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MODULO A LEZIONI: 6 - 7 - 8 - 9 - 12

MODULO B LEZIONI: 1 - 2 - 3

LEZIONE 6 - RIELABORAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE


Lo stato patrimoniale non distingue gli impieghi e le fonti in relazione alle loro scadenze e dunque
per disporre di informazioni più attendibili sull’evolversi della situazione economica occorre
rielaborare lo stato patrimoniale.
1. interpretazione letterale = individuare l’esatto significato delle voci del bilancio
2. interpretazione revisionale = verificare l’attendibilità del bilancio
3. rielaborazione attraverso i criteri che facilitano l’interpretazione prospettica

Impieghi:
- attivo corrente formato dalle disponibilità liquide, disponibilità finanziarie e rimanenze
- attivo immobilizzato formato dalle immobilizzazioni immateriali, immobilizzazioni materiali e
immobilizzazioni finanziarie.

Fonti di finanziamento:
- debiti a breve scadenza (passività correnti)
- debiti a media e lunga scadenza (passività consolidate)
- capitale di debito
- patrimonio netto formato dal capitale di debito e l’utile o perdita dell’esercizio

In questa maniera lo stato patrimoniale mette meglio in evidenza i margini patrimoniali consentendo
di esprimere valutazioni sull’equilibrio della struttura patrimoniale e l’equilibrio finanziario.

LEZIONE 7 - RIELABORAZIONE DEL CONTO ECONOMICO


Il conto economico civilistico non distingue i componenti di reddito della gestione caratteristica,
accessoria e straordinaria e sono classificati per natura.
L’obiettivo della sua riclassificazione è di ottenere una configurazione tale da evidenziare le
aggregazioni e i risultati intermedi e i risultati di gestione utili a comprendere la progressiva
formazione del reddito d’esercizio.
Al fine di evidenziare i risultati intermedi di gestione il conto economico può essere riclassificato
secondo due strutture:
- a valore aggiunto
- a ricavi e costo del venduto

La configurazione a valore aggiunto classifica costi e ricavi mettendo in evidenza il valore aggiunto
creato dalla gestione aziendale.
Il valore aggiunto è l’incremento di valore che l’azienda aggrega al valore dei beni e dei servizi
acquistati da altre imprese.
VALORE AGGIUNTO = VALORE DELLA PRODUZIONE - COSTI PER MAT., SERVIZI E GOD. BENI
Il valore aggiunto è ripartito tra tutti i soggetti che hanno concorso alla sua determinazione sotto
forma di:
- retribuzione al personale dipendente
- interessi spettanti ai portatori di capitale di debito
- dividendi o quote di utile spettante ai soci
- imposte e tasse
- ammortamenti, accantonamenti a fondi e rischi e riserve
Componenti: ricavi netti di vendita RV, valore della produzione Vp, valore aggiunto Va, margine
operativo lorda EBITDA Mol, reddito operativo EBIT Ro, risultato della gestione ordinaria, risultato
economico al lordo delle imposte RI, utile o perdita dell’esercizio Re.

La configurazione a ricavi e costi del venduto può essere effettuata solo se i costi sono stati
riclassificati per destinazione produttiva, tale configurazione pone in evidenza il margine lordo
industriale determinato dalla differenza tra ricavi netti di vendita e costo del venduto.
Il costo del venduto è calcolato:
esistenze iniziali di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci, di prodotti in lavorazione,
semilavorati e finiti
+ acquisto di materie prime, sussidiarie e di consumo e merci
+ costi industriali
- rimanenze finali di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci, di prodotti in lavorazione,
semilavorati e finiti
- costi patrimonializzati per lavori interni
= costo del venduto

Il margine lordo industriale (utile o perdita) mette in evidenza il risultato strettamente collegato
all’attività di produzione dei beni e dei servizi prodotti, senza tener conto dei costi commerciali e dei
costi amministrativi che sono evidenziati separatamente.
Componenti: ricavi di vendita Rv, margine lordo industriale Ml, reddito operativo EBIT Ro, risultato
della gestione ordinaria, risultato economico al lordo delle imposte Rl, utile o perdita dell’esercizio.

LEZIONE 8 - ANALISI DELLA REDDITIVITA’


L’interpretazione prospettica del bilancio ha l’obiettivo di analizzare i dati contenuti nello stato
patrimoniale e nel conto economico al fine di ottenere informazioni utili per comprendere il futuro
andamento aziendale. Questa interpretazione può effettuata mediante l’analisi per indici o l’analisi
per flussi. Gli indici sono quozienti che forniscono informazioni utili per comprendere il futuro
andamento economico:
- indici di redditività: esaminano la capacità dell’impresa a generare utili
- indici di produttività: esaminano l’efficienza dei fattori produttivi
- indici patrimoniali: esaminano le relazioni tra gli impieghi e le fonti
- indici finanziari: esaminano la situazione finanziaria e la solvibilità
ROE reddito d’esercizio / capitale esprime la redditività del
proprio % capitale di rischio

ROI reddito operativo / totale esprime la redditività del


impieghi % capitale investito

ROS reddito operativo / ricavi di esprime la redditività delle


vendita % vendite

Rotazione degli impieghi ricavi di vendita / totale esprime quante volte in un


impieghi % anno si è ripetuta la redditività
dei ricavi di vendita

ROD oneri finanziari / capitale di indica il costo dei capitali presi


debito % in prestito

Tasso di incidenza della reddito d’esercizio / reddito indica l'incidenza sul reddito
gestione non caratteristica operativo % d'esercizio delle gestioni non
caratteristiche

leverage totale impieghi / capitale esprime il livello di


proprio indebitamento

ROE = ROI x leverage x tasso di incidenza della gestione non caratteristica

La redditività aziendale è influenzata anche:


- dalla produttività del capitale investito
- della produttività del lavoro

produttività del capitale investito = valore aggiunto / totale impieghi %


rendimento del lavoro = valore aggiunto / numero dipendenti % oppure valore della produzione /
numero dei dipendenti %

LEZIONE 9 - ANALISI DELLA STRUTTURA PATRIMONIALE E FINANZIARIA


La struttura patrimoniale è in equilibrio quando gli impieghi sono correlati con le scadenze
temporali dei finanziamenti, ovvero la struttura è in equilibrio quando l’attivo
corrente è sufficiente a coprire i debiti a breve scadenza.
Indici patrimoniali:
composizione impieghi composizione fonti

Indice di elasticità AC / TI % Incidenza dei debiti a DB / TF %


degli impieghi breve scadenza

Indice di rigidità degli incidenza dei debiti a DML / TF %


impieghi IM / TI % media e lunga
scadenza

incidenza del capitale CP / TF %


proprio

totale impieghi TI 100 % totale fonti TF 100 %

Indici finanziari:
incidenza di AC / DB indice di liquidità secondaria DF + DL / DB
disponibilità

indice di CP / IM indice di copertura globale delle CP + DML / IM


autocopertura delle immobilizzazioni
immobilizzazioni

Margini Indici

Patrimonio Indice di disponibilità Indica la capacità di far fronte agli impegni finanziari a
circolante netto Deve assumere un valore compreso tra breve utilizzando tutte attività che si rendono liquide
attivo a breve 1 e 2 in modo da non essere costretti entro l’esercizio (liquidità immediata + liquidità differita
termine – debiti a a vendere “frettolosamente” le scorte + rimanenze)
breve termine di magazzino

Margine di Indice di liquidità secondaria Indica la capacità di far fronte agli impegni finanziari a
tesoreria Se <1 l’impresa può evidenziare breve utilizzando solo mezzi liquidi o prontamente
(liquidità immediata sintomi di tensione finanziaria liquidabili (liquidità differita)
+ liquidità differita)
– debiti a breve
termine

Margine di Indice di autocopertura Indica la quota di investimenti a medio e lungo termine


struttura delle immobilizzazioni finanziata con capitale non soggetto a scadenza.
capitale proprio – Se = 1 indica che le immobilizzazioni L’equilibrio fonti – impieghi si realizza comunque anche
attivo sono interamente finanziate con se il capitale proprio è < dell’attivo immobilizzato,
immobilizzato capitale proprio; se < 1 le purchè la differenza sia coperta con debiti a medio e
immobilizzazioni risultano finanziate lungo termine
anche ricorrendo a debiti
Margine di Indice di copertura globale Indica la quota di investimenti a medio e lungo termine
copertura globale delle immobilizzazioni finanziata con capitale permanente (capitale proprio +
capitale Per mantenere un corretto equilibrio debiti a media e lunga scadenza)
permanente – fonti – impieghi, tale indice dovrebbe
attivo essere > 1
immobilizzato

LEZIONE 12 - ANALISI DEL BILANCIO SOCIO AMBIENTALE


La responsabilità sociale dell’impresa coinvolge tre diversi ambiti:
- ambito economico
- ambito sociale
- ambito ambientale

Le imprese di grandi dimensioni che rientrano nella definizione di Ente di interesse


pubblico devono redigere una Dichiarazione non finanziaria contenente informazioni di
natura sociale e ambientale attinenti:
- al personale, al rispetto dei diritti umani e alla lotta alla corruzione
- all’utilizzo delle risorse energetiche, alle emissioni di gas a effetto serra, all’impiego di risorse
idriche ecc.

Il bilancio socio ambientale è un rendiconto che dimostra il contributo dell’impresa a favore della
collettività e dell’eco ambiente.
Il bilancio socio ambientale è uno strumento di:
- programmazione e controllo

- comunicazione, che integra e supporta la comunicazione economico-finanziaria

Principi di redazione del bilancio socio ambientale:


responsabilità Richiede di indicare chiaramente gli stakeholder a cui l’impresa deve
render conto anche attraverso la predisposizione di mappe idonee a
individuarli.

identificazione Si devono fornire indicazioni sull’assetto proprietario, sulla vision, sulla


mission, sul codice etico e, in generale, sui valori ritenuti importanti (ciò
in cui l’impresa crede e vuole essere identificata).

trasparenza e Le informazioni devono essere vere, verificabili, trasparenti e chiare (si


verificabilità deve mettere il lettore in condizioni di verificare le fonti di raccolta dei
dell’informazione dati)

inclusione Tutti gli stakeholder, sia interni che esterni, devono essere coinvolti nel
processo di redazione del bilancio e devono poter apportare
liberamente il proprio contributo.
coerenza Vi deve essere corrispondenza tra i valori e gli obiettivi indicati e le
scelte strategiche compiute dall’impresa per il loro raggiungimento.

neutralità I soggetti che redigono il rendiconto devono essere totalmente


distaccati dai propri interessi personali.

competenza Gli effetti sociali devono essere rilevati nel momento in cui si
manifestano finanziariamente e non nel momento in cui si assume la
decisione.

prudenza Non vi devono essere sopravvalutazioni delle performance aziendali

comparabilità, I dati devono essere omogenei , comparabili nel tempo e nello spazio in
chiarezza, intelligibilità modo da rendere le informazioni contenute nel bilancio perfettamente
e omogeneità comprensibili.

utilità, significatività e L’informazione deve essere significativa (si deve limitare a esporre solo i
rilevanza dati che possono effettivamente interessare i destinatari); si deve
considerare l’effettivo impatto dell’attività aziendale cercando di limitare
il più possibile le stime soggettive.

attendibilità e fedele L’informazione deve essere priva di errori e “forzature” in modo da


rappresentazione offrire una rappresentazione affidabile (vera); gli aspetti sostanziali
devono prevalere su quelli formali (predominio della sostanza sulla
forma).

Il bilancio socio ambientale è articolato in più sezioni:


- premessa e nota metodologica
- identità aziendale
- relazione sociale
- produzione e distribuzione del valore aggiunto

Riclassificazione del bilancio socio ambientale, determinazione del valore aggiunto:


remunerazione / fattori produtti

costi per il personale ai dipendenti per il lavoro prestato

+ imposte e tasse alla Pa per i servizi pubblici

+ oneri finanziari ai finanziatori per i prestiti concessi

+ dividendi distribuiti ai soci portatori del capitale di rischio

+ accantonamenti a riserve, ammortamenti, all’impresa per le funzioni di organizzazione


accantonamenti a fondi e rischi e oneri e coordinamento delle attività produttive

+ interventi di solidarietà sociale, contributi e alla collettività su base volontaria


liberalità

= valore aggiunto globale lordo


LEZIONE 1 - LA CONTABILITA’ GESTIONALE
La contabilità direzionale fornisce informazioni ai soggetti interni e supporta gli organi direzionali
nell’assunzione delle decisioni.
La contabilità direzionale comprende:
- budget
- contabilità gestionale
- contabilità generale
- valutazione delle performance
- reporting

La contabilità gestionale ha come scopo il controllo economico della gestione attraverso la


misurazione, la rilevazione, la destinazione e l’analisi dei costi e dei
ricavi. La contabilità gestionale serve a:
- definire i prezzi
- valutare le rimanenze
- controllare l’efficienza
- realizzare la programmazione
- valutare la convenienza economica delle scelte
- misurare l’efficacia
- analizzare la redditività

Il controllo e la gestione dei costi si realizzano attraverso:


- definizione dell’oggetto
- classificazione dei costi
- scelta della modalità di calcolo e di riparto dei costi indiretti
- individuazione del momento in cui effettuare il calcolo

Il termine costo assume significati diversi, nella contabilità generale:


- il costo dei fattori produttivi acquistati
- costo di competenza
nella contabilità gestionale:
- costo dei fattori produttivi impiegati
- costo dei prodotti

LEZIONE 2 - I METODI DI CALCOLO DEI COSTI


Il costo di un oggetto può essere calcolato con:
- il metodo a costi diretti (direct costing)
- il metodo a costi pieni (full costing)

La contabilità gestionale a costi diretti (direct costing) consente di calcolare:


- il margine di contribuzione di primo livello, dato dalla differenza tra i ricavi di vendita e i costi
variabili
- il margine di contribuzione di secondo livello, dato dalla differenza tra il margine di
contribuzione di primo livello i costi fissi specifici

La contabilità a costi pieni (full costing) attribuisce all’oggetto di calcolo sia i costi diretti sia i costi
indiretti. Consente di determinare una serie di configurazioni di costo:
- costo primo
- costo industriale
- costo complessivo
- costo economico tecnico

L’imputazione dei costi indiretti su base unica aziendale si effettua sommando tutti i costi indiretti e
suddividendo il risultato tra i diversi oggetti di calcolo considerando un’unica base di riparto.

L’imputazione dei costi indiretti su base multipla aziendale si effettua classificando i costi in gruppi
omogenei e, successivamente, scegliendo per ogni gruppo la base di riparto ritenuta più opportuna.

I centri di costo sono unità organizzative presenti nell’azienda che svolgono attività di carattere
tecnico, commerciale o amministrativo. I centri di costo possono essere:
- centri reali, se corrispondono a organizzazioni individuabili fisicamente
- centri di comodo, se concepiti in modo fittizio in relazione a costi che non si possono riferire
a centri reali

I centri di costo si possono distinguere in base all’attività svolta in:


- centri produttivi: in cui si effettua la lavorazione
- centri ausiliari: che forniscono servizi agli altri centri di costo
- centri comuni di servizi alla produzione: che forniscono prestazioni agli altri centri di costo e
la cui attività non può essere misurata in unità fisiche
- centri funzionali: che si riferiscono alle attività di amministrazione, commercializzazione e
gestione del personale

Le imprese che realizzano processi gestionali complessi adottano il metodo del full costing con
imputazione dei costi indiretti basato sul costo delle attività svolte per ottenere il prodotto (ABC -
Activity Based Costing).

Il metodo ABC (Activity Based Costing) si applica attraverso le seguenti fasi:


1. individuazione delle attività svolte per realizzare l’oggetto di calcolo
1. determinazione del costo di ogni attività elementare
2. individuazione dei cost driver
3. calcolo del costo unitario dei cost driver di ogni attività
4. imputazione dei costi indiretti di ogni attività agli oggetti di calcolo

I cost driver sono gli elementi attraverso i quali si manifesta l’attività produttiva; rappresentano la
causa del sostenimento dei costi.

Il metodo ABC richiede la scomposizione dei processi gestionali in attività elementari e consente di
migliorare la conoscenza dei fenomeni aziendali e di ottimizzare la gestione.
Il metodo ABC risulta complesso e richiede numerose elaborazioni per individuare e valutare i cost
driver.

LEZIONE 3 - L’UTILIZZO DEI COSTI NELLE DECISIONI AZIENDALI


Scopo principale della contabilità gestionale è fornire informazioni al management aziendale per
assumere decisioni.

L’analisi dei costi consente all’azienda di assumere decisioni riguardanti:


- gli investimenti che modificano la capacità produttiva
- la redditività dei singoli prodotti
- il prezzo di vendita dei prodotti
- l’accettazione o il rifiuto di un nuovo ordine
- il mix di prodotti da realizzare in presenza di un fattore produttivo scarso
- l’eliminazione dei prodotti che generano perdite
- il make or buy

Le decisioni che non richiedono investimenti pluriennali sono scelte di CONFRONTO OPERATIVO. Il
confronto avviene tra costi e ricavi differenziali, cioè costi o ricavi che variano rispetto alla situazione
di partenza.

La decisione di accettare o rifiutare un ordine viene assunta sulla base del costo suppletivo.
Il costo suppletivo è il costo sostenuto dall’impresa per aumentare la produzione attuale di una
determinata quantità.

La scelta del mix di prodotti da realizzare in presenza di un fattore produttivo scarso viene fatta
attraverso il calcolo del margine di contribuzione in funzione del fattore limitante.

La scelta di eliminare alcuni prodotti che presentano una scarsa redditività viene compiuta
confrontando i ricavi cessanti con i costi cessanti:
- se i ricavi cessanti sono maggiori dei costi cessanti non conviene eliminare la fabbricazione
dei prodotti
- se i ricavi cessanti sono minori dei costi cessanti conviene eliminare la fabbricazione dei
prodotti

La contabilità gestionale fornisce un supporto informativo ai fini della scelta tra la produzione interna
e l’acquisto esterno di un bene con l’analisi del costo differenziale.

L’analisi del costo differenziale si effettua confrontando i costi che si sostengono nella produzione
interna del bene con i costi che si sostengono acquistando il bene da un fornitore.

I calcoli di confronto operativo si utilizzano anche per valutare la convenienza di iniziative


internazionali come:
- l’esportazione, con il confronto tra costi e ricavi emergenti;
- l’importazione, confrontando l’alternativa di acquisto all’estero con le alternative di
produzione interna o di acquisto da fornitore nazionale;
- gli accordi di collaborazione interaziendale, distinguendo tra: accordi produttivi, in cui si
individuano i costi che variano rispetto alla situazione di partenza; accordi commerciali, che
prevedono il confronto tra i costi e i ricavi che variano a seconda delle alternative.

La break even analysis è una tecnica di controllo dei costi impiegata nella risoluzione di problemi
relativi alla redditività aziendale. L’analisi del punto di equilibrio consente di:
- determinare i ricavi che consentono di conseguire un profitto
- analizzare la redditività della produzione esaminando i cambiamenti intervenuti
nell’andamento dei costi e dei ricavi e intraprendere le eventuali azioni correttive

La rappresentazione grafica del diagramma di redditività prevede:


- l’andamento lineare dei costi variabili totali e dei ricavi totali
- la separazione tra i costi variabili e i costi fissi
- la vendita dell’intera produzione realizzata

Nel punto di equilibrio i costi totali sono uguali ai ricavi totali.


Area di utile: la quantità prodotta e venduta determina ricavi totali dei costi totali maggiori
Area di perdita: la quantità prodotta e venduta determina costi totali maggiori dei ricavi totali.

Le imprese che realizzano una pluralità di prodotti determinano il punto di equilibrio:


- in termini di fatturato oppure
- come grado di sfruttamento della capacità produttiva massima

efficacia capacità dell’impresa di conseguire gli obiettivi programmati. Si misura


confrontando i risultati conseguiti con quelli previsti

efficienza capacità dell’impresa di utilizzare in modo ottimale le risorse a disposizione.


Si misura con il rapporto tra i risultati ottenuti (output) e le risorse
consumate (input)

rendimento di un il rapporto tra la produzione conseguita e la quantità del fattore produttivo


fattore produttivo impiegato per ottenerla

produttività il rapporto tra il valore dei prodotti venduti e la quantità del fattore
produttivo impiegato per ottenerli

Utilizzo della contabilità gestionale nella valutazion

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