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English-Taught Programs and Scaffolding in CLIL Settings

Negli ultimi decenni c’è stato un crescente interesse verso i programmi insegnati in inglese
(ETPs), cioè dei corsi insegnati in lingua in istituti universitari in paesi non anglofoni, in modo
tale da attrarre studenti stranieri verso questi istituti e permettere agli studenti locali di
acquisire competenze in lingua inglese. Il numero di ETPs è cresciuto molto, soprattutto in
Europa settentrionale e centro-occidentale.
In generale, gli ETPs necessitano ancora di un quadro metodologico, soprattutto in paesi
come l’Italia. Ci sono varie tipologie di ETPs in Europa, come gli EMI (English-Medium
Instruction) e gli insegnamenti CLIL. Per quanto riguarda gli EMI, i docenti insegnano
contenuti della disciplina in inglese, allo scopo di promuovere l’acquisizione di conoscenza
dei contenuti; al contrario, lo sviluppo della lingua non è un obiettivo, dunque il supporto
linguistico fornito è molto limitato. In realtà, l’acquisizione di una lingua è poco probabile che
avvenga solamente con un apprendimento incidentale tramite l’esposizione alle lezioni. È
necessario una costruzione attiva del significato da parte degli studenti, in modo da
consentire lo sviluppo linguistico. Di conseguenza, per migliorare questa situazione negli
EMI è necessario che i docenti forniscano agli studenti un’ “impalcatura” (scaffolding)
specifica per la disciplina e la lingua. L’ambiente di apprendimento CLIL, sviluppatosi in
Europa nel corso degli ultimi decenni, sembra essere adatto a promuovere lo sviluppo dei
contenuti e della lingua contemporaneamente in ambienti universitari. Metodologie di
supporto linguistico sono elementi fondamentali di questo approccio, il quale comprende
anche coinvolgimento cognitivo, problem-solving e capacità di ragionamento superiori.
Il CLIL è oggetto di ricerca da diversi punti di vista, anche per quanto riguarda l’educazione
universitaria. Come mostrano gli studi, i docenti hanno integrato contenuto e lingua su vari
livelli e con risultati diversi. Gli studenti appaiono in generale positivi nei confronti
dell’efficacia del CLIL: risulta essere un approccio produttivo grazie alle varie metodologie
didattiche attuate per trasmettere i contenuti e allo stesso tempo sviluppare la lingua.
Lo scaffolding si riferisce alle varie strategie attuate dagli “interagenti” più competenti, cioè
gli insegnanti e simili, attraverso l’interazione dialogica, l’impiego di attività e strumenti
digitali, utili per aiutare gli studenti ad apprendere all’interno della propria zona di sviluppo
prossimale: sviluppata da Vygotsky, è definita come “la distanza tra il livello di sviluppo
attuale e il livello di sviluppo potenziale, che può essere raggiunto con l'aiuto di altre
persone, che siano adulti o dei pari con un livello di competenza maggiore”. Dato che il CLIL
è un approccio flessibile, che può essere adattato ai vari contesti con caratteristiche
specifiche in cui è impiegato, possono esistere diversi livelli di scaffolding.
Lo scaffolding è concepito come un costrutto utile a livello pedagogico che comporta una
graduale assistenza da parte dell’ “esperto” e inoltre attribuisce un ruolo attivo agli
apprendenti nelle interazioni con gli esperti. Nei corsi CLIL, le lezioni devono fornire gli
apprendenti dello scaffolding necessario affinché possano sviluppare sia conoscenza dei
contenuti sia competenza linguistica (per promuovere la capacità di elaborazione, la
produzione di risultati, la negoziazione di significato e l’interazione dialogica all’interno della
zona di sviluppo prossimale degli studenti).
Per far sì che lo sviluppo linguistico e dei contenuti avvenga in ambiente CLIL, è necessario
che i docenti diano delle “impalcature” alla comprensione degli studenti di input specifici, di
risultati comprensibili e alla negoziazione di significato. Il sistema di scaffolding del CLIL può
comprendere varie strategie e pratiche volte alla promozione di quanto detto prima, e allo
stesso tempo diminuendo il carico cognitivo degli studenti. Un esempio di scaffolding da
parte dei docenti è attivare la conoscenza pregressa degli studenti, fare domande, fornire
dei feedback e valutazioni formative, incoraggiare la partecipazione attiva, promuovere una
maggiore agentività dello studente attraverso l’uso di PowerPoint, creando attività adatte ad
essere svolte prima/durante/dopo le lezioni. Il teacher talk, in cui i docenti usano strategie
del discorso rivolte alla competenza in lingua straniera degli studenti, può essere usato
come scaffolding.
Lo studio qui presentato analizza le percezioni degli studenti circa l’efficacia dei metodi di
scaffolding forniti durante le lezioni CLIL in inglese presso l’Università di Urbino durante
l’anno accademico 2016/17. La domande che si sono posti i ricercatori è: secondo la
percezione degli studenti, quanto è efficace lo scaffolding fornito dai docenti nell’ambiente
CLIL analizzato? I pareri degli studenti sono stati raccolti attraverso un questionario di fine
corso online, fatto di domande aperte e chiuse con lo scopo di guidare gli studenti alla
riflessione sulla propria esperienza CLIL. Hanno risposto al questionario 82 studenti che
hanno frequentato quattro corsi in diversi campi (scienze sociali, linguistica applicata,
scienza, ecc).
Come mostrano i risultati, i docenti alternano lezioni frontali a lavori di gruppo o in coppia e
questo, secondo gli studenti, è un buon metodo per consentire l’interazione tra simili nella
lingua target (inglese). Molto del materiale accademico è reso disponibile online prima delle
lezioni, insieme a presentazioni PowerPoint, liste di parole chiave, glossari. Il fatt di essere
disponibili prima dell’inizio della lezione è molto utile per gli studenti, che possono leggere il
materiale, consultarlo e costruire dunque una conoscenza pregressa della lingua e dei
contenuti e ridurre il carico cognitivo durante le lezioni. Durante le lezioni, i docenti strategie
per rendere il contenuto più comprensibile: ripetere parole e frasi, parlare più lentamente e
con maggior chiarezza, utilizzare PowerPoint e video come supporto. Gli studenti
identificano la partecipazione attiva come elemento chiave del CLIL: infatti, porre domande
ai propri pari o ai docenti favorisce lo sviluppo delle conoscenze. I docenti utilizzano il
translanguaging, cioè un passaggio sistematico da una lingua all’altra per motivi specifici. Ne
fanno uso quando lo ritengono necessario, ad esempio all’inizio e alla fine della lezione
come strategia riassuntiva. Elaborare contenuti e lingua allo stesso tempo è una sfida a
livello cognitivo per gli studenti, e la motivazione subentra come elemento chiave per il
successo del CLIL; dunque bisogna costruire un ambiente positivo e incoraggiante.
In linea generale, gli studenti percepiscono lo scaffolding proposto dai docenti nell’ambiente
CLIL efficace. L’analisi delle loro percezioni mostra che le strategie ritenute più utili sono i
lavori di gruppo, le strategie del discorso impiegate dai docenti, consultare il materiale prima
della lezione, l’uso di PowerPoint e video, che consentono al docente di presentare gli
argomenti in maniera più contestualizzata. Però c’è ancora bisogno di implementare queste
metodologie: ad esempio, non viene mai menzionata la grammatica all’interno del contesto
di sviluppo linguistico CLIL. I limiti che emergono da questo studio sono: lo scarso numero di
corsi e di partecipanti al questionario, cosa che non permette generalizzazioni.
Dunque, ciò che emerge è il bisogno degli studenti di avere un ruolo attivo e dunque lo
scaffolding risulta la strada giusta da percorrere, anche se devono essere fatti dei
miglioramenti. In futuro ci sarà bisogno che gli esperti CLIL aiutino i docenti a ideare attività
personalizzate e digitali per ogni corso, a rendere il processo di comprensione più a strati,
graduale, ad evitare un sovraccarico cognitivo.

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