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Gli obiettivi potranno essere giustificati in maniera opportuna dopo che si saranno compiuti i seguenti
passi: elaborazione di un modello della disciplina e delle sue strutture, elaborazione di un modello di
competenza musicale. Da una parte, il rifermento alle strutture disciplinari nella loro oggettiva
specificazione, assicura fonde a produttività del modello (e quindi del conseguente processo d’istruzione,
che non può consistere in un attivismo spontaneo e casuale in quanto il suo fine cioè il sapere organizzato).
Dall’altra parte l’attenzione per gli aspetti soggettivi consente di evitare il pericolo di intendere la
competenza da promuovere in un curricolo non professionale come una mera riproduzione del sapere
specializzato.
Una disciplina non può essere concepita come un cumulo di nozioni o di esperienze, come un catalogo o
una enciclopedia, ma essa presenta un’organizzazione interna non indifferente. Appare necessaria una
distinzione fra le discipline formali o ufficiali e scolastiche, e risulta evidente che la struttura di queste
ultime non è codificata a priori per mera speculiarità, ma deve essere elaborata attraverso un’autonoma
riflessione pedagogica che comprenda scelte, esclusioni, integrazioni in relazione al ventaglio delle fonti
possibili cui si fa riferimento.
Per quanto riguarda i regni delle discipline ci troviamo davanti, secondo Phenix, a:
Questo modello appare articolato e complesso, quindi bisognerebbe rifarti alla tripartizione aristotelica
dove distinguiamo le discipline in conoscitive o epistemiche (mate, scienze fisiche e biologiche, scienze
umane fra cui quelle musicologiche), discipline poietiche o produttive (arti tecniche, dunque la musica
intesa come pratica compositiva ed esecutiva), le discipline pratiche (etica, politica), Le prime si distinguono
in quanto hanno come fine la conoscenza. L’investigazione/spiegazione del reale nelle varie forme; le
seconde in quanto hanno per fine il fare, il produrre, il trasformare; le terze in quanto hanno per fine
l’azione, i comportamenti il buon vivere.
Nel momento in cui parliamo di educazione musicale, la situazione diventa molto complessa. Non esiste
una disciplina unitaria extra-scolastica definibile come musica. La musica è solo un campo sul quale e
intorno al quale, operano con prospettive metodi e obiettivi diversificati, una pluralità di discipline e di
pratiche. Se noi volessimo concepire l’ed musicale come semplice applicazione/derivazione di strutture
disciplinari codificare in ambito extrascolastico, potremmo seguire una delle seguenti vie:
a) Selezionare una delle discipline pratiche attestate, configurando l’ed musicale come sua
applicazione didattica
b) Intendere l’ed musicale, in una prospettiva più larga, come summa dell’intero spettro disciplinare
extrascolastico
Le strutture costruttive sono sicuramente la grammatica musicale ( in termini nozionistici), concetti basilari
della struttura del discorso (sonata, canzone), agli stili e le funzioni. L’insieme di strutture è da ripensare e
definire in termini didattici e funzionalu e che soprattutto le strategie di lettura e produzione chiedono
ancira di essere esplicitat.
a) Conoscitiva
b) Linguistico – comunicativa
c) Cognitiva
d) Critica
e) Estetica
f) affettiva
I bisogni dell’alunno ovviamente devono essere percepiti dall’insegnante. Questi vengono distinti in
e ovviamente sono complementari l’uno all’altro ma allo stesso tempo devono andare oltre a tutto ciò che
l’alunno sa fare e non. Ogni obiettivo, allo stesso tempo, deve partire da dei prerequisiti.
La cultura musicale dovrà imparare a saper fare con la musica e intorno alla musica. La competenza
ovviamente va distinta dall’esecuzione; essa è difatti un sistema sottostante di regole che genera o produce
gli atti esecutivi così come uno strumento produce suoni.
Per quanto riguarda la sfera musicale una competenza proposta correttamente è quella di Stefani. La
identifica riassuntivamente come un sapere, un saper fare e un saper comunicare: in altri termini come una
capacità di produzione di senso mediante e/o intorno alla musica.
L’educazione musicale deve fornire quel tipo di competenza che è funzionale al soddisfacimento dei bisogni
personali e sociali di soggetti per i quali la musica non è una dimensione di realizzazione tecnico –
specialistica ma una delle componenti della cultura globale.
La ricognizione acustica è un argomento molto importante nello studio della musica. In primis dobbiamo
sapere la differenza tra sentire e ascoltare, in quanto in quest’ultima si sviluppa un atto psicologico.
Richiede, infatti, lo svolgimento di un attività e il risultato di quest’ultima. Richiede lo svolgimento di
un’attività e il risultato che và a costituire la conoscenza.
Nel momento in cui dobbiamo andare a sviluppare questa determinata capacità dovremo:
Nel nostro approccio con il suono dovremo anche essere in grado di riconoscerlo. Dovremo avere quindi:
1. risposte organismiche
2. riconoscimento decentrato globale
3. traduzione in modelli analogici
4. traduzione in modelli descrittivi non pianificati
5. traduzione di modelli prescrittivi pianificati
Per l’analisi di un brano avremo comunque un gran bisogno di applicare un riconoscimento – classificazione
dei fenomeni.
- Dovremo avere delle categorie di struttura globale, quindi un suono semplice o complesso intonato
o rumore
- Categorie dimensionali, che ci permettono di passare da una percezione globale a una percezione
analitica
- Categoria qualitative
- Categorie di relazione
Le operazioni – attività sono il quadro delle categorie a cui possiamo fare un rifermento a operazioni
basilari che l’alunno deve essere in grado di svolgere.
Comprendere i messaggi musicali nella varietà delle loro funzioni, forme e relazioni è un grandissimo
obiettivo. La formazione del soggetto e nella progressive presa di coscienza di sé e dell’esperienza.
Noi impariamo a comprendere ponendoci degli scopi. La musica all’interno della nostra vita ha degli scopi
ben precisi. Il nostro compito è quello di accettare quali sono le strategie che entrano in gioco in una buona
comprensione, e come esse possono essere applicate, governate e controllate nell’azione didattica, così da
produrre un cambiamento.
Deve trattarsi perciò di operazioni governabili, collocabili a quei livelli della cognitività e della cultura di cui
il soggetto può prendere coscienza nell’azione didattica, così da produrre un cambiamento.
La comprensione è un’esperienza che si colloca dalla parte dell’ascoltatore. Il buon ascoltatore deve avere
una preparazione professionale. Un modello attendibile di buona comprensione è
La comprensione, quindi, si applica su più piani: quello delle strutture fonico – espressive, quello dei
significati quello pragmatico – contestuale.
Nel momento in cui ci andiamo ad orientare in un testo dobbiamo creare un’idea inter-pretativa generale e
in seguito una struttura sequenziale in modo tale da creare una struttura dimensionale e comprendere il
brano.
Il senso di un’opera musicale viene elaborato dal fruitore che interagisce collaborativamente con essa,
ponendo in essere processi interpretatici, investendo le tracce contenuto nel testo di valore simbolico e
culturale, dando ad esse voce e facendole proprie in una ideale riscrittura interiore.
La descrizione formale di un brano ha natura morfo – sintattica ma non sistematica, essa è una pre-
condizione del significato. L’interpretazione consiste nell’assegnazione di un valore semantico ad un’unità
fisica (suono, parola, immagine…) considerata come il significante o il veicolo di un senso possibile. Nel
funzionamento semantico della musica prevale la dimensione simbolica.
Attraverso l’elaborazione della sostanza fonica e dei suoi parametri vengono costruiti “modelli” che
assumono, per l’interprete/ascoltatore, un senso extramusicale: parlano, cioè, dell’esperienza, del mondo,
dell’uomo.
MODO SEGNICO
- Connessione tra significante (SE) e significato (SO) arbitraria, codificata nella cultura, convenzionale
MODO ICONICO
- Per interpretare il SE bisogna ricorrere a differenti campi di esperienza, attraverso un processo produttivo
della mente, dando quindi luogo ad una significazione aperta e polivalente che risulta approssimata e
parziale, incapace di esaurirne le potenzialità semantiche
MODO METONIMICO/RELAZIONALE
- Per interpretare il SE bisogna far riferimento a conoscenze di carattere storico, geografico, sociale,
religioso…
- INTENSIONE: insieme di proprietà o tratti secondo i quali l’espressione può definire l’oggetto (es. /gatto/
in quanto mammifero, felino, agile, sornione…)
In musica, non essendoci generalmente un rapporto tra SE e SO di tipo estensionale (tranne nel caso di
musiche che “imitano” fenomeni sonori), l’ascoltatore mette in atto una procedura di interpretazione
formativa, leggendo fondamentalmente l’opera attraverso la modalità simbolica. La musica, infatti,
simboleggia proprietà, modi di essere, predicazioni che non sono legati ad individui o oggetti specificati:
essa descrive intensioni (es. nel brano di H. Cowell Tiger, il titolo e il riferimento alla poesia di W. Blake
costituiscono l’ estensione, definita dal testo verbale. Attraverso l’ascolto si acquisisce l’ intensione, che
scaturisce dalle possibili risposte alla domanda: “Quali tratti-proprietà della musica rimandano al testo
verbale?”).
Le strutture sonore sono in grado di significare proprietà-predicati (non cose-eventi) attraverso schemi
motori, spazio-temporali, timbrici, dinamici… (es. nel brano di H. Cowell il movimento deciso e aggressivo
della tigre, il senso interrogativo del testo poetico, l’oscurità del male…). Nel caso di musiche che si
riferiscono a testi verbali il linguaggio verbale identifica l’ estensione; il linguaggio musicale forma l’
intensione rimodellando l’ estensione, nella misura in cui ne esprime alcuni aspetti.
Nel caso in cui non vi sia un riferimento estensionale (titolo, programma…), le caratteristiche foniche
direzionano comunque l’elaborazione di campi intensionali coerenti con esse e potenzialmente infiniti,
frutto di un’attività elaborativa dinamica da parte del fruitore, piuttosto che semplice risultante di un
riconoscimento convenzionato.
L’approccio metonimico permette, inoltre, di mettere in relazione le opere musicali con realtà o situazioni
alle quali esse sono contigue o nel cui ambito risultano collocate, individuando eventuali usi, funzioni,
applicazioni, riferimenti storici, geografici, sociali… (es. per il brano Tiger di H. Cowell: musica del ‘900
contrassegnata dalla ricerca di nuove sonorità, espressione dell’inquietudine tipica di quel periodo
storico…)
Mentre nel linguaggio verbale è possibile individuare segmenti (parole) e strutture gerarchiche (sintassi)
chiaramente riconoscibili e fortemente codificate, in musica il SO si rivela per insiemi, per percorsi (un
tragitto melodico, una struttura ritmica…) multi-planari che suggeriscono possibilità interpretative plurime
e ambigue. Il processo interpretativo, attraverso l’elaborazione di enunciati verbali, tenta volta per volta di
circoscrivere alcuni aspetti di ciò che l’esperienza percettiva e psichica dell’opera è in grado di trasmettere.
- PER ANALOGIA SINESTETICA: le qualità sonore vengono poste in relazione con proprietà appartenenti ad
altri ordini sensoriali. Le associazioni possono basarsi sulla risposta emotiva comune (es. tondo, chiaro,
dolce = positività, piacevolezza) o sulla somiglianza di struttura percettiva (es. liscio/continuo;
ruvido/discontinuo)
- PER TRASPOSIZIONE METAFORICA: le qualità sonore vengono associate a proprietà (di ordine mentale)
affettive, morali… (es. melodia triste, dolente, maestosa…)
Il meccanismo di elaborazione simbolica dà luogo al processo di irradiazione, che crea una rete di simboli
interrelati, potenzialmente infinita (es. Suoni scuri, bassi,
energici→tenebre→notte→tensione→abisso→male→sofferenza→morte→inferno…)
In ambito didattico è importante promuovere capacità di interpretazione dell’opera musicale che correlino
le caratteristiche foniche e morfologico-sintattiche con l’elaborazione di senso secondo criteri di coerenza e
verificabilità, magari proponendo anche “prove di commutazione”, ovvero attività di trasformazione di
alcuni aspetti per comprenderne il valore semantico (es. trasformare il ritmo puntato in scansione isocrona;
modificare la dinamica, l’agogica, il modo…)
-Le metodologie specifiche per l'insegnamento scolastico delle discipline comprese nell’area musicale.
-La progettazione e lo sviluppo delle attività di insegnamento relative agli specifici ambiti disciplinari
dell’area musicale.
Bes dsa
alunno disabile chi presenta una minoranza fisica, psichica o sensoriale. Legge 104 del 92
alunno dsa (disturbo specifico dell’apprendimento) chi, pur dotato di normali capacità cognitive presenta
una difficoltà specifica di apprendimento nella lettura e/o scrittura e/o calcolo, NON dovuta ad un’altra
patologia. Legge 170 del 2010 + linee-guida del 12/07/2011
alunno bes (bisogni educativi speciali) categoria generica onnicomprensiva alunni con difficoltà non
momentanee e che possono essere di origine fisica, biologica, psicologica, socio-economica o culturale
Legge 170 del 2010 + linee-guida del 12/07/2011.
Nel momento in cui ci troviamo davanti ad uno studente BES o DSA dovremo utilizzare il PDP. Questo è
nato per favorire una progettualità che risponda in modo mirato alle esigenze degli studenti.
Questo documento contiene le strategie e le metodologie didattiche utilizzate, le misure compensative e
dispensative adottate e le indicazioni per la valutazione degli apprendimenti durante le verifiche nel corso
dell’anno, durante le Invalsi e gli Esami di Stato.
Il PDP è un documento che è scritto dagli insegnanti dopo essersi confrontati con specialisti che seguono
l’allievo e i genitori. Può essere coinvolto anche il ragazzo con DSA o ADHD, se sufficientemente grande.
In particolare, nelle Linee Guida che accompagnano la Legge 170/2010 si dichiara che il PdP deve
contenere:
2. Tipologia di disturbo.
Lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali,
corporei, estetici, etici, spirituali. I docenti dovranno pensare e realizzare i loro progetti educativi e didattici
non per individui astratti ma per persone che vivono qui e ora, che sollevano precise domande esistenziali,
che vanno alla ricerca id orizzonti di significato.
La scuola segue una doppia linea formativa: verticale e orizzontale. La linea verticale esprime l’esigenza di
impostare un’informazione che possa poi continuare lungo l’intero arco della vita; quella orizzontale indica
la necessità di un’attenta collaborazione fra la scuola e gli attori extrascolastici con funzioni di vario titolo
educative: la famiglia in primo luogo. Ovviamente questo processo è come una reazione a catena, avviene
lo sviluppo di ogni persona che a sua volta stimola altre persone. Ognuno impara meglio nella relazione con
gli altri. Non basta convivere nella società, ma questa stessa società bisogna crearla continuamente
insieme. Nello sviluppo della società, ovviamente, gioca un ruolo fondamentale l’alleanza fra scienza, storia,
discipline umanistiche, arti, tecnologia, che devono essere in grado di delineare la prospettiva di un nuovo
umanesimo.
Il sistema scolastico italiano assume come orizzonte di riferimento verso cui tendere il quadro delle
competenze-chiave per l’apprendimento permanente. Queste vengono definite dal Parlamento europeo e
dal consiglio dell’UE (raccomandazione 18/12/2006) che sono: 1) comunicazione madrelingua, 2)
comunicazione nelle lingue straniere, 3) competenza matematica e competenze di base in scienza e
tecnologia; 4) competenza digitale; 5) imparare ad imparare; 6) competenze sociali e civiche; 7) spirito di
iniziativa e imprenditorialità; 8) consapevolezza ed espressione culturale.
L’alunno nel suo percorso scolastico (scuola dell’infanzia – scuola superiore) attraverso un approccio
antropologico e antropologico deve creare una propria identità ed un proprio pensiero.
Ogni scuola predispone il curriculo all’interno del Piano di offerta formativa con riferimento al profilo dello
studente al termine del primo ciclo di istruzione. Quindi possiamo anche dire che ogni scuola è diversa
dall’altra in quanto si diversifica (ovviamente seguendo le normative statali) negli aspetti organizzativi e di
progettualità tra gli studenti.
Le discipline vengono collegate tra loro in modo tale da creare un formulario completo all’interno
dell’alunno. L’itinerario scolastico pur comprendendo 3 tipi diversi di scuole consente la progettazione di un
unico curricolo verticale e facilita il raccordo con il secondo ciclo del sistema di istruzione e formazione.
Gli obiettivi di apprendimento individuano campi del sapere, conoscenze e abilità ritenuti indispensabili al
fine di raggiungere i traguardi per lo sviluppo delle competenze. Gli obiettivi sono organizzati in nuclei
tematici e definiti in relazione a periodi didattici lunghi.
Agli insegnanti competono le responsabilità della valutazione e la cura della documentazione, nonché la
scelta dei relativi strumenti, nel quadro dei criteri deliberati dagli organi collegiali. Le verifichec intermedie
e la valutazione periodiche e finali devono essere coerenti con gli obiettivi e i traguardi previsti dalle
Indicazioni e declinati nel curricolo. La valutazione procede, accompagna e segue i percorsi curricolari.
Attiva le azioni da intraprendere, regola quelle avviate, promuove il bilancio critico su quelle condotte a
termine. Assume una preminente funzione formativa di accompagnamento dei processi di apprendimento
e stimolo al miglioramento continuo.
Invalsi
Conoscenza abilità e competenze La comprensione della scienza e della tecnologia è fondamentale per la
preparazione di un giovane alla vita nella società moderna; essa gli consente di partecipare pienamente a
una società in cui scienza e tecnologia rivestono un ruolo importante. Questa comprensione contribuisce in
modo significativo alla vita personale, sociale, professionale e culturale di ciascun individuo. In PISA, per
literacy scientifica si intende «l’insieme delle conoscenze scientifiche di un individuo e l’uso di tali
conoscenze per identificare domande scientifiche, per acquisire nuove conoscenze, per spiegare fenomeni
scientifici e per trarre conclusioni basate sui fatti riguardo a temi di carattere scientifico; la comprensione
dei tratti distintivi della scienza intesa come forma di sapere e d’indagine propria degli esseri umani; la
consapevolezza di come scienza e tecnologia plasmino il nostro ambiente materiale, intellettuale e
culturale e la volontà di confrontarsi con temi che abbiano una valenza di tipo scientifico, nonché con le
idee della scienza, da cittadino che riflette».3 La literacy scientifica è definita in termini di capacità di
utilizzare le conoscenze scientifiche e i processi cognitivi connessi non soltanto per comprendere il mondo
naturale, ma anche per prendere parte alle decisioni che possono avere un effetto su di esso.
Codice Per “codice” si intende, in ambito semiotico, un sistema di segni e di regole di combinazione, che
deve essere condiviso tra emittente e ricevente in modo da rendere possibile la comunicazione. Oltre a
quello verbale, esistono molti altri codici: ad esempio quello gestuale, quello musicale, quelli propri dei
linguaggi matematici e scientifici formalizzati. Nella nostra società riveste un'importanza particolare il
codice visuale, con le sue varietà più o meno istituzionalizzate.
Senso Per “senso” qui si intende l'insieme dei significati attuali che un testo realizza. La capacità di
“produrre senso” di un testo dipende dalla sua coerenza (“continuità di senso”) e dalla capacità del lettore
di contribuire con le proprie attese, conoscenze, inferenze (cfr. Beaugrande de - Dressler ,1984: 121 -122).
Materiali originali
CONTENUTI DISCIPLINARI
COMPOSIZIONE: musica “pura”, musica applicata (colonna sonora, musica per installazioni, jingle
pubblicitari, suonerie, musica per videogiochi…), musica d’uso (musica per la danza, per accompagnare
cerimonie religiose, musica per ambienti specifici…)
ECOLOGIA DEL SUONO: studio del paesaggio sonoro, progettazione di ambienti sonori
TECNOLOGIE DEL SUONO: tecniche di manipolazione dei suoni con l’ausilio delle tecnologie
MEDIATORI CULTURALI/SUPPORTI
Spartiti, partiture
Scritti “sulla” musica: articoli, saggi, recensioni, pubblicazioni a carattere didattico e divulgativo; scritti,
interviste, autobiografie, carteggi elaborati dai compositori, trattati
COMPITI: attività che comportano la risoluzione di problemi complessi e aperti, nei quali la conoscenza si
produce nell’agire
COMPITO AUTENTICO: reale e vicino alla vita dello studente; comporta un incarico autentico da portare a
termine
Perché? Definisce l’obiettivo in relazione alla capacità (risorsa potenziale di carattere cognitivo, affettivo,
psicomotorio che l’educazione è chiamata a sviluppare).
Come? Definisce la metodologia (modalità di interazione: trasmissiva legata alla lezione frontale e al lavoro
di gruppo; euristico-guidata legata alla discussione collettiva, al laboratorio, al lavoro di gruppo.
- Saper attribuire significati ad un’immagine intesa come fermo-immagine di un filmato, formulando ipotesi
sugli accadimenti precedenti e successivi, argomentando le proprie scelte.
- Saper attribuire significati alla stessa immagine in relazione a due brani musicali di diverso carattere,
cogliendo ed esplicitando eventuali modifiche dell’interpretazione precedente
- Sviluppo della capacità di riconoscere, sperimentare e comunicare le potenzialità espressive della musica
in relazione ad altri linguaggi.
- Sviluppo della capacità di utilizzare una terminologia, sia pure a livello intuitivo e non specifico, che
descriva coerentemente le caratteristiche dei brani ascoltati.
- Acquisire elementi che definiscano la propria identità musicale sviluppando l’immaginario sonoro.
Sono sempre centrati sull’alunno (soggetto dell’apprendimento), non sulla disciplina (oggetto
dell’apprendimento).Sono ipotesi che vanno verificate.
Fanno riferimento a capacità, abilità, competenze in relazione a contenuti: il contenuto è il mezzo che ne
permette lo sviluppo.
Normativa ped
Esecuzione e interpretazione al termine del percorso lo studente avrà acquisito capacità esecutive e
interpretative alle quali concorreranno: lo sviluppo di un proprio adeguato metodo di studio e di autonoma
capacità di autovalutazione; l’acquisizione di una ricca specifica lettura strumentale, solistica e d’insieme,
rappresentativa dei diversi momenti e contesti della storia della musica fino all’età contemporanea; la
progressiva acquisizione di specifiche capacità analitiche a fondamento di proprie scelte interpretative
consapevoli e storicamente contestualizzabili; la maturazione progressiva di tecniche improvvisative e di
lettura/esecuzione estemporanea; la conoscenza dell’evoluzione storica delle tecniche costruttive degli
strumenti utilizzati e delle principali prassi esecutive a loro connesse.
L’insegnamento strumentale:
L’essenziale aspetto performativo della pratica strumentale porta alla consapevolezza della dimensione
intersoggettiva e pubblica dell’evento musicale stesso, fornendo un efficace contributo al senso di
appartenenza sociale
UDA
Con l’espressione metodo attivo le teorie pedagogiche intendono far riferimento ad una tecnica di
apprendimento che proviene dell’esperienza sensitiva e motoria.
Musicoterapia
La musicoterapia è l’uso della musica e/o dei suoi elementi (suono, ritmo, melodia e armonia) per opera di
un musicoterapista qualificato, in rapporto individuale o di gruppo, all’interno di un processo definito, per
facilitare e promuovere la comunicazione, le relazioni, l’apprendimento, la motricità, l’espressione,
l’organizzazione ed altri obiettivi terapeutici degni di rilievo, nella prospettiva di assolvere i bisogni fisici,
emotivi, sociali e cognitivi. La musicoterapia si pone come scopi quelli di sviluppare potenziali e/o riabilitare
funzioni dell’individuo in modo che egli possa ottenere una migliore integrazione sul piano intrapersonale
e/o interpersonale e, conseguentemente, una migliore qualità della vita attraverso le prevenzione, la
riabilitazione o la terapia.
- la musicoterapia passiva o ricettiva che utilizza l’ascolto come strumento per indurre variazioni dei
comportamenti o dell’umore di una persona e per instaurare, ove possibile, un rapporto dialogico verbale o
non verbale.
- la musicoterapia attiva che si avvale della comunicazione sonora, intesa come un’interazione tra terapista
e paziente mediata dall’utilizzo della voce o degli strumenti, con lo scopo di instaurare una relazione
efficace. Le finalità sono più strettamente preventive e/o riabilitative e/o terapeutiche