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estratto da: Barbara Cinausero Hofer - Ermanno Dentesano,

Luoghi persi e luoghi ritrovati, Udine, Ribis editore, 2021, pp.


93-100. [I riferimenti bibliografici fanno riferimento alla bibliografia
N (dicembre 2019) posta alla fine del volume].

Esemon

1. Premessa malavoglia con molti e tutt’ora irrisol-


ti dubbi. Abbiamo ripreso l’argomen-
Vi sono due paeselli in Carnia che to sei anni dopo (C H
rispondono a questo nome, posti am- -D 2017: 47), approfonden-
bedue sulla riva destra del Degano do la questione, dopo aver individuato
a distanza di meno di un chilometro un formante protoindoeuropeo -mon
l’uno dall’altro, non lungi dalla con- (<-mno), che potrebbe aver concorso
fluenza del torrente con il Tagliamen- alla formazione sia del nome Esemon
to. Quello di Sopra è alle dipendenze sia di quello del capoluogo Enemon-
amministrative del Comune di Raveo, zo. Nello stesso intervento abbiamo
mentre quello di Sotto rientra nel Co- liberato il campo dalle fantasiose ipo-
mune di Enemonzo. tesi tardo-ottocentesche1, che pone-
Il nome è piuttosto inconsueto, vano i due nomi in contrapposizione
raro diremmo, se non fosse per quel dopo aver interpretato il nome del ca-
vicino e assonante Enemonzo al quale poluogo come ‘fra i monti’. Tale in-
viene accostato anche quanto a etimo- terpretazione, divenuta ormai leggen-
logia. Ne abbiamo appena accennato da, si perpetua tutt’ora nella credulità
qualche anno addietro, rimandando popolare e ha avuto origine dal motto
appunto dall’uno all’altro (DTFT “oppidum inter montes tutum”2, che
2011: 343), ma lo abbiamo fatto di si legge sullo stemma comunale3. Il
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1. È una situazione che ritroviamo puntualmente nella maggioranza dei comuni della regio-
ne. Si originò, come abbiamo appena detto, nella seconda metà dell’Ottocento, quando,
su richiesta delle autorità centrali, si procedette a “inventare” gli stemmi comunali. I sim-
boli che vi vennero rappresentati furono tratti dalle voci popolari o dai primissimi studi
etimologici che allora erano ancora prescientifici. Citando a memoria, rimandiamo agli
stemmi di alcuni comuni, chiarendo entro parentesi la sorgente degli errori: Camino al
Tagliamento (camino), Cervignano del Friuli (cervo), Corno di Rosazzo (rose), Gonars
(volpi), Lignano Sabbiadoro (sabbia d’oro), Manzano (manzo), Palazzolo dello Stella
(stella), Portogruaro (gru), Reana del Roiale (re Ana) per citarne solo alcuni.
2. Lo spiega T (1970: 9), dicendo che «Non si va errati se alla radice del toponimo
si pone il vocabolo composto intermontes», volgarizzato in Intermons ed abbreviato in
Inemons, e facendo seguire alcune altre opinabili interpretazioni sulle modifiche fonetiche
successive.
3. Lo stemma del Comune di Enemonzo, dopo una delibera del Consiglio Comunale risa-
lente al 1920, è stato approvato dalla Provincia di Udine nel 1942 (E 2016: 14).
Sullo stesso testo è riportato un passo tratto dal documento di riconoscimento, dove si

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nome Esemon sarebbe allora da in-
terpretare, contrapponendolo a quello
del capoluogo, come ‘fuori dai mon-
ti’, tale dovendo essere il significato
di un prefisso ese-. Francamente non
riusciamo a trovare corrispondenza
alcuna fra queste interpretazioni e la
collocazione fisica dei rispettivi abita-
ti, che sono adagiati su una delle più
ariose piane della Carnia.
È doveroso a questo punto riporta-
re una ulteriore ipotesi che riguarda gli
ipotetici prefissoidi Ene-/Ese-. L’ipo-
tesi vedrebbe un’origine da antroponi-
mi nei quali tali prefissoidi erano già
strutturali, nel senso che avevano ope-
rato prima, contribuendo a formarli.
Già F (1964: 30) si avvicina perciò
a una più ragionevole interpretazione,
abbandonando le fantasiose ipotesi
delle quali abbiamo appena parlato
poco sopra. Ecco allora che lo studio-
so propone i germanici Ans(i)mund
per Esemon e Aunemund(us) per Ene-
monzo (ibidem). Sulla stessa linea,
che propone alla base l’antroponimia,
P (M ) suggerisce ipote-
ticamente per il capoluogo qualche
nome personale greco, indicando la Stele con l’iscrizione di Surius Essimnius.
coincidenza della parte inziale con il
nostro: Enniceios, Enosigeo, Enistali-
us, Enogenei ecc.
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recita che «Per Enemonzo, capoluogo del Comune, esiste dal 1320 uno stemma gentili-
zio. Esso è conservato nell’Ufficio Araldico di Venezia. In esso vi si raffigura: in primo
piano, un castello adagiato al sommo di una collina sovrastante un gruppo di case al lato
sinistro; sullo sfondo, in imponente mole, il monte Lovinzola. Nello scudo è scritto “Op-
pidum inter montes tutum, anno Domini MCCCXX”. Sotto di esso si legge: “nec procul
Imbellinum, nec procul domus sub clivum positas”». Non abbiamo accertato l’esistenza
dei citati documenti originali, ovvero quello del 1320 e quello del 1942, né ci interessa
farlo, per il fatto che si tratta con ogni evidenza di una interpretazione, più o meno antica,
ma comunque di fantasia. La traduzione libera del motto, redatto peraltro in un latino
discutibile, suona così: “luogo fortificato situato in posto sicuro fra i monti, non lontano
da Invillino e dalle case posto sotto il pendio [Socchieve]”.

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Trascrizione
dell’iscrizione
del soldato
Sterio Eximinio

Passiamo però ora all’esame del strano le iscrizioni rinvenute proprio


nome Esemon/Desemon, avanzando in quella regione. Eccone dunque una
un’altra ipotesi antroponimica. a Sanzeno (Tn) (laspatianuesiunne4 su
un bronzetto pisciforme, B 1980:
I,218)5 e poi a Magrè Vicentino (esi-
um.ṇịnuśur, ibidem: I,221)6 e a Stein-
2. Nomi personali berg am Rofan (Nord-Tirolo) (esimne-
sikastriinlaupe, ibidem: I,222, II,78)7.
Nel corso del mezzo millennio che Siamo, come si può capire, in pie-
intercorre fra il III a.C. e il II d.C. sono na area retica, ma le attestazioni si al-
attestati nomi personali come Essim- largano anche nelle zone periferiche
nus, Esimne, Eximnus, Essibnus in della Retia: a Cavarzano, nella peri-
un’area che inizialmente era ristretta feria di Belluno, (es[…]niiuikurụ, da
e collocata nel centro delle Alpi, con completarsi come Es[iium]niiui Kurụ;
una successiva espansione avvenuta in S 2003: 3858); a Piancogno
epoca romana. Si tratta, con più preci- (Valcamonica, Bs) abbiamo una incer-
sione, per le attestazioni più antiche, ta iscrizione che S (2003: 387)
dell’area abitata dai Reti e lo dimo- legge Esi-msz.9
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4. Per lo sviluppo -m->-u- si veda S 2012: 3.
5. Per un approfondimento su questa scritta si veda S 1992: 191, 274.
6. Per un approfondimento su questa scritta si veda S 1992: 164, 340.
7. Ma esimnesikastrinu.aḷ [?] per S 1992: 191, 224.
8. Nello stesso passo lo studioso asserisce che il nome, ritenuto retico o venetico, potrebbe
comunque essere stato preso dai Reti. Su questo punto avanziamo la certezza che il nome
sia proprio retico, come pare suggerire la sua posizione, posta al limite orientale dell’area
retica, sebbene a confine con Paleoveneti e Celti. Siamo confortati in ciò dall’analisi delle
posizioni di antroponimi e toponimi, come si evincerà dalla lettura del nostro intervento.
In quest’area pedemontana sono storicamente posti gli Euganei, ma appare abbastanza as-
sodato che, quando si parla di questa popolazione, si intenda una popolazione retica che si
è ritirata nelle prime propaggini montane, spinta dalla pressione dei Paleoveneti. Quanto
a Belluno, abbiamo altrove dimostrato (C H -D 2016) che non si
tratta di un nome celtico, come da decenni viene affermato, ma di un nome retico.
9. Le più recenti interpretazioni sembrano escludere un apparentamento con quelle su base

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Distribuzione dei nomi con radice in Europa.

In epoca romana l’area di diffusio- gonza, dove leggiamo Sterio Exi/mni


ne di questi nomi si allargò soprattutto f(ilius) F(ocunas) miles (AE 1940: 15,
verso nord fino a raggiungere i territori AE 2004 1013)10, mentre a est trovia-
della Germania centro-settentrionale, mo Surius Essi/mni f(ilius) Catte/nas a
ma anche a levante fino alla Pannonia. Szekszárd (Pannonia Inferiore, oggi in
Ovviamente le iscrizioni diventano al- Ungheria) (AE 1935, 103).11
lora più leggibili. Nel primo secolo d.C. Dai secoli II e III provengono le ul-
raggiungono quindi a nord-ovest Ma- time iscrizioni, come quella di Passau
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ese (Z 2015: 112), che infatti vi legge eokmos. Sembra quindi che tale iscrizione
non rientri in quelle di nostro interesse.
10. L’iscrizione si trova sulla pietra tombale di un soldato che prestò servizio nella prima
metà del I sec. d.C. nella coorte dei Reti e Vindelici, morto a 40 anni dopo 16 di servi-
zio (S 2003: 392). Ecco la trascrizione completa: Sterio Exi/mni f(ilius) F(ocu-
nas?) miles / ann(orum) XL stip(endiorum) / XVI ex c(o)hor(te) / Raet(orum) et Ven-
del(icorum)(!) / h(ic) s(itus) e(st) <https://edh-www.adw.uni-heidelberg.de/edh/inschrift/
HD020949>). Ne parla più approfonditamente D (2004: 591).
11. La scritta è facilmente leggibile in <https://edh-www.adw.uni-heidelberg.de/edh/inschrift/
HD023311>: Surius Essi/mni f(ilius) Catte/nas miles coh(ortis) / I Vind(elicorum) ann(o-
rum) / XXXX stip(endiorum) XX / h(ic) s(itus) e(st) / Florus et / Bassus CE[------. Sui Cat-
tenati, tribù della Vindelicia, situata sulla riva destra del Danubio, si veda E 1935.

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(in Retia, oggi in Baviera) nella quale sul Danubio, fra Ingolstadt e Ratisbo-
è citato (P(ublio) Tenatio12 Ess/imno, na) e sempre in epoca tarda (seconda
(AE 1984, 707).13 Questa attestazione metà del II secolo d.C.) ecco invece
merita una breve sottolineatura: essa è ([]simni f(ilio) Cond[r]us(o), CIL XVI
stata sì reperita su una lapide funeraria 125; AE 1891, 172).15
a Passau, ma è riferita a un negotians Esistono anche varianti del nostro
vinarius, colà deceduto probabilmente nome che presentano la mutazione
durante uno dei suoi viaggi di lavoro, -mn->-bn-16, come quella che troviamo
che risiedeva a Trento (W 1983, a Mauerkirchen (sempre in Baviera,
W 1984). Ciò rimarca ancora una vicino a Rosenheim) (Nouella Essibni
volta che l’area di origine di questo f(ilia), CIL III 5567).17
nome era proprio quella centrale della
Retia.
Molto più a ponente, a Osterbur-
ken (nella Germania superiore, oggi 3. Toponimi
Baden-Württemberg) appare invece
T(itus) Essimni/u Tertius, (AE 1985, La ricerca di realizzazioni toponi-
689).14 miche derivate da questi nomi perso-
Ancora una volta in area retica, que- nali non è cosa semplice. L’antroponi-
sta volta a Eining (nella Bassa Baviera, mo e le sue varianti non erano affatto
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12. Questo gentilizio è specificamente arusnate e infatti proprio la Valpolicella era ben cono-
sciuta anche in epoca preromana per la sua produzione vinaria (O 2014: 46; P -
2012: 111). Per qualche gentilizio simile e le relative provenienze si veda S
1904: 373.
13. Una trascrizione è leggibile come D(is) M(anibus) / P(ublio) Tenatio Ess/imno negot/ianti
vinar/iario domo / Iulia Triden/tum @(obito) anno(rum) LVII / P(ublius) Tenatius Pater/
nus patri / pientissimo / fecit (<https://edh-www.adw.uni-heidelberg.de/edh/inschrift/
HD001818>).
14. Il nome Essimnius, in questo caso probabilmente un gentilizio dal nome di un antenato,
compare in un’iscrizione votiva ritrovata in un luogo sacro, ben conosciuto e studiato, che
si trova presso la cittadina. Non si sa da dove provenisse il soldato che prestava servizio
in quel posto, ma è certo che il nome, in quel periodo (inizi del III sec. d.C.), non era più
in uso da tempo (S 2003: 393). Ecco la trascrizione: I(ovi) O(ptimo) M(aximo) /
et Iunoni / Reginae / T(itus) Essimni/us Tertius b(ene)f(iciarius) co(n)s(ularis) pro / se et
suos(!) / v(otum) s(olvit) l(ibens) l(aetus) m(erito) (<https://edh-www.adw.uni-heidelberg.
de/edh/inschrift/HD002063>).
15. Sempre ad Eining una iscrizione riporta il nome femminile, al genitivo, Simniae, mo-
glie di (…)nius C(ai) f(ilius) Iunia(nus) (CIL III suppl.: 1995; <https://edh-www.adw.
uni-heidelberg.de/edh/inschrift/HD001818>), facilmente interpretabile come *Esimnia.
16. Anche per questa mutazione rimandiamo a S 2012: 3. Già Egger, nel 1935,
aveva suggerito che i due nomi Essibnus ed Essimnus fossero praticamente corrisponden-
ti (E 1935: 228). La stessa mutazione, poi rientrata, la troviamo in antiche attesta-
zioni del torrente Cismon (Bl. Vi, Tn) (Cisbon nel 1450) e di Posmon (Montebelluna, Tv)
(Posbon nel 1170).
17. La lapide porta dediche a molti defunti, ma quella che ci interessa recita “Nouella Essibni
f(ilia) ob(ita) a(nnorum) XVIII” [Novella figlia di Essibni, morta all’età di 18 anni].

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comuni e quindi i toponimi che essi Allontanandosi da questa zona, le
hanno prodotto sono ancor più rari. incertezze aumentano. A Vertova (Bg)
Cerchiamo allora di individuare quelli troviamo una località Semonte (loc.
che più rispondono alla bisogna, ben Smut), che Olivieri interpretò come
consci che spesso possono avere altre ‘sotto il monte’ (O 1931: 504),
spiegazioni. La ricerca è resa ancor mentre B (1990: 279) segnala che
più incerta dal fatto che molto spesso per Zanetti è da semi-montem ‘a mezzo
i nomi che anticamente avevano ter- monte’. Lo stesso riporta le due forme
minazione in -mon sono stati pareti- antiche Ismol e Asmol, citate sempre da
mologizzati in -mont e talvolta mutati Zanetti, secondo il quale si tratta di cor-
in -monts, -mons, -monç, forse come ruzioni grafiche settecentesche. Non ne
forme collettive o plurali. Per citare siamo così certi e preferiamo interpre-
casi simili vicini a noi ecco Enemonzo/ tarle come errate restituzioni di *Ismon
Enemonç, Tramonti/Tramonç, Castel- e *Asmon, e ciò, oltre a confermare la
raimondo/Cuel Scjaramont e Monte nostra convinzione su alcune paretimo-
Pisimoni, quest’ultimo con una quasi logie -mon>-mont, indirizzerebbe verso
certa pluralizzazione di tipo slavo. altre spiegazioni, come quella che stia-
Cominciamo allora da un toponi- mo proponendo. Abbiamo un omonimo
mo molto vicino al nostro. Si tratta di Semonte, che peraltro si ripete nello
Semònç, situato in comune di Come- stesso territorio, anche in comune di
glians (NP: 1782), nome che non esi- Puegnaga del Garda (Bs). Come si vede
tiamo ad accostare al nostro quanto siamo sempre ai piedi delle Alpi, in aree
a origine, benché si segnali la caduta un tempo retiche o camune.19
della vocale inziale, fatto che riscon- Sempre la spiegazione con base la-
triamo anche, come vedremo, nella tina mons, ricorre ancora per Semonte
totalità degli altri esempi che riportia- (San Pietro in Cariano, Vr) e Sammon-
mo.18 Quasi identico è Fienili Simonz, te (Iliasi, Vr) (O 1961: 106).
che si trova in comune di Domegge La spiegazione è plausibile20, ma noi
(Bl), all’estremo nord-ovest del territo- sottolineiamo che in questi due casi ci
rio (T 25 16). Anche per questo troviamo nelle colline veronesi, sulle
nome, che V -B (2012: quali si erano ritirati in Reti in segui-
762) dicono di interpretazione incerta, to all’espansione dei Paleoveneti. Di-
nutriamo pochi dubbi. ciamo di più: San Pietro in Cariano si
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18. Non ci stupisce l’aferesi della vocale inziale, fenomeno che diventa comune nel caso,
come il nostro, di vocale atona. È anomalo però che tale vocale sia stata mantenuta nel
solo nome di Esemon. Su questo aspetto si dovrà ancora indagare.
19. I Camuni, di etnia non indoeuropea, ebbero contatti stabili con gli Etruschi fin dal V
sec. a.C.
20. Lo testimonia il caso di Semons (Isere, F) che nel XII secolo è citato come Sumunt,
Somons (D -R 1983: 652). Nella Cote d’Or esiste anche Semond, che gli
stessi studiosi indicano come derivato dal personale germanico Sigemund, ma su que-
sta interpretazione abbiamo seri dubbi perché nel 1146 era già attestato come Semunt
(ibidem: 651). Siamo tuttavia fuori dall’area che ci interessa e non avanziamo ipotesi su
questo nome.

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trova in Valpolicella, luogo di origine spiegare il nome di Esemon, come un
di quel commerciante retico di vini antropotoponimo sulla base di un per-
che rispondeva al nome di Publio Te- sonale retico. In realtà ci stuzzica l’i-
natio Essimnio, del quale abbiamo dea di approfondire questo nome per-
parlato poco sopra. Nutriamo più dub- sonale per indagarne la formazione e
bi su Desmontà (Zevio), che pare un chiarire il significato e la provenienza
troncamento su suffisso romanzo e su dell’etimo. Il problema è arduo e dovrà
Sermontino (Negràr, sempre in Valpo- rimanere limitato a qualche ipotesi non
licella), nel quale la -r- potrebbe però perfettamente spiegabile, ma non però
essere paretimologica. Sempre nella confinabile nell’area delle suggestioni.
stessa zona numerosi altri toponimi Le ipotesi etimologiche avanza-
sono simili al nostro, ma siamo portati te fino ad ora per il toponimo, ipotesi
ad escluderli perché chiudono la pri- che abbiamo elencato in apertura, non
ma vocale21: Summonte e Sormontani sono accettabili.
(Illiasi), Sormont (Castello Brenzone); Per i personali che abbiamo elenca-
cosi anche Sovramonte (Bl). Sempre la to sono state avanzate anche recente-
stessa spiegazione era stata in passato mente ipotesi celtiche sulle quali però
adottata per toponimi simili, ma anche non concordiamo. S
in questi casi siamo propensi a esclu- (2011: 11), per esempio, suggerisce
derla. Ecco allora Semonzo (Borso del una base celtica ex-, exs- ‘all’esterno
Grappa, Tv) (<Semoncio, a.1085), ac- di, fuori da’, per la quale rimanda ai
compagnato da Semonzetto e forse il soliti dizionari (D 2003: 119
già citato e ben conosciuto Torrente [recte 160], E E 1967: 202;
Cismon. È bene sottolineare che siamo M 2009: 119), ma potrem-
sempre nella Pedemontana Veneta, in mo citarne molti altri. Per la seconda
area quindi un tempo retica, anche se parte suggerisce un *imno- ‘similare’
talvolta ai suoi limiti meridionali. per il quale propone un accostamen-
Ancora in area retica, nel Grigio- to addirittura alla voce ittita h2imno,
ni, troviamo Samnaun (gia Samnûn ‘imitazione, replica’ (K
nel 1345; R 1917: 125), mentre 2008: 344), per diventare più credibile
in Etruria ecco Semonte (frazione di quando pensa ai latini aemulus ‘imita-
Gubbio). tore, rivale, emulo’ (V 2008: 26),
imago ‘immagine’ (ibidem: 298) e
imitor (ibidem). Sarebbe più credibile
accostare alla base ex-/exs- un suffis-
4. Ipotesi etimologiche so *-mno, già attivo in epoca protoin-
doeuropea e produttivo fino all’epoca
Potremmo fermarci a questo punto, celtica e arcaico-latina.22 Tale suffisso
come è normale nello studio della to- formava aggettivi a partire da avver-
ponomastica, perché crediamo di poter bi di luogo e quindi il personale così
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21. Per la verità, la chiusura -e->-o- potrebbe essere giustificata per attrazione della seconda
vocale, che è chiusa e tonica.
22. Elenchiamo qualche esempio: greco πρυμνός/προυμνός ‘uscito fuori, comparso’, sanscri-

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formato avrebbe avuto un valore di 5. Conclusioni
etnico.
Siamo però lontani dalla verità Abbiamo omesso di parlare dell’ag-
perché, come abbiamo potuto vedere, glutinazione della preposizione ad al
l’area dalla quale il nome si è diffuso nome Esemon, per la forma friulana
è quella retica e anche i vari toponimi Desemon, giacché è fenomeno ricor-
che si possono avvicinare alle forme rente per i nomi locali della regione
dei personali sono circoscritti a tali che iniziano con vocale e inoltre è av-
aree o a quelle limitrofe. Concordiamo venuto molti secoli, probabilmente più
perciò con una ipotesi retica, anche se di un millennio, dopo la formazione
ancora non ben concretizzata (S del nostro toponimo.
2003). La congettura è ripresa e appro- Non ci dilunghiamo in discorsi che
fondita da M (2006) che pensa si rivelerebbero ridondanti e pertanto
a un teonimo femminile Esia, ipocori- probabilmente tediosi, se non per af-
stico di Retia (la massima divinità dei fermare che siamo certi dell’origine
Reti), trasformato in etnico mediante retica del nome, derivato da un nome
il suffisso -men(i) (<-mna-i) (ibidem: personale, ma che sulla formazione di
164)23 e ritiene che la concordanza sia tale personale nutriamo qualche dub-
particolarmente interessante per Ma- bio, anche se l’ipotesi della sua forma-
grè, dove esisteva un tempio dedicato zione su una base teonimica femminile
a Retia. La questione si può tuttavia è allettante.
allargare perché Esia era conosciuta Resta da risolvere un problema,
anche dagli Etruschi e corrispondeva a forse non connesso a questo, ma altret-
Vesuna (P 2014: ad voces)24, che tanto stuzzicante: l’origine del nome
corrispondeva a sua volta all’Arianna Enemonzo, la cui prima parte sembra
della mitologia greca. contrapporsi al vicino Esemon. La so-
luzione di questo busillis potrà appor-
tare nuove conoscenze e maggiori cer-
tezze su ambedue i toponimi.

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to nimnà- ‘orientato, che va verso il basso’, ittita šaramna- ‘che si trova sopra’, latino
antemna ‘antenna di insetto’ (ante + mn + V), lituano priem(e)nẽ ‘vestibolo, ingresso’
(sostantivato da ‘che si trova prima’) (S 2014: 84).
23. D (2004: 589) ritiene che la forma Eximnus sia un patronimico, ma su ciò nutriamo
dubbi in quanto il formante sarebbe stato -nu(s) e non -mnu(s). In effetti il retico formava
i nomi aggiunti (patronimici) con il suffisso -nu (-na, per i femminili) (M 2013),
ma se applichiamo ciò al nostro caso, allora bisogna trovare un’altra spiegazione per il
nome personale di origine, che non sarebbe piu Esia ma Esiam, Esium, Esime ecc. Ciò in-
vece potrebbe essere vero per Esina (Valcamonica), come già aveva intuito G (1939:
236). Per le formazioni di nomi personali etruschi si veda anche S 1998.
24. Questi nomi si sono sviluppati sul radicale teonimico √es-/is- (B 1980: II,136).

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