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V.
(82) Cod. Y. II, 23. della Bibl. Com. di Siena, « Memoria sopra l'Origine, e Pro
gressi dell'Accademia dei Filomati », pag. Ó37r: « Si potranno veder de i saggi di dette
composizioni ne i varij e diversi discorsi Accademici di Teofilo Gallacini pubblico Lettor
di matematiche nello Studio di Siena.... nelle rime del Filomato Gismondo Santi detto lo
Spaparato, stampate in Siena nel 1604.... ».
(83) Cfr. Cléder, Notice sur les Intronati, Bruxelles 1864, pag. lix.
(87) L'impresa del Ripa viene nominata per la prima volta nell'edizione dell'Iconologia
del 1613 da lui stesso edita a pag. 190 in occasione della descrizione della « Diligenza».
Questa « Diligenza » fu anche assunta dal Ripa nelle edizioni successive. Il Tozzi ci dà nel
l'edizione del 1618 oltre alla descrizione della figura sopra menzionata un indice delle me
daglie trattate nell'Iconologia e sotto i nomi dei proprietari « moderni » di esse nomina anche
« Cesare Ripa con l'Amandola e Moro celso » (p. 141). Nelle edizioni pubblicate in seguito
dal Tozzi viene indicato Gio. Zaratino Castellini come l'autore della stessa « Diligenza »,
mentre nell'edizione del Tozzi del 1618 il Castellini non viene designato come tale. Si deve
ammettere che il Tozzi abbia aggiunto posteriormente il nome del Castellini all'allegoria in
ventata dal Ripa, altrimenti le parole « e noi col tronco d'Amandola unito con un di Moro
Celso » avrebbero dovuto riferirsi a Zaratino Castellini. Tozzi però designa nel suo già men
zionato indice delle medaglie Cesare Ripa come possessore di tale impresa. Cfr. a questo
proposito Orlando, op. cit., vol. I.
Il ritratto del Ripa nell'edizione dell'Iconologia 1764 Vol. I porta anche l'impresa di
questi.
(88) Giudicando dal carattere, questo manoscritto va assegnato al XVII secolo. Perciò
il Benvoglienti, indicato come autore, deve essere stato il ben noto Uberto Benvoglienti, che
visse dal 1668 al 1733. (Cfr. « Siena ed il suo Territorio », Siena 1862) membro dell'Acca
demia degli Intronati di Siena.
(89) Girolamo Gigli visse in principio del XVIII secolo. Vedi Michele Maylender,
Storia ielle Accademie d'Italia, 1927, Vol. II, pag. 139.
(90) Questo punto di vista vien giustificato dal fatto che per es. un accademico dei Fi
lomati, l'architetto Oreste Vannocci Biringucci, per ragioni cronologiche membro dell'Acca
demia dei Filomati e non degli Intronati, venne pure elencato nel capitolo sopranominato del
Cod. Y. I. 20.
(93) Cfr. tra l'altro Cléder, op. cit., e Curzio Mazzi, La Congrega dei Rozzi di
Siena, Firenze 1882. Cfr. nel Vol. II il cap. : Accademia e Congreghe di Siena, nell'Ap
pendice V.
(94) Cfr. Cléder, op. cit.
Invettiva recitata agli Accademici Insensati di Perugia per dimostrare, che non s
bene stampare le composizioni Accademiche. Perugia, Vincenzo Clumbara, 1597.
Ragguaglio.... intorno alla Libreria che fu del Sig. Prospero Podiani. Perugia, 161
Neopaedia sive Nova, aut inexplic ata huiusque in discendis atque docendis metho
ratio. Romae, 1624.
De Scriptoribus Artium, Scientiarum, Catalogus. 1624.
Catalogus episcoporum perusinorum a fundatione ecclesiae ad annum 1625.
«L'Estasi» .(citata dal Ripa sotto «Disegno» nell'Iconologia, Padua, 1618, pag. 123).
(Inoltre trovansi ancora nel XVI IL secolo «presso i Gesuiti di Perugia» alcune let
tere di Fulvio Mariotelli. Cfr. Jocher, Gelehrtenlexicon, 1739, Vol. Ili, pag. 186).
Gismondo Santi :
Sonetti di diversi Accademici Sanesi, raccolti da Gismondo Santi, Siena i6o8. Nu
merose poesie di questo volume furono scritte da Gismondo Santi.
(97) Vedi Scipione Bargagli, Lettere, Firenze 1868, pag. 8, nota 1.
(98) Isidoro Ugurgieri Azzolini, Le Pom^e Senesi Pistoja 1649, Parte I,
pag. 588-89.
(99) Che il Figliucci sia stato Accademico degli Intronati ce lo mostra la lista di
alcuni membri degli Accademici degli Intronati pubblicata dal Cléder, op. cit.
(100) Risulta che Belisario Bulgarini e Fabio Spannocchi siano stati Accademici
degli intronati dal già più sopra citato Cod. Y. I. 7. della Bibl. Com. di Siena.
(101) Maylender (op. cit.). Vol. I, pag. 475, nomina alcuni membri dell'Accade
mia del Buttighino di Siena; fra gli altri, Fabio Spannocchi.
E inoltre :
« Certa Morte »
(102) Quest'opera fu data alle stampe e rilegata con « Delle Commedie degl'Acca
demici Intronati», Siena, 1611, Vol. II.
(103) Cfr. gli altri Angelo Abate Calogera, Nuova Raccòlta d'Opuscoli scientifici
e filologici, Tom. terzo, Venetia 1757, pag. 12. Inoltre Cod. Y. 120 della Biblioteca Co
munale di Siena. « Della Filza 13 » sotto: « Degli Accademici Intronati Senesi che com
posero e pubblicarono per le stampe alcune operette disposti alfabeticamente con postille
ed aggiunte di mano del Gigli ».
(104) L'Accademia degli Occulti aveva la sua sede a Brescia. Vedi a questo pro
posito Gio. Ferro op. cit. Cfr. qui l'Indice alfabetico delle Accademie d'Italia, e Cléder,
op. cit., pag. xviii.
(ios) Maylander, Storia della Accademia d'Italia, Bologna 1927. Vol. II, pag. 433.
(106) Cfr. « Sien^ e il suo Territorio», Siena 1862, pag. 445-6.
(107) Cfr. fra l'altro Pietro Gori, Firenze Magnifica, Firenze 1930, pag. 173.
(108) Il cod. Y. I. 20 della Biblioteca Comunale di Siena contiene una copia di un conto
delle edizioni degli Intronati in occasione di tali preparativi.
(109) Cléder, op. cit., pag. xviii.
(no) Cod. C. II. 25 della Bibl. Com. di Siena pag. 7r. Lettera di Antonio Ricco
buòno datata da Padova 14 marzo 1585 diretta a Belisario Bulgarini a Siena:
« ... Di nuovo habbiamo havuto questo Carnevale la recitazione dell'Edipo Tiranno
di Sofocle fatta in Vicenza à spese de Sri Accademici Olimpici, con un superbissimo Thea
tro, opra veramente degna del Palladio, loro compatriota. L'hò veduto con mio gran pia
cere quantunque non habbi potuto corrispondere alla mag.za de gli antichi, e si tanto se ne
dilettammo ».
(in) Questa lettera datata da Siena 16 marzo 1603, trovasi nel Cod. VI. 21 della
Bibl. Comunale di Siena al foglio 158; fu stampato a Siena nell'anno 1618 presso il Fio
rimi. (Da: Ilari, Catalogo detta Biblioteca di Siena. Tom. VI, pag. 160).
mati. Nella sala delle feste c'erano parecchie statue, tra le qual
« la quale à somiglianza di quando per onorar Licurgo entrò arm
havendo deposti tutti gli abiti suoi lascivi, e tutti i suoi ornam
piedi, appariva vestita in abito grave d'onesta Matrona, con un
nistra mano, e con la penna nella destra, significando, che in
dimostrava il piacer tra' Filomati, con questo motto nella base
Sic apud Philomathes Venus. Ed era posta in mezzo tra
la Sobrietà, e la Letitia in bella e gratiosa maniera scolpita >. Il modo di t
sformazione allegorica della Venere nel « Piacere » è apparentato strettamen
con una parte delle allegorie del Ripa. Degna di nota è l'osservazione p
ticolarmente accentuata dai Filomati, che la Venere sunnominata avesse r
cevuto un particolare senso determinato nella rappresentazione della loro
Accademia. Per questa festa furono anche utilizzati emblemi; fra gli altr
viene descritto un fanciullo, « d'aspetto ardito, il qual mostrava animosa
mente di haver pigliato à tosare un Leone: haveva questo emblema pe
iscrittione col tal sentenza : Ardimento Periculoso», — (qui se
gue un verso che caratterizza il senso dell'emblema).
Indubbiamente gli accademici hanno potuto primeggiare nelle Feste
aiutati così generosamente dal favore dei principi. Alcuni dei principi erano
loro stessi membri delle Accademie. I Medici, Francesco I e Cosimo II sono
per esempio, come accademici Intronati, elencati nel già sovente citato Cod.
Y. I. 7. Noi saremmo dell'opinione che appunto stretti rapporti Francesco I
de Medici possa aver avuto coll'Accademia degli Intronati, e possano aver
dato al Ripa l'occasione di occuparsi tanto delle festività per le nozze di
questo principe.
In numero abbastanza considerevole ci sono conservate in stampa le
orazioni degli accademici; in queste vennero trattate inanzitutto i fini delle
Accademie (112). Inoltre appartiene agli statuti delle singole Accademie
che, alla morte di uno dei membri, sia tenuto un discorso funebre da un dotto
del suo circolo (113). (Così tenne per es. Benedetto Varchi un'orazione in
morte di Pietro Bembo ecc. ecc.).
Se gettiamo uno sguardo ancora sulle sfere degli interessi degli accade
mici, potremo dire che molte forme simboliche usate dal Ripa, come l'em
blema, l'impresa, il geroglifico, le figurazioni delle Feste furono rielaborate
nella cerchia delle Accademie umanistiche d'Italia. Se si può documentare
l'appartenenza del Ripa ad un'Accademia, allora tutta la sua opera va con
siderata come germogliata e cresciuta in questo ambiente. È ormai stabilito
con sicurezza che il Ripa sia stato membro di un'Accademia a Siena. Era
(112) Cfr. per esempio Scipione Bargagli, Oratione in lode dell' Accademia degli
Intronati. Rilegato con « La descrittione del nuovo Riaprimento dell'Accademia Intronata »
é «Delle Commedie degl'Accademici Intronati». Siena, 1611, 2* Parte, ecc. ecc.
(113) Questa regola esisteva, per esempio, nell'Accademia della Crusca a Firenze. Cfr.
a questo proposito: Maylander, op. cit., Vol. II, pag. 129.
(117) Vi furono in Italia ben tre Accademie dei Filoponi aventi le loro sedi rispet
tivamente a Faenza, Pistoja e Venezia; ma soltanto quella di Faenza ci ha trasmesso i
nome L'Intrepido di uno dei suoi membri. Questo Intrepido si chiamava col suo vero nome
Gio. Batt. Castelli. Cfr. a questo proposito Maylender, (op. cit.), Vol. II, pag. 448.
(118) Cfr. Maylender (op. cit.), Vol. II, pag. 450.
(119) L'Accademia dei Pellegrini aveva la sua sede a Venezia. Cfr. ClÉder, op. cit.
(120) Antonio Francesco Doni, Accademico Pelegrino, Pitture, nelle quali si mostra
di nuova inventione : Amore, Fortuna, Tempo, Castità, Religione. Divise in due trat
tati. Consacrati a gli Illustrissimi Signori i Sig. Accademici Eterei. Padua, 1564.
(121) Nell'edizione 1603 di Roma della sua Iconologia cita il Ripa « il Doni » nella
descrizione delle seguenti figure :
pag. 169 Fortuna, pag. 101 Magnanimità, pag. 394 Perseveranza, pag. 409 Po
vertà e pag. 465 Sonno.
Oltre alle già mentovate figurazioni prese ancora il Ripa dalle pitture del Doni quanto
segue :
(Le abbreviazioni significano: Bontà 1 ecc. = la prima allegoria della Bontà. —
Descrizioni dell'Iconologia ecc. ecc.; R. 1603 = Ripa, Iconologia, Roma, 1603; D. 1564
= Doni, Pitture, Padua, 1564).
l'allegoria del Ripa «La Morto, presa dal Doni, come esempio
l'attività di compilatore del Ripa. Questi comincia la descrizi
figurazione con le parole : « Camillo da Ferrara pittore intelligen
la morte... », di modo che si potrebbe aver l'impressione che il R
visto la rappresentazione stessa dipinta da Camillo da Ferrara (ci
Filippi) (122). Questa citazione però riguardante Camillo da Fe
chiama veramente alla descrizione della « Morte » del Doni (1
lente huomo di M. Camillo da Ferrara pittore intelligente dipinse.
assai significativo che, tanto la « Pittura » del Doni, quanto la d
della Mascherata del Baldini siano già nate nel sessanta del secolo
esempio ci mostra che fra il Doni e la cerchia del Vasari, esiston
contatto e come le figurazioni di un accademico influenzano le altre A
Come fonte di una rappresentazione della religione, il Doni acce
fino a 31 r) la Religione Christiana in S. Giorgio a Roma del Vas
cui invenzione, secondo la testimonianza del Doni, risale all'accademico In
tronato Paolo Giovio.
Sarebbe assolutamente incomprensibile che il Ripa non avesse ricordato
con qualche parola le Accademie dalle quali ricevette tanti impulsi. Di fatto
il Ripa in più luoghi ricorda le Accademie italiane. Abbiamo già riferito
quanto egli dice degli Insensati. Alla figurazione « Toscana » pone un libro
in mano, il quale significa « che questa nobilissima provincia è molto feconda
(124) Per esempio in Scipione Bargagli, Delle lodi dell' Accademie, Firenze 1569.
(125) Cfr. Jocher, Gelehrtenlexicon, 1751, pag. 2317.
(126) Questo sonetto trovasi in una delle prime pagine del Discorso sopra li Dei
de' Gentili e loro imprese, di Jacopo Zucchi (Roma, 1602). Il Discorso di Jacopo Zucchi
venne ristampato da Fritz Saxl, Antike Gòtter in der Spàtrenaissance, Leipzig, 1927.
(127) Nel Ms. della Bibliotecá Vittorio Emanuele a Roma: « Ms. gesuitici», in un
« Catalogo dei Baldi » sono riunite le seguenti opere di Marc-Antonio Baldi :
Samilli impares Vitruviani. Aug. Vind. 1612.
De Verborum Vitruvianorum significatione et de vita eiusdem. Aug. Vind. 1612.
La Difesa di Procopio contro le Calunnie di Flavio Biondo, con alcune considera
zioni intorno al luogo, ove seguì la Giornata tra Iatila, ed Sarsete. Urbino 1627.
Racconto del Prologo, Commedia, rappresentata in Urbino l'anno 1628, Urbino, 1628.
Cento Apologhi.
(128) Ripa, Iconologia, Roma 1593 (per la descrizione della « Matematica»).
(129) Petri Maillardi Santonis. Efigrammatum Libri Duo. Torino 1576,
2 voi. Oltre a questa raccolta di epigrammi ci sono ancora note alcune poesie di Pietro
Maillardi, fra l'altre:
Sacrae meditationes carmen. Romae, 1591.
Carmen in hortis Ferdinandi Medicis -Ms a Roma nella Bibl. Vaticana Sign.
«Chigi», J. IV. 112. 25. pag. 458.
VI.
(132) Queste notizie furono prese dalle opere seguenti: Moroni, Dizionario Stor
Ecclesiast. 61. 62. pag. 10 ss.; Pastor, Geschichte der Papié, Band IX e Nuova Enc
clopedia Italiana, Vol. XIX, pag. 1147-1148.
Tentativo di catalogo.
2) Fabrizio Boschi, Casino di San Marco. Firenze. (Cfr.: Mâle, op. cit.).
3) Carlo Maratta. L'« Apoteosi di Raffaello». Incisione di Pietro Aqui
(Riproduzione in Mitteil. d. Gesellsch. f. Vervielfaltigeìide Kunst. Wie
1919. N°. 2-3, p. 23, fig. 13).
4) Carlo Maratta. «Annibale Carracci come restauratore della pittura». In
sione di Pietro Aquila. (Riproduzióne in : Mitteil. d. Gèsellsch.'f. verv
faltigende Kunst. Wien. 1919. N°. 2-3, p. 24, fig. 14).
5) Carlo Maratta «La vittoria dell'ignoranza sulla Pittura». Incisione
N. Dorigny. (Riproduzione in : Mitteil. d. Gesellsch. f. vervielfàltig.
Kunst. Wien. 1919. N°. 2-3, p. 27, fig. 17).
Poema Eroico 1, Poema Lirico i, Poema Pastorale 1, Poema Satico 1 R
1603. p. 408
1) Charles Lebrun. Vaux-le-Vicomte, Castello. Soffitto nella sala del Museo.
(Cfr. Mâle, op. cit.).
2) Scultura nel parco di Versailles su disegno del Lebrun (Cfr. Mâle, op. cit.).
Povertà 5 . . Ripa, 1603, p. 409-410
1) Jacopo Serpotta. Statua per l'Oratorio della
in San Francesco a Palermo. (Cfr. Mâle, op.
Previdenza i Ripa, 1603, p. 412-413
1) Charles Lebrun, Versailles. Sala degli Specch
Prodigalità i . . . . . . . . Ripa, 1603, p. 414
1) Scuola del Bernini. San Pietro. Roma. Navata centra
Profetia i . . . . . Ripa, 1603, p. 419
1) Luca Giordano, Abbazia di Montecassino.
togr. Alinari, Parte 2*, N°. 12116).
Prudenza 1 Ripa, 1603, p. 416-417
1) Gio. e Cherubino Alberti. Sala Clementina. Vaticano. Roma. 1602.
2) Domenichino. Cupola di San Carlo ai Catinari. Roma, 1628-1630. (Cfr.
Mâle, op. cit.).
3) Luca Giordano. Abbazia di Montecassino. Cattedrale. Soffitto. 1631. (Fo
togr. Alinari, Parte 2°, Ñ*. 12116) (Cfr. Mâle, op. cit.). Questa allegoria
risale in parte al tipo « Prudenza 1 » ed in parte a quello « Prudenza 2 ».
4) Luca Giordano. Palazzo Riccardi. Firenze. (Fotogr. Alin. Parte 2", N°. 4376).
5) Scuola del Bernini. San Pietro. Roma. Navata Centrale. (Cfr. Mâle, op. cit.).
6) Charles Lebrun. Vaux-le-Vicomte. Castello. Soffitto della Sala del Museo.
(Cfr. Mâle, op. cit.).
7) Statua nel Cortile d'onore del Palazzo di Versailles. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Prudenza 2 Ripa, 1603, p. 417-418
1) Luca Giordano. Abbazia di Montecassino. Ca
« Prudenza 1 »).
2) Medaglia di Laura Corsi, Marchesa Salvia
Pudicitia i . . . . . . . . . Ripa, 1603, p. 420
1) Cappella di San Severo a Napoli. Monumento funebr
1766. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Rammarico Del Ben Altrui 1 . . . . . Ripa, 1603, p. 428
APPENDICE I.
mum, p. 332-333. « Caesar Ripa eques S. Mauritij », stampato nella nota l6._
(Citazione del Vermigligli, Biografia degli Scrittori Perugini. Perugia, 1928,
voi. 2, p. 258, ma senza indicazioni precise riguardo il titolo, il luogo ove trovasi
presentemente e la segnatura del manoscritto).
9. Giano Nido Eritreo, o sia Gio. Vittorio Rossi :
Pinacoteca Imaginum Illustrium, doctrinae vel ingenii laude virorum, qui auctore
superstite diem sum obierunt, 1645, Vol. I, p. 50, No. XXVII.
« Jo. Zaratinus Castellinus ».
« ... Fuit » (Z. Castellini) « maxima ex parte auctor Iconologiae, quae Cesaris
Ripae nomine impressa, pictorum caelatorumque omnium manibus teritur ». Questa
opera dell'Eritreo vien citata dall'Orlandi, Ripa, Iconologia, 17641 Vol. I, p. xxii.
10. Abbate D. Filif-po Picinelli.
Mondo Simbolico, Milano, 1653. ■ '
Sotto : « Autori che concorrono ad illustrar l'imprese nel
dotte » ; fra gli altri anche Cesare Ripa.
11. Ludovico Jacobillo :
Annotazioni all'Oldoino.
Vol. I, p. xxxii.
15. Samuel van Hoogstrate
Inleyding tot de Hooge
5 Kap. p. 82, e 8 Kap. p
16. Siena, Biblioteca Com
mati — Accademici antich
Inoltre: p. 197, P- 489
17. Biblioteca Comunale d
del secolo XVIII, p. 94 v :
negl'Intronati. Nel 1654 ».
18. Siena, Biblioteca Com
Intronati Senesi che comp
alphabeticamente con pos
secolo). Sotto la lettera C.
19. Girolamo Gigli :
Lettere dell'Economico In
tronato Magliabechi fra g
teca Comunale di Siena, fo
Questa lettera del Gigli
Intronati di Siena e una
« Diana », p. 63-64.
Di Francesco Pianta
Veneziano e dei suoi
61. Oscar Fischel :
Inigo Jones und der Theaterstil der Renaissance in: Vortràge der Bibliothek
Warburg 1930-31, p. 109 e p. 123.
62. Godefridus Joannes Hoogewerfj :
L'Iconologie et son importance pour l'étude systématique de l'art chrétien. In :
Riv. Arch. Christ. 8, 1931, p. 53-82.
63. Cari Linfert :
Die Grundlagen der Architekturzeichnung. In: Kunstwissenschaftliche Forschun
gen. Erster Band. Berlin 1931, S. 214 ff.
64. Erwin Panofsky :
Zum Problem der Beschreibung und Inhaltsdeutung von Werken der Bildenden
Kunst. In: Logos, Bd. XXI, Heft 2, 1932, p. 112,
65. Aby Warburg-.
Gesammelte Schriften I: Die Erneuerung der Heidnischen Antike. Lpz. 1932,
P- 415
66. Bulletin of the Metropolitan Muséum of Art. The Michael Friedsam Collection
York, 1932, p. 44-47
67. Emile Mâle :
L'Art Religieux après le Concile de Trente. Etude sur l'Iconographie de la fin du
XVI siècle, du XVII, du XVIII siècle. Paris 1932.
Qui è riprodotto quasi letteralmente il capitolo sull'Iconologia di Cesate Ripa già
pubblicato nella Revue de Deux Mondes (loc. cit.).
68. Otto Brendel :
Untersuchungen zur Allegorie des Pompejanischen Totenkopf-Mosaiks. In : Mit
teilungen des Deutschen Archeologischen Instituts. Ròmische Abteilung. Bd. 49,
1934, 1-2, p. 157-179
69. Erna Mandowsky : Untersuchungen zur Iconologie des Cesare Ripa.
(Fu pubblicato Yïell'anno 1934 in tedesco in un'edizione fuori commercio. H. Proctor,
Hamburg 19, Alardusstrasse 6).
APPENDICE II.
I tali a
Germania
In g h il terra
Manoscritti inglesi
17. Iconologia (Moral Emblems) wherein are expressed various Images of Virtues, etc
beautifully written in a neat upright hand on 408 leaves, averaging 30 lines to a
page, old etched front, and over 300 small etchings by J. Kip after G. G. Z. Ca
stellini inserted, and anonymous translation of 1630, in 3 vols.; Sm. folio; half
calf gilt. English XVII cent.
Dal catalogo No. 169 del libraio Last (Bromley, Kent), maggio 1931 No. 164
del cat. (Indicazione del Prof. Mario Praz, Roma).
18. Iconologia orHieroglyphical figures of Cesare Ripa, knight of Perugia, where in
general is treated of divers formes with their ground rules.
Ms. Brit. Mus. Cod. Add. 23191.
Con schizzi a penna del XVIII secolo. Traduzione inglese dell'edizione italiana:
Venezia, 1669.
Libri stampati
19. Iconologia or Moral Ertiblems by Caesar Ripa wherein are express'd Various Images
of Virtues, Vices, Passions, Arts, Humours, Eléments and Celestial Bodies; As
designer by The Ancient, Egyptians, Greeks, Romans and Modem Italians : useful
For Orators, Poets, Painters, Sculptors, and áll Lovers of Ingenuity : Illustrated
with Three Hundred Twenty-six Humane Figures, with their Explanations ; Newly
designed and engraved on Copper by J. Fuller, Printer, and other Masters.
By the Care and at the. Charge of P. Tempest.
London. Printed by Benj Motte. 1709, 4°.
20. Iconology, or, A Collection of Emblematical Figures, moral and instructive
selected and composed from the most approved emblematical Représentations of the
ancient Egyptians, Greeks and Romans, and from the Compositions of Cavaliere
Cesare Ripa, Perugino, by George Richardson.
21. London, printer for the Author, 1777, 4°
22. London, printed for the Author, 1778-1779; fol. 2 Vol.
23. London, printed for the Author, 1785, 40, 2 Voi.
Francia
Olanda