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Giorgio Caprioli
Presentazione
Prima di esaminare più nel merito le prime due parti del bilancio è
utile chiarire alcuni concetti astratti di base, utile a comprendere
alcuni criteri di stesura del bilancio stesso.
Modi di Fonti di
Impiego finanzia-
Mento
PASSIVO
Finanziamento dei
CAPITALE proprietari o
PROPRIO autofinanziamento
Fonti di
finanziamento
CAPITALE Finanziamento
DI TERZI di terzi
ATTIVO
Non riconvertibili
in denaro
MODI DI
IMPIEGO
Da riconvertire
periodicamente
in denaro
Capitale
di terzi
ATTIVO PASSIVO
No Sì
Attivo
A – Immobilizzi tecnici lordi
Si tratta di impieghi sia materiali (terreni e fabbricati, voce 1;
impianti e macchinari, voce 2; mobili e macchine varie, voce 3)
che immateriali (brevetti, avviamenti, marchi, voce 4; costi
pluriennali, voce5; spese di ricerca, voce 6; varie, voce 7), che una
volta acquisiti l’azienda utilizza per un certo numero di anni. Per
questo motivo essi sono soggetti ad ammortamento.
L’operazione di ammortamento coinvolge, oltre a questa voce,
anche la voce D1 del conto economico (ammortamenti e
svalutazioni) e la voce 8 dello stato patrimoniale (fondo
ammortamenti). La spieghiamo con un esempio.
Un’azienda investe in nuove macchine per 100.000 euro. Le
nuove macchine saranno utilizzate dall’azienda diciamo per 10
anni. Per questo motivo non sarebbe corretto far gravare l’intero
costo solo sull’anno di acquisto, in quanto anche gli esercizi dei
prossimi 9 anni utilizzeranno quelle macchine. Nel suo bilancio
l’azienda segnerà come costo (sotto la voce D1-ammortamenti)
solo 1/10 del valore pagato e farà così per i 9 anni successivi, fino
a raggiungere la copertura totale del costo alla data del
presumibile logoramento delle macchine. Ciò avverrà anche se il
pagamento al fornitore di macchinari sarà avvenuto interamente
nell’anno di acquisto degli stessi. Negli stessi anni in Stato
Patrimoniale l’azienda segnerà:
- in attivo, sotto la voce “impianti e macchinari” il valore dei
macchinari al prezzo pagato (100.000 euro);
- in attivo,con il segno “-“, sotto la voce “fondo
ammortamenti” il progressivo accantonamento dei 10.000
euro, segnati come costo in conto economico.
Avremo così:
Attivo (+) Attivo (-) Conto Economico
(immobilizzi (fondo (ammortamenti
tecnici lordi) ammortamenti) annui)
Anno 1 100.000 10.000 10.000
Anno 2 100.000 20.000 10.000
Anno 3 100.000 30.000 10.000
…………………….
Anno 10 100.000 100.000 10.000
C – Immobilizzi finanziari
Rappresenta il totale delle immobilizzazioni finanziarie
dell’azienda sotto forma di azioni possedute (partecipazioni-
azioni, voce1) e di crediti a medio-lungo termine (crediti medio
termine-varie, voce2).
E – Disponibilità
E’ dato dalla somma delle attività correnti meno velocemente
riconvertibili in denaro. Esse sono il magazzino sia di materie
prime, che di semilavorati, che di prodotti finiti (materie prime,
semilavorati, merci,voce1), i lavori in corso (voce2), e gli anticipi
a fornitori (voce3).
La valutazione del valore del magazzino è una delle variabili su
cui l’azienda può “giocare” per gonfiare o sgonfiare il bilancio a
seconda delle sue convenienze.
Vediamo anzitutto i metodi in uso presso le aziende per valutare il
magazzino.
- Costo medio: il valore deriva dalla media semplice o
ponderata dei prezzi di acquisto. Se non vengono (come
spesso accade) indicati il periodo di riferimento e le modalità
di calcolo il criterio appare poco definito.
- Lifo (last in first out = ultimo entrato, primo uscito). Secondo
questo metodo, i prelievi di magazzino vengono scaricati
sulla base degli ultimi prezzi di acquisto, mentre le rimanenze
vengono conteggiate ai prezzi più lontani nel tempo. In
tempi di prezzi crescenti tale procedura può dar luogo alla
formazione di notevoli riserve occulte, tramite la
sottovalutazione delle rimanenze. Viceversa in tempi di
prezzi calanti si verifica il fenomeno opposto, essendo la
merce valutata a prezzi superiori a quelli praticati sul
mercato.
- Fifo (first in first out = primo entrato, primo uscito). I
prelievi di magazzino vengono portati a scarico sulla base dei
prezzi di acquisto più vecchi, la stessa cosa vale per le
rimanenze. Tale criterio di valutazione porta, in tempi di
prezzi crescenti, a una più elevata (e sostanzialmente più
corretta) stima del valore del magazzino.
I prodotti semilavorati e i prodotti finiti vengono in genere esposti
al costo industriale. Ma è bene tener presente che solo le società
di grandi dimensioni possono permettersi un sistema di contabilità
dei costi adeguato. Nelle piccole società si seguono abitualmente
valutazioni approssimative.
Per questo occorre sempre tentare di verificare la corrispondenza
della realtà con il valore indicato a bilancio, facendo attenzione
che una parte del magazzino non corrisponda a merci ormai fuori
mercato.
F – Liquidità
Patrimoniale attivo
A – Capitale proprio
E’ la somma di tutti i finanziamenti conferiti all’impresa dalla
proprietà o da autofinanziamenti. E’ dato dalla somma tra:
- Capitale Sociale (voce 1), che è il conferimento di
finanziamenti alla società da parte degli azionisti sotto forma
di azioni. Nelle società di capitale i soci rispondono di
eventuali fallimenti solo per il valore delle azioni possedute; i
creditori non possono perciò rivalersi sui beni di proprietà
personale dei singoli azionisti. Le operazioni di
ricapitalizzazione consistono nell’aumento di capitale sociale
sotto forma di nuove azioni, deliberato dall’assemblea dei
soci.
- Riserve (voce 2), che sono alimentate da utili di anni
precedenti che l’assemblea annuale dei soci ha deciso di
accantonare anziché distribuire come dividendi.
- Riserve rivalutazione monetaria (voce 3). Visto che il valore
degli immobilizzi tecnici è segnato a bilancio al costo storico,
in anni di alta inflazione il loro valore reale risulta
sottovalutato. Alcune Leggi hanno pertanto consentito di
rivalutare il loro valore senza imposizione fiscale: si sono
pertanto costituiti questi valori in passivo per compensare le
rivalutazioni operate in attivo sulle Attività fisse.
- Risultati esercizi precedenti (voce 4). Sotto questa voce si
possono trovare utili non distribuiti, né accantonati a riserva
o, più frequentemente, perdite non ripianate dagli azionisti.
- Utile o perdita d’esercizio (voce 5). E’ il risultato dell’anno
in esame; deve corrispondere a quello in Conto Economico.
- Fondo rinnovamento impianti (voce 6). E’ uno dei tanti fondi
nei quali le aziende accantonano risorse finanziarie, in questo
caso in vista di investimenti futuri.
- Altri fondi (voce 7). Spesso le aziende accantonano voci
anche cospicue attraverso voci di costo che troveremo in
Conto Economico (voce H1), nel caso, appunto si tratti di
accantonamenti aventi natura di capitale; nel caso, invece si
tratti di accantonamenti per fronteggiare perdite certe la
relativa voce di Conto Economico è la “D2” e va
riclassificata nella voce “B4”.
D – Capitale di terzi
E’ la somma tra passività a lungo e a beve termine.
E – Totale Passivo
E’ la somma tra capitale proprio e di terzi e il suo valore deve
essere uguale al capitale investito.
Riportiamo lo schema del Bilancio riclassificato del
Patrimoniale passivo
A – CAPITALE PROPRIO
1 – capitale sociale
2 – riserve legali
3 – riserve rivalutazione monetaria
4 – risultati esercizi precedenti
5 – utile (perdita) di esercizio
6 – fondo rinnovamento impianti
7 – altri fondi
A – Fatturato
Rappresenta quanto è stato venduto in un anno.
+1- Immobilizzi da produzione interna
Sono aumenti di valore degli immobilizzi, dovuti a lavori
interni (migliorie varie). Sono frutto di valutazione aziendale:
è opportuno verificarne la corrispondenza con la realtà.
+2- Variazione di magazzini prodotti finiti
Può essere positiva o negativa a seconda dei casi. Se è
positiva si inserisce così com’è, se è negativa va inserita col
segno “-“nel programma.
B – Valore prodotto
Rappresenta meglio del fatturato il reale valore della produzione
dell’anno (che non necessariamente coincide con il venduto) a
condizione che le voci A1 e A2 siano affidabili.
-1- Acquisto materie prime
E’ il costo degli acquisti fatti nell’anno.
+2- Variazione di magazzino materie prime
Valgono le considerazioni fatte nella voce “A2”.
-3- Prestazione di servizi, lavorazioni esterne
Rappresentano il costo delle consulenze o di lavorazioni
decentrate.
-4- Costi industriali
Sono quelli direttamente collegabili all’attività produttiva
(energia motrice, manutenzioni, ecc.)
-5- Costi generali
Sono quelli legati al funzionamento generale dell’azienda
(assicurazione, affitti, ecc.)
-6- Costi commerciali
Sono quelli collegati all’attività commerciale
C – Valore aggiunto
Rappresenta la parte di ricchezza che l’azienda ha aggiunto con la
sua attività ai costi sostenuti per procacciarsi materie prime,
servizi e semilavorati. Rappresenta anche la ricchezza che andrà
divisa tra i diversi fattori di produzione: lavoro, capitale proprio e
di terzi.
La sua percentuale sul fatturato è un indicatore sia del grado di
ricchezza effettivamente prodotta in azienda, sia dell’accortezza
con cui viene fatto ricorso al decentramento produttivo (il famoso
quesito “make or buy”).
-1- Salari e stipendi
Comprendono gli oneri sociali a carico dell’azienda.
-2- Accantonamento fondo liquidazioni
Alimentano il fondo di Stato Patrimoniale (B3). Assieme alla
voce C1 rappresentano il costo del lavoro di cui è significativa
percentuale di incidenza sia sul fatturato che sul valore
aggiunto.
H – Risultato lordo
E’ la remunerazione del capitale proprio al lordo delle imposte, di
cui rappresenta la base di calcolo.
-1- Accantonamenti netti a riserve
Sono accantonamenti a Fondi di capitale proprio e, in quanto
tali, vanno considerati utili a tutti gli effetti, al netto evidente-
mente, di eventuali utilizzi dei fondi stessi.
-2- Oneri tributari e accantonamenti per norme tributarie
E’ l’imposta sul reddito, che spesso viene indicata come
accantonamento, in quanto resta in bilancio per qualche
mese, cioè fino a quando l’impresa non pagherà le imposte
dovute (solitamente maggio).
I – Risultato netto
Come abbiamo visto, il suo risultato è molto influenzato dal valore
degli ammortamenti e degli accantonamenti, oltre che dalle
politiche finanziarie dell’impresa. Per questo motivo è
sicuramente l’indicatore finale della remunerazione del Capitale
investito, ma non è detto che sia un buon indicatore dello stato di
salute dell’impresa, sotto il profilo della sua redditività industriale
e commerciale.
Riportiamo lo schema del Bilancio riclassificato del
Conto Economico
A – Fatturato
1 – immobilizzi da produzione interna
2 – variazione magazzino prodotti finiti
B – Valore prodotto (A+A1 +A2)
1 – acquisto materie prime
2 – variazione magazzino materie prime
3 – prestazione di servizi, lavorazioni esterne
4 – costi industriali
5 – costi generali
6 – costi commerciali
C – Valore aggiunto (B-B1+B2-B3-B4-B5-B6)
1 – salari e stipendi
2 – accantonamento fondo liquidazioni
D – Margine operativo lordo (C-C1-C2)
1 – ammortamenti e svalutazioni
2 – accantonamenti a vari fondi
3 – utilizzo vari fondi
E – Risultato operativo caratteristico (D-D1-D2+D3)
F – Risultato gestione straordinaria (F1+F2+F3-F4-F5)
1 – ricavi diversi
2 – interessi attivi
3 – plusvalenze e sopravvenienze attive
4 – spese straordinarie
5 – minusvalenze e sopravvenienze passive
G – Risultato operativo (E+F)
1 – oneri finanziari
H – Risultato lordo (G-G1)
1 – accantonamenti a riserve
2 – oneri tributari e accantonamenti per norme tributarie
I – Risultato netto
2.4 – Voci particolari
W – Occupazione
E’ un dato sempre presente nella Nota integrativa. Si adotterà il
numero medio tra occupati di inizio e fine anno.
X – Investimenti
Anche questo dato è presente nella Nota integrativa.
Y – Autofinanziamento
E’ l’ammontare di risorse che l’azienda tiene per sé, alimentando
il proprio passivo. La formula di calcolo è la seguente:
Autofinanziamento =
Utile non distribuito (vedere Nota integrativa) +
Accantonamenti al fondo liquidazioni (C2)+
Ammortamenti (D1)+
Accantonamenti – utilizzo vari fondi (D2-D3+H1)
Visualizzando i rapporti tra queste voci e il passivo di
Patrimoniale abbiamo il seguente schema:
Z – Circolazione cambiaria
Questa voce è presente tra i conti d’ordine che compaiono nello
Stato Patrimoniale non riclassificato e non vengono trascritti nella
riclassificazione.
Parte terza
L’interpretazione dei bilanci
3.1 – Come interpretare un bilancio
Gli indici sono numeri derivati dal rapporto, o dalla somma o dalla
sottrazione tra alcune cifre particolarmente significative
riguardanti le voci del bilancio.
Gli indici non vanno interpretati in modo rigido, come verità
assolute, ma in rapporto tra loro e con le conoscenze che si hanno
dell’azienda in questione. Un indice che ha valori anormali non va
considerato semplicisticamente una malattia, ma, semmai, un
sintomo sulle cui cause è sempre indispensabile interrogarsi.
I valori degli indici vanno perciò considerati come una serie di
segnali che ci aiutano a capire la situazione finanziaria ed
economica dell’azienda.
Capitale proprio
Indice 1 = ---------------------- x 100 (ex indice 1)
Capitale investito
Capitale proprio
Indice 2 = -------------------- x 100 (ex indice 2)
Attività fisse
Attività correnti
Indice 7 = --------------------- (ex indice 4)
Passività a breve
Liquidità
Indice 8 =---------------------- (ex indice 5)
Passività a breve
Risultato Operativo
Indice 14 =-------------------------- x 100 (ex indice 6)
Capitale Investito
Oneri finanziari
Indice 17 =---------------------- x 100 (ex indice 8)
Capitale di terzi
Oneri finanziari
Indice 24 = ------------------------ x 100 (ex indice 9)
Risultato operativo
Questo indice ci dice che percentuale di reddito operativo viene
“erosa” dagli oneri finanziari.
Risultato operativo
Indice 18 = ------------------------ x 100 (ex indice 10)
Fatturato netto
Fatturato netto
Indice 19 = ----------------------- (ex indice 11)
Capitale investito
Questo indice è detto “giro” perché indica quanti euro sono stati
prodotti per ogni euro investito. Il suo valore dipende dal grado di
utilizzo degli impianti, dalla velocità di rotazione del magazzino,
dalla capacità di riscuotere in tempi rapidi i crediti.
Per il suo valore valgono le considerazioni fatte per l’indice 18.
Notiamo ora che, moltiplicando gli indici 18 e 19 si ottiene
l’indice 14. Infatti:
Fatturato netto
Indice 20 = ------------------- (ex indice 12)
Attività fisse
Fatturato netto
Indice 21 = -------------------- (ex indice 13)
Attività correnti
Fatturato netto
Indice 22 = ------------------- (ex indice 14)
Magazzino
Indica il giro del magazzino.
Indice 14
(di redditività generale)
Valore Aggiunto
Indice 28 = ---------------------- x 100
Fatturato netto
Questo indice misura:
a – quanta parte della ricchezza venduta è frutto del contributo
diretto dell’attività dell’azienda;
b – quanto ampio è il margine per poter retribuire i fattori di
produzione interni;
c – che posizione occupa l’azienda nel ciclo produttivo
complessivo del proprio comparto (produzioni ad alto o a basso
valore aggiunto).
E’ quindi un indicatore indiretto di efficienza della politica
industriale dell’impresa.
Valore aggiunto
Indice 26 = ---------------------------------
Numero medio dipendenti
Ammortamenti
Indice 35 = ------------------------------------------------------ x 100
Valore aggiunto + Risultato gest. Straordin.
Oneri finanziari
Indice 36 = ------------------------------------------------------ x 100
Valore aggiunto + Risultato gest. Straordin.
Utile netto
Indice 38 = ------------------------------------------------------ x 100
Valore aggiunto + Risultato gest. Straoridin.
Fondo Ammortamento
Indice 43 = -------------------------------- x 100
Immobilizzai tecnici lordi
Indica che percentuale degli immobilizzi è già stata recuperata. Il
valore del Fondo ammortamento si trova nella Nota integrativa.
Valori troppo bassi segnalano difficoltà dell’azienda a recuperare
capitale, valori troppo alti possono significare una preoccupante
stasi degli investimenti negli ultimi anni.
In linea di massima, in aziende con un certo numero di anni di vita
alle spalle il suo valore dovrebbe oscillare tra il 50% e il 70%.
Investimenti
Indice 44 = --------------------------- x 100
Immobilizzi tecnici lordi
Autofinanziamento
Indice 45 = ------------------------- x 100
Investimenti
Clienti
Attività correnti %………………. Banche
%…………… %……………….
Passività a breve
Fornitori %……………...
%……………….
Conto Economico
Materie prime
%………………
Recuperi
%………………
Valore aggiunto Risultato gestione
%…………… Straordinaria Oneri finanziari
%………………… %…………….
Risultato operativo
caratteristico
%……………… Risultato lordo
%……………