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‘Diade sintomatologica'
• deficit nella comunicazione: uso/comprensione del
linguaggio verbale e non verbale che può
manifestarsi anche come deficit sociale (es.
mancanza di comportamenti 'pro-sociali'; difficoltà
nel capire cosa fanno gli altri);
• deficit di 'immaginazione': ricorso a un repertorio
di comportamenti rigidi e ripetitivi attraverso
comportamenti motori stereotipati, linguaggio
monotematico e abitudini rigide.
Modelli interpretativi del funzionamento
• Deficit della Teoria della mente - incapacità di operare inferenze
sugli stati mentali (desideri, volontà, immaginazioni ecc.) propri e altrui –
mindblindness: incomprensione del comportamento e delle intenzionalità
altrui (Baron-Cohen, Leslie, Frith, 1985)
• Deficit relazione interpersonale (Teoria socio-affettiva)
incapacità di interagire emozionalmente con l'altro che, a cascata,
determinerebbe un deficit nel linguaggio e della cognizione sociale nonché
l'incapacità di imparare a riconoscere gli stati mentali degli altri e i processi di
simbolizzazione (Hobson, 1993)
• Deficit funzioni esecutive programmatorie - carenze relative alle
funzioni esecutive come organizzazione, pianificazione delle attività,
adattamento (Ozonoff, Pennington, 1991)
• Deficit di coerenza centrale (‘mentalizzazione’, Frith, 2008)
• Deficit della simulazione (Neuroni specchio) (‘processi imitativi’,
Gallese, 2002)
• Deficit della mente enattiva - ncapacità di cogliere aspetti salienti di
una situazione sociale (Klin et al., 2004)
Test della ‘falsa credenza’
Particolarità dello sviluppo nelle diverse aree
L’allievo dovrebbe
1. rimanere in classe per il maggior tempo possibile
2. fare il più possibile le stesse cose che fanno i suoi compagni
3. essere posto nelle stesse condizioni formative dei
compagni
4. avere come insegnanti di sostegno anche i suoi compagni
5. vivere spazi d’aula ampi (e strutturati)
SPAZIO
TEMPO
COMPITI E ATTIVIA’
L’organizzazione dello spazio
Lo spazio dev’essere percepito come prevedibile (Cottini, 2009; 2003)
con punti di riferimento stabili all’interno degli spazi utilizzati
quotidianamente (aula, laboratorio, palestra, mensa, bagni ecc.):
facilitatori (come frecce, fasce colorate) o anticipatori (es. foto della
palla sulla porta della palestra) da eliminare con la strutturazione della
competenza.
Ogni spazio dovrebbe essere funzionalizzato: deputato allo svolgimento
di una particolare attività - in aula, es., dovrebbe essere previsto uno
spazio per la lettura o per attività di riposo ecc. Su questa possibilità di
strutturazione incide l’ampiezza dell’aula e la disposizione dell’arredo e,
quindi, la scelta della collocazione della classe di appartenenza
dell’alunno con disturbo autistico.
L’organizzazione del tempo
Per strutturazione temporale si intende ogni modalità di intervento che
favorisce la prevedibilità delle azioni
a) la comprensione dell'inizio e della fine di un'attività
b) la percezione della durata di un'attività.
Nel primo caso si interviene attraverso dispositivi fisici che mostrano
concretamente la fase di avvio e di fine di un'attività - es. due
immagini/foto che illustrano rispettivamente gli ingredienti e il prodotto
finale dell'attività 'Prepararsi il panino'; un piano di lavoro in cui sono
collocati a sinistra gli strumenti necessari per svolgere l'attività (es. colori
e fogli da disegno), a destra il prodotto finale dell'attività (il disegno
completato).
Per favorire la percezione della durata di un'azione si utilizzano
strumenti di misura del tempo come clessidre o orologi adattati provvisti
di segnalatori acustici e/o visivi (Cottini, 2011; e Vivanti, 2013).
L’organizzazione dell’attività
L'allievo con autismo dev'essere informato sulle attività da svolgere sul
loro ordine; a livello abilitativo sempre più progredito l’organizzazione
dei compiti agevola la sua autonomia, rendendo meno necessaria la
presenza dell’insegnante.
Ciascuna attività andrebbe organizzata secondo il principio
progressivamente crescente e in ragione delle tipologie di attività da
compiere (es. igiene personale, alimentazione ecc.).
I mezzi di organizzazione maggiormente utilizzati sono gli schemi visivi
le cui caratteristiche variano in ragione del livello di sviluppo dell'allievo
(da mediatori attivi, a iconici, a simbolici) - es. per rappresentare uno
schema della giornata è possibile ricorrere ad un semplice ordinamento
di oggetti evocativi delle attività da realizzare - nel caso di allievi con
gravi carenze -, fino all'ordinamento di immagini e/o di parole - secondo
un criterio di simbolizzazione crescente (oggetti, fotografie, disegni,
pittogrammi, stilizzazioni con didascalia, parole scritte).
Questi devono essere utilizzati opportunamente come stimoli adeguati alla
realizzazione dell'attività: devono poter essere eliminati o ridotti in ragione delle
necessità organizzative e dei livelli di competenza che l'allievo raggiunte in
modo da non risultare ridondati o attivare un’iperstimolazione sensoriale, non
utile all'apprendimento.
Riguarda l’organizzazione delle attività e dell’ambiente fisico che permette
di elaborare, nella persona con autismo, un’omologa struttura concettuale
attraverso cui è facilitata nella comprensione delle realtà che la circonda.
Utilizza programmi educativi e ambienti di apprendimento specifici in
ragione delle abilità da sviluppare.
La struttura può riguardare:
•l’ambiente fisico: mobili e materiali posizionati in modo stabile per
sostenere la concentrazione e l’attenzione nonché l’organizzazione cognitiva
delle attività da svolgere;
•lo schema della giornata: stimoli visivi che informano con chiarezza la
sequenza delle attività da svolgere nel tempo;
•il sistema di lavoro: stimoli visivi che informano sul come svolgere
determinate attività.
Insegnamento strutturato
• l’ambiente fisico: mobili e materiali posizionati in modo stabile
per sostenere la concentrazione e l’attenzione nonché
l’organizzazione cognitiva delle attività da svolgere
• lo schema della giornata: stimoli visivi che informano con
chiarezza la sequenza delle attività da svolgere nel tempo
• il sistema di lavoro/analisi del compito: stimoli visivi che
informano sul come svolgere determinate attività
ABA
e
Discrete Trial Teaching
ABA e inclusione scolastica
(Ricci et al., 2014)
‘Perché l’ABA dovrebbe preferire la scuola inclusiva a quella
speciale? Per la sua ambizione alla normalizzazione nella vita
della persona alla quale rivolgiamo l’intervento (Ricci et al., p. 32)
La normalizzazione (Lovaas, 1969) prevede cambiamenti
significativi nell’ambiente di vita come la scuola.
‘Il fine dell’intervento intensivo è creare tutte le condizioni
possibili perché il bambino trovi la migliore modalità a sua
disposizione per adattarsi alle richieste dei suoi ambienti di vita
quotidiana e non viceversa, adattare cioè gli ambienti esterni ai
suoi bisogni educativi speciali’.
‘lo scopo principale dell’intervento è l’adattamento ottimale
all’ambiente e modificare quest’ultimo per adattarsi al deficit’
(Schopler, 2003).
Definizioni operazionali
1. ABA e Discrete Trial Teaching
‘Il DTT è una metodologia d’insegnamento utilizzata per
massimizzare l’apprendimento in diverse aree di abilità:
cognitive, di comunicazione, di gioco, di abilità sociali e di
autonomia’.
‘è probabilmente la componente procedurale dell’analisi
comportamentale più conosciuta nel campo dell’autismo (….)
spesso è ancora considerato sinonimo di analisi
comportamentale applicata (Lovaas, 1967; Ricci et al., 2014)
Il DTT può apportare miglioramenti in alcune aree che
corrispondono alle principali difficoltà d’apprendimento
dell’allievo autistico:
5 parti di una prova discreta
In fine, l’operatore può decidere di fare una breve pausa per poi passare a un’altra
prova discreta.
2. Alcuni interventi specifici
a scuola
a. L’insegnamento senza errori
https://www.youtube.com/watch?v=QcfoUQSn9rI
TECNICA DEL FADING
Aumentare la grandezza e
l’intensità della parola corretta per
essere riconoscibile
Sottolineare o evidenziare con
colori colori (sui dettagli
discriminativi, ad esempio, tra le
diverse monete) aggiungendo
stimoli ‘potenti’ rispetto alla
risposta attesa (figure familiari al
bambino)
SST e discriminazione
grafema/fonema
Auditory stimulus shaping: lo stimolo uditivo (suono della lettera)
viene modificato in sei step. Vengono presentate sei immagini di
oggetti, animali o persone il cui nome inizia con una delle lettere
oggetto di training (es. m – mano) e l'allievo deve indicare quella
richiesta.
Le istruzioni fornite dall'operatore cambiano nei diversi step:
Step 1 - o. dice ‘indica la mela’ e a. indica la mela;
Step 2 - o. dice ‘indica la m-m-mela’ e a. indica la mela;
Step 3 – o. dice ‘indica la m-m-mela’ e a. indica la mela;
Step 4 – o. dice ‘indica la m-m’ e a. indica la mela;
Step 5 – o. dice ‘indica la m-m-mela’ e a. indica la mela;
Step 6 – o. dice ‘indica la m’ e a. indica la mela.
SST e discriminazione
grafema/fonema
Visual stimulus shaping: la topografia degli stimoli visivi viene
gradualmente modificata partendo dall’immagine conosciuta (es.
mela) fino ad arrivare alla lettera targhette (m) attraverso una
modificazione in 4 step (Ricci et al., p. 214)
Step 7 – o. dice ‘indica m’ e a. indica la mela;
Step 8 – o. presenta una serie di immagini-
lettere (matrici) in cui solo la m è stata
modificata e dice ‘indica m’ – se a. indica la
mela …
Step 9 – o. cambia le immagini in cui solo m
e, ad es., t sono state modificate;
Step 10 – si continua così fino al
completamento del riconoscimento delle
matrici.
STIMULUS CONTROL
Presentazione sempre più differita nel tempo dello stimolo-aiuto, fino ad
arrivare ad un momento in cui l’allievo senza attendere l’arrivo del prompt
riesce ad anticiparlo
https://www.youtube.com/watch?v=72cTgxtPYNU
comportamenti
NON PRESENTI
nel repertorio
PER L’ELICITAZIONE E IL CONSOLIDAMENTO DI
COMPORTAMENTI ADEGUATI NON PRESENTI
MODELING CHAINING
MODELING (modellamento)
Esempio
Per insegnare a tracciare le lettere, l’alunno può iniziare con l’apprendere l’ultimo
tratto grafico necessario, dal momento che la lettera su cui si esercita è quasi
completamente tracciata. Quando sarà in grado di completarla, gli verrà
presentata un’altra lettera cui mancheranno due parti: l’ultima e la penultima. La
tecnica continua in questo modo, fino al completamento della lettera in
questione, e così via.
Come si insegnano le principali autonomie quotidiane? Come si
insegna a lavarsi le mani, a lavarsi i denti, a vestirsi, ecc.?
DUE VANTAGGI:
1. I gettoni-rinforzo possono essere consegnati immediatamente
dopo l’emissione del comportamento auspicato.
2. L’intera attività interessata può essere realizzata in un contesto
di gruppo.
‘Grazie’ … breve analisi