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Gli stili e gli ambienti di

apprendimento

Contributi a cura della


prof.ssa Isabella Carta
Breve excursus storico

 Il concetto di stile di apprendimento è


stato utilizzato nell’ambito della psicologia
e della pedagogia sin dal 1930, grazie
all’apporto di numerosi ricercatori che
hanno elaborato una serie di teorie
sull’argomento. Il risultato di queste
ricerche ha portato all’individuazione di
tipologie differenti di studenti.
Tipologie di studenti

 Studente uditivo (riferito a studenti che


imparano meglio attraverso l’ascolto).
 Studente visivo (riferito a discenti che
preferiscono il materiale che viene
presentato in formato visivo).
 Studente tattile-cinestetico (riferito a
coloro che apprendono efficacemente
attraverso l’esperienza pratica e concreta).
Modalità di apprendimento

 Secondo diversi studi è importante il


modo in cui le informazioni vengono
processate:
1.Studenti che preferiscono i concetti
astratti e le generalizzazioni.
2.Studenti che preferiscono concetti concreti
e pratici.
Gli studenti sono diversi
 Nella pratica dell’insegnamento
osserviamo una varietà di stili di
apprendimento e il nostro lavoro consiste
nella capacità di aiutare ogni singolo
alunno a trovare quello più adatto a lui.
Lo stile di apprendimento (non
esiste una sola definizione)

 Infatti esso si riferisce allo stile intellettivo o di


pensiero e rappresenta una modalità operativa
che si manifesta in vari contesti coinvolgendo sia
gli aspetti cognitivi sia quelli socio-affettivi
(siamo condizionati dalla nostra personalità e
dalle relazioni che instauriamo con l’ambiente).
Tante definizioni

 Della-Dora e Blanchard: “una modalità di apprendimento


preferenziale di trattare le informazioni e le esperienze
che è trasversale ai contenuti” (elaborazione di
informazioni).
 Claxton e Ralston: “è una modalità con cui lo studente
consistentemente risponde e utilizza gli stimoli nel
contesto di apprendimento” (percezione sensoriale).
 David Kolb: “è il risultato del corredo genetico, frutto
della combinazione dell’esperienza e delle esigenze del
contesto attuale “ (orientamento di base).
Società e stili cognitivi

 Esiste una relazione tra il tipo di società in cui si vive


e il nostro stile cognitivo prevalente. Lo studio è di
Della Puppa e Vettorel:
 1. società atomistica (tipica delle culture occidentali)
con individui isolati e indipendenti dal campo;
intelligenza intrapersonale;
 2. società campo (tipica delle culture tradizionali)
dove l’individuo risulta comunitario e dipendente dal
campo; intelligenza interpersonale.
Altri studi…altre definizioni
 Lo stile di apprendimento  Lo stile di apprendimento
consiste in: permette di: descrivere
comportamenti specifici e gli studenti in base alle
osservabili in cui si può loro condizioni educative
da cui si possono dedurre
verificare come funziona le loro possibilità di
la mente dell’individuo e apprendere e (per noi
le sue relazioni con il docenti) di conoscere fino
mondo esterno (Anthony a che punto hanno
Grecorc, 1979). bisogno di un approccio
strutturato (David
Hunt,1981).
Le caratteristiche dello stile di apprendimento
(Dunn, 1993)

 Gli insegnanti possono costruire un quadro degli stili di


apprendimento degli studenti chiedendo loro di compilare appositi
questionari e/o osservandoli in determinati contesti scolastici: “il
modo in cui ogni studente inizia a concentrarsi, elaborare e
conservare le informazioni”. In questo modo possiamo trarre 5
categorie di stimoli:
 Ambientali
 Emozionali
 Sociologici
 Fisici
 Psicologici
Fattori ambientali
 Luce, suono, temperatura…
 Alcuni studiano in silenzio, altri con la musica in sottofondo
 Alcuni seduti, per terra…
 Alcuni in piena luce, altri con un’illuminazione bassa o naturale.

 Considerazioni: è estremamente difficile trovare un contesto


scolastico che si adatti alle esigenze di tutti, ma si potrebbe pensare
di suddividere spazi come le aule o i laboratori in cui vengano
rispettate diverse condizioni. Attenzione però agli studenti DSA
come i dislessici che hanno bisogno di una determinata
illuminazione o di un contesto silenzioso.
Fattori emotivi

 Motivazione, persistenza,  Osservazioni: la mancanza di


responsabilità, rapporto motivazione è un ostacolo nel
processo di apprendimento.
positivo tra discenti e
 Gli studenti con dislessia
docenti, ambiente hanno difficoltà (organizzare il
solidale e tollerante (il tempo, completare i compiti…)
clima della classe migliora e proprio in questi si
il successo scolastico e concretizza ancora di più la
formativo) mancanza di motivazione.
Fattori socio-relazionali
 Esistono studenti che preferiscono studiare da soli, altri con i
compagni (ad es. i dislessici perché studiare insieme significa per
loro a ricordare in modo più efficace).
 Nell’apprendimento delle lingue straniere sarebbe preferibile sempre
il lavoro in coppia o in gruppo.
 Osservazioni: noi insegnanti possiamo individuare nei nostri
studenti punti di forza e debolezza e assegnare ruoli differenziati
nell’apprendimento cooperativo (cooperative-learning) dove la
finalità non è solo quella di raggiungere competenze specifiche nelle
singole discipline ma, soprattutto, di far conseguire competenze di
carattere socio-relazionale.
 Attenzione agli studenti bilingue.
Fattori di tipo fisico
 Alcuni studenti si muovono continuamente mentre altri possono
sedersi e lavorare per un periodo di tempo, anche lungo, senza
interruzioni.
 Gli studenti con dislessia hanno bisogno di pause regolari.
 Gli alunni della scuola primaria raggiungono risultati migliori dalle
ore 10,30 alle ore 14,00 (il dato statistico è però delle scuole
americane).
 Gli studenti delle medie e delle superiori considerano produttive le
prime ore del mattino (circa il 40%) anche se il 13% preferisce
studiare di sera (in ogni caso dopo pranzo).
Fattori psicologici

 Si tratta delle caratteristiche personali


intese come preferenze globali (partire dal
generale per poi arrivare al dettaglio);
 Preferenze analitiche (conoscere i dettagli
per poter ricostruire un quadro generale
di contenuti e tematiche);
 Impulsivi / riflessivi
Stili di apprendimento attraverso i canali
percettivi degli studenti

 Studenti visivi: essi utilizzano le immagini,


durante la lettura elaborano un’immagine
mentale di quanto letto e descritto in un testo;
possono tralasciare parole difficili da raffigurare;
per questi studenti il materiale didattico deve
avvalersi di mappe, diagrammi, immagini di ogni
genere ecc. Nella nostra società tecnologica gli
stimoli visivi sono tantissimi a discapito del testo
scritto.
Studenti uditivi
 Essi imparano meglio durante un’attività di
ascolto: se leggono potrebbero trovare delle
difficoltà e i loro risultati migliori risultano nei
test di comprensione orale e non scritta; essi
prestano attenzione al tono di voce, sono
disponibili a parlare e a pensare ad alta voce,
ascoltano musica e ricordano perfettamente i
testi delle canzoni.
Studenti cinestetici
 Essi imparano attraverso il movimento, attività
fisiche e concrete, riescono a scrivere le
informazioni per ricordare contenuti; non
riescono però a stare fermi a lungo e sono molto
tattili (i bambini piccoli sono generalmente tattili
e cinestetici mentre, con l’aumentare dell’età, gli
studenti tendono ad essere visivi e uditivi.
Osserviamo: studenti visivi,
uditivi e cinestetici

 1. studenti visivi:
 Osservano e non parlano
 Memorizzano attraverso immagini
 Non leggono istruzioni verbali o non prestano
attenzione
 Notano dettagli visivi
 Non sono attenti nelle attività verbali
 Ricordano facilmente i visi
2. Studenti uditivi

 Parlano molto a voce alta


 A volte non seguono le indicazioni scritte
 Prediligono che qualcuno legga per loro
 Se leggono, bisbigliano
 Amano la musica
 Si distrae se ci sono i rumori
 Gradisce le attività di ascolto
 Difficilmente ricorda i visi
3. Studenti cinestetici
 Amano muoversi
 Sono tattili e quindi preferiscono il contatto fisico
con le persone con cui interagiscono
 Si muovono mentre studiano
 Prediligono le attività pratiche
 Non amano la lettura
 Preferiscono risolvere i problemi sforzandosi
fisicamente
 Amano manipolare oggetti
Osserviamo: studenti globali e
analitici

1. Studenti con stile di apprendimento


globale: intervengono nelle discussioni e
amano lavorare in gruppo, riescono a
fare più cose contemporaneamente
(saltando passaggi o dettagli),
individuano le relazioni tra le idee in un
quadro generale, sanno argomentare
parafrasando per spiegare un punto di
vista, sanno essere flessibili
Difficoltà degli studenti globali

 a volte non sanno spiegare i passaggi utili


per poter arrivare ad una determinata
risposta o soluzione
 non riescono a spiegare i dettagli
 trovano difficoltà nel procedere a tappe se
non conoscono l’esito finale
2. Studenti con stile di
apprendimento analitico
 Seguono un ordine nello svolgimento delle
attività
 Hanno bisogno di prepararsi al meglio per
verificare ogni passaggio
 Riescono a individuare dettagli e particolari
 Tralasciano l’idea generale di un progetto o di
un’attività
 Non sono intuitivi
 Danno valore ai fatti concreti e ricordano fatti
specifici
 Preferiscono progettare passo dopo passo
Difficoltà degli studenti analitici

- Hanno difficoltà ad avere una visione generale


perché hanno bisogno dei singoli passaggi
- Non iniziano un nuovo compito se non hanno
terminato quello precedente
- Non amano informazioni generiche su un
progetto o attività perché hanno bisogno di
conoscere i dettagli
Modelli teorici che servono a descrivere
stili di apprendiemento

 Kolb: APPRENDIMENTO ESPERENZIALE.

E’ una teoria attraverso la quale l’apprendimento viene considerato


attraverso l’osservazione e la trasformazione dell’esperienza e,
secondo questo autore, esistono 4 fasi:
1. stadio delle esperienze concrete, in cui l’apprendimento viene
condizionato da percezioni e reazioni alle esperienze;
2. stadio dell’osservazione riflessiva, con prevalenza di ascolto e
osservazione.
3. stadio della concettualizzazione astratta, in cui risulta
importante analizzare problemi in modo sistematico;
4. stadio della sperimentazione attiva, dove conta l’agire di una
persona, lo sperimentare e osservare i risultati.
Modelli teorici che servono a descrivere
stili di apprendimento

 GARDNER: LA TEORIA DELLE INTELLIGENZE


MULTIPLE
1. VISUO-SPAZIALE
2. CORPOREO-CINESTETICO
3. MUSICALE
4. INTERPERSONALE
5. INTRAPERSONALE
6. LINGUISTICA
7. LOGICO-MATEMATICA
8. NATURALISTICA
9. INTELLIGENZA ESISTENZIALE O TEORETICA
Considerazioni dell’autore
 Ogni persona ha un proprio profilo d’intelligenza con funzioni
diverse da individuo a individuo. In ogni caso, si può parlare di
interazione tra le diverse intelligenze quando ci poniamo davanti a
determinate problematiche da risolvere: anche nella risoluzione di
un problema di matematica la nostra intelligenze logica interagirà
con la nostra intelligenza linguistica.
 Il concetto e la teoria delle intelligenze multiple devono essere
prese in considerazione dai docenti nello svolgimento di un’attività
di osservazione dei discenti per poter migliorare l’apprendimento e
lo stile degli stessi (individuare i cosiddetti “punti di forza”).
 Ad ogni tipo di intelligenza corrispondono delle abilità (a volte
numerose e interagenti).
Intelligenza visuo-spaziale
 Profilo:l’alunno possiede la consapevolezza
dell’ambiente che lo circonda ed è importante lo
spazio fisico. E’ in grado di fare puzzle e leggere
efficacemente le mappe.

 Cosa fare: i suoi risultati migliorano attraverso


la somministrazione di modelli grafici,
carte/mappe, fotografie, video, materiali
multimediali…
Intelligenza corporea-cinestetica

 Profilo: è uno studente che utilizza il proprio


corpo e ne ha consapevolezza, si muove, tocca
e comunica meglio attraverso il linguaggio del
corpo.

 Cosa fare: i suoi risultati migliorano attraverso


un’attività fisica o pratica, azioni concrete, giochi
di ruolo.
Intelligenza musicale

 Profilo: è uno studente che ama la musica,


possiede una sensibilità ai suoni dell’ambiente.

 Cosa fare: ottiene risultati migliori con la


musica in sottofondo, potrebbe utilizzare
strumenti compensativi (oltre quelli musicali)
come quelli multimediali.
Intelligenza interpersonale

 Profilo: lo studente ha una buona capacità


comunicativa, interagisce volentieri con
compagni e docenti, ha relazioni amicali.

 Cosa fare: nella didattica sarebbe utile


prevedere per lui attività di gruppo, seminari e
dialoghi.
Intelligenza intrapersonale

 Profilo: è uno studente aperto al confronto,


ha una buona capacità nell’automotivarsi,
esprime volentieri le sue opinioni, pianifica in
modo efficace le sue attività e i suoi impegni. Ha
e conosce bene i propri interessi.
 Cosa fare: meglio farlo studiare in modo
indipendente, i suoi strumenti sono i libri, diari:
ha bisogno di tranquillità e di mantenere la sua
riservatezza. Non deve avere fretta.
Intelligenza linguistica

 Profilo: si occupa molto del linguaggio, utilizza


in modo efficace lo strumento linguistico, ama
leggere, conoscere e utilizzare parole nuove,
inventare storie e comporre poesie.
 Cosa fare: il materiale didattico può essere
presentato meglio sotto forma di testo, si può
incoraggiare a prendere appunti e usare le
parole chiave.
Intelligenza logico-matematica

- Profilo: è uno studente che pensa in modo


astratto, elabora schemi e relazioni, forma dei
concetti, riesce bene nel ragionamento logico e
nei calcoli.
- Cosa fare: il materiale didattico può essergli
presentato in ordine sequenziale, ben
strutturato. Sono importanti, per lui, i giochi di
logica, indagini o attività in cui prevediamo un
quid da risolvere.
Intelligenza naturalistica
 Profilo: gli studenti apprendono dall’ambiente grazie
ad alcune abilità come riconoscere, classificare o
attingere certe caratteristiche. Hanno un forte legame
con la natura, denotano una forte propensione a
osservare e prendersi cura delle varie creature viventi,
amano trascorrere tempo all’aria aperta.
 Cosa fare: bisogna creare occasioni affinchè possano
venire a contatto con la natura, gli animali, le piante,
facendogli sperimentare attività all’aria aperta e
facendogli approfondire argomenti ad essa collegati.
Intelligenza esistenziale o teoretica
 Profilo: gli studenti possiedono la capacità di
riflettere consapevolmente riguardo a grandi
tematiche speculative come, ad esempio, la
natura dell’universo, la coscienza umana, l’etica
da cui ricavano ragionamenti su questioni
esistenziali.
 Cosa fare: condividere con loro domande
filosofiche, spingerli ad indagare su il tutto e
l’origine di ogni cosa, stimolarli a mettere in
discussione ogni assunto.
Metodo didattico suggerito da Gardner (per
aiutare ciascun alunno ad imparare secondo i
propri tempi, stili e modalità)

 Differenziazione delle attività


 Differenziazione delle metodologie di
insegnamento
 Impostazione di metodologie di
apprendimento diversificate
 Valutazioni individualizzate
Intelligenza emotiva (di Daniel
Goleman)

 L’autore si riferisce alla capacità di riconoscere i propri


sentimenti e quelli degli altri, di motivare se stessi e di
gestire positivamente le proprie emozioni riferendosi
anche alle relazioni sociali. E’ importante essere
consapevoli dei nostri sentimenti e dei nostri pensieri su
di essi perché ciò può favorire un controllo equilibrato e
una corretta gestione. Le emozioni in sé non sono né
positive né negative, ma è la loro gestione a renderle
declinabili in un modo o nell’altro. Alla base
dell’intelligenza emotiva ci sono: 1) competenza
personale (il modo in cui controlliamo noi stessi); 2.
competenza sociale (il modo in cui gestiamo le relazioni
con gli altri).
Le caratteristiche dell’intelligenza
emotiva

 1. consapevolezza di sé: conoscere e saper esprimere i propri


sentimenti, conoscere i propri punti deboli e punti di forza;
 2. gestione del sé: cioè l’autocontrollo nel riuscire a incanalare le
emozioni forti verso fini costruttivi;
 3. empatia: capacità di percepire e riconoscere i sentimenti degli
altri;
 4. motivazione: la capacità di guidare e stimolare se stessi per
raggiungere determinati obiettivi, essere attivi e positivi;
 5: abilità sociali: saper gestire le proprie emozioni nelle relazioni
sociali in modo da saper affrontare con efficacia i conflitti e le
interazioni.
ALUNNI DSA

Essi incontrano maggiori difficoltà nella letto-scrittura


(canale visivo-verbale), ma apprendono nelle altre
modalità dimostrandosi molto abili. La scuola deve
allenarli all’utilizzo.
 1. stile di insegnamento verbale: l’alunno sfrutta le
spiegazioni orali, ma è messo in difficoltà dai riferimenti
al testo scritto;
 2. stile di insegnamento visuale: l’alunno sfrutta tutti gli
elementi iconici forniti dalla docente attraverso il canale
visivo;
ALUNNI DSA
 3. stile di insegnamento globale: l’alunno riceve
maggiore efficacia nel suo apprendimento perché attiva
conoscenze pregresse;
 4. stile di insegnamento analitico: l’alunno può essere
messo in difficoltà perché riceve informazioni in serie,
ma può beneficiare di mappe concettuali per riuscire a
risalire agli aspetti analitici di uno specifico contenuto;
 5. sistematico: l’alunno può essere aiutato a chiarire e
distinguere le diverse tappe che compongono un
argomento complesso;
 6. intuitivo: l’alunno impara a sviluppare inferenze sugli
argomenti da trattare.
Ambienti di apprendimento
 Gli ambienti di apprendimento sono gli spazi fisici che
supportano molteplici programmi di insegnamento e
apprendimento unitamente a metodi didattici diversi,
incluse le attuali tecnologie.
 Essi devono avere caratteristiche funzionali e
performanti; un buon rapporto costo-efficacia nel
tempo; rispettare l'ambiente; incoraggiare la
partecipazione sociale; offrire un contesto sicuro;
stimolare gli allievi.
 Stiamo quindi assistendo al passaggio dall'aula
tradizionale (con gli insegnanti disposti di fronte agli
studenti per tutta la durata della lezione) ad uno spazio
fisico con approcci pedagogici moderni.
Ambienti di apprendimento

 Gli spazi progettati vari decenni fa non rispecchiano le esigenze


degli studenti di oggi: essi hanno sempre più accesso alle loro
tecnologie sia durante le ore che trascorrono a scuola che fuori, ma
l'ambiente scolastico non è cambiato con la stessa velocità anche se
la tecnologia ha dimostrato un valido supporto per accedere a
risorse digitali e la comunicazione è diventata globale. Bisogna
riconoscere che l'apprendimento non avviene solo a scuola e questo
ci fa cambiare idea sulla sua finalità e che gli studenti realizzano
prodotti e raggiungono competenze attraverso una tecnologia che
offre libertà di decidere quando e dove imparare. Presentare, ad
esempio, un video non è vincolato dal fatto di stare in un posto.
Ambienti di apprendimento
Essi possono definirsi flessibili quando forniscono
un’opportunità a docenti e discenti che possono
personalizzare l’insegnamento e l’apprendimento per
massimizzare il successo. Se l’insegnante si trova di
fronte ad una classe, le opportunità di interagire con
singoli studenti si riducono mentre se vengono formati
gruppi di studenti ( se la configurazione dell’aula lo
permette) diventa una strategia per incoraggiare e
andare incontro alle necessità dei singoli. Questo
significa personalizzare l’apprendimento che consente, in
un processo costante, di eseguire valutazioni formative
e di favorire e monitorare continuamente i progressi.
Ambienti di apprendimento
In una classe in cui banchi e sedie sono disposti in modo tradizionale
non c’è personalizzazione dell’insegnamento perché a tutti gli
studenti vengono impartite le stesse istruzioni, medesimi contenuti
e assegnate le stesse attività. Se, invece, cambiamo il layout della
classe e predisponiamo spazi diversi per attività diverse, ognuno di
loro si sentirà a proprio agio e lavorare nella modalità più
appropriata e adatta alle caratteristiche individuali. Possiamo quindi
parlare di spazi di apprendimento “attivi” che consentono agli
studenti di comunicare, collaborare, interagire meglio con i docenti
perché questa modalità la troveranno nella società e, soprattutto,
nel mondo del lavoro: questo implica che svolgano attività ma, ed è
più pregnante, che pensino a ciò che stanno facendo. I risultati di
varie ricerche hanno però dimostrato la difficoltà di integrare la
tecnologia nelle scuole all’interno degli spazi esistenti e di portare
avanti metodi didattici attivi.
Ambienti di apprendimento
In ogni caso è impensabile che la sola modifica degli spazi fisici in cui
si trovano gli alunni conduca ad un’efficacia immediata e
automatica. La nostra prassi di insegnamento è ancora rigida e
dobbiamo ripensarla e riconsiderarla in modo diverso per
massimizzare il potenziale dei nostri utenti.
I vantaggi per i docenti:
a) sperimentare varie metodologie didattiche;
b) raggruppare studenti sulla base delle loro necessità individuali;
c) Sviluppare forme di insegnamento in team per condividere le
conoscenze con gruppi più ampi di studenti;
d) incoraggiare gli studenti a partecipare ad attività diversificate;
e) assegnare agli studenti attività da svolgere individualmente per
superare le loro difficoltà.
Ambienti di apprendimento
Vantaggi per gli studenti:
a) essere in grado di utilizzare al meglio la tecnologia;
b) avere più opportunità durante le ore di lezione per collaborare e
confrontarsi su idee o progetti;
c) apprezzare al meglio il lavoro di gruppo;
d) svolgere un ruolo più attivo nel loro percorso di apprendimento;
e) prendere decisioni e assumersi responsabilità.

I fattori che ci devono permettere di ideare un modello di aula sono:


1. modificabilità;
2. flessibilità;
3. sostenibilità.
Ambienti di apprendimento
1. L’ambiente del ricercare: è una zona dedicata all’indagine, gli studenti
hanno la possibilità di scoprire cose in modo autonomo partecipando
attivamente alla conoscenza invece di essere ascoltatori passivi. In questo
spazio i docenti incoraggiano gli studenti ad un approccio esplorativo e a
potenziare il pensiero critico; si può lavorare in gruppo o individualmente
assieme a strumenti e dispositivi.
2. L’ambiente del creare: si tratta di uno spazio in cui viene canalizzata la
loro immaginazione per progettare e produrre idee e questo permette loro
di sviluppare competenze trasversali (soft skill) attraverso il lavoro di
gruppo e l’utilizzo di strumenti disponibili (software, videocamere digitali
ecc.).
3. L’ambiente del presentare: la consegna del lavoro degli studenti
privilegia una zona con arredi che incoraggino le presentazioni interattive
e gli strumenti di pubblicazione online i quali consentono agli studenti di
raggiungere diversi tipi di pubblico o negli spazi pubblici della scuola
(anche online come il sito web, blog ecc.).
Ambienti di apprendimento
4. L’ambiente dell’interagire: si tratta di una zona in cui la partecipazione attiva degli
studenti sia supportata dall’utilizzo di tecnologie diverse (lavagne/schemi interattivi,
dispositivi mobili, software di gestione della classe ecc.) e configurazioni diverse
dell’aula (banchi a ferro di cavallo). L’obiettivo è migliorare l’interattività e la
partecipazione degli studenti negli ambienti di apprendimento tradizionali.
5. L’ambiente dello scambiare: collaborare efficacemente con gli altri è diventata
una competenza chiave del nostro secolo e in questo spazio, dove sono incluse
lavagne e tavoli interattivi, strumenti per il brainstorming, gli insegnanti verificano la
qualità della collaborazione tra studenti, la responsabilità condivisa, i processi
decisionali di gruppo. Inoltre, le tecnologie aiutano e favoriscono un modo di
comunicare e collaborare più costruttivo e visibile.
6. L’ambiente dello sviluppare: si tratta di uno spazio per l’apprendimento
informale e per la riflessione. Gli arredi sono morbidi, angoli studio, dispositivi
portatili con cuffie: in questo modo, gli studenti svolgono, autonomamente, attività
variegate in un ambiente più rilassato e secondo il loro ritmo. Si tratta cioè di un
apprendimento autogestito utilizzato dai docenti per promuovere approcci di
apprendimento personalizzati.
Conclusioni
 L’efficacia dell’apprendimento dipende in maniera significativa dalle
risorse di chi insegna
 Se i docenti utilizzassero tecniche e strategie che coinvolgano più
canali sensoriali l’apprendimento risulterebbe più efficace.
 Le difficoltà degli studenti sono riconducibili alla scarsa motivazione,
a deficit di tipo cognitivo, a problemi di memoria. Può anche
accadere che lo stile di apprendimento preferito dallo studente sia
incompatibile con il metodo di insegnamento adottato in classe, per
cui egli non sarà in grado di apprendere efficacemente. E’ compito
dei docenti aiutare gli alunni a sperimentare le diverse strategie di
apprendimento per riuscire a trovare il proprio stile efficace di
apprendimento.
Dati statistici per riflettere

Gli studenti trattengono:


il 10% di quello che leggono
il 20% di quello che sentono
il 30% di quello che vedono
il 50% di quello che vedono e sentono
il 70% di ciò che dicono
il 90% di quello che dicono e fanno
La tecnologia aiuta

 La tecnologia permette agli insegnanti di


creare un ambiente di apprendimento
multisensoriale: ad esempio, l’utilizzo di
programmi di text-to-speech i quali
consentono di vedere e ascoltare il testo
scritto sullo schermo (pensiamo al
supporto vocale quanto faciliti
l’apprendimento per gli studenti con
dislessia).
Altre riflessioni

 Negli ultimi cinquant’anni l’impianto


teorico dell’apprendimento è cambiato
radicalmente: abbiamo assistito al
passaggio da un paradigma basato sulle
teorie comportamentistiche ad un altro
basato sulle teorie cognitivistiche (in
particolare quelle costruttivistiche).
Apprendimento meccanico

 La didattica è istruzionistica: la docente


deve trasmettere contenuti culturali
proponendo una cultura oggettiva,lo
scopo è solo la trasmissione di conoscenze
e ha il suo centro nell’insegnante.
Apprendimento significativo
 La didattica appartiene alla teoria del
costruttivismo nella quale il focus è posto
nell’allievo che impara, sulle sue
conoscenze (soprattutto quelle pregresse)
e sulla sua motivazione ad apprendere. La
conoscenze che si presuppone è di tipo
soggettiva e ha come scopo la costruzione
di nuova conoscenza.
Bibliografia e articoli
 Rosanna Ghiaroni (2015), “Apprendimento e
metacognizione” (articolo)
 Joseph D.Novak (2012), “Costruire mappe
concettuali - strategie e metodi per utilizzarle
nella didattica”, Erickson
 David P. Ausubel (1988) “Educazione e processi
cognitivi”, Franco Angeli
 Giuseppina D’Apolito, Alexia Amaricci (2011),
“Teorie dell’apprendimento”

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