Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Margarete Bieber
Fonte: American Journal of Archaeology , gennaio - marzo 1945, Vol. 49, No. 1
(gennaio - marzo 1945), pp. 25-34
Pubblicato da: Archaeological Institute of America
URL stabile: https://www.jstor.org/stable/499937
RIFERIMENTI
I riferimenti sono disponibili su JSTOR per questo
articolo:
https://www.jstor.org/stable/499937?seq=1&cid=pdf-
reference#references_tab_contents
Potrebbe essere necessario effettuare il login a JSTOR per accedere ai riferimenti
collegati.
JSTOR è un servizio senza scopo di lucro che aiuta studiosi, ricercatori e studenti a scoprire, utilizzare e sfruttare
un'ampia gamma di contenuti in un archivio digitale affidabile. Utilizziamo la tecnologia e gli strumenti informatici per
aumentare la produttività e facilitare nuove forme di studio. Per ulteriori informazioni su JSTOR, contattare
support@jstor.org.
L'utilizzo dell'archivio JSTOR implica l'accettazione dei termini e delle condizioni d'uso, disponibili all'indirizzo
https://about.jstor.org/terms.
L'ISTITUTO ARCHEOLOGICO
D'AMERICA
nella mano sinistra. (d) Ritiene che l'abito della figura sul bordo sinistro della gemma sia
sbagliato. Si tratta comunque di un paludamenlum in stile tardo-romano.'°
Una gemma della collezione Evans, recentemente acquisita dal Metropolitan
Museum of Art, ha gettato nuova luce sui problemi di falsificazione e interpretazione
(fig. 4)". Gisela Richter è molto cauta nell'interpretare le figure che circondano
l'imperatore. Qui sono ridotte a quattro. La Vittoria dietro l'imperatore e le due
figure che guidano i cavalli si ripetono su tutti e quattro i cammei. L'Amor che si
libra sopra i cavalli e insieme alla Vittoria regge la corona d'oro sulla testa del
trionfatore compare anche sul cammeo di Hawkins, secondo le descrizioni. Amor,
figlio di Venere Vietrix, è anche associato a Vittoria su monete del IV secolo (figg.
5-6)", aiutando Vittoria a reggere uno scudo. Nella gemma di Evans mancano le due
figure più esterne e i fasci, che le altre tre hanno; anche la tabufa ansata e lo
stendardo (chiamato fabaritm nelle pubblicazioni) del cammeo di Biehler (fig. 2).
Tutti e quattro i cammei si assomigliano abbastanza da rendere probabile una fonte
comune. Ma non sono abbastanza simili da rendere questa fonte il disegno di Bellori.
Sono dell'opinione che i cammei siano stati lavorati nel IV secolo direttamente
dall'Arco di Tito, quando il rilievo era in condizioni migliori di quelle attuali. Lungi
dall'essere interpolazioni, gli attributi delle mani (cartiglio e rami) possono essere
utilizzati per ricostruire le parti ora mancanti nel rilievo flavio. Il cammeo di Evans a
New York è stato esaminato da esperti come Gisela Richter e Harl Lehmann.
Concordo con loro che non c'è la minima ragione per sospettare che questo cammeo
sia di origine settecentesca. Questo potrebbe contribuire a riscattare gli altri tre
cammei, e sarebbe auspicabile trovare queste pietre in
Austria, Inghilterra e Stati Uniti per una nuova indagine. Forse potremmo anche
attribuire l'Amor dei cammei di Evans e Hawkins all'Arco Flavio, perché sopra la mano
destra dell'imperatore c'è un grande puntello quadrato attaccato allo sfondo (fig. 1), che
potrebbe essere stato usato per il corpo della figura in bilico, mentre due supporti più
piccoli vicino alla mano potrebbero essere stati usati per una gamba di Amor e per un
ramo nella mano di Tito. Possiamo anche ripristinare le cinghie laterali delle redini nelle
mani delle figure affiancate, come indicato nei cammei, mentre le redini principali sono
attaccate alla macchina.
Queste figure che guidano i cavalli del trionfatore sono state identificate da Pur- gold
nel 1868 come Honos e Virtus militare Honor e I'alorq13Non c'è dubbio che avesse
ragione e che questa spiegazione debba essere data anche a figure analoghe in
molti altri monumenti dell'arte romana. Molte monete con l'iscrizione I'irtus Augusti
dimostrano che lo spirito marziale dell'imperatore era personificato nelle vesti di
• Petersen, Ara Patil Augustas, figg. 1, 10, 13, 21, 28; pl. v, figg. 28, S9, 40; pl. vi, figg. 16, 26, 27, °43. '°
Cfr. Lillian Wilson, L'abbigliamento dei romani, pp. 100 e ss.
" Sir Arthur Evans, Greek and Greco-Roman Oems, 1938 (stampa privata), p. 29, n. 148; Gisela FI. A.
Richter, Ancient Cter /rom f/te F>mans and Deatty Collection s. The Metropolitan Museum of Art, 1942, p.
54. Cfr. la mia recensione in AIA. xlviii, 1944, p. ll2 s.
" Fig. 5 da una moneta d'oro di Costantino i il Grande (306-337 d.C.) nella collezione di Edward Gans,
New York, N 1120, (Cohen, vii, p. 617), qui pubblicata per sua gentile concessione. Fig. 6, medaglione
d'oro di Valentiniano I (S64-375 d.C.), da Gnecchi, Medaglioni Romani i, pl. 14, fig. 7; cfr. G.
p. 35.
Purgold, Archaeologisehe Bemerkungen zu Claudian und Sidonius, 1868, pp. 30 s. Accettato l'y
lYissowa in Roscher, ZeziKoii 'fer M ytholagi.e vi, s.v. t "irtus, pp. 344 lt.
Correggere. 5. - VICTORIx xxv AMOR. GorDEx Con o CONsTANTINO I, 'IL Fio. 6.- VicTORIx E AMOR. GoLnEx ñIEDALLION O VALEN- GBEAT,
COLLECTION E DWAB Gx s, NEw YORK TINIANO I, PxRIS
un'Amazzone in abito militare, con una corta tunica che lascia libero il petto destro,
un elmo in testa, alti stivali ai piedi, in una mano una lancia e nell'altra un pugnale,
con una cintura, il parazonium (figg. 7-8).In questa stessa veste appare su altari in
Africa, Gallia e Germania, con l'iscrizione Deae Virtuti (fig. 9),* e su sarcofagi, sui
quali sono rappresentati importanti romani a caccia di leoni.'- Sulle monete di
Commodo, l'imperatore è raffigurato mentre combatte contro un leone o una
pantera, e l'iscrizione Virtus Aug.
indica che questa personificazione
esprime lo spirito virile del
cacciatore".
Sulle monete di Galba, Vitellio,
Vespasiano, Antonino Pio e Marco
Aurelio, Virtus sta di fronte a
Honos, con le iscrizioni Honos e
Yirtus (fig. 10). Pio e
Marco Aurelio, la Virtus si trova di
fronte a Honos, con le iscrizioni
Honos e Yirtus (fig. 10). Honos
appare con lo scrutinio proprio come
sull'Arco di Tito e sui cammei.
Tiene l'eornucopia nella mano
sinistra. Non sorprende che queste
figure siano state identificate come
Genius Populi Romani, perché non
c'è dubbio che il Genius, proprio
come Honos, appaia spesso con
un'altra persona. con
lo stesso drappeggio e lo stesso FIG. 11. -DONOI. MONETA DI ANTONINO Spille,
cornucopia."- Honos, così come Bsi ii Musea
CI. sulle monete di Virtus: Gnecchi, "Le Personificazioni allegoriche sulle monete imperiali" in
Ri". Jfnfionn di Nunriimeticn 18, 1905, pp. 349 s., 354-359, 387 8., p1. XIv; cfr. id., Medaglioni Romani i,
p. 54, no. 30, pl. 27, 7, aureo di Gallieno con Virtus e Victoria. Elenco dei tipi in H. Mattingly,
A ta!alogue oj' Coins of the Roman Empire in ffe British Museum i, p. 422; ii, p. 452; iii, p. 597; iv,
p. 896. Fig. 7, moneta di Domiziano (81-96 d.C.) iS da Mattingly, op. Nt. ii, pl. 77, fig. 8; cfr. p. 390; fig. 8,
moneta di Antonino Pio (138-161 d.C.), ibiò. iv, pl. 46, fig. 17; cfr. p. 318, n. 1917. Cfr. moneta di
Domiziano, Mattingly-Sydenham, 2'6e Roman Imperinf Cottage ii, p. 206, pl. vIi, fig. 106; di Marco
Aurelio, iòid. iii, p. 176, pi. vII, fig. 1fl6.
La Fig. 9 proviene da un altare ritrovato a Colonia, oggi conservato nel Museo di Darmstadt.
Crermoziiii Romana, Bilderatlas, herausg. v.d. Riimisch-Germanischen Kommission des Deutschen
arch. Inst., sec. ed., iv, pi. xvi, 3. Cfr. Koepp, pp. 23 s. e 40. C'ZV. 13, n. 8513 = Dessau, n. 3800. Cfr.
anche CII. 8, n. 9098.
'- Sarcofagi con caccia al leone del III secolo: Rodenwaldt, in JDI. 51, 1936, pp. 82 ss., pls. 2-4;
Margarete Gütschow, "Das Museum der Praetextat-Katakombe", in Item. Pont. Ace. di Arcke- ologia iv, n.
se, 1938, p. 33, flg. 3; pp. 66 8. ; 73, flg. 14, pls. vi-viI. Sarcofago dell'epoca di Con- stantino il Grande: L'Orange
e von Gerkan, Der Bildschmuclc der Konstantinsbo9ens, p. 111, n. 1, e p. 222, flg. 58.
" Mattingly, op. eit. iv, p. CLVI e CLIx, p1. 95, flg. 8.
'- Wissowa, in Roscher, Lexikon der M ylholo9ie i, 2, 2708 s.; Gnecchi, op. eit., in Ri". Zfi, p. 352 e
p. 370; Mattingly, op. eit. i, p. 357, nn. 255-257, p1. 58, flg. 10, emissione postuma di Galba (ca. 71 d.C.) ct.
p. 975 (Vitellius) ; ii, p. 114, nn. 530-531, pl. 20, flg. 2, e p. 185, n. 760, p1. 32, flg. 8. La figura 10 è tratta
da Mattingly ii, p1. 80, flg. 2, Vespasiano (69-79 d.C.). Queste monete sono quindi più o meno dello stesso
periodo dell'Arco di Tito.
Ernst Rink, Die bildlichen Darstellungen dee rtimiscfien Geziius, 1933.
Fio. 13.- ROMA. MONETA DI 1 ESPASIANO. COLLEZIONE Fio. 14.- ROMA. MONETA DI CONSTANTIUs G ALLOS. MUSEO
FxiitBAIHN ÖRITIÜ II
Pompeo eresse un quarto santuario nel Campo Marzio. Se consideriamo che al generale
o all'imperatore non era consentito entrare in città prima che il Senato avesse concesso il
trionfo e che il corteo trionfale iniziava nel Campo Marzio, passava per il Circo Alassio,
girava intorno al Palatino e superava la X'ia Sacra fino al Campidoglio, possiamo ben
capire che le due divinità militari potevano condurre l'imperatore vittorioso sia dalla
porta d'ingresso alla città sia dal Campo Marzio al C a m p i d o g l i o . Ritengo quindi
che sul rilievo all'interno dell'Arco di Costantino (fig. 15) z la divinità che conduce
Traiano direttamente dopo il suo
I Romani non sono adatti a tale carica. Sono rappresentati sulle chiavi di volta dell'Arco
di Tito, dove si pensa che ricevano l'Imperatore".
Non c'è dubbio che le statue delle due divinità militari dovevano trovarsi nei loro
santuari e sono probabilmente queste statue che hanno ispirato le rappresentazioni
sulle monete, sugli archi e sui cammei. È possibile che alcune delle teste etichettate
come Atena, Minerva o Roma nei nostri musei, e alcuni dei torsi etichettati come
Amazzone o Diana, rappresentino la Virtus, e altre etichettate come Genius Populi
Romani possano rappresentare l'Honos. L'argomento richiede ulteriori indagini.
UNIVERSITÀ DELLA COLOMBIA MARGARETE BIE BER
-- Strong, Scultura Romana, pl. 20. Roma e il Genius Populi Romani sono rappresentati anche sulle
chiavi di volta dell'Arco di Costantino: L'Orange e von €''erkan, op. cif., p. 148 s., pis. SS e 36 e. La
figura di Roma compare anche su una chiave di volta dell'Arco di Giano, ibid., fig. 22.