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Nessuna lingua si trova mai in equilibrio perfettamente stabile: anche se non ci fossero fenomeni
estranei (come flussi di adstrati e superstrati), anche se una lingua potesse trovarsi completamente
isolata, comunque subirebbe fenomeni di trasformazioni più o meno rapidi.
Per il criterio dell'affinità o parentela genealogica si considerano affini o parenti due o più lingue quando
sono la continuazione di una sola lingua più antica. Si è già visto come le lingue neolatine, per la loro
grande somiglianza reciproca e per il fatto che il Latino è una lingua nota e conservata, rappresentano
l'ideale di un gruppo di lingue geneticamente affini e la parentela di alcune di esse fra loro fu già
intravista molti secoli prima che sorgesse la linguistica storica.
Tuttavia vi è differenza tra affermare e dimostrare scientificamente che due o più lingue sono affini
genealogicamente e stabilirne un'esatta classificazione.
Lui stabilità questa classificazione su basi filologiche: egli considerò infatti solamente quelle lingue
neolatine che avevano o avevano avuto una tradizione letteraria. Inoltre tenne in scarsa considerazione i
dialetti.