Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
corazzati secondo la strategia della guerra lampo che prevedeva attacchi rapidi e violentissimi.
Francia e Inghilterra che assieme alla Polonia facevano parte della Triplice Intesa dichiararono
guerra alla Germania. Hitler cercò un accordo che però fu respinto, scoppia così la Seconda Guerra
mondiale. La Francia aveva realizzato un sistema di fortificazione lungo il confine tedesco chiamata
linea Maginot, mentre la Germania aveva opposto la linea Sigfred.
L'Italia aveva dichiarato la non belligeranza pur essendo alleata della Germania (Triplice Alleanza –
Germania, Italia e Giappone).
Hitler decide di invadere la Francia passando dai Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo cogliendo di
sorpresa l'esercito francese e la conquistò.
Mussolini credendo che la guerra stesse ormai per volgere al termine dichiarò guerra a Francia e Gran
Bretagna combattendo una guerra parallela nei Balcani ed in Egitto.
Nel frattempo il Giappone aveva conquistato la Cina e stava attaccando le colonie francesi in Indocina
e le isole del pacifico possedimento degli Stati Uniti.
Nel 1941 Hitler inaspettatamente decise di attaccare di sorpresa la Russia (operazione Barbarossa)
annullando così il patto di non aggressione Molotov- Ribbentrop. Doveva essere una guerra lampo, ma
il gelido inverno russo arrestò l'avanzata tedesca e decimò l'esercito.
Nel dicembre del 1941 il Giappone sferrò un attacco alla flotta americana a Pearl Harbor nelle isole
Hawaii: gli Stati Uniti entrano in guerra e gli alleati sconfiggono Germania, Italia e Giappone.
Il 10 Luglio del 1943 inglesi e americani sbarcarono in Sicilia e Mussolini viene arrestato.
Pietro Badoglio sarà il nuovo capo del governo e firmerà l'armistizio di pace. L'Italia esce dalla guerra.
Poco dopo anche la Germania firmava la resa incondizionata, mentre in Giappone gli Stati Uniti
sganciarono la bomba atomica.
Nel 1947 a Parigi vennero firmati i trattati di pace: la Germania rimase divisa in quattro zone, l'Italia
perse tutti i possedimenti del mediterraneo, le colonie e l'Istria.
*Il 6 agosto 1945 ci fu il colpo di grazia sul Giappone, l’aeronautica militare americana sgancia la
bomba atomica “Little Boy” sulla città giapponese di Hiroshima, seguita tre giorni dopo dal lancio di
un’altra bomba “Fat man” su Nagasaki.
La priorità per lo sgancio della bomba fu data a Hiroshima dopo la segnalazione che essa era l'unico
tra gli obiettivi che non avesse al suo interno e nei dintorni campi per i prigionieri di guerra americani,
nati come funghi durante la guerra in Giappone, come una sorta di campi di concentramento americani
per i giapponesi.
La città di Nagasaki, invece, fu attaccata perché era uno dei maggiori porti del Giappone meridionale, di
grande importanza bellica a causa delle sue diversificate attività industriali.
L'avvelenamento da radiazione e le necrosi, cioè morte prematura di cellule, provocarono malattie e
morti successive ai bombardamenti per circa il 20% di coloro che erano sopravvissuti all'esplosione
iniziale. Alla fine del 1945 ulteriori migliaia di persone morirono per via dell'avvelenamento da
radiazioni, portando il totale di persone uccise a circa 300 000, solo in quell’anno.
Per la gravità dei danni diretti e indiretti si è trattato del primo e unico utilizzo in guerra di tali armi.
Oltre a porre fine alla Seconda Guerra mondiale, si mise fine anche alla guerra cino-giapponese,
iniziata nel 1937, che finì con la resa incondizionata del Giappone. Dal 1937 al 1941 la Cina aveva
combattuto da sola, ma dopo l’attacco di Pearl Harbor le forze alleate, sia americane che sovietiche,
fornirono materiali e servizi per questa nazione e il Giappone in guerra su più fronti si dovette
arrendere.
*Riguardo al ruolo del Giappone nella seconda guerra mondiale si dovrebbe parlare di
Guerra del Pacifico con l’inizio nel 1937.
Infatti il Giappone aveva come principale scopo di controllare i territori dell’Asia Orientale e
del Pacifico occidentale.
Questo fu il motivo per cui approfittando della debolezza interna della Cina sferrò il suo
attacco, occupando la Corea, la Cina settentrionale e la Manciuria.
La Cina in quel periodo era particolarmente debole perché il suo grande territorio era
controllato da diversi comandanti locali, alcuni dei quali seguivano il governo centrale, altri
aderivano al partito comunista cinese.
Nel 1939 il Giappone tentò un attacco anche al territorio dell’Unione Sovietica ma essa lo
respinse e riprese i combattimenti con il Giappone solo nel 1945.
Intanto era stato stretto il Patto D’acciaio fra Germania, Italia e Giappone perché questi tre
stati, dominati da regimi dittatoriali, volevano influenzare i paesi vicini.
Nel 1941 il Giappone aveva ormai occupato più della metà del territorio cinese ma faticava
ad espandere la propria influenza sul resto del paese perché i cinesi resistevano sui
terreni montuosi e i comunisti cinesi organizzavano attacchi nei territori già conquistati dai
nemici.
Italiano : ARTICOLO 11 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
In Italia dopo la Guerra venne indetto un referendum, a suffragio universale, per scegliere tra
Monarchia o Repubblica, che si tenne il 2 giugno 1946. Sancì la nascita della Repubblica Italiana e il 1
gennaio 1948 entrò in vigore la Costituzione Italiana.
Per permettere che non ricapitino mai più le atrocità della guerra si scrisse l’articolo 11:
«L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle
limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni;
promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo».
In questo articolo si afferma che l’Italia può entrare in una guerra solo se si sente attaccata. Rifiuta la
guerra come mezzo di intervento e si impegna a salvaguardare tutte le altre nazioni con pari volontà e
a sostenere quelle organizzazioni internazionali che promuovono la pace e la giustizia.
L’uranio è un metallo di colore bianco argenteo che pesa più del doppio del ferro e può essere sfruttato
come combustibile. L’uranio si ricava dall’uranite, un minerale che contiene due tipi di elementi: U^238
(uranio 238), che è uranio comune, non fissile, cioè che non si può dividere, e U^235 (uranio 235), che
è uranio radioattivo, fissile. Il rapporto è di circa 99% di U^238 e 1% di U^235. Con un procedimento di
arricchimento si può però aumentare la percentuale di uranio fissile, e uno dei suoi impieghi è quello di
realizzare la bomba all’uranio (comunemente detta bomba atomica). La bomba atomica è un ordigno
esplosivo appartenente al gruppo delle armi nucleari, la cui energia è prodotta dalla reazione a catena
di fissione nucleare. La fissione nucleare consiste nella divisione di un nucleo di uranio 235 ed avviene
quando un neutrone libero colpisce il nucleo di uranio, che si divide in due lasciando liberi altri tre
neutroni. Questi neutroni colpiscono a loro volta altri nuclei di uranio dando vita a una reazione a
catena che, se non controllata, può liberare un’enorme quantità di energia (come nel caso della bomba
atomica). Le ricerche che portarono all’invenzione della bomba atomica furono svolte da un gruppo di
ricercatori, tra i quali il Nobel italiano Enrico Fermi, che presero parte al “Progetto Manhattan”. Il
principio della bomba atomica si basa sulla formula di Einstein E=mc, secondo la quale l’eliminazione di
una piccola quantità di materia genera una grande quantità di energia (poiché la costante corrisponde
alla velocità della luce). La prima bomba, al plutonio, chiamata “The Gadget”, fu fatta esplodere per
prova il 16 luglio 1945 nel deserto del New Mexico. La prima bomba all’uranio (il cui nome in codice era
“The Boy”) fu invece sganciata a Hiroshima nell’agosto del 1945, per mettere fine alla Seconda Guerra
Mondiale, seguita della bomba “Fat Man”, sganciata tre giorni dopo su Nagasaki. Anche Ettore
Majorana, importante fisico italiano che aveva già collaborato con Fermi e sviluppato con lui diverse
teorie, si era avvicinato molto alla scoperta della fusione nucleare e aveva capito che molti studiosi ci
stavano lavorando. Majorana però scomparve misteriosamente e si persero le sue tracce. Nessuno
scoprì mai cosa gli accadde, ma lo scrittore Leonardo Sciascia, con il suo libro La scomparsa di
Majorana, elaborò una teoria, secondo la quale il fisico avesse capito che la fusione nucleare avrebbe
portato all’invenzione della bomba atomica e, per non essere coinvolto nel progetto di un’arma da lui
ritenuta terribile, decise di scappare per essere dimenticato e far perdere le sue tracce.
CENTRALI NUCLEARI
Con centrale elettronucleare o centrale nucleare, si intende generalmente una centrale
elettrica che, attraverso l'uso di uno o più reattori nucleari a fissione, sfrutta il calore
prodotto da una reazione di fissione nucleare a catena auto-alimentata e controllata per
generare vapore a temperatura e pressione elevate, col fine di azionare delle turbine a
vapore accoppiate ad alternatori, e produrre così elettricità.
Reattori nucleari in Francia
La fissione nucleare fu ottenuta per la prima volta dal gruppo di scienziati guidato da
Enrico Fermi nel 1934 "bombardando" l'uranio con neutroni rallentati con un blocco di
paraffina. Tuttavia i fisici italiani non compresero correttamente il processo che avevano
creato identificando erroneamente i prodotti di fissione. Nel 1938, nel periodo in cui Fermi
era a Stoccolma a ritirare il premio Nobel, la spiegazione corretta del fenomeno venne
descritta da alcuni chimici tedeschi.
Essi determinarono che il neutrone, relativamente piccolo, è in grado di scindere il nucleo
dei pesanti atomi di uranio in due parti pressoché uguali. Numerosi scienziati compresero
che le reazioni di fissione rilasciavano ulteriori neutroni, con il risultato di potere originare
una reazione nucleare a catena in grado di autoalimentarsi.
Fermi, recatosi a Stoccolma nel 1938 per ritirare il premio Nobel assegnatogli per la fisica,
non rientrò in Italia a causa delle leggi razziali (sua moglie era ebrea) ed emigrò negli
USA. A Chicago gli fu affidata la direzione della realizzazione del primo reattore nucleare,
che entrò in funzione il 2 dicembre 1942.