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MICROECONOMIA 07-03

MODELLO MACROECONOMICO

IL CONSUMATORE
Per prima cosa vanno definite quelle che sono le preferenze per il consumatore,
ovvero la decisione all’interno della vasta offerta di beni e servizi
(può essere fatto per qualsiasi coppia (o paniere) di beni esistenti)
Paniere  insieme/gruppo di beni (es. acqua, pane, patate)

Immaginiamo che questo consumatore abbia delle


Preferenze
Modo fondamentale per definire quale paniere sceglierebbe il consumatore
Hanno 3 caratteristiche:

- Completezza
presi due paniere a caso il consumatore è sempre in grado di scegliere tra
due o essere indifferente

- Non sazietà
Dati due panieri di uguali beni, se in uno dei due vi sono più beni rispetto
all’altro, quello viene preferito

- Transitività
(Dati 3 paniere A,B,C: A > B > C  allora A > C)
Se A è preferito o indifferente a B, e V è preferito o indifferente a C, allora
A sarà preferito o indifferente a C
Sempre legato alle preferenze introduciamo il concetto di utilità

Utilità
Numero associato alla scelta di un paniere
L’utilità di un paniere A, preferito ad un paniere B, sarà maggiore dell’utilità di B
È un numero ordinale (non cardinale): è tale per non permettere di essere calcolato
e di fare confronto con un'altra utilità, poiché è un valore troppo soggettivo

es. PANIERE: nella nostra economia esistono solo 2 beni: X e Y


Ogni paniere è una coppia ordinata di questi 2 beni in quantità differenti
A (x;y)  Um = f (x; y)
X  quanto consuma di questo bene
Y  utilità di questo bene
Il valore dell’utilità si esprime attraverso una funzione che avrà determinate
caratteristiche:
- Continua  Completezza

- Crescente  Non sazietà

Per l’utilità valgono le stesse 3 caratteristiche delle preferenze, ma se ne aggiunge


una

Il principio dell’utilità marginale decrescente


Ogni volta che consumiamo un unità in più, l’utilità aggiuntiva è sempre
decrescente, ovvero sempre più piccola
(es. primo bicchiere d’acqua nel deserto vs quinto bicchiere)
Graficamente questa cosa si vede nella tendenza a diminuire della tangente alla
funzione (derivata prima)
Come rappresento 3 variabili microeconomiche sul grafico?
Con le Curve di Livello (o curve di differenza)
Queste curve, fissate le due variabili su X e Y, rappresentano i vari valori dell’utilità
dei due beni tramite curve di livello, come se fosse un valore K
In questo caso gli assi cartesiani rappresentano la quantità dei due beni

Infatti, vengono presi vari valori di U, andando a formare le varie curve di


indifferenza, che andranno ad unire (tutti i valori ordinali) dei panieri indifferenti per
il consumatore
 Le curve di indifferenza
sono degli insiemi di paniere per cui il consumatore è indifferente
(insiemi che hanno la stessa utilità)

Ogni curva, dunque, corrisponde ad un valore dell’utilità (es. U=1, U=2, …)

N.B.  più mi allontano x e y (origine dunque) più aumenta l’utilità


La caratteristica della Transitività comporta che le curve non si intersecano mai
MRS(x,y)  Saggio Marginale di Sostituzione
Mi dice a quante unità di Y sono disposto a rinunciare a favore del bene X
rimanendo sullo stesso livello di Utilità (stessa curva di livello)

Es: Patate e Carote


Il MRS corrisponde al prezzo di tot. carote in patate

L’MRS gode di una proprietà interessante


 Diventa sempre più piccolo
Significa che se voglio una X in più sono disposto a rinunciare a un cospicuo
numero di Y (per il principio di utilità marginale) con U(utilità) costante

Questo lo possiamo vedere dal grafico, notando quanto cambia la pendenza della
tangente alla curva nel primo caso (Delta y) rispetto al secondo
(A = delta)

Ay * MUy = - (Ax * Mux)  Ay * MUy + Ax * Mux = 0


Significa che l’utilità che perdo è uguale a quella che guadagno (=0)

MUx / MUy = - Ay / Ax  geometricamente


“meno la pendenza è uguale al rapporto tra le utilità marginali”
(- Ay /Ax corrisponde alla pendenza  è un valore sempre negativo?)

MRSx,y = MUx / MUy  economicamente


“il saggio marginale di sostituzione è uguale al rapporto tra le utilità marginali)

 Guardando alla pendenza vedo a quanto Y devo rinunciare per una X in più
Ovvero, per avere quell’utilità marginale delle x a quante devo rinunciare
Stiamo ragionando in funzione di concetti non di numeri
Non stiamo scambiando una X per una Y!!!
MA l’utilità di una X, per l’utilità di tot. Y

 Man mano che diminuiscono le Y la loro utilità marginale aumenta


(perché ne ho di meno)
Viceversa,
 Avendo una X in più, la sua utilità marginale diminuisce
FUNZIONE  U = f (x;y)
Ci sono 4 tipi

Cobb – Douglas  è un modo di trasformare le X e Y a nostro godimento


Rispetta tutte le caratteristiche appena viste
Dati 2 beni (alfa e beta > 0 V <= 1)

U = X (^alfa) * Y (^beta)
MUx = du /dy (derivata di y) = alfa * X (^alfa – 1) * y (^beta)
(viceversa per MUY)

MUx è > 0?  Solo se alfa è > 0


Sono anche <= 1  perché altrimenti diventerebbe una funzione esponenziale
(avendo l’esponente > 0), dunque positiva, e dunque crescente

MRS(x,y) = guardare sul libro


BENI PERFETTI SOSTITUTI
Immaginiamo 2 beni reputati dal consumatore perfettamente sostituibili nelle
stesse proporzioni
es. 1 cucchiaino di zucchero, per 2 cucchiaini di miele

 Non dipende dalle quantità in realtà, ma dai margini di utilità che sono uguali
(MUx = MUy),
e dunque il MRS è fisso (es. 2 per 1  0,5)

Graficamente corrispondono a curve di livello tutte parallele (con coefficiente uguale


al valore del MRS (es. 0,5) fascio di rette parallele
X = U – 0,5 Y
U = X + 0,5 Y (isolando U) o anche  U = 2X + 3Y
Poiché l’utilità del miele vale ½ di quella dello zucchero
BENI PERFETTI COMPLEMENTI
Sono beni che vanno presi in proporzione fissa

es. per ogni (1) caffè prendo sempre 2 cucchiaini di zucchero

La differenza con prima è che non mi pongo la domanda “a quanti caffè rinuncio per
avere un cucchiaino di zucchero in più?”, perché senza caffè non me ne faccio niente
dello zucchero

In questo caso non serve niente del Tasso Marginale di Sostituzione (MRS), poiché
non sostituisco niente (in quanto non avrebbe senso)
Dunque, l’utilità non varia mai e ci troviamo sempre sulla stessa curva di livello
L’unico caso per cui aumenta è che aumentano entrambi in proporzione
(es. 2 caffè, 4 zucchero)

 Graficamente corrisponde ad una funzione uguale agli assi cartesiani


(forma a L)

La pendenza non è definita


in quanto corrisponde alla derivata prima, come se fosse un punto angoloso

 Funzione: U = min (2C;Z)


(è 2C (caffè) perché è quello che mi da utilità doppia rispetto allo zucchero (Z)
VINCOLO DI BILANCIO
Ci dice che la spesa del consumatore deve essere minore/uguale al suo reddito
 Pa * A + Pb * B <= I (I = income)

Ho un bene A (Pa) e un bene B (Pb)


V.D.B  Vincolo Di Bilancio
Concetto da rivedere perché sono arrivato in ritardo
B = I / Pb – Pa / Pb * A
(domanda d’esame !!! scrivere il vincolo di bilancio e rappresentarlo graficamente )
(ora il prezzo del ben è cambiato, riscrivere il nuovo vincolo di bilancio)
 Graficamente è une retta che rappresenta l’ipotenusa di un triangolo formato da
essa e i due assi cartesiani
La pendenza del vincolo di bilancio è uguale a  - Px / Py

“il consumatore data l’offerta di mercato e il suo reddito, all’interno di una paniere
(x;y) cosa decide di acquistare, e in quale quantità?”

Concetto di Massimizzazione dell’utilità dato il vincolo


 Graficamente è rappresentato dall’intersezione tra la retta vincolo di bilancio e
la curva di indifferenza più alta

Il rapporto tra le utilità marginali deve essere uguale al rapporto tra i prezzi
MUx / MUy =! Px / Py (impone uguale “pendenza”)

(uguale a dire)
MUx / Px = MUy / Py
“Quanto mi vale in termini di prezzo avere un un’utilità in più”
Dunque, per risolvere il problema di massimizzazione del consumatore:
Metto a sistema:

- MUx / MUy = Px / Py
- Px * X + Py * Y= I
PRINCIPIO DEI MERCATI FINANZIARI
Sappiamo che consumatore e imprese si cambiano beni in cambio di soldi
Il consumatore può decidere sia di spendere più di quel che guadagna, indebitandosi
con le banche, oppure può decidere di non spendere tutto il suo reddito, ma di
tenerlo da parte mettendolo in banca (che a sua volta lo presterà alle imprese)

PROBLEMA
Il consumatore ha 10 $
Individuiamo due periodi: To (oggi) e T1 (futuro)
To = 10  T1 = 10 (1 + R)  quale sarà il valore dei miei 10 $ in futuro, al netto
dei tassi d’interesse

T1 = k  To = K / (1 + R)  attualizzazione del valore futuro

Come e quanto il consumatore decide di spendere oggi rispetto a domani, al netto di


un reddito che varierà di un valore R (tasso d’interesse)?

U (Co, C1) C = consumo (To e T1)


Co + C1 / (1 + R) = Io + I1 / (1 + R) (vedi tutte varie formule da slide e learning)

Mi sta dicendo quanto deciderà di spendere oggi rispetto ad un domani (o viceversa)


al netto di un reddito complessivo calcolato in basa alle sue scelte (ovvero, in base
alla decisione di far fruttare in futuri con tasso d’interesse, o di spendere subito)
Questo appena visto è il problema base
 Ho funzione utilità, rappresento curve di differenza e vincolo di bilancio, calcolo
utilità massimizzandone il valore
Adesso andremo ad analizzare dei casi particolari

Caso particolare 1
Caso per qui i beni del paniere sono molteplici (più di 2)
 Scelta composita dei consumatori
H = metri quadrati di abitazione
Y = valore composito di tutti gli altri beni per cui sono disposto a rinunciare a un H
Non sto a calcolare, ad esempio, quante banane voglio per rinunciare ad 1 metro
quadrato,
ma invece calcolo un valore composto di tutti i beni del paniere, in modo che abbia
la medesima utilità del metro quadrato (H)
U = f (y,h) = Y (^1/3) * H (^1/2)

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