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IV
Il sistema giudiziario dell’Unione europea
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Il ricorso in annullamento può esser proposto, secondo il riparto
delle competenze di cui all’art. 256 TFUE, sia dinanzi al Tribunale e
sia dinanzi alla Corte di giustizia.
A seguito dell’eliminazione dei pilastri, possono essere impugnati
anche gli atti adottati nell’ambito della cooperazione di polizia e
giudiziaria in materia penale, mentre rimangono sottratti alla
giurisdizione della Corte gli atti adottati in ambito PESC.
1. I ricorrenti privilegiati
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interesse particolare a differenza di quanto previsto per i ricorrenti
semi-privilegiati e per i ricorrenti non privilegiati, come si vedrà infra.
2. I ricorrenti semi-privilegiati
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A tale riguardo la Dottrina ha evidenziato che la giurisprudenza
della Corte di Giustizia, “nel radicare il fondamento della
legittimazione attiva all’impugnazione da parte dei singoli alla
circostanza che questi siano direttamente e individualmente coinvolti
dagli effetti dell’atto impugnato, esclude, a differenza degli
orientamenti di numerose giurisdizioni amministrative nazionali, la
legittimazione alla impugnazione da parte di associazioni
rappresentative di “interessi diffusi” (ad esempio, in materia di
protezione ambientale). L’atto, dunque, potrà essere impugnato da
uno o più singoli associati ma non dalla associazione in quanto tale”
(così SINAGRA, La Corte europea di giustizia comunitaria come
giudice di legittimità amministrativa, in Comunicazioni e studi, XXII,
2007, p. 795).
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quindi lo identifichi alla stessa stregua dei destinatari” (Decisioni
della Corte di giustizia comunitaria del 12 gennaio 1995, in Raccolta,
p. II-1; del 18 maggio 1994, ibid., p. I-1853, punti 18-22; del 29
giugno 1993, ibid., p. I-3605, punti 15-23).
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Riguardo a questo specifico punto la Corte ha chiarito che ai fini
della impugnabilità dell’atto il carattere vincolante dello stesso va
rinvenuto in riferimento al suo contenuto e ai suoi effetti a
prescindere, pertanto, dal nomen iuris attribuito all’atto stesso e ha
specificato che “l’azione di annullamento deve potersi esperire nei
confronti di qualsiasi provvedimento adottato dalle Istituzioni
(indipendentemente dalla sua natura e dalla sua forma) che miri a
produrre effetti giuridici” (Corte di giustizia, decisione del 13
novembre 1991, in Raccolta, p. I-5315, punto 8).
Gli atti del Consiglio europeo e del Parlamento sono impugnabili
nella misura in cui sono produttivi di effetti giuridici nei confronti dei
terzi. In questi casi la ricevibilità del ricorso è subordinata al controllo
da parte della Corte dell’esistenza di effetti giuridici nei confronti dei
terzi.
Con riguardo ai termini per l’impugnazione, ai sensi dell’art. 263,
comma 6, TFUE: “I ricorsi […] devono essere proposti nel termine di
due mesi a decorrere, secondo i casi, dalla pubblicazione dell’atto,
dalla sua notificazione al ricorrente ovvero, in mancanza, dal giorno
in cui il ricorrente ne ha avuto conoscenza”.