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Antonio Gramsci

in Italia, Antonio Gramsci, intellettuale politico, e fondatore del partito comunista, elabora una
teoria di ispirazione marxiana dove però all’interpretazione deterministica dell’uomo contrappone
l’idea che gli uomini sono in grado di trasformare loro ambiente di vita. Dunque egli non considera
l’uomo rigidamente condizionato dall’ambiente e dunque non libero. Infatti gli rispetto a Marx ha
una visione del mondo più ottimistica. All’interno di alcune sue opere, egli si domanda che cosa
sia l’uomo, ed è proprio in questi suoi scritti che emerge l’esigenza di ride nire il marxismo come
loso a della prassi ri ettendo sugli sviluppi della società industriale, sulla funzione sociale della
cultura e degli intellettuali. Il discorso pedagogico gramsciano, ruota intorno alla concezione
secondo cui la supremazia di una classe non si esercita soltanto attraverso il controllo dei mezzi
di produzione, ma anche attraverso la costruzione del consenso intorno a una visione del mondo,
anche le idee possono cambiare la realtà. Il suo progetto formativo prevede quindi che la scuola
confermi l’uomo al nuovo progetto politico. Per Gramsci, la neutralità, e l’indi erenza sono
ritenute negative. Gramsci inoltre ritiene che è incapace sia anche la religione, in quanto trasmette
insieme alla chiesa immobilismo.

Gramsci nell’analizzare le caratteristiche della società contemporanea, rileva una strettissima


correlazione tra la scienza, la vita e le attività produttive che si concretizzano nella richiesta di
scuole professionali. Dunque l’obiettivo è quello di ridurre la disuguaglianza sociale e dare vita alla
mobilità, inserendo i giovani nelle scuole tecnico-professionali e riducendo la formazione
umanistica alle elites ristrette. Il progetto di Gramsci però, è quello di creare una nuova scuola
obbligatoria unica, per evitare che la scuola determini l’ulteriore irrigidimento delle barriere sociali.
La sua idea pedagogica considera sempre centrale la cultura classica per la sua valenza
formativa, ma lo sviluppo produttivo, avrà sempre più bisogno di conoscenze scienti che per lo
svolgimento delle attività lavorative. Dunque la scuola di Gramsci, sarà incentrata su un principio
educativo tale da costruire un nuovo umanismo, capace di legare da un lato la tecnica-lavoro e la
tecnica-scienza e dall’altro, una concezione umanistico-storica, che salva l’animo e permette la
sua crescita, dando vita ad uno sviluppo emotivo, umano, spirituale. Anche nell’ambito lavorativo
Gramsci sente l’esigenza di razionalizzare l’organizzazione del lavoro in fabbrica, in quanto operai
e tecnici che lavorano insieme possono stabilire forme di solidarietà collettiva così da rendere il
lavoratore il protagonista di una radicale trasformazione sociale culturale. Non è dunque il lavoro a
dover governare l’uomo, ma le istituzioni sociali, intellettuali, manuali, a dover cedere una
formazione multidimensionale all’uomo.
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