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(1400 circa)
Antonio Rigo*
Hagion Oros, Mone Megistes Lauras, Γ 10 (250), xiv s. (fine)-xv s. (inizio)
(ff. 27r, l. 5-15, 32r-34r: xv s. [metà]; ff. 39v-40r: xvi s.), cart., 295 × 195 mm,
ff. I. 40 (+32a).
Esemplare del Synodikon che costituisce un volume autonomo per uso
liturgico con spazi e fogli all’origine lasciati in bianco per gli aggiornamenti
delle liste degli imperatori, delle imperatrici e dei metropoliti. La scrittura
principale (a), databile alla fine del xiv-inizio del xv secolo, è riconducibile
allo stile τῶν Ὁδηγῶν (cfr. Tav. 1). Gli spazi e i fogli bianchi sono stati in
seguito riempiti da diverse mani successive, tra le quali b (verso la metà del
xv secolo) per i ff. 27r, l. 5-15, 32r-34r e tre mani del xvi secolo nei ff. 39v-
40r (c per f. 39v, l. 1-5; d per f. 39v, l. 6-7; e per ff. 39v, l. 8-40r, l. 6).
Synodikon dell’Ortodossia
1. Inc.: Ἐποφειλομένη πρὸς Θεὸν ἐτήσιος εὐχαριστία (J. Gouillard,
Le synodikon, l. 1-170, 391-403, 444-471, 171-249, 479-509, 517-571,
753-767). 1(ff. 23v-24v) Patriarchi di Costantinopoli. Γερμανοῦ, Ταρασίου,
Νικηφόρου καὶ Μεθοδίου – Καλλίστου τοῦ ἐν μακαρίᾳ τῇ λήξει γενομένου
ἀοιδίμου πατριάρχου, αἰωνία ἡ μνήμη (ivi, l. 881-918). Lo stesso copista
ha aggiunto in seguito: Μακαρίου τοῦ ἐν μακαρίᾳ τῇ λήξει γενομένου ἀοι-
δίμου πατριάρχου, αἰωνία ἡ μνήμη. Ματθαίου τοῦ ἐν μακαρίᾳ τῇ λήξει
γενομένου ἀοιδίμου πατριάρχου, αἰωνία ἡ μνήμη (ivi, l. 910-911, 919).
Di una mano successiva: Εὐθυμίου τοῦ ἐν μακαρίᾳ τῇ λήξει γενομένου
4. Spyridon Lavriotis, S. Eustratiadis, Κατάλογος τῶν κωδίκων τῆς Μεγίστης Λαύρας
(τῆς ἐν Ἁγίῳ Ὄρει) (Ἁγιορειτικὴ Βιβλιοθήκη 2-3), Paris 1925, p. 32.
il synodikon dell’ortodossia di lavra 257
come fondatori di Lavra. Oltre alle testimonianze più antiche sul ruolo di
Foca10 e di Zimisce11 agli inizi del monastero con Atanasio, vogliamo evo-
care al riguardo l’affresco più tardo sulla facciata orientale della trapeza di
Lavra nel quale è raffigurato Atanasio in preghiera dinanzi alla Madre di
Dio seguito da Foca e Zimisce ktetores del monastero, come è ricordato
dall’iscrizione (Οἱ εὐσεβέστατοι βασιλεῖς καὶ κτήτορες τῆς παρούσης ἁγίας
Λαύρας Φωκᾶς καὶ Ἰωάννης σὺν τῷ ἁγίῳ πατρὶ ἡμῶν Ἀθανασίῳ)12. Già
questo inizio della serie delle acclamazioni attesta perciò inequivocabil-
mente l’origine lavriota del nostro Synodikon. Altri elementi, come vedremo,
sono un’ulteriore conferma in questo senso. Avremo modo di prenderli in
considerazione.
Il testo del Synodikon, qual è conservato nel manoscritto di Lavra, presenta
la seguente articolazione:
Synodikon delle immagini (J. Gouillard, Le synodikon, l. 1-170);
Eustrazio di Nicea (l. 391-403);
Il sacrificio di Cristo (l. 444-471);
Ripresa del Synodikon delle immagini – Geronzio di Lampe – Giovanni Italos
(l. 171-249);
Primo sinodo su «Il Padre mio è più grande di me» (l. 479-509);
Secondo sinodo su «Il Padre mio è più grande di me» – Giovanni Eirenikos
(l. 517-571);
Synodikon delle immagini: anatemi di Nicea II (l. 753-767).
18. Cfr. anche Tomo sinodale del 1368, ed. A. Rigo, Il Monte Athos, p. 113370-379.
19. Ivi, p. 115442-445, e cfr. p. 37-38.
il synodikon dell’ortodossia di lavra 265
20. A. Solovjev, V. A. Mošin, Grčke povelje Srpskih vladara. Diplomata Graeca regum
et imperatorum Serviae (Fontes rerum Slavorum meridionalium, Series sexta. Fontes lingua
Graeca conscripti 1), Beograd 1936, no V, p. 28-35.
21. In merito G. C. Soulis, Ὁ τσάρος Στέφανος Δουσὰν καὶ τὸ Ἅγιον Ὄρος, EEBS 22,
1953, p. 82-96, ripreso in Idem, Tsar Stephen Dušan and Mount Athos, Harvard Slavic Stu
dies 2, 1954, p. 125-139, rist. in Idem, Ἱστορικὰ μελετήματα. Βυζαντινά, Βαλκανικά, Νεο-
ελληνικά, Athena 1980, p. 35-50, 51-67; Actes de Lavra. IV, p. 42 – ma v. P. Lemerle, Actes
de Kutlumus (Archives de l’Athos 22), Paris 1988, p. 431-432; G. Subotić, Prilog hronologiji
dečanskog zidnog slikarstva, ZRVI 20, 1981, p. 134-135; M. Živojinović, De nouveau sur le
séjour de l’empereur Dušan à l’Athos, ZRVI 21, 1982, p. 120-126; A. Rigo, Gregorio Pala-
mas metropolita di Tessalonica (1347) tra gli Zeloti, Gregorio Acindino e Stefano Dušan, in
M.-H. Congourdeau (ed.), Thessalonique au temps des Zélotes (1342-1350). Actes de la
Table Ronde organisée dans le cadre du 22e Congrès international des études byzantines à
Sofia, le 25 août 2011 (Centre de Recherche et Civilisation de Byzance. Monographies 42),
Paris 2014, p. 139-145.
22. Lavra, no 128, ed. P. Lemerle, A. Guillou, N. Svoronos, D. Papachryssanthou,
Actes de Lavra. III, De 1329 à 1500 (Archives de l’Athos 10), Paris 1979, p. 376-14. Da ricor-
dare che questo crisobollo di Dušan in favore di Lavra era stato preceduto da un prostagma
(perduto) per lo stesso monastero.
266 antonio rigo
propri, che sono strettamente legati alla storia stessa del monastero: la memo-
ria dei ktetores, gli imperatori Niceforo Foca e Giovanni Zimisce, e quella di
più recenti benefattori del xiv secolo, l’imperatore serbo Stefan Dušan e la
moglie Jelena/Jelisaveta. La presenza dell’anatema contro Procoro Cidone
ci ha condotto alla prima fase dell’inchiesta su di lui nel monastero di Lavra,
dove egli viveva, prima del processo e della condanna a Costantinopoli nel
1368.
Non conosciamo i materiali e gli antigrafi utilizzati per l’esecuzione a
Lavra di questo Synodikon, dal momento che, da quanto ci risulta, non sono
pervenuti Synodika più antichi copiati o conservati nel monastero. I mate-
riali connessi all’istruttoria lavriota a carico di Procoro, e in particolare
il Tomo sinodale del 1368, forniscono però delle informazioni che, pur
indirettamente, sono utili al riguardo. In una riunione tenutasi a Lavra tra
l’autunno 1365 e gli inizi (gennaio-febbraio) del 1366, l’igumeno Giacomo
Trikanas e i sacerdoti del monastero inviarono a Costantinopoli dal
patriarca Filoteo Kokkinos un rapporto scritto su Procoro. In quell’occa-
sione l’igumeno Giacomo Trikanas richiedeva anche a Filoteo una copia del
Synodikon dell’Ortodossia con gli anatemi supplementari contro Barlaam e
Acindino (τὰ συνοδικῶς συγγραφέντα κεφάλαια κατὰ Βαρλαὰμ καὶ Ἀκιν-
δύνου καὶ τεθέντα ἐν τῷ ἱερῷ Συνοδικῷ τῷ ἀναγινωσκομένῳ ἐτησίως κατὰ
τὴν κυριακὴν τῆς ὀρθοδοξίας, ἐν οἷς ἀναθεματίζονται μὲν οὗτοι καὶ πάντες
οἱ ὁμόφρονες καὶ οἱ ἐπεκδικοῦντες αὐτούς, ἀνακηρύττονται δὲ οἱ κατα-
κράτος τούτους καταβαλόντες καὶ πάντες οἱ λόγῳ καὶ ἔργῳ καὶ παντὶ τῷ
δυναμένῳ τὰ τῆς Ἐκκλησίας κρατύνοντες καὶ συνιστῶντες), in modo che
fossero ricopiati nel Synodikon di Lavra e letti in occasione della Domenica
dell’Ortodossia (ὥστε καὶ ἐν τῷ ἐκεῖ ἀναγινωσκομένῳ ὁμοίως Συνοδικῷ
γραφῆναι, καὶ ὡσαύτως κατὰ τὸν αὐτὸν ἀναγινώσκεσθαι καιρόν), per raf-
forzare i monaci, per sostenere i dubbiosi e per costringere Procoro a leggerli
e sottoscriverli28. Da Costantinopoli si ottemperò evidentemente alla richie-
sta di Lavra, perché in occasione della successiva Domenica dell’Ortodossia
(22 febbraio 1366), Procoro Cidone, dopo un rifiuto iniziale, fu in sostanza
obbligato a sottoscrivere gli anatemi29. Da questa vicenda si ricavano alcuni
elementi di un certo interesse. L’esemplare del Synodikon dell’Ortodossia
che era utilizzato a Lavra nel 1365 non conteneva ancora gli articoli
palamiti introdotti con il Concilio del 1351 (in altre parole si trattava di
un Synodikon C). L’igumeno Giacomo Trikanas richiese a Costantinopoli
questi articoli che furono così inseriti nel Synodikon di Lavra e letti per
28. Tomo sinodale del 1368, ed. A. Rigo, Il Monte Athos, p. 10297-108.
29. Ivi, p. 102-103106-113.
268 antonio rigo
30. Cfr. più in alto e A. Rigo, Le Synodikon de l’Orthodoxie et le Palamisme, citato n. 3.
31. Da ricordare en passant l’acclamazione per Atanasio presente in alcune recensioni del
Synodikon: Ἀθανασίου τοῦ πανοσιωτάτου μοναχοῦ ἡγουμένου, τοῦ ἐν ὄρει τῷ Ἄθωνι ἀσκή-
σαντος, αἰωνία ἡ μνήμη, J. Gouillard, Le synodikon, Appendix 3, l. 17-18.
il synodikon dell’ortodossia di lavra 269
32. Cfr. in primo luogo A. Kazhdan, David, Symeon and George of Mytilene, ODB, I,
p. 589; P. Karlin-Hayter, Notes on the Acta Davidis, Symeonis et Georgii (BHG 494), in
B. Janssens, B. Roosen, P. Van Deun (ed.), Philomathestatos. Studies in Greek and Byzan
tine Texts Presented to Jacques Noret for His Sixty-Fifth Birthday (Orientalia Lovanensia
Analecta 137), Leuven-Paris-Dudley, MA 2004, p. 325-350; Eadem, Restoration of Ortho-
doxy, the Pardon of Theophilos and the Acta Davidis, Symeonis et Georgii, in E. M. Jeffreys
(ed.), Byzantine Style, Religion and Civilization. In Honour of Sir Steven Runciman, Cambridge
2006, p. 361-373; A. Kaldellis, S. Efthymiadis, The Prosopography of Byzantine Lesbos,
284-1355 A.D. A Contribution to the Social History of the Byzantine Province (Österreichi
sche Akademie der Wissenschaften. Philosophisch-historische Klasse. Denkschriften 403),
Wien 2010, no 67 (p. 74-75), no 80 (p. 79-81), no 144 (p. 110-112).
33. Cfr. K. A. Palaiologos, An Annotated Edition of the Refutation of the Errors of the
Latins by Matthaios Blastares, a thesis submitted for the degree of Doctor of Philosophy at
the University of London (Royal Holloway and Bedford New College), June 2011; PLP,
no 2808; S. S. Horujy, Hesychasm. An Annotated Bibliography, Moskva 2004, p. 429-430
(bibl.); K. A. Palaiologos, The Use of Latin Theological Sources in Matthaios Blastares’
Treatise On the Errors of the Latins, in J. A. Demetracopoulos, Ch. Dendrinos (ed.), When
East Met West. The Reception of Latin Philosophical and Theological Thought in Late Byzan
tium (= Nicolaus 40), Bari 2013, p. 49-70.
il synodikon dell’ortodossia di lavra 271
e opere, quale signore veramente molto cristiano e amico dei monaci, eterna la
memoria, tre volte.
4. Giorgio e Irene gloriosi despoti di tutta la Serbia, passati a una pia vita,
eterna la memoria, tre volte.
5. Tutti coloro che hanno contribuito e si sono sforzati al mantenimento e
all’utilità di questo nostro santo monastero, e che lo hanno rifornito e ne hanno
avuto cura con parole e benefici, imperatori, despoti, signori, arconti, eterna la
memoria, tre volte.
34. D. N. Anastasijević, Srpski arhiv Lavre atonske, Spomenik 56, 1922, p. 6-21, qui
p. 17.
35. Ivi, p. 20, 6 (Χρυσοστόμῳ ἱερομονάχῳ λαυριώτῃ τῷ τῆς εὐσεβοῦς λήξεως ἀφιε-
ροῦται). Per il bibliotecario Chrysostomos cfr. anche G. Millet, J. Pargoire, L. Petit,
Recueil, p. 122 e quanto scriveva L. Petit, Vie de saint Athanase l’Athonite, An. Boll. 25,
1906, p. 8, 11.
36. Ivi, p. 17. A. riportava poi un estratto del brebion del monastero (sul quale cfr. più in
basso n. 67).
37. Cfr. PLP, no 14331; A. Mladenović, Povelje kneza Lazara, da dove si può risalire alla
bibliografia precedente.
38. Ivi, p. 17-21 (I); cfr. Actes de Lavra. IV, Actes serbes, no 4, p. 181-183.
39. A. Mladenović, Povelje kneza Lazara, p. 171-175 (IX); Actes de Lavra. IV, Actes
serbes, no 5, p. 184-185.
274 antonio rigo
Passiamo ora all’esame delle aggiunte ancora più tarde al testo del Syno
dikon di Lavra. Nei ff. 39v-40r (cfr. Tav. 3) sono presenti cinque acclama-
zioni e due anatemi supplementari, che sono stati redatti, nel corso del
xvi secolo, e in momenti sicuramente successivi: mano c per il no 1, d per
il no 2, e per i ni 3-7.
1. Γεναδίου τοῦ πανιερωτάτου μητροπολίτου τῆς ἁγιωτάτης μητροπόλεως
Σερρῶν, τοῦ συνεργήσαντος καὶ σπουδάσαντος ὑπὲρ τῆς συστάσεως καὶ ὠφε-
λείας τῆς ἁγίας ἡμῶν μονῆς λόγοις, ἔργοις καὶ εὐεργεσίαις, αἰωνία ἡ μνήμη.
2. Ἰωάσαφ τοῦ παναγιωτάτου πατριάρχου Κωνσταντινουπόλεως, αἰωνία ἡ
μνήμη.
3. Σιλβέστρου τοῦ ἁγιωτάτου καὶ μακαριωτάτου ἡμῶν δεσπότου πάπα καὶ
πατριάρχου τῆς μεγάλης πόλεως Ἀλεξανδρείας καὶ κριτοῦ τῆς οἰκουμένης,
τοῦ συνεργήσαντος καὶ διδάξαντος καὶ ἐκατέστη ἡ θεία καὶ μεγάλη βασιλικὴ
Λαύρα κοινόβιον, αἰωνία ἡ μνήμη.
4. Θεοδούλου ἱερομονάχου καὶ καθηγουμένου τῆς θείας Λαύρας καὶ τῶν λοι-
πῶν ἱερομονάχων σὺν πάσῃ τῇ ἐν Χριστῷ ἀδελφοτήτι, οἱ συνεργήσαντες εἰς
τουτὶ τὸ θεάρεστον ἔργον, καὶ κατέστη αὕτη ἡ θεία Λαύρα κοινόβιον, αἰωνία
ἡ μνήμη.
5. Εἴ τις τῶν νῦν ἢ τῶν μετέπειτα, ἢ ἐστὶ ἀρχιερεὺς ἢ ἡγούμενος ἢ ἱερομόνα-
χος ἢ μοναχὸς ἢ ἄλλος τις, βουλεθείῃ ἀνατρέψαι τουτὶ τὸ θεάρεστον ἔργον τοῦ
κοινοβίου καὶ εἰς ἰδιορυθμίαν πάλιν αὐτὴν τὴν θείαν | Λαύραν ἀποκαταστήσε,
ἀνάθεμα.
6. Εἴ τις ἀφιέρωσα ἢ μικρὸν ἢ μέγαν καὶ ἔπειτα ζήτει αὐτὰ ἢ ἐξωτερικῶς ἢ
ἀλλοτρόπως, ἀνάθεμα.
7. Γερασίμου ἱερομονάχου καὶ καθηγουμένου τοὺς νῦν καὶ μετέπειτα ἀρχο-
μένους καὶ στέργουσι τουτὶ τὸ θεάρεστον ἔργον καὶ κοινοβιακῶς πολιτεύομε-
νον, αἰωνία ἡ μνήμη.
2. καὶ ἀδελφοῦ ἡμετέρου add. in marg. post Κωνσταντινουπόλεως ‖ 5. Εἴ: Ἥ ‖ εἰς
ἰδιορυθμίαν canc. ante ἀνάθεμα ‖ 6. Εἴ: Ἥ ‖ 7. Ξένης μοναχῆς, αἰωνία ἡ μνήμη. Εἰρήνης
τῆς ἐν εὐσεβεῖ τῇ λήξει γενομένης ἀοιδίμου ἡμῶν mano b ante Γερασίμου.
alla luce dei suoi numerosi interventi in favore di Lavra55: acquisto di adel
phata, dono di paramenti e di suppellettili liturgiche, patrocinio dei lavori
di restauro della torre «di Zimisce» (1522)56 e della ricostruzione (1526/1527)
della trapeza gravemente danneggiata da un terremoto, ricordata da un’epi-
grafe57 e anche su un’icona dei santi Teodori che era conservata nella metro-
poli di Serre58.
2. Ioasaph II patriarca di Costantinopoli (1556-1565)59. Dopo la sua depo-
sizione nel 1565, risiedette per un anno all’Athos, prima di raggiungere la sua
antica metropoli, Adrianopoli. Non sappiamo se l’acclamazione nel Syno
dikon di Lavra sia legata a qualche suo intervento in favore del monastero
risalente a questo soggiorno o a opere intraprese in un periodo precedente.
3.-6. Le due acclamazioni e i due anatemi sono legati alle iniziative
intraprese nel 1574 per un ritorno di Lavra al cenobitismo dall’idiorritmia
sulle quali possediamo due documenti del patriarca di Costantinopoli Gere-
mia II Tranos (1572-1579, 1580-1584, 1587-1595)60. Da questi atti appren-
diamo che al riguardo ebbe un ruolo decisivo Silvestro patriarca di Alessan-
dria (1569-1590). (3.)61 Geremia aveva incontrato a Tessalonica Silvestro in
occasione del Natale dell’anno 1573. Il patriarca di Alessandria si era poi
recato all’Athos intendendo porre fine alla situazione di disordine e di scan-
dalo nei quali i monasteri, e in particolare Lavra, si trovavano, riportandoli
al cenobitismo. Dopo questa sua missione all’Athos, Silvestro si recò a
Costantinopoli dove il patriarca Geremia emise un documento al riguardo
nel settembre 1574. Da questo siamo informati circa la missione di Silvestro
Conclusione
62. Σὺν Θεῷ ἀπῆλθε σωματικῶς εἰς τὸ ἁγιώνυμον ὄρος, καὶ καιρὸν ἱκανὸν ἐνδιατρίψας,
μετὰ τῶν ἄλλων ὧν διωρθώσατο, καὶ κοινοβιακῶς ζῆν καὶ διάγειν ἐρυθμίσατο ἐν εἰρήνῃ καὶ
ὁμονοίᾳ, ἀποκαταστήσας καὶ τὸ θειότατον μοναστήριον τῆς ἱερᾶς Λαύρας τοῦ ὁσίου καὶ
θεοφόρου πατρὸς ἡμῶν Ἀθανασίου τοῦ ἐν τῷ Ἄθῳ, κοινόβιον καθαρόν, ἐκ πολλῶν χρόνων
ἰδιόρυθμον οὐ καλῶς διαρκέσαν, νῦν δὲ πάλιν κοινοβιακῶς διάγειν ἐκτελέσας, ὡς εἴρηται, ὡς
καὶ καταρχὰς ὁ ἱερὸς αὐτῆς κτήτωρ ὡρίσατο, καὶ οἱ μετ’ αὐτὸν ἔφυλάξαντο: Ph. Meyer, Die
Haupturkunden, citato n. 60, p. 21527-35.
63. Kallistratos Lavriotis, Ἱστορικὸν Προσκυνητάριον τῆς βασιλικῆς, πατριαρχικῆς
καὶ σταυροπηγιακῆς ἱερᾶς μονῆς Μεγίστης Λαύρας τοῦ Ἁγίου Ὄρους, Athena 19762, p. 121.
64. Il Gerasimos ricordato nel 1668 in una nota del manoscritto Hagion Oros, Mone
Megistes Lauras, Ι 131 (1215): Spyridon Lavriotis, S. Eustratiadis, Κατάλογος, citato
n. 4, p. 205, cfr. anche Kallistratos Lavriotis, Ἱστορικὸν Προσκυνητάριον, citato supra,
p. 120 è infatti troppo tardo per poter essere identificato con il nostro.
280 antonio rigo
Antonio Rigo
Dipartimento di Studi Umanistici
Università Ca’ Foscari Venezia