C o l l a n a d i r e t t a d a A n g e l o R e l l a
gna
TRASMISSIONE DEL TESTO
DAL MEDIOEVO
ALL’ETÀ MODERNA
Leggere, copiare, pubblicare
a cura di
Andrea Piccardi
Szczecin 2012
I t a l i a n i s t i c a S e d i n e n s i s 3
C o l l a n a d i r e t t a d a A n g e l o R e l l a
Recenzent:
Stefano Pittaluga – Università degli Studi di Genova
In copertina - Okładka:
Aristoteles, De interpretatione, Firenze, eredi di Filippo Giunti, 1521,
pagina con postille marginali in latino, al testo greco, di mano di Benedetto Varchi
Firenze, Biblioteca Riccardiana, Stamp. 15826
ISBN 978-83-7518-498-3
978-83-7867-043-8
Druk i wydanie
volumina.pl Daniel Krzanowski
ul. Ks. Witolda 7-9, 71-063 Szczecin
tel. 91 812 09 08
e-mail: druk@printgroup.pl
Indice
PREFAZIONE IX
di Stefano Pittaluga
INTRODUZIONE XXII
di Andrea Piccardi
UN HERMAPHRODITUS CENSURATO:
L’EDIZIONE VENEZIANA DEL 1553 87
di Donatella Coppini
LEON BATTISTA ALBERTI LETTORE DELLA BIBBIA 117
di Andrea Piccardi
LA CORNICE E IL RITRATTO.
RIFLESSIONI ESTETICHE SULLA ‘SOGLIA’ DEI LIBRI 305
di Elisabetta Di Stefano
AUTORI 429
INDICI
a cura di Laura Saccardi
INDICE DEI MANOSCRITTI E DEI DOCUMENTI D’ARCHIVIO 441
INDICE DELLE STAMPE ANTICHE 447
INDICE DEI TIPOGRAFI E DEGLI EDITORI ANTICHI 449
INDICE DEI NOMI E DEI LUOGHI 453
INDICE DELLE TAVOLE 475
“LIBRI DOTTISSIMI” E COLTI POSSESSORI.
GENESI E PROVENIENZA DI UN DEMOSTENE
TRA UDINE E SKOKLOSTER
di Pia Carolla
1
La segnatura odierna mi è stata fornita dalla bibliotecaria di Skokloster, Elisabeth
Westin Berg, che non ringrazierò mai abbastanza per la squisita gentilezza e l’effi-
cienza con cui ha assistito le mie ricerche, sia in loco sia a distanza.
Questo articolo non sarebbe stato possibile senza la fattiva collaborazione di tanti bi-
bliotecari, tra i quali mi è caro ringraziare soprattutto Nicola Mantovani della Biblio-
teca del Seminario arcivescovile di Ferrara, Roberta Ribichini e Mauro Mocavini della
Biblioteca Vaticana, Stefano Trovato della Biblioteca Marciana di Venezia, Marina Ve-
nier e Livia Martinoli della Biblioteca nazionale centrale di Roma. Tra il personale del-
l’Archivio di Stato (Riksarkivet) di Stoccolma ringrazio, inoltre, in particolare Lena
Ånimmer (Person, släkt- och gårdsarkiv = Private Archives Department) e Claes Gej-
rot (Enhet Svenskt Diplomatarium = Swedish Diplomatic Department), oltre a tutti gli
assistenti di sala, per la proficua collaborazione iniziata nel 2007.
TRASMISSIONE DEL TESTO DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ MODERNA
Tra gli studiosi, mi sia consentito ringraziare di cuore anzitutto Andrea Piccardi, per
aver accolto il mio contributo nel presente volume; inoltre sono estremamente grata ad
Augusto Guida, per i suoi preziosi consigli sull’ambito culturale friulano, ed a Liliana
Cargnelutti, per la squisita disponibilità e la capacità di sintesi in un ambito storico la-
cunoso e complesso, ma anche interessante ed entusiasmante, come quello della di-
spersione di alcune biblioteche friulane di pregio. A Maria Jagoda Luzzatto e David
Speranzi va la mia gratitudine per alcune preziose consulenze.
Il manoscritto di Skokloster, catalogato sommariamente da Graux-Martin nella prima
e pionieristica selezione dei codici svedesi [CH. GRAUX-A. MARTIN, Notices sommaires des
manuscrits grecs de Suède, «Archives des Missions scientifiques et littéraires», s. III, XV
(1889), pp. 293-370: 367-368], appartiene al fondo del castello di Skokloster, i cui mano-
scritti si suppongono da tempo nell’Archivio di Stato di Stoccolma (Stockholm, Rik-
sarkivet); cfr. J.-M. OLIVIER, Répertoire des bibliothèques et des catalogues de manuscrits grecs
de Marcel Richard, Turnhout 19953 (Corpus Christianorum), p. 754; tuttavia alcuni di essi
sono in realtà rimasti (o tornati) a Skokloster e, in particolare, il codice demostenico vi
si trovava sia nel 1935, quando Pierre Costil lo indicava come “Skokloster (Suède), n. 2”
[PIERRE COSTIL, André Dudith, humaniste hongrois, 1533-1589: sa vie, son œuvre et ses ma-
nuscrits grecs, (Collection d’études anciennes publiée sous le patronage de l’Association
Guillaume Budé), Paris 1935, p. 256, n. 1], sia nel 1979, quando Dilts lo catalogava come
“Codex Brahé 2 (Sh), Skokloster, Sweden” [M.R. DILTS, Notes on Demosthenic Mss. con-
taining scholia, «Prometheus», V (1979), pp. 256-266, partic. p. 258 n. 7: “O. Jägerskiöld
of the Riksarkivet, Stockholm, kindly sent me a conspectus of the contents of this ms.
and verifies that it is in fact at Skokloster, contrary to the report of M. Richard”; il rife-
rimento è a M. RICHARD, Répertoire des bibliothèques et des catalogues de manuscrits grecs.
Supplément 1 (1958-1963), Paris 1964, p. 56]. Per una panoramica sui fondi del Riksarki-
vet cfr. la preziosa opera in svedese di INGEMAR CARLSSON, Riksarkivets beståndsöversikt.
Del 8.1-3. Enskilda arkiv: person-, släkt- och gårdsarkiv [Indagine sul patrimonio dell’Ar-
chivio di Stato. Parte 8.1-3. Archivi privati: archivi personali, familiari e patrimoniali],
bearbatad av Gun-Britt Aagård, Kerstin Abukhanfusa, Lars-Olof Skoglund, Lars-Olof
Welander, I-III (Skrifter utgivna av Svenska Riksarkivet 8), Stockholm 2006; in partico-
lare sulla collezione di Skokloster, dai nobili proprietari Brahe consegnata a Riksarkivet
nel 1929 e nel 1968 acquisita dallo Stato, si veda il vol. III, pp. 1116-1118.
2
Per il testo della dedica al proconsole di Costantinopoli del 352 si veda l’edizione di
R. FOERSTER: Libanius, Opera, Lipsiae 1915, VIII, pp. 600-607; si noti che il manoscritto
164
“LIBRI DOTTISSIMI” E COLTI POSSESSORI – P. Carolla
di Skokloster non figura nell’elenco dei 131 codici con gli argumenta Demosthenica di
Libanio collazionati da Foerster, cfr. pp. 575-597. Per la figura di Monzio Magno si
vedano A.H.M. JONES-J.R. MARTINDALE-J. MORRIS, The Prosopography of the Later Roman
Empire, I. A.D. 260-395, s.v. Montius Magnus 11, pp. 535-536; A.F. NORMAN, The library
of Libanius, RhMus, CVII (1974), pp. 158-175: 169. Per il valore pedagogico dell’intro-
duzione di Libanio a Demostene cfr. R. CRIBIORE, The school of Libanius in late antique
Antioch, Princeton 2007, p. 157.
3
Così Dilts, Notes (cit. n. 1), p. 258.
4
A mia conoscenza, l’unico ad occuparsi en passant del ms. Skokloster (dopo la cata-
logazione Graux-Martin) è Costil, André Dudith, (cit. n. 1), p. 256, n. 1. Egli si limita a
notare la particolarità della raccolta; per la sua impressione che si tratti di descriptus
si veda qui, infra, § 3 e n. 21. Basandosi su Costil e, in particolare, sulla sua inedita
dissertazione (P. COSTIL, Recherches sur la tradition manuscrite des Opera Rhetorica de
Denys d’Halicarnasse, Paris 1949), non menzionano il ms. Skokloster né l’edizione pa-
rigina di Germaine Aujac (Denys d’Halicarnasse, Opuscules Rhétoriques, tome II. Dé-
mosthène, texte établi et traduit par G. Aujac, Paris, Les Belles Lettres, 1988), pp. 34-36,
né lo studio di Sotera Fornaro sulla tradizione degli opuscula rhetorica di Dionigi [S.
FORNARO, Dionisio di Alicarnasso. Epistola a Pompeo Gemino, (Beiträge zur Altertum-
skunde 95) Leipzig 1997, pp. 23-27].
165
TRASMISSIONE DEL TESTO DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ MODERNA
5
Cfr. ad es. f. <182>r, dove ne rimane solo un rigo.
6
Poiché il codice è in-quarto, non è possibile misurare esattamente le dimensioni della
filigrana nella piegatura; inoltre non è visibile la contromarca, per quanto ho potuto
constatare. Comunque, il galero ha “cupola tonda” e misura 44 mm di larghezza e 23
di altezza dalla linea orizzontale del cappello alla sua sommità (escludendo dunque
tutta la parte delle filigrana sotto tale linea e, in particolare, le lunghe “code”). I pa-
ralleli più simili sono lo Chapeau di Briquet 3400 (attestato nell’anno 1488, Udine; esso
ha la medesima altezza ma è sensibilmente più stretto, con i suoi 40mm, e si presenta
a “cupola piana”; una var. sim. a 3400, secondo Briquet stesso, si trova a Vicenza, negli
anni 1487-92; cfr. E. BODEMANN, Xylographische und typographische incunabeln der köni-
glichen Öffentlichen bibliothek zu Hannover, Hannover 1866, n. 81 [Venezia 1488]; cfr. F.
ONGANIA, L’arte della stampa nel Rinascimento italiano, Venezia 1895-96, p. 85, n. 21 [Ve-
nezia 1490]) e il galero di Likhachev 3505 (aa. 1488, 1492, 1498), che ha 2 mm in più di
altezza ed 1 in più di larghezza ed è, anch’esso, “a cupola piana”.
166
“LIBRI DOTTISSIMI” E COLTI POSSESSORI – P. Carolla
7
Nel codice l’unico titolo recita: ἑτέρα ὑπόθεσι̋ τοῦ περὶ στεϕάνου.
8
D. SPERANZI, Giano Lascari e i suoi copisti. Gli oratori attici minori tra l’Athos e Firenze, «Me-
dioevo e Rinascimento», n.s., XXI (2010), pp. 337-377: in particolare, su Michele Suliardo,
si vedano le pp. 350-353; 361-367. Molto attesa l’annunciata monografia dello stesso au-
tore su Marco Musuro. Libri e scrittura, in corso di pubblicazione presso l’Accademia Na-
zionale dei Lincei, con un approfondimento quanto mai necessario sull’ἐργαστήριον di
Giano Lascari e sui copisti greci che vi si coinvolgono nel 1492-1494/5, tra cui Suliardo.
167
TRASMISSIONE DEL TESTO DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ MODERNA
9
Il ms. è datato 20 ottobre 1489, a Methone; la tavola del f. 3v si trova in RGK IC 286.
10
Per il Matritense 4612 si vedano le tavole di Michele Suliardo nell’Álbum de copistas de
manuscritos griegos en España, a cura di Felipe G. Hernández Muñoz e dei suoi collabo-
ratori dell’Università Complutense di Madrid. Seminario para el estudio de los manu-
scritos griegos en España (S.E.M.G.E.), cfr. http://www.ucm.es/info/copistas/
dib/letra169.png (f. 3v); http://www.ucm.es/info/copistas/dib/subsc169.png (f. 59v,
subscriptio).
168
“LIBRI DOTTISSIMI” E COLTI POSSESSORI – P. Carolla
169
TRASMISSIONE DEL TESTO DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ MODERNA
Cfr. ad es. P. ELEUTERI-P. CANART, Scrittura greca nell’Umanesimo italiano, Milano 1991,
11
170
“LIBRI DOTTISSIMI” E COLTI POSSESSORI – P. Carolla
12
Gli studi più approfonditi su Z sono quelli di P. Costil (v. supra n. 4); si veda l’accu-
rata sintesi di Aujac in Denys d’Halicarnasse, Opuscules (cit. ibid.), t. II, pp. 33-34, che
di Costil ha consultato anche la dissertazione inedita del 1949, a me inaccessibile.
13
V. da ultimo N. ZORZI, Un feltrino nel circolo di Ermolao Barbaro: il notaio Tommaso Za-
netelli, alias Dydimus Zenoteles, copista di codici greci (c. 1450-1514), in Bellunesi e Feltrini
tra Umanesimo e Rinascimento. Filologia, erudizione e biblioteche. Atti del Convegno di
Belluno, 4 aprile 2003, a cura di P. Pellegrini, Roma-Padova 2008 (Medioevo e Uma-
nesimo, 113), pp. 43-106 (e tavv. IV-XI): 69.
14
Aujac (cit. n. 4), p. 34, rimanda al tipo Briquet 3388 (Firenze 1475-79; var. ident. Ve-
nezia 1480). Tale filigrana è simile al ms. Skokloster solo per le dimensioni del cappello
(46×25mm), non per forma.
171
TRASMISSIONE DEL TESTO DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ MODERNA
15
Per la biblioteca di Giorgio Valla si vedano G. AVEZZÙ, Ἀνδρονίκια γράµµατα: per
l’identificazione di Andronico Callisto copista. Con alcune notizie su Giano Lascaris e la bi-
blioteca di Giorgio Valla, in “Atti e memorie dell’Accademia patavina di scienze lettere
ed arti. Memorie della classe di scienze morali, lettere ed arti”, 102.2 (1989-1990), pp.
75-93; A. TESSIER, Un corso veneziano su Sofocle di Giorgio Valla (con un piccolo “adden-
dum” euripideo), «Italia medievale e umanistica», XCIV (2003), pp. 189-198 e tavv. VII-
VIII.
16
Aujac (cit. n. 4), p. 34. Sulla biblioteca di Ermolao Barbaro cfr. M. ZORZI, I Barbaro e
i libri, in Una famiglia veneziana nella storia: i Barbaro. Atti del convegno di studi in oc-
casione del quinto centenario della morte dell’umanista Ermolao. Venezia, 4-6 no-
vembre 1993, raccolti da M. Marangoni-M. Pastore Stocchi, Venezia 1996, pp. 363-396:
376-383. Per il secondo copista si veda N. ZORZI, Un feltrino (cit. n. 13).
172
“LIBRI DOTTISSIMI” E COLTI POSSESSORI – P. Carolla
17
E. MIONI, Bibliothecae Divi Marci Venetiarum Codices Graeci (Ministero della Pubblica
Istruzione, Indici e Cataloghi n.s. VI 3), Romae 1972, vol. III, p. 67, dove si indica il nu-
mero del f. 31; occorre comunque precisare che Ermolao ne scrive solo il recto, men-
tre su f. 31v subentra già Zanetelli, che poi verga i successivi fascicoli fino al f. 119
dove sottoscrive. Le indicazioni degli studiosi oscillano talora tra f. 31 e f. 32, in modo
non sempre esatto né coerente. Il dettaglio è correttamente ricostruito da N. Zorzi (cit.
n. 13), p. 70.
18
ZORZI, Un feltrino (cit. n. 13), p. 70.
19
E. BIGI, s.v. Barbaro, Ermolao (Almorò), in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma 1964,
VI, pp. 95-99.
173
TRASMISSIONE DEL TESTO DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ MODERNA
20
M.R. DILTS, Praefatio, in Demosthenes, Orationes, Oxonii 2002, I, p. xii; A. CATALDI
PALAU, Gian Francesco d’Asola e la tipografia aldina, Genova 1998, pp. 99-100 (Paris. gr.
2938); F.-G. HERNÁNDEZ MUÑOZ, Notas al Matritensis núm. 4647: Constantino Láscaris y
el texto de Demóstenes, CFC 10 (2000), pp. 253-256.
21
COSTIL, André Dudith,(cit. n.1), p. 256, n. 1.
174
“LIBRI DOTTISSIMI” E COLTI POSSESSORI – P. Carolla
22
Sui delicati problemi della cronologia lascariana si veda la sintesi di Speranzi, (cit.
n. 8), in particolare le pp. 365-366.
175
TRASMISSIONE DEL TESTO DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ MODERNA
23
Si ricordino le misure del galero Skokloster e di Briquet 3400 (v. supra n. 6). Per il
confronto con la filigrana inedita dei manoscritti degli oratori minori, ho personal-
mente visionato i codici Laur. Plut. 4.11 e 69.14.
24
Si veda la panoramica bibliografica di W. WYSE, Critical Introduction, in Id., The Spee-
ches of Isaeus, Cambridge 1904 (rist. Hildesheim 1967), p. I.
176
“LIBRI DOTTISSIMI” E COLTI POSSESSORI – P. Carolla
25
D. SPERANZI, Per la storia della libreria medicea privata. Il Laur. Plut. 58.2, Giano Lascaris e
Giovanni Mosco, «Medioevo e Rinascimento», n.s., XVIII (2007), pp. 181-215: pp. 196-208.
26
S. GENTILE-Biblioteca medicea laurenziana-Comitato nazionale per le celebrazioni
del V centenario della scoperta dell’America, Firenze e la scoperta dell’America. Umane-
simo e geografia nel ’400 Fiorentino, Firenze 1992, p. 60.
177
TRASMISSIONE DEL TESTO DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ MODERNA
178
“LIBRI DOTTISSIMI” E COLTI POSSESSORI – P. Carolla
27
E. WESTIN BERG, Carl Gustaf Bielkes bibliotek [La biblioteca di Carl Gustaf Bielke], in C.
Bergström (ed.), Skoklosters slott under 350 år [Il castello di Skokloster nel corso di 350
anni], Stockholm 2004, pp. 203-225; G. BARBER-B. FABIAN, Buch und Buchhandel in Eu-
ropa im achtzehnten Jahrhundert, (Wolfenbütteler Schriften für Geschichte des Bu-
chwesens 4), Hamburg 1981, pp. 234–237; D.H. STAM, International dictionary of li-
brary histories, Routledge 2001, p. 697. Per la biografia, un’utile sintesi si trova ancora
nella voce del Dizionario svedese del 1924: G. CARLQUIST, s.v. Carl Gustaf Bielke [Bielke
n. 26], in J.A. ALMQUIST-S.J. BOETHIUS-E. NAUMANN-H. SCHUECK-L. STAVENOW, redak-
tor B. Boethius, Svenskt Biografiskt Lexikon, Stockholm 1924, IV. Berndes-Block, pp.
257-261.
179
TRASMISSIONE DEL TESTO DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ MODERNA
28
Si fa riferimento all’intera collana, di respiro mondiale, dei K. G. Saur Verlag’s Bio-
graphical Archives, oggi reperibili anche nel database integrato World Biographical Infor-
mation System Online (WBIS Online, http://www.degruyter.com/cont/imp/
saur/saurGvEn.cfm?rc=35520&fg=AT-01), da me consultata per tutti i volumi dispo-
nibili, così come ai repertori biografici, nazionali o locali, di cui gli Indices danno no-
tizia. Cfr. ad es. T. NAPPO, Indice Biografico Italiano, 1-10, München 20074.
29
È da attendere con vivo interesse la prossima monografia di Liliana Cargnelutti,
con un inedito di Lucrezio Palladio iunior ed uno status quaestionis sulla storia fami-
liare dei Palladio degli Olivi. Devo alla sua squisita gentilezza la maggior parte delle
notizie biografiche su Lucrezio Palladio senior, il possessore del manoscritto. Scarne,
infatti, risultano le notizie edite: si veda la sintesi in L. CARGNELUTTI, s.v. Palladio degli
Olivi Lucrezio, cronista, in Nuovo Liruti. Dizionario biografico dei friulani, a cura di C. Sca-
lon-C. Griggio-U. Rozzo, vol. II. L’età veneta, Udine 2009, pp. 1905-1909.
30
Faccio riferimento ancora alla bontà di L. Cargnelutti, che mi conferma il dato.
180
“LIBRI DOTTISSIMI” E COLTI POSSESSORI – P. Carolla
31
Per citare solo i più noti, oltre ad Andrea Palladio, si ricordino i nomi degli umani-
sti Blosius Palladius (Biagio Pallai), e i fratelli danesi Petrus e Nicolaus (Peder, 1503-
1560, e Niels, 1541-1596) Palladius.
32
Sul dono di parte dei libri Palladio degli Olivi alla famiglia Florio nel 1783 si veda
L. CARGNELUTTI, La biblioteca di Daniele Florio in Udine, in Nel Friuli del Settecento: bi-
blioteche, accademie e libri, a cura di U. Rozzo, Tavagnacco (Udine) 1996, t. II, pp. 9-19;
Ead., Antonio Zanon e la famiglia Florio, «Metodi e ricerche», n.s., XII (1992), 1, pp. 79-
114. Per i tesori della biblioteca Florio si vedano C. Scalon, Su alcuni codici ritrovati
della biblioteca Florio, «Memorie Storiche Forogiuliesi», 83 (2003), pp. 91-111; G. MAZ-
ZATINTI, Inventari dei manoscritti delle biblioteche d’Italia, III, Forlì 1893, pp. 215-217;
E. DORIGO, I codici della Divina Commedia in Friuli, «Dante Studies», CXXVI (2008), pp.
175-224: 188-195 e 214-222.
33
A. COSATTINI, Index Codicum Graecorum bybliothecae archiepiscopalis vtinensis, pp. 395-
400. Sulla biblioteca arcivescovile si veda C. SCALON, La biblioteca arcivescovile di Udine,
(Medioevo e umanesimo, 37), Padova 1979.
181
TRASMISSIONE DEL TESTO DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ MODERNA
34
V. supra, § 3, l’Ambrosiano D 119 sup. per il trattato de Demosthene di Dionigi di Ali-
carnasso.
35
«Domini [A.] Palladii» vi legge, sulla coperta in pergamena, Scalon, Su alcuni codici
(cit. n. 32), pp. 84-85. Il codice (oggi Yale, Beinecke Library, Marston 161), è composto
da soli 16 fogli e contiene i Carmi di Quinto Emiliano Vegenzio, detto il Cimbriaco, che
li dedica al patriarca di Aquileia Nicolò Donato (1493-1497). Cesare Scalon attesta
«senza ombra di dubbio la sua [sc. del codicetto] origine udinese» e dubitosamente
avanza l’ipotesi di una provenienza Florio.
36
A. TONUTTO, Le accademie udinesi tra XVI e XVIII secolo, in Nel Friuli del Settecento (cit.
n. 32), I, pp. 75-82: 75-76; lo stemma degli Sventati è riprodotto, ad esempio, nell’En-
ciclopedia monografica del Friuli Venezia Giulia, a cura di D. Cerroni Cadoresi-C. Russo,
Udine 1983, vol. III.1. Storia, p. 219.
37
Rervm Foro-Ivliensivm Ab Orbe condito vsque ad an. Redemptoris Domini Nostri 452. Libri
vndecim; de oppvgnatione Gradiscana libri quinque: avctore Henrico Palladio de Olivis
Patritio Vtinensi, Medico & Philosopho celeberrimo, Vario Academico Sventato. […]
Vtini, Ex typographia Nicolai Schiratti. MDCLIX.
La guerra di Gradisca è già stata pubblicata per prima a parte l’anno precedente, sem-
pre ad Udine presso lo Schiratti nel 1658: Henrici Palladii de Olivis patritij Vtinensis, me-
182
“LIBRI DOTTISSIMI” E COLTI POSSESSORI – P. Carolla
183
TRASMISSIONE DEL TESTO DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ MODERNA
40
Historie della provincia del Frivli (cit. n. 38), p. 284 D.
41
Faccio ancora riferimento alle notizie cortesemente fornitemi da Liliana Cargnelutti,
che mi ha messo a parte dei suoi approfonditi studi sulla famiglia Palladio degli Olivi
e sul dono di parte della biblioteca Palladio alla famiglia Florio nel 1783. La maggior
parte dei volumi, comunque, rimangono in possesso dei Palladio fino a quando le eredi
di Lucrezio iunior iniziano a disperderli, alla fine del Settecento (v. anche, infra, n. 53).
184
“LIBRI DOTTISSIMI” E COLTI POSSESSORI – P. Carolla
42
Catalogato da R.H. ROUSE in M. FERRARI-R.H. ROUSE, Medieval and Renaissance manu-
scripts at the University of California. Appendix: Medieval and Renaissance Manuscripts Iden-
tified or Acquired 1978-1990, Los Angeles, p. 154. La pagina è consultabile online sul sito
di OCA (Online Archive California), UCLA, Special Collections, Young (Charles E.) Re-
search Library, Finding Aid for the Medieval and Renaissance Manuscripts Collection,
http://www.oac.cdlib.org/view?docId=kt6b69q574;query=baldana;style=oac4;view=d
sc#c01-1.2.15.5. Ringrazio R.H. Rouse per le notizie che mi ha personalmente fornito ri-
guardo al “partial bifolium” (comunicazione inedita).
43
DIOGENES LAERTIUS, Vitae et sententiae philosophorum, Venetiis, Nicolaus Jenson gal-
licus, 1475. Si tratta della traduzione latina di Ambrogio Traversari (1386-1439).
185
TRASMISSIONE DEL TESTO DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ MODERNA
44
Nel 1466 Guarnerio prevede nel suo testamento di tutelare non solo la figlia e la ni-
pote Samaritana, figlia di Giovanni Baldana, ma anche il secondo nipote, Cipriano,
che Pasqua ha dal secondo marito. Di fatto, entrambi sono ampiamente indennizzati
dalla chiesa di S. Michele per il lascito librario guarneriano. Cfr. C. SCALON, s.v. Guar-
nerio d’Artegna, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma 2003, LX, pp. 415-419.
186
“LIBRI DOTTISSIMI” E COLTI POSSESSORI – P. Carolla
45
L. CASARSA - M. D’ANGELO - C. SCALON, La libreria di Guarnerio d’Artegna, Udine 1991,
p. 491. Negli inventari quattrocenteschi approntati per Guarnerio, il Terenzio cartaceo
è il n. 163 Casarsa, ovvero il terzultimo titolo.
46
Per l’estrema povertà di Giovanni dopo l’incendio che distrugge la spezieria nel 1453,
cfr. M. D’ANGELO, s.v. Baldana Bartolomeo, in Nuovo Liruti (cit. n. 29), t. 1, pp. 363-366:
365. Il trasferimento della famiglia Baldana da Parma al Friuli avviene all’inizio del XIV
secolo; per le loro attestazioni come medici e speziali si veda P. GUERRINI, Le illustrazioni
nel De magno schismate di Antonio Baldana, in Alle origini della nuova Roma, Martino V
(1417-1431): atti del convegno, Roma, 2-5 marzo 1992, a cura di M. Chiabò, Roma 1992,
(Nuovi studi storici, 20) pp. 383-398: 398. Per la “butega de spiciaria” (spezieria) dei fra-
telli Baldana cfr. già il Quaderno della Fabbrica del Duomo di Udine aa. 1500-1501, ms.
1200/VII, c. 2r, in Carte friulane antiche dalla biblioteca civica di Udine […], a cura di F. Vi-
cario, Udine 2008 (Quaderni della Biblioteca Civica “V. Joppi”. Fonti e Documenti, 13).
187
TRASMISSIONE DEL TESTO DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ MODERNA
7. Odissea di volumi
Al medesimo Lucrezio Palladio del Demostene greco
è necessario restituire la provenienza di una cinquecentina
dell’Odissea oggi posseduta dalla Biblioteca del Seminario
arcivescovile di Ferrara e segnata A1 I°E 28/(157)48 (parte in-
feriore di tav. 2, ottenuta grazie alla cortesia di Nicola Man-
47
C. SCARPA, Ca’ Contarini dalle Figure a San Samuele: un progetto a più mani, «Annali di
architettura», XVII (2005), pp. 69-93: Appendice. 14, p. 88: si tratta di un documento
presentato da Giacomo Contarini, figlio di Pietro, e dai fratelli per la redecima del
1582, dove tra le proprietà della famiglia è menzionato che «Soto Caponogara campi
cinue (sic) trequarti si affittano a Zuan Maria Baldan formento stara otto venetiani,
vino la mittà un anno per l’altro si può cavar mastelli uno et mezo».
48
Riproduco qui la scheda catalografica della cinquecentina [con l’errore «Laurentij
Palladii» pro Lucretij, che invece è lettura certa (tav. 2)], così come si trova su Ibisweb
(il catalogo collettivo delle Biblioteche Ecclesiastiche Italiane su piattaforma ISIS, rea-
lizzato da Valerio Vestrini, bibliotecario nel Seminario Vescovile di Vicenza, dove è in-
serito il patrimonio librario del seminario di Ferrara): “Odisseae Homeri libri XXIIII.
Nuper à Simone Lemnio Emporico Rheto Curiensi, heroico Latino carmine facti, & à
mendis […] repurgati. Accesssit [sic] et Batrachomyomachia Homeri, ab eodem […]
latinitate donata. – Basileae: [ex officina Johannis Oporini, 1549]. – [40], 692 [ma 694]
p.; 8° (17 cm.). – Parte delle note tip. si ricavano dal colophon. – Sul dorso ms. in nero
560. – Sul piatto ant. ms. in nero: n. 337; 451 (a matita). – In calce al front. ms. in nero:
Laurentij (sic) Palladii 1670. – Sul dorso e sul taglio di piede titolo e autore. Impronta:
sis, o.us e:s. DuFo (3) 1549 (R).” Per la storia della biblioteca del seminario si veda il
sito http://www.seminariodiferrara.com/biblioteca/storia.html.
188
“LIBRI DOTTISSIMI” E COLTI POSSESSORI – P. Carolla
189
TRASMISSIONE DEL TESTO DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ MODERNA
49
W. ROLEWINCK, Fasciculus temporum, Venetiis, Erhard Ratdolt, 21 December 1481.
50
Vendita 6704 del 26 marzo 2003, a King Street, London; per ulteriori dettagli sul vo-
lume e sulla sua vendita cfr. http://www.christies.com/LotFinder/lot_details.
aspx?intObjectID=4068907. Il lotto del conte Seilern contava nel 2003 ben 90 pezzi,
tutti di eccezionale valore.
51
Non certo il vicentino omonimo, che fu assassinato già nel 1440: cfr. L. PUPPI, Andrea
Palladio, il testo, l’immagine, la città: bibliografia e iconografia palladiane, cartografia vicen-
tina, Palladio accademico olimpico: catalogo delle mostre, Milano 1980, p. 139.
52
Il volume è catalogato tra le stampe antiche, cfr. L. ÅMUNDSEN, Katalog over universitetsbi-
bliotekets paleotypsamling, Universitetsbiblioteket i Oslo 1926, p. 48: “Julius Pomponius Lae-
tus (1425-1497)/180. Compendium historiae Romanae./Venedig: Bernardinus de Vitali-
bus, 12. xij. 1500. 4°. H*9831 = 4848. Pr 5537. BM V 549. VB 4476. CU 1252». Si noti che
l’Università stessa è nata nel 1811 ed è stata subito intitolata al re Federico (Det Kongelige Fre-
deriks Universitet = Regia Universitas Federiciana); solo nel 1939 ha ricevuto il nome attuale,
Universitetet i Oslo. Dunque i doni del fondatore sono da annoverarsi tra i più pregiati.
190
“LIBRI DOTTISSIMI” E COLTI POSSESSORI – P. Carolla
53
Le nipoti di Lucrezio Palladio iunior vendono la casa, le ville ed i beni di famiglia
tra fine Settecento ed inizi Ottocento, come mi informa Liliana Cargnelutti (comuni-
cazione inedita, v. supra n. 41).
54
La scheda catalografica nell’OPAC della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma dà
i seguenti dettagli: Tractatus de potestate summi pontificis in rebus temporalibus. Aduersus
191
TRASMISSIONE DEL TESTO DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ MODERNA
192
“LIBRI DOTTISSIMI” E COLTI POSSESSORI – P. Carolla
57
Dal secondo report, a cura di W. Y. Heath-F. Karslake, Book auction records. A priced and
annotated annual record of London, New York and Edinburgh book-auctions, 76, Folke-
stone 1980, p. 204: “Galileo Galilei, Istoria E Dimostrazioni Intorno Alle Macchine (sic!) Solari.
1613. 1st Edn. 2 pts in 1 vol, 1st pt with licence-lf & final blank, 2nd with 2 advt-ll at end,
bkpl, (…) 1 dbl-p & 44 full-p, wdct diags, wdct device on title, sigd by Lucrezio Palladio
on title, dtd 1676, mod veil, 4to. Rome (C. Nov. 8; 143) Gibbons. £ 1,500” (mio è il neretto).
58
C. SCALON, Introduzione, in Nuovo Liruti. 2 (cit. n. 29), p. 73.
59
La madre di Enrico è infatti Cornelia, «della Famiglia Antonini tra le prime della No-
biltà Vdinese», secondo la definizione del nipote di Enrico e fratello di Lucrezio senior,
l’abate Gian Francesco, nelle Historie della provincia del Frivli (cit. n. 38), p. 64D. Cfr.
L. CARGNELUTTI, s.v. Palladio degli Olivi Enrico, storico, ibid., pp. 1901-1905: 1901.
60
Si vedano ancora le Historie della provincia del Frivli (cit. n. 38), p. 241B: «Indi si no-
minarono gli Suentati. Il primo Prencipe di essa Academia fù Alfonso Antonini chia-
mato il Sereno, che in quei primi anni della sua giouentù daua ben certo segno del-
l’alto suo intendimento. […] Il Palagio di detto Alfonso Antonini fù il primo ricouero
di questa virtuosa adunanza.»
193
TRASMISSIONE DEL TESTO DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ MODERNA
Conclusioni
Nel percorso, sempre complesso, dei volumi di pregio
tra Quattrocento e Seicento, si è cercato di illuminare alcune
piste di ricerca aperte dal codice greco Skokloster VII.4.14.
I primi risultati del presente contributo sono inco-
raggianti: sono emersi, infatti, nuovi rilevanti dati a propo-
sito del copista Michele Suliardo, del circolo di umanisti in-
torno ad Ermolao Barbaro, dell’uso di carta italiana e, con
ogni probabilità, veneta di fine Quattrocento, assai simile a
quella che Giano Lascari porta in Grecia per commissionare
le copie destinate alla biblioteca medicea (§§ 1-3).
Per quanto riguarda il successivo peregrinare del co-
dice, ne ho potuto identificare, quasi certamente, il passag-
gio all’udinese Lucrezio Palladio degli Olivi senior (§§ 4-5), i
cui volumi manoscritti ed a stampa, dispersi sul mercato an-
tiquario e nelle più diverse biblioteche in Italia e all’estero,
tratteggiano il profilo di un’ottima biblioteca tardo-seicen-
tesca, attenta alle novità e fedele alla tradizione (§§ 6-9).
61
C. GRIGGIO, Civiltà letteraria del Friuli, in Nuovo Liruti.2 (cit. n. 29), pp. 89-150: 123.
62
V. supra § 5.
194
“LIBRI DOTTISSIMI” E COLTI POSSESSORI – P. Carolla
63
Questo articolo era già in bozze quando ho saputo delle ricerche di Donald McGay
sulla tradizione di Demostene 54, incluso il codice di Skokloster: D.S. McGay, The Ma-
nuscript Tradition of Demosthenes’ Oration 54, Contra Cononem, Ph. D. Dissertation,
Fordham University 2005. L’autore mi ha consentito molto gentilmente di consultarne
le pagine relative al codice (siglato Sh) di cui egli ha dato una rapida descrizione del
contenuto (22 orazioni di Demostene) senza soffermarsi sull’operetta di Dionigi. Ha
inoltre accennato ad un copista (ancora anonimo), collocandolo nel XV secolo. Infine, ha
ricostruito lo smarrimento del manoscritto nella biblioteca di Skokloster tra 1972 e 2002,
dovuto a errata collocazione tra le stampe turche, ed il suo recupero grazie alla cura di
Elisabeth Westin-Berg.
Augusto Guida annuncia la scoperta di nuovi frammenti inediti, con ogni verosimi-
glianza dal de Demosthene di Dionigi di Alicarnasso, nel suo Citazioni dai trattati di Dio-
nigi di Alicarnasso: passi editi e inediti, probabilmente dal “De Demosthene”, in Harmonia:
scritti in onore di Angelo Casanova, a cura di G. Bastianini, W. Lapini, M. Tulli, Firenze
2012, pp. 377-390.
Di un manoscritto di Libanio della collezione di Skokloster (oggi al Riksarkivet di
Stockholm), già appartenuto ad André Schott, si occupa G. CARLUCCI, I Prolegomena
di André Schott alla Biblioteca di Fozio, Bari 2012 (Paradosis, 18), pp. 293-304.
195