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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI ALDO MORO

LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE DELLO SPETTACOLO

CORSO DI STORIA DEL TEATRO ITALIANO

TESINA FINALE

Pirandello e Fo diversità e maestosità teatrale

Esaminanda: Relatore:

Yadira Gonzalez 766218 Prof.ssa Stella Castellaneta


INDICE

Introduzione ................................................................................... 3

CAPITOLO I
Da un capo all'altro, due premi Nobel per un unico teatro ............... 6
1.1 Pirandello tra follia e sogno……………………………………7

1.2 Dario Fo, l’eterno giullare……………………………………...8

CAPITOLO II

Come tu mi vuoi, Pirandello oltre gli schemi ……………………...10

CAPITOLO III

Il teatro sociale di Fo, la donna, ruolo fondamentale ……………...12

3.1 La Medea, l’universo femminile ………………………………13

Conclusioni…………………………………………………………15

Bibliografia………………………………………………………….17

2
Introduzione

A partire dal XX secolo, il teatro non ha più la stessa funzione del teatro del XIX

secolo; non rappresenta più storie di commedia o tragedia o riflette sulla realtà

quotidiana. Il teatro diventa uno strumento per lo sviluppo del linguaggio e incoraggia

le persone a riflettere sul mondo invece di recitarlo. Il focus è incentrato in particolare

sull'interiorità del personaggio. Gli avvenimenti esterni non sono importanti in quanto

tali, ma per le implicazioni sulla psicologia dei personaggi. Questo ha portato a una

mutazione del ruolo del teatro; non esiste più un modello unitario, ma molteplici idee

di teatro.

Molti importanti drammaturghi hanno scritto la storia del teatro italiano

contemporaneo e hanno portato grandi e rivoluzionari cambiamenti, tra i primi

abbiamo Luigi Pirandello 1, considerato un'icona del teatro italiano. Nel suo percorso

artistico scrive e porta in scena idee che non sono mai state scritte e messe in scena

prima, e questo è il motivo principale del suo clamoroso successo.

Una delle sue opere che meglio riflette la libertà del cambiamento e della rivoluzione

teatrale che caratterizza Pirandello è Come tu mi vuoi2, anche se non è la più famosa

delle sue opere, rappresenta uno specchio del Pirandello di cambiamento, e riunisce

molti elementi che caratterizzano la sua traiettoria artistica di tutti i tempi.

Pirandello che, pur introducendo grandi cambiamenti sotto molti aspetti, la sua idea di

teatro rispondeva ancora ai canoni tradizionalisti del XIX secolo. Nonostante la

sfumatura intellettuale e tradizionale, per lui la materialità del palcoscenico è un

1
Luigi Pirandello (Agrigento, 28 giugno 1867 – Roma, 10 dicembre 1936), drammaturgo, scrittore e poeta italiano,
insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1934.
2
Come tu mi vuoi Luigi Pirandello. Dramma scritto alla fine degli anni venti. Prende lo spunto da un avvenimento di
cronaca realmente accaduto tre anni prima (si tratta del caso Bruneri-Canella o dello "smemorato di Collegno").
3
elemento di contrasto alla piena definizione del significato poetico, e attribuisce

grande importanza al mantenimento del significato originale dei testi per raggiungere

lo spettatore e la sua sensibilità individuale.

Nella continuità temporale che segue Pirandello, troviamo un altro grande

drammaturgo che ha segnato le pagine della storia dell'arte teatrale, Dario Fo. Il suo

teatro presenta molti punti di diversità con quello di Pirandello. Le commedie di

Pirandello sono tragiche e grottesche, Dario Fo, invece, è tipico della commedia

d'arte. Per Pirandello la commedia mette in evidenza gli aspetti negativi della vita,

non è altro che un atto culturale, mentre Fo la usa per denunciare il potere, usando la

satira. Importante esponente della creazione dei teatri civili e sociali istrumento di

protesta contro le ingiustizie. Insieme alla moglie Franca Rame 3, crea importanti

opere teatrali su temi sociali, illustrando, tra l'altro, l'importante ruolo della donna in

opere come La Medea4.

Il nostro teatro, dunque a differenza di quello di Pirandello o di Cecov, non è un teatro

borghese, un teatro di personaggi che si raccontano le proprie storie, i propri umori, che

poi sono le chiavi di conflitto meccaniche. Ci siamo sempre preoccupati di riprendere,

invece, un'altra chiave, la chiave della situazione 5

3
Franca Pia Rame (Parabiago, 18 luglio 1929 – Milano, 29 maggio 2013) ,attrice teatrale, drammaturga e politica
italiana.
4
La Medea, D. Fo, F. Rame, versione modernizzata della Medea di Euripide
5
Dario Fo, Compagni senza censura, 1970
4
La tradizione non istituzionale gioca un ruolo decisivo nel teatro di Fo. Egli fa spesso

riferimento ai giullari6 medievali, alle loro commedie e ai misteri, anche alla

commedia dell'arte e agli scrittori del XX secolo come importanti fonti di ispirazione.

Entrambi vincitori del Premio Nobel per la letteratura, sono un modello costante per

le vecchie e nuove generazioni. Hanno portato il teatro italiano in tutto il mondo e

hanno creato un patrimonio unico e irripetibile.

6
Persone che dovevano essere in grado di far divertire la corte e soprattutto il re: nell'antichità erano perlopiù giovani
schiavi
5
CAPITOLO I

Da un capo all'altro, due premi Nobel per un unico teatro

Luigi Pirandello e Dario Fo, due drammaturghi che hanno segnato la storia del teatro

italiano, lasciando impronte eterne. Le loro opere sono diventate dei classici

apprezzati a livello internazionale, ponendo la drammaturgia italiana in un posto

d'onore. Sebbene il loro talento sia ineguagliabile, il loro approccio al teatro è molto

diverso.

Nell’intervista contributo di Dario Fo alla cerimonia al teatro comunale di Agrigento

del 14 dicembre 2014 per ricordare gli 80 anni della consegna del premio Nobel per la

letteratura a Luigi Pirandello. Un vincitore del premio Nobel per la letteratura, Dario

Fo, parla di un altro vincitore: Luigi Pirandello. Sono due tipi di teatro, i loro, diversi,

opposti7. Fo trova interessante del suo “collega”, l’aver fondato i primi lavori sulle

storie locali, anche usando il dialetto. L'uso del dialetto è uno dei punti di

somiglianza, Fo lo usa anche nelle sue opere per dare anche lui un'idea di

tradizionalità popolare. Sebbene Pirandello sia il suo opposto, dice di aver studiato il

suo modo di fare teatro, la struttura e le strategie. Per Fo il teatro è una importante e

completa fonte di informazioni e di divulgazione, mentre per Pirandello è importante

usare il teatro per rompere le regole, i concetti definitivi. Entrambi sviluppano nuove

tecniche e proposte per il teatro contemporaneo.

7
D. Fo, Nell’intervista contributo di Dario Fo alla cerimonia al teatro comunale di Agrigento del 14 dicembre 2014 per
ricordare gli 80 anni della consegna del premio Nobel per la letteratura a Luigi Pirandello
6
1.1 Pirandello tra follia e sogno

Non ho mai desiderato d’esser folle quanto adesso […]. Tutti dormendo siamo folli. Ai folli

il sogno dura anche coi sensi svegli […]. Ah vendicarsi, dormendo, di tutti i pudori e di tutta

la logica del giorno! Rovesciare con beata tranquillità tutte le cose dette verità più fondate!

Ammettere con salutare soddisfazione le più ridicole contraddizioni a codeste rispettabili

verità! Moltiplicare tre per tre diciotto; quattro per cinque sessantanove, con l’agile

sicurezza di chi possiede ormai istintivamente la più elementare e ovvia delle nozioni, e

praticarla così, con la massima serietà e senza far ridere nessuno! Ora se il sogno è una

breve follia, pensa che la follia è un lungo sogno, e immagina come debbano essere beati i

folli…- I folli, s’intende, che non siano cattivi. Perché guai se il sogno diventa cattivo! 8

La teoria pirandelliana sostiene che la follia è il mezzo con cui ogni uomo riesce,

come in un sogno, a sfuggire alla condizione alienante impostagli dalla società. La

vita, in effetti, è continuamente compromessa dai sistemi sociali che impongono

all'uomo di muoversi all'interno di una serie di norme e di tradizioni, attribuendogli

un'identità fasulla e costantemente mascherata.

La rottura dell'identità porta a una scoperta sconvolgente: l'assenza di identità. Senza

identità, l'uomo non ha un vero obiettivo, ma è comunque in grado di vivere. È

considerato "sano" quando è all'altezza dei ruoli assegnati dalla società, ossia quando

funziona secondo le richieste sociali. I luoghi in cui l'uomo si libera dalle regole

imposte dalla società sono la follia o la creazione artistica 9.

La rivoluzione operata da Pirandello si basa su questa premessa sul pensiero e sulla

percezione umana. Diventa un graduale innovatore di nuovi temi come la relatività, la

moltiplicazione delle possibilità di percezione del mondo, la soggettività e la

8
L. Pirandello, lettera scritta alla sua amante Marta Abba, 1929
9
A. Leone de Castris, Storia di Pirandello, Laterza, 1989, p 86
7
solitudine dell'uomo contemporaneo.

Il suo lavoro teatrale diventa una sorta di terapia psicologica in una costante

dimostrazione di quello che è il pensiero produttivo della realtà, dove pensiero e realtà

si sovrappongono in maniera inevitabile nel flusso della vita anche agli occhi della

società, contesto indispensabile per la realizzazione degli eventi.

1.2 Dario Fo, l’eterno giullare

Oh, gente, venite qui che c’è il giullare! Giullare son io, che salta e piroetta e che vi fa

ridere, che prende in giro i potenti e vi fa vedere come sono tronfi e gonfi i palloni che

vanno in giro a far guerre dove noi siamo gli scannati, e ve li faccio sfigurare, gli tolgo il

tappo e … pffs… si sgonfiano. Venite qui che è l’ora e il luogo che io faccia da pagliaccio,

che vi insegni. Faccio il saltino, faccio la cantatina, faccio i giochetti! Guarda la lingua

come gira! Sembra un coltello, cerca di ricordartelo. Ma io non sono stato sempre … e

questo che vi voglio raccontare, come sono nato10.

La nascita del giullare è una delle battute più rappresentative di Mistero Buffo, il

capolavoro di Dario Fo. È una storia emblematica: il giullare non nasce giullare, ma è

il risultato di un miracolo operato da Gesù Cristo, che decide di trasformare un

contadino, simbolo degli sfruttati di tutto il mondo, in un giullare che scende nelle

piazze per raccontare in modo comico e satirico la sua storia di emarginazione e

denunciare le violenze che è stato costretto a subire, smascherando così il potere e

risvegliando le coscienze. La figura del giullare simboleggia il senso logico di tutta

l’opera di Fo. Il suo obiettivo fondamentale è proprio quello di rappresentare la vita,

la società e denunciare tutte le ingiustizie attraverso le sue opere.

Il teatro di Fo è stato rappresentato in tutto il mondo. È probabilmente il drammaturgo

10
D. Fo, Mistero buffo, monologo, 1969
8
contemporaneo più rappresentato e la sua influenza è stata enorme. Se c'è qualcuno

che merita l'epiteto di buffone, nel vero senso della parola, è proprio lui. La sua

miscela di risate e serietà è il suo strumento per sensibilizzare l'opinione pubblica

sugli abusi e le ingiustizie della vita sociale, ma anche su come questi problemi

possano essere visti in una prospettiva storica più ampia.

La forza di Fo sta nella capacità di creare testi che allo stesso tempo divertono,

coinvolgono e offrono nuove prospettive. Come nella commedia dell'arte, questi testi

sono sempre aperti a nuove innovazioni e cambiamenti, inducendo costantemente il

pubblico a improvvisare in modi che lo coinvolgono in modo sorprendente. Il suo è

un lavoro di eccezionale vitalità e portata artistica.

Il lavoro con la compagna di vita Franca Rame è stato fondamentale. La loro

relazione è insieme una storia d’amore e un sodalizio artistico e politico indissolubile.

Fondano insieme la compagnia teatrale che porta i loro nomi ad un livello altissimo.

Come ogni sera, passavo dal camerino di Franca che, immancabilmente, mentre finiva di

truccarsi, stava ripassando la sua parte. Le bastava sbirciarmi appena per indovinare di che

umore io fossi.

«Non ti preoccupare – mi diceva subito –, come snoccioli dieci minuti di battute questa

gnàgnera del recitare che hai addosso ti si scioglierà all’istante.»

«Lo so, lo so, ma non capisco come tu possa ogni sera riuscire a mantenere lo stesso umore,

non solo, ma come puoi fare a meno di ripeterti i passaggi più ostici del testo da recitare con

tanto distacco?»11

11
D. Fo, Manuale minimo dell’attore, a cura di Franca Rame, Torino, Einaudi, 1989, p9
9
CAPITOLO II
“Come tu mi vuoi”, Pirandello oltre gli schemi

Il conflitto d'identità tra essere e apparire è la chiave che meglio identifica l’opera di

Luigi Pirandello Come tu mi vuoi. La trama non è delle più semplici, il tema scelto

dall'autore sconvolge tutti nel profondo, capace di inquietare anche lo spettatore.

È l'unico dramma non interamente ambientato in Italia che Pirandello ha scritto, e

l'unico che tratta di un fatto realmente accaduto in Piemonte nel 1926, la celebre

vicenda giudiziaria, quella del famoso caso Canella-Bruneri12 che ha tenuto gli animi

sospesi sulla vera identità della persona alla quale i due nomi erano attribuiti, senza

una convincente soluzione, la commedia trasferisce la problematica sull’identità di un

personaggio femminile

Al centro della storia c'è l'enigmatica figura di una donna, l’ignota, che ricorda i tratti

tipici dell'ideale contemporaneo di femminilità. Questa donna misteriosa conduce una

vita mondana a Berlino, ospite di due artisti, padre e figlia.

L'italiano Boffi crede di riconoscerla come Lucia, la moglie del suo amico Bruno

Pieri, scomparsa dopo l'occupazione della sua casa da parte dei soldati tedeschi

durante l'invasione del Veneto. L'Ignota sembra interessata e divertita dalla nuova

situazione, risponde in modo ambiguo, confondendo gli interlocutori. Sente di essere

diventata la vera Cia, quella che voleva riconquistare una vita pura con il suo amore.

La situazione della trama arriva al punto in cui tutti i personaggi, anche gli stessi

spettatori, si interrogano sulla vera identità della donna. In un certo modo anche lei

12
Il caso dello smemorato di Collegno, noto anche come caso Bruneri-Canella, è un famoso caso giudiziario e
mediatico che si svolse in Italia tra il 1927 e il 1931, riguardante un individuo affetto da amnesia ricoverato presso il
manicomio di Collegno.
10
perde il senso della sua identità, nel dilemma di chi è e chi vorrebbe essere, fino al

punto di passare per pazza. Infine, lascia il sogno di purezza e autenticità nell'identità

di Cia e torna alla sua vita precedente, lasciando tutti nel dubbio sulla sua vera

identità.

È davvero notevole come Pirandello riesca a dare forma a una storia romanzesca con

situazioni inaspettate che provocano una profonda riflessione. Presenta una trama

d'altri tempi e stravolge tutto con il comportamento fuori dal comune del protagonista,

mettendo in crisi tutti gli altri personaggi che a loro volta rappresentano il pensiero

comune13.

Per Luigi Pirandello la vita è un compromesso e regna la mancanza di comunicazione.

Per questo motivo “essere è diventare", prendere le distanze da se stessi per donarsi

agli altri, che a loro volta formano la propria personalità, no può essere una soluzione.

Il prezzo per uscire indenni dalle brutture della società è la verità. Dobbiamo essere

fedeli a noi stessi, alla nostra identità, a qualsiasi costo. Questo è il messaggio

principale che ci lascia con quest’opera

13
L. Abbatantuono, Art. Come tu mi vuoi di Luigi Pirandello: critica e analisi. La verità non si cerca, si vive, il Chaos
Rivista di Arte e Cultura.
11
CAPITOLO III
La donna, ruolo fondamentale nel teatro

. La figura della donna è presente nella vita e nell'opera di Dario Fo. Prima di tutto

nella collaborazione con la grande Franca Rame che ha segnato la sua traiettoria

artistica, insieme hanno prodotto una serie di opere teatrali che imitano contenuti e

forme sociali, contribuendo così alla divulgazione e raggiungendo livelli straordinari di

popolarità.

Per fortuna in scena c’era anche Franca che, con un gesto della mano, senza darlo a

vedere, mi suggeriva di ritmare meno le battute e darle con maggior souplesse. Io

applicavo il consiglio e, quasi sempre, l’effetto si mostrava quello giusto.

Insomma, recitare con Franca è stata l’occasione di apprendere l’arte della scena, come

frequentassi un’accademia 14

Tra le tante opere che riflettono le sue caratteristiche di drammaturgo, da non perdere è

il Manuale minimo dell'attore, in cui racconta la sua vita sul palcoscenico. Con

quest'opera, Fo apre la sua lezione-spettacolo con la Commedia dell'Arte, il mondo che

lui e Franca conoscono così bene, per smontare gli schemi tradizionali che la

circondano. Attraverso esempi tratti dalla sua esperienza, parla delle scene, delle

maschere, del mestiere dell'attore, dell'uso della voce, dei gesti, dei costumi e persino

del trucco.

Parla di strategie come la rottura della quarta parete, in modo che lo spettatore sia

attivo e partecipi alla narrazione, e di come tenere il pubblico incollato alla poltrona

senza annoiarsi. Parla anche dell'importante rapporto attore-autore-regista, che deve

essere in totale armonia.

14
D. Fo, Manuale minimo dell’attore, a cura di Franca Rame, Torino, Einaudi
12
El manuale minimo dell’attore è "un trattato di storia del teatro, di storia della

letteratura, di storia dell'arte. E di impegno civile. [...] Leggerlo o rileggerlo oggi è

consigliabile non solo agli aspiranti attori, ma a ogni essere umano con aspirazioni 15.

3.1 La Medea, l’universo femminile

La figura della donna ha un significato ampio nella natura del personaggio, nella sua

situazione, nel suo profilo, nella sua psicologia in tutte le forme che possono assumere

i diversi personaggi femminili, sempre presenti nel teatro di Dario Fo e Franca Rame.

Un tempo le donne erano escluse dal teatro. Non potevano recitare e persino i ruoli

femminili erano interpretati da uomini. Il divieto di recitare per le donne esisteva già

nell’antichità; infatti, era stato imposto fin dal VII secolo. Le uniche donne ammesse a

recitare erano le "giullaresse".

Secondo Franca Rame, nel XV secolo esistevano addirittura commedie scritte e

interpretate interamente da donne: si trattava di rappresentazioni di monache di un

convento bretone, ovviamente destinate a un pubblico femminile e con ruoli quasi tutti

femminili.

Analizzare la figura femminile è anche un mezzo per poter abbordare certe tematiche

difficili attraverso la capacità dell’arte teatrale a indurre la gente a riflettere.

C’è da ribadire che i primi esseri umani comici, all’origine della mitologia, furono le

donne, e che lo spettacolo comico era un atto fondamentale in tutti i riti iniziatrici: per

rendere sacro il luogo della festa, il primo a entrare nello spazio del rito era il comico e

ancora prima la femmina comica.16

15
G. Manin, nella sua introduzione, il Manuale minimo dell'attore
16
P. Frediani, Maggio: Il delitto di Medea, Copiato da me Angiolo Bernardini di Buti l'anno 1897pubblicato in Leopoldo Baroni, I
Maggi, cit., pp. 111-136.
13
Dario e Franca mettono in scena una serie di spettacoli dedicati ai conflitti femminili,

la maggior parte dei quali sono monologhi. Tra tutti spicca Medea, una versione

modernizzata della Medea di Euripide, che riflette i problemi della contemporaneità. Si

contrappone agli altri monologhi dell'opera perché il tono è molto più drammatico.

La scena si apre con le donne del villaggio che gridano che Medea è impazzita e

cercano di farla ragionare. Suo marito Giasone l'ha abbandonata per sposare la giovane

figlia del re e Medea si rifiuta di accettarlo. L'atteggiamento delle altre donne mostra

come esse interiorizzino e accettino le dottrine dettate dalla società maschile. ". 17 Ma

Medea, proprio come le altre protagoniste dello spettacolo, ha un’opinione del tutto

diversa sulla questione, molto più sviluppata, riflessiva e moderna e incita alla

ribellione.

L’atto tragico di questa donna non è un incitamento alla violenza ma serve a spingere

le donne a riflettere sulla loro condizione e a non rimanere schiave delle regole stabilite

semplicemente perché sono sempre esistite, a riflettere prima di accettare ciecamente le

cose, a liberarsi dalle catene sociali.

Questi personaggi femminili diventano sempre più maturi e consapevoli, più vicini alle

idee di Franca che, oltre a interpretarli, è sempre più coinvolta nella scrittura degli

spettacoli.

17
A. Barsotti, Il teatro dei maggi in Toscana, cit., p. 11.
14
Conclusioni

Questo elaborato mette in luce alcuni cambiamenti nel teatro contemporaneo

apportati, tra gli altri, dai grandi drammaturghi Luigi Pirandello e Dario Fo. Analizza

alcuni aspetti e caratteristiche del loro modo di fare teatro.

Le opere di Pirandello sono soprattutto storie paradossali che riflettono la vita chiusa

e la risolvono con gesti anticonvenzionali che sconvolgono la realtà e deridono

l'eccessiva serietà del mondo. Pirandello rompe le convenzioni, elimina la barriera tra

realtà e finzione, tra autore e personaggio, tra pubblico e attore.

Pirandello, in rispetto della sua filosofia, va al di là della semplice insicurezza

dell'identità della personalità percepita dallo spettatore, ma si addentra nell'incertezza

dell'identità che ognuno sembra cercare e trovare in se stesso, trasformando il suo

teatro in una fonte di riflessione psicologica.

Un esempio fermo dei conflitti identitari che si riflettono nelle opere di Pirandello è la

commedia Come tu mi vuoi, l'Ignota è un corpo senza nome che aspetta che qualcuno

lo prenda, crea un’atmosfera evocativa sulla scena che conduce lo spettatore quasi

dentro quel caos inesplorato che rappresentano l’animo e la mente umana.

Fo invece è un autore satirico molto serio e straordinariamente versatile nelle sue

produzioni. Un lato dunque illustrato sia nei suoi aspetti d’interazione fra immagini

parlanti e azioni figurate sia in quelli delle “lezioni d’arte”, come punti d’approdo

dell’osmosi iconico-performativa dell’artista.

Dall’altro, con la Rame spicca, nella coppia, non solo il lato femminile, ma la sua

autonoma creatività, che tocca l’apice nello psicodramma dello stupro, e s’afferma già

in quella Medea che costituisce una sorta di “mito secondo”, nell’intreccio di cultura
15
classica e contemporaneità 18.

La donna ritrova con Dario Fo e Franca Rame la sua dimensione comica che le era

stata tolta da secoli, e le permette di aprirsi ad una riconsiderazione del suo statuto per

arrivare idealmente alla parità. I personaggi di donne recitati da Franca, presentano

quindi per la prima volta delle problematiche di donne in scena, e questo riporta la

donna al centro del palcoscenico in contatto diretto con il pubblico.

Anche nell'opera di Pirandello troviamo una forte presenza della figura della donna.

Nella commedia Como tu mi vuoi il personaggio dell’ignota gioca un ruolo

fondamentale e lascia messaggi molto forti sull'identità della donna nella società.

Sia Pirandello che Fo sono modelli di riferimento e di ammirazione nella letteratura,

soprattutto nella drammaturgia a livello internazionale. Le loro opere rappresentano

un teatro vivo, che ripercorre in parte la vita personale dei due scrittori. Sono piene di

identità e di riflessioni umane. Una vera e propria rivoluzione nel teatro

contemporaneo.

18
A. Barsotti, E. Marinai, Dario Fo e Franca Rame, Una vita per l’arte, Bozzetti, figure, scene pittoriche e teatrali,
Titivillus, 2011,
16
BIBBLIOGRAFIA

Abbatantuono L., Art. Come tu mi vuoi di Luigi Pirandello: critica e analisi. La verità
non si cerca, si vive, il Chaos Rivista di Arte e Cultura.
D'Amico S., Storia del Teatro drammatico, Garzanti, Milano 1960
Barsotti A., E. Marinai, Dario Fo e Franca Rame, Una vita per l’arte, Bozzetti, figure,
scene pittoriche e teatrali, Titivillus, 2011
Fo D., Manuale minimo dell’attore, a cura di Franca Rame, Torino, Einaudi
Fo D., Rame F, La Medea, in Commedie di Dario Fo, VIII, Torino, Einaudi, 1989
Fo D., Rame F., Venticinque monologhi per una donna
Frediani P, Maggio: Il delitto di Medea, Copiato da me Angiolo Bernardini di Buti l'anno
1897
Leone de Castris A., Storia di Pirandello, Laterza, 1989
Mango L., Il Novecento del teatro. Una storia, Roma, Carocci, 2020
Mariani E., Viene fuori Euripide! La figura popolare di Medea nella mitografia di Fo-
Rame, in Anna Barsotti, Eva Mariani (a cura di), Dario Fo e Franca Rame, una vita per
l’arte, Bozzetti, figure, scene pittoreschi e teatrali, Corazzano, Pisa, Titivillus, 2011
Pirandello L., Come tu mi vuoi, Mondatori, 1971

17

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