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Il 

Trecento iberico si caratterizzò da una battuta d'arresto del processo di


riconquista cristiana. I motivi di ciò sono molteplici: con il Trattato d'Almizra
(1244), solo la Castiglia restò l'unico regno interessato a una espansione
territoriale ai danni dei musulmani; questo regno è sconvolto da una guerra
dinastica che portò al trono Enrico II di Trastamara (1369). La macchia
d'illegittimità dei Trastamara pesò sui re di questo casato finché Enrico III
l'Infermo sposò Caterina di Lancaster nipote di Pietro il Crudele (fratellastro
sconfitto da Enrico di Trastamara). Sotto Enrico l'Infermo riprese la guerra
con i musulmani battendoli a Collejares nel 1406. I successori del sovrano si
dimostrarono troppo deboli e poco interessati alla Reconquista. Il
primo Quattrocento castigliano da questo punto di vista non segnò grandi
novità, anzi per la debolezza politica dei re si assistette a frequenti atti
d'insubordinazione dei nobili Castigliani. Per una decisa ripresa della
secolare guerra all'occupazione islamica si dovette attendere la salita al trono
d'Isabella la Cattolica. Le sue armate, congiuntamente con quelle del
marito Ferdinando il Cattolico, il 2 gennaio 1492 entrarono a Granada dopo
un lungo assedio. Questo atto segnò la fine della Reconquista ma anche
l'inizio di un'epoca caratterizzata dall'intolleranza religiosa (nello stesso
giorno in cui entrarono a Granada i Re Cattolici firmarono il decreto
d'espulsione degli Ebrei dalla Spagna) .
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Nell'Europa orientale, i regni di Polonia, Ungheria e Boemia crebbero potenti.


In Scandinavia, Margherita I di Danimarca (1387–1412) unificò Norvegia,
Danimarca e Svezia nell'Unione di Kalmar, che continuò fino al 1523. La
Scozia emerse dalla dominazione inglese sotto Roberto I di Scozia (1306–
29), che si assicurò il riconoscimento papale di sua regalità nel 1328.

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