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Black-MSGR - 08 ABRUZZO - 47 - 29/04/04-NOTE:

GLI SPECIALI 47
47
IL MESSAGGERO
GIOVEDÌ
29 APRILE 2004 de IL MESSAGGERO 47

I tre quarti di millennio dell’ultima Il progetto di una realtà “artificiale”


creazione urbana dell’Europa medievale destinata ad imporsi nel tempo

La fondazione della città Il diploma di Corrado IV


tra gli Svevi e il Papato per la difesa del Regno
di RAFFAELE COLAPIETRA le nelle campagne che ne sareb- cediamo che essa, secondo la
Dal Diploma di fondazione
Allo schiudersi del Duecento, be restata caratteristica fino ai propria conformazione, pos-
allorché Federico di Svevia è tempi nostri (ed Atri vi si inse- sa munirsi per la sua difesa di
ancora un piccolo ed indifeso risce comelibero comune men- Al fine di salvaguardare la
una cerchia di mura e che sin
fanciullo sotto la tutela della tre Città Sant’Angelo vi rilutta pace e la sicurezza del Regno,
d’ora, all’interno, sia abbellita
madre Costanza e di papa In- ed è rasa al suolo) a Sulmona, «abbiamo provveduto che, ai
dalla costruzione di case che
nocenzo III, l’Abruzzo è diven- in così rigoglioso sviluppo, an- confini del nostro Regno di
zitutto urbanistico, da giustifi- tuttavia non superino l’altez-
tato definitivamente terra di Sicilia e soprattutto dalla par-
frontiera all’estremo nord del carvi la famosa localizzazione za di cinque canne. In essa si
te dell’Abruzzo, da cui, come
regno di Sicilia costituito dai di una delle quattro curie gene- svolgano mercati generali due
fossero aperti a tutti, fu spesso
Normanni con capitale Paler- rali del regno. volte all’anno per venti giorni
lecito ai nemici entrare ed
mo. Esso non è però ancora Tuttociò èstrettamente col- dove e per quanto tempo piac-
aggredire i beni del nostro
punto di transito obbligato, legato con la politica italiana cia esi possa tenereliberamen-
di Federico II e con la necessità territorio sì che talora la mano
quale diverrà soltanto con gli te tre volte a settimana un
di mantenere libereed efficien- dei predoni ne violò persino le
Angioini, grazie a quell’asse mercato particolare, dove i
tra Firenze e Napoli che, con ti le comunicazioni fra il nord zone interne, fosse in quelle
cittadini, insieme e singolar-
qualche immaginosità, ma so- e il sud della penisola. Ne con- parti costituito un nuovo inse-
mente, da qualsivoglia parte,
stanziale esattezza, èstata chia- seguono da un lato l’ulteriore diamento di nostri fedeli, in
con le proprie mercanzie e
mata la via dell’oro e della seta, potenziamento della strada modo che ai traditori e ai
dell’altopiano delle Cinquemi- cose, vengano, si intrattenga-
e del quale la fondazione del- ribelli che pe-
l’Aquila rappresenterà un ca- glia, dall’altro la costantissima riodicamen-
posaldo assolutamente decisi- fede ghibellina ed imperiale di te offendono
vo. Quest’asse determinerà al- Sulmona, che si sarebbe mani- con atti dan-
tresì il prevalere duraturo del- festata ancora ai tempi di Cor- nosi, venga
l’impostazione longitudinale radino con una pioggia di ban-
di e di persecuzioni che soltan- precluso l’ac-
appenninica, corroborata dal- cesso e venga
la transumanza,all’interno del- to Celestino V sarebbe riuscito
a far cessare, ma soltanto dopo salvaguarda-
la struttura regionale abruzze- ta la tranquil-
se, che si manterrà intatto fino un quarto di secolo, in occasio-
all’Ottocento. La sua nascita e ne dell’incoronazione di Colle- lità e la pace
il suo sviluppo, indissolubil- maggio. stabile a colo-
mente intrecciati con quelli Proprioper illustrarelecon- ro la cui vita
dell’Aquila, non sono che i seguenze divergenti ed oppo- e sicureza di-
risultati della frattura venutasi ste dell’assolutismo fridericia- pendono dal-
a determinare tra l’Adriatico no, le vicende di Sulmona van- lanostramae-
precocemente guadagnato ai no istruttivamente affiancate stà. Volendo
Normanni fino alle coste pu- a quelle di Celano, anch’essa
rasa al suolo e rifondata con dunqueiviin-
gliesi ed alla relativa prospetti- tervenire con
dislocazione più arroccata, se-
va balcanica, e l’Appennino rimedisaluta-
condo una prassi che in Abruz-
mantenutosi tenacemente zo acquista un peso particolare ri, [...] abbia-
franco-longobardo anche nelle a causa dell’affine, e di poco mo di recen-
sue pregevoli manifestazioni posteriore, fondazione del- te stabilito
artistiche, che si vollero più o l’Aquila. Sulmona strategica-
meno correttamente raccoglie-
con provvida
mente importante perché al deliberazio-
re sotto l’etichetta benedetti-
na. Questa frattura ha messo
centro dei disegni italiani del- ne che nella Un documentoche fissa i confini
l’imperatore sicontrappone in- località chia-
una volta per sempre in crisi
l’impostazione latitudinale
fatti emblematicamente a Ce- mata Aquila, dellanuova ”civitas” ei criteri
lano in quanto capitale del più
dal Tirreno all’Adriatico su cui tra Forcona e
siera imperniata la romanizza-
ingente fra gli stati feudali non
soltanto abruzzesi venuti in Amiterno, perl’edificazione delle abitazioni
zione col suo grande sistema dai castelli e
viario così propizio alla diffu-
essere nella seconda metà del
secolo precedente. dalleterre cir- e per l’organizzazione del mercato
sione del cristianesimo. Un po’ tutte le componenti costanti [...]
Il problema dei sovrani dellastoriaabruzzese nel perio- sia costruita
Normanni, che sarà anche do svevo fin qui enumerate, una città unitaria che, dal no- no e ritornino alle loro case
quello di Federico II, consiste dunque, la struttura vescovile, me dello stesso luogo e sotto sotto la protezione del nostro
perciò essenzialmente nel de- la libertà comunale, la lotta nome e della nostra autorità.
bellare l’autarchia, e perciò gli auspici delle nostre inse-
alla feudalità, il problema del- gne vincitrici, decretiamo ab- [...] Se qualcuno invero, con
l’anarchia, dei piccoli e grandi lecomunicazioni, latrasforma-
feudatari di origine franco-lon- bia il nome di Aquila. [...] atto temerario, ardirà andar
zione della campagna e degli
gobardanel retroterraappenni- impianti urbanistici, si raccol- Stabiliamo che la città stessa contro questo nostro ordine,
nico: ed a tal fine gioveranno i gono in quello che non a caso sia compresa entro i seguenti oltre alla indignazione della
vescovi, come a Teramo, o le venne subito avvertito come confini, e cioè da Orno Putri- nostra maestà nella quale in-
nuove abbazie rurali, come l’evento principale del duecen- do ecc. fino a tutto Amiterno, correrà, pagherà cento libbre
San Bartolomeo di Carpineto, toabruzzese, lafondazione del- assegnando al territorio e al di oro puro al nostro fisco, la
ma gioverà soprattutto, ripetia- l’Aquila. distretto della stessa città e metà alla nostra curia e l’altra
mo, il sorgere addirittura di L’iniziativa di Gregorio all’ambitodell’Università tut- metà da versare a chi ha subi-
una nuova città, L’Aquila. Es- IX, di poco posteriore alla di- ti i colli adiacenti che vanno
sa rappresenta il culmine di un to l’offesa.
struzionedi Celano, èin propo- sotto il nome di Aquila e tutte
movimentoedi una trasforma- sitoassolutamente indiscutibi-
zione che hanno coinvolto un le terre che si trovano intorno,
le, e non dovette restare senza Inserto a cura di
po’ tutto l’Abruzzo nella pri- seguito come alternativa guel- eccetto quelle [...] che al pre-
ma metà del Duecento, da Te- fa e popolare al potenziamen- sente sono riconosciutein pos- CARLO DE MATTEIS
ramo dove i villani partiatores to ghibellino ed aristocratico sesso dei nostri diletti fedeli Foto di
danno vita a quella conduzio- di Sulmona. [...]. Per l’abbellimento e lo RENATO VITTURINI
ne sostanzialmente mezzadri- continua a pag. 50 sviluppo della città stessa con-

Black-TRX DA HERMES IL:29/04/2004, 08:59-NOTE:


Black-MSGR - 08 ABRUZZO - 48 - 29/04/04-NOTE:

48 GLI SPECIALI IL MESSAGGERO


GIOVEDÌ
de IL MESSAGGERO 29 APRILE 2004

La storia di una falsa attribuzione Soltanto alla metà del Seicento


consolidata nella tradizione popolare nasce la leggenda del Novantanove

LA CHIESA
A SANTA
MARIA
Corrado e non Federico
PAGANICA
IL PORTALE
PIU’ ANTICO
fonda la ”civitas nova”
DELLA CITTA’ LA FONTANA
di CARLO DE MATTEIS
L’attribuzione della paterni-
”FONTE DELLA RIVERA”,
tà formale, per così dire ana-
grafica, della fondazione del-
UNA DELLE PRIMISSIME
l’Aquila è debitrice di una OPERE PUBBLICHE
duplice tradizione, una più
antica, contemporanea o di INIZIATA NEL 1272
poco successiva all’evento,
un’altra moderna, che ha fini- DAL MAESTRO
to per prevalere sulla prece-
dente pervenendo, almeno TANCREDI DA PENTIMA
nella vulgata popolare, fin
quasiai nostri giorni. La tradi-
zione medievale, fondata su
fonti cronachistiche d’auto-
re, appare univoca ed esplici-
Ecco il racconto
ta sin dalleprimissime attesta-
zioni, quali quelle di Saba
Malaspina nella sua Rerum
di Buccio di Ranallo
Sicularum historia del 1285
(in cui l’Aquila si dice fonda- Una paternità contesa: dalla attestazione Dopo aver narrato la ribellione degli abitanti del
contado ai signori del luogo, che vengono fatti a
ta col favore di re Corrado,
«rege Corrado favente») e di
unanime delle cronache medievali pezzi, il cronista così prosegue:

Niccolò Jamsilla nella proba-


bilmente coeva opera pur de-
alla tradizione cinquecentesca inaugurata Remasi così sciolti, repusato ongi rumore,
a Roma ne mandaro alcuno amasciadore
a missere Jacopo di Siniczo che era protectore,
dicata alle gesta di Federico II
(«Civitas Aquilae quae a quo-
da Collenuccio sulla base di una raccolta cancillero del Papa tenuto in granne onore.
ndam rege Conrado in confi- documentaria di Pier delle Vigne IL MITO MODERNO DEL 99 Junti li amasciadurj nanti la soa presenzia,
nibus Regni condita fuerat»). e da parte del populu disposta la credenza,
Quello del numero 99, al pari della tempi solo 93: e pur da pressu li narraro tucta la continenzia:
Ma è in un testo ben altri- fondazione fridericiana ma con assai di raggiungere il magico numero secen- desfacti li tirannj e loro prominenzia.
menti significativo la dichia- Regno di Napoli di Pandolfo mostrato, funzionale co- meno ragioni di autorevolezza, è frutto tesco i disinvolti amministratori
razione piùpatente e persuasi- Collenuccio, non introdusse m’era a fornire piuttosto mo- di una tradizione moderna risalente di fine Ottocento giunsero ad aggiunge- «Undi tucti preamovi che buj vi aoperete
va del ruolo di Corrado in una sostanziale variante circa delli di scrittura epistolare di alla metà circa del XVII secolo, di cui re sei rozze cannelle a quelle storiche col Papa e co llu Re, che gratia ne inpretete,
questa vicenda, e cioè nella autori vari che non una docu- la prima attestazione, come ha mostra- provviste di mascheroni (oltre che de fare una citade, così per nuj se pete
la paternità della fondazione: c’a lloro ne sia gloria e a nuj pace e quiete».
Cronica aquilana di Buccio to F. Bologna, è ravvisabile nell’anoni- far battere dall’orologio della torre
«Federico comandò che rac- mentazionerigorosamentedi- di Palazzo 99 tocchi ad ogni mezzanot-
di Ranallo che, seppur redat- colti tutti insieme edificasse- plomatica di atti ufficiali. mo manoscritto ”Dell’antichità inno- Misser Jacopo allora, co multa alegra faccia,
vata dell’Aquila”, ove si parla di 99 te).
ta un secolodopo la sua fonda- ro una terra in un loco oppor- Un’analisi poi della parte in- La “città di Federico” era così diventa- odenno tal nuvella, nulla è che più li piaccia
parrocchieallora esistenti e di altrettan- per farlj quello honore c’a lloro si confaccia;
zione, costituisce la fonte più tuno a la difensione del regno troduttiva del diploma, con il ta anche la “città del 99” e tale è restata
te piazze condusselj alla casa cortese in fra le braccia.
antica e attendibile della sto- da quella banda, chiamata trionfalistico riferimento alle e fontane, corrispondenti al numero nella tradizione popolare, con buona
ria aquilana, potendo essa an- Aquisa [sic], e mutandoli il recenti vittorie imperiali, mo- delle popolazioni che contribuirono pace della realtà storica. Resta da chie- Così iunti alla casa, poi c’abero mangiato,
cora attingere a testimonian- nome volse che per onore de stra con evidenza come esso alla fondazione della città. Fantasiosa dersi missere Jacopo e lloro al Papa ne fo annato;
ze orali contemporanee al- l’imperio fosse chiamato si addica piuttosto allo stato la ragione della nascita, nel XVII seco- factolj reverenzia, il facto racontato,
ricostruzione, smentita dalle superstiti
l’evento fondativo. Come del Regno sotto Corrado che lo, di un singolare mito numerico folj facta la grazia per loro demannato.
Aquila sì come lui ne le sue attestazioni documentarie, che fissano non attestato nel fondamentale tratta-
può leggersi nel passo accanto epistole apertamente coman- non sotto Federico. in una settantina di terre il primitivo La lectera fo facta con piena informazione,
to, di fine Cinquecento, di Pietro Bon-
riportato, i versi di Buccio da. Così fu edificata l’Aquila, Ma l’autorevolezza del nucleo di costituzione dell’Aquila, e gi sul significato dei numeri mistici, contra de llj tirannj e lloro offenzione,
non lasciano adito a dubbi: la quale in poco tempo fece Collenuccio fece testo e la sua neppuretutte effettivamenteinsediate- generedi ricerche di notevole presa e scusanno li nostri per fare loro defenzione:
«Re Corrado della Mangia grandissimo augmento e oggi attestazione, anche a seguito si nel nuovo tessuto urbano. Ignorata presso una certa cultura secentesca. In a chi avesse peccato se dia la punizione!
c’allora era singiore, / a stan- è reputata potentissima terra dagli studiosi maggiori, primo di tutti mancanza di precedenti, non resta che
dell’edizione a stampa della Apresso per lla grazia, che sse lj demandava
zia de lu Papa acectò farlj nel regno». l’Antinori, la tesi dell’anonimo conob- ipotizzare il valore numerologico del
raccolta di Pier delle Vigne, be invece grande fortuna nell’Ottocen- per parte de llu populu che mo desperzo stava,
honore; / concedio lu asenzio, fu ripresa (con l’eccezione del 99 in quanto multiplo 33 volte del 3 e 3 concedesse la lectera ongiun s’acomandava,
Le «epistole» di Federico, to, con l’estensione, dallo stesso opera- del 33, numeri per eccellenza sacri e
le carti e lu faore», fissando fonte precipua del Collenuc- Cirillo) da tutti gli scrittori di e a lluj stato e gloria senpre ne siquitava.
ta, del numero 99 anche alle cannelle simbolicamente nobilitanti la storia di
altresì inequivocabilmente cio, non sono che una raccol- cose aquilane: Massonio, Pi- sgorganti dalla fontana della Rivera, una città ormai Re Corrado della Mangia, c’allora era singiore,
anche la data di edificazione, ta di testi attribuiti al suo ca, Franchi, Antinori e via via laddove un testimone inappuntabile al tramonto, secondo la fantasia baroc- a stanzia de lu Papa acectò farlj honore;
non sempre nelle fonti prece- cancelliere Pier delle Vigne i più modesti eruditi ottocen- come l’Antinori ne contava ai suoi ca di oscuri letterati di provincia. concedio lu asenzio, le carti e lu faore;
denti correttamente attesta- trai quali figura anche il diplo- teschi, fino a diventare com- perché durò sì poco fo in tristi punti e ore.
ta: «Ficiro la citade solliciti e ma di fondazione dell’Aqui- munis opinio e ad entrare a
uniti, / anni mille ducento far parte della tradizionecitta- me delle fonti documentarie, necessitàche venivano dalon- In alto: Tornata l’amasciata co’ sì bona nuvella,
la, privo tuttavia del nome ad opera soprattutto di G. M. tano e andavano ben oltre la a sinistra e referito al populu ongi particella,
cinquanta quatro giti». del sovrano, della data e del dina: L’Aquila divenne così il portale nord
Monti, ha consentito di riva- sua fuggevole persona, coin- gridaro tucti inzeme: «La cità fecciamo bella,
Buccio fu a lungo il testo luogo di emanazione. Tale ”la città di Federico” ed al suo di Santa
che nulla nel Reame non se aparechi ad ella!»
presunto fondatore intitolò lutare il ruolo dell’antica tra- volgendo forze economiche e Maria
di riferimento dei vari croni- raccolta, ufficialmente edita dizione a fronte della scarsa sociali, disegni politici diver- Paganica;
un segmento dell’arteria prin- Ficiro la citade solliciti e uniti,
sti aquilani, fino alle soglie solo nel 1566 ma evidente- consistenza della successiva e si, primo fra tutti quello della a destra
anni mille ducento cinquanta quatro giti,
del XVI secolo, quando una mente già nota, comprende cipale del suo centro storico. di restituire la città al suo Chiesa, consenziente e parte- la fontana
monumentale [benché più non ci stectero che cinque anni
ricostruzionestoriograficade- anche documenti non appar- legittimo iniziatore: non più, cipe della fondazione della delle forniti;
stinata a grande successo, il tenenti al celebre funzionario Solo ai primi decenni del tuttavia,che l’esecutore istitu- città ed, in seguito, patrocina- Novantanove alli cinquanta nove fo sconcia e fore osciti.]
Compendio de le istorie del imperiale, secondo è stato di- Novecento un più attento esa- zionale di una volontà e di trice del suo secolare destino. cannelle

Black-TRX DA HERMES IL:29/04/2004, 08:59-NOTE:


Black-MSGR - 08 ABRUZZO - 49 - 29/04/04-NOTE:

GLI SPECIALI 49
49
IL MESSAGGERO
GIOVEDÌ
29 APRILE 2004 de IL MESSAGGERO 49

Le trasformazioni della città: L’intervento degli abitanti dei ”castelli”


dagli insediamenti preesistenti ai quarti e il riconoscimento delle istituzioni
LA MAPPA
L’ANTICA
A fianco, la ricostruzione fatta
ARTICOLAZIONE da Marcello Vittorini. La città è
cinta da mura «larghe ben sei
DEL TESSUTO palmi, con ottantasei torrioni e
dodici porte», che delimitano
URBANO uno spazio di centosessantadue
ettari suddiviso in
CON LA RIPARTIZIONE cinquantaquattro locali,
compresi nei ”quarti” di Santa
DEI ”LOCALI” Maria (Paganica), San Giorgio
(Bazzano), San Pietro (Coppito)
e San Giovanni (Lucoli), così
chiamati dal nome delle chiese
di MARCELLO VITTORINI capo-quarto. Alcuni locali (fra i
Ormai, superate le ipotesi di quali Scoppito, Preturo, Civita
una fondazione federiciana im- Tomassa, Ocre, Fontecchio,
periale o papale dell’Aquila, c’è Fossa e Barile) non saranno mai
generale accordo sul fatto che la occupati dagli abitanti dei
città fu fondata dagli aquilani castelli relativi e quindi
futuri, cioè dagli abitanti del rimarranno identificati per secoli.
centinaio di ”castelli” già conso- Nella pagina successiva il
lidati nella conca delimitata dai disegno, dello stesso Vittorini,
massicci montuosi del Gran della Piazza Grande con il
Sasso, del gruppo Velino-Siren- tessuto urbano circostante.
te e di Monte Calvo - Monte
Giano, i quali erano legati fra
loro dai complessi rapporti so- si nei quattro ”Quarti” di San
ciali ed economici derivanti dal- Giorgio, di Santa Maria, di San
la pastorizia transumante e dal- Pietro e di San Giovanni.
la lavorazione/commercializza- I quattro Quarti non risulta-
zione dei suoi prodotti. Essi, nodall’incrocio di strade princi-
ovviamente, avevano bisogno pali (come negli impianti car-
che l'Imperoed il Papato ricono- do-decumanici), ma si articola-
scessero i ”diritti” - le pretese - no intorno alla Piazza Grande
degli abitanti della città e dei del Mercato e della Cattedrale,
centri circostanti, che ”intacca- sulla quale convergono i percor-
vano” profondamente i poteri si di accesso dai centri circostan-
delle Autorità suddette, ma que- ti, attraverso le 12 porte. Il nu-
sta ”accetta- meroelacollo-
zione” aveva cazione di tali

Il territorio, un ”libro” da leggere


ben poco a porte non ri-
che fare con la spondono so-
fondazione lo ad esigenze
dellacittà.Me- funzionali,
no condivise ma soprattut-
sono invece, to ad esigenze
ancora oggi, le di ”immagi-
ipotesi sulla ne” e di ”visi-
genesi della bilità”dei cen-
tri.

La centralità del colle nell’ampia conca dominata dai massicci


”forma” della
città, con rife- Così ad
rimento ai esempiogli ac-
”modelli” cul- cessidaOrien-
turali che la te passavano
determinarono. Il suo tessuto tracciati dai romani e sono lega- ché sia dotato della necessaria Acquili, nel luogo dell’attuale attraverso quattro porte (di Pi-
ti ai ”sistemi” della via Salaria, curiosità. Innanzitutto è neces- convento di Santa Chiara. Di
ortogonale ha suggerito un faci-
le riferimento alla città romana della via Claudia Nova e della I percorsi sario considerare la morfologia Le porte di accesso questo antico sistema di relazio-
le, Romana, Lavareta e di San
Lorenzo di Pizzoli), quelli da
via Caecilia, ma l’impianto ur- dei luoghi, in epoca pre-roma- ni si trova traccia sia nelle 12 settentrione passavano attraver-
ed all’impianto cardo-decuma-
nico, ma tale ipotesi non trova bano non è quello della città erano radicati na. L’ampia conca, dominata rispondono Porte che ”bucano” le mura, sia so due porte (Brinconia e Paga-
romana, della quale nell’Abruz- dai massicci montuosi ricordati nel mantenimento dei tracciati nica); quelli di Occidente attra-
conferma nella individuazione
degli ”assi generatori” e nella
zo centrale non c’erano esempi: nell’immaginario in precedenza, è divisa al centro non solo ad esigenze a mezza costa di ”salita al colle” verso tre porte (Leoni, Bazzano
Amiternum non era ”città com- da una emergenza naturale sin- (come l’attuale Via Fortebrac- e Tione) e quelli da Mezzogior-
individuazione del ”luogo cen-
trale” della città in corrispon-
patta”, ma un insieme di ”ville” collettivo golarissima: un colle che, con il funzionali ma anche cio e come il percorso sinuoso no attraverso tre porte (di Ba-
dotate di servizi e luoghi di suo profilo netto e con la sua dalla Rivera alla Piazza, per via gno, di Roio e della Rivera).
denza del loro incrocio. D'altro
canto il tessuto ortogonale ippo-
incontro (anfiteatro, teatro tem-
pli) concentrati in uno spazio
degli abitanti sommità pianeggiante, taglia
l’orizzonte di chi lo guarda, sia
alla ”visibilità” delle Bone Novelle) e di quelli
rettilinei, diretti, anche se mol-
In sostanza i castelli di Pile e
dameo, che rispondeva a preci- della Torre - che avevano ”da-
se esigenze di razionalità d’im-
ben definito. Indubbiamente il
”modello” di distribuzione del-
e dei viandanti da oriente che da occidente.
Essocostituisce un confinenatu-
dei centri fondatori to acclivi e necessariamente
”cordonati”. Insostanza il”dise-
to” il terreno su cui fu costruita
la città (de Pile et de la Torre fue
pianto e di qualità dello spazio le attività, degli spazi e dei per- rale - di nazione, di lingua, di gno urbano” della città non de- tucto lo terrino, come ricorda
pubblico di relazione, era quel- corsi è quello maturato nei Mo- etnia - fra le popolazioni sabine termina i luoghi centrali come Buccio di Ranallo) ebbero la
lo delle città greche e - dopo nasteri benedettini e cistercien- catori, mache risulta dallaatten- e vestine che abitano la conca, e le quattro strade interposte. incrocio di ”cardi e decumani” loro porta (di Pile e dei Leoni)
Roma - delle città di nuova si, applicato e continuamente ta, consapevole e coerente, uti- le quali, anche se spesso in con- Alla sommità pianeggiante arri- appositamente tracciati, ma na- ed ebbero la loro porta sia i
fondazione europee. Inoltre perfezionato nelle ”bastides”, lizzazione di ”preesistenze” de- flitto fra loro, sono legate da vano i percorsi di collegamento sce dalla preesistenza di luoghi centri ”Capo Quarto” (Bazza-
manca, nel caso dell’Aquila, la città nuove fondate soprattutto rivanti dalla morfologia dei luo- intensi rapporti religiosi, cultu- di esso con le aree pianeggianti centralie di percorsi ben ricono- no, Paganica, Roio e Coppito),
continuità degli assi suddetti in Aquitania e in Normandia ghi e dalla distribuzione di anti- rali, commerciali, politici. Rap- delle due parti - orientale ed scibili e da lungo tempo radicati sia quelli più rilevanti come
nel territorio circostante, che con il determinante contributo che - forse arcaiche - funzioni, porti che si sviluppano natural- occidentale - della conca e, con i nell’immaginario collettivo de- Bagno (Balneum cum villis),
non registra alcun segno della dei monaci. Tuttavia la ”forma che determinarono un intreccio mente sulla sommità del colle, ”castelli” fondatori della nuova gli abitanti della conca e di vian- Collebrincioni, Pizzoli e Bare-
”centuriazione” che in altre par- urbana” dell'Aquila ha una sua di tracciati, seguiti già dagli anti- pianeggiante e meravigliosa- città. danti. Da questo solido e com- te, Goriano Valle con i centri
ti d’Italia ha regolato la assegna- particolare, straordinaria, pecu- chi abitatori: raccoglitori e cac- mente esposta, che si configura- Due piccoli insediamenti plesso impianto, ancora oggi dellaSubequana. Anchegli orto-
zione delle terre ai legionari liarità.che si traducein un ”dise- ciatori. A sostegno di queste di fatto- come una sortadi ”pun- preesistevanoda tempi antichis- chiaramente leggibile, nasce la lani e artigiani della Rivera eb-
romane ed ha ”espresso” il dise- gno” fortissimo che si è mante- mie considerazioni non ci sono to franco”, molto frequentato: simi alla base sud-orientale del ”forma urbana” della futura cit- berola loroporta. Questa ”lectu-
gnourbano. Emanca, soprattut- nuto nei 750 anni della sua vita, documenti conservati negli ar- luogo di mercato, di culto, di Colle: l’uno nella parte più pia- tà, condizionata, come ricorda- ra urbis” potrà essere sviluppa-
to, la definizione, con le porte nonostante le distruzioni note- chivi, ma c’è la ”lettura” del guarnigione militare, nel quale neggiante, formato da ortolani to in precedenza, dal pensiero ta ulteriormente in futuro, con
della città, della penetrazione in volissime provocate da guerre e territorio naturale, modificato si colloca, fin dalla fondazione ed artigiani che utilizzavano la benedettino e dal modello spa- riferimento alle piazze, alle stra-
essa del cardo e del decumano terremoti. Un disegno che non neisecoli dall’uomo, cheha regi- della città, la Piazza Grande, grande disponibilità di acqua, ziale del Monastero (diviso ”in de ed alle Chiese dei ”locali”,
”maggiori”. Certamente i lun- deriva soltanto dalla applicazio- strato tutte le trasformazioni: del Mercato e della Cattedrale, assicuratadal fiumee dalla gran- croce”) e dalla assegnazione ai non solo da me ma anche dai
ghi rettilinei che segnano la con- ne più o meno intelligente di un un libro meraviglioso, che può che determina un ”sistema di de risorgiva della Rivera, glorifi- castelli fondatori di spazi com- lettori, che potranno utilizzare
caamiterninae, inmisura mino- ”modello” daparte diun pianifi- ancora oggi essere agevolmente luoghi centrali” comprendente cata dalla meravigliosa Fonte misurati alla loro consistenza a tal fine i disegni qui riprodot-
re, la conca forconese sono stati catore o di un gruppo di pianifi- ”letto” da ognuno di noi, pur- anche la attuale Piazza Palazzo delle ”99 cannelle”, e l’altro, demografica: i locali, ricompre- ti.

Black-TRX DA HERMES IL:29/04/2004, 08:59-NOTE:


Black-MSGR - 08 ABRUZZO - 50 - 29/04/04-NOTE:

50 GLI SPECIALI IL MESSAGGERO


GIOVEDÌ
de IL MESSAGGERO 29 APRILE 2004

La città-territorio programmata per grandi Un’economia subito vitale con la lana


numerimaconampi spaziinabitati e lo zafferano come prodotti trainanti
di ANGIOLA DE MATTEIS
Quando un viaggiatore inglese
di grande esperienza e sensibi-
lità artistica come Edward Le-
ar veniva folgorato, nel suo
soggiorno in Aquila del 1843,
dalla «desolata magnificen-
za», dalla «popolazione scar-
sa» e «dall’assenza totale di
movimento e di affari in un
luogo tanto vasto», dalle «lun-
ghe mura che racchiudono vi-
gne», metteva inconsapevol-
mente in risalto un carattere
originario e duraturo della cit-
tà: la sua bassa densità abitati-
va. La cinta muraria (la sua
costruzione iniziò nel 1272 e
terminò nel 1312) che delimi-
tò l’area urbana e gli ampi
spazi rimasti inedificati fino al
Novecento, rivelano infatti un
progettoche aveva sopravvalu-
tato o comunque ottimistica-
mente pianificato le iniziali
PER SAPERNE DI PIU’
possibilità insediative e di cre-
scita complessiva della città.
G. M. Monti, Lo stato normanno svevo, Napoli 1934; C. Merlo, Ricerche di
La fondazione
Tali possibilità erano in-
dubbiamente legate a una se- geografia urbana, Gubbio 1942; R. Colapietra, Profilo dell’evoluzione
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rie di fattori contingenti di costituzionale del comune aquilano fino alla riforma del 1476, Firenze 1960;
carattere politico, sociale e cul- G. Spagnesi- P. Properzi, L’Aquila. Problemi di forma e storia della città, Bari
Non a caso il documento del
turale, nonché al positivo e 1972; A. De Matteis, L’Aquila e il contado. Demografia e fiscalità, Napoli
1254 di Corrado IV da Rieti,
generale trend demografico ed 1973; A. Clementi, Momenti del medioevo abruzzese, Roma 1976; A.
che segna il primo caposaldo
economico che interessò i tre Clementi - E. Piroddi, L’Aquila ”Le città nella storia d’Italia”, Bari 1986.
certoe fisso nella storia aqui-
secoli dalMil- lana al di là dei vagheggia-
le agli inizi

Una metropoli medievale


mentimiticiederuditi susci-
del Trecento. tati dal fascino paterno di
Furono dun- Federico II, quel documen-
que, essen- to, dicevamo, che prende at-
zialmente, le to del conurbamento in cor-
peculiarità di so, e lo conferma e lo pro-
fondoconnes- muove,èemanato inpresen-
se alla sua za di arcipreti, di preposti, di
stessa fonda- notai, digrossi burocrati, ma
zione a deter-
minare carat-
teri, qualità
ed entità (an-
Il primo popolamento del tessuto urbano tra progetto e realtà anche di un grande feudata-
rio, Tommaso di Mareri,
che,adifferenzadelsuoomo-
nimo di Celano, ha saputo a
che futura) del popolamento. geva, sia per i rifornimenti In alto piazza Duomo, uno zare la presenza di un numero tempo e luogo inserirsi in un
Innanzitutto la città non alimentari della popolazione dei luoghi più antichi di di fuochi pari a 4.000 unità ed
aggregazione della città. A fianco mondoinirreversibileevolu-
sorse per un ingrandimento urbana che per l’acquisizione passato e presente si fondono: una popolazione di zione.
graduale e naturale intorno ad delle due merci all’origine del- un gregge di pecore davanti 10.000-16.000 abitanti (adot- La traslazione della diocesi
un originario nucleo insediati- la grande ricchezza del ceto alla sede dell’Unione industriali tando il coefficiente medio per da Forcona nel 1256 e l’in-
vo, ma bensì per espressa vo- agrario, mercantile e artigiano fuoco di 3.8-4 abitanti) negli cendio della giovane città
lontà di un gruppo di uomini; cittadino: la lana e lo zaffera- sticaoccorre pertanto ripercor- anni del consolidamento della nel1259ad operadiManfre-
come ”città artificiale” ebbe no. rere a ritroso il cammino com- nuova formazione urbana, e disi collocanocome elemen-
pertanto una ”data di nascita” Non è un caso che la forte piuto da quel primo insedia- cioè nel primo Trecento. ti dialettici di un percorso
(sancita dal diploma di Corra- commistione fra le due aree ha mento, partendo dal dato cer- Seguendo questo ragiona- che non tardò a riprendere
do IV del 1254) ed un vasto spessoingenerato molta confu- to scaturente dal documento mento,si può considerare plau- con vigore, nell’ambito guel-
spazio da edificare e popolare sione anche nelle prime stime della ”numerazione dei fuo- sibile la stima fatta dall’altro fo di Roma e dell’Umbria,
di uomini. Questa popolazio- sulla popolazione, in un’epoca chi” del 1488, quando furono cronista aquilano Antonio di che gli Angioini ben presto
ne era dunque data da una segnata dall’assenza assoluta rilevati 2.000 fuochi effettivi, Buccio per il 1375, pur se ap- avrebbero allargato alla To-
sorta di emigrazione forzata di fonti, sia pure indirette. A per un totale di 7.600-8.000 prossimata in eccesso (perché i scana. Se si pensò di aggiun-
dai ”castelli” e ”ville” costi- tal proposito, il progetto inizia- abitanti. Considerando quin- 4.000 fuochi sopra ipotizzati gere, a poche dozzine di mi-
tuentigli ex Contadidi Amiter- le di popolamento della città di, innanzitutto, che tra la me- sono un tetto massimo): egli glia da Sulmona, un nodo
no e di Forcona ed era ”costret- prevedeva un contingente nu- tà del Trecento e la metà del indica infatti per quell’anno ancor piùcospicuo erilevan-
ta” ad abitare lo specifico spa- mericamente rilevante: nella Quattrocento la perdita di po- te a quella che andava preci-
3.000 fuochi, pari a ”14.000
zio urbano assegnato al rispet- Cronica di Buccio di Ranallo è polazione, in Italia come nel sandosi come via degli
bocche”.
tivo luogo d’origine. In secon- indicata la cifra, piuttosto im- Mezzogiorno, fu di circa il Abruzzi, lo fu dai pontefici a
do luogo l’Universitas Aquila- probabile, di 15.000 fuochi, 40% e che in quest’ultimo, pe- Un aspetto dell’iniziale in-
sediamento cittadino, che lo guisa di testa di ponte in
na era costituita dalla città e pari a circa 60.000 abitanti, raltro, la crisi si tramutò in una direzione dell’interno del re-
dal vasto territorio dell’insie- mai raggiunta dalla città (fino lunga stagnazione (prima della caratterizzerà a lungo, merita
qui di essere ricordato ed è gno, lo fu dagli Angioini ad
me delle terre consociatesi ad all’epoca contemporanea, na- potenziale emassiccio fenome- nella nuova comunità urbana, generale ripresa cinquecente- uso esterno verso il cuore
erigerla: L’Aquila e il suo Con- turalmente). no di inurbamento, ove si con- creò infatti problemi di coesio- sca), che si protrasse per altri l’alta percentuale di forestieri
d’ogni parte d’Italia (l’11% cir- dellapenisola,come unama-
tado furono infatti un unico Intanto occorre sottolinea- sideri che dopo la fondazione, ne all’interno di questa, e gene- 50-60 anni. Consideriamo, an- no tesa a Perugia e Firenze.
corpo politico- amministrati- re che non tutti i potenziali la città fu subito distrutta da rò odi e rivalità mai sopiti del cora, che anche ad Aquila i tre ca della popolazione). Era, in
gran parte, una manodopera Chi ancora oggi riesce ad
vo- fiscale (nel 1508, al culmi- abitatori provenienti dai ”Ca- Manfredi, nel 1259, e fu con tutto: la storia dei primi decen- ”flagelli dell’Apocalisse” - la abbracciare con un solo
ne del processo che ne aveva stelli fondatori” si lasciarono Carlo I d’Angiò, a partire dal ni di vita della città è costellata peste, la fame e la guerra - si varia e qualificata, da mettere
sguardo la Collemaggio del-
consolidato e ampliato il terri- conquistare dal miraggio della 1266, che si procedette alla di vere e proprie guerre civili susseguirono con frequenze e in rapporto con l’origine della
l’eremita del Morrone e l’or-
torio, il Contado era costituito città, né tutti coloro che aveva- riedificazione e al consolida- tra i Castelli fondatori e le intensità impressionanti, mol- città, che doveva impiantare
gogliosa facciata del santo di
da 184 centri abitati, 48 dei no chiesto ed ottenuto l’asse- mento delle sue prime struttu- fazioni civili cittadine, nonché tiplicando gli effetti distruttivi ex-novo ogni sorta di attività,
Siena, nel mezzo la porta di
quali erano castelli). Il vasto gnazione vi si erano trasferiti. re di governo e del suo vasto di sanguinose ribellioni della sul contingente di popolazione oltre che provvedere all’arre- Bazzano da cui si diparte la
territorio controllato dalla cit- In secondo luogo vanno tenute Contado, tra violenti contra- campagna allo strapotere citta- iniziale. Tutto ciò premesso, do urbanistico, civile ed eccle- strada per Napoli, colui ha
tà fu dunque il suo vero punto presenti le circostanze storiche sti. L’assoggettamento di que- dino. anche mettendo in conto una siastico, nonché far fronte alle stretto visivamente in sinte-
di forza, il grande serbatoio di particolarmente turbolente e sto e, prima ancora, il trapian- Per una stima della popola- perdita massima di popolazio- frequenti distruzioni operate si l’intera storia dell’Aquila.
risorse agricole da cui si attin- sostanzialmente frenanti un to di parte dei suoi abitanti zione in qualche misura reali- ne del 50% , si potrebbe ipotiz- dai frequenti terremoti.

Black-TRX DA HERMES IL:29/04/2004, 08:59-NOTE:

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