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LE ORIGINI

Dalla “vene a” a Venezia


….dalla “Vene a” romana: con l’Istria, una delle regioni in cui Augusto aveva diviso il territorio italico (dalle
Alpi alla pianura, dall’Istria all’Adda)
… a Venezia: lagunare ( isole, lidi, tra le foci dell’Isonzo e quelle del Po, da Grado a Cavarzere)

La leggenda La storia

25 marzo 421: fondazione della chiesa di San L’impero romano è in crisi irreversibile
Giacome o di Rialto, presso un canale profondo
(rivus altus) In Veneto (IV-V sec):
- ripetute invasioni barbare: Visigo (Alarico), Unni
(A la), Ostrogo (Teodorico) che occupano
Ravenna, fino alla deposizione di Romolo Augustolo
(476)
- alluvioni e pes lenze
U lità della leggenda e temporanei rifugi della popolazione in laguna

L’interesse ad accreditare la leggenda della nascita la laguna era comunque abitata (fon : Cassiodoro):
dal nulla, ad opera di libere gen fuggite una vita sociale ed economica assestata su livelli
dall’invasore, serve ad avallare l’originaria bassi, ma a va.
indipendenza, quindi l’originaria LIBERTA’
(programma poli co-ideologico u le ad impedire il rifugio lagunare diventa via via più stabile e
ogni pretesa o rivendicazione esterna) vengono fonda i primi centri (Burano, Pellestrina,
Chioggia, Caorle..)

Con l’invasione longobarda (568) cessano i conta


con la terraferma:
di terra (so o i longobardi)

vene
di laguna (so o Bisanzio, ma
solo formalmente)

Ad ogni conquista longobarda, nuove ondate di


profughi giungono in laguna e fondano nuovi
insediamen

La difesa e la conquista dell’indipendenza


Il trasferimento di queste gen avveniva conservando l’ar colazione propria delle zone di provenienza: ci si
portava dietro diri , funzioni, ruoli sociali, religiosi (il patriarca di Aquileia si rifugia a Grado con i tesori e le
reliquie).

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Cade Oderzo (639) ul ma roccaforte dell’amministrazione bizan na e la funzione di capitale passa ad


Eraclea, mentre gli an chi centri municipali romani (tra cui Aquileia) cadono in profonda crisi fino a sparire.

Rappor con Bisanzio e presa di Ravenna


La nuova Venezia, governata dal magister militum, con nua a far parte dell’Impero bizan no come
provincia dipendente dall’Esarcato di Ravenna. Importante il ruolo dei tribuni, funzionari del magister, che
rives vano una preminenza sociale in forza dei loro possedimen : unitamente alla gerarchia ecclesias ca
forniranno l’impalcatura portante dell’organizzazione veneziana.
Il rapporto “lontano” con Bisanzio, occupata su altri fron , favorisce l’inizia va dei veneziani e lo sviluppo di
tendenze autonomis che, rappresentate anche dal primo leggendario doge (Paulicio, 713 al posto dei
magister militum ), che rimaneva comunque una carica, sia pur espressa localmente, riconosciuta da
Costan nopoli.
La situazione era vantaggiosa per entrambi:
- per Venezia andava bene un signore lontano ma esistente, per porsi al riparo di pericoli molto più
prossimi, e rimanere in un sistema economico ricco di opportunità e aperture che l’occidente non poteva
offrire;
- per Bisanzio, che, a raverso il legame con le lagune, si garan va la presenza in zone economicamente e
militarmente strategiche
La presa di Ravenna da parte dei Longobardi (751), con la caduta dell’Esarcato, offre ulteriore spinta verso
l’indipendenza, pur nel mantenimento (u le) del conta o con Bisanzio, che offre comunque por e
riferimen di interesse.
Aumentano i traffici ed il benessere.

I Franchi
Il pontefice, valutata l’inopportunità di contare su una ripresa bizan na, si allea con i Franchi e nel 774
l’Italia, escluse alcune poche aree bizan ne, cade in mano al nuovo padrone, Carlo Magno, conquistatore di
Francia, Germania e gran parte d’Italia, incoronato Imperatore Romano d’Occidente nell’800 dal papa.
Filo-bizan ni: opportunità del mare, commerci, Oriente
Effe su Venezia: contras tra le due fazioni, anche con fa di sangue
filo-franchi : interessi fondiari sulla terraferma
Tenta vo dei Franchi di conquistare Venezia
Ci prova il figlio di Carlo Magno, Pipino (810): parte da Ravenna e conquista Grado e poi Chioggia; entra in
laguna. I Veneziani resistono per 6 mesi a Malamocco; fuga abitan verso quello che poi sarà il nucleo
principale della ci à. Le navi si arenano e i veneziani fanno strage dei Franchi, con l’aiuto dei Bizan ni.

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Venezia, con questa vi oria, fissa il proprio futuro evitando un avvenire inglobata nell’Occidente feudale e
terriero. Conferma invece la propria vocazione commerciale aperta all’Oriente, e il ruolo di “ponte” tra le
due civiltà.
Costruzione del primo Palazzo Ducale.

Le reliquie di San Marco


828: trafugate da due mercan veneziani ad Alessandria d’Egi o e portate nella cappella del Palazzo
Ducale.
Inizia la costruzione della basilica e si diffonde la leggenda del santo, che, recatosi in laguna, avrebbe avuto
la premonizione che quello sarebbe stato il suo luogo di sepoltura.
Significato poli co della vicenda: affermazione della indipendenza poli ca e religiosa di Venezia, sia
dall’Impero d’Occidente, sia da quello d’Oriente, sia dalla stessa Roma papale, collegando la ci à ad un
santo delle origini, né bizan no né romano. Questa scelta condurrà l’assogge amento dello stesso
patriarcato all’autorità ducale.

Il Pactum Lotarii (840)


Firmato dal doge Pietro Tradonico con l’Imperatore Lotario, sancisce l’indipendenza dei territori lagunari
dal Sacro Romano Impero e dall’Impero bizan no.
Venezia è indipendente da ogni dominio. Lo rimarrà fino al 1797.
L’ul mazione della realizzazione del sistema di mura, sul finire del secolo, cer fica defini vamente la
nascita della Venezia-ci à.

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LA CONQUISTA DEL BENESSERE

Secolo IX: Gli scontri con i Saraceni e i pira – La scomunica papale – Confli interni
 DalL’840 scontri in mare con i Saraceni, con i pira Narentani (della Dalmazia) e poi con gli Ungari
che, pur venendo dalle steppe, erano dota di agili imbarcazioni: ques ul mi, giun sino a
Venezia, vengono sconfi dal doge Pietro Tribuno il giorno di San Pietro e Paolo (29 giugno) del
900. Da allora la località si chiama “San Pietro in Volta”, a ricordare il giorno di san Pietro e la “volta”, cioè la fuga dei nemici.
Per Venezia era indispensabile tenere aperto l’Adria co, se non voleva soffocare dentro le proprie
lagune. Riuscì a reggere la difficile congiuntura senza mai crollare:
- evitando di rimanere imbo gliata nelle proprie acque
- svolgendo un ruolo che la poneva, sia pure come potenza minore, sulla scena poli ca
internazionale
- uscendo dalla tutela bizan na, sapientemente conservata tu avia come potenza alleata, più che
come rapporto di sudditanza
 Nei rappor con il Papa, vi fu un momento di contrapposizione a causa della concorrenza
commerciale tra le saline veneziane e quelle papali di Comacchio: Venezia occupò Comacchio e il
Papa la scomunicò.
 Anche il consolidamento is tuzionale del dogado conobbe momen di tensione, con l’esplodere di
confli interni: il potere del doge era spesso messo in discussione a causa dei delica equilibri tra i
clan familiari più in evidenza, mentre il ceto tribunizio era favorevole ad una ges one della poli ca
maggiormente decentrata rispe o all’accentramento dei poteri nel doge.
Non mancarono episodi di ricambio trauma co al ver ce: nel 976 una sommossa popolare provocò
la morte del doge Pietro IV Candiano, che intendeva avviare una dinas a ereditaria, ed anche nei
secoli successivi altre congiure vennero represse. Curioso il fa o che si procedesse in ques casi cavando gli occhi al
doge: sintomo di un nesso culturale con l’Oriente, dove si privilegiavano le punizioni mediante mu lazioni corporali…

Secoli X e parte dell’XI: periodo di rela va pace


In questo periodo Venezia vive in rela va pace (rela va perché comunque Venezia doveva intervenire a
tutela dei propri merca con le proprie flo e), durante il quale:
- estende e incrementa il valore dei suoi commerci
- pone le basi della sua grandezza formando una classe dirigente di origine mercan le

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Modalità di azione:
- dove possibile, cerca sempre di evitare le guerre, da considerare come extrema ra o
- stringe tra a e accordi con gli avversari, cercando di trarne la massima u lità
- si assogge a anche al pagamento di dazi o tribu per potersi garan re i commerci con territori stranieri
In sostanza, se si ecce uano alcuni episodi esterni ed interni (vedi sopra ad es. la sommossa rela va alle
inizia ve del doge Pietro IV Candiano (Candiano cercò di instaurare in laguna forme feudali, proprie della terraferma, arruolando

anche mercenari nella stessa terraferma e avviando ba aglie in luoghi terrafermieri) , ) il posi vo andamento non veniva turbato,
specie se ci si confronta con la generale situazione occidentale assai inquieta
Nel 992 Venezia o ene dall’imperatore bizan no la “crisobolla”, o bolla d’oro, che garan va ai propri
mercan un tra amento di assoluto favore in cambio della protezione della flo a di San Marco all’impero
bizan no dai comuni nemici saraceni (nel 1082 ne fu concessa un’altra, ancor più favorevole)

Venezia riesce a mantenersi lontana dall’inglobamento nell’occidente, che certamente avrebbe cambiato i
suoi des ni.
Importante a tal proposito fu il doge Pietro II Orseolo, uno dei più grandi dogi della storia veneziana. So o
la sua guida Venezia registra una grande vi oria (1002/1003) sui Saraceni e la trionfale spedizione sulla
Dalmazia, che lo rende “Doge di Venezia e della Dalmazia”.
Internamente, c’è da evidenziare come il piccolo mondo vene co sia sostanzialmente diverso da quello
feudale, rigidamente legato a quello schema di consorzio umano sinte zzato in “oratores
(ecclesias ci)/bellatores (nobili che comandano)/laboratores (chi lavora per gli altri due ordini)”: è una
società più du le, laddove la sua massima aristocrazia, diversamente da quella feudale, non disdegnava di
por mano al commercio e al maneggio di denaro, mentre l’aristocrazia feudale fondava il proprio pres gio
sul possesso delle terre e il rela vo sfru amento dei lavoratori, o sulla guerra e il mero esercizio del potere;
il tu o unitamente allo spreco, più che all’inves mento. Venezia an cipava di molto in tal modo quanto il
resto d’Europa avrebbe maturato solo successivamente.
Inoltre gli stessi stra sociali intermedi erano a vamente impegna nell’inizia va economica, facendo in
tal modo sen re anche la propria potenza poli ca (pur restando esclusi dalle leve del vero potere
diffondono nuovi mes eri, come quelli dei vetrai, tessitori, falegnami, fabbri, ecc, organizza in
confraternite professionali). Tale operosa inizia va era certamente agevolata dalle opportunità offerte dalla
proiezione mari ma e dalle difficili e singolari situazioni dei luoghi.
In tal modo, so o la guida dell’Orseolo, Venezia riesce a superare anche i confli interni che nel X secolo
avevano comunque turbato il clima vene co: Venezia è ora in grado di esprimere le proprie potenzialità. Il
benessere si diffonde: persino pre e religiosi si occupavano di affari e si perdevano dietro cose mondane,
provocando le lagnanze del pontefice.

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Si potrebbero così sinte zzare le cara eris che salien di questa o male ges one, che si seppe
mantenere anche nei tempi successivi:
- solidità di base dell’impianto poli co
- percezione dei propri limi
- fermezza sui pun giudica vitali
- realismo e senso pra co, senza preoccupazioni di pres gio o di coerenza ideologica

Il pericolo normanno
Quando però le situazioni si fanno cri che, senza possibilità di evitare lo scontro, Venezia sa comunque
reagire.
Accade nel secolo XI con l’apparire dei Normanni (guida da Roberto d’Altavilla, de o il Guiscardo) in
Adria co, che si apprestavano, dopo la conquista delle coste pugliesi, ad occupare quelle dalmate e
albanesi, minacciando anche Costan nopoli, con il rischio di “imbo gliare” Venezia nell’alto Adria co.
Si muove allora la flo a Veneziana che, nel 1085 vince defini vamente, dopo una dura sconfi a. La morte
del Guiscardo chiude ogni ambizione normanna.
In tal modo Venezia:
- salva il favorevole equilibrio in Adria co
- si assicura nuovi privilegi nell’oriente bizan no (o ene una nuova crisobolla)
Da evidenziare che Venezia fu la prima (piccola) potenza a fermare i Normanni, che avevano spadroneggiato ovunque in Europa. Fondamentale fu la
ta ca di comba mento, con for innovazioni, e l’uso di navi più adeguate (le “galee”, leggere navi con vele triangolari e remi, con macchine da
guerra e sperone a prua, che spezzava in due le navi avversarie)

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TRA PAPI, IMPERATORI E CROCIATE


secoli XI e prima parte del XII

Venezia e le crociate: da preoccupata spe atrice al passaggio all’azione


I rappor con l’oriente sono fondamentali so o ogni punto di vista e Venezia non desidera certo
stravolgimen dell’asse o raggiunto.
Ma l’Occidente si muove, seguendo gli appelli alla liberazione del Santo Sepolcro e alla guerra all’Islam.
L’Europa scarica la propria energia in una poli ca di espansione tesa a scardinare gli esisten equilibri: ma
questo non è certo un interesse per Venezia, che rimane prudente e preoccupata.
Ogni tubanza scompare quando sono le altre forze marinare, Genova e Pisa, ad intervenire: occorre
giocare questa par ta per difendere i vecchi privilegi, creare nuove possibilità, ostacolare gli avversari (nel
fra empo, ad esempio, Pisa aveva concluso accordi con l’impero bizan no, aprendo i merca a pericolosi
compe tori, minando alla base la situazione di quasi monopolio detenuta da Venezia).
Ecco che, dopo qualche anno dall’inizio della prima Crociata (1096), nel 1099 a Rodi è subito ba aglia tra la
flo a pisana e quella veneziana, con vi oria di quest’ul ma. E’ il primo a o della partecipazione veneziana
alle crociate, che Venezia ges sce sempre pensando a rafforzare la propria posizione nel basso
Mediterraneo orientale.

La quarta Crociata
Nel 1202 le navi della quarta Crociata stazionavano in laguna, per l’impossibilità degli organizzatori di
pagare a Venezia la somma pa uita per il trasporto.
Nel 1171 era iniziata per Venezia una grave crisi con l’Impero, dopo che l’imperatore aveva decretato il
massacro dei la ni a Costan nopoli, a seguito di voci sul loro comportamento vessatorio nei confron della
popolazione. Venezia aveva reagito con una vi oriosa spedizione, dopo un primo fallimento. La nega va
situazione nei rappor trovò una imprevista soluzione.
La situazione creatasi con i parten della quarta Crociata venne risolta modificando i termini di pagamento
richiesto: da esborso di denaro ad aiuto concreto per la riconquista di Zara, uscita dalla tutela veneziana
appoggiata dal tradizionale nemico di Venezia, l’Ungheria. Successivamente alla conquista di Zara, i crocia
vengono diro a verso Costan nopoli, teatro di disordini a causa della successione , con lo scopo di
conquista e di porre sul trono un pretendente gradito ai veneziani. Dopo un assedio di due anni
Costan nopoli cade, nasce l’impero la no d’Oriente (che durò fino al 1261), con la spar zione dello stesso
tra i vincitori.
A Venezia spe a il “quarto e mezzo”, che, more solito, ges sce con a enzione alle basi navali, e zone u li al
controllo dei mari (Costan nopoli, Creta, Negroponte, Medone e Corone ecc. cos tuivano pun di

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coordinamento di una vasto impero coloniale). Anche molte famiglie patrizie instaurano propri feudi in
molte isole dell’Egeo.
Il tu o avvenne so o la guida del doge Enrico Dandolo, vecchissimo e cieco.

Si afferma il ruolo di grande potenza


Nel 1177 Venezia si propone come luogo di pacificazione tra l’imperatore Federico I Barbarossa, da una
parte , e i comuni dell’Italia se entrionale ed il Papa dall’altra. In quella occasione il Papa donò al doge l’anello usato nella
cerimonia, poi chiamata “dello sposalizio del mare”, che durerà fino al 1797, caduta della Repubblica)

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DALLA “PATRIA VENECIA” AL “COMUNE VENECIARUM” -


LA CITTÀ SI AFFERMA
Via via che la potenza e la complessità dello stato veneziano crescevano, l’effe vo potere personale del
doge diminuiva, trasformandosi sempre più in un simbolo, des tuito di effe vi poteri. In par colare, a
par re dall’XI secolo, diventa un’immagine vivente di ciò che doveva davvero contare: lo Stato.
Le principali tappe di questa evoluzione:
- nel 1143 compare, a fianco del doge e dei suoi giudici, il Consiglio dei Savi (Consilium sapien um),
deputato “all’onore, alla sicurezza e all’u le dello stato”.
- 1144: quasi contemporaneamente, appare il termine “comune”. Anche in questo caso Venezia assorbe la
nuova civiltà dei comuni con for peculiarità. In ogni caso è ormai ro a la bipolarità doge-popolo. Il
riferimento all’autorità è sempre più impersonale e ambiano i riferimen e co-poli ci: dalla “patria
Venecia” al “comune Veneciarum”;
- nel 1165 il complesso del patrimonio pubblico viene so ra o alla libera disponibilità del doge;
- 1172: vengono introdo e le prime complesse procedure per l’elezione dogale, finalizzate ad evitare ogni
possibile broglio e prepotere di gruppi, par , clientele;
1192: Enrico Dandolo, primo fra tu i dogi, presta la “promissio”, impegno formale al rispe o degli obblighi
dell’ufficio e verso lo stato;
Parallelamente, crescevano sempre nuove magistrature, che, nel corso del tempo divennero
numerosissime: dopo il Consiglio dei Savi (successivamente Maggior Consiglio), che prese il posto
dell’an ca assemblea popolare, con funzioni legisla ve e di deliberazione, apparirà il Minor Consiglio, a
fianco del Doge per le competenze dell’esecu vo. E poi, via via, altre magistrature, con compi specifici che
talora andavano a sovrapporsi: es. gli Avogadori (per la difesa dei diri dello Stato), i Gius zieri, per il
controllo sulle Ar che andavano cos tuendosi, i Camerari, competen in materia di pagamen ) la
Quaran a ( o Consiglio dei Quaranta) ,organo consul vo e poi anche Tribunale d’appello e ver ce delle
funzioni giurisdizionali. Da ul mo il Senato (dapprima chiamato Consiglio dei Roga ) che acquisì sempre
maggior peso poli co.
Questa complessità delle magistrature fu sempre una cara eris ca della repubblica veneziana, che nel
corso dei secoli ne rappresentò un punto di forza.

Unitamente alle modifiche all’apparato statale, cambia anche il tessuto ci adino, con for innovazioni:
- la ci à di Rialto (Venezia per antonomasia) è ormai indiscussa capitale del dogado, organizzata in contrade
dapprima e poi, sul finire del XII secolo, in ses eri, come ancora oggi, che furono anche le circoscrizioni
ele orali

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- il Palazzo Ducale, rimasto sempre nello stesso luogo e ricostruito più volte a seguito di incendi, viene
abbellito e des nato più alle pubbliche funzioni che a compi di difesa
- la piazza viene sistemata (unica ancor oggi indicata come tale, tra tan campi e campielli) e
con nuamente abbellita
- l’Arsenale assume vai via funzioni e dimensioni sempre più grandi, quale enorme can ere di stato, la
massima organizzazione produ va del medioevo (impressionò lo stesso Dante che lo descrive nella
Commedia).
- nuove famiglie si arricchiscono ed emergono, conferendo pres gio e ricchezza alla repubblica
E’ questo il clima che si era creato alla vigilia della ricordata quarta Crociata 1202.

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IN LOTTA PER IL MARE E PER LO STATO DA TERRA


secoli XIII (seconda parte), XIV e XV (prima metà)
Genova e Venezia. La presa di Corfù
Lo scacchiere del mediterraneo orientale aveva subito notevoli mutamen : crolla i potenta crocia ,
finito nel 1261 l’impero la no d’oriente con la restaurazione di un impero greco che si richiamava alla
tradizione di Bisanzio e che favoriva i genovesi come ricompensa all’aiuto ricevuto nella presa di
Costan nopoli.
Genova e Venezia, dalla seconda metà del ‘200, comba erono quella che è stata definita la loro “guerra dei
cent’anni”: obie vo controllo dei ricchissimi traffici con l’Oriente alle migliori condizioni di mercato.
Dopo le iniziali vi orie, la riammissione a Costan nopoli e una prima pace (1270), un nuovo confli o
scoppiò sul finire del secolo (1294-1299), con la sconfi a veneziana di Curzola ed una pace che lasciava
comunque irrisolta la rivalità in Oriente. Una terza guerra scoppiò nel 1350, e poi nel 1378, con la contesa
di Tenedo, isola strategica sui Dardanelli. I genovesi portarono la contesa in Adria co, sino ad occupare
Chioggia e a minacciare la stessa Venezia. La reazione, grazie ai comandan Pisani e Zen, si risolse però a
favore dei veneziani (pace di Torino, 1381, che, seppur gravosa per Venezia,le consen di porre le basi per
le espansioni successive,mentre per Genova iniziò una lenta decadenza).
Nel 1386 Venezia occupò militarmente Corfù, già base d’appoggio per le sue navi, con il consenso della
classe dirigente locale e all’acquisto da Carlo, pretendente al trono di Napoli del diri o di possesso. L’isola
divenne la base principale per la flo a veneziana per il controllo del basso Adria co, fino alla caduta della
Repubblica.

La serrata del Maggior Consiglio: l’avvio della repubblica aristocra ca


Ul mi anni del duecento e inizio trecento: si tra a di un’operazione con cui le stru ure del potere vengono
affidate, in via esclusiva, ad un gruppo, sia pur ampio, di famiglie.
L’operazione prende il via con una legge del 1297 che limita fortemente gli accessi a quest’organo.
Successivamente, l’ingresso al Maggior Consiglio venne di fa o precluso a coloro che non appartenessero a
quelle famiglie che vi si erano a estate in quei decenni. L’appartenenza diventa ereditaria: ne faranno
parte solo i discenden maschi, al compimento del ven cinquesimo anno di età e sarà a vita. Saranno le
cosidde e famiglie “patrizie”, per la maggior parte mercan e armatori, quindi, in senso sociale, borghesi.
Nel corso dei secoli vennero aggiunte altre famiglie, sia per meri militari che per appor economici alla
repubblica.

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Si verificarono delle resistenze: ad esempio nel 1300 vi fu una congiura che rappresentò il tenta vo di un
vero e proprio colpo di stato, a seguito della quale venne is tuito un tribunale speciale e straordinario
che,poi confermato a più riprese, divenne un organo permanente: il Consiglio dei Dieci, che dimostrò ben
presto la sua efficacia sventando un tenta vo di congiura tramata dal doge Marino Falier, gius ziato.
Col passare del tempo, il Consiglio dei Dieci estese la sua influenza di sorveglianza e controllo in se ori-
chiave dello Stato: poli ca estera, finanza, guerra ecc., ciò grazie anche alla maggior agilità con cui si poteva
muovere rispe o ad altri organismi.

La conquista della terraferma


Fino all’inizio del XIV secolo Venezia era stata una potenza essenzialmente marina, salvo il poco territorio
della Gronda Lagunare, con i piccoli comuni confinan in terraferma spesso in lo a tra loro.
Nel fra empo però si stavano installando signorie sempre più poten e in espansione (Scaligeri, Da
Carrara, Viscon ).
Le cose cambiavano: l’instaurarsi di poten forze alle spalle del Dogado, oltre a minacciare la stessa
Venezia, poteva schiacciarla ed impedirle l’espansione economica e militare verso l’Europa.
Iniziarono una serie di confli e tra a che permisero a Venezia di espandersi nella terraferma veneta, poi
friulana, poi lombarda:
Il Veneto
- 1339: conquista di Treviso e di parte del Trevigiano (alleanza con i fioren ni), in funzione an carrarese
- 1381: la già ricordata guerra di Chioggia, sempre con i carraresi, pur appoggia da altre potenze europee
- tra il 1404 e il 1406, dopo l’espansione dei Viscon nel Veneto e l’alleanza dei veneziani con i carraresi in
funzione an viscontea, e dopo la morte di Giangaleazzo Viscon , la conseguente crisi di successione,
Venezia, un po' tra ando con la vedova, un po' imponendo “dedizioni” con la forza o con la diplomazia,
aggiunse a sé, oltre a Treviso, Feltre, Belluno, Bassano, Verona, Vicenza, Padova e i rela vi territori, oltre al
Polesine. All’inizio del XV secolo, quindi, lo “stato da terra”, cioè la terraferma veneta, era un fa o
compiuto.
Il Friuli
Dopo una serie di guerre con gli ungheresi, nel 1420 si aggiunge alla Repubblica veneziana anche parte del
Friuli, compresa Udine. Nel contempo Venezia stabilizza il proprio controllo su Istria e Dalmazia.
Le terre lombarde
Nel 1423, il nuovo doge Francesco Foscari, contrariamente a quanto aveva auspicato il suo predecessore,
che riteneva bastan le conquiste e pericoloso immischiarsi nelle dispute e nei confli dei vari sta italiani,
entrò invece nelle varie lo e ingaggiate in Italia, che vedevano protagonis , oltre ai veneziani, il ducato di
Milano, la repubblica di Firenze, il Papato, Napoli (prima angioina e poi aragonese). Durante ques confli
Venezia e Firenze si allearono in funzione an viscontea.

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La pace del 1454 (Lodi) vedeva Venezia impossessarsi anche delle province lombarde di Bergamo , Brescia
e Crema (accordi con Francesco Sforza, il nuovo signore di Milano).

La poli ca di Venezia con la terraferma


Anzichè procedere ad una sorta di rifondazione dello stato, che tenesse conto delle realtà territoriali ed
umane dei vari territori. Invece si limitò a tessere una serie di rappor a cara ere bilaterale (tra
dominante e ciascun territorio) lasciando autonomia di statu e di locali organismi di amministrazione,
avocandosi le più importan decisioni poli che ed economiche, erodendo comunque le singole autonomie
Designò nei vari territori par colari figure (re ori, camerlenghi, podestà, capitani), con funzioni, più che
altro, di mediatori tra Venezia e i luoghi suddi e tra la varie istanze locali.
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L’APICE DELLA POTENZA E IL PERICOLO TURCO


(seconda meta’ xv secolo)
La conquista di Costan nopoli (1453)
A metà del 1400 Venezia raggiunge l’apice della sua potenza.
La decennale guerra con Milano e la conquista della terraferma l’avevano distra a dal nuovo pericolo che
arrivava da oriente: so o la guida di Othman I (da cui il nome di O omani) popolazioni turcomanne si
erano spostate dalle originarie sedi dell’Armenia in Anatolia e, o enuto il controllo dell’Asia Minore,
puntavano all’Europa.
Cara eris che dell’organizzazione turca:
- esercito organizzato, numeroso e modernamente concepito
- marina da guerra nuova e potente
- grossa riserva di uomini e materiali
- organizzazione statuale robusta con forte riferimento ideologico-religioso (islam)
Nel 1453 Maome o II (il Conquistatore) espugna Costan nopoli ponendo fine a quel che restava
dell’impero romano d’oriente e trasformando la ci à nel centro poli co, sociale e d economico, propulsore
delle ulteriori conquiste.
In realtà Venezia aveva già avuto modo di scontrarsi con i Turchi (es. 1416: vi oria a Gallipoli – 1429: perdita di Salonicco).

La presa di Costan nopoli significò anche per i veneziani che colà risiedevano morte e distruzione, stupri,
violenze e carneficine. Nel 1454 si giunse ad una pace e al riconoscimento della colonia veneziana in
Costan nopoli.

L’espansione turca e le conseguenze per Venezia


1463-1479: Maome o con nua l’espansione turca: Grecia e Serbia – Ungheresi e veneziani con appoggio
papale, organizzano una crociata an -turca, anche appoggiando la resistenza albanese – Maome o arriva
fino alle porte di Belgrado, incursioni turche nel Friuli, Venezia perde l’importante base di Negroponte.
La pace: Venezia deve riconoscere la presenza turca nell’Egeo e in Albania e contributo periodico.
Nel 1480 i Turchi prendono Otranto ma l’anno successivo Maome o muore e vengono scaccia dall’Italia.
Con una accorta manovra diploma ca Venezia riesce ad impossessarsi dell’importante isola di Cipro (1488),
ricca di prodo e strategicamente fondamentale.
1499-1503: nuova guerra e sconfi a dei veneziani, che perdono le basi strategiche di Modone e Corone a
sud della Morea Peloponneso).

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IL CINQUECENTO:
il nuovo mondo, la crisi italiana, la magnifica Venezia,
Lepanto

Gli orizzon si allargano: conseguenze


La scoperta del nuovo mondo significò uomo nuovo,nuova mentalità : Gli an chi sta commerciali, come
Genova e Venezia, ne fecero le spese, anche se per Venezia si tra ò di una decadenza molto lenta, grazie
alla ricchezza accumulata e alla solidità del suo apparato statuale e organizza vo.
La circumnavigazione dell’Africa,compiuta da Vasco De Gama (1498) aggravò la situazione a casusa
dell’importazione di spezie a raverso la nuova ro a, a minor costo.

La situazione in I a e la crisi di inizio secolo


La discesa in Italia di Carlo VIII (1494) segnò l’inalizio della crisi e delle guerre del ‘500, che videro le potenze
straniere (in primis le due grandi monarchie che si andavano formando, Francia e Spagna) confrontarsi
militarmente e disputarsi il territorio italiano, nella crisi degli sta rinascimentali italiani:
-1494:discesa di Carlo VIII per la conquista di Napoli, formazione della Lega an francese, Fornovo,
-1495: gli spagnoli si riprendono Napoli e i Veneziani occupano por pugliesi
-1503: fallisce il disegno di Cesare Borgia, sostenuto dal padre papa Alessandro VI, di cos tuire uno stato
tra Marche e Romagna: Venezia ne approfi a e si a ribuisce (tramite dedizioni) ci à cos ere
strategicamente importan
Cambrai
Le mire di espansione in Romagna avevano a rato le ire del papato.
La Spagna rivoleva i por pugliesi. Lega di Cambrai
La Francia ambiva alla Lombardia. (1508) contro
L’impero, che già aveva cercato inu lmente un’intesa Venezia
in funzione an francese, era interessato al Veneto, al Friuli e al basso tren no

ba aglia di Agnadello (1509)

sconfi a di Venezia ad opera dei francesi, mentre l’imperatore Massimiliano entrava in Veneto e gli
spagnoli si riprendevano i por pugliesi: la Repubblica è allo sbando e sta perdendo la terraferma.

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Ne esce mediante l’a vità diploma ca, realismo e pragma smo, anche nello sfru are i contras fra le
contropar , la tenuta del fronte interno e l’appoggio popolare.
1516: si ricompone il territorio della Serenissima, fino all’Adda. Limitate le perdite: all’Impero il basso
tren no e Gradisca sull’Isonzo, alla Francia Cremona, al Papa le ci à romagnole e marchigiane, il Polesine
ferrarese e alla Spagna i por pugliesi. Tale rimarrà fino alla fine della Repubblica .
In Italia riprendono le lo e tra Francia e Spagna:
- Lega San ssima (1511 cui partecipa Venezia), in funzione an francese: ba aglia di Ravenna, vi oria dei
francesi, che però abbandonano l’Italia
- accostamento di Venezia ai francesi, contro Imperatore, Papa e Spagna
- Carlo V imperatore del nuovo grande dominio fru o dell’unione del Sacro Romano Impero e del Regno di
Spagna: Venezia si conferma alleata con i francesi, in morita dalla potenza schiacciante del nuovo immenso
impero.
- 1523: sconfi a (a Pavia) della Francia (Francesco I) ad opera della Spagna cui si era avvicinata nel
fra empo Venezia
- 1530: congresso di Bologna (Carlo V e Clemente VII) per la definizione della situazione italiana (viene
formalizzata la ricos tuzione dello “stato da terra” veneziano: Veneto, parte del Friuli, Brescia, Bergamo,
Crema)

Ancora i Turchi
1534-1537: Venezia si ritrova a comba ere con i Turchi, a fianco del Papa e di Carlo V, anche se avrebbe
voluto evitare il coinvolgimento in questa guerra, che vede Venezia soccombere, lasciata sola nella ba aglia
di Prevesa, a seguito della quale deve firmare una pace che comportò perdite, facendo però salvi i traffici
con l’oriente. I Turchi acquisiscono il dominio del mare Mediterraneo orientale.
Per trent’anni, fino cioè a Lepanto (1571), si chiude la par ta con i Turchi.

La fine del cinquantennio di guerre


- morte di Francesco I di Francia
- abdicazione di Carlo V e divisione dell’Impero tra Filippo II e Ferdinando I
- pace di Cateau Cambresis (1559): assestamento della situazione italiana, con la Spagna che si installa in
Lombardia, nel Regno di Napoli, in Sicilia e in Sardegna

Il “raccoglimento” e la grande Venezia


La fine del lungo periodo di guerre, in cui Venezia aveva rischiato quasi di sparire, le innovazioni
conseguen alle scoperte geografiche, al nuovo mondo e al nuovo modo di sen re e interpretare le
situazioni e le vicende, il progressivo affermarsi di nuove concezioni di potere nell’età moderna (Francia,

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Spagna), tu o ciò, dopo una prima fase di stupore, porta la Repubblica a riconsiderare la propria esperienza
storica e ad elaborare la presa di coscienza delle proprie dimensioni e del proprio ruolo in un contesto
internazionale così stravolto: tendenza al neutralismo, alla conservazione di sé stessa, lontano quanto
possibile dai confli e dalle dispute\ internazionali. Con i comprensibili momen di deviazione da tale
proposito, questa è la linea di Venezia per il resto della sua storia.
E’ proprio in questo periodo storico che Venezia vive il suo grande momento: alla grandezza di una ci à
dove gen e culture vivono insieme, dove sorgono nuovi splendidi palazzi in diversi s li che si amalgamano
tra loro, e nuovi pon collegano le isole, e nuove opere per la difesa dai fiumi e dal mare vengono
realizzate, si aggiunge il vento dell’umanesimo e del Rinascimento:
- archite ura e scultura (Palladio, Sammicheli…)
- pi ura (Mantegna, Tintore o, Giorgione, il Veronese…
ecc..
Sviluppo delle ar , delle Corporazioni, delle lavorazioni di diverse materie (vetro, corallo, arte orafa,
lavorazioni chimiche ecc..)
Nascita di cen naia di Confraternite, Scuole,Ospizi, ecc: affermazione di una poli ca di assistenza, ispirata
alla carità religiosa, ma stru uralmente laica, con accumuli di patrimonio eccezionali e sedi ar s camente
arricchite.
Si tra a di una cara eris ca fondamentale di Venezia, formidabile meccanismo di partecipazione alla realtà
e al mito della Repubblica.

Lepanto
Nel 1566 ascende al trono o omano Selim II, uomo rozzo, violento,alcolizzato e malconsigliato.
1570: i Turchi occupano Cipro, ad eccezione di Famagosta, che resiste e capitola nell’agosto dell’anno
seguente. I 500 supers , nonostante la promessa di aver salva la vita, vengono trucida .
L’occupazione dell’isola induce il papa a formare la “Sacra Lega” (papato, Spagna, Venezia, Duca di Savoia
e di Urbino, quello di Toscana, Repubblica di Genova, Ordine di Malta). Venezia fino all’ul mo avrebbe
preferito evitare il confli o.
Più della metà della flo a, riunitasi a Messina, era composta da navi veneziane, ai comandi di Sebas ano
Venier e Agos no Barbarigo. Il comando supremo era affidato al figlio naturale di Carlo V, don Giovanni
d‘Austria. Alì Pascià comandava la flo a turca.
Ba aglia: Lepanto, 7 o obre 1571. Gran parte della flo a turca viene distru a o ca urata. La ba aglia è
sanguinosissima: si calcolano più di 30.000 mor e più di 10.000 prigionieri fra i Turchi, nella Lega circa
8000 mor , in gran parte veneziani. Oltre 10.000 schiavi cris ani pos al remo delle navi turche vengono
libera .

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Alla pres giosa vi oria, che per oltre un secolo fermò l’avanzata o omana sul mare, non fece seguito una
pace debitamente sfru ata dai vincitori: troppi gli interessi contrastan ,tesi anche ad affossare Venezia,
che non riuscì a riavere Cipro ma concluse, nel 1573, una pace separata che le permise di riprendere i
commerci con l’oriente.
La neutralità diventa ora per Venezia la preoccupazione principale, a difesa dei propri traffici mari mi,
peraltro ora minaccia da nuove potenze commerciali (Olanda e Inghilterra) che sfru avano le nuove ro e
oceaniche.

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