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Ricerche intorno all'Iconologia di Cesare Ripa (Continuazione e fine)

Author(s): Erna Mandowsky


Source: La Bibliofilía , Luglio-Agosto 1939, Vol. 41, No. 7/8 (Luglio-Agosto 1939), pp.
279-327
Published by: Casa Editrice Leo S. Olschki s.r.l.

Stable URL: https://www.jstor.org/stable/26210201

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA 279

Ricerche intorno all'Iconologia di Cesa


(Continuazione e fine : V La Bibliofilia, anno XL1, disp. 5»-6", pag. 304)

V.

LE ACCADEMIE LETTERARIE IN ITALIA


NELLA SECONDA METÀ DEL SECOLO XVI
E L'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA.

Il circolo degli amici e dei dotti intorno al Rifa.

Dall'analisi delle diverse forme simboliche adoperate dal R


mazione delle sue allegorie, si può facilmente osservare com
queste immagini : figura mitologica, medaglia, emblema, impres
convengano nel loro aspetto esteriore. Si potè quindi spesso adop
immagine per impresa, geroglifico e allegoria. Questo caso era se
quando le suddette manifestazioni si erano fondate su un con
aveva voluto per esempio, rappresentare il concetto di « Vigil
varie espressioni simboliche, per es. mediante geroglifici, imp
si assunse per tutte tre le forme di rappresentazione la stess
gru che tiene una pietra nella zampa.
Si creò cosi per il concetto di « Vigilanza » in certo modo, ve
tipo, che poteva adattarsi a svariate formazioni simboliche.
imagine della gru era, a sua volta, stata dedotta dalla dottrina
e da qui era passata nel mondo delle imprese e quindi nel novero
del Ripa.
Alla fine del secolo XVI, allorquando usci la prima edizione dell'Iconolo
gia, le opere di mitologia, imprese e studi di geroglifici ecc. ecc., erano piene
di specie di immagini provenienti da tutt'altro mondo allegorico. Nel corso
di questo lavoro abbiamo già indicato l'essenza di una figura mitologica nel
Cartari o di un geroglifico in Piero Valeriano. Il passare da una forma d'espres
sione simbolica nell'altra, dalla quale era originariamente distinta, è caratte
ristico per tutte le specie di immagini plastiche nella II* metà del secolo XVI.
Quali specie di uomini si sono affaccendati intorno alla costruzione di
queste forme di immagini, e qual'è la posizione del Ripa rispetto a loro?
Cerchiamo innanzi tutto, partendo dalla persona del Ripa di scoprire
l'ambiente formatosi intorno a lui. Dalla bibliografia del Ripa non si può con
sicurezza stabilire la cerchia dei suoi conoscenti, crediamo però possibile di
poterla indirettamente ricostruire.
Nei primi fogli dell'edizione del 1593 dell'Iconologia nove autori hanno
pubblicato degli epigrammi per il Ripa; essi sono: Cristoforo Lauro, Diomede
Borghesi, Fulvio Mariotelli, Giovanni Buondelmonti, Marc Antonio Baldi,

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28o ERNA MANDOWSKY

Scipione Bargagli, un «Accademico Intronato» che si firm


Pietro Maillardi, e Taddeo Donnola. Nell'edizione del 1603, olt
grammi già pubblicati in quella del 1593, Ottavio Capocci ne
altro. ' Nell'edizione del 1613 l'« Accademicus Filomatus », lo
dedicò una poesia al Ripa.
Chi furono questi autori? È possibile che fossero conosciuti
avessero, in qualche modo, influenzato pei suoi lavori?
Diomede Borghesi (78), Scipione Bargagli (79) e l'Accade
nato il Tardo, il di cui vero nome era Fortunio Martini (80), er
dell'Accademia degli Intronati di Siena; mentre Fulvio Mariotel
dell'Accademia degli Insensati di Perugia (81) e Gismondo San
col suo nome accademico di « Spaparato » (82) apparteneva all
Filomati di Siena. Questi cinque autori, dunque, che furono tu
che ebbero una vasta attività letteraria, appartenevano tutti ad
letteraria italiana. C'è una ragione essenziale nel fatto che pro
mici avessero ad esprimere cosi chiaramente il loro riconoscim
logia del Ripa?
Gli accademici sunnominati ci rinviano innanzi tutto all'Ac
Intronati e a quella dei Filomati, che avevano entrambi la lor
Queste Accademie stettero sempre in ¡stretti rapporti fra lo
l'Accademia degli Intronati nel 1568 fu chiusa, e l'Accademia
venne nuovamente aperta nel 1580, molti accademici degli In
rono nell'Accademia di nuova formazione (83).
Soltanto il 4 dicembre 1603 l'Accademia degli Intronati fu

(78) Diomede Borghese nell'edizione 1593 dell'Iconologia nel sonet


Ripa lo appella col suo nome accademico : « il Suegliato », e lo designa com
(79) Nelle ultime pagine dell'opera «Delle Commedie degl'Accadem
(Siena, Fiorimi 1611, Vol. II) viene elencata una serie di Accademici
coi loro pseudonimi e coi loro veri nomi ; fra questi anche : « Lo Schiett
gagli; Cavalier».
(80) Cfr. Gio. Ferro, Teatro delle Im-prese, Venetia 1623, Vol. II
Tardo Intronatus detto Fortunio Martini ».
(81) Cfr. Fulvio Mariotelli, Invettiva recitata agli Accademici I
rugia. Recitata per dimostrare che non sia bene lo stampar le compositio
Perugia 1597. In quest'opera trovasi una lista di alcuni Accademici degli
rugia, designati col loro nome accademico; fra questi anche Fulvio M
merso Insensato.

(82) Cod. Y. II, 23. della Bibl. Com. di Siena, « Memoria sopra l'Origine, e Pro
gressi dell'Accademia dei Filomati », pag. Ó37r: « Si potranno veder de i saggi di dette
composizioni ne i varij e diversi discorsi Accademici di Teofilo Gallacini pubblico Lettor
di matematiche nello Studio di Siena.... nelle rime del Filomato Gismondo Santi detto lo
Spaparato, stampate in Siena nel 1604.... ».
(83) Cfr. Cléder, Notice sur les Intronati, Bruxelles 1864, pag. lix.

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Fig. 36. — Luca Giordano, Uh dettaglio della volta della Cattedrale
di Badia di Montecassino (Prov. di Caserta).

La Bibliofilia, anno XLI, dispensa 7°-8a 3^

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282 ERNA MANDOWSKY

aperta con gran solennità (84); da allora in poi le due Accad


rivali, finché finalmente nel 1654 l'Accademia dei Filomati f
dei suoi membri passò all'Accademia degli Intronati.
L'esame di tutti i documenti delle due sopradette Accade
nei loro archivi, ora nella Biblioteca Comunale di Siena, ci
guenti risultati sulla nostra questione :
Innanzi tutto troviamo liste degli Accademici Filomati e
Nel Codice Y. I. 7 della Biblioteca Comunale di Siena:
« Filomati - Accademici antichi e moderni che passarono
nel MDCLIIII ».

In questa lista a p. 25 sotto il numero 571 è notato (85)


« il Cupo Cav." Cesare Rifa Perugino »
Anche Diomede Borghesi, Scipione Bargagli, Fortunio Mart
smondo Santi sono elencati nel suddetto catalogo. Si può riconosce
di questi documenti dalla scrittura: furono copiati da uno sconos
sec. XVII. Il titolo « Filomati-Accademici antichi e moderni, che
negli Intronati nel MDCLIIII » si riferisce al fatto che nel dicemb
l'Accademia dei Filomati fu sciolta ed i suoi membri passarono in
gli Intronati (86). Anche i nomi dei membri già defunti dell'Acca
Filomati e Intronati furono trasportati tutti insieme sulle liste nu
formatesi nel 1654.
Poiché il suddetto catalogo elenca tutti insieme i nomi dell'Ac
Intronati e Filomati, non si può stabilire con sicurezza a quale
appartenesse il Ripa. Siccome però il Ripa non poteva, per ragion
giche, essere stato accademico prima della chiusura dell'Accademi
tronati, vale a dire, prima del 1568, è possibile ch'egli, nel caso sia
Intronato, fosse entrato in questa Accademia solo nel 1603. Le poe
lode però e, innanzi tutto l'insieme, lo stile generale delle sue all
dicano, come vedremo in seguito, un'anteriore relazione del Ripa
cademie. Potremmo quindi accettare che il Ripa sia stato Accadem

(84) « Riaprimento dell'Accademia Intronata)). Quest'opera è legata


volume con: «delle Ccmmedie degl'Accademici Intronati», Siena 1611, vol.
(85) Nello stesso manoscritto il Ripa è menzionato a pag. 197 nel «Ca
Ordine d'Alfabeto per ritrovare i Nomi propri degli Accademici appostovi an
gnome proprio et il Nome assegnatogli dall'Accademia ».
« Cav.re Cesare Ripa Perugino il Cupo. 571 ».
Alla pagina 489 del « Catalogo per ordine d'Alfabeto per ritrovare i Cogn
Accademici postovi ancora il Nome proprio et Accademico ».
«Ripa Cav.re Cesare Perugino il Cupo 571 »
e alla pag. 599 del « Catalogo per Ordine d'Alfabeto de' Nomi Accademici per
Nome e Cognome proprio di ciascheduno Accademico ».
« Il Cupo Cav.re Cesare Ripa Perugino 571 ».
(86) Relativo a questo fatto si conserva un contratto nel Cod. T. IV. 24 de
Com. di Siena a pag. 160.

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA 283

Filomati. Il fatto però che il Ripa abbia appartenuto ad un'Accadem


teraria è assai importante per la comprensione della sua Iconologia.
Anche il nome accademico del Ripa si rivela dalle sopra indicate
Ripa si chiamò come accademico « il Cupo ». Anche la sua impresa c
trasmessa : il Ripa si cita una volta come « tronco d'Amandola unito
di Moro celso) » (87).
Nella Biblioteca Comunale di Siena si conservano ancora altre list
quali risulta l'appartenenza del Ripa ad un'Accademia letteraria
Nel Cod. C. Y, 3 della Biblioteca Comunale di Siena, Benvoglient
messo insieme un indice degli « Accademici Filomati Antichi e Mod
passarono negl'Intronati nel 1654»; qui è nominato a p. 94 v:
«Il Cupo - Cav.ru Cesare Ripa Perugino». '
Inoltre nel Cod. Y. I. 20 della Biblioteca Comunale di Siena sotto
Filza A. No. 13 vien trattato il capitolo seguente: «Degli Accademici In
tronati Senesi che composero e pubblicarono per le Stampe alcune operette
disposti alfabeticamente con postille ed aggiunte di mano del Gigli » (89) ;
sotto la lettera C troviamo fra gli altri:
« Cesare Ripa Perugino detto il Cupo, ha stampato l'Iconologia».
Si spiega come il Ripa in questa lista sia nominato fra gli Accademici,
dal fatto che essa fu compilata solo nel secolo XVII e, appunto, molto pro
babilmente dopo lo scioglimento dell'Accademia dei Filomati e dopo che
l'Accademia degli Intronati aveva accolto i nomi dei membri dei Filomati (90)

(87) L'impresa del Ripa viene nominata per la prima volta nell'edizione dell'Iconologia
del 1613 da lui stesso edita a pag. 190 in occasione della descrizione della « Diligenza».
Questa « Diligenza » fu anche assunta dal Ripa nelle edizioni successive. Il Tozzi ci dà nel
l'edizione del 1618 oltre alla descrizione della figura sopra menzionata un indice delle me
daglie trattate nell'Iconologia e sotto i nomi dei proprietari « moderni » di esse nomina anche
« Cesare Ripa con l'Amandola e Moro celso » (p. 141). Nelle edizioni pubblicate in seguito
dal Tozzi viene indicato Gio. Zaratino Castellini come l'autore della stessa « Diligenza »,
mentre nell'edizione del Tozzi del 1618 il Castellini non viene designato come tale. Si deve
ammettere che il Tozzi abbia aggiunto posteriormente il nome del Castellini all'allegoria in
ventata dal Ripa, altrimenti le parole « e noi col tronco d'Amandola unito con un di Moro
Celso » avrebbero dovuto riferirsi a Zaratino Castellini. Tozzi però designa nel suo già men
zionato indice delle medaglie Cesare Ripa come possessore di tale impresa. Cfr. a questo
proposito Orlando, op. cit., vol. I.
Il ritratto del Ripa nell'edizione dell'Iconologia 1764 Vol. I porta anche l'impresa di
questi.
(88) Giudicando dal carattere, questo manoscritto va assegnato al XVII secolo. Perciò
il Benvoglienti, indicato come autore, deve essere stato il ben noto Uberto Benvoglienti, che
visse dal 1668 al 1733. (Cfr. « Siena ed il suo Territorio », Siena 1862) membro dell'Acca
demia degli Intronati di Siena.
(89) Girolamo Gigli visse in principio del XVIII secolo. Vedi Michele Maylender,
Storia ielle Accademie d'Italia, 1927, Vol. II, pag. 139.
(90) Questo punto di vista vien giustificato dal fatto che per es. un accademico dei Fi
lomati, l'architetto Oreste Vannocci Biringucci, per ragioni cronologiche membro dell'Acca

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284 ERNA MANDOWSKY

In questa lista vien ricordata l'opera del Ripa, l'Iconologia; n


nessun dubbio che Cesare Ripa, indicato nelle liste passate come
Filomatus », e, come tale, portante il nome di « Cupo », po
ficato coll'autore dell'Iconologia.
Oltre che nei puri elenchi dei mèmbri dell'Accademia deg
viamo menzionato il Ripa da parte di Girolamo Gigli, uno de
demici degli Intronati del suo tempo. Lolito Petracchi Costa
l'attenzione su un catalogo che il Gigli allegò ad una lettera
bechi; in questo catalogo erano elencati nomi di molti fores
vano espresso il desiderio di essere introdotti nella lista del
Intronati. Questo catalogo, che il Magliabechi doveva aver v
più (91). Gigli estrae però da questa lettera ancora conserva
della Biblioteca Comunale di Siena, fol. 1-27 secondo) alcuni
catalogo. Nomina il Card. Bembo, Giovio e Ripa ed aggiunge
questi uomini debbono venir annoverati come i più notevoli
gli Intronati (92).
Dal Benvoglienti il Ripa viene annoverato fra gli scrittor
zionandolo egli nella sua opera inedita « Scrittori Senesi »,
Biblioteca Comunale di Siena come Cod. Z. I. 6. Questo sc
glienti offre ancora un'interessante sorpresa. La prima pagi
tiene un indice alfabetico degli autori trattati in questo scritto.
leggiamo tra l'altro : '
« Cesare Ripa 0 Gio. Campani
A p. 138 Benvoglienti indica il
« Ripa.
Cesare Ripa anzi Gio. Campani Perugino
detto il Cupo ha stampato l'Iconologia».
A p. 426 della lista si legge : « Accademici antichi. Cecco Angolieri Intronati ».
«Cesare Ripa Cav. il Cupo».

demia dei Filomati e non degli Intronati, venne pure elencato nel capitolo sopranominato del
Cod. Y. I. 20.

(91) Cfr. Lolita Petracchi Costantini, L'Accademia degli Accademici de


nati di Siena ed una sua Commedia, Siena 1928, anno VI, pag. 63-4.
(92) Siena Bibl. Com. Cod. Y. I. 1. fol. 1-27 secondo: « Girolamo Gigli. Le
l'Economico Intronato all'Ili.mo Signor Archintronato Magliabecchi, fra gli Intro
il Prattico », pag. 24.
« .... Tralasciando di nominare gl'altri, di che più diffusamente accludo a V
un Catalogo in fine, quale il trovera illustrato col nome di molti gran Uomini
che ambirano esser' descritti irà noi, come il Cardinal Bembo, il Giovio, il
questi furono più chiari fra molti più che troviamo tra i Semi e tra i Frutti d
Zucca.... ».
«La Zucca» era il nome dell'Accademia degli Intronati. Cfr. a questo proposi
tra l'altro Calogera, Nuova Raccolta d'O fus culi, Venezia 1757, Tomo III, pag. 8

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA 185

Secondo il Benvoglienti, quindi, Cesare Ripa dovrebbe esse


pseudonimo di Giovanni Campani. Il fatto di cambiare il prop
uno pseudonimo, come autore ed accademico, non è in Italia n
affatto una rarità. Gli accademici degli Intronati Lancellotto
philo Folengo erano per es. pure conosciuti sotto il loro second
brogio Catarino e Merlino Coccaio, ecc. ecc.
Sarebbe quindi comprensibile che Giovanni Campani, come
tore, si sia reso noto sotto il nome di Cesare Ripa; in questo ca
babile ch'egli fosse conosciuto fra i dotti solo come Cesare R
probabile che già durante la sua vita 0 poco dopo la sua mort
nome sia stato dimenticato. Infatti arreca meraviglia come i bi
sappiano riferire cosi poco sulla sua biografia malgrado egli f
la sua vita assai stimato ed apprezzato; e dà pure da pensare c
nome di Giovanni Campani sia ancora conservato qualche docum
viene mai posto in relazione con Cesare Ripa.
Eppure — malgrado si sia tentati di prestar fede al Ben
non dobbiamo dimenticare che il suo scritto venne pubblicato solo
del secolo XVIII e che si basa su fonti a noi sconosciute, Benvo
stesso accademico degli Intronati; ha trascritto le liste della s
e dobbiamo assumere che egli ha ben conosciuti gli archivi di q
mente trovò anche qui le fonti per le sue note. Riassumendo, dovr
che la questione di Giovanni Campani e Cesare Ripa, deve veni
cora come un'ipotesi, finché vengano trovati nuovi argomenti
•pienamente le osservazioni del Benvoglienti.
Dai documenti dell'Accademia degli Intronati sopra menzion
scoperto il legame che unisce Diomede Borghesi, Scipione Barg
Martini, Gismondo Santi e il Ripa. Questi cinque dotti si erano rit
dell'Accademia letteraria.
L'Accademia degli Intronati era stata fondata sotto il pontificato di
Clemente VII a Siena nel 1525 (93). Originariamente si riunirono sei senesi
a scopo di studi comuni ; si occuparono prima di tutto di filologia greca, latina
e toscana, discutendo i risultati delle loro ricerche, recitando le loro poesie
ed interpretando insieme numerosi testi antichi (94). A questi dotti uomini
si unirono ben presto altri studiosi, fra i quali se ne trovarono alle volte di
assai notevoli, come per es. il Card. Pietro Bembo e Paolo Giovio, il quale si
era acquistato fama come creatore ed autore di numerose imprese. Nella se
conda metà del secolo XVI fecero parte dell'Accademia degli Intronati, fra
i membri più apprezzati, Diomede Borghesi, Scipione Bargagli e Fortunio
Martini da noi già conosciuti. Essendo già contenuto nel titolo delle loro opere
quasi tutto l'insieme delle materie di studio d'un « Accademico » e tutto il

(93) Cfr. tra l'altro Cléder, op. cit., e Curzio Mazzi, La Congrega dei Rozzi di
Siena, Firenze 1882. Cfr. nel Vol. II il cap. : Accademia e Congreghe di Siena, nell'Ap
pendice V.
(94) Cfr. Cléder, op. cit.

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286 ERNA MANDOWSKY

campo della sua attività, è d'uopo indicare a questo punto p


ste opere.
Diomede Borghesi (nato a Siena nel 1540 e morto nel 1598) aveva con
dotto per molti anni vita di corte svariata e ricca, passò parecchi anni a Fi
renze alla corte del Granduca Ferdinando di Toscana (95). Due interessi
principali guidarono la sua attività spirituale : l'arte poetica e l'epuramento
della lingua italiana. Il Granduca Ferdinando aveva fondato a Siena nel 1589
una cattedra di lingua 'toscana per la nazione tedesca e nominato lettore di
questa materia Diomede Borghesi, che mantenne il suo posto con grande suc
cesso fino alla sua morte. Nei limiti del suo insegnamento accademico gli era
quindi data la possibilità di diffondere in più vasta cerchia le sue idee sull'epu
ramento della lingua italiana. Inoltre cercò una nuova via a questo medesimo
scopo in numerose lettere, una parte delle quali egli stesso aveva destinato
alla stampa. (Le opere di Diomede Borghesi che abbiamo potuto ritrovare sono
elencate nella nota 96).

(95) Cfr. la Biografia di Diomede Borghesi dell'editore dell'edizione di : Diomede


Borghesi, Lettere, Bologna 1868.
(96) Rime (parti 6), Padova 1566.
Rime Exst. in Tempio di G. colonno d'Aragonno del Sammarco.
Del quarto volume delle Rime di M. D. B. Gentil'huomo Senese et accademico In
tronato, Perugia, 1570.
Rime, con gli argomenti di Cesare Perla, Padova 1585.
Canzone nelle felicissime nozze del Gran Duca di Toscana e della Ser. Mad. Cri
stina di Lorena.... Firenze, 1589.
Rime nella venuta della Gran Duchessa di Toscana in Siena, Siena 1593.
Alcune poesie di Diomede Borghesi : Sonetti di diversi Accademici Sanesi. Raccolti
da Gismondo Santi. Siena 1608.
Sonetto Exst. ne' Commentarij del Crescimbeni. Tom. 3, Roma 1711, pag. 267.
Sonetto Exst. nei Poeti Lirici mitti del secolo XVI qui exst. nel Parnaso Italiano.
Tomo 31. Venezia 1787, pag. 216.
Oratione del Sig. Diomede Borghesi.... da lui medesimo recitata nel principio della
sua lettera l'anno 1589. Siena, presso Luca Bonetti, 1589.
Oratione (sulla toscana favella) Siena, Luca Bonetti, 1590.
Oratione intorno agli onori ed a' pregi della Poesia e della Eloquenza. Siena, Bo
netti, IS97
Lettere del S. Diomede Borghesi, gentilhuomo sánese et accademico intronato. Padua,
Pasquardi, 1578.
Lettere, Padua e Venezia 1581.
La prima e la seconda parte delle lettere del Sig. Diomede Borghesi, Sánese et ac
cademico intronato. Nelle quali in diverse opportune occasioni e si danno utilissimi ammae
stramenti intorno al regolato et leggiadro scriver toscano. Padua, Pasquardi, 1584.
La seconda Parte delle Lettere discorsive, novellamente poste in luce. Venetia, presso
Francesco Franceschi, 1584.
Lettere discorsive, nelle quali si danno ammaestramenti intorno al regolato, e
leggiadro scriver Toscano. Parte III, Roma, Mascardi, 1701.
Lettere (in : Scelta di Curiosità letterarie inedite 0 rare dal sec. XIII al XVI. Disp.
XCIII). Bologna, Romagnoli, 1868.
Michaud, Biographie Universelle. Vol. S, pag. 83 : « Diomede Borghesi avait laissé

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA 287

I vari argomenti intorno ai quali lavorò Scipione Bargagli (nat


nel 1540 e morto nel 1612) (97) corrispondevano precisamente al pr
di un'Accademia italiana del secolo XVI. Egli tiene un discorso all'Ac
degli Accesi a Siena sul significato delle Accademie in generale, ed
seconda orazione tratta dell'essenza e dei fini dell'Accademia degli I
Egli arricchì inoltre assai la letteratura con altri discorsi, diverse nove
sie ed opuscoli su questioni letterarie. Nel suo lavoro « Il Turamin
cupa di lingua e di scrittura senesi. Uno dei suoi scritti più rimar
l'opera in 3 volumi sulle imprese, un libro che incontrò stima e riconos
straordinari fra i suoi contemporanei. Scrisse un opuscolo sul signif
rovescio delle medaglie considerato dal punto di vista del contenu
che rimase quasi sconosciuta pel fatto di non essere stato stampato

des « Observations sur le Décaméron », le Bocace, un « Traité de la langue


et quelques autres ouvrages philosophiques qui n'ont point été imprintés ».
Sci-pione Bargagli :
Oratione delle lodi delle Accademie da lui recitate nell'Accademia degli
Siena. Firenze, presso Bonetti, 1569.
Oratione in lode dell'Accademia degli Intronati, dello Schietto Intronat
Descrittione del nuovo Riaprimento dell'Accademia Intronata. Quest'opera è ri
«Delle Commedie degl'Accademici Intronati», Siena, 1611).
Oratione del Rmo Monsignor Alessandro Piccolomini. Bologna, presso Gio.
1579
Copia dell'Orazione in lode di S. Gio. Battista fatta dall'Autore, e recitata da
giovanni Marescotti.... il dì XI Maggio 1598 etc., Siena, Bonetti, 1598.
Novelle. Exst. nel Novelliero Italiano. Tom. 3, Voi. 2, Venezia, pag. 213.
Novelle, Livorno, nelle Case dell'Editore, 1798 (con Ritratto).
Le Novelle di Scipione Bargagli, premessavi la narrazione dell'assedio di Sie
Siena, 1873.
Novelle. (Con prefazione e note di Francesco Sapori). Lanciano, 1914.
Sonetto in : Poesie in morte di D. Gio. Card, di D. Grazia de' Medici ecc. Fir
1563, pag. 81.
Scipione da Siena.
Note su poesie.
Mazetti di fiori delle rime di più valenti Poeti Toscani raccolti, ed in prop
distanti capi ordenati dallo Schietto Intronato (Scipione Bargagli). Siena, presso Mat
Fiorimi 1604.
Trattenimenti. Venezia per Bernardo Giunta 1587.
Trattenimenti, ossia veghie. Venezia, Giunti, 1589.
I Trattenimenti di S. B. dove da vaghe donne e da giovani huomini rappresentati
sono honetti.... Venetia, presso Giunti 1591.
I Trattenimenti.... Venetia, Giunti, 1592.
II Turamino, ovvero del parlare e dello scrivere sánese, del Cav. Scipione Bargagli.
Siena, Matteo Fiorimi, 1612.
Lettere di Scipione Bargagli novelliere senese del secolo XVI ora per la prima volta
pubblicate per nozze Ravizza-Bargagli. Firenze, Le Monnier, 1868.
L'Imprese (Parte I. Siena, Bonetti, 1578.
La prima parte dell'Imprese : dove doppo tutte l'opere così a penna, come a stampa,
che egli ha potuto vedere di coloro, che della materia dell'Imprese hanno parlato, della vera

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288 ERNA MANDOWSKY

Ugurgieri Azzoli pone in risalto il significato del Cav. F


tini nella cerchia delle Accademie senesi (98). Martini ha r
lume cento imprese, delle quali Scipione Bargagli ne pre
sua grande opera. Inoltre ci pervengono da lui parecchie des
ed alcune poesie (96).

natura di quelle si ragiona Appresso: Orazione delle lodi dell'Acc


presso Francesco de Franceschi 1589.
Dell'Imprese.... alla prima Parte la Seconda e la Terza nuovam
Venezia, presso Franceschi, 1594.
Riverci di Medaglie della Ventura Befana de' Cortigiani Ferr
gionamenti : uno intorno alle materie delle Sorti o Venture Befane; e
Riverci delle Medaglie. Scritto autografo di Scipione Bargagli : ann
cart. in fol., di carte 86; segnato: Y, II, 26 in Siena nella Bibl. Com
manoscritto è citato dal Maylander : Storia delle Accademie d'Italia, V
F or tunio Martini :

Rolo ovvero cento imprese d'illustri d'arme Sanesi. Bologna, Rossi, 15


Relazione della Corte de' Ferraiuoli; loro origine, e spettacolo, r
Palazzo Cerretani l'anno 1568, descritto dal cav. fortunio Martini.
Cod. Y. II. 23. L. 566. (citato dal Maylander, Storia delle Accademi
pag. 364).
Enimmi fatti dal Cav. Fortunio Martini sopra alcune gentildonne Sanesi che inter
vennero al sontuoso banchetto fatto da Orazio Bollati nel Carnevale dell'anno 1584. Questo
manoscritto Cod. K. V. 40, pag. 50 ss. della Biblioteca Comunale di Siena, l'aveva avuto
per le mani prima Belisario Bulgarini; Cfr. a questo proposito : Isidoro Ugurgieri Azzolini :
Le Pompe Sanesi.... Parte Prima, Pistoja, 1649, pag. 489.
Sonetto. Exst. nella scelta del Gobbi, tomo 2. Venezia, 1739, pag. 333. inoltre tro
vansi altre sue poesie in :
Sonetti di diversi Accademici Sanesi, raccolti dal Gismondo Santi. Siena X. 1608,
pag. 40-45.
Fulvio M ario felli :

Invettiva recitata agli Accademici Insensati di Perugia per dimostrare, che non s
bene stampare le composizioni Accademiche. Perugia, Vincenzo Clumbara, 1597.
Ragguaglio.... intorno alla Libreria che fu del Sig. Prospero Podiani. Perugia, 161
Neopaedia sive Nova, aut inexplic ata huiusque in discendis atque docendis metho
ratio. Romae, 1624.
De Scriptoribus Artium, Scientiarum, Catalogus. 1624.
Catalogus episcoporum perusinorum a fundatione ecclesiae ad annum 1625.
«L'Estasi» .(citata dal Ripa sotto «Disegno» nell'Iconologia, Padua, 1618, pag. 123).
(Inoltre trovansi ancora nel XVI IL secolo «presso i Gesuiti di Perugia» alcune let
tere di Fulvio Mariotelli. Cfr. Jocher, Gelehrtenlexicon, 1739, Vol. Ili, pag. 186).
Gismondo Santi :
Sonetti di diversi Accademici Sanesi, raccolti da Gismondo Santi, Siena i6o8. Nu
merose poesie di questo volume furono scritte da Gismondo Santi.
(97) Vedi Scipione Bargagli, Lettere, Firenze 1868, pag. 8, nota 1.
(98) Isidoro Ugurgieri Azzolini, Le Pom^e Senesi Pistoja 1649, Parte I,
pag. 588-89.

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA 389

Riassumendo, possiamo concludere che furono la poesia, l


della lingua, le imprese, il rovescio delle medaglie e la descrizi
principali interessi dei tre menzionati accademici degli Intro
argomenti però rappresentano più 0 meno la sfera d'interessi
cademie d'Italia del secolo XVI. Solo attraverso le Accademie g
araldici avevano avuto una forte elaborazione e diffusione. Le i
principio erano state create solo per personalità eminenti, ven
del XVI secolo generosamente ed illimitatamente foggiate an
naggi meno importanti. Diverrà regola che ogni accademico p
motto. Quasi tutte le opere sulle imprese uscirono dalla cerchi
mici. Cosi p. es. Paolo Giovio, Scipione Bargagli, Fortunio Ma
Camilli che trattarono d'imprese appartenevano, secondo le l
Y. I. 7. della Biblioteca Comunale di Siena, all'Accademia de
di Siena.
Nell'arte dei motti ebbe una parte importante il rovescio delle medaglie;
gli accademici se ne servirono sovente per le figurazioni delle imprese. Una
seconda fonte importante di immagini per imprese ci è fornita dallo studio
dei geroglifici. Noi abbiamo già indicato come l'immagine della gru che tiene
una pietra nella zampa, e che appare come immagine di un'impresa nell'opera
del Capaccio, sia stata presa dalla Hieroglyphica di Orapollo. A questo pro
posito è di un'importanza il fatto che precisamente una schiera di accademici
degli Intronati a Siena avesse deciso di tradurre alcuni capitoli di geroglifici
di Piero Valeriano dal latino in volgare. Dall'edizione di Venezia 1625 del
l'Hieroglyphica di Valeriano, vediamo come il Padre Figliucci avesse tra
dotto il II e IV libro (99), Scipione Bargagli il VI, Belisario Bolgarini (100)
il III e Fortunio Martini il LIV, e Fabio Spannocchi, membro dell'Accademia
del Botteghino, avesse intrapreso la traduzione del XXIII libro (101).
Gli accademici si interessarono pure assai all'escogitazione di emblemi.
Il Cod. Y. I. 20 della Biblioteca Comunale di Siena contiene fra l'altro un
capitolo intitolato « Emblemi per l'Accademia degl'Intronati ». Inoltre si tro
vano nel Cod. C. VI. 9 della Biblioteca Comunale di Siena a p. 500 recto e
verso, « Emblemi » sotto forma di descrizioni, dei quali vogliamo qui dare un
esempio :
« Forzata servitù non avvezza.
Una gabbia dentrovi un Rosignuolo, quasi morto, con il motto d'un
verso delle satire del Ariosto « non può durare il Rosignuolo in Gabbia » al
ludendo che uno che non è avvezzo alla servitù, difficilmente e con suo danno
ci sta ».

(99) Che il Figliucci sia stato Accademico degli Intronati ce lo mostra la lista di
alcuni membri degli Accademici degli Intronati pubblicata dal Cléder, op. cit.
(100) Risulta che Belisario Bulgarini e Fabio Spannocchi siano stati Accademici
degli intronati dal già più sopra citato Cod. Y. I. 7. della Bibl. Com. di Siena.
(101) Maylender (op. cit.). Vol. I, pag. 475, nomina alcuni membri dell'Accade
mia del Buttighino di Siena; fra gli altri, Fabio Spannocchi.

La Bibliofilia, anuo XLI, dispenta 7*-8» 57

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290 ERNA MANDOWSKY

E inoltre :
« Certa Morte »

« Una donna che vada girando per un Arbore, mostrando di fuggire


la botta che stà a piè del Arbore.... col motto « Grandezza mal fondata ».
Questi emblemi corrispondono quindi pienamente a quelli dell'Alciati da
noi già conosciuti. Nella « Descrittione del nuovo Riapriamento dell'Acca
demia Intronata» (102) verranno citati gli emblemi come una delle più im
portanti materie di studio degli accademici.
Uno dei compiti principali degli accademici era costituito dallo studio
delle opere classiche. È indubbiamente un grande merito degli accademici
l'aver diffuso, attraverso la forma di traduzione, numerosi scritti antichi in
una più vasta cerchia di studiosi. Fra gli accademici degli Intronati a Siena,
Alessandro Piccolomini, futuro arcivescovo di Patrasso, aveva tradotto rispet
tivamente in latino ed in italiano l'Economia di Senofonte, le Orazioni di Iso
crate, i Commentari di Alessandro di Afrodisia e la maggior parte delle opere
di Aristotele. Inoltre Marc'Antonio Cinuzzi tradusse il Prometeo di Eschilo
ed il Ratto di Proserpina di Claudiano, Adriano Politi Cornelio Tacito e altri
sei accademici degli Intronati i sei primi libri dell'Eneide di Virgilio (103).
Non crediamo andar troppo in là supponendo che il Ripa abbia preso dalla
cerchia degli accademici una parte rilevante della letteratura usata nell'Ico
nologia. Una volta anzi il Ripa stesso fa osservare di aver adoperato la tra
duzione di un accademico degli Occulti di Brescia (104); in una descrizione
degli elementi il Ripa cita per l'appunto : « Empedocle Filosofo in Diogene
Laertio», ed aggiunge: «le sue parole furono volgarizzate da Salvaggio,
Accademico occulto ».
Accanto alle sfere di interessi già indicate, gli accademici si dedicarono
innanzi tutto alla poesia. Sonetti, epigrammi, opere teatrali, rappresentazioni
di mascherate, sono usciti numerosi dalle Accademie; fra gli altri Gismondo
Santi, Accademico dei Filomati di Siena or ora nominato, pubblicò nel 1608
una raccolta di « Sonetti di diversi Accademici Senesi ». I lavori teatrali degli
accademici degli Intronati vennero riuniti dallo Cléder, fin dove gli fu pos
sibile. Su questo punto richiamerò soltanto l'opera in due volumi « Delle Co

(102) Quest'opera fu data alle stampe e rilegata con « Delle Commedie degl'Acca
demici Intronati», Siena, 1611, Vol. II.
(103) Cfr. gli altri Angelo Abate Calogera, Nuova Raccòlta d'Opuscoli scientifici
e filologici, Tom. terzo, Venetia 1757, pag. 12. Inoltre Cod. Y. 120 della Biblioteca Co
munale di Siena. « Della Filza 13 » sotto: « Degli Accademici Intronati Senesi che com
posero e pubblicarono per le stampe alcune operette disposti alfabeticamente con postille
ed aggiunte di mano del Gigli ».
(104) L'Accademia degli Occulti aveva la sua sede a Brescia. Vedi a questo pro
posito Gio. Ferro op. cit. Cfr. qui l'Indice alfabetico delle Accademie d'Italia, e Cléder,
op. cit., pag. xviii.

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA 291

medie degl'Accademici Intronati» edita a Siena nel 1611. Le commedie


uscite dai Filomati sono in parte ricordate dal Maylender (105).
Una parte importante ebbero gli accademici del secolo XVI nelle Feste.
Intorno alla metà del XVI secolo si costumò presso gli Intronati di Siena di
recitare nel loro teatro le commedie scritte dagli stessi accademici ; così fecero
p. es. rappresentare, per onorare il nuovo rettore Alessandro Piccolomini, il
suo lavoro « Ortensio » (106). Fino al secolo XIX gli Intronati dirigevano une
dei maggiori teatri di Siena, e solo nel 1802 venne tramutato il nome di
«Teatro degli Intronati» in quello di «Teatro dei Rinnovati». Il secondo
grande teatro di Siena, quello dell'Accademia dei Rozzi, che gareggiava nel
secolo XVI con quello degli Intronati, porta ancora oggi il suo vecchio
nome (106). È noto come l'Accademia dei Rozzi venisse chiamata ogni anno
da Siena a Roma sotto il pontificato di Leone X per organizzare ludi carna
scialeschi negli appartamenti papali (106). Per le celebri nozze di Ferdinando
De Medici con Cristina di Lorena fornì l'accademico degli Intronati, Giro
lamo Bargagli, la sua commedia « La Pellegrina » e l'accademico G. R. De
Rossi ci lasciò una descrizione di questa commedia e dei suoi intermezzi (107).
Inoltre gli accademici Intronati diressero le feste che furono organizzate in
occasione dell' « Esaltazione al Soglio Cesario della Sacra Real Maestà » di
Francesco di Lorena, Granduca di Toscana (108).
L'Accademia degli Olimpici a Vicenza, che venne fondata dal Palladio
e da altri verso il 1555, aveva fatto costruire colà il famoso teatro Olim
pico (109), che, com'è noto, fu cominciato ancora coi progetti del Palladio
e terminato poi dallo Scamozzi. In questo teatro l'Intronato Antonio Ricco
buono nel Carnevale del 1585 aveva visto una rappresentazione dell'Edipo di
Sofocle, allestita a spese degli accademici Olimpici (no).
In una lettera di uno sconosciuto di Siena del 16 marzo 1603 (in) vien
descritta una festa carnescialesca che venne diretta dall'Accademia dei Filo

(ios) Maylander, Storia della Accademia d'Italia, Bologna 1927. Vol. II, pag. 433.
(106) Cfr. « Sien^ e il suo Territorio», Siena 1862, pag. 445-6.
(107) Cfr. fra l'altro Pietro Gori, Firenze Magnifica, Firenze 1930, pag. 173.
(108) Il cod. Y. I. 20 della Biblioteca Comunale di Siena contiene una copia di un conto
delle edizioni degli Intronati in occasione di tali preparativi.
(109) Cléder, op. cit., pag. xviii.
(no) Cod. C. II. 25 della Bibl. Com. di Siena pag. 7r. Lettera di Antonio Ricco
buòno datata da Padova 14 marzo 1585 diretta a Belisario Bulgarini a Siena:
« ... Di nuovo habbiamo havuto questo Carnevale la recitazione dell'Edipo Tiranno
di Sofocle fatta in Vicenza à spese de Sri Accademici Olimpici, con un superbissimo Thea
tro, opra veramente degna del Palladio, loro compatriota. L'hò veduto con mio gran pia
cere quantunque non habbi potuto corrispondere alla mag.za de gli antichi, e si tanto se ne
dilettammo ».

(in) Questa lettera datata da Siena 16 marzo 1603, trovasi nel Cod. VI. 21 della
Bibl. Comunale di Siena al foglio 158; fu stampato a Siena nell'anno 1618 presso il Fio
rimi. (Da: Ilari, Catalogo detta Biblioteca di Siena. Tom. VI, pag. 160).

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292 ERNA MANDOWSKY

mati. Nella sala delle feste c'erano parecchie statue, tra le qual
« la quale à somiglianza di quando per onorar Licurgo entrò arm
havendo deposti tutti gli abiti suoi lascivi, e tutti i suoi ornam
piedi, appariva vestita in abito grave d'onesta Matrona, con un
nistra mano, e con la penna nella destra, significando, che in
dimostrava il piacer tra' Filomati, con questo motto nella base
Sic apud Philomathes Venus. Ed era posta in mezzo tra
la Sobrietà, e la Letitia in bella e gratiosa maniera scolpita >. Il modo di t
sformazione allegorica della Venere nel « Piacere » è apparentato strettamen
con una parte delle allegorie del Ripa. Degna di nota è l'osservazione p
ticolarmente accentuata dai Filomati, che la Venere sunnominata avesse r
cevuto un particolare senso determinato nella rappresentazione della loro
Accademia. Per questa festa furono anche utilizzati emblemi; fra gli altr
viene descritto un fanciullo, « d'aspetto ardito, il qual mostrava animosa
mente di haver pigliato à tosare un Leone: haveva questo emblema pe
iscrittione col tal sentenza : Ardimento Periculoso», — (qui se
gue un verso che caratterizza il senso dell'emblema).
Indubbiamente gli accademici hanno potuto primeggiare nelle Feste
aiutati così generosamente dal favore dei principi. Alcuni dei principi erano
loro stessi membri delle Accademie. I Medici, Francesco I e Cosimo II sono
per esempio, come accademici Intronati, elencati nel già sovente citato Cod.
Y. I. 7. Noi saremmo dell'opinione che appunto stretti rapporti Francesco I
de Medici possa aver avuto coll'Accademia degli Intronati, e possano aver
dato al Ripa l'occasione di occuparsi tanto delle festività per le nozze di
questo principe.
In numero abbastanza considerevole ci sono conservate in stampa le
orazioni degli accademici; in queste vennero trattate inanzitutto i fini delle
Accademie (112). Inoltre appartiene agli statuti delle singole Accademie
che, alla morte di uno dei membri, sia tenuto un discorso funebre da un dotto
del suo circolo (113). (Così tenne per es. Benedetto Varchi un'orazione in
morte di Pietro Bembo ecc. ecc.).
Se gettiamo uno sguardo ancora sulle sfere degli interessi degli accade
mici, potremo dire che molte forme simboliche usate dal Ripa, come l'em
blema, l'impresa, il geroglifico, le figurazioni delle Feste furono rielaborate
nella cerchia delle Accademie umanistiche d'Italia. Se si può documentare
l'appartenenza del Ripa ad un'Accademia, allora tutta la sua opera va con
siderata come germogliata e cresciuta in questo ambiente. È ormai stabilito
con sicurezza che il Ripa sia stato membro di un'Accademia a Siena. Era

(112) Cfr. per esempio Scipione Bargagli, Oratione in lode dell' Accademia degli
Intronati. Rilegato con « La descrittione del nuovo Riaprimento dell'Accademia Intronata »
é «Delle Commedie degl'Accademici Intronati». Siena, 1611, 2* Parte, ecc. ecc.
(113) Questa regola esisteva, per esempio, nell'Accademia della Crusca a Firenze. Cfr.
a questo proposito: Maylander, op. cit., Vol. II, pag. 129.

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA *93

inoltre in rapporti più o meno stretti con altre Accademie. Mo


iscambievoli, amichevoli rapporti fra loro e non era raro che un
fosse membro di parecchie Accademie, come per es. Annibale C
Nell'edizione dell'Iconologia del 1593 anche Fulvio Mariot
dedicato un sonetto al Ripa; da questo studioso verremo condot
demia degli Insensati di Perugia, della quale fu membro il Mario
opere di questo dotto merita di essere rilevata, innanzi tutto, un
esauriente della Biblioteca di Prospero Podiani (96). Interess
espressioni del Mariotelli sulla pubblicazione degli scritti degli
In un discorso rivolto agli accademici Insensati di Perugia, si sc
mente contro le pubblicazioni di lavori usciti da detta Accadem
solo dalle poesie in lode al Ripa si può dedurre uno stretto rapp
ed il Mariotelli, ma anche dal fatto che il Ripa manda all'editor
farle includere nella nuova edizione dell'Iconologia, fra altre fi
anche due allegorie di Fulvio Mariotelli « Teoria » e « Prattica »,
stampò poi anche nella III parte dell'Iconologia nell'edizione del
a ciò il Ripa accenna, nella descrizione del « Disegno » nell'edizio
nologia del 1618, con parole di lode, allo scritto di Fulvio Mario
stasi », opera che egli deve aver visto ancora nel manoscritto, poi
sarebbe uscita alle stampe solo pochi giorni dopo (115). Inoltre
lizza una quartina di Filippo Alberti del circolo degli Insensati, d
Lo Stracco (116), per la descrizione del suo Crepuscolo della Sera
molte descrizioni a lui note dell'allegoria de « la Corte » sceglie
Perugino Cesare Caporali, dell'Insensato Lo Stemperato (116),
finisce « huomo di bellissimo ingegno di lettere e di valore ». La
Ripa fa degli Insensati va al di là di una considerazione occa
singoli membri. La descrizione dell'allegoria Poesia ha offerto l
al Ripa di mostrare il significato delle Accademie per la lettera
tempo e di soffermarsi con particolare accento sull'Accademia deg
dalla quale sarebbero precisamente usciti alcuni dei più notevoli p
Crediamo quindi di poter asserire che esistessero dei rapporti f
gli Insensati. Questa supposizione viene corroborata dal fatto che
un lato, era accademico, dall'altro perugino, e, come tale, può a
qualche interesse per le Accademie della sua città natale. Non

(i 14) Annibale Caro apparteneva all'Accademia Vignajuoli e a quella della V


Cléder, op. cit., pag. xxvi.
(115) Ripa, Iconologia, Padua 1618 pag. 143 : « Disegno ». « Molte più
trebbono dire, ma per tener la solita brevità questo basti, e chi vorrà veder
leggere il libro intitolato l'Estasi del Sig. Fulvio Mariotelli, che sarà di giorn
alle stampe, opera veramente di grandissima consideratione ».
(116) Fulvio Mariotelli, Invettiva recitata agli Accademici Insensat
IS97- Nell'indice degli Accademici degli Insensati vengono pure elencati,
lippo Alberti, Lo Straco insensato, e Cesare Caporali, Lo Stemper

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294 ERNA MANDOWSKY

tracciare di quale specie siano state queste relazioni e se il Ri


tenuto agli Insensati come membro effettivo.
Abbiamo già cercato molte volte di caratterizzare il Ripa
Vedemmo come le Accademie avessero fornito alle sue allegori
gurativo, come imprese, geroglifici ecc. ecc. Sono forse uscit
ambiente anche figurazioni corrispondenti così perfettamen
un'allegoria del Ripa, da poter essere trasportate senza cambi
nell'Iconologia? L'intera figurazione della « Vana Gloria » dell
1618 dell'Iconologia — come lo dimostra la didascalica — è op
demico Filopono, l'Intrepido. Possiamo stabilire il vero nome
demico. Il Canonico Censore Gio. Batt. Castelli portava il nom
di Intrepido (117). Nel circolo dei Filomati a Faenza si trovav
del Ripa, Gio. Zarattino Castellino (118), il quale intraprese d
del Ripa nuove edizioni dell'Iconologia arricchendola di numero
Anche il secondo grande collaboratore dell'Iconologia, dunque
tenuto ad un'Accademia umanistica.

Successe non di rado che allegorie di accademici siano passate tali e


quali nell'opera del Ripa. L'accademico dei Pellegrini (119), Antonio Fran
cesco Doni, è autore di uno scritto « Pitture » che dedicò agli accademici
degli «Eterei» di Padova (120). In quest'opera descrive una serie di alle
gorie che, in parte, coincidono esattamente con le corrispondenti dell'Icono
logia. In cinque casi il Ripa cita il Doni, in realtà però fa uso degli scritti
del Doni ben più sovente (121). In questo punto tratteremo brevemente de

(117) Vi furono in Italia ben tre Accademie dei Filoponi aventi le loro sedi rispet
tivamente a Faenza, Pistoja e Venezia; ma soltanto quella di Faenza ci ha trasmesso i
nome L'Intrepido di uno dei suoi membri. Questo Intrepido si chiamava col suo vero nome
Gio. Batt. Castelli. Cfr. a questo proposito Maylender, (op. cit.), Vol. II, pag. 448.
(118) Cfr. Maylender (op. cit.), Vol. II, pag. 450.
(119) L'Accademia dei Pellegrini aveva la sua sede a Venezia. Cfr. ClÉder, op. cit.
(120) Antonio Francesco Doni, Accademico Pelegrino, Pitture, nelle quali si mostra
di nuova inventione : Amore, Fortuna, Tempo, Castità, Religione. Divise in due trat
tati. Consacrati a gli Illustrissimi Signori i Sig. Accademici Eterei. Padua, 1564.
(121) Nell'edizione 1603 di Roma della sua Iconologia cita il Ripa « il Doni » nella
descrizione delle seguenti figure :
pag. 169 Fortuna, pag. 101 Magnanimità, pag. 394 Perseveranza, pag. 409 Po
vertà e pag. 465 Sonno.
Oltre alle già mentovate figurazioni prese ancora il Ripa dalle pitture del Doni quanto
segue :
(Le abbreviazioni significano: Bontà 1 ecc. = la prima allegoria della Bontà. —
Descrizioni dell'Iconologia ecc. ecc.; R. 1603 = Ripa, Iconologia, Roma, 1603; D. 1564
= Doni, Pitture, Padua, 1564).

A Bontà I R. 1603 p. 45 paragona D. 1564 p. 6v.


» Castità I » » » 66 » » » » 26r-26v.
» Cortesia I » » » 95 » » » » 8r.

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA 295

l'allegoria del Ripa «La Morto, presa dal Doni, come esempio
l'attività di compilatore del Ripa. Questi comincia la descrizi
figurazione con le parole : « Camillo da Ferrara pittore intelligen
la morte... », di modo che si potrebbe aver l'impressione che il R
visto la rappresentazione stessa dipinta da Camillo da Ferrara (ci
Filippi) (122). Questa citazione però riguardante Camillo da Fe
chiama veramente alla descrizione della « Morte » del Doni (1
lente huomo di M. Camillo da Ferrara pittore intelligente dipinse.
assai significativo che, tanto la « Pittura » del Doni, quanto la d
della Mascherata del Baldini siano già nate nel sessanta del secolo
esempio ci mostra che fra il Doni e la cerchia del Vasari, esiston
contatto e come le figurazioni di un accademico influenzano le altre A
Come fonte di una rappresentazione della religione, il Doni acce
fino a 31 r) la Religione Christiana in S. Giorgio a Roma del Vas
cui invenzione, secondo la testimonianza del Doni, risale all'accademico In
tronato Paolo Giovio.
Sarebbe assolutamente incomprensibile che il Ripa non avesse ricordato
con qualche parola le Accademie dalle quali ricevette tanti impulsi. Di fatto
il Ripa in più luoghi ricorda le Accademie italiane. Abbiamo già riferito
quanto egli dice degli Insensati. Alla figurazione « Toscana » pone un libro
in mano, il quale significa « che questa nobilissima provincia è molto feconda

A Fortuna infelice 5 R. 1603 p. 170 paragona D. 1564 p. 7V.


» Giuditio I » » » 185-6 » » » » 6v.
» Honesta I » » » 202 » » » » 8r.

» Iniquità I » » » 234 » » » » 7V.


» Leggierezza I » » » 290 » » » » 7r.
» Morte 2 » » » 339-302 » » » » 58 V-59r.
» Morte 3 » » » 340 » » » » 63 r.
» Nobiltà I » » » 359 » » » » 8r.
» Otio 4 » » » 374-5 • » » » » 7r
» Religione 5 » » » 432 » » » » 30v-3ir.
» Realtà I » » » 429 » » » » 7V.
» Sollecitudine 3 » » » 460 » » » » 7r.
» Sonno I » » » 464 » > » » 44r-44v.
» Stabilità » » » 473 » » » » 7v.
» Tempo » » » 482 » » » » 21 v.
(122) Cfr. Girolamo Baruffaldi, Vit
1844, Vol. I, pag. 437.
(123) Anche Orazio Toscanella aveva descritto nelle sue « Bellezze del Furioso di
M. Lodovico Ariosto», Venetia, 1574, pag. 188, la «Morte» di Camillo da Ferrara.
Girolamo Baruffaldi ha richiamato l'attenzione sul rapporto esistente fra la descrizione
della « Morte » nel Toscanella e quella nel Ripa (op. cit., Vol. I, pag. 437). Avendo però
il Ripa preso quasi tutte le allegorie delle. Pitture del Doni, così dieve aver dedotto pure
a Morte di Camillo da Ferrara dall'opera del Doni.

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296 ERNA MANDOWSKY

d'huomini letterati, ed in tutte le scienze, tenendo ella sola ap


Studij, cioè di Perugia di Siena e di Pisa». Nell'Iconologia e
nel 1613 appare l'Accademia stessa come allegoria; i suoi attr
molto ampliamente documentati mediante citazioni di autor
questa delucidazione segue una narrazione abbastanza appr
storia delle Accademie, che, già prima del Ripa, era stata com
consimile da parecchi accademici (124).
Rimarrebbe ancora la possibilità di studiare l'ambiente de
verso molte altre personalità. Dapprima vogliamo spendere a
parola sugli autori, dei quali non ci siamo ancora occupati, che
al Ripa sonetti ed epigrammi. Non siamo fin qui in caso di s
siano state le specie di relazioni fra il Ripa, Ottavio Capoc
Lauro e Marc'Antonio Baldi. Cristoforo Lauro, un Cavaliere di S. Giovanni,
fu autore di molte opere letterarie: le « Fabulae Etruscae », un « Libellus de
D. Julia Carthageniensi », parecchie poesie encomiative, un «Volumen Li
terarum » ed una tragedia (125). Anche Marc'Antonio Baldi spiegò attività
letteraria. Egli si occupò di Vitruvio, descrisse una commedia rappresentata
ad Urbino nel 1628, compose un sonetto su Federico Federici (126), e riunì
in volume cento metafore (127) e così via.
Il Ripa esalta Pietro Maillardi come eccellente matematico (128). Egli
scrisse un gran numero di epigrammi, una parte pubblicata in un'opera in due
volumi edita a Torino nel 1576. Molte poesie di questa raccolta, il Maillardi
le dedicò all'Accademia Casalense di Torino (129). Nella spiegazione delle
sue allegorie Carità e Prudenza, il Ripa si riferisce fra l'altro, anche a due

(124) Per esempio in Scipione Bargagli, Delle lodi dell' Accademie, Firenze 1569.
(125) Cfr. Jocher, Gelehrtenlexicon, 1751, pag. 2317.
(126) Questo sonetto trovasi in una delle prime pagine del Discorso sopra li Dei
de' Gentili e loro imprese, di Jacopo Zucchi (Roma, 1602). Il Discorso di Jacopo Zucchi
venne ristampato da Fritz Saxl, Antike Gòtter in der Spàtrenaissance, Leipzig, 1927.
(127) Nel Ms. della Bibliotecá Vittorio Emanuele a Roma: « Ms. gesuitici», in un
« Catalogo dei Baldi » sono riunite le seguenti opere di Marc-Antonio Baldi :
Samilli impares Vitruviani. Aug. Vind. 1612.
De Verborum Vitruvianorum significatione et de vita eiusdem. Aug. Vind. 1612.
La Difesa di Procopio contro le Calunnie di Flavio Biondo, con alcune considera
zioni intorno al luogo, ove seguì la Giornata tra Iatila, ed Sarsete. Urbino 1627.
Racconto del Prologo, Commedia, rappresentata in Urbino l'anno 1628, Urbino, 1628.
Cento Apologhi.
(128) Ripa, Iconologia, Roma 1593 (per la descrizione della « Matematica»).
(129) Petri Maillardi Santonis. Efigrammatum Libri Duo. Torino 1576,
2 voi. Oltre a questa raccolta di epigrammi ci sono ancora note alcune poesie di Pietro
Maillardi, fra l'altre:
Sacrae meditationes carmen. Romae, 1591.
Carmen in hortis Ferdinandi Medicis -Ms a Roma nella Bibl. Vaticana Sign.
«Chigi», J. IV. 112. 25. pag. 458.

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA 297

sonetti del fiorentino Giovanni Buondelmonte, che, a sua vol


inviato un epigramma. Giovanni Buondelmonte aveva accompa
Sassetti in un viaggio in India; egli descrive dettagliatamente
ture di questo viaggio in una lettera a Francesco Valori (130).
composto una serie di poesie toscane (131). Ripa sceglie fr
Gismondo Santi una descrizione della « Detrattione >, colla qua
la propria, relativa alla medesima figurazione nell'edizione de
suo commento all' « Ambitione » riporta dei versi di Taddeo
Indubbiamente la cerchia del Ripa non si limita solo ai lett
trattati. Bisognerebbe seguire più intimamente gli autori suoi c
che il Ripa nomina, per iscoprire altri personaggi del suo circ
della nostra ricerca dobbiamo accontentarci per ora dei dotti g
Soltanto crediamo di non poter passar sotto silenzio in questo
colo chiuso vicinissimo al Ripa: la grande personalità del C
Maria Salviati, il suo ambiente, ed i suoi successori non posso
agito sul Ripa.

VI.

IL RIPA NELLA CERCHIA

DEL CARDINAL ANTONIO MARIA SALVIATI

E DEI SUOI SUCCESSORI.

Il fiorentino Antonio Maria Salviati (nato il 21 Genna


dedicato nella sua gioventù alle scienze e si era occupato part
giurisprudenza. Nel 1561 il papa Pio IV lo nominò vescovo d
rientrato che fu dal Concilio di Trento, egli rinunciò a que
1572 al 1578 Antonio Maria Salviati fu inviato come nunzio
volte presso la corte del re di Francia. Nel 1583 Gregorio X
Cardinale Diacono di Santa Maria in Aquiro. Poco dopo fu a
Bologna, e più tardi Innocenzo IXo lo creò Prefetto di tutti
Curia romana (132).
Queste poche date bastino a delineare la vita di Anton M

(130) Lettere di Filippo Sassetti, Firenze, 1855, pag. 252-256. Ve


delmonti a pag. 557.
(131) Cfr. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, Brescia 1753-1
monti (Giovanni) Fiorentino ha Rime mss. nel Codice 1019 num. IV di
ch'esistevano in Firenze nella Libreria Gaddi fra' Codici passati i'a
breria Laurenziana ».

(132) Queste notizie furono prese dalle opere seguenti: Moroni, Dizionario Stor
Ecclesiast. 61. 62. pag. 10 ss.; Pastor, Geschichte der Papié, Band IX e Nuova Enc
clopedia Italiana, Vol. XIX, pag. 1147-1148.

La Bibliofilia, anno XLI, dispensa 7»-8» 38

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298 ERNA MANDOWSKY

nei suoi tratti essenziali. Il palazzo Salviati a Roma, nel quale i


passò gran parte della sua vita, sorgeva al Corso (133). In ques
pure aver vissuto parecchi anni il Ripa. Chi vuole immaginarsi
vita di corte, simile a quella che si svolgeva a palazzo Salviati,
gettare uno sguardo sulla « Corte » del Ripa, descrizione che è
l'esperienza personale fatta dal Ripa presso il Cardinal Salv
notevoli-personaggi si ritrovavano in casa del Cardinale, ecclesi
dani, dotti ed artisti. Il Ripa ebbe rapporti personali con i più
questi. Così egli fece probabilmente, grazie al Cardinal Ant
viati, la conoscenza del Cardinal Maffeo Barberini, futuro papa
presso il quale vide i « Documenti d'Amore» di Francesco Barbe
una notizia del Ripa stesso, gli era tanto piaciuto nell'opera del
raffigurazione dell' « Eternità » che la copiò e la passò nella su
Inoltre dal modo come il Ripa ha caratterizzato Isidoro Rubert
del Cardinal Salviati, si dovrebbe dedurre che egli abbia conos
nalmente anche questi (134). Il Ripa prese l'impresa del R
figurazione della « Carità ».
Taddeo Donnola, ai di cui rapporti col Ripa accennammo già
una volta, deve essersi incontrato spesso con lui. Infatti la cir
Taddeo Donnola abbia scritto due poesie in morte di Anton
viati (135), fa supporre che siano esistiti stretti rapporti tra i
lui. Un secondo argomento ci viene fornito da posteriori num
scambiati tra il Marchese Lorenzo Salviati e Taddeo Donnola da
1602 all'i 1 marzo 1606, dai quali risulta che il Donnola, come
Ruota», servì anche il Marchese Lorenzo Salviati (136). In ca

(133) Cfr- a questo proposito: Narratione deUa Morte e Solenni Es


Cardinale Antonio Maria Salviati. Publicata da Paolo Arnolfini, Roma,
« Poscia dato ordine à portar l'istesso corpo » le spoglie del Card. Ant.
« per sepelirsi, alla Chiesa dal San Jacomo del medesimo Cardinale fabrica
Flaminia detta in Augusta, overo degl'Incurabili, cominciorono ad avviarsi le Croci;
innanzi gli Orfani, poi le Confraternite, e le Religioni, che poche restarono in Roma che
non vi andassera drizzando dinnanzi al Palazzo Salviato, nella via Lata, oggi chiamata
del Corso, che congiunge con l'antica Flaminia ».
(134) Cfr. Ripa, Iconologia, Roma 1603, pag. 65, Descrizione della «Carità».
(135) Entrambi queste poesie sono copiate nel Cod. Vat. Lat. 7085 da pag. 176a
a pag. 176b; e stampate sotto il titolo: Poemata varia de funeris Templi parietibus affixa,
e Funebris pompa vulgari sermone descriptio, come appendice a: Pompeji Ugonii, in
Funere.... Card. A. M. Salviati Oratio ad Sacrum Senatum; Romae, 1603, pag. 50.
(136) Pisa, Archivio Salviati, Scheda 6, Parte 2, Filza 12, N. 13.
Doc. 27 - Conti del 20 aprile 1602, 26 aprile 1602, 9 maggio 1602, 22 giugno
1602, s luglio 1602.
Doc. ¿ç - Conti del 8 maggio 1602, 29 maggio 1602, 30 maggio 1602, 30 maggio
1602, 22 giugno 1602, 5 luglio 1602.
Doc. 32 - Conti del 9 giugno 1603, 25 giugno 1603.
Doc. 33 - Conti del 13 agosto 1603 ed altri.

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA 299

Marchese Lorenzo Salviati, debbono essersi incontrati spesso


il Ripa.
Possiamo enumerare altri dotti ancora che si riunivano intorno al Cardi
nale Salviati. Durante tutta la sua vita Antonio Maria Salviati protesse ed
incoraggiò lo sviluppo delle scienze. Monumento del suo mecenatismo è il
collegio da lui fondato a Roma e che porta il suo nome. Il Collegio Salviati
trovasi accanto alla chiesa di Santa Maria in Acquiro, incorporato all'orfa
natrofio, che era sotto la protezione del Cardinale. In questo collegio faceva
istruire a sue spese gli orfani che dimostravano maggiore attitudine allo
studio (137).
Queste sue cure non mancarono d'acquistargli segni di riconoscenza.
Alle esequie di Antonio Maria Salviati nel 1602 si ritrovarono molti antichi
allievi del collegio ed altri dotti, per portare ognuno il loro contributo con
versi latini, elegie, odi, epigrammi ecc. ecc. al paramento della chiesa di San
Jacomo degli Incurabili dove il Cardinale venne sepolto. Molti nomi di questi
umanisti ci sono conservati dalla stampa con i loro versi (138); a parecchi

Inoltre Scheda 7, Parte 2, Filza 12, N. 13:


Conti del 4 marzo 1605, 16 aprile 1605; 18 aprile 1605, 13 maggio 1605, 19 mag
gio 1605, 20 giugno 1605, 9 febbraio 1606, 11 marzo 1606 ed altri.
A completare le caratteristiche del Donnola aggiungeremo che egli fu Accademico
Orvietus (V. Jôcher, Gelehrtetñexicon, 1751) e rivestì a Roma la carica di Protonotaro
(Cfr. Ludovico Jacobillo, Biblioteca Umbriae, Fulgiviae, 1658, pag. 256).
Delle opere del Taddeo ci sono pervenute le seguenti :
De loco martirii S. Felicis Episc. et Mart. Hispellatis. Venetiis, 1620.
Commentarii de Hispelli antiquitate.
De Patria Propertii Poetae. Fulgiviae 1629.
Oltre alle due poesie citate nel testo in onore di A. M. Salviati, due altri sonetti in
onore di Urbano Vili nel Cod. Barb. Lat. 2079 fol. 106 e 371.
(137) Vedi Narratione della Morte.... del Card. A. M. Salviati, op. cit., pag. 53:
« Vidistis in vetere Martis Campo, eiusdem » (Card. A. M. Salviati) « Virginis templum
ad Equina, cui ab Anastasio Quarto Pontífice conditore, cum per annos septigentos nullus
manum admoxisset, ruina próxima impendebat; Hoc Antonius Maria, quod antiquissimo
sibi titulo traditum meminisset, reficere a fundamento axorsus etsi morte intercedente
absolvere non potuit per Clarissimum tamen, et opum et operum suorum heredem urget
post mortem, atq. absolvit futurumq. profecto est, ut utriusq. nominis memoria sempi
terna, simul cum tempio ilio consecretur. Huic Tempio domicilium coniunctum est Orpha
norum, cuius in parte Vir in bones artes etiam magnifiais et liberalis, Collegium con
stitué de nomine familiae nuncupatum, in quod selecta e promiscuo numero loci illius
puerorum feliciore ingenia, ne pereant, Latinis Grecisq.... litteris eruduit ».
Cfr. inoltre Bonanni, Verzeichnis der Geistlichen und Weltlichen Ritterorden,
Niirnberg 1728, pag. 67, No. XLIX.
Pochi altri documenti trovansi ancor oggi a Roma nell'« Archivio degli Orfanelli,
a S. Maria in Acquiro », Via della Giulia No. 69 A. Tra questi nel catalogo manoscritto
di tale archivio è segnata una lista dei membri del Collegio Salviati dal 1591 al 1593.
(Purtroppo non ci fu possibile prendere visione di tale lista).
(138) Cfr. Narratione della Morte... del Card. Salviati, I. i., pag. 87 ss.

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3'oo ERNA MANDOWSKY

nomi venne aggiunto espressamente la designazione « Alum


viati». Tra questi sono pure rappresentati due autori pei
mostrò speciale interesse nella sua opera: Taddeo Donnola, ai
col Cardinale accennammo or ora, e Domenico Ancaino, la d
dell'« Abbondanza » venne, accolta dal Ripa nell'Iconologia.
Il compito di preparare la decorazione per le esequie di
Salviati era stato affidato dal Marchese Lorenzo Salviati all'ar
Breccioli (139). Paolo Arnolfini pubblicò un'esatta descri
rato Funerale» (133). L'interno della chiesa di San Jacomo d
era tappezzato con drappi neri dai quali pendevano i già men
imprese e stemmi. Oltre a ciò la chiesa era decorata da num
goriche dipinte, che dovevano rappresentare in modo visib
Cardinale. La forma in cui queste allegorie si esprimono non è a
è la medesima comune costruzione allegorica in uso già ver
XVIo secolo ed in fine nell'Iconologia del Ripa. E cioè un
ornata di svariati attributi caratterizzanti ognuno una vir
Come fonti dalle quali vennero presi gli attributi, servirono
sopratutto quelle di Aristotele ed in oltre quelle di Esiodo,
fonte, Orazio ecc. ; vennero ancora consultate la scienza dei
maggior rappresentante di tale dottrina Orapollo; si studia
le medaglie antiche nel loro contenuto allegorico; e si adop
tutte queste figurazioni per comporre il nuovo sistema di vi
fonti classiche si investigarono pure con diligenza la Bibbi
Chiesa. In parecchi casi troviamo evidenti punti di contatto
razioni e quelle dell'Iconologia. La « Liberalità » del Ripa, n
1593 ed in altre, porta, fra gli altri attributi, due cornucop
di giojelli ed oro, l'altra di fiori e frutta. Confronta con q
lità » dell'Apparato Funerale > del Salviati : « Nel primo
Cappella à man dritta dell'Aitar grande era la Liberalità, D
mente vestita, il cui sedere significava ella essere virtù da
cernente grado di dignità. L'abito sontuoso dinovata copia di
à chi hà queste due cose, conviene principalmente, ed è con
esercitare opere di Liberalità. Haveva due Corni di dovitia, l
ciato da lei con il braccio destro versava gioje e monete d'oro
l'effetto di quella Virtù, la quale come Aristotele nella sua
risplende nel donare il denaro ò altre cose per lo presso di q
l'altro posava in terra dal lato manco, sopra il quale teneva l
et era pieno di bellissimi frutti, volendo inferire che la Lib

(139) Arnolfini, Narratione della Morte.... 1. c., pag. 6.


Il 6 giugno 1603 Filippo Braccioli fu pagato dàl Marchese Lore
il lavoro prestato all'« Apparato funerale». È conservata ancora
pagamento a Pisa nell'Archivio Salviati sotto: Scheda 6", Parte 2*,
Doc. 32.

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA ìot

si come insegna l'istesso Filosofo, che sola raccoglie il vero,


delle ricchezze, le quali con Avaritia noscondendosi, sterili
divengono: al che benissimo accennò Horatio, dicendo.... ».
Il Marchese Lorenzo Salviati, al di cui servizio entrò
morte del Cardinale fu governatore di Siena. Diventa as
supposizione che questo fatto avesse favorito al Ripa l'occa
in rapporto con una'accademia senese. Conosciamo però sol
indica un rapporto tra Lorenzo Salviati e le accademie sene
noti poeti dell'Accademia dei Filomati, Gismondo Santi, de
Salviati una raccolta di sonetti di diversi accademici senesi
autori trovasi Gismondo Santi stesso, poi Diomede Borghesi, For
ed altri accademici degli Intronati. Se e come poi il marche
sato personalmente alle accademie di Siena non lo sappiamo.
Il terzo personaggio della casa Salviati, al cui servizio
fu Filippo d'Averardo Salviati. Filippo d'Averardo (nato nel
nista, grande amico e protettore di Galileo Galilei, sotto la
a Padova filosofia e matematica (141). Nel 1613 si iscrisse
dei Lincei a Roma (142). Mori ancor giovane il 22 marz
lona (141). Relazioni letteraria tra il Ripa e lui non ci sono

Erwin Panofsky ed Emile Mâle riscoprirono l'importan


logia" aveva avuta per l'arte figurativa del XVII e XVIII sec
ci stimolarono a studiare più a fondo una raccolta tanto im
sultò che le allegorie dell'Iconologia provengono da molte e
di fonti; se poi esaminiamo quelle opere dell'arte figurativa
fluenzate, quanto al loro contenuto, dall'Iconologia, vediamo
verse forme di figurazione accolte nell'Iconologia, agirono su

(140) Il titolo esatto è come segue:


Sonetti di diversi Accademici
Sanesi, raccolti dal ... Signor
Gismondo Santi, e da lui
dedicati all' ... Signor Lorenzo
Salviati, Marchese di Giugliano, .
e Governatore di Siena. Siena;
Marchetti, 1608.
(141) Queste date biografiche furono dedotte dal Cod. Scheda 1* Filza 109-108 dell'Ar
chivio Salviati di Pisa, « Memoria relativa a Filippo di Averardo Salviati nato nel 1584,
e Scholare dell'immortale Galileo nelle Scienze Filosophiche e Mattematiche ». Il suo
testamento lo dettò ad un certo Girolamo da Ripa. Cod. Filza 60 No. 8 (anno 1614),
Pisá, Archivio Salviati, pag. 32 : « questo è il testamento del Sig. Filippo .del Sìg. Ave
rardo Salviati fatto da lui in questi scritti in ogni miglior modo; scritto da me Girolamo
da Ripa dettato di parola in parola di propria bocca del detto Sig. testatore nel modo,
che segue.... ».
(142) Dal Cod. Scheda 1" Filza 109, No. 8, pag. 1 Dell'Archivio Salviati di Pisa.

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302 ERNA MANDOWSKY

del XVII e XVIII seçolo. Si dette persino il caso che in una


d'arte, in un insieme dì figurazioni, si trovassero l'una accant
gorie provenienti da fontj di assai diversa specie.
Così per es. Luca Giordano nel soffitto della Badia di
sino (fig. 36) potè raffigurare la Pax prendendo a modello sop
tica medaglia, mentre per la Mansuetudine riprese un simbo
l'Elefante. La Benignità porta a Montecassino gli attributi all
tica dea Ops; l'Astinentia ha ereditato il motto dell'impres
del Ripa « Pauco vescor». Fra le sorelle mitologico-araldico-all
l'Innocenza che tiene in grembio uno dei più profondi sim
l'Agnello.
Rimarrebbe ancora la questione: predilessero gli artisti alcune deter
minate allegorie del Ripa? Un ausilio per rispondere a tale domanda ce lo
offre l'elenco che segue. Esso intende enumerare tutte le influenze, finora
note, dell'Iconologia. Naturalmente un tale indice non può essere completo
e ci rendiamo perfettamente conto che può facilmente venir di molto arric
chito. Esso vuol essere solo stimolo a nuove ricerche, piuttosto che soluzione;
esso sta a dimostrare, anche nella sua forma frammentaria, l'utilità e popo
larità dell'Iconologia.

L'AZIONE DELL'ICONOLOGIA SULL'ARTE FIGURATIVA.

Tentativo di catalogo.

Abondanza 1 ........ Ripa, 1603, p. 1


1) Gio. e Cherubino Alberti. Sala Clementina. V
1603.
2) Aniello Falcone. Capp. dei Principi Firrao in San Paolo Maggiore dei Tea
tini a Napoli. Intorno al 1640.
(Una donna seduta, tunica gialla e paludamento lilla e blù. Sul braccio
destro una cornucopia con frutta, nel sinistro delle spighe ; dietro al brac
cio destro un mazzo di spighe).
3) Charles Lebrun. Versailles. Sala degli specchi.
(Vedi Emile Mâle, L'Art Religieux après le Concile de Trente. Paris,
1932).
Alegrezza 1 Ripa, 1603, p. 10-11
Abraham Janssens (già Fabrizio Santafede) Qua
gnin a Parigi. Questo quadro mi fu assai gentilm
Panofsky.
Amicitia 1 ........ Ripa, 1603, p. 15-16
1) Acquaforte di Madame de Pompadour.
Cfr. Mâle, op. cit.).
-?) Falconet. Statua. Collezione del Barone Maurice
Cfr. Mâle, op. cit.).

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA 303

3) Intorno alle incisioni su rame della rivoluzione francese, cfr.


des Deux Mondes, 1. c., p. 391-2.
Amor di Virtù i . . . . . . . Ripa, 1603, p. 18-19
x) Annibale Carracci. Dresda. Falsamente designato come « G
Per questa interpretazione, cfr. Hans Tietze, Annibale C
im Palazzo Farnese und seine rômische Werkstàtte (in: J
Kaiserh. 1906-7, Bd. XXVI, p. 133, nota 4) che conobbe
spondenza col Ripa e che vorrebbe dare all'immagine la
« Amor di Virtù », appunto secondo il Ripa.
Amor verso Iddio 2 Ripa, 1603, p. 18
1) Louis de Boullogne Le Jeune. Cappella del pa
(Cfr. Mâle, op. cit.).
Anima Damnata 1 Ripa, 1603, p. 22-23
Anima Ragionevole e Beata 1 . . . . . Ripa, 1603, p. 21-22
Emile Mâle vuol far derivare i due busti del Bernini — Roma, Piazza
di Spagna — dal Ripa, ciò che non persuade affatto.
(I busti del Bernini sono riprodotti in : Max v. Boehn, Lorenzo Bernini,
Kiinstler Monographien, N.° 105, 1912, fig. 78 e 79).
Architettura 1 Ripa, 1603, p. 23-24
Carlo Maratta. «L'apoteosi di Raffaello». In
(Riproduzione in : Mitteil. d. Gesellsch. f. Verv
1919, N.° 2-3, p. 23, fig. 13).
Assiduità 1 Ripa, 1603, p. 28
Belisario Corenzio. Soffitto della sala
Martino a Napoli.
(Fotogr. Alinari N.° 33950).
Autorità ò Podestà 1 Ripa, 1603, p. 34-35
Charles Lebrun. Figura nel salone degli Ambascia
Versailles. Questo salone tanto celebre è oggi con
incisione.

(Cfr. Mâle, op. cit.).


8 Beatitudini i . . . . . . . Ripa, 1603, p. 36-40
1) Eustache Lesueur, Paris, Hotel Brissonet, Rue des Enfants-R
Mâle, op. cit.).
2) Desjardins, Paris, Cappella del Collegio delle quattro Nazio
lievi nella cupola. Il Guillet de Saint Georges ci lasciò una d
di questi bassorilievi, che ora non esistono più, nelle sue «
inédites». (Cfr. Mâle, op. cit.).
3) Bassorilievi nella Cappella Corsini in San Giovanni in Lateran
(In parte dal Ripa). (Vedi Mâle, op. cit.).
Benignità i . . . . . . . . . Ripa, 1603, p. 43-44
1) Gio. e Cherubino Alberti. Sala Clementina. Vaticano. Rom
1602.

2) Domenichino. Cupola di San Carlo ai Catenari a Roma


Mâle, op. cit.).

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ERNA MANDOWSKY

3) Aniello Falcone. Cappella dei Principi in San Paolo Magg


a Napoli. Intorno al 1640.
(Donna seduta, paludamento rosso, tiene le due mani al
destra fuoco su un alto piedistallo (ara?). Ai suoi piedi g
cane).
4) Nell'anno 1729 fu eretta in occasione della canonizzazione di San Nipomuco
una facciata posticcia davanti a San Giovanni in Laterano con una serie
di figure allegoriche, tra le quali trovasi pure la « Benignità ». (Vedi Mâle,
op. cit.).
Benignità 2 . . . . . . . . . Ripa, 1603, p. 75"8o
1) Luca Giordano, Badia di Montecassino. Cattedrale. Soffitto
(Fotogr. Alinari, Parte 2', N.° 12116).
Bontà 1 Ripa, 1603, p. 45
1) Scuola del Bernini. Una fig
Pietro a Roma. (Cfr. Mâle, op.
Carità i . . Ripa, 1603, p. 63
1) Michel Anguier. Chiesa di Val-d
Vergini » : Carità. Cfr. Mâle, op.
Carità 2 Ripa, 1603, p. 63-65
1) Gio. e Cherubino Alberti. Sala Clem
1602.

2) Gio. Batt. Tiepolo. «Glorificazione di S. Bernardo». Affresco del soffitto


della sacristía di S. Ambrogio a Milano.
(Riproduzione in: Sack, Tiepolo, Hamburg 1910, p. 57, fig. 42").
Carro di Marte 1 Ripa, 1603, p. 52-53
1) Versailles, Palazzo. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Carro di Mercurio 1 ...... Ripa, 1603, p. 50-51
1) Versailles, Palazzo. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Carro del Sole 1 . . . Ripa, 1603, p. 51-52
1) Versailles, Palazzo. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Castità i Ripa, 1603, p. 66
1) Figure nelle arcate del Coro di
Celerità i Ripa, 1603, p. 68
1) Gaspard Marsy. Statua nel gran
Mâle, op. cit.).
Clemenza 2 . . . . . . . . Ripa, 1603, p. 69
1) Gio. e Cherubino Alberti. Sala Clementina. Vati
nel 1602.

4 Comflessioni . . . . . . . Ripa, Baudoin


1) Figure nel parco di Versailles. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Concordia Maritale i . . . . . . . . Ripa, 1603, p. 80
x) Gio. Batt. Tiepolo. «La fedeltà e l'Amore ». Villa Biron. Vicenz
duzione in : Les Arts, N. 8, Sept. 1902, p. 5. Il cane della Fedelt
si trova pure in questa rappresentazione).
Confidenza 1 ... . Ripa, 1603, p. 82

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA 305

Charles Lebrun. Disegno per il trono di . Eustachio. (Cfr. Mâ


Consiglio i- . . . • . ■ . . . . •• . Ripa, 1603, p. 113
.1) Artus Quellinus della Sala vecchia del Consiglio dèi « Pal
dam. (Il rapporto che corre fra quest'opera ed il Ripa fu vis
volta dal Panofsky in: Herkules am Scheidewege. Lpz. 1
dove è data anche una riproduzione).
Contrizione 2. . . . . . . . \ . Ripa, 1603, p. 89-90
1) Belisario Corenzio. Sala del Capitolo della Certosa di San Mart
(Fotogr. Alinari N. 33950).
Constanza 3 . . . . . . . Ripa, 1603, p. 86
1) Sulla facciata della casa di Nicolò dell'Antella i
(Cfr. Mâle, op. cit.). •
2) Roma. San Sebastiano in Pallera (Cfr. Mâle, op
3) Incisione rappresentante le esequie dell'imperato
Mâle, op. cit.).
4) Gio. Batt. Tiepolo. «Soffitti allegorici». 1907
plica in affresco di proprietà di Mad. André-J
prodotto in: Sack, Tiepolo, Hamburg, 1910; p. 2
5) Charles Lebrun. Disegno per il trono di S. Eust
Crepuscolo iella Mattina 1 . . . . ' . Ripa, 1603, p. 95-96
1) Francesco Albani. Soffitto in* Palazzo Torlonia (già Palazzo Verospi) Roma.
(Cfr. Mâle, op. cit.).
2) Disegno. Anonimo italiano del secolo XVII in Palazzo Corsini, Roma, Ga
binetto delle Stampe, Vol. N. 157. G. I. « Disegni di Vari Autori », p. 105,
N° 124220.
(Questo disegno è intitolato «Crepuscolo della Notte». Questo titolo
risulta evidentemente da un errore, poiché la predetta rappresentazione
risale direttamente al « Crepuscolo della Mattina » del Ripa. Questo di
segno del Palazzo Corsini rappresenta una figura alata di giovanile aspetto
che vola; sopra il capo una stella; al lato sinistro della figura un uccello,
accanto al quale sta l'indicazione « Rondinella » (precisamente come nel
Ripa); nella destra porta una fiaccola accesa, nella sinistra un'anfora,
che lascia scorrere un liquido).
Cr e fus colo della Sera 1 . . . , . . . Ripa 1603, p. 97-98
1) Francesco Albani. Soffitto in Palazzo Torlonia (già Palazzo Verospi). Roma.
(Cfr.- Mâle, op. cit.).
2) Charles Lebrun. Chateau de Sceaux. Soffitto. Conservato solo in una inci
sione. (Cfr. Mâle, Revue des Deux Mondes. 1. c. p. 384).
Desiderio verso Iddio I . . . . . . . Ripa, 1603, p. 101
1) Belisario Corenzio. Figura del soffitto della Sala del Capitolo della Certosa
di San Martino a Napoli. (Fotogr. Alinari N.° 33950).
Digiuno 1 . . . . . . . . . Ripa, 1618, p. 591
1 Luca Giordano. Badia di Monte Cassino. Cattedrale. Soffitto. 1
Alinari Parte 2* N.° 12116).
Discordia i . . Ripa 1603, p. 104-106.
La Bibliofilia, anno XLI, dispensa 7» 8* 39

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306 ERNA MANDOWSKY

i) Charles Lebrun. Versailles. Sala degli specchi. (Cfr. Mâle,


Discretezza . . . . . . ... . . Ripa 1630
1) Luca Giordano. Badia di Monte Cassino. Catte
Alinari Parte 2* N.° 12116).
2) Intorno alle incisioni su rame colla rappres
al tempo della rivoluzione francese, cfr. Mâ
cit. 1. c., p. 391-2).
Dominio di se stesso i ...... Ripa, 1603, p. 103
1) Domenichino. Cupola di San Carlo ai Catinari a Roma
Mâle, op. cit.).
4 Elementi .......... Ripa Baudoin.
1) Figure del Parco di Versailles. (Cfr. M
Elemosina 1 . . . Ripa 1603, p. X20
1) Jacopo Serpotta. Statua per l'oratorio del
in San Francesco a Palermo. (Cfr. Mâle, o
ciclopedia Italiana, II, Tavola LXVI).
Equità 1 Ripa, 1603, p. 129
1) Gio. e Cherubino Alberti. Sala
nel 1602.

Errore 1 Ripa, 1603, p. 133


1) Gio. Batt. Tiepolo. « Il trionfo del
Trento (ora Valmarana) a Vicenz
(Riproduzione in Sack, Tiepolo
4 Età 1 . Ripa, 1603, p. 136-138
1) Charles Lebrun aveva dipinto per M
Mâle, Revue des Deux Mondes cit., 1.
2) Edmus Bouchardon, Disegno. (Cfr. M
Evento Buono i . - . . . . . Ripa, 1603, p. 142
1) Attribuito ad Annibale Carracci. Hampton Court Ga
Il Prof. Percy Simpson dà alla rappresentazione pr
« Sacrifice of Young Love » e si riferisce con questa
« Falsità d'Amore overo Inganno » del Ripa. Cfr. il C
Court, Glasgow, 1929, p. 22. Non riusciamo a trovare n
l'immagine del Carracci e la « Falsità d'Amore » de
essere una più esatta interpretazione « Chronos e
Fama Chiara 4 ...... Ripa, 1603, p. 143-144.
1) Charles Lebrun. Salone degli ambasciatori ne
Questo salone è conservato soltanto in incisione.
2) Statua all'ingresso delle Tuileries. Parigi. (Cfr
Fede Ripa, Ed. Pers. Amsterd. 1644
1) Jan Vermeer van Delft. Rappresentazione
Metropolitan Muséum, New-York; già Haa
(Intorno ai rapporti col Ripa, vedi: Eri
rie dans la Peinture Classique Hollandaise.
Vol. 70, 1928, I, p. 2-3, inoltre: Bulletin o

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA 307

of Art. The Michael Friedsam Collection. New-York, 193


P- 47)
Fede Cattolica 2 Ripa, 1603, p. 150-51
1) Figura d'altare. Santa Lucia in Selci. Rom
Fede Christiana 1 ....... Ripa, 1603, p. 149
1) Gio. e Cherubino Alberti. Sala Clementina. Vatic
nel 1602.
Fedeltà Ripa, 1603, p. 152-154
1) Charles Lebrun. Vaux-Le-Vicomte. P
(Cfr. Mâle, op. cit.).
2) Versailles. Sale degli Specchi. (Cfr
nel 1602.

3) Figura sul monumento sepolcrale <ìi Colbert in St. Eustache a Par


(Cfr. Mâle, op. cit.).
Felicità Pubblica 1 . . .... . Ripa, 1603, p. 154-155
1) La figura a sinistra di uno dei quadri attribuiti ad Annib
Hampton Court, rappresenta la «Felicità Pubblica». Il
Ripa lo ha ben riconosciuto il Prof. Percy Simpson. (C
proposito: Catalogue of Hampton Court, Glasgow 1929, p
2) Carlo Maratta. Soffitto in Palazzo Altieri a Roma.
(Riproduzione in Hermann Voss, Malerei des Barock
lin, 1924, p. 346.
Fiumi.

Danubio 1 Ripa, 1603, p. 160


1) Lorenzo Bernini. Una figura de
(Cfr. Mâle, op. cit.).
Nilo i Ripa, 1603, p. 160
1) Lorenzo Bernini. Una figur
(Cfr. Mâle, op. cit.).
Fortezza 1 . . Ripa, 1603, p. 166.
1) Gio. e Cherubino Alberti. Sala Clemen
2) Domenichino. Cupola di San Carlo a
Mâle, op cit.).
3) Scuola del Bernini, una figura al di sopra dell'arcata della navata cen
trale di San Pietro a Roma. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Fortezza d'Animo e del Corfo 5 . . . . . Ripa, 1603, p. 168-9
1) Michel Anguier, figura dell'arcata del Val-de-Grace a Parigi. (Cfr. Mâle
op. cit.).
2) Gerhard van Obstal. Scultura della facciata dell'Hotel Carnevalet. (Cfr.
Mâle, op. cit.).
Furor Poetico 6 . . . . . . . Ripa, 1603, p. 178-179
1) Nicolas Poussin. «L'Ispirazione del Poeta». Parigi, Louvre,
(Parzialmente secondo il Ripa). (Riproduzione in : Otto Grauto
Poussin. München, 1914, Vol. II ; N. 79, p. 133). Una copia di

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ERNA MANDOWSKY

dro. trovasi in possesso del Sig. Blondel, Parigi. (Riproduzion


op. cit., N°. 80, p. 134).
2) L. S. Adam. « La poesie lyrique ». Scultura in marmo. Pari
(Riproduzione in: Edmund Hildebrandt, E. M. Falconet.
1908, Tavola V. Questa scultura dell'Adam corrisponde es
descrizione che il Ripa dà del « Furor Poetico » ; perciò p
l'Adam sarebbe molto più appropriato il titolo di « Furo
ziché di « Poésie lyrique »).
Giustizia 4 Ripa, 1603, p. 188
1) Domenichino. Cupola di San Carlo
Mâle, op. cit.).
2) Luca Giordano. Badia di Montecassino.
• • Alinari; Parte 2*, N°. 12116).
3) Scuola del Bernini. Figura dell'arco d
a Roma. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Gloria de' Principi i . . ... . Ripa, 1603, p. 190-192
r) Gio. Batt. Tiepolo. «Il trionfo della Poesia ». Gloria con piram
fitto nella Sala da ballo del Palazzo I.abia a Venezia. 1757. (Ripro
ne in Sack, Tiepolo. Hamburg, 1910, p. 126, fig. 119).
2) Gio. Batt. Tiepolo. Soffitto nella grande Sala del Palazzo reale di
« Le parti della terra danno omaggio alla Spagna ». Terminato n
(Riproduzione in Sack, Tiepolo, Hamburg, 1910, p. 140, fig. 13
3) Versailles. Sala degli Specchi. (Cfr. Mâle, op. cit.).
4) Vassé e Rousseau. Vestibolo della Cappella del Palazzo di Versaille
Mâle, op. cit.).
Grammatica 2 . . .... . . . Ripa, 1603. p. 164
1) Sébastian Bourdon. Tavola 1663. Incisione. (Cfr. Mâ
Gratia Divina 1 . . . . . . . Ripa, 1603, p. 195
1) Gio. e Cherubino Alberti. Sala Clementina. Vaticano.
2) Aniello Falcone. Cappella dei Principi di Firraio in
dei Teatini a Napoli circa il 1640.
Donna seduta; paludamento rosso. Nella mano si
destra ramo, nel bràccio destro un libro; dalla destr
verso il calice. Motto: BIBITE ET INEBRIAMINL
Historia 1 . . . ... . . Ripa, 1603, p. 218
1) Nicolas Poussin. Schizzo per il frontespizio di un
produzione in : Grautoff, Nic. Poussin. Miinche
tav. 118). '
2) Eustache Lesueur. Frontispizio per una «Storia
op. cit.).
3) François Boucher. Sopraporte nel Salone Louis XV della Bibliothèque Na
tionale di Parigi, (Riproduzione in: Jean Babelon, Le Cabinet du roi,
Paris, 1927, Planche IV).
4) Daniel Grau. Affresco della volta della Hofbibliothek di Vienna. (Ripro
duzione in: Camillo List, Die Hofbibliothek in Wien, 1897; Tafel V.).

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA 309

.5) Anton Raffael Mengs, Soffitto della Camera dei Papiri. V


1772-1773. (Riproduzione in: Hermann Voss, Malerei d
Rom. Berlin, 1924, p. 423).
6) Placca incisa dorata. Frane. 1814. (Riconnettentesi alla fin
(Riproduzione in: Sammlung Lanna-versteigert Berlin Lep
talogtafel 60 nr. 792).
Honore 1 * Ripa 1603, p. 202
1) Belisario Corenziò. Sala del Capit
poli. (Fotogr. Alinari N\ 33950).
4 H or e del Giorno . Ripa-Baudoin
1) Figure del Parco di Versailles. (Cfr. Mâle,
H umiltà 4. . . . . . . . . Ripa, 1603, p. 214-216
1) Belisario. Corenzio. Sala del Capitolo della Certosa di San
poli. (Fotogr. Alinari, N° 33950).
2) Scuola del Bernini. Figura dell'arcata nella navata central
a Roma. (Cfr. Mâle, op. cit.).
3) Figura dell'arcata nel Coro di Notre-Dame a Parigi. (Cfr.
4) Louis de Boulogne Le Jeune. Scultura nella Cappella de
sailles. (Cfr. Emile Mâle, op. cit.).
Ignoranza 4 , . . . . . . . Ripa, 1603, p. 222
1) Luca Giordano, Palazzo Riccardi, Firenze. (Fot
N". 4376).
Industria 3 . .... . . . . . Ripa, 1603, p. 227
1) Charles Lebrun. Progetto per statua per il Parco di
Gabinetto delle stampe del Louvre. (Cfr. Mâle, op.
Inganno 3 Ripa, 1603, p. 229
1) Gio. Francesco Queirolo. Monume
vero a Napoli, 1755-1766. (Cfr. Mâ
Ingegno i . . . . . ; . . . Ripa, 1603, p. 220-221
1) Luca Giordano, Palazzo Riccardi, Firenze. (Fotogr. Ali
4375)
Innocenza I . . . . . . . . . Ripa, 1603, p. 235
1)„ Luca. Giordano, Abbazia di Monte Cassino. Cattedra
tograf. Aliaari Parte 2*, N°. 12x16).
2) Gio. Batt. Tiepolo. « L'Innocenza trionfa sul Vizio»
(Riproduzione in : «Les Arts», Sept. 1902, p. 4).
Innocenza 0 Purità 2 . . . . . . . Ripa, 1603, p. 236
r) Michel Anguier. Figura sull'arcata della Chiesa di Val-De-Grac
(Cfr. Mâle, op. cit.).
2) Figura sull'arcata nel Coro di Notre-Dame a Parigi. (Cfr. Mâle
3) Jean-Jacques Caffieri. Statuina. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Intelletto 2 . . . . . . . Ripa, 1603, p. 228-229
1) Simon Vouet. Tavola. Palazzo dei Conservatori a Roma. (C
Invidia i . Ripa, 1603, p. 241-242

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ERNA MANDOWSKY

i) Luca Giordano, Palazzo Riccardi, Firenze. (Fotogr. Alinari,


4380).
Invidia 2 ......... Ripa, 1603, p. 242
1) Nicolas Poussin. «Il Tempo rapisce la
Schizzo per il quadro dipinto per il Car
(Riproduzione del quadro di Lille in : Graut
19x4, Vol. II, p. 171, N°. 105).
(Riproduzione del quadro di Parigi in
Louvre, Ecole Française, XVII siècle. (Int
p. 44, pl. 50). La figura seduta a sinistra
la figura a destra: Invidia (Cfr. Mâle, op
Ira 1 Ripa, 1603, p. 243-245
1) Nicolas Poussin. « Il Tempo rapis
Liberalità i . . . . . . . . . Ripa, 1603, p. 291
1) Aniello Falcone. Capp. dei Principi Firraio in Sa
Teatini a Napoli. Circa il 1640.
(Donna; paludamento bianco. Nella destra abband
ed una cornucopia rivolta al basso dalla quale escono m
Nel braccio sinistro una cornucopia diretta verso l'a
grappoli d'uva ecc. ecc. Al lato sinistro d'accanto u
2) Gio. Batt. Tiepolo. Tondo (Grisaille) nella Cappe
gredo in San Francesco della Vigna a Venezia. C
duzione in: Sack, Tiepolo, Hamburg, 1910, p. 156, f
Libertà 1 Ripa, 1603, p. 292-293
1) Augustin Dupré. Medaglia. 1776. (Cf
2) Nicolas Marie Gatteaux, Progetto per
a Parigi. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Magnanimità i . . . . . . . Ripa, 1603, p. 300-301
1) Vassé e Rousseau. Figure delle nicchie nell'atrio della
lazzo di Versailles. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Magnificenza i . . . . . . . Ripa, 1603, p. 301
1) Versailles, Sala degli Specchi. (Cfr. Mâle, op. cit.)
2) Gio. Batt. Maini e Carlo Monaldi. Figura marmorea
nebre di Clemente XII nella Cappella Corsini in
terano a Roma. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Malinconia i . . . . . . . ■ ■ Ripa, 1603, p. 303
1) Abraham Janssen (già chiamato Santafede). Dipinti ne
gnin a Parigi. (Indicazione del Prof. Panofsky).
Mansuetudine 1 ....... Ripa 1603, p. 304
1) Luca Giordano. Abbazia di Montecassino, Catt
x tograf. Alinari Parte 2", N°. 12116),
Meditatione 1 ........ Ripa, 1603, p. 309
1) Luca Giordano, Abbazia di Montecassino. Cat
tograf. Alinari, Parte 2*, N°. 12116).
Memoria 2 • Ripa, 1603, p. 313

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA 3»

i) Simon Vouet. Tavola. Palazzo dei Conservatori. Roma. (Cfr


Merito i . . . . . Ripa, 1603, p. 314-315
1) Annibale Carracci. «La risoluzione d'Ercole»
La figura seduta accanto alla Virtus non è a
Laureatus > come lo vuole il Panofsky (Cfr
Scheidewege, Lpz. 1930, p. 125), ma piuttosto
« Merito », seguendo la descrizione del Ripa.
2) Belisario Corenzio. Sala dei Capitolo nella
Napoli. Fotogr. Alinari No. 33950).
3) Gio. Batt. Tiepolo. Disegno. Vienna. Akademie
duzione in : O. v. Kutschera- Woborsky. Gio.
« Merito » im Palazzo Rezzonico zu Venedig. In
1916. Taf. 49, Abb. 1).
4) Gio. Batt. Tiepolo, Soffitto in Palazzo Rezzon
in Kutschera-Woborsky, op. cit. Tav. 49, fig.
5) Gio. Batt. Tiepolo. Grisaille, Villa Biron; V
Kutschera-Woborsky, op. cit. Tav. 50, fig. 3).
6) Scultura del Monumento funebre della Famigl
navata destra di San Giovanni e Paolo a Ve
Kutschera-Woborsky, op. cit., Tav. 50, fig. 4 e
Mondo Parti Principali del Mondo.
Euro fa, Asia, Africa, America Ripa, 1603, p. 332-339
1) Carlo Maratta. Tavola Allegorica. (Cfr. Emile Mâle, Revue d
Mondes 1. cit., p. 122-123).
2) In occasione delle esequie di Filippo IV di Spagna il 18 dicemb
vennero innalzate le figure delle quattro parti del mondo sulla f
di San Jacques dei Espagnoli a Roma. (Cfr. Mâle, op. cit.).
3) Andrea Pozzo, San Ignazio, Roma, Soffitto. (Fotogr. Alinari 2
(Cfr. Mâle, op. cit.).
4) Cartoni di G. Maes per quattro arazzi, eseguiti da J. van der Beu
Bruxelles. Fine del XVII secolo. Collez. J. Hyde, Parigi. (Riprodu
in: Gazette des Beaux-Arts, 1924, II, 5, Periode. Tomo 10, p. 264
5) Atrio nella Cappella del Palazzo di Versailles. (Cfr. Mâle, op. c
7) Charles Lebrun, Palazzo di Versailles. Sala degli Specchi. (Cf
op. cit.).
8) Figura nel Parco di Versailles. (Cfr. Mâle, op. cit.).
9) Penne (Temaro), Cattedrale. Bassorilievi. (Riproduzione in : Alinari 42307
- «L'Europa», e 42308 - «L'Africa». La designazione «Africa» è
falsa; la retta deve essere 1' «Asia». (Cfr. a questo proposito il Ripa).
10) Bartolomeo Altamonte. «Trionfo di San Benedetto sulle quattro parti
del mondo». Bassorilievo composto per l'affresco del salone di Seiten
stetten, 1744. Disegno a penna in seppia, acquarellato, St. Florian Gra
phische Sammlung. (Riproduzione in : Karl Garzarolli-Thurnlach, Die
Barocke Handzeichnung in Oesterreich, Zürich, Wien, Lpz. 1928, fig. 36).
11) Inoltre America. Arazzo di A. Auwercx, secondo van Schoor. Fine del

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3Ï2 ERNA MANDOWSKY

XVII secolo. Scuola di Bruxelles. Collez. J. H. Hyde, P


duzione in: Gazette des Beaux-Arts, 1924, II, 5 Périod
p. 262).
12) Europa. Arazzo di G. Peemans, secondo David Terniers. Fine XVII secolo.
Scuola di Bruxelles. Collez, del Comte de Périnat, Madrid. (Riprodu
zione in : Gazette des Beaux-Arts, 1924, II, 5. Période, Tomo 10, p. 263).
Morte 2 . . . . . . Ripa, 1603, p. 339-340
r) Intestazione pel X Libro del «Paradise lost
Francesco Zucchi da un disegno di Gio. Batt. T
Sack, Tiepolo, Hamburg, 1910, p. 17).
ç Muse 1 Ripa, 1603, p. 346-349
1) Charles Lebrun, Vaux-le-Vicomte. Cas
Mâle, op. cit.).
Clio i Ripa, 1603, p. 346
1) Eustache Lesueur. Scultura
(Cfr. Mâle, op. cit.).
2) Charles Lebrun. Vaux-le-Vic
Mâle, op. cit.).
3) Charles Lebrun. Palazzo di V
Euterfe i . . . . . . . . Ripa, 1603, p. 346-347
1) Eustache Lesueur. Scultura dell'Hotel Lambert ora al Lo
op. cit.).
2) Charles Lebrun. Palazzo di Versailles. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Talia j.. ....... Ripa, 1603, p. 347
1) Eustache Lesueur. Scultura dell'Hote
op. cit.).
2) Charles Lebrun. Palazzo di Versailles. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Melfomene i . . . • . . . . • • Ripa, 1603, p. 347
1) Charles Lebrun. Palazzo di Versailles. (Cfr. Mâle, op. ci
Polimnia i . . Ripa, 1603, p. 347"348
1) Charles Lebrun. Palazzo di Versailles. (Cfr
Erato i . . . . . . . . . Ripa, 1603, p. 348
1) Eustache Lesueur. Scultura dell'Hotel Lamber
op. cit.).
Tersicore i • . Ripa, 1603, p. 348-349
1) Eustache Lesueur. Scultura dell'Hotel Lambe
op. cit.).
Urania i . . . . ... . . Ripa, 1603, p. 349
1) Eustache Lesueur, Scultura dell'Hotel Lamber
op. cit.).
2) Charles Lebrun, Palazzo di Versailles. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Calliope 1 . . . . . . . • Ripa, 1603, p. 349
1) Charles Lebrun, Palazzo di Versailles. (Cfr. Mâle, op. c
2) Pierre Mignard. Rappresentazione della Poesia sotto

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA 313

Calliope in una Sala contigua alla Scala degli Ambasciator


Questa Poesia ci è conservata in un'incisione. (Cfr. Mâle,
Natura 1.. Ripa, 1603, p. 351-352
1) Luca Giordano. Palazzo Riccardi. Firenze
No. 4369).
Necessità 1 . . Ripa, 1603, p. 358-359
1) Otto Venius. Incisione dal Tempesta. (Cfr. Mâl
Nobiltà 2 . Ripa, 1603, p. 359
1) Gio. Batt. Tiepolo. Soffitto nel Palaz
in : Sack, Tiepolo, Hamburg, 1910, p.
2) Gio. Batt. Tiepolo. Soffitto su tela
nella Gali. Donà dalle Rose. Venezia. (
3) Gio. Batt. Tiepolo. «La Nobiltà e l
Pezzoli, Milano. (Riproduzione in:
p. 170, fig. 160).
4) Gio. Batt. Tiepolo. «La Nobiltà e la
ad Udine. (Riproduzione in: Sack,
fig. 77a).
5) Gio. Batt. Tiepolo. Grisaille nella Cappella di San Gerardo Sagredo in
San Francesco della Vigna a Venezia. Circa il 1743. (Riproduzione in :
Sack, Tiepolo, Hamburg, 1910, p. 156, fig. 140).
6) Gio. Batt. Tiepolo. «La Nobiltà e la Forza». Soffitto proprietà del Barone
Gustavo de Rotschildt a Parigi. (Riproduzione in : Sack, Tiepolo, Ham
burg, 1910, p. 220, fig. 213).
7) Gio. Batt. Tiepolo. Grisaille. Villa Biron, Vicenza. (Riproduzione in : Les
Arts. Settembre 1902, p. 2).
Notte 1 . . . . . . . . Ripa, 1603, p. 360-361
1) Annibale Carracci. Disegno. Conservato in incisione. (
2) Guercino. Affresco nella Villa Ludovisi a- Roma. (Cfr
3) Francesco Albani. Soffitto in Palazzo Torlonia (già Pala
(Cfr. Male, op. cit.).
Obedienza 1 Ripa, 1603, p. 363
1) Una figura della facciata posticcia che venn
occasione della canonizzazione di San Giovan
San Giovanni in Laterano. (Cfr. Mâle, op. ci
2) Figure del Bassorilievo della Cappella Cors
rano a Roma. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Oratione 3 . . . Ripa, 1603, p. 371-372
1) Una figura nella facciata posticcia che venne eretta nel
della canonizzazione di San Giovanni Nepomuceno davant
in Laterano a Roma. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Ospitalità . . . . . . . . . . Ripa, 1630
1) Luca Giordano. Abbazia di Montecassino. Cattedrale. Soff
Alinari, Parte 2", No. 12116).

La Bibliofilia, anno XLI, dispensa 7»-8»

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314 ERNA MANDOWSKY

2) Jacopo Serpotta. Statua per l'Oratorio della Confraternit


in San Francesco a Palermo. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Otio 2 . Ripa, 1603, p. 374
1) Gio. Batt. Tiepolo. «La Vigil
Vicenza. (Riproduzione in: Les A
Pace 1 - . Ripa, 1603, p. 375
1) Scuola del Bernini. San Pietro. R
trale. (Cfr. Mâle, op. cit.). Qui la
un'allegoria.
2) Antoine Coyzevox. Statua del monumento funebre del Mazarino. Louvre,
Parigi. (Riproduzione in: André Michel, L'Histoire de l'art, Tome VI,
2. Partie, Paris, 1922, p. 738, fig. 499). (Cfr. Mâle, op. cit.).
Pace 4 Ripa, 1603, p. 376
1) Luca Giordano. Abbazia di Monte
togr. Alinari Parte 2*, No. 12116)
2) Scuola del Bernini. Figura dell'a
Roma. Cfr. « Pace I ». (Cfr. Mâle,
Pace 8 Ripa, 1603, p. 377
x) Charles Lebrun. Versailles. S
Patienza 2 . Ripa, 1603, p. 380
1) Luca Giordano. Abbazia di Monteca
togr. Alinari, Parte 2', No. 12116).
Patienza 4 . Ripa, 1603, p. 380-381
1) Michel Anguier. Val-de-Grace. Parigi. (Cfr. M
Peccato i . . . . Ripa, 1603, p. 383
1) Testata per il X Libro del « Paradiso
Francesco Zucchi da un disegno di Gio.
Sack, Tiepolo, Hamburg, 1910, p. 17).
Penitenza 3 . . . . . . . . Ripa, 1603, p. 389
1) Belisario Corenzio. Sala del Capitolo della Certosa di S
poli. (Fotogr. Alinari, No. 33950).
Perfettione 1 . . Ripa, 1603, p. 391
1) Statua nel Coro di San Pietro. Roma. (Cfr. Mâ
2) Una figura della facciata posticcia che venne er
della canonizzazione di San Giovanni Nepom
vanni in Laterano a Roma. (Cfr. Mâle, op. cit.)
Perseveranza 3 ....... Ripa, 1603, p. 394
1) Luca Giordano. Abbazia di Montecassino. Cattedrale. S
Alinari, Parte 2*, No. 12116).
2) Statua nel Coro di Notre-Dame a Parigi. (Cfr. Mâle,
Pietà 2 . . Ripa, 1603, p. 402
1) Eustache Lesueur. Disegno conservat
Pittura i Ripa, 1603, p. 404-405
1) Jacopo Palma. Frontispizio del libro: R
corpi umani. (Riproduzione in: Arte, Vo

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA 315

2) Fabrizio Boschi, Casino di San Marco. Firenze. (Cfr.: Mâle, op. cit.).
3) Carlo Maratta. L'« Apoteosi di Raffaello». Incisione di Pietro Aqui
(Riproduzione in Mitteil. d. Gesellsch. f. Vervielfaltigeìide Kunst. Wie
1919. N°. 2-3, p. 23, fig. 13).
4) Carlo Maratta. «Annibale Carracci come restauratore della pittura». In
sione di Pietro Aquila. (Riproduzióne in : Mitteil. d. Gèsellsch.'f. verv
faltigende Kunst. Wien. 1919. N°. 2-3, p. 24, fig. 14).
5) Carlo Maratta «La vittoria dell'ignoranza sulla Pittura». Incisione
N. Dorigny. (Riproduzione in : Mitteil. d. Gesellsch. f. vervielfàltig.
Kunst. Wien. 1919. N°. 2-3, p. 27, fig. 17).
Poema Eroico 1, Poema Lirico i, Poema Pastorale 1, Poema Satico 1 R
1603. p. 408
1) Charles Lebrun. Vaux-le-Vicomte, Castello. Soffitto nella sala del Museo.
(Cfr. Mâle, op. cit.).
2) Scultura nel parco di Versailles su disegno del Lebrun (Cfr. Mâle, op. cit.).
Povertà 5 . . Ripa, 1603, p. 409-410
1) Jacopo Serpotta. Statua per l'Oratorio della
in San Francesco a Palermo. (Cfr. Mâle, op.
Previdenza i Ripa, 1603, p. 412-413
1) Charles Lebrun, Versailles. Sala degli Specch
Prodigalità i . . . . . . . . Ripa, 1603, p. 414
1) Scuola del Bernini. San Pietro. Roma. Navata centra
Profetia i . . . . . Ripa, 1603, p. 419
1) Luca Giordano, Abbazia di Montecassino.
togr. Alinari, Parte 2*, N°. 12116).
Prudenza 1 Ripa, 1603, p. 416-417
1) Gio. e Cherubino Alberti. Sala Clementina. Vaticano. Roma. 1602.
2) Domenichino. Cupola di San Carlo ai Catinari. Roma, 1628-1630. (Cfr.
Mâle, op. cit.).
3) Luca Giordano. Abbazia di Montecassino. Cattedrale. Soffitto. 1631. (Fo
togr. Alinari, Parte 2°, Ñ*. 12116) (Cfr. Mâle, op. cit.). Questa allegoria
risale in parte al tipo « Prudenza 1 » ed in parte a quello « Prudenza 2 ».
4) Luca Giordano. Palazzo Riccardi. Firenze. (Fotogr. Alin. Parte 2", N°. 4376).
5) Scuola del Bernini. San Pietro. Roma. Navata Centrale. (Cfr. Mâle, op. cit.).
6) Charles Lebrun. Vaux-le-Vicomte. Castello. Soffitto della Sala del Museo.
(Cfr. Mâle, op. cit.).
7) Statua nel Cortile d'onore del Palazzo di Versailles. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Prudenza 2 Ripa, 1603, p. 417-418
1) Luca Giordano. Abbazia di Montecassino. Ca
« Prudenza 1 »).
2) Medaglia di Laura Corsi, Marchesa Salvia
Pudicitia i . . . . . . . . . Ripa, 1603, p. 420
1) Cappella di San Severo a Napoli. Monumento funebr
1766. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Rammarico Del Ben Altrui 1 . . . . . Ripa, 1603, p. 428

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S'6 ERNA MANDOWSKY

i) Otto Venius. Disegno, Incisione del Tempesta. (Cfr. M


Religione Vera Christiana I . . . . . . Ripa, 1603, p. 429
1) Scuola del Bernini. Navata centrale di San Pietro. Roma. (Cfr. M
op. cit.).
Religione 5 . Ripa, 1603, p. 432
1) Gio. e Cherubino Alberti. Sala Cleme
Rigore 1 . . .... . . Ripa, 1603, p. 434
1) Belisario Corenzio. Sala del Capitolo della
(Fotogr. Alinari, N°. 33950).
Salienza Divina 6 . . . . . . . . Ripa, 1630, p. 547
1) Luca Giordano. Abbazia di Montecassino. Cattedrale. Soffit
togr. Alinari. Parte 2*, N°. 12116).
2) Paul Troger. Stift Zwettl. Biblioteca. Prima campata. « Tim
principio della Sapienza ». 1732-1733. (Riproduzione in : Rom
Paul Troger. Wien, 1930, p. 27).
3) Daniel Grau, Affresco nella Biblioteca Nazionale. Vienna. (Rip
Camillo List, Die H.ofbibliothek in Wien. Wien, 1897; tav
Scandalo 1. . . . . ■. .... . Ripa, 1645, p. 551
1) Francesco Pianta il Giovane. Bassorilievo nella Scuo
nezia. (Riproduzione in: Enrico Lacchin, Di Francesc
zarro e capriccioso scultore in legno del barocco Venez
glifici nella Scuola di San Rocco. Venezia, 1930, p. 3
Scienza 1 Ripa, 1603, p. 444
1) Bassorilievo nella Cappella Corsin
Mâle, op. cit.).
Secretezza i . . . . . . . . Ripa, 1603, p. 446-447
1) Charles Lebrun. Versailles. Palazzo. Sala degli Specchi. (Cfr
2) Paolo Morelli. Santa Maria Maddalena. Roma. (Cfr. Mâle
3) Una figura sulla facciata posticcia eretta nel 1729 in occa
nizzazione di San Giovanni Nepomuceno davanti a San Gi
terano a Roma. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Semplicità i . . . . . . . • • Ripa, 1603, p. 455
1) Michel Anguier. Val-de-Grace. Parigi. Figura dell'arcata. (Cfr. M
cit.).
2) Paolo Morelli. Santa Maria Maddalena. Roma. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Sincerità Ripa, 1603, p. 455*45^
1) Casa di Nicolò dell'Antella, in Piazza di S
op. cit.).
Sobrietà i . . . . . • • • • Ripa, 1603, p. 456
1) Luca Giordano. Palazzo Riccardi. Firenze. (Fotogr. Alin
4370).
Solitudine 1 . . . ... . . . Ripa, 1603, p. 458
1) Belisario Corenzio. Sala del Capitolo della Certosa d
poli. (Fotogr. Alinari, N°. 33950).
Sollecitudine 3 . . . . . . . • • Ripa, 1603, p. 460

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA' DI CESARE RIPA 317

1) Charles Lebrun. Versailles. Palazzo. Sala degli Specchi


2) Van Obstal. Scultura sulla facciata dell'Hotel Carnevalet
le, op. cit.).
Sollecitudine 4 ........ Ripa, 1603, p. 460
1) Domenichino. Cupola. San Carlo ai Catenari. Rom
op. cit.).
Speranza 2 . . . . . . . Ripa, 1603, p. 470
1) Giangiacomo Caffieri. Statuetta. (Cfr. Mâle, op. ci
Speranza 5 . . . Ripa, 1603, p. 470
1) Gio. e Cherubino Alberti. Sala Clementin
Spia 1 . . . Ripa, 1645, p. 59i"592
1) Francesco Pianta il Giovane. Bassorilie
nezia. (Riproduzione in: Enrico Lacch
Bizzarro et Capriccioso Scultore in legn
Geroglifici nella Scuola di San Rocco. V
4 Stagioni dell'Anno . . . . . . Ripa, 1603, p. 473-476
1) Francesco Albani. Soffitto in Palazzo Torlonia (già Palazzo Verospi). Ro
(Cfr. Mâle, op. cit.).
2) Statua nel Parco di Versailles. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Superbia i . . Ripa, 1603, p. 479
1) Otto Venius. Disegno. Incisione del Te
2) Gio, Batt. Tiepolo «La Modestia fu
Biron, Vicenza. (Riproduzione in: Les
Temperantia 1 . . . . . . . . Ripa, 1603, p. 480
x) Gio. e Cherubino Alberti. Sala Clementina. Vaticano
2) Domenichino. Cupola, San Carlo ai Catinari. Roma.
op. cit.).
Temperantia 3 . . . . . . . . Ripa, 1603, p. 480-482
1) Luca Giordano. Palazzo Riccardi. Firenze, (Fotogr. Alinari, Pa
4370).
Timidità 0 Timore 1 Ripa, 1603, p. 468-487
1) Versailles, Palazzo. Sala degli Specchi. (Cfr. Mâle, op
Timore 2 . . . . . . Ripa, 1603, p. 487)
1) Luca Giordano. Palazzo Riccardi. Firenze. (Fotog
4374)
Tranquillità 1 . . . . . . . . . Ripa, 1603, p. 491
ì) Incisione: « Messa di Requiem per la Regina di Spagna a Fi
(Cfr. Mâle, op. cit.).
Valore i . . . . . . . . . . Ripa, 1603, p. 492
1) Luca Giordano. Palazzo Riccardi. Firenze. (Fotogr. Alin
4374).
Valore 2 . . Ripa, 1603, p. 492-493
1) Otto Venius. Disegno. Incisione del Tempesta.
2) Charles Lebrun. Disegno per il trono di San Eus
Verità 1 . . . Ripa, 1603, p. 499

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318 ERNA MANDOWSKY

1) Palma il Giovane. « La Verità e la Giustizia ». Accademia


Venezia. (Fotogr. Alinari, N\ 36411).
2) Lorenzo Bernini. Scultura. Villa Borghese. Roma. (Comin
3) Lorenzo Bernini. Statua per il monumento funebre d
San Pietro. Roma. (Riproduzione in : Ernst Benkard,
Frankfurt, 1926, p. 56). (Cfr. Mâle, op. cit.).
4) Nicolas Poussin «Il Tempo scopre la Verità». Disegno
Chantilly. (Riproduzione in: Otto Grautoff. Nicolas Pou
1914. Vol. I, p. 207).
5) Filippo Zaniberti. « La Verità viene scoperta dal Tempo
Venezia. (Riproduzione in : Giuseppe Fiocco. Die venezia
des 17. und 18. Jahrhunderts. München, 1929. N°. 25).
6) Jacopo Serpotta. Statua per l'Oratorio della Confraternit
in San Francesco a Palermo. (Cfr. Mâle, op. cit.).
7) Statua per il monumento funebre del Card. Gio. Batt
Spirito dei Napolitani. Roma. (Cfr. Mâle, op. cit.).
8) Massimiliano Soldani « Crono e la Verità ». Vienna. Galle
(Riproduzione in: Jahrbuch d. Zentralkommission, 1917
9) Gio. Batt. Tiepolo. « Il Tempo scopre la Verità », Villa
(Riproduzione in: Les Arts, Settembre 1902, N°. 8, p. 3
10) Gio. Batt. Tiepolo, «Il trionfo della Verità». Soffitto in
ora Valmarana) a Vicenza. (Riproduzione in: Sack, Tiepo
1910, p. 93).
11) Cristian W. Bayer. «Crono scopre la Verità». Terrac
rockmuseum. Prima metà del XVIII secolo. (Riproduzion
ner Barockmuseum. Wien, 1923, p. 103, N°. 17).
12) Lambert Krahe. Soffitto nella Sala della Biblioteca del
heim. (Riproduzione in: Friedrich Walter, Bauwerke de
zeit in Mannheim. Augsburg. 1928; fig. 24).
13) Jacques Antoine Dassier. Medaglia di Montesquieu. 1
op. cit.). (Riproduzione in: André Michel, Histoire d
VII, I partie, p. 412, fig. 262).
14) Andrés de la Calleja. «Il Tempo scopre la Verità». M
de San Fernando. (Riproduzione in : André Michel, Hist
Tome VII, deuxième partie, p. 751, fig. 463).
Vigilanza I Ripa, 1603, p. 502-503
1) Belisario Corenzio. Sala del Capitolo della Ab
poli. Soffitto. Questa figura, che corrisponde p
« Vigilanza 1 » del Ripa, è da Belisario Core
(Fotogr. Alinari, N°. 33950).
2) Scuola del Bernini. Navata centrale. San Pietro.
3) Disegno della « Porte Saint Bernard », Parig
Blondel nel 1674. (Cfr. Mâle, op. cit.).
4) Pierre Legros. Statua nel Grand Pavillon delle
op. cit.).

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA 3»9

Vigilanza 2 Ripa, 1603, p. 503


1) Gio. Batt. Tiepolo « La Vigilanza tr
cenza. (Riproduzione in: Les Arts. S
Virginità 2 Ripa, 1603, p. 505
1) Domenichino. Cupola. San Carlo
Mâle, op. cit.).
2) Scuola del Bernini. Navata centrale. San Pietro. Roma. (Cfr. Mâle, op. cit.).
Virtù Inswperabile 9 . . . . . . Ripa, 1603, p. 509-510
1) Charles Lebrun. Vaux-le-Vicomte. Castello. Soffitto nella Sala del
(Cfr. Mâle, op. cit.).
Virtù 12 Ripa, 1603, p. 510-512
1) Pietro da Cortona. « Ercole al bivio » (C
ische Landeskunstsammlungen. (Ripr
Hercules am Scheidewege. Lpz. Berlin 1
2) Giuseppe Zocchi. Incisione da Pietro da
produzione in : Erwin Panofsky, Hercul
lin 1930. Tavola LIX, fig. 88).
3) Gio. Batt. Tiepolo. «Glorificazione di
veniente dal Palazzo Barbaro a Venezi
Yterbe, Parigi. (Riproduzione in: Sack
1x3, fig. 101).
4) Gio. Batt. Tiepolo, « Il Coraggio corona
cenza. La designazione di questo quadr
«Il Coraggio coronato dalla Virtù», po
Gloria e secondo il Ripa quella della Vir
Settembre, 1902, p. 5).
5) Gio. Batt. Tiepolo. «Nobiltà e Virtù».
Barbarigo di Venezia, ora nella Galler
(Fotogr. Boehm, N°. 631).
6) Gio. Batt. Tiepolo. Disegno. Wien k. k.
na. (Riproduzione in: Oswald von Kut
vola 49, fig. 1).
7) Giov. Batt. Tiepolo. Soffitto, Palazzo Re
in: Oswald von Kutschera-Woborsky, op
8) Ambrosius Reith. «Trionfo della Virtù
Kleinheubach. 1728-1729. La Virtù co
turno. (Riproduzione in: Bernhard Herm
terfranken, Augsburg 1926. In : Alte Ku
amt f. Denkmalpflege, Heft II, P- 68).
9) Sebastiano Galeotti, "« La Virtù che cac
Breganzè, Vicenza. (Riproduzione in:
rie II, Anno VI) N°. 3, Luglio-Settembre
10) Statua per dei fuochi d'artifizio organiz
(Michel, L'Histoire de l'Art. Tomo VI. P

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320 ERNA MANDOWSKY

11) Romanelli. Ritratta del Mazari


del Papa. (Cfr. Mâle, op.. cit.).
12) Daniel Chodowiecki, «Ercole a
1772. (Riproduzione in : Erwin Pa
Lpz. Berlin 1930, Tavola LX, fig
Volontà s Ripa, 1603, p. 320
1) Simon Vouet, Dipinto su tavola. P
Mâle, op. cit.).
Zelo i Ripa, 1603, p. 522-523
1) Luca Giordano. Abbazia di Mont
togr. Alinari, Parte 2', N°. 12116
2) Monumento funebre di Sangr
1715-1766. (Cfr. Mâle, op. cit.).

APPENDICE I.

BIBLIOGRAFIA DEL RIPA.

1. In: Cesare Ripa, iconologia, Roma 1593, Sonetti ed epigrammi p


Cristoforo Lauro. Diomede Borghesi, Fulvio Mariotelli, Giovanni
Marc' Antonio Baldi, Sci-pione Bargagli, Fortunio Martini, Petru
daeus Donnola; inoltre uno Scritto dedicatorio del Rifa al Cardinal A
S diviati.

2. In: Cesare Ripa, Iconologia, Roma, 1603. Sonetti ed epigrammi


Ottavio Capocci, Fortunio Martini (la stessa poesia già pubblicata nel
1593) e Th'adaeus Donnola. Inoltre uno Scritto Dedicatorio del R
Lorenzo Salviati.

3. Ben Jonson, Masques. _


(Cfr. ed. Gifford-Cunnigham, vol. III. Il Ripa vien citato sovente dal Jonson;
fra l'altro nella sopranominata edizione a p. 13. Vedi a questo proposito Aby War
burg, Gesammelte Schriften, Leipzig, 1932, vol. I, p. 415).
4. Lettera di Cesare Ripa del 19 febbraio 1611 datata da Roma diretta a Pietro Paol
Tozzi a Padova, pubblicata in: Cesare Ripa, Iconologia, Padova, 1618.
5. Gismondo Santi. Poesia in onore del Ripa, pubblicata in: Cesare Ripa, Iconologia,
Siena 1613, p. 75. Nella stessa edizione uno Scritto dedicatorio del Ripa a Filippo
d'Averardo Salviati.
6. Gio. Battista Lauro, Perugino. Theatri Romani Orchestra. Romae 1618, p. 60 (Dia
logo fra Beraldus e Velia). Lauro vien citato da Apostolo Zeno in : Noie alla Biblio
teca dell'Eloquenza Italiana, Venezia 1753, Tomo II, p. 151. Lo Zeno lo mentova
pure in: Orlandi, Ripa, Iconologia, ed. Perugia 1764, Tom. 1 p. xxin.
7. Giovanni Ferro, Teatro dell'Imprese, Venezia 1623. Al^principio del Vol. I in un
indice delle opere consultate dal Ferro è citata fra l'altre l'Iconologia del Ripa. Vedi
inoltre: Gio. Ferro, op. cit., Vol. II, p. 209, p. 612, p. 700 e p. 720-21.
8. Perugia, Biblioteca Comunale, Cod. 1212.
Cesare Alessi, Elogia Illustrium Virorum Augustae Perusiae a Cesare Alexio
I. V. D. Perusino scripta et collecta ad Patriae decus et ornamentum. Volumen pri

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA 321

mum, p. 332-333. « Caesar Ripa eques S. Mauritij », stampato nella nota l6._
(Citazione del Vermigligli, Biografia degli Scrittori Perugini. Perugia, 1928,
voi. 2, p. 258, ma senza indicazioni precise riguardo il titolo, il luogo ove trovasi
presentemente e la segnatura del manoscritto).
9. Giano Nido Eritreo, o sia Gio. Vittorio Rossi :
Pinacoteca Imaginum Illustrium, doctrinae vel ingenii laude virorum, qui auctore
superstite diem sum obierunt, 1645, Vol. I, p. 50, No. XXVII.
« Jo. Zaratinus Castellinus ».
« ... Fuit » (Z. Castellini) « maxima ex parte auctor Iconologiae, quae Cesaris
Ripae nomine impressa, pictorum caelatorumque omnium manibus teritur ». Questa
opera dell'Eritreo vien citata dall'Orlandi, Ripa, Iconologia, 17641 Vol. I, p. xxii.
10. Abbate D. Filif-po Picinelli.
Mondo Simbolico, Milano, 1653. ■ '
Sotto : « Autori che concorrono ad illustrar l'imprese nel
dotte » ; fra gli altri anche Cesare Ripa.
11. Ludovico Jacobillo :

Bibliotheca Umbriae sive de Scriptoribus Provinciae Umbriae alphabetico ordine


digesta. Fulgiviae 1658, p. 79.
12. Phüiffo Labbé :
Bibliotheca Bibliothecarum Curis Secundis Auctior.... Cum Mantissa anti quariae
supellectilis ex annulis sigillis » Parisiis, 1664, p. 344.
Vedi pag. 136, nota 12.
13. Au gustino Oldoino:
Athenaeum Augustum in quo Perusinorum scripta publice exponuntur studio A.
Oldoini.... erectum. Perusiae, 1678, p. 70.
14. Niccolo Pezzana. -

Annotazioni all'Oldoino.
Vol. I, p. xxxii.
15. Samuel van Hoogstrate
Inleyding tot de Hooge
5 Kap. p. 82, e 8 Kap. p
16. Siena, Biblioteca Com
mati — Accademici antich
Inoltre: p. 197, P- 489
17. Biblioteca Comunale d
del secolo XVIII, p. 94 v :
negl'Intronati. Nel 1654 ».
18. Siena, Biblioteca Com
Intronati Senesi che comp
alphabeticamente con pos
secolo). Sotto la lettera C.
19. Girolamo Gigli :
Lettere dell'Economico In
tronato Magliabechi fra g
teca Comunale di Siena, fo
Questa lettera del Gigli
Intronati di Siena e una
« Diana », p. 63-64.

La Bibliofilia, unno XLI, diapen


41

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322 ERNA MANDOWSKY

20. Uberto Benvoglienti :


Scrittori Senesi. Parte I, Tom. I = Cod. Z. i. 6 della Biblioteca Comunale di
Siena, p. I, p. 138, p. 426.
21. Arnold Houbraken-,

De Groote Schouburgh der Nederlantsche Konstschilders en Schilderessen : 17,18


1721. Band. II, p. 208.
22. Gio. Battista Fagiuoli :
Il Diario.

Cod. 2696 della Biblioteca Riccardiana a Firenze. L'Iconologia di Cesare Ripa;


sotto: «à Gennaio 1697».
Al Fagiuoli si richiama il Poligrafo Gargani nel suo catalogo a schedario della
Biblioteca Nazionale a Firenze sotto il numero 1709 con le seguenti parole: « Icono
logia del Ripa à 7 Gennaio 1697, nelle Memorie del Fagliuoli.
vedi Fagiuoli Gio. Battista ».
Cfr. a questo proposito Giuseppe Baccini, Memorie e ricordi pubbl., sotto : « Gio.
Battista Fagiuoli Poeta Faceto Fiorentino. Notizie e Aneddoti raccolti su nuovi
Documenti». Firenze 1886, p. 91 e p. 130, nota 90.
Baccini descrive il Diario in tre volumi del Fagiuoli e dà la segnatura di questo
nella Biblioteca Riccardiana (= Cod. 2695, Cod. 2696 e Cod. 2697). Il secondo vo
lume di questo diario = Cod. 2696 comincia al 26 marzo 1696 e finisce col 22 set
tembre 1704; al 7 gennaio 1697 l'Iconologia del Ripa non è nominata.
23. Michaele Angelo Bel for ti-.
« Lycaeum Augustum seu Literatorum Perusinorum Memoriale....» Napoli 1731,
p. 124 (Il Padre Belforti è citato nell'opera citata dell'Orlandi, XXIV senza indica
zione del titolo).
24. Georg Philipp Harsdorfer :
Frauenzimmer Gespráchspiele ; Niirnberg 1747. VII. Teil. S. 38 u. S. 53.
25. Ch. Gottlieb Jocher-.
Allgemeines Gelehrtenlexicon. 1751, 3 Teil, p. 2108.
26. Giusto Fontanini-. *
Biblioteca dell'Eloquenza Italiana. Classe 6, Cap. 4. Della Storia Favolosa Antica.
Venezia 1753. Vol. II, p. 151.
Quest'opera è citata dall'Orlandi, op. cit., Vol. I, p. XXII.
27. Apostolo Zeno-.
Nelle sue Note alla Biblioteca dell'Eloquenza Italiana del Fontanini. Venezia,
1753, Vol. II, p. 151 e p. 414. (Citato dall'Orlandi, op. cit., p. xxii-xxlii).
28. Cesare Orlandi:
Cesare Ripa, Iconologia. Perugia 1764, Vol. I, « Prefazio ».
29. Novelle Letterarie in Firenze. Anno 1764, Voi. 25, p. 451-454.
30. Novelle Letterarie in Firenze, Anno 1765, Voi. 26, p. 157-160.
31. Novelle Letterarie in Firenze, Anno 1766, Voi. 27, p. 335-336.
Questi tre volumi delle «Novelle Letterarie» sono citati nella Bibliografia d
Cesare Ripa nello « Schedario Gaetani » (XX secolo), che si trova sotto forma di un
catalogo a schedario nella Biblioteca Corsini a Roma.
32. Niccolò Francesco Hay m :
Biblioteca Italiana. Milano 1803, Voi. 4, p. 156, N. 3.
33. Tiraboschi:
Lett. Italiana. Firenze, 1809, Tom. VII, 3, p. 846.

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA 3*3

34. Leopoldo Cico gnora :


Catalogo ragionato dei libri d'arte e d'antichità posseduti da lui medesi
1821, Tom. II, p. 326, N. 4741.
35. Johann J. Winckelmann :
Versuch einer Allegorie besonders fiir die Kunst. Dresden, 1766.
36. Johann J. Winck&mann :
Monumenti antichi inediti. Roma, 1767-1768. 2 volumi.
37. Gotth. E-phraim Lessing :
Wie die Alten den Tod gebildet. Berlin, 1769. (in: Lessings Werke, s Band,
Stuttgart, 1880, p. 68).
38. Lettera del 25 gennaio 1816 di Pietro Mazzuchelli al Cav. Gio. Battista Vermiglioli;
stampata in: P. Mazzuchelli, Lettere inedite di Uomini Illustri. Perugia 1842,
p. 139-140. Lettera XLVIII.
39. Serafino Sufi :
Descrizione Topologico-Istorica della Città di Perugia esposta nell'anno 1822.
Perugia, 1822, Vol. I, p. 441-443.
40. Gip. Batt. Vermiglioli-.
Biografia degli Scrittori Perugini. Perugia, 1828, Vol. II, p. 248.
41. Girolamo Barufaldi-.
Vite de' Pittori e Scultori Ferraresi. Ferrara 1844, Vol. I, p. 437.
42. Cari Jusli:
Winckelmann. Sein Leben, seine Werke und seine Zeitgenossen. Lpz. 1872.
Band. 2. Abt., p. 263, e 269-70.
43. Luigi Bonazzi:
Storia di Perugia. 2 Voi. Perugia 1879, Vol. II, p. 400-401.
44. Arrigo Agostini :
Dizionario Perugino Storico. (Ms. del XIX secolo) Segnatura : N. 224. Voi.
N.O.Z. in : Archivio storico della Badia di San Pietro, Perugia, sotto « Ri »,
sopra Cesare Ripa.
45. Arrigo Agostini-,
Famiglie Perugine. (Ms. del XIX secolo) Segnatura: N.# 213, in: Archivio sto
rico della Badia di San Pietro, Perugia. Sotto « R », p. 265, Ripa.
46. Hans Tietze :
Annibale Carraccis Galene im Palazzo Farnese und seine ròmische Werkstátte,
in: Jahrb. d. Allerh. Kaiserh. 1906-1907, Bd. XXVI S. 133, Anm. 4.
47. G. Kalff :
Geschiedenis der Nederlandsche Letterkunde. Vierde Deel. Groningen, 1909. p. 101.
49. Qsvtald v. Kutschera-Woborsky :
Gio. Batt. Tiepolos Decke des « Merito » im Palazzo Rezzonico zu Venedig. In :
Monatshefte f. Kunstw., 1916, p. 170-180.
50. Panofsky-Saxl :
Diirers Melancolía I. In: d. Studien d. Bibliothek Warburg. Lpz.-Berlin, 1923,
p. 56 (1). 140. 152 (4) e fig. 45.
51. Ludwig Volkmann :
Bilderschriften d. Renaissance. Lpz. 1923, p. 103 ss.
52. Erwin Panofsky :
Idea. 1924.
53. Emile Mâle :
La Clef des Allégories peintes et sculptées au XVII et au XVIII siècle. I en Italie,
II en France. In: Revue des Deux Mondes. Nos. du I et du 15 mai 1927.

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324 ERNA MANDOWSKY

54. Lolita Petrocchi Costantini :


L'Accademia degli Intronati di Siena e una sua Commedia. Edi
Diana », Siena 1928, Anno VI, p. 63-64.
55. Georg Adolf Narciss:
Studien zu den Frauenzimmergespráchspielen Georg Philip
1928, p. 91
56. Erika Tietze-Conrat:
L'Allégorie dans la Peinture Classique Hollandaise. In: Gazette des Beaux-Arts,
1928, Anno 70, I Semestre.
57. Giuse-p-pe Toffanin :
In: Storia Letteraria d'Italia. Vol. VI. Il Cinquecento. Milano, 1929, p. 591.
58. Antonio Belioni:
In: Storia Letteraria d'Italia. Voi. VII, Il Seicento. Milano 1929, p. 14-15.
59. Erwin Panofsky :
Herkules am Scheidewege und andere antike Bildstoffe in der neueren Kunst. In :
Studien der Bibliothek Warburg. Lpz.-Berlin, 1930.
60. Enrico Lacchin\ .

Di Francesco Pianta
Veneziano e dei suoi
61. Oscar Fischel :

Inigo Jones und der Theaterstil der Renaissance in: Vortràge der Bibliothek
Warburg 1930-31, p. 109 e p. 123.
62. Godefridus Joannes Hoogewerfj :
L'Iconologie et son importance pour l'étude systématique de l'art chrétien. In :
Riv. Arch. Christ. 8, 1931, p. 53-82.
63. Cari Linfert :
Die Grundlagen der Architekturzeichnung. In: Kunstwissenschaftliche Forschun
gen. Erster Band. Berlin 1931, S. 214 ff.
64. Erwin Panofsky :
Zum Problem der Beschreibung und Inhaltsdeutung von Werken der Bildenden
Kunst. In: Logos, Bd. XXI, Heft 2, 1932, p. 112,
65. Aby Warburg-.
Gesammelte Schriften I: Die Erneuerung der Heidnischen Antike. Lpz. 1932,
P- 415
66. Bulletin of the Metropolitan Muséum of Art. The Michael Friedsam Collection
York, 1932, p. 44-47
67. Emile Mâle :
L'Art Religieux après le Concile de Trente. Etude sur l'Iconographie de la fin du
XVI siècle, du XVII, du XVIII siècle. Paris 1932.
Qui è riprodotto quasi letteralmente il capitolo sull'Iconologia di Cesate Ripa già
pubblicato nella Revue de Deux Mondes (loc. cit.).
68. Otto Brendel :
Untersuchungen zur Allegorie des Pompejanischen Totenkopf-Mosaiks. In : Mit
teilungen des Deutschen Archeologischen Instituts. Ròmische Abteilung. Bd. 49,
1934, 1-2, p. 157-179
69. Erna Mandowsky : Untersuchungen zur Iconologie des Cesare Ripa.
(Fu pubblicato Yïell'anno 1934 in tedesco in un'edizione fuori commercio. H. Proctor,
Hamburg 19, Alardusstrasse 6).

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA 3*5

APPENDICE II.

LE EDIZIONI DELL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA

I tali a

1. Iconologia | overo | Descrittione | Dell'imagini Universale | Cavate D


| Et Da Altri Luoghi | Da Cesare Ripa Perugino, j Opera Non Meno
necessaria à Poeti, Pittori, et Scultori, per J rappresentare le virtù, viti
passioni humane. | In Roma: | Per gli Heredi di Gio. Gigliotti. | MDX
2. Iconologia j overo | Descrittione | Delle Itìagini universali, | Cavate d
Medaglie antiche, e da buonissimi Auttori Greci, e Latini: | Di Cesar
gino. I Opera utilissima, e necessaria à gli Historici, Poeti, e à desi | der
dere l'occulta Sapientia degli antichi, j
In Milano. | appresso Girolamo Bordone e Pietro Mar | tire Locam
MDCII. I 8°.
Dopo l'edizione Roma 1603 tutte le edizioni sono illustrate.
3. Iconologia | overo | Descrittione Di Diverse Imagini | cavate dall'an
propria inventione, | Trovate e dichiarate | Da Cesare Ripa | Perugin
de Santi Mauritio e Lazaro | Di nuovo revista, e dal medesimo ampli
più Imagini | Et di Figure d'intaglio adornata. | Opera | Non meno
cessaria a Poeti I Pittori, Scultori, et altri, per rappre j sentare le V
Affetti, I e Passioni Humane. |
In Roma: | Appresso Lepido Facij. MDCIII. 40.
4. Padua: per Pietro Paolo Tozzi. 1611, 40.
5. Siena: Appresso gli Heredi di Matteo Fiorimi. 1613, 40.
6. Padua: Per Pietro Paolo Tozzi. 1618, 40.
7. Parma: 1620 40. 3 voi.
Le edizioni seguenti contengono la nota « Ampliata dal Sig. Gio. Zaratino Castellini ».
8. Padua: Per Pietro Paolo Tozzi. 1625, 40, 3 voi.
9. Padua : Per Donato Pasquardi, 1630, 8°, 3 voi.
10. Venetia: Per Cristoforo Tomasini. 1645, 8°, 3 voi.
11. Venetia: Presso Nicolò Pezzana. 1667, 8°, 3 voi.
12. Perugia: Per Piergiovanni Costantini. 1764-1767, 40, 5 Voi. « Accresciuta d'imagine
e d'annotazioni da Cesare Orlandi».

Germania

13. Des Beriihmten Italiànischen Ritters, Caesaris Ripae, allerley


schaften, dienlicher Sinnbildern und Gedanken, welchen jedes
taugliche Historia oder Gleichnis, beygefüget....
Ed. Joh. Georg Hertel, in Augspurg (Senza indicazionfc-di-áé
14. Frankfurt.: Wilhelm Serlìn. 1669-1670, 4°, 2 Voi.
15. Der Kunst Gôttin Minerva Liebreiche Entdeckung Wie die Vir
und Laster und was die vier Elementa begrifEen.... Kunst-màssi
vorstellen sollen... Aus des berümten Italiáners Ripa Anleit
Übersetzet.
Augsburg: Auf Unkosten Kroniger und Gobels Erben. 1704, 8°. (13 incisioni
su rame in forma di medaglione su una pagina dà una parte).

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326 ERNA MANDOWSKY

16. Cesar Ripa. Iconologia, oder Bildersprache, in K.


Nürnberg, 1732, 4°.

In g h il terra

Manoscritti inglesi

17. Iconologia (Moral Emblems) wherein are expressed various Images of Virtues, etc
beautifully written in a neat upright hand on 408 leaves, averaging 30 lines to a
page, old etched front, and over 300 small etchings by J. Kip after G. G. Z. Ca
stellini inserted, and anonymous translation of 1630, in 3 vols.; Sm. folio; half
calf gilt. English XVII cent.
Dal catalogo No. 169 del libraio Last (Bromley, Kent), maggio 1931 No. 164
del cat. (Indicazione del Prof. Mario Praz, Roma).
18. Iconologia orHieroglyphical figures of Cesare Ripa, knight of Perugia, where in
general is treated of divers formes with their ground rules.
Ms. Brit. Mus. Cod. Add. 23191.
Con schizzi a penna del XVIII secolo. Traduzione inglese dell'edizione italiana:
Venezia, 1669.
Libri stampati

19. Iconologia or Moral Ertiblems by Caesar Ripa wherein are express'd Various Images
of Virtues, Vices, Passions, Arts, Humours, Eléments and Celestial Bodies; As
designer by The Ancient, Egyptians, Greeks, Romans and Modem Italians : useful
For Orators, Poets, Painters, Sculptors, and áll Lovers of Ingenuity : Illustrated
with Three Hundred Twenty-six Humane Figures, with their Explanations ; Newly
designed and engraved on Copper by J. Fuller, Printer, and other Masters.
By the Care and at the. Charge of P. Tempest.
London. Printed by Benj Motte. 1709, 4°.
20. Iconology, or, A Collection of Emblematical Figures, moral and instructive
selected and composed from the most approved emblematical Représentations of the
ancient Egyptians, Greeks and Romans, and from the Compositions of Cavaliere
Cesare Ripa, Perugino, by George Richardson.
21. London, printer for the Author, 1777, 4°
22. London, printed for the Author, 1778-1779; fol. 2 Vol.
23. London, printed for the Author, 1785, 40, 2 Voi.

Francia

24. Iconologia, ou nouvelle Explication de plusieurs Images, Em


Hyerogliphiques des Vertusp des Vices, des Arts, des Sc
relles, des Humeurs différentes, des Passions humaines, etc.
Tirée des Recherches et des Figures de Cesar Ripa, moralisé
l'Académie Françoise.
A Paris,. 1636.
25. A Paris: Mathieu Guillemot, 1644 fol.
26. A Paris, 1667, 40.
27. A Paris, 1677, 4°, 2 Vol.
28. A Paris. Laurent d'Houry. 1681, 40, 2 Vol.
29. Iconologie ou la Science des Emblèmes, Devises, etc En
grand nombre de Figures tirées la plupart de Cesar Ripa
Adrian Braakman 1698, 120, 2 Vol.

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RICERCHE INTORNO ALL'ICONOLOGIA DI CESARE RIPA 327

Olanda

30. Iconologia of uytbeeldingen des Verstands : van Cesare


rijckt met veele Beeldnissen en geestige geleerde overw
Zara tino Castellini Romano uyt het Italiano vertaelt door
Te Amsterdam: Dirck Pietersz Pers 1644, 4°.
31. Iconologia of uitbeeldingh des verstands: van Cesare
werk zeer dienstig voor Redenaars, Poeten, Schilders, Beel
alle andere Konstbemindjers en liefhebbers der geleer
schappen en insonderheid-voor de leergierige jeugd. Verbe
met nutte en stichteljike vaerzen. 2* druck.
Te Amsterdam; 1699, 8°.
32. Te Amsterdam, 1700.
33. Tafereel van overdeftige Zinnbeelden, gemaelt naer de de
moetsdriften der Menschen, straffen Gods en zegeningen
Cesare Ripa.... en nu door Petrus Zanusliefer... Met kopere
Te Amsterdam, 1722, 40, 70 fig.
34. Werelttoneel (Het grot natuur - en zedekundigh) of W
1200 aeloude egiptische, grieksche en romeinsche zinnebee
vervatt. eene uitbeelding en beschrijving van alle deugden
hoofstoffen hemellichten, enz. uit de schriften van Ripa,
getrokken, in alphabet, orde gebragt; enz. met aenmerking
door Een'ervaren tael-en outheitkundigen, enz. door H.
gebragt en achter verscheide zinnebeejden dichtkundige to
fraeye kunstplaten.
Te Delft, Reinier Boitet. 1743-1750, fol., 3 Vol.
Erna Mandowsky.

Livres inconnus des Bibliographes

Note au no. 84 de cette rubrique. Voir La Bibliofilia XXXIX


84 Gerson Joannes. De imitatione Christi. S. 1. & d. In-160

Nous venons de recevoir la notice d'un très distingué bibliophile anglais qu


édition de l'Imitatio Christi de Thomas a Kempis que nous avons décrite dans
filia XXXIX, page 294 comme inconnue se trouve citée dans l'essai bibliograph
De Backer sur le livre de Imitatione Christi. 1864. Nous nous empressons de r
notre erreur de ne pas avoir consulté cette publication avant d'avoir inséré notre
de ce petit rarissime volume et de remercier l'aimable bibliophile anglais (qui
pas être nommé) de son érudite correction que nous allons publier1. De Backer l
jamais vu un exemplaire de cette édition; il en cite la description d'après celle d
Barthélémi Veratti, professeur à la faculté de droit à Modène, dans ses disqui
logiche e antiche intorno all'autore del libro de Imitatione Christi, Modena, Ere
1857, où il se trouve à la fin (page 80) un saggio di bibliografia Gersoniana. L
parle guère que d'une cinquantaine d'éditions et place la nôtre parmi les éditio

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