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“La lezione in più”

Inclusione dei ragazzi con BES


attraverso attività ludiche interdisciplinari
a cura di Sabrina D’Orsi
anno scolastico 2019-2020

L’anno scorso ho lavorato presso la vostra scuola come volontaria nel


potenziamento della Lingua Italiana per i ragazzi stranieri e ho avuto
occasione di conoscere alcuni docenti di italiano e di collaborare con loro.

Mi sono resa conto che oltre aiutarli con le regole della grammatica e
incoraggiarli nella conversazione questi ragazzi avevano la necessità di
sentirsi a loro agio in classe, avendo la possibilità di mostrare quali sono le
loro competenze e quanto sono “come gli altri” al di là della barriera
linguistica.

Mi sto formando in un Corso per docenti delle scuole di ogni ordine e grado
per alunni con Bisogni Educativi Speciali – dove ho sperimentato un metodo
che offre una serie di esercizi di movimento e di interazione da fare in
gruppo, in classe o in palestra, basati su elementi di psicomotricità associati
all’esercizio di tecniche di memorizzazione finalizzate al consolidamento di
contenuti curriculari (nel caso specifico favorire la comunicazione,
l’espressione in lingua italiana e avere padronanza lessicale, grammaticale e
sintattica, esercitare coerenza e coesione anche nel linguaggio verbale)

Il metodo è stato elaborato dalla docente inglese Audrey McAllen autrice di


“La lezione in più”, Ed.Educazione Waldorf e personalizzato da me che sono
laureata in Lettere.

Conosco anche metodo “Insegnamento in movimento” sviluppato nella


Regione Marche con il MIUR e il Centro Sportivo Italiano, che verte su due
principi di base: il primo è un principio fisiologico secondo cui il movimento è
un mezzo per ottimizzare processi psichici e sociali. Ad esempio nel
cosiddetto “Dual-Tasking” si collegano sforzi mentali a consegne motorie,
come imparare parole di una lingua straniera facendo esercizi di abilità.

Il secondo è un principio didattico: il movimento come mezzo per arrivare alla


ritmizzazione. Ad esempio dare uno schema al tempo dedicato
all’apprendimento tramite brevi consegne motorie.
Lasciare che il corpo dell’adolescente sia abbandonato su una sedia per la
giornata scolastica (magari dopo che nella scuola dell’infanzia e primaria si
sono svolte attività ludiche connesse all’apprendimento) è un’occasione
persa a fronte delle costanti e crescenti difficoltà che si riscontrano nella
didattica per la scuola secondaria oltre che nei risultati non brillanti di tanti
studenti alle prove di verifica della competenze.

Partiamo dal corpo collettivo: il gruppo-classe


Il gruppo-classe rappresenta la struttura di base attraverso cui
l’organizzazione scolastica persegue gli obiettivi istituzionali della
“acquisizione sistematica e programmata di conoscenze”, ma costituisce
anche “l’ambito entro il quale si manifestano bisogni di natura individuale,
differenti da quelli istituzionali (ad esempio il bisogno di avere amicizia, di
conquistare prestigio o di scaricare aggressività)” (Carli, Mosca, 1980, p.69).

Riferendosi in particolari ai Bisogni Speciali è essenziale che il gruppo-


classe, fin dal primo giorno di scuola della classe prima della Scuola
Secondaria di Primo Grado, sia in grado di offrire un ambiente inclusivo,
attraverso una serie di attività di creazione e consolidamento della stesso
gruppo in un ambito sociale e ludico.
Solo dopo aver ottenuto la collaborazione del gruppo classe sarà possibile
introdurre materie curricolari, contando sul fatto che i metodi innovativi in via
di implementazione per l’acquisizione delle competenze, clipped classroom,
cooperative learning e didattica attiva possano dare i loro frutti.
Creazione o consolidamento sociale del gruppo-classe
Un mancato riconoscimento dell’importanza dell’aspetto sociale all’interno
della classe e una inadeguata esplicitazione dei bisogni emergenti a
questo livello (attraverso il gioco, la simulazione, la reciproca confidenza e
fiducia) può determinare una integrazione problematica e disfunzionale del
gruppo-classe, incidendo, di conseguenza, negativamente sul rendimento dei
singoli.

La distanza esistente tra la percezione dell’insegnante e il reale status


sociale degli allievi (Quali sono amati? Quali sono esclusi? Quali sono presi
in giro? Quali sono osteggiati? Quali ignorati? Chi sono i leader informali?
Ecc..) incide negativamente nella costruzione di rapporti adeguati e
gratificanti tra alunni e docenti. (J.L. Moreno, Prospettive e potenzialità del
sociogramma nel gruppo-classe, 1943)

Per questo motivo è utile che sia un operatore esterno che interviene in una
fase iniziale a promuovere delle attività che sono veri e propri esercizi ludici
che evitino il consolidamento o smantellino (se sono già presenti) dinamiche
distopiche all’interno della classe favorendo la conoscenza e l’accettazione
tra pari.

Obiettivi formativi
Oltre alla socializzazione e alla creazione delle condizioni relazionali
favorevoli alla creazione del gruppo classe le attività proposte hanno i
seguenti obiettivi:

· Consolidamento e verifica dei prerequisiti per la secondaria di I grado

· Apprendimento informale multidisciplinare

· Continuità con gli obiettivi ottenuti nella scuola dell’infanzia e primaria, al


fine del consolidamento dello schema corporeo acquisito, della dominanza
nella lateralizzazione e degli altri elementi di orientamento spaziale
necessario per l’acquisizione propriocettiva ed essenziali per la prevenzione
dei disturbi dell’apprendimento.

Si tratta di attività apparentemente ludiche ma in realtà mirate, secondo


specifici step, a creare un clima giocoso, sereno e collaborativo con l’obiettivo
di esercitare, verificare informalmente e consolidare competenze di tipo
linguistico, matematico e mnemonico.
Esse si rivolgono solo formalmente agli alunni con Bisogno Educativi Speciali
ma sono in realtà pensati per essere realizzati con e da tutta la classe,
alla presenza e con la partecipazione attiva (non obbligatoria) del docente
che in quel momento si trova in classe. Questo offre una duplice possibilità:
la socializzazione informale del docente, il suo inserimento nelle dinamiche
relazionali della classe non come conduttore ma come fruitore di una attività
didattica e la possibilità di utilizzare in un momento successivo gli stessi input
che ha ricevuto.

A tale proposito è richiesta la disponibilità del docente non solo a che


questa attività si sviluppi in una parte delle sue ore ma anche che il docente
stesso sia interessato a comprendere il valore di questa offerta attraverso
una piccola introduzione che ne illustra i presupposti e gli obiettivi oltre che le
modalità di svolgimento.

Modalità pratiche di svolgimento


Le attività verrebbero sviluppate nell’arco dei 20 minuti iniziali di una lezione
ove il docente abbia a disposizione due ore consecutive in qualsiasi
momento della mattinata.
Questa attività si configura come “parte ritmica” ovvero un momento della
lezione in cui viene messa in essere una routine di giochi di gruppo (d’ora in
poi gli esercizi verranno chiamati giochi per meglio rappresentare la
condizione in cui devono aver luogo) guidata dall’operatore che invita gli
allievi a mettersi in piedi sul posto, davanti o dietro il proprio banco.

In alcuni casi e accordandosi preventivamente con il docente, al gruppo


classe potrà essere richiesto di spostare alcuni banchi ma tale attività verrà
accuratamente condotta con l’intervento dell’operatore per non creare
confusione o fare rumore.

La prima sessione di attività (tempi e modalità da concordare in base alle


disponibilità) verte sul lavoro singolo, quasi fermi sul posto, seduti o in piedi
accanto al proprio banco. Ecco qualche esempio:

· Giochi di geografica corporea (per il consolidamento delle


lateralizzazioni e l’osservazione delle dominanze (esempio: Tocca con il dito
destro la mano sinistra)

· Ritmi mani-piedi con l’aiuto di filastrocche o canzoni scelte dagli allievi


(per il consolidamento della propriocezione)

· Giochi sensoriali (esempio: A occhi chiusi ascoltare il suono di una


campanella e saper dire da che direzione arriva)
· Giochi di ascolto e geografia rappresentativa (in psicologia
updating) es. A occhi chiusi l’allievo è in piedi, ascolta e visualizza gli
elementi menzionati dal narratore poi dovrà essere in grado di rispondere alle
domande: ti trovi in un bosco, percorri un sentiero arrivi ad una casa con le
porte e le finestre blu. Apri la porta di trovi in una stanza vuota dove c’è solo
un tavolo e 4 cesti. Due cesti sono sul tavolo e due sotto il tavolo. Nel cesto
sul tavolo a destra c’è una mela, in quello a sinistra c’è una bottiglia. Nel
cesto in basso a sinistra ci sono delle stoffe. Il cesto in basso a destra è
vuoto. Sposta le stoffe nel cesto vuoto e sposta la mela dal cesto sul tavolo a
quello sotto il tavolo a sinistra. Al termine gli allievi dovranno rispondere alle
sollecitazioni su dove si trovano gli oggetti visualizzati

Nella seconda sessione di attività (della durata da concordare) assodato


che il gruppo classe risponda positivamente agli stimoli iniziali e si sia creato
un rapporto collaborativo con l’operatore, viene richiesto di spostare la classe
nell’aula che è attualmente usata per il potenziamento delle lingue, che ci
permetterà di proseguire il lavoro a coppie o in cerchio.

· Giochi di collaborazione ed equilibrio con l’uso di sacchetti di sabbia


al posto della pallina (prensilità facilita, non rimbalza)

Nella terza sessione di attività (della durata da concordare) assodato che il


gruppo classe risponda positivamente agli stimoli iniziali e si sia creato un
rapporto collaborativo con l’operatore, viene richiesto di spostare i banchi al
centro della classe per creare un cerchio (alternativamente e a seconda delle
possibilità logistiche e del comportamento della classe è possibile spostarsi in
giardino, in palestra o in corridoio) Il lavoro prosegue in gruppo. Al termine
gli allievi saranno guidati nel riportare i banchi in posizione congrua al
prosieguo della lezione frontale.

· Giochi di grammatica (esempio: coniugare un verbo ad alta voce.


L’operatore tira la palla ad un allievo e contemporaneamente propone di
coniugare il verbo mangiare al passato remoto. Inizia il primo del cerchio
verso destra: io mangia, il secondo tu mangiasti ecc… )

· Giochi di matematica (esempio: è possibile sviluppare la modalità


anche per esercitare la mente con le formule, i numeri esponenziali ecc.. )

Vedere l’alunno con BES come un’opportunità


Il BES si fa portatore dei bisogni di tutti proprio perché per tutti gli alunni e
non solo per loro è importante “incorporare” il sapere razionale ad un livello
più profondo usando proprio il corpo per poterlo memorizzare.
• L’alunno dislessico mostra un bisogno di lentezza e di cura nella
formazione delle basi di apprendimento
• L’alunno discalculico che magari monta e smonta gli oggetti mostra
come l'intelligenza pratica possa e debba essere uno strumento a
disposizione di tutti e non solo di chi è compensato e dispensato (usare
un cesto con 10 sassolini per fare la decina aiuta lui e rende divertente
l'apprendimento agli altri)
• L’alunno “sensibile”, “sognante”, “timido” (o l’alunno in difficoltà perché
straniero, poco integrato, ecc.) porta un bisogno di calore sociale e
disolidarietà nella classe, mettendo in evidenza il bisogno di fruire dei
contenuti didattici in forma ludica e di far entrare l'apprendimento
nell’interazione sociale.
• L’alunno iperattivo porta con sè un bisogno di curiosità e movimento
che risuona in tutta la classe e se accolto con strumenti adeguati può
diventare una risorsa in termini di energia e vitalità.

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