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GBPress- Gregorian Biblical Press

Testi geroglifici di Madinet Madi


Author(s): Sergio Donadoni
Source: Orientalia, NOVA SERIES, Vol. 16, No. 3 (1947), pp. 333-352
Published by: GBPress- Gregorian Biblical Press
Stable URL: https://www.jstor.org/stable/43078035
Accessed: 18-12-2018 16:56 UTC

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333

Testi geroglifici di Madinet Madi


Sergio Dona doni - Pisa

Il tempio, dedicato a Renenutet da Amenemhêt III e da Amen-


emhêt IV e che si elevava nell'antica Da (oggi Madinet Madi),
costituisce la più importante scoperta della Missione Archeologica
in Egitto della Università statale di Milano. Una illustrazione delle
vicende dello scavo e una descrizione archeologica del monumento
fu subito fornita dallo scopritore (*) ; ma tale illustrazione, forzata-
mente breve, rimandava ad altra epoca l'edizione completa dei testi,
presentati in una rapida traduzione dello Schott (8). Oggi a scavo
ultimato, siamo nella condizione di offrire la prima edizione, frutto
•di uno studio accurato degli originali fatto negli anni 1938 e 39
quando la loro conservazione era pressoché perfetta. Oggi le ingiurie
del tempo li hanno assai deteriorati. Ma per buona fortuna erano
stati riprodotti fotograficamente ed il controllo è pertanto assicurato.
Tali testi, anche dove siano di un tipo assai regolare e frequente in
epoca posteriore, rappresentano tuttora la più antica serie organica
di iscrizioni templari ritrovate in loco , e costituiscono così un felice
anello di congiunzione fra i resti delle iscrizioni dei templi dell'Antico
Regno (8) e le numerosissime testimonianze delle epoche successive (4).

(*) Primo Rapporto degli scavi condotti dalla Missione Archeologica


d'Egitto della R. Università di Milano nella zona di Madinet Madī - a cura
di A. Vogliano, Milano MCMXXXVI ; Secondo Rapporto degli scavi condotti
dalla Missione Archeologica d'Egitto della R, Università di Milano nella zona
di Madinet Madi - a cura di A. Vogliano, Milano MCMXXXVII; A. Vo-
gliano, Rapporto preliminare della IV campagna di scavo a Madinet Madī,
in Ann, du Serv. des Ant. T. XXXVIII (1938) p. 535-549.
(2) Nel Secondo Rapporto , pp. 17-36. Indichiamo col solo nome dello Schott
questa edizione. Un secondo studio, inedito, di questi testi, è dovuto alla sign.na
Mostný. Anche di quello si è tenuto conto, e si ricorderà ove se ne faccia uso.
(3) Fondamentalmente quelle dei templi solari di Abusir della V din. ;
•cfr. v. Bissing-Borchardt, Das Re-Heiligtum des Königs Ne-woser-Re (Ra-
thures), Berlin 1905.
(4) Da aggiungere naturalmente il padiglione di Sesostri I recentemente rico-
rstruito a Karnak dal Service, di cui si attende la pubblicazione a cura del Lacau.

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334 S. Donadoni

È opportuno notare sub


Amenemhêt III e il figlio
si trovano sulle pareti
in quali occasioni sia sta
metà Ovest del tempio
del padre, tutta quella
tempio, iniziato dal padr
Topera del predecessore c
che gli spettava come a
È da osservare anche
che sarà canonica in fu
in germe i futuri svilup
svolgono dunque su uno
zione. Nella descrizione n
secondo lo schema e le le

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Testi geroglifici di Madinet Madi 335-

A - B

Le due ante offrono due rappresentazioni analoghe di


regali, vestite semplicemente di un pagno sul quale (cons
è il consueto disegno con urei e dalla cintura del quale pe
Un ampio pettorale wiķ copre il petto, e la testa port
sormontata semplicemente da un ureo (*). Le due figure

mano uno scettro 'ļ e uno {*).


In B il testo che sovrastava alla % 5 4 3
immagine regale è completamente ^ £ ļ
scomparso ; esso è conservato solo - - - >
7
parzialmente in A , dove le linee sono I 1
distribuite secondo questo schema :
e, integrate, danno il testo seguente:

<4 [lì re accede al santuario della Renen] utet viva di Da.


la bianca di Nekhen, colei che le]ga gli Archi, la padrona
la signora delle Due Terre. [Il bel dio signore della seren
cuore, il re della Valle e re del Delta, Ny-]maeet~[Ree il figli
Amen-]em-hêt cui fu data la vita e la stabilità sul seggio
unitamente con il suo ka. Come Rec in eterno! Cui fu data la vita
- e il suo cuore è sereno. Come Ree! ".

(l) L'uso delle corone è iimitato in questo complesso - pare - a un-


unico caso (S).
(*) Lo schema della disposizione è di chiara derivazione menfìta: cfr.
ad es. i pilastri della mastaba di Mereruka. La figura in A é restaurata ah an-
tiquo per tutta la parte del grembiale, della mano destra e per parte dello-
scettro a mezzo di una malta di color rosa, frequentemente usata come so-
stanza coesiva nelle parti tolemaiche dell'edificio.

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336 S. Donadoni

Il testo è stato integr


covrano fosse rappresent
-come altrove nel tempio (
Il testo di B doveva es
dovevano essere quelli di
•emhêt III e in luogo di N
il falco di Horo Behedty

C = D

La sala ipostila è sorretta da due colonne papiriformi c


otto fusti di papiro legati insieme, i cui capitelli sono qu
mente scomparsi. I tre fusti che guardano verso l'ingres
tutte e due le colonne una breve iscrizione geroglifica, d
quattro linee verticali divise due a due, destrorse quelle co
della dea, sinistrorse quelle con la titolatura del re. Il testo è i
41 Il bel dio Ny-maeet-Rec; il figli
di Rer Amenemhêt, cui fu data la
vita in eterno, il prediletto dell
Renenutet (2) viva di Da",
Nel testo D la titolatura è cam-
biata in quella di Mace-kheru-Rec
Amenemhêt (IV).
L'abitudine di scrivere il nome
del re sulle colonne risale all' A.
R. (8), e negli esempi di tale epo-
ca come nel nostro caso al nome
del sovrano si affianca quello di
una divinità di cui egli è detto
mry.

(4) Non così lo Schott, p. 2?, che immaginava invece che la linea 2
fosse elemento di una titolatura di Renenutet. A parte il fatto che non c'è posto
per una figura della dea, che si aspetterebbe in tal caso, c'è da notai e che
la linea 1 è destrorsa e le altre sono sinistrorse. È più semplice pensare
che la linea 1 sia il titolo della scena, le altre designino le due figure del
sovrano e della dea sua protettrice. Il titolo dtìu.t psd.wt, frequente per
Nekhbet fin dall'A.R. (cfr. WB. s. v. dmi) assicura l'integrazione.
(2) L'ideogramma è grande quanto basta a occupare tutto lo spazio a
disposizione.
(3) Colonne dell A.R. con nomi di re: di Wenis a Saqqarah : Barsanti,
in Ann. du Serv. des Ant. II (1901) p. 254; di Newoserre a Abusir: Bor-
chardt, in MDOG, Sept. 1902, n° 14.

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Testi geroglifici di Madinet Madi 337

È interessante notare che dal Fayyûm, e in particola


codilopoli proviene una colonna di questo tipo, che ha
a una lunga discussione, e ha arricchito la lista dei re eg
nome che non ha ragione di esistere. L'iscrizione pubbli
lenischeff (*) e poi dal Brugsch (2) porta il nome di un Am
da una parte e dall altra il testo
dove, secondo l'analogia con gli
esempi dell'A. R. e con quelli
del nostro tempio è da vedersi
soltanto una frase che indichi
"mry + nome di un dio" e cioè:
"il prediletto di Sobk di Scedet
10 Horo che è nel cuore di Scedet,
11 padrone della corona wrr.t e
delle due corna, che è entro il
tempio come signore del grande
seggio ", una serie di titoli di
Sobk ben noti(4). Non ci sono
perciò elementi per inserire uno Amenemhêt il cui nome d'Horo sa-
rebbe Hry-ib-ŠdJ fra i re della XII o della XIII din. (5), ma si deve
considerare la colonna di Crocodilopoli come un altro esempio della
serie di colonne di cui le nostre di Madinet Madi fanno parte. La
corona ttf di cui nell'originale è coronato il falco mostra anche chia-
ramente che non si tratta di un nome d'Horo.

(*) Ree. Tr.t II (1889) p. 97-8.


(*) ZAS, XXXI (1893) p. 26.
(3) Il segno è propriamente l'ideogramma di Crocodilopoli quale appare
ad es. nella iscrizione pubblicata dallo Schafer, Von äg. Kunst , Leipzig 1930 s,
3. Anhang (pp. 352-356). Il falco porta sul capo la corona ///.
(4) Cfr. ad es. Petrie, Hawara , Biahmu and Arsinoé, Loudon 1889, pl. Ill :

jļļ (sarcofago di un sacerdote di Sobk, epoça tolemaica) ; e più


nei nostri resti, sotto N.
(*) Su tutta la questione e la relativa bibliografìa cfr. Drioton et Van-
dier, Egypte (Coll. "Clio") p. 315.

Orientalin - 22

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338 S. Donadoni

Sulla parete occidentale dell' ipostila è raffigurata la purificazione


del re (1), in un rettangolo decorato in alto da una serie di hkrw .
Il re è collocato nel centro del quadro, con il solito abbigliamento,
le mani pendenti e la faccia rivolta verso il sacrario. Non pare che
sotto i suoi piedi fosse il bacino. Davanti al re è Sobk la cui testa
di coccodrillo è sormontata da un disco solare fornito di ureo e da

due alte penne. Dietro il re è Anubi, senza corona di sorta, ma co


un ureo che si rizza davanti alle sue orecchie (*). Le due divinità
alzano le braccia a sorreggere sul capo del sovrano due vasi dai qua
cade l'acqua della purificazione, figurata (come di solito) come un
pioggia di .
Le iscrizioni non son conservate che parzialmente. A sinistra,
su Anubi, c'è il nome del dio in una linea verticale:

" Anubi, signore di [ Tj-wr'yl " (3).

Durante la purificazione Anubi pronuncia tre formule, di cui solo


una conservata. Le altre sono facilmente integrabili secondo la serie
degli auguri che si trova normalmente impiegata nel nostro tempio :

(A) Il quadro non è largo per quanto si estende la superfìcie disponibile,


ma si Imita alla parte Nord, verso l'angolo, lasciando un'ampia zona presso
l'entrata sulla quale non sono assolutamente tracce di antiche decorazioni.
(2) La scena è regolare eccetto che per i personaggi. I purificatori um-
ciali del faraone sono Horo e Thoth, qui sostituiti da Sobk e da Anubi.
Il primo certamente assume questa funzione in quanto 4 4 Sobk di Scedet,
lo Horo che è nel cuore di Scedet" (cioè in quanto immaginato come una
forma locale del dio del cielo) ; il secondo forse come sostituto di Seth
(di cui anche Thoth fa le veci : cfr. Kees, Horus und Seth als Götterpaar ,
I, p. 27-29, C. Boylan, Thoth , p. 143-4) perla semplice rassomiglianza esteriore
con questo dio (ma rapporti fra Anubi e Thoth anche in PYR . 796 c). Si
noti l'ureo in fronte ad Anubi, che non mi consta ne sia provvisto altrove,
se si escluda il padiglione di Sesostri I a Karnak, dove appunto Anubi di
nuovo sostituisce Seth nell'ufficio di dio rappresentante del Sud ( Illustrated
London News , 4 giugno 1938).
(3) Integro sui dati forniti dallo Schott, p. 34 che ha letto il ... ryt forse
preceduto dal tracce dell'uccello wr. Ora tali tracce sono scomparse. Per
il titolo nb ti wryt cfr. ad es. L.D. II, 112 d.

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Testi geroglifici di Madinet Madi 339

(2) ^ ļ- . - ' o X "I " Si dicono le pa[role:


- [ J j L "w ^3* T A J ^ io t'ho dato(')] tutta [
e la ventura (?)] In eterno !
(3) ^ I - . - ļ A/WWW ļ - g - I 4 Si dicono le pa[role
1 ili * 1 LA J ļ LÏÏ ļ g ^ io ťho Cdat°] tutta
1 * 1 = bilità (?)] In eterno !
(4) ^

n= n
n In ^ I n ļl
eterno!". I Jļ ^ t

Le alte penne sulla testa di Sobk o


diverso che nella metà sinistra, e l'iscri
orizzontale :

(5) r^-|Ar *
L ® J "" L *

Delle formule che pronuncia Sobk tutto è perduto. Lo


disposizione è solo di due righe, e non di tre come per An
Oltre alle formule consuete Sobk e Anubi pronunciano cia
una frase, ripetuta sotto le braccia levate delle due divinità :

t6,Vai<iau*=i£f!
"Si dicono le parole: "Tu sei purificato, è purificato il tuo fca con
questa acqua di vita

Il centro del quadro, occupato dalla figura del re, ne porta la


titolatura, assai lacunosa. È facile completare

L ^ J v /vwwvA
<9)r^r^ni
_ J

cl0)¿t (1,,[CEE3J]
" [Il re della Valle e Re del Delta, signore del compiere il rito
Ny-[macet] Rec; il figlio di Re3 della sua came, [Amenemhêt]

(A) Cerco con questa traduzione di. rendere la forma sdm.n.f con valore
di presente rituale, rendendo così il presente perfettivo di tal caso.

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340 S. Donadoni

Sopra la titolatura rest


si debba riempire. In ce
voltoio di Nekhbet vola
tracce della titolatura della dea.
A fianco della scena, ma fuori di essa, è un'ultima colonna ver-
ticale (â).

[I

" [Il r]e in persona entra (*)


Anubi] è puro il re

duta ci sarà stato un paragone con Sobk.

La scena, quasi del tutto scomparsa, rappresentava l'avviarsi


del sovrano al sacrario. In alto a sinistra si ha la titolatura di Anubi,
in centro quella del re, a destra quella di Sobk. Tanto basta per ga-
rantire il parallelismo assai stretto fra la nostra scena e altre di altri
templi egiziani (4).
I testi, anch'essi assai mal conservati, possono esser ricostruiti
con una certa sicurezza. Su Anubi sono due formule augurali, quindi
il suo nome:

(4) Lo Schott, p. 34, lo considera il titolo della scena a sinistra che


non fu mai scolpita. Può forse meglio essere riferito però alla scena di cui
ci occupiamo.
(*) tyP(w) (pseudopart.) "tramonta" è il verbo opposto a h'i "sorgere"
del sole, e "levarsi", "uscire" del re.
(3) Le tracce di ht-nļr proposte dubitosamente dallo Schott, p. 35 pos-
sono considerarsi sicure.
(4) Vedi un esempio di Karnak in L. D. IV. 2 dove anche la scena
dell'ingresso al tempio segue immediatamente quella della purificazione.
Un frammento di rilievo da Medamûd (cfr. Clére, Médamoud, 1927, pl. IV)
è fondamentalmente analogo al nostro.

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Testi geroglifici di Madinet Madi 341

lìVlL£U^lì ¿,22,21
l2)[inlA = I[>^>2]
<3>[ 1 lãb ^[íTi i 1 1 ® A fi 21
"[Si dicono le parole]: (Ecco), io t'ho dato tutta la vita e la ven-
tura [tutta la stabilità (?), tutta la serenità del cuore. In eterno !].
" [Si dicono le parole] : (Ecco), io t'ho dato tutte le pianure e [tutte
le montagne. In eterno!].
" [A]nubi signore di 'Ti-wryL Voglia esso dare tutta la vita e la
ventura. In eterno !].

Iscrizioni analoghe coprono la parete in relazione con Sobk;

(VA=fi-[fl^5Sl]
'Ia Z "1 „ 9 "1
I Mi ¡ Illa ^

(6)si2S[k?l*
" Si dicono le parole : " (Ecco)
tura, [tutta la stabilità, tutt
" Si dicono le parole : (Ecco), i
offerta. In eterno ! ".

" Sobk di Scedet [lo Horo che è nel cuore di Scedet. Voglia esso
dare tutta la vita e la ventura. In eterno !].

Sul re è scritto il " grande nome " per intiero: cinque elementi a
partire da destra verso sinistra. Purtroppo restano soltanto gli elementi

generici della titolatura

nomi stessi sono del tutto cancellati. Si può immaginare fossero quelli
di Amenemhêt III (A).

(A) È probabile che vicino al protocollo del re vi fossero formule augu-


rali del tipo consueto : di 'tth ... mi R ' di . Non se ne vede comunque più
alcuna traccia.

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342 S. Donadoni

Secondo uno schema ch


è del resto già tradiziona
la figura di Wadet o di
monta la scena sia Nek
ferine su un cesto depo
Nord o del Sud. Qui è Wadet, della cui titolatura resta visibile solo

una parte: ^ ^ • - • • • " Wadet di Pe e di Dep...


Sul nome del re è raffigurata Nekhbet avvoltoio» ad ali spiegate. Al

di sopra è scolpita la leggenda : ^ ^ J ^ Î ® ^ A P C"¥"


" Nekhbet la bianca di Nelhen, la signora del cielo. Voglia essa dare
la vita... (*).
L'ultima iscrizione è quella che spiega il senso della scena, ed
è disposta su una linea verticale fra lo scettro di Sobk e la riquadra-

" Il re accede al santuario [della Renenutet vive di Da] " (3).

Q = H

Il portale del sacrario è assai ben conservato nelle


un po' meno nelle rappresentazioni. Nello stipite Ovest
tato Amenemhêt III che abbraccia Renenutet, con cor
testa di cobra; in quello Est invece Amenemhêt IV co
gesto nei riguardi di Sobk. Le due scene sono rispett
montate Tuna dalla figura di Nekhbet, l'altra da quella di Horo
Behedty. La scena dell'abbraccio costituisce il saluto delle divinità
ai due sovrani allorché questi entrano nel tempio.

(*) Il più antico esempio credo sia in v. Bissing-Kees, Re-Heiligtum


des Newoserre, III, Taf. 22.
(2) Si può completare in due modi : o continuando l'elenco di quanto
si vuole che la dea offra al re, o pensando una iscrizione uguale, che co-
minci al capo opposto e in direzione opposta, di eguale tenore e eh« termini
con lo come segno comune. Per casi di iscrizioni affrontate di eguale
contenuto in quest'epoca si può citare il portale del padiglione di Sesostri
a Karnak.

(d) Integro sul modello del testo, strettamente parallelo per 1 inizio e p
la collocazione, nella scena di Medamûd (Clére, Médamoud, 1927, pl. I).

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Testi geroglifici di Madinet Madi 343

Le iscrizioni di G sono: ļ J @ ==* 11 N


la bianca di Nekhen, signora del cielo, padrona delle Du

<2)ìf^g( COCOES
<4)A^2 l5, = ^[:]á"Ť¥7i4'^
" Il re della Valle e re del Delta, signore del compiere il rito (4),
Ny-macet-Ree [Il figlio di Rec Amen]emhêt, cui fu data la vita in
eterno, il prediletto della Renenu[tet] (*) viva di Da ".

Le iscrizioni di H analogamente dicono: @ Î Ť P


* -S- " Behedty, il grande iddio variegato di piuma. Voglia esso
dare la vita ! (3).

¿ « 2 2 [@1B [CEJES

" Il re della Valle e re del Delta, signore del compiere il rito


Kheru-fRe*] ; Il figlio di Rec [Amenļemhēt, cui fu data la vita in et
il prediletto di Sobk di Scedet, lo Horo che è nel cuore di S

(A) Si noti, in questo testo e nel corrispondente, questa aggiu


titolo nsw-òit, che in genere è in parallelismo con l'aggiunta n hf.f
di sì R ' Queste aggiunte al formulario antico risalgono all'inizio dell
din. e consolideranno probabilmente un uso nato nel Primo Periodo Inter-
mediario. Esse accentuano la garanzia di legittimità del sovrano. La seconda
è costruita sullo schema della formula sì nzw n ht.f frequente nelle necro-
poli regali menfite (cfr. Urk. I passim) e mostra che la teogamia è concepita
come il modo normale e regolare di nascita di ogni re (cfr. a questo pro-
posito Vandier, La religion ég., coli. "Mana", p. 131). L'altra formula
(nò ir.t hi) deve avere un analogo significato, e va intesa "colui che ha il
diritto di compiere il rito " - cioè è il suggello della legittimità regia in
quanto connessa automaticamente con l'attività sacerdotale (Si ricordi la stele
di Piankhi, nella quale si narra come l'Etiope, per sottolineare la sua legit-
timità, celebra il servizio divino nei principali santuari dell'Egitto). Per questo
valore pregante di nò, confronta le formule nò mrwt, nò snd.
(2) Il geroglifico propriamente raffigura una doona con testa di cobra
e uno -V" sulle ginocchia.
(3) Questo di.f spezza lo strettissimo parallelismo. Cfr. a questo propo-
sito un'osservazione dello Schafer, nella sua Kunstgeschichte Ägyptens nella
Propyläen -Kunstgeschichte, p. 36 che nota che in Egitto la simmetria non è
mai portata al rigore matematico.

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344 S. Donadoni

L'architrave esterno della porta è ben conservato nella parte in-


feriore, infranto in quella superiore. A partire dal centro si hanno
due scene simmetriche. Renenutet (il corpo ne è di donna - la testa
sarà stata di cobra) piega un braccio per alzare verso il sovrano

uno ^ . Nell'altra mano essa sostiene uno . Segue una figura di


Sobk nella stessa posizione della dea; solo che alla costola di palma

è sospeso il segno PJ1 . Da Sobk il sovrano prende lo j" e un maz-


zetto di tre cn&. Dietro di lui è confitto a terra un piolo munito di
braccia, delle quali Tuna sostiene una penna e uno šn> l'altra un'in-
segna che termina in alto con un busto regio. Sul piolo è infisso il
geroglifico del ü , che fra le braccia contiene il nome del re in un
cartiglio sormontato da due penne (4).
Sopra la rappresentazione del Ka del re ci sono i resti di una

leggenda, ® [ ļ ^ "V f ] (Bl ~ A J n : k"


te del re] che è dinanzi al Palazzo " (*). Sopra la figura del re ci sono
le tracce di due cartigli, certo quelli di Amenemhêt III nella metà
Ovest, di Amenemhêt IV in quella Est.
Su Sobk, a Est, abbiamo due segni : un û e un Si legga,

con tutta probabilità: ^ ^ ^ ļj[ļ*J: ["Sobk


di Sced]et, [lo Horo che è nel cuore di Scedet]
Sopra la dea va analogamente immaginata una iscrizione:

(4) [ = 1 2 ] va (5) Ďř- T i @] : " [La ^1""" viva


di Da]".
Renenutet pronuncia una breve formula augurale; essa è priva
di elementi introduttivi, e, come di regola in tal caso, sta scritta

sotto le braccia della divinità: ^ 1^ 'ļ "(Ecco), io t'ho


dato tutta la vita e la ventura

(*) Nel tempio tutte le altre rappresentazioni del ka portano il nome


di Horo e non quelle di sj R e.
(2) Su questa formula cfr. Kees in Rec. Tr. XXXVI p. 1 sqq. Questo
sarebbe il più antico esempio.

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Testi geroglifici di Madinet Madi 345»

Della scena a destra della porta per chi entri non restano che
vaghissime tracce, poiché la parete è stata profondamente scortecciata.
Tracce di una titolatura regale al centro (pare che si trattasse anche
qui, come nel lato opposto, del " grande nome ") e le orecchie di
Anubi con l'ureo, a sinistra, fanno pensare che la scena fosse in stretto«
parallelismo con quella in F. Forse si trattava dell'uscita dal tempio.

La parete Est della ipostila è un po' meglio conservata. Essa


è divisa in due quadri, il primo dei quali (K), rappresenta la ceri-
monia di fondazione del tempio: il re e la dea Sefkhet-Cabui pian-
tano a terra i picchetti a limitare la pianta del futuro edificio. Questa,
che è la prima delle numerose cerimonie della fondazione, è anche
Tunica che sia qui rappresentata (*). Essa d'altronde può anche da
sola simboleggiarle tutte: cosi gli strumenti in miniatura di un de-
posito di Thutmosi III, divisi attualmente fra il Cairo e Leida, portano
come designazione generica del rito di fondazione proprio il pd šs
che è il titolo del rito rappresentato proprio nel nostro caso (*).
Le iscrizioni hanno sofferto assai più che non le figure. Una linea
è dietro il re, proprio sul bordo del quadro. Si leggono solo i segni
sulla scorta dei quali e dei testi di R e di U si può vedere un resto

della (rase : [ g (ffi| Q |J Ý>] 'W


esìste colui che è dinanzi ai ka di] tutti [i viventi, e ogni cuore è
sereno] ".
Sopra il re è scomparsa la titolatura. È restata però, davanti,
una parte della rappresentazione di Nekhbet sulla pianta del Sud,

(A) Dal rito si parla già nella Pietra di Palermo. NelTA.R. lo troviamo
figurato ad Abusir nel tempio di Ny-woser-Ree (cfr. v. Bissing, Re-Heiligtum
des Ne-Woser-Re' t II, Taf. I ; un ricco commentario in v. Bissing-Kees,
Unters, zu den Reliefs aus dem Re-Heilg. des Rathures, München 1922,
p. 4 sqq.). Le rappresentazioni continuano a trovarsi fino alla bassa epoca,
mantenendo il consueto carattere arcaico (notato dallo Jequier, Archéologie
égyptienne , p. 35). Vari testi di fondazione, spesso assai sviluppati, sono stati
raccolti dal Brugsch, Thesaurus , p. 1263-1290.
(2) Brugsch, Thes. 1298.

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346 S. Donadoni

stilizzata in una esile rig


due racemi come nella p
del ērķ del nome d'Hor
Potrebbe trattarsi tanto
mente la fondazione del
in genere sulle pareti Es
Si possono immaginare
parsi : in alto, su Horo B
re la titolatura del re stesso. Sulle tracce è facile ricostruire l'iscrizio-

ne presso Nekhebet: " [Nekhbet la


bianca di Nekhen]. Voglia essa dare la vita e
n
non resta che il nome: 11 " Sefkhet-Cabui M. Fra il re e la
dea, o piuttosto fra i due picchetti che il re e la dea conficcano nel suolo

■Í il mol» del quadro : (3) T ^1 S [ = 1 Ī oõÓlk


^ ^ : " Tendere la fune nel santuario [di Re-
nenuteti1); offrire un uccello per compiere il "cui è data la vita "](*).
Oltre che al tendere la fune, si allude qui al sacrificio propizia-
torio : nei depositi di fondazione è frequente trovare ossa di vittime.

A destra di questo quadro c'erano altre due figurazioni su due


registri. Del registro in alto è visibile solo la parte inferiore, di quello
in basso solo la superiore. 11 primo mostra due gambe che cammi-
nano verso il tempio, e la parte inferiore di uno scettro w?s. Davanti
è il prenome di Amenemhêt III, Ny-macet-Ree. Nel secondo registro
appare il segno del cielo, sotto il quale è una figura di sovrano. La

leggenda«: ^ [MI]* [ - ] > ^ Ý ° [ T I


© ^ ^ 3 ' ' ^oro ' manifestano le manifestazioni " [il pre-

(£) Del nome di Renenutet qualche traccia è visibile, così come del det.
di hnk.

(2) Forse si allude a quella specie di scambio per cui il re dà il tempio


<o, altrove, fa un sacrificio) alla divinità, che gli dà come compenso la
<vita etc.

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Testi geroglifici di Madinet Madi 347

diletto della Renun]utet viva [di Da] Troppo poco per potere
con sicurezza spiegare il senso della scena ( 1 ).

M = N

Gli stipiti della porta, nella zona più vicina all'esterno,


nel corridoio due parti lievemente sporgenti e convesse, su
due iscrizioni su una sola linea verticale ciascuna. L'iscrizion

if

e re del Delta, Mace-kheru-Rec, il diletto di Sobk di Scedet, [lo Horo]


che è nel cuore di Scedet, signore della corona wrr.t, e delle due
corna, [che è nel cuore del Palazzo come] signore del grande seggio,
[cui fu data la vita] (2).
L'analoga iscrizione dello stipite Est (N) è la seguente:

l*^7 I
re della Valle e re del Delta Maee-

kheru-Ree, il diletto di Sobk di Scedet, lo Horo che è nel cuore di


Scedet, signore della magnificenza, grande di aspetto (8) e di imma-
gine ( km* ) per la corona (. sšd )(4) e le due piume, cui fu data la vita

(4) Lo Schott, p. 23 si chiede se le due figure non rappresentino le statue


dei due re, e non facciano ancora parte del quadro della fondazione.
(2) Sono le formule di cui si è trovato un esempio nella colonna di Cro-
codilopoli, cfr. n. 4, a pag. 337.
(3) La formula 's-sft, secondo WB. IV. 458, 29 non sarebbe applicata
ai nomi divini che a partire dalla XVIII din. È però nota nel M.R. come attri-
buto dei nomarchi. Che sia qui attribuita a Sobk come dio dei nomo?
(4) L attributo non mi risulta noto per Sobk (cfr. Kuentz, Mon. du culte
de Sobk in BIFAO, XXVIII (1929) p. 113 sqq.; Roeder in Roscher, Lex . der
Myth . s. v.). Nel manoscritto in cuoio di Berlino (ZÃS, XXIV, (1874) p. 89)
scritto alla fine della XVIII din. ma risalente a un archetipo della XII si ha

la frase m sšd ( 0 ) šwty come nel nostro caso. Sšd è propria-


mente (WB. IV. 301, 5-10) un Kopfschmuck, bes. als Binde mit zwei Fe-
dern (der Götter und des Königs) Nella Stele di Kuban, 1. 8 esso ha un
determinativo che consta di un segno circolare con un nodo dietro e un ureo

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348 S. Donadoni

Le due iscrizioni present


esse si riferiscono entrambe ad Amenemhêt IV anzi che alternare il
suo nome con quello del padre. Poi, ambedue parlano di Sobk, e non
si fa parola di Renenutet come ovunque altrove nel tempio. Il nome

stesso di Sobk è scritto anziché ļšgļ come normalmente, la


non porta il determinativo @ è scritto senza lo .
Tali deviazioni dalle consuetudini fanno pensare che le due iscrizioni
siano state aggiunte in un secondo tempo, probabilmente durante ili
regno di Amenemhêt IV stesso (4).

Sulla parete Ovest del portale fra ripostila e il sacrario che re-
stava scoperta quando la porta era aperta ed aderente al muro, è una
scena che rappresenta Amenemhêt IV e la famiglia, che entrano nel
tempio per la consacrazione del medesimo. Il titolo della scena è il
-

seguente : (1) =ļ= ^ ^ - ^ [1]

Stow ^ " Il re i
Dare la casa al su

davanti; è, insomm
Orfèvreries (Cat. Gén. Mus. Caire) II, pl. XXXVIII cui appunto sono con-
nesse due alte piume.
(l) Lo Schott è alquanto sommario e inesatto nella descrizione di questi
due testi. Le anomalie non sono invece sfuggite alla Mostný, che suppone
che le iscrizioni vadano abbassate alla XVIII din. o dopo, rifacendosi all'uso
'j-s/t (cfr. n. 3 p. 347). Pensare che un sovrano posteriore aggiungesse una epi-
grafe senza fare il suo nome è di per sè difficile ; e se proprio avesse voluto
compiere un tal gesto di pieià verso un predecessore l'avrebbe compiuto in
onore di Amenemhêt III, un sovrano di leggendaria grandezza (anche Isi-
doro, nel IV inno, parla di Porramanres : cfr. Primo Rapporto , p. 50) e non
del successore troppo meno illustre. Proprio la presenza esclusiva del nome
di Amenemhêt IV è quella che fa pensare che a lui si debba questa poste-
riore aggiunta.
(2) La frase " dare la casa al suo signore " è frase fatta per le cerimonie
/WVWVA

l_ _ ] ;
ma si ritrova fino in bassa epoca.

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Testi geroglifici di Madinet Madi 349

Dietro il sovrano è il suo nome, e quindi un breve testo


dazione:

<2) k(,) ffiEHM


(4tEŒEEZn (5)aťS®£2
C^r- »- A MMM

A£^^1Q[¡T=] (8,?ir^
ìf Œ53:"A^2]
" Lo Horo " Si-manifestano-le-manifestazioni " ē, il re della Valle e re
del Delta, signore del compiere il rito, Maee-kheru-Ree ; il figlio di
Ree della sua carne, [Amenemhêt] (2), cui fu data la vita. Come Ree
in eterno ! Egli costruì (3) come suo monumento alla Renenutet viva
[di Da]. Sue parole : " Dare la casa al suo signore, in ispecie di un

(*) Il falco è coronato con le due corone regali dell'Alto e Basso Egitto.
(8) Qui come altrove la distruzione voluta del nome risale sicuramente
alla persecuzione amarniana.
(3) fri in senso assoluto, come non è di regola in questa formula ben nota.
Ma altri esempi si possono citare : così 1' iscrizione di una statua votiva consacra-
ta da Sesostri I al suo avo Antef-aea (Legrain, Rec. Tr. XXII (1900) p. 64 =

Statues et Statuettes, I, p. 4-5 e Pl. III, n° 42005: if C®!ūj


si I*"1"1"1"1"11) /WVSA"S <=^> n
/vww r' a n A d <^=> ; il frammento di un monu-
^ o Q w H se-
mento votivo dedicato a Neb-kheru-Re* Mentuhotpe da un re sconosciuto
t I I I I I /VVWNA^

(Legrain, Ann . Serv. V, 1904, p. 135): ' etc. ÖOÖ /VVWNA^ ^

TIìiG^ED etc. ; cfr. anche Amélineau, Les Nouvelles


fouilles ďAbydos , 1896, p. 12-13 (= Gauthier, Livre des Rois , p. 245: Mus.

Cairo Journal d'entrée 32019 - Cat. gén. 23005) : . -*^1


S

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350 S. Donadoni

tempio [bello (4) e pe


del Delta Ny-maeet-R
Si è vista, in questa
tempio, iniziato da Am
dietro una diretta disp
o simili (*). Se ne ha
("secondo l'ordine de
intendere che il figlio
anche ài padre, che -
Dietro il re erano rap
quali solo la regina è c

linee, Tuna orizzon

^ I Î C=^D 1 C
la madre regale Khnumet-Nefret-Hedet-Hetepti... " Il nome
regina è formato su uno schema frequente nei nomi teofori, in
in luogo del nome della divinità è sostituito quello della mogl
Sesostri II (4).
P = Q

Le iscrizioni sugli stipiti all'interno della porta sono assai


conservate: solo il nome di è stato cancellato, certo in
epoca amarniana. L'iscrizione in P, in due righe verticali, suona:

(1) i* S CSD i t ŒE52D


Bi®i2(2,=Kirf s ZiMun
'ļ ^37 p Jļ A ü ^ " Il re della Valle e re del Delta, signore
del compiere il rito, Ny-macet-Rec, il figlio di Ree della sua carne
[Amenemhêt], cui fu data vita, stabilità, ventura, come Re3 in eterno ;
il prediletto della Renenutet viva di Da. Voglia essa dare tutta la
vita e la ventura, tutta la salute e la serenità di cuore. In eterno! ".

(4) Integro secondo un formulario del tipo di quello di Urk. IV. 297
o di Mariette, Abydos I, 19 d.
(2) Così Schott, p. 26-27 e Mostný.
(3) Soltanto tracce di hn.t O.wy.
(4) Su cui cfr. Drioton, in Ann. Serv . des Ant . XLIV (1945) p. 4.

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Testi geroglifici di Madinet Madi 351'

L'iscrizione di Q, anch'essa in due righe verticali, è d


analoga, mutato il nome del sovrano e quello della divinità :

(,) ÌS 2 2 Œ3H Î Ē ŒQ3D:


AfBWl <2)»22^l 'MUfë
^ 'ļ ^37 ^ Ü ^ " II re della Valle e re del Delta, signore del
compiere il rito Maee-Kheru-Rec, il figlio di Ree della sua carne,.
[Amenemhêt], cui fu data vita, stabilità, ventura, come Ree in eterno;,
il prediletto di Sobk di Scedet, lo Horo che è nel cuore di Scedet..
Voglia esso dare tutta la vita e la ventura, tutta la salute e tutta la.
serenità di cuore. In eterno !

L'architrave interno della porta ha (come l'esterno) due rappre-


sentazioni simmetriche: a Ovest Amenemhêt III offre incenso a Re-
nenutet, a Est Amenemhêt IV spezza il pane per Sobk. Le figure-
divine sono al centro, Renenu tet volta a Ovest, Sobk a Est, e quelle
dei due re ai due margini della rappresentazione, volte in senso con-
trario. Tra le figure dei sovrani e quelle delle divinità sono due ta-
vole d'offerta a quattro ripiani (*). Dietro gli Dei sono i loro nomi,
scritti su due colonne proprio al centro; sulle figure dei re sono-
segnati i prenomi con vari titoli e formule, e dietro di loro si ripete
una corta leggenda, eguale per entrambi.
La scena a Ovest dà, dietro la figura della dea : W

wM jļ ^ a n p ^ " [La Renenutet] viva di Da. Voglia.


essa dare la vita. In eterno! ". La titolatura del sovrano è scomparsa,
ma può facilmente essere restituita come analoga a quella della metà

Est. Dietro il re figura una breve formula (•): .

(4) O quattro tavole rappresentate Puna sull'altra, o una tavola il cu


contenuto è figurato su quattro registri.
(*) Cfr. Clére, Médamoud, 1927, p. 125. Per un esempio più antico - m
frammentario - della formula cfr. v. Bissing, Das Re-Heiligt. des Ne-wose
Re' III, Taf. 26.

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.352 S. Donadoni

jļ- ļ ^ ^37 ^ ^ " [Egl


di tutti i viventi; ed og

il titolo del quadro:

L'altra metà del qu

M "[Sobk diScededoHoro]
che è nel cuore di Scedet. Voglia esso dare tutta la vita e tu
salute. In eterno!". Sul re è riportata la sua titolatura: ^

S 2 (6)(l®l^,l£) (7) A Ť 2 : " 11 re del" V


e re del Delta, il signore del compiere il rito Maee-kheru-[Re
fu data la vita in eterno ". Dietro il sovrano è ripetuta la fo

che figura all'altra estremità del quadro: [jjjjjjjj] LJ

^ ^ " [Egli esiste] colui che è dinanzi ai ka di


i viventi, ed ogni cuore è sereno ". Il titolo del quadro, post

la figura del re e quella del dio, è: O p <^> ^ ^ ô : " Spe


il pan bianco".
( Continua)

(4) Il senso della formula è che il re provvede ai kaw di tutto il suo


^popolo, che da questa cura acquista serenità e confidenza.

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