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ETNOMUSICOLOGIA 6

POLIFONIA MERIDIONALE ADRIATICA

Canto salentino
- polifonia tradizionale del Salento;
- Presenta abbastanza spesso terze e seste parallele;
- Tuttavia presenta un’emissione a 2 voci e con note molto lunghe —> simile al canto a Vatoccu;
- Questa forma di polifonia è chiamata “Canto alla Stisa” (canto a voce spiegata);
- Era ed è di solito tradizionalmente legata ai lavori agricoli, o ai momenti di pausa nel lavoro nei
campi;
- Quando è legata ai lavori nei campi il nome cambia in “ canto alla spiga”;
- Emissione aperta, a volte gridata —> tipica dei canti da eseguire all’aperto;
- Il moto è misto —> presenti molte seste parallele e moti obliqui e contrari;

CANTO SU BORDONE

- Nell’area mediterranea, il canto su bordone è particolarmente di uso in diversi stili e varianti in


tutta l’ampia zona che un tempo faceva parte dell’Impero Bizantino: Sicilia orientale, Grecia,
Albania Meridionale, Serbia meridionale, Kossovo, parte della macedonia, Calabria;
- Si torva anche in zone piccole e vicine dove un tempo sorgevano insediamenti commerciali o
militari greco-bizantini in Sardegna meridionale e anche in Liguria;
- Canto che si sviluppa nelle zone dell’impero Bizantino;
- Bordone —> nota che viene ripetuta costantemente;
- Esistono delle forme di canto su bordone anche il Lettonia e in Georgia;

Zona dell’ex impero Bizantino


- la teoria musicale bizantina prevedeva un pedale (bordone);
- In greco si chiamo “Ison” (nota lunga);
- Nei monasteri Greco-ortodossi, si pratica il canto su bordone in greco, in uno stile uguale a
come lo cantavano i bizantini;

Zona della Romania


- C’è una parte della Romania in cui si fa canto su bordone anche se non faceva parte
dell’impero bizantino;
- Il nome Romania deriva dalla presenza romana durante l’impero —> gli Aromeni;
- I romani avevo colonizzato la Dacia;
- Ciò implica fa il fatto che c’era un forte tra co tra l’Italia e la Romania;
- Il re per permettere alla gente di riposarsi ecc. —> vi era tutta una rete di romani tra la strada
tra l’Italia a la Romania;
- Quando l’impero romano è crollato, sono sopravvissute in varie parti dei Balcani dei popoli che
parlavano una lingua molto simile al rumeno;
- Queste minoranze hanno sviluppato delle forme di rumeno che però sono diverse da quelle in
Romania;
- Sul con ne tra Albania e Grecia troviamo i cosiddetti Aromeni;
- In Istria, in una paese del nord, c’è un paese in cui si parla questo rumeno;
- Ci sono queste minoranze sparse per i Balcani che parlano questa versione del rumeno;
- La Romania ha permesso a queste minoranze di rientrare in Romania ed essere riconosciuti
come cittadini rumeni;
- Parlano un rumeno diverso;
- La loro musica non è quella tipica della Romania;
- Hanno portato i loro canti —> canti sviluppati nelle zone in cui erano insediati;
- Hanno portato in Romania il canto su bordone che sarebbe di origine greco-albanese;
- Gli Aromeni parlano una lingua della stessa famiglia del romeno, ma diversa, perché nei secoli
si è di erenziata dal romeno della Romania;
- Questi immigrando in Romania nel ‘900, hanno portato anche lì le varie tradizioni di canto su
bordone dei posti da dove provenivano, quindi, a seconda della loro zona di provenienza, il loro
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canto può essere simile a quello dell’Epiro (Grecia nord- occidentale), a quello dell’Albania
meridionale, e così via;

- Al di fuori dell’area mediterranea, si trovano in Europa due zone in cui il canto su bordone è
molto importante;
- queste zone non hanno nulla a che fare con l’Impero Bizantino e sono la Lettonia e la Georgia;

Musicalmente il canto su bordone può avere caratteri diversi:


- Di solito il bordone è sulla tonica o sulla nalis del modo;
- Il bordone lo può eseguire una sola persona o più persone che si alternano;
- Quando uno nisce il ato c’è un’altro che continua;
- Prendono ato in momenti diversi in modo da tenere sempre la nota del bordone;
- Il bordone può intonare una vocale o delle parole;
- Sul bordone possono cantare più voci;
- Il moto di solito è discendente;
- È molto raro trovare delle note che scendono sotto il bordone;
- In altri luoghi, il canto su bordone viene praticato in molte lingue e dialetti e sui soggetti più vari
ed ha acquisito i caratteri delle vere tradizioni musicali orali popolari, di erenziandosi molto dal
canto bizantino originale e generando forme molto diverse tra loro;
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CASI PARTICOLARI DI POLIFONIE

- casi di polifonie non temperate —> hanno un’intonazione che si discosta fortemente dalla
nostra scala cromatica;
- Utilizzo di intervalli più piccoli del semitono;
- Eterofonia;
Polifonia non temperata dei Setu
- siamo abituati a distinguere le consonanze dalle dissonanze;
- Cosa succede quando un brano è basato su intervalli più piccoli del semitono?
- chi non è abituato a sentire queste sonorità rimane impressionato;
- Popolazioni della Georgia del nord e i Setu;
- I Setu —> sono una minoranza dell’Estonia;
- L’Estonia ha una lingua simile al nlandese, nnica e sono di religione luterana;
- I Setu invece sono ortodossi e praticano una variante della religione ortodossa un pò popolare,
legata al lavoro nei campi;
- Tradizioni popolari presenti in questi paesini;
- Società fortemente legata al lavoro agricolo e alle vecchie tradizioni della campagna locale;
- Tradizioni molto signi cative;
- Della loro vita fa parte, inoltre, tutto in sistema di antiche credenze popolari, che rende ancora
piuttosto comune tra di loro l’uso di incantesimi, nonché di rituali scomparsi in altre parti
d’Europa;
- Nei Setu si è conservata una tradizione antichissima —> Tradizione del Lamento della Sposa;
- Cos’è? Nel momento in cui la sposa andava a sposarsi, andava a ringraziare e a salutare la
madre per l’ultima volta prima di avviarsi al luogo del matrimonio;
- Tradizione in cui la sposa faceva un vero e proprio lamento di dispiacere in cui lasciava la
mamma;
- Ringraziamento alla madre per tutto ciò che aveva fatto no a quel momento;
- Ciò era associato ad un canto;
- Questi canti sono stati persi —> sopravvivono in pochissimi posti;
- Questo rituale si fa ancora;
- Lamento della sposa —> non è polifonico ma monodico;
- I Setu sono famosi per le proprie ricche tradizioni di polifonia vocale, molto sviluppate, legate a
canti di lavoro nei campi e a canti celebrativi e di festa: sono canti polifonici detti “leelo”, a tre,
quattro o più voci, esclusivamente femminili, e, soprattutto, sono fortemente non temperati,
perché le scale musicali dei Setu non hanno un’intonazione temperata;
- Esse costituiscono infatti uno dei due maggiori esempi di polifonia vocale fortemente non
temperata in Europa;
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