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Gramsci, invece, ci invita a riflettere sul ruolo degli insegnanti e sul ruolo degli studenti. Gli
studenti non sono tabula rasa, pronti a recepire acriticamente i di contenuti trasmessi dagli
insegnanti. Al contrario, c'è sempre una mediazione, una particolare interpretazione da parte
degli studenti, per la quale il rapporto insegnante-studente non è un rapporto così semplice
come viene solitamente proposto. Gramsci va oltre, affermando che c'è una molteplicità di
conoscenze, che non è sempre ciò che definisce la visione egemonica dell'educazione. In
modo simile alla proposta di Freire - che ha affermato che "l'insegnamento richiede rispetto
per la conoscenza dei discenti" - Gramsci riconosce la legittimità e l'importanza della
conoscenza popolare e alcuni aspetti del senso comune che sono solitamente negati dalla
concezione egemonica dell'educazione, che considera il processo di apprendimento come
un processo di mentoring. Nella concezione di Gramsci, il posto dello studente e la relazione
insegnante-studente cambia drasticamente; Questo è spesso illustrato con forza dal famoso
adagio dell'autore che "tutti gli uomini sono filosofi" e c'è una "relazione attiva tra insegnante
e studente, in cui ogni insegnante è sempre uno studente e ogni studente un insegnante".
Come per ogni frase famosa, a questa proposizione sono stati attribuiti molteplici significati;
Uno dei più comuni è considerare un'uguaglianza radicale tra insegnante e studente, che
offusca l'idea dell'insegnante al punto che diventa superfluo nel processo di apprendimento,
presupponendo l'apprendimento spontaneo dello studente. Nei termini di Freire, è una
concezione "di base", dove la vera educazione sarebbe quella in cui l'individuo incorpora la
conoscenza in modo naturale, senza alcuna istruzione; è l'idea dell'autodidatta dell'Emilio di
Rousseau. Gramsci propone una prospettiva sintetizzante di questa concezione
"spontaneista" e della concezione egemonica, in quella che chiama dialettica tra spontaneità
e direzione cosciente. Questo autore fa una proposta simile per la costruzione del partito
politico, dove la direzione del partito deve incanalare le manifestazioni spontanee del popolo
in una direzione specifica. L'orientamento della volontà politica, secondo Gramsci, è definito
dalla risposta alla seguente domanda: "Vuoi che i governati ei governanti esistano sempre o,
al contrario, vuoi creare le condizioni in cui scompaia la necessità che esista una tale
divisione?" Come si vede, il rapporto tra la proposta per l'educazione e per la politica non è
casuale, poiché, come dicevamo prima, le idee di Gramsci per l'educazione, per il docente,
sono simili per la politica, per il politico, poiché l'autore considerava la politica un compito
pedagogico e la pedagogia compito politico.