mantenere le stesse quantità che
ti hanno portato a quel risultato e il
modo per riuscirci è solo con la pe-
satura”. Non per nulla Valeria è peri-
to chimico, diploma poi chiuso in un
cassetto. “Sì questo mi ha aiutato nella
precisione. So di che si parla”, anche
se lei gli alginati e le metilcellulose
non li ha mai presi in considerazione.
Le reazioni chimiche si sprigionano in
testa. In testa tambureggiano i gusti.
“Le cose devono nascere con spon-
taneità, pensi e quasi in automatico
ti arriva il piatto che non ha più biso-
gno di grossi aggiustamenti”. Come un
italiano che sogna ormai in inglese. Il
Gelato di latte di capra con emulsione
di arancio olio di oliva e falso pepe del
Perù è nato dall’alchimia mentale ricor-
dando il dolce della merenda, arancio
olio zucchero e pepe. Pochi gusti che
entrano nel palmo di una mano altri-

Piccione, fegato grasso, friggitelli e fragole

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dall’Enoteca attigua) dato che qui gia- mandando sott’acqua uno degli angoli
ce una delle più ricche e impressio- della cantina dove riposavano le pu-
nanti cantine italiane, giusto orgoglio pitres. “Da mesi in famiglia e con gli
del signor Menichetti: “Nessun ruo- amici pasteggiamo a bollicine. Alcune
lo”, taglia corto provocatoriamente bottiglie erano perfette, ma chissà di
il buon Maurizio. “Se metti insieme quale produttore erano. Altre avevano
il buono con il buono vanno sempre qualche sentore di fango. Purtroppo il
d’accordo”. Lapalisse. Inutile dire che tappo degli champagne si affina e le
si dichiara scettico sugli abbinamenti. bottiglie sono state in acqua e fango,
“Tanto non sbagli”. come del resto noi che siamo rimasti
Maurizio ha in effetti messo a disposi- isolati a casa nostra per alcuni giorni”.
zione della moglie - si fa per dire - una Ironia della sorte, un hacker aveva
cantina da collezionisti. Un set perfet- appena mandato in tilt il server del
to per incubi alla Dario Argento dove ristorante (con tanto di denuncia pre-
riposano in pace più di ventimila bot- sentata all’autorità giudiziaria) cancel-
tiglie, disposte tra pareti cunicoli antri lando la memoria storica della cantina
che scendono nella roccia del sotto- dove erano archiviate tutte le etichette
suolo a una profondità di 32 metri. e i menu del passato. “Stiamo cercan-
Passi tra Bordeaux Borgogna, sfiori un do faticosamente di ricostruire tutto”.
Rioja del 1922, anneghi tra gli Cham- Glielo auguriamo di cuore. Noi intan-
pagne. Letteralmente. Ci si è messa to cucina e cantina non le scorderemo
purtroppo anche la recente alluvione così facilmente.

Da Caino
Via della Chiesa, 4
58050 Montemerano
Manciano, Italia
Tel: +39 0564 602817
www.dacaino.it

menti è difficile farli stare in equilibrio, to elegante di introdurre dissonanze:


sempre ben attenti a non superare mai le blande e sfumate acidità (quasi un
una certa soglia. marchio di fabbrica come nel Semi-
freddo alla ricotta con salsa al sedano,
Nulla è gratuito o pleonastico. La salsa al pomodoro e limone confit: un
guarnizione è sempre un elemento dolce al bicchiere in carta da questa
costitutivo, ha da svolgere una funzio- estate) o il crush morbido e voluttuoso
ne. Se una cosa non serve a costruire di invisibili cialde.
un equilibrio non ha ragione di starci. Per questo anche il montaggio dei
Prova infatti a togliere quell’acciuga piatti è laborioso, giocato su minuscoli
marinata nei Pici al pomodoro con la e impercettibili passaggi. I Tortelli di
bottarga o a eliminare quella cialda al patate nella semplicità della loro pre-
curry di riso nel Maialino con crema sentazione nascondono in realtà una
di fave. La sofisticata costruzione non complessa architettura di gusto che a
sarebbe più la stessa. Quando si dice ogni angolo dischiude un sapore. Vien
equilibrio lo si deve intendere, nella da chiedersi a questo punto che ruolo
cucina di Valeria, come un modo mol- giochi il vino (oltre a essere venduto

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VALERIA PICCINI
Pappardelle accoppiate al formaggio di fossa
con ragù di asparagi e pancetta

Per la sfoglia verde Lavare gli spinaci, lessarli e frullarli con 2 delle 12 uova fino a che non
risulteranno fini. Impastare con il resto degli ingredienti e lasciare riposare
500 g di spinaci in frigorifero.
12 uova
300 g di semola di grano duro
900 g di farina 00
sale
olio extravergine d’oliva

Per la sfoglia classica Impastare tutti gli ingredienti e lasciare riposare in frigorifero.

15 uova
400 g di semola di grano duro
1,1 k di farina 00

Per il ragù Rosolare il cipollotto in padella insieme alla pancetta. Aggiungere gli aspa-
ragi e saltare rapidamente. Spostare il ragù su una teglia e abbatterlo.
200 g di asparagi tagliati a scandole
40 g di pancetta tesa tagliata a striscie
1/4 di cipollotto fresco
sale
olio extravergine d’oliva

Per completare il piatto

8 punte di asparago scottate


pecorino di fossa grattugiato
1 fetta di pancetta croccante

Cuocere la pasta in acqua bollente, scolarla e saltarla con il ragù d’aspara-


gi. Mantecare con il pecorino di fossa e impiattare. Decorare con 2 punte
d’asparago e una fetta di pancetta croccante.

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VALERIA PICCINI
Lumache alla mentuccia con brodo
di porcini e cialde al bergamotto

Per il brodo di porcini Pulire i gambi e tagliarli a pezzi. Sistemarli in una teglia con uno spicchio
d’aglio, olio e sale. Cuocerli in forno a 180°C fino a doratura. Togliere lo
20 gambi di funghi porcini spicchio d’aglio e trasferire il tutto in una pentola ricoprendo con l’acqua.
1 spicchio d’aglio Portare a bollore e far cuocere a fuoco lento per almeno 2 ore concentran-
olio extravergine d’oliva
do il sapore. Scolare i gambi dal brodo e filtrare.
sale
acqua

Per i funghi porcini Tagliare le cappelle a fette alte 1 cm e rosolarle in padella. Aggiustare di
sale.
cappelle di 20 porcini
olio extravergine d’oliva
sale

Per le cialde al bergamotto Preparare una teglia con un foglio di silpat. Disporre l’isomalto in piccoli
mucchietti e spolverare con il trito di bergamotto. Coprire con un altro
100 g di isomalto foglio di silpat e cuocere in forno a 180°C per 5 minuti. Conservare in un
foglie di bergamotto seccate e contenitore ermetico.
tritate finemente

Per il pane croccante In una padella mettere un filo d’olio, il lardo e la mentuccia. Far rosolare
e aggiungere il pane, mescolando finchè non sarà tostato. Trasferire su un
150 g di pangrattato foglio di carta assorbente e conservare in un contenitore ermetico.
30 g di lardo battuto a coltello
10 g di mentuccia tritata
olio extravergine d’oliva

Per le lumache In una padella rosolare, con un filo d’olio, il lardo e la mentuccia. Aggiun-
gervi le lumache e saltarle a fuoco vivo. Trasferirle su un foglio di carta
40 lumache (lessate e sgusciate) assorbente e tenerle in caldo.
30 g di lardo battuto a coltello
10 g di mentuccia tritata
olio extravergine d’oliva

Per completare il piatto

Scaldare il brodo. Disporre sul fondo del piatto 6 fette di fungo porcino,
sopra le quali adagiare le lumache coprendole con le cialde al bergamotto.
Spolverare le cialde con il pane croccante. Completare il piatto versando
sul fondo il brodo di porcini caldo.

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VALERIA PICCINI
Cuore di manzetta Maremmana, riduzione di
sanguinelle, mandorle e insalatina di erbe di campo

Per il cuore di Sciacquare il cuore sotto l’acqua corrente. Una volta asciugato eliminare
manzetta Maremmana tutti i tendini e il grasso in eccesso. Squadrarlo in modo da ottenere 4 cubi
di carne. Condire con olio e sale e scottare sul carbone.
1 cuore di manzetta Maremmana

Per la riduzione d’arancia Spremere le arance e filtrare il succo con una garza fine. Mettere il succo
in una pentola e far ridurre molto lentamente a fuoco basso, schiumando
2 k di arance sanguinelle (o tarocchi) se necessario. Una volta che avrà una consistenza sciropposa trasferirlo in
un contenitore e conservarlo in frigorifero.

Per la salsa di mandorle Frullare le mandorle e l’acqua fino a ottenere un composto liscio e fine.
Aggiungere l’agar-agar e portare a bollore, quindi lasciare raffreddare. Una
100 g di mandorle pelate volta freddo, tagliare a cubetti la gelatina ottenuta e frullare nuovamente
300 g d’acqua regolando di sale. Filtrare e conservare in frigorifero.
2,5 g di agar-agar
sale

Per l’insalatina di campo Tagliare il cardo mariano con la mandolina in lamelle sottili. Condire l’in-
salata con olio, sale e mandorle a lamelle.
1 cuore di cardo mariano
mandorle tostate
4 foglie di malva
4 foglie di borragine
4 foglie di rucola selvatica
4 ciuffi di margheritine spontanee
4 foglie di acetosella
8 foglie di pimpinella
olio extravergine d’oliva
sale

Per completare il piatto

4 gambi d’asparago
fiori di rucola, remolaccio, pisello selvatico e acacia

Rosolare in padella i cubi di cuore di manzetta e completare la cottura in


forno a 200°C per 4 minuti. Saltare in padella con un poco d’olio i 4 gambi
d’asparago tagliati a lamelle e adagiarli al centro del piatto. Disporre sul
piatto le due salse e l’insalatina. Scaloppare il cuore e adagiarlo sulle lamel-
le d’asparago. Decorare l’insalatina con i fiori eduli.

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Sgombro e palamita marinati con
VALERIA PICCINI granita di borragine e gelato alle olive
per 4 persone

Per gli sgombri e la palamita Pulire e sfilettare gli sgombri e la palamita; adagiare i filetti con la pelle
verso il basso su una griglia. Mescolare il sale e lo zucchero e cospargere i
2 sgombri di circa 400 g l’uno filetti con una leggera spolverata di questo composto. Lasciare a marinare
1 palamita di circa 600 g in frigo per 8 ore, poi con l’aiuto di un pennello eliminare la marinatura in
80 g di zucchero integrale di canna
eccesso dai filetti e sistemarli in frigo coperti con carta da forno.
80 g di sale aromatizzato alla vaniglia

Per il gelato alle olive Preparare uno sciroppo con il glucosio e lo zucchero invertito. Frullare le
olive con l’acqua e l’olio quindi unirvi lo sciroppo. Aggiustare di sale e
500 g di olive taggiasche denocciolate riporre in congelatore dentro un bicchiere del Pacojet.
400 g d’acqua
50 g di glucosio
100 g di zucchero invertito
100 g di olio extravergine d’oliva

Per la granita di borragine Recuperare solo le foglie della borragine e sciacquarle; sbianchirle per
pochi secondi in acqua bollente poi raffreddarle in acqua e ghiaccio. Una
1 mazzo di borragine volta fredde, scolarle e frullarle con il ghiaccio. Riporre in congelatore
500 g di ghiaccio dentro un bicchiere del Pacojet.

Per il crumble alla maggiorana In un primo momento mescolare con la foglia dell’impastatrice il burro,
il sale e la maggiorana poi unirvi le farine e infine l’uovo. Con l’impasto
125 g di farina ottenuto preparare un panetto che andrà riposto in congelatore. Una volta
125 g di farina di mandorle ghiacciato, grattugiarlo sopra un silpat e cuocere in forno a 180°C per 6
90 g di burro
minuti circa.
5 g di sale
5 g di maggiorana tritata
1 uovo

Per la ricotta alla menta Impastare tutti gli ingredienti e riporre il composto ottenuto in frigorifero.

200 g di ricotta
10 g di olio extravergine d’oliva
1,5 g di menta tritata finemente
sale q.b.

Per il condimento Preparare una brunoise con il cetriolo e i petali di pomodoro, aggiungervi
del carpaccio di palamita l’erba cipollina tagliata finemente e condire con aceto di mele, sale e olio.

1 cetriolo
4 petali di pomodoro confit Per completare il piatto
erba cipollina
aceto di mele pane al nero di seppia, olio, sale, scorza di lime, erba pepe
sale e olio q.b.
Affettare la palamita per il carpaccio e disporre 3 fette su un crostino di
pane arso; completare con un cucchiaino di brunoise di cetrioli sopra il
pesce. Disporla in un angolo del piatto, e sopra, fare dei piccoli fiocchi con
la ricotta alla menta. Nell’angolo opposto sistemare la tartare di sgombro
condita con olio, sale, scorza di lime ed erba pepe; sopra la tartare disporre
un cucchiaio di granita di borragine, decorando con un crostino di pane
al nero di seppia. Al centro del piatto versare un cucchiaio di crumble sul
quale mettere una quenelle di gelato alle olive.
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VALERIA PICCINI
Ricotta con limone confit, sedano, pomodoro e basilico

Per il semifreddo di ricotta Preparare uno sciroppo con l’acqua e lo zucchero, portarlo a 121°C e
montare le meringhe e il destrosio unendovi lo sciroppo a filo. Una volta
250 g di ricotta freddo amalgamare insieme 130 g della meringa ottenuta, la panna e la
100 g di panna montata a becco ricotta.
22 g di destrosio
66 g di albumi
30 g d’acqua
112 g di zucchero

Per la pasta sablè Sabbiare in planetaria il burro, la farina e la fecola. Unire i tuorli setacciati
e infine lo zucchero a velo. Stendere a 2 mm di spessore e coppare a ciam-
2 tuorli sodi bella. Cuocere in forno a 180°C per 5 minuti e conservare in un recipiente
100 g di farina 00 ermetico.
45 g di fecola
100 g di burro a cubetti freddo
50 g di zucchero a velo

Per la salsa di pomodoro Sbianchire i pomodori, spellarli, spezzarli in 4 e togliere i semi. In una cas-
seruola fare sciogliere lo zucchero e il miele, unire i pomodori e portarli a
40 g di miele cottura, frullare e setacciare.
40 g di zucchero
500 g di polpa di pomodoro

Per la granita di Frullare e filtrare. Per ogni 200 ml d’acqua filtrata aggiungere 3 g di basi-
acqua di pomodoro lico e congelare.

450 g di pomodoro
100 g di ghiaccio
basilico

Per il croccante ai pinoli Caramellare lo zucchero fino a 170°C, bloccare la temperatura unendo
l’acido citrico. Unire i pinoli, un pizzico di sale e stendere su un silpat.
50 g di pinoli Tagliare da tiepido a listarelle e tritarne una parte.
100 g di zucchero
sale
acido citrico

Per la salsa al sedano Ammollare la gelatina nell’acqua. Portare a bollore il latte con il glucosio,
l’acqua e la gelatina. Versare il latte sul cioccolato, mescolando fino a otte-
125 g di latte nere una crema lucida. Aggiungere la panna e il centrifugato e frullare con
17 g di sciroppo di glucosio il minipimer. Conservare in frigo. Montare per il servizio.
13 g di gelatina
70 g d’acqua
500 g di cioccolato bianco
420 g di panna fresca
425 g di centrifugato di sedano

Per il limone confit Chiudere i limoni nella pellicola d’alluminio e cuocerli in forno a 145°C
per 2 ore e mezza. Prelevare la polpa con un cucchiaio e filtrarla. Unirvi lo
6 limoni zucchero e cuocere a fuoco vivo fino a che non risulti lucido.
150 g di zucchero
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