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La classificazione delle lingue neolatine

Nessuna lingua si trova mai in equilibrio perfettamente stabile: anche se non ci fossero fenomeni
estranei (come flussi di adstrati e superstrati), anche se una lingua potesse trovarsi completamente
isolata, comunque subirebbe fenomeni di trasformazioni più o meno rapidi.

La filologia romanza è una disciplina di carattere prevalentemente medioevalistico: il sorgere e


l'affermarsi dell'individualità delle lingue neolatine avvenne infatti in pieno Medioevo. Ma per quanto
possiamo tentare di individuare con sufficiente esattezza le più antiche attestazioni di ciascuna delle
varietà romanze, ci dobbiamo limitare ad esaminare i monumenti scritti che, proprio per il persistere
della tradizione culturale latina in Occidente, sono certo posteriori alla formazione delle stesse varietà
neolatine come lingue familiari e parlare. La ricostruzione dell'aspetto parlato delle singole lingue
neolatine nel periodo delle origini non è talvolta possibile neppure con l'aiuto del metodo storico-
comparativo.

Per il criterio dell'affinità o parentela genealogica si considerano affini o parenti due o più lingue quando
sono la continuazione di una sola lingua più antica. Si è già visto come le lingue neolatine, per la loro
grande somiglianza reciproca e per il fatto che il Latino è una lingua nota e conservata, rappresentano
l'ideale di un gruppo di lingue geneticamente affini e la parentela di alcune di esse fra loro fu già
intravista molti secoli prima che sorgesse la linguistica storica.

Tuttavia vi è differenza tra affermare e dimostrare scientificamente che due o più lingue sono affini
genealogicamente e stabilirne un'esatta classificazione.

Il criterio dell'albero genealogico, troppo semplicistico e meccanico, si venne sostituendo un nuovo


criterio basato sull'osservazione che le innovazioni linguistiche si propagano a guisa di onde. Quindi non
più un tronco da cui partono rami principali che si suddividono in secondari ma vari cerchi che, partendo
da centri diversi, si intersecano fra loro come quelli prodotti da una manciata di sassolini gettata in uno
specchio d'acqua.

Diez distingueva solo sei lingue neolatine:


- Italiano e Rumeno, sezione orientale;
- Portoghese e Spagnolo, sezione occidentale;
- Provenzale e Francese, sezione nord-occidentale.

Lui stabilità questa classificazione su basi filologiche: egli considerò infatti solamente quelle lingue
neolatine che avevano o avevano avuto una tradizione letteraria. Inoltre tenne in scarsa considerazione i
dialetti.

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