Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Isaac Asimov
Biblioteca Uranica 20
Urania n. 20 - 20 luglio 1953
Che cosa sarà il nostro pianeta tra cinquanta, cen-
tomila anni? Pària dei cieli è infatti un balzo di questo
genere nel remoto futuro: e questo balzo lo fa un uomo
qualunque dei nostri giorni scivolando inconsciamente
in una falla del Tempo apertasi all'improvviso sul suo
cammino, ad opera di un'oscura fase di una certa fis-
sione nucleare... e ricade su di una Terra che egli dap-
prima si rifiuterà di riconoscere per sua.
Ritroverà infatti il nostro povero pianeta popolato da
soli venti milioni di individui che "nuove" condizioni
ambientali hanno ridotto a un branco di nevrotici su-
perstiziosi, afflitti da morbi strani, da un profondissi-
mo complesso d'inferiorità razziale. Guerre atomiche
spaventose, infatti, hanno reso radioattivo il suolo e ri-
dotto la Terra il pianeta pària nel nuovo, meraviglioso
e felice Impero Galattico. La Terra vuole vendicarsi.
Medita e sta per attuare un'orrenda vendetta suscetti-
bile di ricondurre il caos nel Cosmo.
Ma un uomo, un ometto qualunque dei nostri giorni,
diventerà arbitro del destino di un'immensa galassia e
della nostra Terra..
Traduzione dall'inglese di Sem Schlumper
Copertina di Curt Caesar
Illustrazioni interne di Carlo Jacono
I
CON UN PIEDE SULLA TERRA
E L'ALTRO A MEZZ'ARIA
II
CHE FARE DI UNO STRANIERO?
III
MOLTI MONDI O UNO SOLO?
IV
IL MEZZO PIÙ SEMPLICE
V
L'INVOLONTARIO VOLONTARIO
VI
UNA NOTTE D'ANSIE
VII
PARLANO I PAZZI
IX
CONFLITTO A CHICA
X
COME SI INTERPRETANO CERTI EVENTI
XII
IL CERVELLO CHE SAPEVA UCCIDERE
XIII
IL RAGNO TESSE LA SUA TELA
XIV
SECONDO INCONTRO
Nel corso dei due mesi succedutisi dal giorno in cui il sinotti-
ficatore del dottor Shekt era stato impiegato su Joseph Schwartz,
il fisico aveva subito un profondissimo cambiamento. Non mol-
XV
PRECIPITANO GLI EVENTI
«Io?»
XVI
FA' LA TUA SCELTA
XVII
SI VOLTA BANDIERA
Seguirono due ore d'una odissea che almeno un paio dei suoi
protagonisti non avrebbero potuto rivivere. Il dottor Shekt, ad
esempio, aveva finito per cristallizzare tutti i timori che l'angu-
stiavano in un suo compartecipare profondissimamente alla lotta
che sapeva svolgersi nel cervello di Schwartz. E per tutte intere
le due ore non ebbe occhi che per il viso tondo dell'uomo del
passato, un viso tutto contratto nello spasimo del suo sforzo inte-
riore. Agli altri non dedicò che un paio di distratte occhiate.
Nel vedere apparire il Segretario avvolto nella sua serica di-
visa color dello smeraldo, le guardie che stazionavano di fuori si
irrigidirono sull'attenti. Balkis rispose con un gesto strano, che
poteva sembrare distratto a coloro che rendevano gli onori al suo
potere, alla sua apparenza di autorità ufficiale. Così tutto il
gruppetto uscì indisturbato.
Arvardan si rese conto di quanto fosse pazzesco l'episodio a
cui prendeva parte, soltanto quando ebbero lasciato alle spalle
l'immane Casa di Correzione. Soltanto allora tornò a pensare per
un istante al pericolo immenso, inimmaginabile della Galassia,
al fragile e sottile ponticello che forse sarebbero riusciti a gettare
sopra l'abisso. Ma anche in quei momenti, Arvardan si abbando-
nava interamente al fascino degli occhioni di Pola.
In futuro, quei momenti Arvardan li avrebbe condensati in un
XIX
STA PER SCOCCARE L'ORA "X"...
XXII
IL MEGLIO ANCOR NON È VENUTO
Attese per strada. E guardò il cielo sopra il suo capo. Era pie-
no di stelle. Ce n'era tutta una Galassia: visibili ed invisibili.
A sé, alla nuova Terra, a tutti quei milioni di pianeti remoti,
ripeté ancora una volta i versi di un poemetto antichissimo che
soltanto lui, tra quadrilioni di esseri a lui simili, conosceva:
"Incanutiamo insieme!
Il meglio deve ancora venire,
L'ultima parte della vita, per la quale fu creata la prima..."
FINE
Entra la morte
di Rex Stout
IX
Alle sei del pomeriggio seguente ero in ufficio, alla mia scriva-
nia, intento a sistemare qualche cosuccia, quando sentii l'ascenso-
re discendere dalla serra e un attimo dopo Wolfe entrò, si acco-
modò nella sua diletta poltrona, suonò per ordinare la birra e
s'appoggiò allo schienale, con un sospiro di profonda soddisfazio-
ne.
«Come se la cava Andy?» domandai.
«Considerando quello che ha passato, meravigliosamente».
Misi certe carte in un cassetto, poi feci girare la mia scranna per
guardarlo in faccia.
«Stavo proprio pensando che se non fosse stato per voi, Dini
Lauer a quest'ora sarebbe forse ancora viva» incominciai, in tono
inoffensivo. «Ben Dykes m'ha detto un'ora fa al telefono che Do-
nald ha ammesso di averla uccisa proprio perché voleva andarse-
ne e sposarsi. Se non aveste offerto ad Andy questo posto, e relati-
va pecunia, probabilmente lui non avrebbe mai avuto il denaro
sufficiente per chiederle di sposarlo, o meglio, lei non avrebbe ac-
cettato. Sicché, in un certo senso, si può dire che siete stato voi ad
ucciderla».
«Voi potete dirlo» concesse il Capo, togliendo il tappo alla bot-
tiglia di birra che Fritz gli aveva portato.
«Comunque» continuai «m'ha detto Dykes che quello scimmiot-
to di Noonan sta ancora cercando di convincere il procuratore di-
FINE
.
Ci siamo occupati nel numero precedente delle varie forze che mo-
dificano tanto profondamente la faccia del nostro pianeta, livellando e
cancellando definitivamente attraverso l'erosione, per esempio, catene
di montagne altissime, nate da moti di corrugamento della crosta terre-
stre di entità gigantesca. Abbiamo visto come l'acqua e il vento possano
col tempo attraverso il processo di erosione annullare l'opera di queste
forze incontenibili. Ma forse molti non si sono soffermati a riflettere
sulla incredibile potenza erosiva che hanno i ghiacciai. Grazie alla loro
immensa massa, i ghiacciai modificano radicalmente la fisionomia,
spesso l'intera forma. di grandi sistemi montuosi.
Ghiacci fossili
I ghiacci si formano ovunque si trovino le così dette nevi eterne,
perché essi debbono la loro origine prima a estesi banchi nevosi, grandi
masse di neve, cioè, ammonticchiata e compressa fino a consolidarsi in
Inondazioni apocalittiche
Quando i ghiacciai si sciolgono, si lasciano estesi depositi alle spalle,
aspri crinali di massi, formazioni di sabbie e fanghiglie dette morene, e
basse colline a forma di dorso di cucchiaio, dette drumlin.
E non si creda che gli effetti della coltre di ghiacci preistorici
sull'ambiente umano siano del tutto cessati, ché se ne vedono chiara-
mente le tracce nelle banchise ghiacciate che si vengono via via con-
traendo sui milioni di chilometri quadrati della Groenlandia e del con-
tinente antartico. Gli otto milioni di chilometri cubici di ghiaccio im-
magazzinati nelle calotte polari stanno lentamente sciogliendosi, resti-
tuendo le loro acque imbrigliate in ghiacci antichissimi ai mari circo-
stanti, il cui livello si eleva ininterrottamente. Continuando questo pro-
cesso di fusione, molte delle regioni continentali a carattere di basso-
piano, su tutto il pianeta, verranno gradualmente inondate, trasfor-
mandosi in fondo sottomarino, come è già avvenuto con ricorrente re-
golarità in un passato geologicamente non lontano.
La California cammina
Biblioteca Uranica 20