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poteva difendersi personalmente, ma la tecnicità del diritto e la
prassi di presentare le difese oralmente e pubblicamente, fece
nascere la funzione dell’ advocatus.
Negli spazi pubblici dei fora, la difesa era assunta da coloro
che per competenze, autorevolezza e capacità retorica sapevano
meglio rappresentare le ragioni della parte, senza temere che le
proprie parole pronunciate in tale ruolo potessero essere loro
addebitate come motivo di responsabilità. Le figure di Marco Tullio
Cicerone e di Quinto Ortensio Ortalo hanno segnato l’ingresso
dell’advocatus nella storia del diritto della Civil Law.
Nel Medioevo, anche nella Common Law, a seguito della
Magna Charta libertatum, si affermano i principi del processo
pubblico, dell’oralità e del diritto ad una giuria imparziale: in
questo contesto si sviluppa una categoria di professionisti, i
barrister, specializzati proprio nella difesa delle parti nel
dibattimento orale e pubblico della causa.
La storia del diritto occidentale ha poi dimostrato che
l’affermazione della giustizia e della libertà è direttamente correlata
all’affermazione di un sistema processuale caratterizzato non
soltanto da giudici terzi ed imparziali, se del caso da una giuria di
pari, ma anche e soprattutto da un processo pubblico e trasparente,
in cui le posizioni e le difese delle parti possano essere liberamente
presentate da un professionista esperto di diritto sostanziale e
processuale, l’Avvocato appunto.
Nei tempi bui in cui tiranni e governi illiberali hanno
dominato i popoli non sono mancati processi e tribunali
(dall’Inquisizione alla Star Chamber dei Tudor, ai Tribunali speciali
delle dittature del ‘900), ma ciò che venne meno era la possibilità
per gli imputati o per le parti di rappresentare le proprie ragioni
pubblicamente, liberamente e compiutamente, con l’ausilio di un
difensore professionista.
La compressione, l’eliminazione, di diritto o di fatto, della
possibilità di avvalersi di una difesa tecnica sono stati il primo e più
tangibile segno di uno Stato che non garantisce appieno la libertà
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dei cittadini e sovrappone ai loro diritti individuali o collettivi,
interessi e fini di altra natura.
Purtroppo, anche nel Terzo Millennio, al di fuori del contesto
europeo, vi sono ordinamenti e governi che non condividono la
sensibilità dell’Europa per i principi del giusto processo.
1
Corte EDU, 27/11/2008, Salduz c. Turchia.
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sufficienti. In questo quadro di principi il Parlamento Europeo nella
Risoluzione sulle professioni legali e l’interesse legale nel
funzionamento dei sistemi giuridici, ha affermato che le professioni
legali svolgono “una funzione cruciale in una società democratica
al fine di garantire il rispetto dei diritti fondamentali, lo stato di
diritto e la sicurezza nell’applicazione della legge, sia quando gli
avvocati rappresentano e difendono i clienti in Tribunale che
quando danno pareri legali ai loro clienti” . 2
Alcune delle costituzioni più recenti richiamano
esplicitamente il diritto alla difesa tecnica: è il caso dell’art. 17,
comma 3, della Costituzione spagnola del 1978, che assicura al
detenuto l’assistenza di un avvocato nel corso delle indagini di
polizia e giudiziaria. Più ampio è il richiamo nell’art. 20 della
Costituzione portoghese del 1976, che riconosce non soltanto il
diritto al patrocinio in giudizio (art. 20, comma 1), ma anche quello
di ottenere informazioni e consulenza giuridica e di farsi
accompagnare da un avvocato dinanzi a qualsiasi autorità (art. 20,
comma 2).
La Costituzione italiana consacra all’art. 24 il diritto alla
difesa in ogni stato e grado del procedimento, quale diritto
inviolabile e assicura ai non abbienti il gratuito patrocinio. La Corte
Costituzionale ha poi precisato che si tratta di un diritto
irrinunciabile e non sono mancati anche casi drammatici in cui un
avvocato è stato ucciso per aver svolto tale funzione in favore di
imputati che rifiutavano ideologicamente il processo. 3
L’affermazione del ruolo essenziale dell’Avvocato quale
garante del “giusto processo” è ormai condivisa da più Costituzioni
nazionali e fonti sovranazionali.
Manca tuttavia nelle fonti citate un riconoscimento formale
all’Avvocatura una funzione sociale e che la ponga nel suo insieme,
2
Risoluzione del Parlamento europeo sulle professioni legali e l'interesse generale nel
funzionamento dei sistemi giuridici, P6_TA (2006) 0108 del 23 marzo 2006.
3
È il caso di Fulvio Croce, Presidente degli Avvocati di Torino,
ucciso nel 1977 dalle Brigate Rosse per aver accettato la difesa d’ufficio di
imputati per reati di terrorismo, contro la volontà di questi ultimi, al fine di
garantire il celebrarsi di un “giusto processo”.
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al pari della Magistratura, tra le istituzioni fondanti uno Stato che
ambisca a qualificarsi come uno Stato di diritto.
Da tempo tale obiettivo è perseguito dal Consiglio Nazionale
Forense italiano e mi piace segnalare che proprio in questi giorni al
Congresso Nazionale di Catania sarà dibattuto e presentato al
Ministro della Giustizia un progetto di riforma costituzionale volto
ad inserire alcuni commi nell’art. 111 della Costituzione italiana
dedicato alle regole del c.d. “giusto processo”.
La riforma intende introdurre il principio per cui in tutti i
processi le parti debbono essere assistite da uno o più avvocati e che
soltanto in casi straordinari è possibile prescinderne a condizione
che non sia pregiudicata l’effettività della tutela giurisdizionale. Si
intende prevedere ulteriormente nella Costituzione che l’Avvocato
deve esercitare la propria attività professionale in posizione di
libertà e di indipendenza, nel rispetto delle norme di deontologia
professionale.
Il progetto italiano si pone dunque all’avanguardia, ma vi è
già una Costituzione che riconosce in modo esplicito la funzione
sociale dell’Avvocatura: è la Costituzione Tunisina del 2014, che
all’art. 105 afferma: “La professione di avvocato è libera e
indipendente. Essa contribuisce alla realizzazione della giustizia e
alla difesa dei diritti e delle libertà. L’avvocato beneficia delle
garanzie di legge che ne assicurano la protezione e gli consentono
di esercitare le sue funzioni”.
La consacrazione costituzionale dell’Avvocatura in Tunisia è
il giusto riconoscimento dell’apporto degli avvocati alla costruzione
di una democrazia pluralistica nel corso della Rivoluzione dei
Gelsomini del 2011. Un contributo così importante da far ottenere
all’Ordine Nazionale degli Avvocati della Tunisia il Premio Nobel
per la Pace nel 2015.
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Quali caratteristiche vanta l’Avvocato per meritare tale
riconoscimento, tanto da godere del privilegio della non
responsabilità per le parole che pronuncia nelle difese? 4 Affinché
l’Avvocato possa degnamente ricoprire il suo ruolo, quali
conoscenze tecniche, quali doti morali sono necessarie?
L’Avvocato non dispone di pubblici poteri, non pronuncia
sentenze, né assume provvedimenti che si impongano
coercitivamente, non dispone della forza pubblica.
Ha soltanto un bagaglio di studi che gli assicurano la
conoscenza del diritto positivo, ma anche della storia, della filosofia
del diritto, della società e dell’economia; dispone quindi di un
patrimonio culturale che mette liberamente a disposizione del
cliente per sostenerne le ragioni, mantenendo tuttavia una posizione
di indipendenza.
La forza dell’Avvocato si fonda su due elementi: la scientia
iuris, la conoscenza del diritto positivo sostanziale e processuale, e
l’impegno che egli assume solennemente con giuramento di
osservare con lealtà, onore e diligenza i doveri professionali
nell’esclusivo interesse della giustizia e della tutela dell’assistito.
Da tali due fattori discende l’autorevolezza delle parole
dell’Avvocato, siano esse pronunciate o scritte in sede processuale o
incluse in un parere.
Tale autorevolezza si accresce nel tempo attraverso la
dimostrazione del proprio valore nell’espletamento dell’attività
professionale ed il prestigio che deriva da una condotta di vita che
confermi il rispetto dei principi e dei valori che l’Avvocato si è
impegnato a proteggere intraprendendo la professione.
In presenza di tali presupposti, particolarmente efficace è la
contrapposizione dell’Avvocato a coloro che insidiano la giustizia:
egli risulta assai “ incomodo, anzitutto perché si oppone alle loro
4
L’Avvocato gode tradizionalmente di un unico privilegio: quello di
non poter essere dichiarato responsabile penalmente per le espressioni
offensive che dovesse utilizzare nell’esercizio del proprio mandato
defensionale: cfr. l’art. 598 del codice penale italiano.
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azioni e rimprovera pubblicamente le colpe contro la legge e
rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta”. 5
Non è un caso che, anche in questo tempo, governi non
democratici ed illiberali cerchino di far tacere la voce degli avvocati
ed usino ogni mezzo per impedire loro di svolgere la funzione che
loro compete.
5
Bibbia, Libro della Sapienza, 2, 12, 17 .
6
Paolo Grossi, L’ordine giuridico medievale , Laterza, 1995.
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degli scambi e dell’economia, ormai contengono anche affermazioni
di principi fondamentali e la consacrazione di diritti umani.
La Convenzione Europea dei Diritti Umani e la Carta dei
diritti fondamentali di Nizza, cui il Tratto di Lisbona ha attribuito
pieno valore giuridico, debbono ormai integrare il bagaglio di ogni
giurista europeo e aprono nuove prospettive di tutela all’Avvocato.
In questo nuovo contesto l’Avvocato non è soltanto
jurisperitus, ma è anche fabbro del diritto, costruttore di nuovi
percorsi di tutela, protagonista di un processo continuo di creazione
delle regole effettuali, anche attraverso la possibilità di ottenere la
rimozione o la disapplicazione di norme in forza di principi che ad
esse sono sovraordinati.
Unire tra loro le istanze della dimensione biologica e della
dimensione simbolica dell’essere umano, tradurre le esigenze della
società e dell’economia in nuovi possibili assetti di regole nel
rispetto delle libertà della giustizia, queste sono le finalità profonde
del Diritto nella concezione occidentale e l’Avvocato è il primo
protagonista di tale processo. 7
Questa dimensione del giurista, artefice del diritto, è sempre
più evidente nel diritto commerciale internazionale.
Nella propria opera di assistenza e consulenza l’Avvocato
contribuisce, in primo luogo, alla conoscenza ed alla comprensione
delle regole da parte dei loro destinatari favorendone così
l’adeguamento delle condotte.
Nell’ambito del diritto dei contratti e delle attività
economiche il consulente giuridico si spinge oltre, costruendo e
talvolta inventando nuove forme di accordo o di organizzazioni
economiche, contemperando i principi imperativi con le esigenze
degli operatori.
Tali attività è particolarmente complessa perché impone la
conoscenza delle regole giuridiche, spesso di diversi ordinamenti
nazionali e di fonti internazionali, e quindi il dominio delle lingue
7
Cfr. Alain Supiot, Homo Juridicus : saggio sulla funzione
antropologica del diritto , Parigi, 2005.
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in cui esse sono espresse, e nel contempo richiede l’esperienza delle
esigenze economiche, operative e tecniche dei soggetti assistiti.
La complessità di tale ruolo richiede preparazione tecnica,
curiosità intellettuale, grande spirito di sacrificio per la costante
dedizione di gran parte del proprio tempo, anche in età avanzata,
allo studio ed alle numerose attività teoriche e pratiche che una
assistenza diligente e professionale richiede.
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Il tema della contrapposizione drammatica tra la norma e la coscienza del singolo e del
ruolo del giurista che attraverso l’interpretazione può tentare di ricomporne il conflitto è oggetto
del mirabile saggio di Tullio Ascarelli, Antigone e Porzia, in Problemi giuridici, Milano, 1959, I,
p. 3.
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L’apertura dei mercati, l’impatto delle tecnologie, i conflitti a
livello globale tra istanze pubbliche e private, lo stridere di visioni
diverse della società e dei diritti individuali, la pluralità delle
giurisdizioni, pongono all’Avvocato oggi sfide inusitate.
Per quanto autorevole ed impavida sia la voce del singolo
Avvocato, in questo contesto essa può apparire flebile ed
inadeguata.
È necessaria dunque una forte colleganza e collaborazione tra
gli Avvocati e le Associazioni Forensi di diversi Paesi, affinché la
funzione sociale dell’Avvocatura superi i confini e possa
estrinsecarsi anche nelle aree e nei conflitti sovranazionali. 1 0
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Segnalo, ad esempio, come pochi giorni or sono gli Ordini degli Avvocati di vari
Paesi del Mediterraneo (Italia, Algeria, Tunisia, Marocco) hanno stretto un accordo di
collaborazione costituendo la Rete degli Avvocati del Mediterraneo per affrontare
unitariamente le tematiche dolorose della tutela dei diritti dei Migranti.
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La definizione è riferita alle virtù del “Caballero” in Miguel de Cervantes, Don
Quiquote de la Mancha, II, cap. XVIII.
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