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LXXX, 1-2

2018

FRATELLI LEGA EDITORI


FAENZA
SCHEDE E NOTIZIE 611

Una dedica a Silvano dalla Dobrugia (Moesia Inferior) *


Un sopralluogo al Museo di Tulcea, nell’odierna regione della Dobrugia
(Romania orientale), effettuato nel luglio del 2017 (1), ha permesso l’individua-
zione e l’analisi autoptica di un’iscrizione sacra già edita da V. H. Baumann ma
mai recepita né dai repertori cartacei o elettronici dedicati alla Moesia Inferior
né da L’Année épigraphique: il testo fu rinvenuto nel 1980 a circa un km da
Neatârnarea, villaggio nel comune di Beidaud, nel distretto di Tulcea (2): si
tratta di un piccolo altare in calcare a sviluppo verticale (cm 63,5×33×29),
composto da un dado centrale di forma parallelepipeda con zoccolo e coro-
namento raccordato da una semplice modanatura a ugnatura. Il supporto è
formato da tre frammenti ricomposti e presenta tracce di lavorazione a gradina
su tutti i lati (Fig. 1).
Il campo epigrafico è vagamente allineato a sinistra, inscritto su gran parte
della faccia anteriore del dado centrale, con testo tracciato con solco triangolare
e distribuito su dieci linee caratterizzate da lettere apicate di modulo variabile,
in particolare nelle prime due linee, ospitate nel coronamento e nella modana-
tura (3). Si notino i segni di interpunzione triangolari alle ll. 2, 3 e 5, la forma
sbilenca della I alla l. 1, la diversa resa della R e della O, che alla l. 3 è nana, la
R e la P con occhiello aperto, la particolare forma del pilastrino della G, quasi
corsiva, e soprattutto la nutrita presenza di nessi alle ll. 1, 2, 3, 4, 6, 8, 9 (4): tra
questi si segnala il nesso triletterale VLP alle ll. 4, 6 e 9, (assente peraltro nella
medesima sequenza di lettere alla l. 10), la cui eleganza contrasta con l’imperi-
zia del lapicida tradita dall’ordinatio e dal ductus. L’epiteto san(ctus) parrebbe
realizzato in un secondo momento, quando il testo era già stato inciso: a un
errato calcolo dello spazio sembra riconducibile il nesso presente all’interno
del nome della divinità e nella successiva l. 2. Leggo:

* Ringrazio vivamente la prof.ssa Angela Donati per aver voluto ospitare questo mio
contributo, i prof. Attilio Mastino e Alessandro Teatini per i proficui consigli e Salvatore Ganga
per la documentazione grafica; desidero esprimere una riconoscenza speciale al mio maestro, dott.
Antonio Ibba, per aver supportato e sollecitato queste indagini. Il presente studio è stato possibile
grazie alla cortese disponibilità della dott.ssa Mihaela Iacob dell’Istituto di Ricerche Eco-Museali
di Tulcea (ICEM), che qui ringrazio.
(1) La ricognizione, svoltasi in data 27 luglio 2017, rientra tra le attività del progetto
«Ibida. Una città romana ai confini dell’impero, le sue necropoli, il suo territorio», diretto dal prof.
Alessandro Teatini e dal dott. Antonio Ibba, dell’Università di Sassari, in collaborazione con
l’Istituto di Ricerche Eco-Museali di Tulcea.
(2) V. H. BAUMANN, Piese sculpturale s˛i epigrafice în colect˛ia Muzeului de istorie s˛i arheologie
din Tulcea, «Peuce» 9, 1984, pp. 232-233, nr. 24. L’iscrizione è citata anche in ID., Culte romane
agreste - divinitati arhaice pe teritoriul Dobrogei - Silvanus si Priapus, in Studia Historiae et Religionis
Daco-Romanae. In honorem Silvii Sanie, a cura di L. Mihailescu-Bîrliba, O. Bounegru, Bucharest
2006, pp. 225-242. L’altare è entrato a far parte della collezione museale nel 1981.
(3) Le misure riportate si riferiscono all’altezza massima, espressa in cm, delle lettere di
ogni singola linea: l. 1: 5; l. 2: 4,5; l. 3: 2,5; l. 4: 2; l. 5: 2; l. 6: 2; l. 7: 2; l. 8: 1,5; l. 9: 1,5; l. 10: 2.
(4) A. HÜBNER, Exempla scripturae epigraphicae Latinae a Caesaris dictatoris morte ad
aetatem Iustiniani, Berolini 1885, pp. LXVIII-LXIX; cfr. ora A. M. CORDA, A. IBBA, Legere et non
intellegere neglegere est. Riflessioni sull’uso dei nessi nell’epigrafia latina, in L’iscrizione nascosta,
Atti del Colloquio Borghesi (Bertinoro, Centro Residenziale Universitario, 8-10 giugno 2017), c.d.s.
612 EPIGRAPHICA

Fig. 1. Veduta frontale dell’altare (elaborazione ortorettificata di S. GANGA).

Deo San(cto) Silvano.


Pro Salute
Imp(eratoris) Mar(ci) Ant(onii) Gor=
diani et (!) Ulp(ius) Valeri=
anus et filius ei=
us Ulp(ius) Cludianus (!),
ara(m) conlhgio (!) Sil=
vani donaverunt
per sacerdote(m) Ulp(ium)
Ulpianu(m).

Sotto il profilo grammaticale non sorprendono la caduta della nasale


finale alle ll. 9-10, nonché il plausibile impiego della U in luogo della O alla
l. 6 (Cludianus per Clodianus), fenomeni peculiari del latino volgare ed assai
frequenti nell’epigrafia della Moesia (5), né la già nota sostituzione della E con

(5) In generale F. STOLZ, A. DEBRUNNER, W. P. SCHMID, Storia della lingua latina, a cura
di E. Vineis, Bologna 19934, pp. 73-74, 80, 98, 100, 105-107, 109; V. VÄÄNÄNEN, Introduzione al
latino volgare, a cura di A. Limentani, Bologna 20034, pp. 82-83, 127-129; per una panoramica
sulle attestazioni epigrafiche della Moesia cfr. ora G. GALDI, Aspects du bilinguisme gréco-latin dans
la province de Mésie inférieure, in Bilinguisme gréco-latin et épigraphie. Actes du colloque (17-19
mai 2004), a cura di F. Biville, J.-C. Decourt, G. Rougemont, Lyon 2008, pp. 150-153; Á. JEKL,
SCHEDE E NOTIZIE 613

la lettera greca H alla l. 7, tanto più in una regione periferica dell’Impero in


cui, ancora nel III secolo d.C., il peso specifico della lingua e della cultura
greca appare considerevole (6).
Si tratta quindi di un altare consacrato a Silvano per la salute dell’Impera-
tore Gordiano III, e donato al collegium Silvani da Ulpius Valerianus e da suo
figlio Ulpius Cludianus o più probabilmente Ulpius Clodianus o Claudianus.
La lettura fornita dal Baumann è sostanzialmente condivisibile: per l’autore la
congiunzione alla l. 4 costituisce un semplice errore del lapicida, ma forse in
alternativa si potrebbe pensare a un augurio di salute esteso, in modo maldestro
e sconveniente, agli stessi dedicanti.
L’iscrizione è databile, sulla base della titolatura imperiale, tra il 238 e il
244 d.C., mentre del tutto ipotetico è un più preciso inquadramento cronologico
suggerito dal primo editore (7).
L’onomastica dei due devoti non permette l’identificazione certa della
loro condizione giuridica, si tratta forse di discendenti di liberti o di veterani,
portatori di un gentilizio già noto nella Dobrugia e in particolare nella regio
Histriae, di cui faceva parte il contesto di rinvenimento (8); è un Ulpius anche
il sacerdos del collegium, che riveste il ruolo di intermediario tra i due fedeli
e la divinità. I cognomina di derivazione gentilizia non offrono dati decisivi:
Valerianus è discretamente documentato in Dobrugia (9), mentre non abbiamo
attestazioni di Clodianus in tutta la Moesia Inferior (10). Un Ulpius Ulpianus è
invece noto in un’iscrizione votiva del 177 d.C., rinvenuta sempre nella regione
di Histria, ed è ricordato in qualità di magister del vicus Celeris (11).

Cambiamenti fonetici nel latino della provincia della Moesia Inferior, in Latin vulgaire - Latin tardif
X. Actes du Xe Colloque international sur le latin vulgaire et tardif (Bergamo, 5-9 septembre 2012),
a cura di P. Molinelli, P. Cuzzolin, C. Fedriani, Bergamo 2014, pp. 63-78.
(6) La compresenza di caratteri greci e latini all’interno di singole parole, solitamente di natura
accidentale, è piuttosto nota nella produzione epigrafica e si protrae anche in quella cristiana: A.
E. FELLE, Manifestazioni di bilinguismo nelle iscrizioni cristiane di Roma, in Atti dell’XI Congresso
Internazionale di Epigrafia Greca e Latina (Roma, 18-24 settembre 1997), Roma 1999, pp. 676-
678. Per un esempio simile, sempre dalla Moesia Inferior, cfr. AEp 1985, 762; per il rapporto tra
cultura latina e greca e le implicazioni linguistiche e onomastiche nella documentazione epigrafica
vedi nota precedente e cfr. ora R. G. CURCĂ, Elenism s˛i romanitate în Moesia Inferior. Interferent˛e
etnice s˛i lingvistice, Ias˛i 2012.
(7) Per V. H. BAUMANN, Piese sculpturale, cit., pp. 232-233, la dedica fu posta il 1 giugno
del 240 d.C., in occasione di un evento importante come il rinnovo della potestà tribunizia
dell’Imperatore: cfr. V. H. BAUMANN, Culte romane, cit. p. 225. In effetti le altre dediche a Silvano
provenienti dalla Dobrugia risalgono ai giorni prestabiliti del mese di giugno (Kalendae, Nonae,
Idus): vedi infra.
(8) L. MIHAILESCU-BÎRLIBA, Les «Romains» dans la cité d’Istros sous le Haut-Empire, «Dacia»,
56, 2012, pp. 91-98; F. MATEI-POPESCU, Statutul juridic s˛i teritoriul Histriei în epoca romană, in
Poleis în Marea Neagră: Relat˛ii interpontice s˛i product˛ii locale, a cura di F. Panait Bîrzescu et al.,
Bucures˛ti 2013, pp. 203-233; A. PANAITE, Histria - A Greek City in a Roman Province, «Pontica»,
47, Suppl. III, 2014, pp. 43-67.
(9) I. KAJANTO, The Latin cognomina, Roma 1965, pp. 35, 157. Nella regione circostante
è documentato a Histria (IScM I, 207), ma anche a Ulmetum (IScM V, 66), Carsium (AEp 1989,
641), Sacidava (AEp 1977, 753), Tomis (AEp 1957, 194; AEp 1964, 230) a Tropaeum Traiani (CIL
III, 14214, 12461) e a Durostorum (AEp 1974, 570).
(10) I. KAJANTO, The Latin cognomina, cit., pp. 32, 35, 144. In alternativa si potrebbe
pensare perciò a Claudianus, con caduta della prima vocale, cognomen attestato a Troesmis (IScM
V, 198), Tomis (IScM II, 211), Abrittus (AEp 2010, 1421), e forse anche ad Histria (IScM I, 424).
(11) IScM I, 351: L. MIHAILESCU-BÎRLIBA, Les «Romains», cit. pp. 95, 97; cfr. D.
614 EPIGRAPHICA

La menzione del dio Silvanus e del suo collegium costituiscono certamente


l’aspetto più interessante di questo documento epigrafico: come noto, si tratta
di una delle divinità più popolari del mondo romano, di antica tradizione
italica, afferente ai boschi, ai pascoli, alle attività agricole e più in generale
ai vari aspetti della vita rurale, compresi quelli legati alla delimitazione e
definizione degli spazi (12). L’epiteto Sanctus, frequentissimo nelle dediche a
Silvano, è quello maggiormente attestato anche nelle iscrizioni della provincia
considerata (13). Più in generale le testimonianze, non solo epigrafiche, del culto
nella Moesia Inferior, meno cospicue rispetto alle realtà provinciali limitrofe,
si concentrano nel settore centro-occidentale, in particolare nel santuario di
Montana, nell’omonimo distretto minerario (14), nella regione limitrofa e nel
vicus Longinopara, in Bulgaria, ma anche, seppure in modo più episodico,
nella Dobrugia rumena (15): in tale areale l’iscrizione di Neatârnarea si ag-
giunge alle due dediche provenienti da Ulmetum, databili rispettivamente al
1 giugno 178 d.C. (16) e al 5 giugno 191 d.C. (17), oltre a quella del tutto
incerta di Histria, ma pertinente a un vicus della sua regio, del 13 giugno 144
d.C. (18); al repertorio iconografico di Silvano sembrerebbero riferibili infine

APARASCHIVEI, Oras˛ele romane de la Dunărea Inferioară, Ias˛i 2010, p. 238, che cita il sacerdos
della dedica di Neatârnarea. Per il cognomen Ulpianus, documentato anche a Troesmis (IScM V,
179), si rimanda a I. KAJANTO, The Latin cognomina, cit., p. 159.
(12) In generale P. F. DORCEY, The Cult of Silvanus: a study in Roman folk religion, New
York 1992; A. M. NAGY, Silvanus, «LIMC», 7, 1-2, pp. 763-773. Per la diffusione nelle province
danubiane si vedano, tra gli altri, M. L. DÉSZPA, Peripherie-Denken. Transformation und Adaption
des Gottes Silvanus in den Donauprovinzen (1.-4. Jahrhundert n. Chr.), Stuttgart 2012; Z. GOcEVA, Le
culte de Silvain dans la province de Misia Inferior, in Religio deorum. Actas del Colloquio internacional
de epigrafía «Culto y sociedad en Occidente», a cura di M. Mayer, Sabadell 1993, pp. 251-259; M.
AIRINEI, Particularităt˛i ale cultului lui Silvanus în Dacia romană, «Buletinul Cercurilor S˛tiint˛ifice
Student˛es˛ ti», 19, 2013, pp. 51-64; L. PERINIĆ, The Nature and Origin of the Cult of Silvanus in
the Roman Provinces of Dalmatia and Pannonia, Oxford 2016; S. PILIPOVIĆ, Il culto di Silvano nel
limes della Mesia Superiore, «AArchHung», 68, 2017, pp. 59-74.
(13) Delle circa venti dediche a Silvano della Moesia Inferior, almeno otto attestano
l’appellativo di Sanctus, in generale molto frequente nelle iscrizioni votive della provincia: ILBulg
196, 197, 199, 208, 209; IScM V, 67; V. VELKOV, G. ALEXANDROV, Montana 2. Epigrafski pametnici
ot Montana i raı̆ona, Montana 1994, nr. 87, 88; cfr. infine ILBulg 206.
(14) La connotazione di protettore delle miniere, delle cave e di chi vi lavora o le amministra
è del resto ampiamente nota in tutto l’Impero e nelle province danubiane: P. F. DORCEY, The
Cult of Silvanus, cit. p. 120.
(15) M. L. DÉSZPA, Peripherie-Denken, cit., pp. 71-86; Z. GOcEVA, Le culte de Silvain, cit.
pp. 251-259; EAD., Specific features in the iconography of Silvanus in Moesia Inferior, in Studia
Aegaea et Balcanica in honorem Lodovicae Press, a cura di W. Chmielewski et al., Warszawa 1992,
pp. 183-188; EAD. Une represention de Silvanus d’un schema iconographique non typique de l’Europe
orientale, in Dacia Felix. Studia Michaeli Bărbulescu oblata, a cura di S. Nemeti et al., Cluj-Napoca
2007, pp. 188-192; per le dediche di ambito militare, presso cui il culto godette di particolare
fortuna, cfr. D. BOTEVA, Soldiers and veterans dedicating votive monuments with a representation
of the Thracian horseman within the provinces of Lower Moesia and Thrace, in Römische Städte
und Festungen an der Donau. Akten der Regionalen Konferenz (16-19 Oktober 2003), a cura di M.
Mirkovic, Belgrade 2005, p. 204; O. ALEXANDROV, The Religion in the Roman Army in Lower
Moesia Province (1st-4th c. AD), Veliko Turnovo 2010, pp. 105-110, 319; ID. Roman Army Religion
in the Province of Lower Moesia, in The Lower Danube Roman Limes (1st-6th c. AD), a cura di L.
Vagalinski, N. Sharankov, S. Torbatov, Sofia 2012, pp. 278-279.
(16) IScM V, 66 (Consacrani Silvan[i] Satoris).
(17) IScM V, 67 (I(ovi) O(ptimo) M(aximo) et Sancto Silvano).
(18) IScM I, 325 ([Nymph]is et [Silvano?]).
SCHEDE E NOTIZIE 615

alcuni ex voto provenienti da Tomis, odierna Constant˛ a, e da Revărsarea,


presso Noviodunum (19).
I documenti epigrafici suggeriscono dunque l’esistenza di almeno due
collegia Silvani in Dobrugia, uno a Ulmetum e uno proprio nelle immediate
vicinanze di Neatârnarea, dove è stato localizzato un vicus sulla base di una
dedica I(ovi) O(ptimo) M(aximo) et Iunoni Reg(inae), posta nel 187 d.C. da
un magister vici (20). A prescindere dall’identificazione dell’insediamento,
non stupisce l’attestazione del collegio di cultori nel distretto di Histria, una
regione caratterizzata dalla presenza di cives romani consistentes, veterani, ma
anche Bessi e Lai, coinvolti, a partire dalla seconda metà del I secolo d.C., in
un articolato programma finalizzato alla valorizzazione di uno spazio geografico
fino ad allora scarsamente antropizzato ed allo sfruttamento razionale delle
risorse agricole (21). Anche in tale contesto il collegio sacerdotale appare ben
ancorato a una solida realtà rurale.
Non si dimentichi però che, pur nei limiti quantitativi di una casistica
come quella della Moesia Inferior, la dimensione popolare del culto è comunque
meno scontata di quel che si possa pensare: i dedicanti noti, invero numerica-
mente esigui, sono perlopiù militari o veterani, ma non mancano personaggi di
modesta condizione sociale o di origine trace, oppure cives, talvolta strutturati
nell’organigramma amministrativo dei vici, a conferma della complessità del
culto e della sua versatilità in relazione alle molteplici realtà locali, peraltro
tangibile pure in alcuni epiteti riconducibili al sostrato culturale indigeno, nei
fenomeni sincretici e nell’associazione con altre divinità, infine nelle diverse
sfumature iconografiche, ad esempio con il frequente richiamo al modello del
cavaliere trace (22).

CLAUDIO FARRE
Università di Sassari

(19) Per queste attestazioni cfr. V. H. BAUMANN, Culte romane, cit., pp. 228-231.
(20) IScM I, 368: l’ipotesi è di V. H. BAUMANN, Culte romane, cit., pp. 226-227. Parte
della critica identifica il vicus con Noviodunum: L. MROZEWICZ, Arystokracja municypalna w
Rzymskich Prowincjach nad Renem i Dunajem w okresie wczesnego cesarstwa, Poznań 1989, p.
106; D. APARASCHIVEI, Oras˛ele romane, cit., p. 147.
(21) Vedi supra, nota nr. 8; cfr. ora A. IBBA, Agglomerati pre-urbani nelle Moesiae (I-III
sec.): riflessioni e confronti, in ‘Voce concordi’. Scritti per Claudio Zaccaria, a cura di F. Mainardis,
Trieste 2016, pp. 367-372.
(22) Per questi aspetti, con riferimento alla Moesia Inferior, P. F. DORCEY, The Cult of Silvanus,
cit. pp. 75-76; Z. GOcEVA, Specific features, cit., pp. 183-188; EAD. Une represention, cit., pp. 188-
192, M. L. DÉSZPA, Peripherie-Denken, cit., pp. 71-86. Un quadro generale sui cultores di Silvano
è offerto da M. CLAUSS, Die Anhängerschaft des Silvanus-Kultes, «Klio», 76, 1994, pp. 381-387.

* * *
PERIODICO INTERNAZIONALE DI EPIGRAFIA
LXXX 1-2, 2018

INDICE

Ignacio SIMÓN CORNAGO, El primer horizonte epigráfico de Clunia: promoción jurídica,


latinización y memoria ............................................................................................................... p. 9
Mounir FANTAR, Des Vettii d’Hadrumète, au Musée de Nabeul .................................................. » 45
Diego CHAPINAL HERAS, Artemis Hegemona in Molossia ......................................................... » 57
María José PENA, Consideraciones sobre el conjunto de pedestales inscritos del foro-teatro de
Tusculum (Lacio) ........................................................................................................................ » 69
Alfredo SANSONE, Titus Helvius Sabinianus: negotians perticarius di Atina (regio III)? ............. » 97
Ivan DI STEFANO MANZELLA - Angela DONATI - Attilio MASTINO - Raimondo ZUCCA,
[I]n (h)oc loco pidicatus. (Sardinia, ager tharrensis, loc. San Salvatore-Cabras (OR), Ipogeo
di Heracles σωτήρ) ...................................................................................................................... » 109
Bernd M. KREILER, Wie hiess der Sohn des Theophanes? Eine Studie zu den Pompei Macri im
Anschluss an I.Priene nr. 244 ..................................................................................................... » 129
Michel CHRISTOL, Sur la carrière d’un chevalier romain de Nîmes ............................................. » 139
Sergio ESPAÑA CHAMORRO, Miliarios y límites provinciales: algunas reflexiones sobre el
miliario de Mengíbar (CIL XVII/1, 93) y la frontera oriental entre la Bética y la Citerior .. » 165
Antonio D. PÉREZ ZURITA, CIL II, 2479=5617: un intento de aproximación al cursus honorum
de L. Cornelius L.f. Gal. Bocchus .............................................................................................. » 183
Javier ANDREU PINTADO, Una nueva inscripción romana con numeral procedente de la
Tarraconense (Los Bañales de Uncastillo, Zaragoza) ............................................................... » 201
Peter ROTHENHOEFER, Zwei Belege für numeri legionis ............................................................ » 209
Davide REDAELLI, Militari ad Aquileia. Nuove note sull’epigrafe di C. Manlio Valeriano ........ » 223
Moheddine CHAOUALI, P. Popillivs P. L. Neo Argentarivs .......................................................... » 247
Marjeta ŠAŠEL KOS, The residents of Siscia: a population study .................................................. » 265
Antonio M. CORDA - Salvatore GANGA - Alberto GAVINI - Antonio IBBA - Paola RUGGERI,
Thignica 2017: novità epigrafiche dalla Tunisia ....................................................................... » 323
Guido MIGLIORATI, La nuova iscrizione ai SS. Faustino e Giovita in S. Afra (S. Angela Merici),
Brescia ......................................................................................................................................... » 343
Ana DEMICHELI - Dino DEMICHELI, Salona AD 541: precisely dated sarcophagus of vaginarius
(scabbard maker) Saturninus, fabrica armorum Salonitana and the plague of Justinian ....... » 357
Marc MAYER I OLIVÉ, Notas sobre las inscripciones romanas conservadas en el Palazzo Com-
pagnoni Marefoschi de Macerata .............................................................................................. » 387
Francesco MUSCOLINO, Una raccolta epigrafica del XVIII secolo: i «Marmi Cremonesi» di
Torre de’ Picenardi .................................................................................................................... » 401
Giorgio CRIMI, Falsi, copie e iscrizioni moderne: alcuni casi di studio ......................................... » 433

***
Schede e notizie

Cristina CUMBO, Epigrafi inedite, frammenti scultorei e alcuni aggiornamenti: dalla via Aurelia
vetus al Campo Marzio .............................................................................................................. » 447
Giovanna OTTAVIANELLI, Una nuova tabellina di colombario da una collezione privata .............. p. 460
Simona ANTOLINI, Nuovi cippi funerari a colonnina da Caere ........................................................ » 466
Cesare CASTELLANI, Nascita e sviluppo della Raccolta Lapidaria di Avezzano .............................. » 475
Giuseppe CAMODECA, Iscrizioni nolane da Cimitile ........................................................................ » 494
Gemma CORAZZA, Cura secunda di una iscrizione campana reimpiegata nel campanile della chiesa
di S. Angelo in Audoaldis .......................................................................................................... » 505
Francesco DI VASTO, Un inedito bollo laterizio [-- - -]AVGN dalla villa romana di Camerelle
(Castrovillari) .............................................................................................................................. » 510
Giulia BARATTA, Le tesserae lusoriae di Siracusa ............................................................................... » 518
Federico FAVI, Un nuovo apografo di IPuglia 58 (IG XIV, 682) .................................................... » 539
Matteo BRACONI, La carriera del presbitero. Testo e contesto di una nuova iscrizione cristiana
proveniente dalla Catacomba di S. Mustiola a Chiusi (SI) .................................................... » 551
Alfredo BUONOPANE, Il signaculum e l’iscrizione di C. Raius Geminus .......................................... » 562
Francesca CENERINI, Un nuovo esempio di castitas attestato su pietra ....................................... » 566
Giovanna CICALA, Sigilli romani in bronzo del Museo Nazionale di Parma .................................. » 570
Riccardo GHIDOTTI, Una dedica a Giove da Bedriacum .................................................................. » 584
Riccardo BERTOLAZZI, The cult of Fortuna in the pagus Arusnatium (Italia, regio II) . Some
considerations about a newly discovered inscription ............................................................... » 591
Mauro REALI, L’incerta tradizione di un’iscrizione romana da Agliate (MB) ................................. » 596
Lorenza LASTRICO, P. Lucilius Successor da centurione a procuratore imperiale ............................ » 599
Javier VELAZA, Un pedestal hallado en el área forense de Santa Criz (Eslava, Navarra) .............. » 603
Claudio FARRE, Una dedica a Silvano dalla Dobrugia (Moesia Inferior) ......................................... » 611
Nacéra BENSEDDIK, Un nouveau carmen en Numidie ...................................................................... » 616
Elena CIMAROSTI, Un DVD sulla Tavola di Polcevera ..................................................................... » 620
Maria Bastiana COCCO, Dalla Sardegna al Metropolitan Museum of Art di New York: il signaculum
votivo della Venus obsequens di Turris Libisonis ...................................................................... » 623

Premio Giancarlo Susini ...................................................................................................................... » 625

Nouvelles de l’A.I.E.G.L. ..................................................................................................................... » 627

* * *
Bibliografia

Gaetano Marini (1742-1815)protagonista della cultura europea·Scritti per il bicentenario della morte,
a cura di Marco Buonocore, Cittá del Vaticano 2015 (ALFREDO BUONOPANE) ................... » 635
MARIA JOSÉ ESTARÁN TOLOSA, Epigrafía bilingüe del Ocidente romano. El latín y las lenguas
locales en las iscripciones bilingües y mixtas, Zaragoza 2016 (SIMONA MARCHESINI) ........... » 641
MARGARET LAIRD, Civic Monuments and the Augustales in Roman Italy, New York 2015 (ANTONIO
SARTORI) ..................................................................................................................................... » 644
GEMMA CORAZZA, Gli Augustales della Campania romana, Napoli 2016 (MARIA SILVIA BASSI-
GNANO) ....................................................................................................................................... » 648
NATHAN BADOUD, Inscriptions et timbres céramiques de Rhodes. Documents recueillis par le médicin
et explorateur suédois Johan Hedenborg (1786-1865), Stockholm 2017 (Angela DONATI) .... » 657
Annunci Bibliografici ............................................................................................................................ » 658

Elenco dei collaboratori ........................................................................................................................ » 661

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