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III

(204)

EDIZIONI SPOLIA
ROMA
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SOMMARIO

EMILIANO BERTIN
I tre volgarizzamenti dell’Eneide in compendio: caratteristiche
e rapporti tra i testi secondo le testimonianze antiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5

LUCA MAZZONI
Ancora sugli epitafi danteschi. II. Censimento dei manoscritti . . . . . . . . . . . . . . . 37

MARCO GIOLA
Esercizio su un trittico di sonetti trecenteschi ad argomento bonifaciano . . . . . . . 63

FRANCES MUECKE
From Pomponio Leto to Pietro Marso: reading Silius Italicus at Rome
in the fifteenth century . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85

ANTONELLA DEJURE
I Dolori mentali di Gesù nella sua Passione di Camilla Battista da Varano
nei codici delle Clarisse dell’osservanza del primo Cinquecento . . . . . . . . . . . . . .9

EDOARDO BARBIERI
Una miscellanea cinquecentesca di varia rimeria e i suoi antichi possessori . . . . 57

PAOLO M.G. MAINO


Pratica filologica e linguistica di Lionardo Salviati:
esempi dagli Ammaestramenti degli antichi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 97

CLAUDIA GALLUZZI
Per la storia editoriale de Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov:
documenti inediti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 285
Indice dei nomi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32

Indice dei manoscritti e dei documenti d’archivio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .33

Indice delle tavole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 336


ANTONELLA DEJURE*

I DOLORI MENTALI DI GESÙ NELLA SUA PASSIONE DI CAMILLA


BATTISTA DA VARANO NEI CODICI DELLE CLARISSE
DELL’OSSERVANZA DEL PRIMO CINQUECENTO

THE DOLORI MENTALI DI GESÙ NELLA SUA PASSIONE


BY CAMILLA BATTISTA DA VARANO IN THE CODES OF
THE POOR CLARES OF THE OBSERVANCE IN THE EARLY
SIXTEENTH CENTURY

Abstract
Between the fifteenth and the sixteenth centuries the monasteries of the Poor Clares became places where
the nuns wrote, studied, transcribed texts and translated them from Latin into Italian. Among the most
representative texts of this literary production there are the Dolori mentali di Gesù nella sua Passione, a work
written in 488 by the Poor Clare Camilla Battista da Varano and copied in the scriptoria of some of the
leading centres of the observant reform among the Poor Clares. Philologically comparing the manuscripts
made within the cloisters, the examination of the variations demonstrates the programmatic selection and
linguistic homogenization, through which the Poor Clares were able to engage the Dolori mentali in the
highest and most established Franciscan literature.

Keywords
Poor Clares; scriptoria; Camilla Battista da Varano.

. Lo studio dell’azione culturale promossa ed esercitata in Italia tra XV e


XVI secolo dal movimento dell’Osservanza francescana femminile ha regi-
strato nell’ultimo decennio un notevole incremento, grazie anche alla conver-
genza di interessi storici, linguistici e filologici. Ciò ha permesso di riesamina-
re da nuove prospettive l’ampia e variegata produzione letteraria nata all’inter-
no dei monasteri delle clarisse de Observantia, produzione che, per il suo pro-
fondo legame con la cultura umanistica coeva, induce a mettere ancora una
volta in discussione la storica «antinomia secondo la quale la cultura umani-

* Istituto storico italiano per il medio evo; fonda gratitudine per il percorso di formazione cul-
antonelladejure@libero.it. In questo articolo viene turale e per l’arricchimento umano ricevuti.
presentata una prima parte del lavoro di ricerca svol-  Si vedano in primo luogo i contributi raccol-
to negli anni 200-203 presso il Centro Universita- ti nei volumi MESSA - SCANDELLA 2007; MESSA -
rio Cattolico (CUC) della Conferenza Episcopale SCANDELLA - SENSI 2009a; MESSA - SCANDELLA -
Italiana. Al CUC desidero esprimere la mia più pro- SENSI 2009b.

8 III · 204


ANTONELLA DEJURE

stica e la cultura monastica sarebbero state i due poli opposti e inconciliabili


dell’autunno del Medioevo».2
Le clarisse – oltre ad essere conoscitrici di letteratura sacra e profana, spes-
so competenti di musica e di pittura, e talora autrici esse stesse di cronache, di
poesie e di autobiografie –, a partire dai primi decenni del Quattrocento di-
mostrano di portare avanti un preciso programma di rinnovamento culturale,
non disgiunto dalle esigenze e dai significati della riforma spirituale promossa
dall’Ordine, anzi ad essi fortemente intrecciato.
L’attenzione mostrata dalle monache verso la cultura patristica e lo studio
filologico della tradizione testuale francescana, ma anche verso la grammati-
ca e la retorica, lo studio del latino e soprattutto verso l’impiego del volgare,
si traduce nella realizzazione di biblioteche e in particolare di scriptoria, veri
e propri centri di produzione libraria, dove le clarisse lavoravano alacremente
copiando e volgarizzando testi, che, attraverso il circuito dei numerosi mona-
steri dell’Osservanza francescana femminile, si diffondevano per l’intera pe-
nisola italiana, in modo da garantire una sostanziale omogeneità di letture al-
l’interno dei chiostri.3
Ma l’aspetto più interessante, almeno per quanto riguarda il versante storico-
linguistico, è che le clarisse, provenendo il più delle volte in questa fase dal-
l’aristocrazia cittadina e dalle corti signorili, così come trasferiscono nei mo-
nasteri la cultura e l’educazione umanistiche ricevute in quegli ambienti,4 ana-
logamente tendono a consegnare i propri scritti al volgare appreso negli an-
ni della formazione giovanile;5 un volgare che, riflettendo le diverse esperienze
linguistiche che andavano maturando nelle corti italiane del tempo, si presen-
ta talora come una lingua «in complessa tensione tra il modello fiorentino let-
terario delle Tre Corone e le molte lingue locali dell’umanesimo cortigiano».6
La valutazione della fisionomia linguistica di queste scritture ha permesso
quindi non solo di ricostruire le complesse vicende intellettuali spesso nasco-
ste dietro i singoli testi,7 ma anche di far emergere come la scelta del volgare ri-

2 DALARUN 2009, p. 2. 6 BERTINI MALGARINI - CARIA - VIGNUZZI


3 Sulla sostanziale ripetitività dei titoli presen- 2007-, p. 328.
ti negli inventari librari dei monasteri delle claris- 7 Sul piano storico-culturale, tra gli esempi più
se dell’Osservanza tra Quattro e Cinquecento cfr. rappresentativi, sono da richiamare due prodotti il-
COMPARE 2002, p. 83. lustri della tradizione dell’Osservanza francesca-
4 Cfr. ZARRI 990, pp. 40-4; BARTOLOMEI RO- na femminile del XV secolo: la Legenda della bea-
MAGNOLI 2005, pp. 69-8. ta Eustochia, indagata nelle sue articolate vicende di
5 Cfr. VAUCHEZ 2009, p. 99. trasmissione e di stratigrafia linguistica fra Sicilia e

82
I Dolori mentali di Gesù nella sua Passione di Camilla Battista da Varano

sponda il più delle volte a modalità che «appaiono molto diverse dalla dialetti-
ca tra modello toscano, idioma locale e filtro della koinè che è valida per l’ana-
lisi di tanti testi letterari e documentari quattrocenteschi»:8 si tratta di moda-
lità che andranno sempre interpretate alla luce di quella “rete” istituzionale e
culturale che, al di là delle dislocazioni territoriali, costituisce la forza di coe-
sione e la caratteristica costitutiva di tutto il movimento dell’Osservanza fran-
cescana.9
All’interno di questa vasta, e ancora in gran parte da indagare, produzio-
ne in volgare, nata e diffusa lungo il canale dei monasteri femminili, si inten-
de proporre come caso esemplificativo quello dei Dolori mentali di Gesù nella
sua Passione,0 opera scritta nel 488 dalla clarissa marchigiana Camilla Batti-
sta da Varano e copiata, nella prima metà del Cinquecento, negli scriptoria di
alcuni dei centri propulsivi della riforma osservante tra le clarisse: i monasteri
del Corpus Domini di Bologna, di Santa Chiara Novella di Firenze e di Santa
Maria di Monteluce di Perugia.

2. I Dolori mentali, considerati come le «pagine più profonde e potenti della


letteratura religiosa italiana» del Quattrocento,2 si pongono nel solco della più
alta spiritualità francescana, in cui il concetto della vastità del dolore interio-
re provato da Cristo durante la Passione e l’indagine dei motivi da cui scaturì
l’eccesso di tale dolore erano stati oggetto di una particolare analisi già a parti-
re dalla letteratura due-trecentesca, diventando poi nel XV secolo uno dei ful-
cri dell’oratoria sacra dell’Osservanza.3 Rispetto ai modelli lo scritto della Va-
rano assume tuttavia un ruolo di assoluta originalità sia per la capacità dell’au-
trice di penetrare i misteri escatologici, senza mai limitarsi a un’effusiva com-
passione per le sofferenze della Croce, sia per quel tratto che «non è solo di

Umbria da Francesco Bruni (BRUNI 983), e la tra- 9 Sul concetto di “rete” cfr. DALARUN 2007, pp.
duzione in volgare del noto Liber Specialis Gratiae di 95-97.
Matilde di Helfta, opera largamente diffusa e tra- 0 Da ora in poi l’opera sarà sempre indicata nella
dotta nell’Europa medievale centro-settentrionale, forma abbreviata di Dolori mentali.
ma volgarizzata in area romanza per la prima vol-  Su questa importante figura del Francescanesi-
ta dalle clarisse umbre (cfr. BERTINI MALGARINI - mo femminile vd. la voce Camilla Battista Varano in
VIGNUZZI 2008; BERTINI MALGARINI - CARIA - POZZI - LEONARDI 996, pp. 303-32; cfr. GATTUCCI
VIGNUZZI 2007-, pp. 297-302). 2007, e i diversi contributi raccolti in MESSA - RE-
8 BRUNI 983, p. 4. Sull’azione linguistica eserci- SCHIGLIAN - CLARISSE DI CAMERINO 200.
tata in Italia dall’Osservanza francescana nel Quat- 2 PETROCCHI 978, p. 78.
trocento cfr. inoltre BRUNI 993. 3 Cfr. NAPOLI 964, pp. 82-99.

83
ANTONELLA DEJURE

pietà, ma di arte».4 Grazie anche alla formazione culturale ricevuta in giovi-


nezza nella corte del padre – Giulio Cesare da Varano, signore di Camerino –
la clarissa dimostra di muoversi con disinvoltura e padronanza tanto nella rie-
laborazione delle fonti e nell’organizzazione interna del testo, quanto nell’uso
del volgare e nelle scelte lessicali e stilistiche.5
Nonostante il desiderio manifestato da Camilla Battista di evitare che la
sua opera oltrepassasse il pubblico delle «persone devotissime e spirituale»,6
i Dolori mentali ebbero una larga e immediata diffusione, travalicando rapi-
damente l’ambito monasteriale e raggiungendo ben presto, attraverso il cana-
le della stampa, un pubblico più ampio e variegato. L’opera della Varano sa-
rà tra le prime della letteratura religiosa femminile in volgare, insieme al Libro
della divina dottrina di Caterina da Siena e alle Sette armi spirituali di Caterina
Vigri, a essere presente nei cataloghi dei tipografi già a partire dagli ultimi de-
cenni del XV secolo.7 In realtà, come la quasi totalità delle scritture devote di
quel periodo, anche i Dolori mentali ebbero una trasmissione parallela: la cir-
colazione delle stampe si intreccia infatti con quella dei manoscritti che conti-
nuarono a moltiplicarsi per tutto il Cinquecento specie nell’ambito dei mona-
steri e, in genere, delle famiglie religiose.8

3. Nell’ampia e complessa tradizione testuale dell’opera9 i manoscritti ricon-


ducibili ai monasteri di clarisse sono senz’altro prova evidente del fatto che i
Dolori mentali si collocarono rapidamente tra quei testi «che finivano per co-
stituire dei veri e propri modelli di vita interiore»,20 in quanto favorivano la
meditazione e il nutrimento spirituale delle monache. Del resto, la stessa asso-
ciazione di opere con cui i Dolori mentali viaggiano nei codici clarissiani dimo-
stra come la Varano già dagli inizi del Cinquecento fosse avvertita come parte
integrante della spiritualità e della storia intellettuale dell’Ordine. Il deside-

4 STICCO 944, p. XX. noscono quindici nuovi testimoni, per un totale di


5 Per questi aspetti della scrittura di Camil- trentaquattro manoscritti, la cui mappa cronologica
la Battista da Varano si rimanda a BRESCHI 200; si snoda per lo più nell’arco che va dalla fine del XV
SERVENTI 200. Sulla produzione letteraria della agli inizi del XVII secolo. Per un primo sondaggio
Varano cfr. inoltre ZARRI 200; RESCHIGLIAN 203. mi permetto di rinviare a DEJURE 205. A breve ver-
6 DM, p. 69. rà pubblicato il censimento completo dei codici e
7 ZARRI 2004, p. 54. delle stampe dei Dolori mentali, nella prospettiva di
8 ZARRI 2009, p. 05. una nuova edizione critica dell’opera.
9 Rispetto all’importante e tuttora fondamenta- 20 BARTOLI 2005, p. 80.
le elenco pubblicato in BOCCANERA 957, oggi si co-

84
I Dolori mentali di Gesù nella sua Passione di Camilla Battista da Varano

rio quindi di inserire nelle biblioteche dei monasteri l’opera della clarissa mar-
chigiana sollecita le stesse consorelle ad una vivace attività di trascrizione e di
trasmissione del testo lungo la rete dell’Osservanza femminile.
Una delle più antiche copie dell’opera della Varano è infatti il ms. 3828 del-
la Biblioteca Casanatense di Roma (R),2 copiato intorno agli inizi del XVI se-
colo nell’importante monastero di Santa Maria di Monteluce di Perugia, sede
di un attivissimo scriptorium: la mano è senz’altro femminile ed è la stessa che
sempre intorno ai primi del Cinquecento trascrive nel monastero perugino lo
Specchio della perfettione humana dell’olandese Hendrick Herp.22
Sempre da Monteluce proviene poi il ms. A/60, attualmente conservato
a Roma presso la Curia generalizia dei frati Minori (R ).23 Il codice, databi-
le alla prima metà del XVI secolo, dimostra una notevole affinità, almeno in
una cospicua porzione, con la scrittura della clarissa che intorno al 560 redi-
ge la stessa cronaca del monastero, ovvero il prezioso Memoriale di Montelu-
ce.24 Nei due testimoni perugini i Dolori mentali sono accostati a testi come un
trattato sulla contemplazione di Bernardo di Chiaravalle, scritti di Bonaven-
tura e manifesti dell’Osservanza francescana femminile, tra cui il volgarizza-
mento della Regola di santa Chiara del 253.
Anche nel ms. Landau Finaly 25 della Biblioteca Nazionale Centrale di Fi-
renze (F),25 trascritto per ampie sezioni da suor Cherubina de Borgianni in-
torno alla prima metà del XVI secolo nel monastero di Santa Chiara Novel-
la di Firenze,26 l’opera della Varano è accompagnata da estratti di Agostino e
di Isidoro di Siviglia, da meditazioni di Ubertino da Casale e da sermoni di
Bernardino da Siena; né si dovrà tralasciare la presenza del volgarizzamento
del De quattuor virtutibus dello Pseudo-Seneca e dell’ampio corredo di poesie
in volgare, tra cui più che laudi spiccano terzine, ottave e sonetti esemplati sul
modello e sui temi del cosiddetto “Petrarca spirituale”.

2 Su questo ms. vd. BOCCANERA 957, pp. 26-62. nastero di Monteluce cfr. BALDELLI 95; NICOLINI
22 Questo ms. è purtroppo di copista ignota; at- 97; BALDELLI 992; NICOLINI 983; UMIKER 2009a;
tualmente è conservato presso la Biblioteca Comu- BERTINI MALGARINI - CARIA - VIGNUZZI 2007-.
nale di Perugia nel fondo delle Soppresse Corpo- 23 Su questo codice cfr. UMIKER 2009b, pp. 86-
razioni religiose (segnatura: BAP 027), nel quale è 87.
confluito gran parte dell’archivio del monastero di 24 UMIKER 2009b, p. 86.
Monteluce. Ringrazio Monica Benedetta Umiker 25 LAZZI - ROLIH SCARLINO 994, pp. 428-35;
per aver verificato l’identità tra le scritture dei due BOCCALI 2003, pp. 53-54; BOCCALI 200, pp. 279-80.
mss. perugini. Sui codici e sullo scriptorium del mo- 26 ZARRI 2004, p. 57.

85
ANTONELLA DEJURE

Alla famosa “bottega” del monastero bolognese del Corpus Domini,27 no-
ta per la creatività del suo artigianato librario, risale invece il ms. 374/9, oggi
conservato presso l’Archivio Arcivescovile di Bologna (B).28 La redazione del
codice si colloca nella prima metà del XVI secolo e si deve forse a suor Vitto-
ria Conti,29 più volte vicaria e abbadessa del monastero tra il 50 e il 556. A
differenza dei precedenti mss. clarissiani, l’esemplare bolognese si presenta co-
me una raccolta delle principali opere spirituali di Camilla Battista da Vara-
no: la Vita spirituale, ovvero l’autobiografia della clarissa marchigiana, i Dolori
mentali, la Preghiera a Dio e i Ricordi di Gesù.
Per il contenuto il codice bolognese è quello, tra i vari testimoni, che meglio
rispecchia il modello del più antico ms., finora conosciuto, che riporta gli scrit-
ti mistici e dottrinali della Varano, appunto la Vita spirituale, i Dolori menta-
li, la Preghiera a Dio e i Ricordi di Gesù. Questo codice, senza segnatura, è cu-
stodito ancora oggi dalle clarisse del monastero di Camerino (C), dove Ca-
milla Battista trascorse gran parte della vita. Il ms. fu copiato nello stesso mo-
nastero di Santa Chiara di Camerino dall’olivetano Antonio da Segovia, con
ogni probabilità tra il 492 e il 496, anni in cui questi era padre spirituale del-
la clarissa.30 Di notevole rilievo è il colofone del f. 84v, in cui il copista afferma
di aver avuto tra le mani proprio l’autografo della Varano:

Ego Antonius ispanus indignus monachus transcripsi praesentem librum ab originali


scripto manu praedicte sororis b. Baptiste de Varano cui me Deus misericorditer spirituali-
ter media caritate univit.

L’importanza di questo esemplare è perciò indiscutibile; e del resto essa era


già stata messa in luce da Giacomo Boccanera che per la sua edizione, pubbli-
cata nel 958, si serve esclusivamente di questo ms., da lui indicato come “apo-
grafo” dell’opera.3 È evidente, inoltre, che rispetto al complesso della tradizio-

27 SPANÒ MARTINELLI 986; GRAZIOSI 2004, pp. ottobre 64); l’altra è suor Vittoria Conti (data di
53-60. ingresso in monastero nel 500, professione nel 50,
28 Per la descrizione del ms. cfr. BOCCANERA 957, morta nel 556). Dal momento che il tipo di scrittu-
pp. 242-43. ra e la fattura del codice rimandano alla prima metà
29 Il nome di suor Vittoria si legge in una no- del XVI secolo, sembra più probabile che la nota sia
ta contenuta nel f. Iv. L’elenco delle suore del Cor- da riferirsi a quest’ultima.
pus Domini di Bologna, custodito presso l’archivio 30 Cfr. GATTUCCI 2007, pp. XXXIV-XXXV.
del monastero, rinvia a due diverse figure: la prima 3 BOCCANERA 958, p. XLV. L’edizione dei Dolori
è suor Vittoria Castelli Orlandi (data di ingresso in mentali curata da Giacomo Boccanera (DM) rimane
monastero nel 554, professione nel 555, morta il 3 ancora oggi l’unica edizione di riferimento.

86
I Dolori mentali di Gesù nella sua Passione di Camilla Battista da Varano

ne questo testimone assume una particolare autorevolezza anche per quanto


riguarda il problema della facies linguistica del testo, per la cui ricostruzione si
ha in questo caso la possibilità di aderire a un dato storico concretamente vici-
no a quello che fu il volgare di suor Battista.
In questo studio si vuole fornire un primo confronto filologico-linguisti-
co tra il ms. C, non di mano femminile ma proveniente dallo stesso entoura-
ge di Camilla Battista, e i codici dei Dolori mentali copiati dalle clarisse, al fine
di valutare le modalità con cui avvenne la ricezione del testo all’interno di una
rete di monasteri osservanti che, come si è visto, tocca Bologna, Firenze e Pe-
rugia.

4. Un primo aspetto da segnalare riguarda la variazione della struttura del


testo tra il ms. C e i quattro codici clarissiani. Nel ms. di Camerino i Dolori
mentali si articolano in sei parti: lettera di accompagno iniziale, dichiarazio-
ne ai lettori, otto capitoli contenenti gli otto dolori mentali, congedo ai lettori,
lettera alla badessa, seconda lettera di accompagno. Come per il tipo di ope-
re contenute, anche nella struttura del testo il ms. che si presenta più vicino a
C è quello realizzato nel monastero di Bologna (B), che ripropone nella stessa
sequenza le sei sezioni. Nei mss. F, R e R , invece, l’opera della Varano prende
avvio con la dichiarazione ai lettori, a cui fanno seguito gli otto capitoli con gli
otto dolori mentali, il congedo ai lettori e la lettera alla badessa:
Lettera Dichiarazione Esposizione Lettera Lettera Seconda lettera
di accompagno ai lettori degli otto dolori di congedo alla badessa di accompagno
mentali ai lettori suor Pacifica

C ff. 48v-49r f. 49v ff. 49v-69v f. 69v ff. 69v-70v ff. 7r-72v

B ff. 3r-v ff. 3v-32r ff. 32r-44r f. 44r ff. 44r-v ff. 45r-46r

F f. 50r ff. 50r-62v f. 62v ff. 62v-63r

R f. r ff. r-22r ff. 22r-v ff. 22v-23r

R f. 66v ff. 66v-86v f. 86v ff. 86v-87r

Questa variazione nell’articolazione del testo trova spiegazione nel fatto


che la Varano scrisse l’opera vera e propria, cioè gli otto capitoli con l’esposi-
zione dei Dolori mentali, nel 488, mentre le altre parti furono composte in un

87
ANTONELLA DEJURE

periodo che va dal 488 al 490.32 È plausibile allora ritenere che le sezioni po-
steriori possano rappresentare un diverso stadio dell’elaborazione dello scrit-
to della clarissa marchigiana, che probabilmente circolò sia in una versione più
ristretta, sia in una versione più ampia perché allargata nel paratesto.33

5. Al di là della differente struttura, i dati più interessanti si ricavano comun-


que dalla collazione dei testi. La distribuzione delle varianti sostanziali per-
mette in primo luogo di individuare una notevole convergenza tra le lezioni di
B, F, R e R  rispetto a quelle del ms. di Camerino:

C B F R R
l’amore che alla creatura lo amore che a Dio e a l’amore che a Dio et alla l’amore che a Dio e alla l’amore che ad Dio et alla
portai la creatura portai creatura portai creatura portai creatura portai
(f. 50r) (f. 32v) (f. 50v) (f. 2r) (f. 67v)
Et sopra queste cose Et qui sopra queste cose Et qui sopra queste cose Et qui sopra queste cose Et qui sopra queste cose
(f. 50v) (f. 32v) (f. 50v) (f. 2r) (f. 67v)
sappi che tanto aflige et sapi che tanto afflige et sappi che tanto accora sappi che tanto affligge sappi che tanto accora et
acora quelle anime la accora quelle anime et affligge quelle anime quelle anime tapine affligge quelle anime tapine
pena de questo mai mai tapine questo mai mai tapine questo mai mai questo mai mai questo mai mai
(ff. 52r-v) (f. 33v) (f. 52r) (f. 4r) (f. 69v)
nel mio core fine alla nel mio core infino a la nel mio core infino alla nel mio core fine alla nel mio core fine alla morte
morte provai morte portai morte portai morte portai portai
(f. 52v) (f. 34r) (f. 52r) (f. 4v) (f. 70r)
quante forono le pene quante furno le pene quante furono le pene quante forono le pene quante fuorono le pene che
che nel tuo core portasti che nel core portasti che nel core portasti che nel core portaste nel core portaste
(f. 5r) (f. 32v) (f. 5r) (f. 2v) (f. 68r)
disse quella amara disse quella amara et dixe quella amara et dixe quella amara et disse quella amara, dolorosa
parola dolorosa parola dolorosa parola dolorosa parola parola
(f. 62r) (f. 39v) (f. 57v) (f. 4v) (f. 79v)
ora solo intendo solo hora intendo solo hora intendo solo hora intendo solo hora intendo solo narrare
narrare delli dolori narrare de li mentali narrare degli mentali narrare delli mentali delli mentali dolori de
mentali de Cristo dolori de Cristo dolori di Cristo dolori de Cristo Cristo benedecto quello me
benedecto quella me benedecto, tacerò l’altro benedecto quello mi benedecto, quello me disse, de altro tacerò
disse, tacerò l’altro (f. 32v) disse, da altro tacerò dixe, de altro tacerò (f. 67v)
(f. 50v) (f. 50v) (f. 2r)

32 Cfr. BOCCANERA 958, pp. XXII-XXIII. toli contenenti gli otto dolori mentali, il congedo ai
33 Al riguardo si fa notare che la più antica stam- lettori e la lettera alla badessa. Per il problema del-
pa dei Dolori mentali, l’incunabolo realizzato con la variazione strutturale del testo nell’intera tradi-
ogni probabilità nella bottega veneziana del tipo- zione, sia manoscritta sia a stampa, e per la questio-
grafo Johann Emerich nel 488 (IGI 3525; JACOBSON ne della possibile esistenza di due diverse redazioni
SCHUTTE 983, p. 29), riporta soltanto gli otto capi- dell’opera si rimanda a DEJURE 205.

88
I Dolori mentali di Gesù nella sua Passione di Camilla Battista da Varano

Quest’ultimo caso è molto interessante, perché dimostra come nella tradi-


zione manoscritta clarissiana l’espediente narrativo della suora schermo, at-
traverso il quale nei Dolori mentali si snoda tutto il racconto delle sofferenze
del Signore,34 abbia costituito senz’altro un elemento problematico nella com-
prensione e nella trascrizione del testo: in luogo del quella riferito appunto al-
la suora schermo e attestato soltanto da C, B presenta un’omissione, mentre
F, R e R  accolgono una lectio facilior, riferendo il deittico al precedente Cristo
benedetto.
Per quanto riguarda i rapporti interni tra i codici provenienti dai monasteri
dell’Osservanza francescana femminile, alcune varianti comuni suggeriscono
una congruenza tra B e F,35 le cui lezioni si discostano da quelle dei due codi-
ci di Monteluce e si presentano, a seconda dei casi, ora coincidenti ora discor-
danti con la lezione del ms. di Camerino:

34 Il riferimento alla consorella che avrebbe rac- mente nel 49, Camilla Battista non esita a dichia-
contato a Camilla Battista la sua esperienza del- rare che la scrittura dei Dolori mentali le era deriva-
le sofferenze mentali del Signore si trova nella di- ta direttamente da una ispirazione divina: «Un dì,
chiarazione ai lettori: «Queste sonno certe devo- como me pusi in orazione, subito me fo ditto: – Va’,
tissime cose de li doluri mentali de Iesù Cristo be- e scrivi quelli duluri mentali della Passione, che tu
nedecto, li quali esso per sua pietà e gratia se de- sai. – Io me scusai e disse: – Segnore mio, non so
gnò comunicarli con una devota religiosa de l’ordi- pure como me comenzare, perché non voglio di-
ne nostro de sancta Chiara, la quale como piacque a re per ullo modo che queste cose siano mei. – Fo-
Dio li confe[re]cte co meco. Et io a utilità de l’ane- me ditto: – Comenza cusì: Fo una anima molto de-
me della passione de Cristo innamorate li refirisco siderosa de pascerse ecc. – E fome cusì ditato quan-
qui de socto in tal modo dicendo. Del primo dolo- to seria dui versi de un foglio. Io subito me levai et
re mentale de tucti li dapnati. Iesus - Maria - Cla- ubedì a tal comendamento. Tanto me abundava-
ra - Franciscus. Fo una anima molto desiderosa de no le parole, che mai bisognò che pensase che voliva
pascerse» (ms. C, f. 49v). Ma l’espediente narrativo dire» (VS, p. 60).
è svelato dalla stessa autrice nella lettera di accom- 35 Sono comunque da segnalare le numerose lezio-
pagno iniziale in cui si legge: «Questo che sequita ni singolari riportate sia da B sia da F: amplissimo
sonno quelli duluri mentali de Cristo benedecto, li mare (C, f. 50r; F, f. 50r; R, f. v; R , f. 67r ) - amaris-
quali ho dicto me fo comendato che io scrivese. Ma simo mare (B, f. 32r); volesse speculare la Trinità (C,
notate: io quando tornai qua a Camerino, alcuna f. 53r; F, f. 52r; R, f. 5r; R , f. 70v) - volesse specula-
volta diceva alcuna coseta con le sore mei di questi re la Divinità (B, f. 34r); bramo de morire, dolce vi-
doluri mentali, per loro et mia consolacione. E di- ta et amor mio (C, f. 50r; B, f. 32r; R, f. v; R , f. 67v)
civa che una sora de quelle da Urbino haviva confe- - bramo dimorare, dolce vita et amor mio (F, f. 50v);
rito con meco queste cose, a ciò esse non pensasse- ella se sentiva nel core tanta humilità (C, f. 66v; B, ff.
ro che fosse mia farina» (ms. C, f. 48v). Anche nel- 42r-v; R, f. 9r; R , f. 67r) - ella si sentiva nel core tut-
la sua autobiografia, meditata e scritta personal- ta humiliata (F, f. 60v).

89
ANTONELLA DEJURE

C B F R R
mandava voce, clamori et loco mandava voce mandava voce clamorose mandava voce, clamori et mandava voce, clamori et
pianti clamorose et pianti et pianti pianti pianti
(f. 66v) (f. 42v) (f. 60v) (f. 9v) (f. 84r)
quello sancto collegio, quello sancto collegio, quello sancto collegio, quello sancto collegio quello sancto collegio delli
colonne del celo, colonne del cielo colunne del cielo delli mei amati discipuli, miei amati discipuli,
(f. 6v) (f. 34r) (f. 57v) colopne del cielo colopne del cielo
(f. 4r) (f. 79r)

La valutazione dei rapporti tra i quattro codici clarissiani si complica ulterior-


mente se si considera che, nonostante l’ampia corrispondenza di lezioni tra i
due codici perugini (R e R ), anche tra questi ultimi non mancano divergenze
significative:
C B F R R
he più grave un modo è più grave uno modo è più grave uno modo è più grave uno modo è più grave uno modo che
che l’altro e un peccato che l’altro, così nel che l’altro, così nello che l’altro, cusì nello l’altro e uno peccato è più
che l’altro, cusì nel disiungere disiungere disiungere grave che l’altro, così nello
disgiungere (f. 33r) (f. 5r) (ff. 3r-v) desgiungere
(f. 5v) (f. 69r)
chi la buctasse nel foco chi la gitasse nel foco chi la gittassi nel fuoco chi la buttasse nel focho chi la gittasse ne lo focho
(f. 53v) (f. 34v) (f. 52v) (f. 5v) (f. 7r)

Benché i codici realizzati dalle clarisse siano certamente da sottoporre a ul-


teriore indagine e non possano essere inquadrati sul piano genealogico se non
attraverso un esame dell’intera tradizione dei Dolori mentali – sia manoscritta
sia a stampa –, già da questo primo sondaggio emerge un quadro molto mos-
so, in cui la valutazione dei rapporti di connessione esistenti tra i testimoni
suggerisce un passaggio non diretto del testo dall’ambiente claustrale d’origine
agli altri monasteri dell’Osservanza francescana femminile. La trasmissione
dell’opera della Varano sembra così svilupparsi secondo linee complesse, che
non escludono, accanto ai consueti meccanismi di corruttela propri della co-
pia, fenomeni di contaminazione.

6. Le modalità attraverso cui i Dolori mentali sono trasmessi dai codici cla-
rissiani si legano intrinsecamente alle questioni di carattere linguistico. An-
che nel considerare gli aspetti formali non si potrà prescindere dal confron-

90
I Dolori mentali di Gesù nella sua Passione di Camilla Battista da Varano

to con il ms. C: questo testimone – come si è detto – fu copiato nel monaste-


ro di Camerino dal padre spirituale della Varano, l’olivetano Antonio da Se-
govia che, con molta probabilità, ebbe tra le mani lo stesso originale scritto
da Camilla Battista. Del resto, la preziosa documentazione autografa lascia-
ta dalla clarissa nel racconto agiografico intitolato Il felice transito del beato Pie-
tro da Mogliano36 (49) permette di verificare il mantenimento in C degli stes-
si tratti fono-morfologici che contraddistinguono il volgare della suora mar-
chigiana: metafonesi delle medio-alte, specie per -i finale (capilli, duluri, letturi,
milliuni, surdi); assenza di dittongamento toscano (core, mele ‘miele’, foco, sora,
poi ‘puoi’); assenza di anafonesi (conseglio e anche fengendo, ponto); quasi gene-
rale conservazione di e atona non finale del latino volgare (aneme, lacreme, ver-
gene, segnore, ma anche, per condizionamento del latino, anima, misura, simi-
le, umile); chiusura della o protonica e postonica in u (cusì e, sul modello lati-
no, dulcissima, voluntà, discipulo, miraculi, populo); mantenimento della conso-
nante sorda (lacreme, loco, matre, sequita); conservazione di J (iudaico, iniuriato,
iusticia); scempiamenti e geminazioni improprie, soprattutto sul piano grafi-
co (graveça, tenereça, fosero e di contro dolluri, simille). Infine, tra i tratti salien-
ti, vanno segnalati l’esito non dissimilato in venenosa ‘velenosa’, il betacismo in
parbe ‘parve’ e la tendenza all’uso della prostesi di e in casi come esventurata o
esperasseno. Uno degli aspetti fono-morfologici che meglio conferma l’iden-
tità tra la facies linguistica di C e il volgare della Varano, così come è attesta-
to dal suo scritto autografo, è poi la presenza nel codice di Camerino di alcuni
settentrionalismi,37 tra cui lo scambio, forse solo grafico, tra -ci- e -ti- (desgiun-
cione, influencia, stracii) e le frequenti assibilazioni (baserai, calzo ‘calcio’, nasiva
‘nasceva’).

36 Per il testo si rimanda all’edizione di Adriano Camilla Battista visse nel monastero delle clarisse
Gattucci (FT); per lo studio linguistico dell’auto- di Urbino dal 48 al 484 e tra i predicatori a lei più
grafo cfr. DEJURE 200. vicini ci furono anche i frati Pacifico e Francesco da
37 Questi esiti (grafici e fonetici) settentrionali, Urbino; né si dovrà dimenticare che, come nel pe-
largamente attestati negli autografi della Varano e riodo della giovinezza a corte, anche dietro le gra-
mantenuti nel testo dei Dolori mentali trasmesso da te la Varano mantenne legami col prestigioso centro
C, sono penetrati con molta probabilità nel volgare della cultura umanistica: si pensi che una delle ope-
della clarissa attraverso il contatto con la varietà so- re più importanti di Camilla Battista, Il felice transi-
ciolinguisticamente più prestigiosa del Quattrocen- to del beato Pietro da Mogliano, era dedicata e desti-
to marchigiano, l’urbinate, in quel periodo sempre nata a Elisabetta Gonzaga Montefeltro, duchessa di
più attratto dal polo linguistico romagnolo (sulla Urbino (cfr. GATTUCCI 2007, pp. XL-LXXIV).
questione cfr. BRESCHI 986, p. 99). D’altro canto

9
ANTONELLA DEJURE

Se quindi il ms. copiato dal monaco olivetano mostra nel complesso una so-
stanziale fedeltà alla lingua di Camilla Battista – una lingua levigata, ma pur
sempre «screziata da un lieve spolverio di patinatura locale» –,38 i quattro co-
dici trascritti dalle clarisse, benché cronologicamente di poco posteriori a C,
presentano una lingua molto più livellata in direzione tosco-letteraria, in cui i
tratti locali sono minimi, o sempre molto sfumati nel quadro di una diffusa al-
lotropia. Sulla base di alcuni fenomeni fono-morfologici è possibile comunque
individuare le peculiarità linguistiche di ciascun testimone clarissiano.
Nei mss. provenienti dal monastero umbro di Monteluce (R, R ), spiccano,
ad esempio, alcuni tratti che rinviano al volgare letterario tre-quattrocentesco
di Perugia, come la presenza di sonno per la 3ª pl. del presente indicativo del
verbo essere, o l’uso di que ‘che, quale’ come aggettivo interrogativo indiretto:39
C B F R R
innumerabile et infinite innumerabile et infinite innumerabile et infinite inumerabile et infinite innumerabile et infinite
sono l’anime sono l’anime sono le anime sonno le anime sonno l’anime
(f. 5r) (f. 32v) (f. 5r) (f. 2v) (f. 68r)
tucti li modi che forono, in tutti li modi che tutti gli modi che tucti li modi che forono, tucti li modi che fuorono,
sono et essere debiano furno, sono et serano furono, sono e essere sonno et seronno et sonno e che debbono essere
(f. 52r) (f. 33v) debono essere debbono (f. 69v)
(f. 5v) (f. 4r)
Or pensa che martirio Or pensa che martirio Or pensa che martirio Or pensa que martirio Or pensa que martirio fu el
fo el mio fu il mio fu el mio fo el mio mio
(f. 5r) (f. 33r) (f. 5r) (f. 3r) (f. 68v)
se non chi el prova che se non ch’el prova che se non chi lo pruova che se non chi ’l prova que se non chi lo prova que
dolore he recevere ogne dolore è ricevere ogni dolore è ricevere ogni dolore è recevere ogni dolore è recevere ogni male
male male male male (f. 83v)
(f. 66r) (f. 42r) (f. 60r) (f. 8v)

Particolarmente interessante è poi la facies linguistica di F, in cui la tipologia


del volgare sembra oscillare tra i due stadi del fiorentino, rimandando per al-
cuni aspetti alla fase trecentesca, ma accogliendo altrove tratti appartenenti
all’uso del cosiddetto fiorentino “argenteo”. Costante, ad esempio, il manteni-
mento del dittongo ie/uo dopo consonante + r e del condizionale in -ei/-ebbe,
di contro al tipo in -ia, maggiormente diffuso nel fiorentino quattrocentesco:40

38 BRESCHI 994, p. 488. 996, pp. 27-28.


39 Per i fenomeni segnalati cfr. UGOLINI 963-64, 40 MANNI 979, pp. 20-22, 55.
pp. 284, 296; AGOSTINI 968, p. 75; MATTESINI

92
I Dolori mentali di Gesù nella sua Passione di Camilla Battista da Varano

C B F R R
Segnore, io te prego Signore, io ti prego O Signore mio, io ti O Signore mio, io te O Signore, io te prego
(f. 50r) (f. 32r) priego prego (f. 67r)
(f. 50v) (f. v)
non lo sa, figliola mia, non lo sa, figliola mia, non lo sa, figliuola mia, nol sa, figliola mia, se non lo sa, figliola mia, se
se non chi el prova se non ch’ el prova se non chi lo pruova non chi ’l prova non chi lo prova
(f. 66r) (f. 42r) (f. 60r) (f. 8v) (f. 83v)
se lle volesse scrivere se le volesse scrivere se le volessi scrivere si le volesse scrivere se le volesse scrivere seria
seria una longa cosa seria una lunga cosa sarebbe una lunga cosa seria una longa cosa una longa cosa
(f. 50v) (f. 32v) (f. 50v) (f. 2r) (f. 67v)
Segnore mio, como te Signor mio, como te Signore mio, come ti Signore mio, como te Signore mio, como te
porria regraciare poria ringratiare potrei io ringratiare poderia io regratiare porria io regratiare
(f. 66v) (f. 42v) (f. 60v) (f. 9v) (f. 84r)

Altrove, però, l’esito più antico convive con quello più recente, come nel caso
sotto riportato, in cui accanto al condizionale in -ei è attestato l’uso della 3ª
sg. in -i del congiuntivo imperfetto, tratto tipico del fiorentino del Quattro-
cento:4
C B F R R
Vorria, Segnore mio, se Voria, Signor mio, se’l Vorrei, Signore mio, se Vorria, Signore mio, si Voria, Signore mio, se Te
Te piacesse sapere Ti piacesse sapere Ti piacessi sapere Te piace sapere piacesse sapere
(f. 53r) (f. 34r) (f. 52v) (f. 5r) (f. 70v)

Tra gli altri tratti quattrocenteschi riscontrabili in F, si registrano la 3ª pl. del


condizionale presente in -eno e il possessivo plurale maschile in -a:42
C B F R R
loro similiter vorriano loro similiter voriano loro similmente loro similiter vorrieno loro similmente vorrieno
mille et infinite pene mille et infinite volte vorrebbeno mille et mille et infinite volte mille et infinite volte
(f. 52v) (f. 33v) infinite volte (f. 4v) (f. 70r)
(f. 52r)
li soi amati et cari li soi amati et cari gli sua amati et cari li suoi amati et cari li suoi amati et cari
discipuli discipuli discepoli discipuli discipuli
(f. 6v) (f. 39r) (f. 47v) (f. 4r) (f. 79r)

4 MANNI 979, pp. 59-6. 42 MANNI 979, pp. 64, 3-35.

93
ANTONELLA DEJURE

Una più sistematica tendenza ad accogliere i tratti linguistici della tradizio-


ne tosco-letteraria si nota invece nel codice copiato nel monastero del Corpus
Domini bolognese. Risulta interessante, a tal proposito, l’uso dell’articolo de-
terminativo, la cui forma in il è attestata solo da B (ma non senza oscillazioni),
mentre lo stesso ms. F presenta el, tratto proprio del fiorentino quattrocente-
sco,43 forse anche condizionato da un possibile antigrafo di provenienza me-
diana; l’articolo el è inoltre costante in C e anche nei due codici perugini. Tra
le poche macchie locali presenti in B si segnalano, invece, solo alcune assibila-
zioni, forme del resto persistenti e assai comuni, anche sul piano più elevato,
nella lingua scritta settentrionale del Quattro-Cinquecento:44
C B F R R
Tanto fo el dolore Tanto fu il dolore Tanto fu el dolore Tanto fo grande el dolore Tanto fu el dolore
(f. 50v) (f. 32v) (f. 50v) (f. 2r) (f. 67v)
pare che se me pare che mi se liquefacia pare che si liquefaccia el pare che me se liquefaccia pare che me se liquefaccia
liquefacia el core il core core el core el core
(f. 53r) (f. 34r) (f. 52v) (f. 5r) (f. 70v)
al mio eterno patre al mio eterno patre al mio eterno padre al patre mio eterno fosse al mio eterno patre fusse
fosse piacciuto fusse piazuto fussi piaciuto piaciuto piaciuto
(f. 58r) (f. 37r) (f. 55v) (f. 0v) (f. 76r)

Ma l’aspetto più interessante che emerge da questo primo confronto delle va-
rianti formali è che l’impronta linguistica di C risulta costantemente livellata
dai quattro testimoni che provengono dai monasteri di clarisse in quei tratti
che, pur essendo propri del volgare della Varano, vengono percepiti come ele-
menti idiomatici troppo marcati. Così, nel caso della parola chiave “dolori”, i
codici B, F, R e R  non esitano a rifiutare la forma metafonetica in -u- del ms.
di Camerino:
C B F R R
introducta alli mentali introducta a li mentali introducta agli mentali introducta alli mentali li mentali dolori del mare
doluri del mare dolori del mare dolori del mare dolori del mare amarissimo dello affanato
amarissimo dello amarissimo de l’affanato amarissimo dello amarissimo dello suo core
afanato suo core suo core affannato suo core affannato suo core (f. 66v)
(f. 49v) (f. 32r) (f. 50r) (f. r)

43 MANNI 979, pp. 28-29. 44 Cfr. MENGALDO 963, pp. 9-94.

94
I Dolori mentali di Gesù nella sua Passione di Camilla Battista da Varano

la anegasse nel mare l’anegasse nel mare dei la annegassi nel mare l’anegasse nel mare delli la anegasse nel mare delli
delli soi mentalli doluri soi mental dolori degli sua mentali dolori suoi dolori mentali suoi mentali dolori
(f. 49v) (f. 32r) (f. 50r) (ff. r-v) (ff. 66v-67r)
seria stata consolacione seria stato de sarebbe stata seria stato consolatione seria stato consolatione che
che tucti li duluri soi consolatione che tutti li consolatione che tutti che tucti li dolori suoi tutti li dolori suoi fussoro
fosero retornati sopra dolori soi fussino gli dolori suoi fussino fossero retornati sopra ritornati sopra l’anima mia
l’anima mia ritornati sopra l’anima ritornati sopra l’anima l’anima mia (f. 76r)
(f. 58r) mia mia (f. 0v)
(f. 37r) (f. 55v)
Non più, Segnore mio, Non più, non più Non più, non più Non più, Signor mio, Non più, non più Signore
non me ne dire più delli Signore mio, non me Signore, non me ne dire non me dire più delli mio, non me ne dire più
dolluri de la tua dire più de li dolori de la più degli dolori della tua dolori della tua delli dolori della tua
benedicta matre tua benedecta matre madre benedecta benedecta matre benedecta matre
(f. 58v) (f. 37v) (f. 56r) (f. r) (f. 76v)

Nell’esempio seguente, oltre all’assenza della metafonesi nel deittico, è da no-


tare, sul piano della morfologia verbale, come un tratto tipico del volgare del-
la Varano presente in C, cioè la coincidenza nella coniugazione verbale della 3ª
pl. con la 3ª sg., non venga accolto dagli altri testimoni:45
C B F R R
Quisti me basta finché Questi mi bastano per Questi mi bastano finché Questi me bastano fine Questi me bastano fine che
so viva, se ben mille sin ch’io vivo, se ben so viva, se mille anni che so viva, si mille anni io so viva, se ben mille anni
anni vivesse mille anni vivesse vivesse vivesse vivesse
(f. 58v) (f. 37v) (f. 56r) (f. r) (f. 76v)

Dai codici clarissiani viene anche rifiutata la forma verbale del perfetto for-
te fecisti, in cui non si può escludere né la presenza della metafonesi, né il con-
guaglio della desinenza con quella della quarta classe:46
C B F R R
Tu fecisti lui tuo Tu facesti lui tuo Tu facesti lui tuo Tu facesti lui tuo Tu facesti lui tuo discipulo
discipulo discipulo discepolo discipulo (f. 84r)
(f. 66v) (f. 42v) (f. 60v) (f. 9v)

45 La mancanza di un morfema distinto per la 3ª pl. meno cfr. ROHLFS 966-69, §§ 532, 565, 568; BALDEL-
è un tratto morfologico che caratterizza i volgari me- LI 983, pp. 45-46; VIGNUZZI 975-76, II, pp. 83-85.
diani e in parte anche quelli settentrionali. Sul feno- 46 Cfr. VIGNUZZI 975-76, I, p. 45.

95
ANTONELLA DEJURE

Nell’ambito del vocalismo l’evoluzione di Ū > o, tratto diffuso nelle Marche


settentrionali e nell’Umbria per infiltrazione del tipo romagnolo,47 risulta as-
sente in B, F, R e R :
C B F R R
non seria sì doro core non seria sì duro core non sarebbe sì duro chuore non seria sì duro core non seria sì duro core
(f. 62r) (f. 39v) (f. 58r) (f. 4v) (f. 79v)

Per quanto riguarda il consonantismo, si nota che il betacismo e le numerose


assibilazioni,48 tratti propri del volgare di Camilla Battista, appaiono livellati
nei mss. copiati dalle clarisse:49
C B F R R
parbe a me che ’l core parve a me che ’l core parve a me che ’l core parve a me che ’l core parve ad me che ’l core
(f. 66r) (f. 42r) (f. 60r) (f. 8v) (f. 83v)
allora nasiva ne l’anima alhora nasceva ne allora nasceva nell’anima allora nasceva nell’anima allora nasceva nell’anima
sua un sancto desiderio l’anima sua uno sancto sua un sancto desiderio sua uno sancto sua uno sancto desiderio
(f. 52v) desiderio (f. 52r) desiderio (f. 70r)
(f. 42r) (f. 4v)
pareva a llei che simile pareva a lei che simile pareva a llei che simile pareva a llei che simele pareva a llei che simile
domanda li fosse dimanda li fusse piazuta domanda gli fussi domanda li fusse domanda li fusse piaciuta
piazuta non recresuta non rincresciuta piaciuta et non piaciuta et non non recresciuta
(f. 53r) (f. 34r) rincresciuta rencresciuta (f. 70v)
(f. 52v) (f. 5v)

Anche la tendenza alla prostesi di e-, senz’altro uno degli elementi distinti-
vi della lingua della clarissa marchigiana, è assente in B, F, R e R ; altrove poi
questi testimoni non esitano a ripristinare la forma piena là dove la Varano
preferisce la forma aferetica:
C B F R R
per rispecto della per rispecto de la per rispecto della per respecto della per rispecto della
grandeça et esmisorança grandeza et smisuranza grandeça et smisurança grandeçça et smesurança grandezza et smesuranza
dello amore de lo amore dello amore dello amore dello amore
(f. 50v) (f. 32v) (f. 50v) (f. 2r) (f. 67v)

47 Cfr. ROHLFS 966-69, §§ 29, 30, 37. 49 Tuttavia, com’era da attendersi, qualche forma
48 Vd. nota 37. con assibilazione si mantiene nel ms. bolognese.

96
I Dolori mentali di Gesù nella sua Passione di Camilla Battista da Varano

a pei sucti per mezo del a pedi assucti per mezo a ppiedi asciutti per a piedi assucti per ad piedi adsciucti per
roso mare del roso mare meço del mare roso meçço del mare roscio mezzo del mare roso
(f. 65v) (f. 4v) (f. 60r) (f. 8r) (f. 83r)

Da notare, infine, un tratto lessicale che, oltre a indicare – sul piano dei rap-
porti genealogici tra i codici – una separazione netta nell’ambito della tradi-
zione, risulta fondamentale per comprendere il processo di smunicipalizzazio-
ne linguistica che si realizza lungo il circuito dei monasteri di clarisse:
C B F R R
parbe a me che ’l core parve a me che ’l core parve a me che ’l core parve ad me che ’l core parve ad me che ’l core me
me eschiopasse me crepasse mi crepassi me crepasse crepasse
(f. 66r) (f. 42r) (f. 60r) (f. 8v) (f. 83v)

Rispetto a una voce come schioppare, dotata di una connotazione prettamen-


te popolare,50 i codici clarissiani introducono la forma crepare che, se pure ap-
partenente a uno stile sempre colloquiale ed espressivo, trova ampio riscon-
tro nei testi che circolavano nei monasteri. Il verbo crepare nel senso di ‘lace-
rarsi’5 e di ‘schiattare, scoppiare per aver raggiunto il limite di sopportazio-
ne in qualcosa’ è infatti attestato nel volgarizzamento degli Atti degli Aposto-
li e nello Specchio de’ peccati di Domenico Cavalca,52 così come, nell’accezione
di ‘aprirsi per pienezza o gonfiore, scoppiare’, la voce è presente nelle Prediche
di Giordano da Pisa:53 si tratta di scritti che il più delle volte rientravano nel
patrimonio librario delle clarisse,54 o che comunque erano ben noti a queste
donne grazie anche alla mediazione dei predicatori.55 Inoltre crepare riferito a
“cuore” è voce propriamente jacoponica,56 e quindi appartenente alla più alta e
consolidata linea letteraria francescana. Una scelta lessicale, dunque, che co-
stituisce un’interessante spia del processo di selezione e di omogeneizzazione
linguistiche che avveniva lungo il canale dei monasteri dell’Osservanza fran-

50 GDLI, s.v. schioppare, 2. 55 Per la questione del rapporto tra predicazio-


5 TLIO, s.v. crepare, 2.. ne e sviluppo della cultura monastica femminile in
52 TLIO, s.v. crepare, 3. volgare vd. KING 99, p. 20; cfr. inoltre LIBRANDI
53 TLIO, s.v. crepare, 2.2. 202, pp. 42-46.
54 Cfr. COMPARE 2002, pp. 82-94. 56 TLIO, s.v. crepare, 3..

97
ANTONELLA DEJURE

cescana femminile; processo che, tra Quattro e Cinquecento, sottende la co-


noscenza da parte delle clarisse di una complessa e variegata stratificazione di
testi, ai quali esse attingevano il loro repertorio linguistico e letterario di rife-
rimento.57

57 Sui libri e sulle letture delle monache tra Quat- COMPARE 2006, pp. 583-94.
tro e Cinquecento cfr. RUSCONI 2002, pp. 73-77;

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