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PERCORSO 6 - LA GESTIONE DELLA CLASSE

L’obiettivo primario è la comunicazione e non la perfezione formale dell’output dell’allievo.


L’insegnante è prima di tutto un facilitatore del processo comunicativo e allo stesso tempo parte del
processo produttivo, della vita della classe.
Altra caratteristica importante è l’attenzione all’analisi dei bisogni dei discenti, sia nel decidere
cosa proporre e come proporlo in base alle caratteristiche di apprendimento degli allievi. Un
elemento fondamentale è l’atteggiamento psicologico dell’insegnante: l’insegnante deve eliminare i
filtri affettivi che impediscono una corretta acquisizione, l’atmosfera della classe deve risultare
distesa, amichevole e motivante. Quindi, il ruolo dell’insegnante di modifica a seconda del
momento della lezione.

La disposizione della classe e la posizione dell’insegnante:


La disposizione tradizionale della classe prevede l’insegnante seduto dietro la propria cattedra e gli
studenti siedono di fronte alla cattedra in banchi disposti per file parallele. Momenti di interazione
tra studenti, lavori di coppia o di gruppo sono raramente ammessi. Parlare rivolgendosi alla schiena
del proprio interlocutore come il compagno di banco è qualcosa di innaturale. Molte istituzioni
continuano a riproporre strutture inadeguate. Si dovrebbe cercare di detronizzare l’insegnante e di
portarlo più a contatto con gli allievi, in modo tale che non si creino barriere. Una disposizione a
semicerchio o a ferro di cavallo sarebbe la soluzione perché questa disposizione permetterebbe agli
studenti di classi non troppo numerose, in aule sufficientemente ampie di vedersi in faccia l’un
l’altro.

Inoltre, il docente è portato a considerare la disciplina e il silenzio come una corretta condizione per
l’apprendimento, ma in realtà nella lezione di lingua straniera il rumore è solo un bene perché
durante un lavoro di coppia o a gruppi il rumore e la confusione sono normali: pertanto
bisognerebbe vedere il rumore in positivo.
Queste attività linguistiche non andrebbero fatte da seduti, ma in piedi muovendosi per la classe alla
ricerca di un compagno a cui fare domande per riempire un questionario ad esempio. Questa è una
risorsa per rendere più attiva la lezione.
Ciò che sbaglia l’insegnante è camminare tra i banchi durante un esame scritto, questo mette in
difficoltà l’alunno perché diventerebbe la figura di un controllore e durante un esame orale
interromperlo mentre parla quando sta rispondendo correttamente per passare alla domanda
successiva. Inoltre, altri errori che fa l’insegnante è quando rimane seduto dietro la propria cattedra
per tutto il tempo della lezione, si crea una barriera fisica tra lui e gli alunni che può facilmente
diventare una barriera psicologica. Ciò che è importante fare è proiettarsi in avanti, cercare il
contatto visivo e sorridere per creare un’atmosfera più rilassata.
Sono importanti momenti di alleggerimento come battute e interruzioni dell’attività didattica.
Cosa deve fare quindi l’insegnante? Muoversi, camminare per la classe, avvicinarsi e allontanarsi
dagli studenti. Se sta introducendo un nuovo compito, se sta spiegando alla classe cosa fare allora
potrà mettersi in piedi di fronte alla classe ma se la sua presenza può inibire la classe si dovrà
mettere seduto.
L’insegnante dovrà camminare fra i banchi durante le attività a coppie o gruppi facendo capire alla
classe che il suo ruolo in quel momento è quello di consigliere che può aiutare nei momenti di
difficoltà e di controllore per correggere gli errori.
Questi piccoli accorgimenti possono portare a un migliore livello di apprendimento e a
un’atmosfera più rilassata.
L’autovalutazione dell’azione didattica del docente:
Il docente dopo aver fatto una lezione deve fare un’autovalutazione e chiedersi:

LA LEZIONE
Era chiaro lo scopo della lezione?
Ho sorriso spesso?
Ho cercato di ricordarmi che sono gli studenti che hanno bisogno di parlare e non l’insegnante?
Ho abusato della traduzione e della lingua madre degli studenti?
Ho evitato domande tipo “Avete capito?” perché la risposta affermativa o negativa non mi da
elementi per valutare l’efficacia dell’azione didattica.
Ho alternato varie tipologie di lezione (frontale, a coppie, in gruppi)?

GLI ERRORI
Ho alternato attività che ponevano attenzione sulla correttezza ad altre in cui ciò che era importante
era comunicare?
Ho evitato di correggere gli errori quando non era indispensabile?
Ho creato un’atmosfera in cui gli studenti non avessero paura di sbagliare?

IL RAPPORTO CON GLI STUDENTI


L’atmosfera in classe era distesa e amichevole?
Ho incoraggiato gli studenti a partecipare attivamente alla lezione?
Ho cercato costantemente di mantenere alta la motivazione degli studenti?
Mi sono mosso per la classe cercando di mantenere un contatto visivo con gli studenti?
Ho gratificato gli studenti quando facevano bene con belle parole e bei voti?
Ho coinvolto tutti gli studenti nel lavoro o solamente i migliori, i più simpatici ecc.?
Ho insegnato privilegiando i bisogni dei miei studenti e non il programma da svolgere?
Ho cercato di fare cose interessanti per gli studenti e non per me?

La lingua della classe:


Molto spesso la lingua straniera in classe diventa una lingua secondaria. Se la lingua straniera resta
solo una lingua di oggetto di studio può far si che scarseggino momenti di comunicazione che non
siano quelli creati in modo artificioso attraverso le attività. La lingua deve essere uno strumento di
comunicazione perché lo studente deve avere l’abilità di comunicare in lingua a prescindere
dall’argomento.
È opportuno stimolare il più possibile l’uso della lingua straniera come strumento per la
comunicazione in classe però è importante dire che l’imposizione da parte del docente di un uso
esclusivo di L2 in classe può avere degli effetti negativi: può scoraggiare gli studenti che hanno
difficoltà a comprendere e a esprimersi in lingua e possono insorgere forti filtri affettivi che
influiscono negativamente sull’apprendimento.
Poi c’è un problema di tipo contenutistico: se l’argomento toccato in classe porta a riflessioni
culturali impegnative e gli studenti non posseggono gli strumenti linguistici per affrontarle in questi
casi può essere necessario condurre l’approfondimento nella lingua madre degli studenti.
Le spiegazioni fornite in L2 potrebbero non essere capite appieno dagli studenti, quindi prima
bisogna valutare il livello della classe, decidere in che lingua esprimersi tenendo sempre a mente i
rischi collegati all’abuso di una o dell’altra lingua.
I supporti didattici:
La LIM è importante per la realizzazione di percorsi didattici inclusivi che permettono un miglior
coinvolgimento degli studenti prevalentemente visivi o cinestetici.
Il famoso Powerpoint è uno strumento importante perché è utile al docente per mantenere il filo del
discorso. Gli studenti sono portati a guardare nella direzione dell’immagine proiettata alle spalle
dell’insegnante, questo porta a un più facile contatto visivo tra docente e classe, piuttosto che dare
agli studenti una fotocopia e loro tengono la testa bassa sopra la fotocopia. I Powerpoint non
devono contenere tutto il testo che dice il docente ma devono essere uno strumento per poter seguire
meglio lo sviluppo della presentazione.

L’audioregistrazione o il riproduttore di documenti audiodigitali:


Ci sono vari metodi per far pratica di comprensione orale, come CD, DVD o lettore MP3 dello
smartphone. La soluzione più giusta sarebbe l’utilizzo di un registratore portatile o apparati mobili
(come tablet o smartphone) però ancora oggi si registra una certa resistenza all’uso in classe di
apparati mobili in possesso degli studenti perché c’è una fatica nel trasformare l’insegnamento da
un percorso basato sul trasferimento di conoscenza dal docente al discente a un percorso basato
sulla costruzione collettiva della conoscenza. La LIM, tablet o pc sono molto utili perché
consentono di proiettare immagini e offrono quindi la possibilità di ricostruire situazioni
comunicative più autentiche, l’input auditivo è accompagnato a quello visivo: questo stimola gli
apprendenti con bisgoni educativi speciali o chi ha propensione verso il canale visivo.

Gli oggetti (realia):


Gli oggetti costituiscono la base di una presentazione rapida ed efficace. Si possono utilizzare
oggetti della realtà del mondo degli studenti o immagini ritagliate da riviste, fotografie personali
che avvicinano il vissuto degli studenti alla classe, oppure oggetti caratteristici del paese di cui si
studia la lingua.
I vantaggi sono molteplici:
- A livello didattico possono contribuire a diminuire la necessità di spiegazioni perché
permettono di usare altri strumenti comunicativi, non solo la parola, ma anche i gesti.
- A livello psicologico possono aiutare gli studenti a calarsi nella concretezza del mondo
reale, l’uso degli oggetti è una delle preziose strategie a disposizione dell’insegnante per
coinvolgere anche i sensi secondari nella vita della classe come il tatto e l’olfatto.
Gli oggetti permettono allo studente di calarsi in un ruolo e recitare una parte, a volte basta far
recitare una scenetta, indossare diversi capi di abbigliamento presenti nell’aula per ottenere risultati
molto più superiori.

I poster didattici:
I poster didattici sono fondamentali perché danno colore e personalizzano le aule. È sbagliato
considerare i poster didattici utili sono per i bambini perché l’efficacia delle immagini e il conforto
che può dare un’aula più personalizzata sono elementi importanti anche per adolescenti e adulti. I
poster rappresentano una valida alternativa alle schede riassuntive di grammatica. Sono utili anche
per avere sotto controllo elementi di difficile apprendimento, ad esempio una struttura che la classe
sbaglia frequentemente.

Le flashcard:
le flashcard sono immagini che stimolano una reazione creativa. Si possono usare ad esempio in
fase di apprendimento di termini perché le immagini facilitano l’ancoraggio del termine della lingua
straniera all’equivalente dell’altra lingua. Le flashcard sono utili perché l’immagine è in grado di
richiamare in maniera immediata l’esperienza vissuta e l’insegnante mostrerà l’immagine nel
momento di necessità. Un tipo di attività potrebbe essere le azioni che lo studente fa durante la
giornata. L’insegnante fornisce allo studente una cartolina che contiene l’immagine di una persona
che sta ascoltando la musica. La classe deve fare delle frasi e in questo modo può praticare il lessico
della routine e il presente indicativo prima di passare a una fase più libera in cui a coppie gli
studenti fanno la stessa cosa senza l’ausilio delle flashcard. Questo fa innescare dei meccanismi
comunicativi anche a livelli bassi di competenza linguistica.

Dall’individuo alla classe:


Il modello di insegnamento ex-cathedra non funziona più (ex cathedra: il docente fornisce
informazioni e lo studente segue la spiegazione e prende appunti). È molto più produttivo un
apprendimento collaborativo e cooperativo. L’insegnamento tradizionale è di tipo
individualistico e la comunicazione passa dal docente alla classe intesa NON come gruppo ma come
singoli individui riuniti in un’aula con scarse possibilità di interazione tra loro, molte delle aule di
lingue continuano a presentare la disposizione tradizionale dei banchi, quella con le file che
guardano la lavagna e la cattedra e questa è una disposizione che racchiude in sé una filosofia
dell’apprendimento di tipo individualistico. L’aula di lingua dovrebbe essere disposta a
semicerchio. La collaborazione con i compagni attraverso il lavoro di gruppo migliora
l’apprendimento.
Uno scenario sempre più diffuso è rappresentato dai progetti tra classi basati su un tema da
elaborare a distanza. Questo schema di lavoro si basa sull’interazione tra i partecipanti al progetto.
L’insegnante e la classe poi valutano il materiale arrivato per email e la revisione avverrà attraverso
la discussione tra tutti i membri della classe che a loro volta prepareranno la loro parte del progetto
da inviare ai partner. In questo modo la lezione dell’insegnante non sarà più frontale e quanto
prodotto non ha come unico destinatario l’insegnante (pensiamo al tema in classe) ma tanti
destinatari quanti sono i membri delle classi coinvolte nel progetto didattico.
I vantaggi di questo metodo di apprendimento sono diversi:
- La coesione produce energia positiva e più motivazione.
- I membri imparano gli uni dagli altri.
- La cooperazione produce migliora l’autostima perché i membri hanno la sensazione di
essere rispettati.

L’individualizzazione:
La collaborazione è importante ma allo stesso tempo è anche importante porre al centro del
percorso di insegnamento l’individuo con i suoi bisogni e le sue caratteristiche personali. Infatti,
l’insegnamento tradizionale ex cathedra non poneva attenzione all’individuo, ma ci sono luoghi
maggiormente idonei a un approccio individualizzato al lavoro ad esempio le lezioni individuali. Il
lavoro domestico rimane l’ambito in cui lo studente ha più possibilità di compiere un percorso di
tipo individuale. Durante il lavoro in classe è opportuno riservare momenti della lezione a un lavoro
di tipo individuale. Uno degli ambiti ideali è il recupero che segue la fase di controllo e verifica
alla fine dell’unità didattica. L’insegnante deve cogliere e annotare i bisogni emersi attraverso i dati
raccolti con la verifica e proporre un lavoro differenziato a seconda delle necessità. Qualcuno si
impegna nelle attività di lettura, altri in attività di grammatica e così via. Strumenti adatti possono
essere fotocopie, materiali proposti dal libro degli esercizi, letture di articoli di giornale e se si
riesce si possono creare all’interno della classe condizioni grazie alle quali il lavoro dei singoli
studenti o dei gruppi non viene disturbato. Nel caso di classi con livelli di competenza linguistica
diversificati è necessario programmare il lavoro tenendo in considerazione una maggior frequenza
di momenti di lavoro individualizzato. Le classi di lingua non possono essere formate da più di 15 o
20 allievi.
Il lavoro a coppie:
Con il lavoro a coppie lo studente è chiamato a un ruolo attivo con la realizzazione di atti
comunicativi. Alcuni punti difficili che l’insegnante deve affrontare è il rumore, la mancanza di
fluidità nella lingua di studio che porta gli studenti a un utilizzo della lingua madre oppure a lunghi
silenzi. Ciò che è importante è la fluency, la possibilità di comunicare in maniera fluida ed è più
importante dell’accuratezza. Un altro punto che l’insegnante deve verificare è l’equilibrio
all’interno della coppia: deve decidere se creare coppie di studenti dello stesso livello oppure di
livello diverso affinchè sia lo studente più debole che quello più efficace possano trarre beneficio.
Altra modalità di formazione delle coppie è una scelta del tutto casuale che può avere il vantaggio
di far lavorare e conoscere gli studenti fra di loro e di evitare momenti di stanchezza e
demotivazione dovuti dall’abitudine di dover sempre lavorare con lo stesso compagno.

Il lavoro a gruppi:

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