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Economia 17

Processo scritturale del bilancio


Per questa finalità è necessario svolgere degli interventi sulla contabilità, tutti gli elementi
rilevati fino al 31-12. C’è da applicare sulla contabilità due tipologie di interventi:
● Rettifiche di storno
● Rettifiche di integrazione
Come si fa il Bilancio partendo dalle scritture contabili?
Sappiamo che il Bilancio è formato da due documenti: lo stato patrimoniale e il conto
economico. La contabilità, come sappiamo, tende a fare il bilancio, e tutti gli elementi della
contabilità in vista del bilancio devono confluire in questi due documenti fondamentali.
Documenti che in realtà sono due veri e propri conti del sistema della contabilità, conti che si
presentano con la solita forma a T.
Ma c’è da precisare che il conto economico destinato a pubblicazione ha solitamente una
forma diversa, una forma scalare. Ma in realtà lo schema del conto economico destinato a
pubblicazione è in realtà non altro che una trasposizione in un formato diverso degli elementi
inclusi in questo conto. Ciò significa che all’interno della contabilità generale genereremo un
conto economico che avrà questa forma a T, dopodichè ai fini della pubblicazione
dovremmo riordinare questi elementi secondo lo schema previsto dal legislatore.
Dunque tutti gli elementi devono confluire in questi due conti con un processo che muove da
quello economico e si conclude in quello patrimoniale.
es.
SALARI E STIPENDI
- -
- -
300.000
Se questi sono costi di competenza dell’esercizio, essi vanno confluire nel conto
economico, faranno parte del risultato economico. Come si fa a trasferire questo nel conto
economico? Tramite una banale operazione di giroconto.
SALARI E STIPENDI
- - 300.000
- -
300.000

CE
Sal e sti. 300.000

Faccio la stessa cosa ma mutatis mutandis con ad es. degli interessi attivi o ammortamenti
macchinari, prodotti c/vendite. Vado avanti così finchè non avrò girocontato tutti gli elementi
al conto economico, e questo mi dirà l’utile o la perdita a seconda dell’eccedenza. Che mi
rimane in contabilità? Mi restano dei conti di natura economica che esprimono ricavi o costi
che non sono di competenza dell’esercizio. E che quindi devono essere rinviati a futuri
esercizi, come? Imputando questi elementi al patrimonio così come sono imputabili al
patrimonio i valori finanziari. Quindi mi rimangono conti accesi ad esercizi futuri e valori
finanziari. Questi “costi sospesi” sono espressione di fattori produttivi ancora utilizzabili in un
ciclo produttivo successivo. Allora questi devono partecipare alla formazione delle attività del
capitale, all’opposto i ricavi sospesi, cioè prestazioni che devono ancora essere rese, debiti
di fare, quindi li troviamo nelle passività.
Questo processo di giroconti viene definito anche “di chiusura contabile”, cioè con questo
processo tutti i conti della contabilità vengono chiusi. Sul mastro si mettevano due sbarrette
per indicare la chiusura. Questi sono dei semplici giroconti ma rappresentano un passato
che per quanto riguarda il ce riguardano strettamente il passato.
Ad es. Un valore di
CASSA
3000
Tramite un giroconto dunque
CASSA SP
3000 3000 Cassa.3000
O al contrario potremmo fare l’esempio di “debiti verso fornitori”.
Hanno un futuro queste grandezze? Si. Quindi quando inizio un nuovo esercizio, il contabile
lo inizia con un’eredità del passato che si trova nello stato patrimoniale. Il contabile carica in
contabilità tutti questi valori presenti in questo conto.
Ad esempio a inizio anno andrà a mettere come conto cassa la cassa e come contropartita
un conto che nasce e muore il primo giorno di esercizio che si chiama “bilancio di apertura”,
è un conto transitorio di interferenza, ha una funzione tecnica, bilanciare i conti dare e avere.
Ad es. Se ho messo cassa in dare qua la metto in avere e al contrario per debiti verso
fornitori.
Es.
BILANCIO DI APERTURA
deb.vs/f.375.000 cassa 3000
Questo deve bilanciare per forza.
Nella situazione dei conti si ha già una versione grezza di questi due conti.

Scritture relative alle rimanenze


Questa volta parliamo di rimanenze in senso stretto.
Es.
MATERIE PRIME C/ACQ.
- -- 700.000
- --
- --
700.000
Il contabile si chiede: “è di competenza questo costo?”. Ipotesi primo anno di vita
dell’impresa ha registrato in contabilità questi acquisti. Questo costo è di competenza?
Dipende. Dipende da se le ha usate, e per sapere se le ha usate il contabile va in
magazzino e va a vedere se per caso gli sono rimaste delle materie prime. Immaginiamo
che le trova per 100.000. Qual è il costo di competenza? 600.000.
Come i redditualisti risolvevano questo problema:
MAT.PRIM. C/ RIM.FINALI
100.000
Qual è la contropartita?
CE
MAT.PRIM. C/ RIM.FINALI 100.000

Che fine fanno gli altri valori?


CE
MATERIE PRIME C/ACQ.700.000 MAT.PRIM. C/ RIM.FINALI 100.000
L’altro è un costo di competenza di esercizi complessivi dunque, con un giroconto lo
portiamo allo stato patrimoniale.
MAT.PRIM. C/ RIM.FINALI SP
100.000 100.000 MAT PRIM.C/RIM FINAL 100.000

Nel conto economico mi resta di fatto il costo di competenza, differenza tra i due elementi. Il
conto economico ha una valenza rettificativa.In questo modo la rettifica è indiretta.Perchè
sceglievano di fare così i reddistualisti? Per due ragioni:
● Una più tecnica= perché questo è un conto tendenzialmente unifase (quello della
materie prime conto acquisti)
● Una più concettuale= volevano ragionare più sulla rettifica della massa dei costi che
del singolo costo, preferivano porre il problema più di carattere generale. Importanza
ai cicli non conclusi.
Ad es. Se in magazzino abbiamo
PROD.FINI. C/R.FIN.
95.000 95.000

CE
MATERIE PRIME C/ACQ.700.000 MAT.PRIM. C/ RIM.FINALI 100.000
PROD.FINI. C/R.FIN. 95.000
Questa è una rettifica indiretta della massa dei conti.
Chiudo il conto allo Stato Patrimoniale, perché questi sono costi trasferiti al futuro, cioè costi
di quei cicli iniziati che si concluderanno nell’esercizio successivo.Aspettative di realizzo
futuro, le venderò nel prossimo esercizio.
SP
MAT PRIM.C/RIM FINAL 100.000
PROD.FINI. C/R.FIN. 95.000
Come carichiamo questi elementi nella contabilità l’anno dopo?
MATERIE PRIME C/RI PROD.FINI. C/R.I.
100.000 100.000 95.000 95.000

L’anno dopo ancora:


Avrò fatto acquisti
MAT.PRIM C/ACQ PROD.C/VENDITE
800.000 800.000 1.000.000 1.000.000
Che fine fanno le rimanenze iniziali?
Le metto nel conto economico.
CE
MATERIE PRIME C/RI 100.000
PROD.FINI. C/R.I. 95.000
MAT.PRIM C/ACQ 800.000
PROD.C/VENDITE 1.000.000
Così facendo però non ho risolto il problema della competenza perchè ci ho messo i costi
sostenuti e non quelli di competenza. Dunque vado in magazzino e vado a vedere quello
che mi resta e vado a calcolare le rimanenze finali.
Mettiamo caso che io in magazzino trovi:
MATER.PRIM. C/R.F. PROD.FIN. C/R.I.
140.000 140.000 40.000 40.000

CE
MATERIE PRIME C/RI 100.000
PROD.FINI. C/R.I. 95.000
MAT.PRIM C/ACQ 800.000
PROD.C/VENDITE 1.000.000
MATER.PRIM. C/R.F. 140.000
PROD.FIN. C/R.I. 40.000

SP
MATER.PRIM. C/R.F. 140.000
PROD.FIN. C/R.I. 40.000

La differenza tra le rimanenze iniziali e quelle finali è aumentativa, ciò significa che va
sottratta ai costi di acquisti. Ma è proprio quello che succede qua dentro perché va a
rettificare la massa dei costi.
Ma posso io mettere semplicemente la variazione di rimanenze?
Il mio esercizio inizia con le rimanenze degli anni precedenti

MATERIE PRIME C/RI PROD.FINI. C/R.I.


100.000 100.000 95.000 95.000

Dopo che io ho rilevato in contabilità questi valori, li trasferisco in due nuovi conti
VARIAZIONI RIM. M.P. VARIAZIONI RIM.P.F.
100.000 70.000 95.000
Questi conti si possono aprire in qualunque momento dell’esercizio.Questi non posso più
trasferirli nel conto economico perchè li ho già chiusi questi conti.
Un anno ancora dopo vado in magazzino e noto che le mie rimanenze finali hanno questo
valore.
MATER.PRIM. C/R.F.
70.000 70.000
Dunque vado a chiudere il conto riportando questo valore nelle variazioni di rimanenze.Si
utilizza di più questo metodo perchè così me lo ritrovo un risultato molto più pratico. Perchè i
redditualisti sono così rigorosi? Loro non accettano che la gestione possa essere
frammentata, pensano che sia un processo continuo. La struttura di conto economico costo
ricavi e rimanenze è la struttura emblematica della continuità della gestione.

CONTO ECONOMICO ESERCIZIO N


RI RF
ACQ

CONTO ECONOMICO ESERCIZIO N PIÙ 1


RI RF
ACQ

Se li mettiamo in fila RF è anello di saldatura e uguale a RI del conto dell’ anno successivo.
Noi invece pensiamo a:Quanto vale quello che hai fatto? Quanto vale quello che hai distrutto
per fare quello che hai fatto?
Per i redditualisti il tema delle rimanenze è un tema di ripartizione di costi e ricavi tra
esercizi. Per i patrimonialisti i costi sono un tema di consumo. I piani di ammortamento dei
redditualisti è in funzione della capacità dell’esercizio di subire i costi di ammortamento.
Il tema del bilancio in Italia è diciamo recente, perché la legge 216 degli anni 70 è la prima
legge che ci da uno schema.

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