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Nel luglio del 1937 scoppia la seconda guerra sino- giapponese e poco
dopo si arriva all’accordo diplomatico tra nazionalisti e comunisti che
prevede alcune clausole: i nazionalisti si devono impegnare nella
cessazione della guerra civile, a porre fine al blocco economico nei
confronti dei comunisti, istituzione di una zona economica speciale con
giurisdizione nelle mani del governo comunista. In cambio i comunisti
dovettero rinunciare alla riforma agraria, cessare la propaganda contro i
nazionalisti. Inoltre l’armata rossa sarebbe confluita nell’esercito
rivoluzionario. Di fatto questi accordi sanciscono che il guomindang si
pone alla guida della lotta contro i giapponesi e i comunisti seguono le
direttive tattiche e strategiche dell’esercito nazionalista. Dunque inizia il
coordinamento degli eserciti.
La guerra iniziata nel luglio del 1937 si concentra nella Cina settentrionale
e centro orientale e procede molto velocemente, in poco più di un anno il
Giappone raggiunge i suoi obbiettivi. Le città di Pechino e Tianjin cadono
ala fine del mese. Per bloccare l’avanzate delle truppe nipponiche verso la
città di Shanghai la strategia del secondo fronte unito prevedeva di
impedire lo sbarco delle truppe e impedire l’avanzata nipponica nell’area
del fiume giallo. I giapponesi sferrarono l’attacco a Shanghai a inizio
settembre 1937 e la battaglia terminò a inizio novembre dello stesso anno
con la sconfitta cinese. Il successivo obbiettivo di Tokyo era Nanchino la
cui conquista aveva un elevato valore simbolico visto che era la sede del
governo centrale che prima dell’attacco fu trasferito nella città di
Chongqing nel 1938. A Nanchino i combattimenti furono particolarmente
violenti e i soldati misero in atto delle vere e proprie barbarie nei confronti
di donne e bambini. Si stima che rimasero vittime circa 300 mila persone.
Questi episodi sono conosciuti come il “massacro di Nanchino”.
L’occupazione di Nanchino si concluse . Dopo di ché i comandanti militari
nipponici puntavano a Wuhan ma prima la strategia prevedeva la
conquista di Xuzhou dove la resistenza cinese mise in serie difficoltà il
Giappone che subirono la prima sconfitta in una cittadina della provincia
dello Shandong. A maggio la città di Xuzhou cade e successivamente anche
Wuhan e Canton nell’ottobre del 1938. Alla fine del 1938 il Giappone
vuole consolidare il proprio controllo sui territori già occupati. L’ultimo
centro da conquistare era la nuova capitale Chongqing che tra il 1939 e il
1941 che è colpita da molti bombardamenti aerei. Nel 1938 la Cina era
divisa in 4 zone: A nord il governo fantoccio insediato dai giapponesi, a
Nanchino un altro stato fantoccio entrambi riconosciuti da Italia e
Germania, la Cina bianca e infine la zona speciale controllata dai
comunisti. Proprio questi ultimi nel corso della guerra erano riusciti ad
espandersi nella Cina settentrionale creando nuovi basi rosse.
Tra la fine del 1938 e l’inizio del 1939 la guerra cambia, l’avanzata
giapponese si ferma e guerriglie sparse nel paese continuano a esserci.
Tra il 1937 e il 1940 il numero degli iscritti al partito era molto cresciuto
soprattutto molti erano intellettuali, studenti, insegnanti , dunque, si
rende necessaria una riforma.. Il rapporto tra il partito e gli intellettuali è
problematico. Questi ultimi si aspettavano meno intromissione nelle loro
attività, più tolleranza. Al contrario devono piegarsi alla linea politica del
partito, sono le prime vittime dell’ideologia del partito. Non sono liberi di
esprimere critiche nei confronti di chi è al potere. Tra i più importanti
dissidenti Ding Ling, una giornalista e Weng Shiwei che sostiene di non
dover lodare un partito che non ha risolto le disuguaglianze della società
cinese. Weng viene punito con l’emarginazione e l’autocritica davanti al
pubblico. Un ruolo importante in questa vicenda lo ha Chen Boda,
segretario personale di Mao.
Non poteva essere trascurato nel confronto interno al partito il tema della
mobilitazione di massa impegnata nella lotta dei nemici cioè grandi
proprietari di terre, borghesia e burocrati che erano diffusi in maniera
diversa nel paese. I proprietari terrieri erano perlopiù presenti nel sud
dove divennero oggetto di proteste e azioni violente. Il partito nella lotta
di classe aveva il compito di fomentare la rabbia contadina .
Durante gli ultimi anni della guerra sino-giapponese, tra aprile e giugno
1945, si tiene il settimo congresso del Partito comunista. Mao tiene un
discorso dal quale emerge la proposta di formare un governo di coalizione
con il Guomindang che Chiang Kaishek respinge. Viene sottolineato il
ruolo fondamentale dei contadini nella rivoluzione e chiunque avesse
governato il paese non avrebbe potuto trascurarne il peso nella società .
Dal congresso emerge come negli anni della guerra si forma un vero e
proprio culto della personalità di Mao. Un personaggio che sarà membro
dell’Ufficio politico, Lao Shaoqui , è incaricato di scrivere il preambolo del
pensiero di Mao Zedong, definito come il più grande rivoluzionario e
statista della storia cinese, il maggiore teorico e scienziato. Il pensiero di
Mao Zedong contempla la teoria marxista- leninista declinata
all’esperienza della rivoluzione cinese ma non solo è il pensiero che può
essere applicato a tutti i popoli che si trovano nella stessa circostanza di
semi-colonialismo e che vivono condizioni agrarie simili. Nel caso cinese il
marxismo si evolve, viene sinizzato tant’è che è coniato il termine
maoismo. Questa adorazione di Mao viene simboleggiata con la nomina di
due incarichi che mai nessuno aveva ricoperto: presidente del comitato
centrale del partito e presidente dell’Ufficio Politico( Politburo). Ad
affiancarlo vi erano coloro che erano sempre rimasti più vicini a Mao: Zhu
Dhe, Liu Shaoqui, Zhou Enlai.
A questo punto gli Usa tentano di evitare la guerra civile avviando una
mediazione che possa portare a un accordo tra nazionalisti e comunisti. Il
negoziato guidato da George Marshall convoca una Conferenza politica
consultiva a Pechino alla quale partecipano i rappresentanti di tutte le
forze politiche. La guerra è sospesa grazie al raggiungimento di un accordo
sul cessate il fuoco. Dalla conferenza scaturisce un accordo di 4 punti:
unificazione militare, legalizzazione di tutti i partiti, formazione di un
governo di coalizione e passaggio di tutte le basi rosse al nuovo governo.
Ciascuna delle parti ha però una visione differente su come applicare
questi punti. Il fallimento di questo accordo indica che l’alternativa è la
guerra civile. Da un lato Kaishek è convinto dell’appoggio anche diretto sul
teatro di guerra da parte degli Usa e dall’altro Mao percepisce l’appoggio
popolare che può portare alla vittoria.
La guerra civile
La guerra civile inizia all’inizio del 1946 e per tutto il primo anno i
comunisti sono in seria difficoltà. Perdono numerosi territori nel Nord –est
sotto il loro controllo, le province del Jiangsu e dello Shandong, anche la
Manciuria. A partire dal maggio del 1947 i nazionalisti incontrano problemi
lungo la loro avanzata come il blocco dei rifornimenti lungo le vie di
comunicazione soprattutto in Manciuria dove a settembre del 1947 i
comunisti guidati da Lin Biao passano all’attacco .
La Cina comunista vince senza che Stati Uniti e Unione Sovietica abbiano
avuto il tempo di realizzare questa vittoria. Per gli Usa il disegno di
Rooselvelt che annovera la Cina come una grande potenza non esiste più.
Fino al 1947 avevano continuato a credere che Kaishek potesse farcela e
credono fino all’ultimo in una soluzione diplomatica nel 1949. Allo stesso
modo ci crede l’Unione Sovietica in un compromesso tra nazionalisti e
comunisti, temono il coinvolgimento in un nuovo conflitto . Esponenti del
partito repubblicano chiedono un intervento diretto in Cina ma
quest’alternativa tramonta grazie all’opposizione di Marshall. Il governo
comunista non viene riconosciuto dagli Usa ed è l’unico tra i paesi
comunisti dove non c’è un’ambasciata statunitense, la prova ne è Il seggio
all’Onu che continua a essere occupato da Taiwan .Inizia la politica di
contenimento americano in Asia che si traduce nella reintegrazione del
Giappone e nel riconoscimento di Taiwan. I paesi che riconoscono subito
Pechino sono India, Pakistan e Birmania. L’India ha interessi economici in
Tibet ed è costretta a mantenere buoni i rapporti con la Cina. Tra gli alleati
degli Usa, la Gran Bretagna riconosce la Cina visto gli interessi che ha nella
colonia di Hong Kong che rimane sotto il controllo britannico fino al 1997.
Anche la Francia riconosce la Cina