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Vinciguerra
LE VARIANTI EMOGLOBINICHE
Margherita Vinciguerra
U.O. Ematologia II – Laboratorio per lo Studio e la Diagnosi Molecolare Prenatale di Talassemia
A.O. “V. Cervello”, Palermo.
NOMENCLATURA:
Le varianti emoglobiniche vengono indicate con lettere dell’alfabeto (es. Hb C), con il luogo
codone d’origine (es. Hb Cagliari) o con il
DEFINIZIONE SCIENTIFICA cognome del probando (es. Hb
catena posizione Lepore) oppure con definizioni
coinvolta nell’elica Sostituzione sostituzione N
aa singolari (es. Hb Constant Spring).
se definita
La definizione scientifica deve
HbC=β6(A3) glu→lys GAG→ AAG riportare la catena coinvolta, il
numero sequenziale nella catena
polipeptidica e nell’elica dell’amminoacido anomalo e la sostituzione amminoacidica; se
definita, viene riportata anche la sostituzione nucleotidica nel gene.
PREVALENZA:
50 80
Il numero di varianti emoglobiniche osservate e
β
α
caratterizzate è in continuo aumento (più di 900), grazie
300 450 δ anche alle tecniche di identificazione sempre più
γ affinate
( http://globin.cse.psu.edu).
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PATOLOGIA MOLECOLARE:
Il difetto molecolare che più comunemente è responsabile delle varianti emoglobiniche
consiste in una singola sostituzione nucleotidica in
una tripletta codificante in uno dei geni globinici (es. Background genetico delle
Hb C). emoglobine varianti
Alcune varianti presentano due sostituzioni Disordini ereditari (leggi di Mendel); talvolta fenotipo dominante
nucleotidiche nella stessa catena globinica (es. HbC-
Harlem). Meccanismo
Casi de novo
autosomico
Diverse varianti, per lo più instabili, presentano una
Mosaicismo Mutazioni somatiche
catena globinica accorciata a causa della delezione nella linea germinale negli eritrociti
CLASSIFICAZIONE:
Le varianti emoglobiniche possono essere distinte in varianti comuni e varianti rare.
Le varianti emoglobiniche comuni interessano milioni di persone; sono state per lo più
selezionate dalla malaria per il vantaggio selettivo dei portatori in ambiente malarico (es. HbS e
C). Tale gruppo comprende anche varianti limitate ad alcune popolazioni, all’interno delle quali
raggiungono un livello polimorfico; per questo motivo possono essere considerate come
marcatori genetici. Le varianti emoglobiniche comuni sono generalmente silenti, ma possono
interagire con altri difetti molecolari più severi; pertanto, la loro corretta identificazione non può
essere sottovalutata.
Le varianti emoglobiniche rare risultano da mutazioni private, cioè da mutazioni che
interessano singoli gruppi o famiglie; sono clinicamente silenti e vengono riscontrate attraverso
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screening di popolazione o per interferenza con altri test biologici. Alcune di esse sono
emoglobine instabili e possono determinare difetti ematologici severi, quali anemia emolitica
cronica, variazioni nell’affinità per l’ossigeno, cianosi e policitemia.
È possibile anche fare una classificazione in base al tipo di catena mutata; il livello di
espressione allo stato eterozigote è diverso a seconda della catena:
§ Catene β varianti stabili → 40 – 45%
§ Catene α2 varianti → 25 – 30%
§ Catene α1 varianti → 10 – 15%
§ Catene γ varianti → dipende dal gene coinvolto (Gγ oppure A
γ) ed è
condizionato condizionato dallo switch feto-adulto
§ Catene δ varianti → 1,2 – 1,5%
Mutazioni a carico di amminoacidi apolari interni causano alterazioni nei contatti con l’eme
e l’ingresso di acqua, con instabilità e precipitazione dell’emoglobina; si formano corpi inclusi
intraeritrocitari (Corpi di Heinz) con conseguente danno di membrana e, quindi, emolisi.
Delezioni degli amminoacidi nelle zone di contatto tra subunità modificano la struttura
sterica della molecola, dando luogo ad emoglobine instabili.
Sotituzioni ammioacidiche nelle regioni ad α-elica con la prolina causano instabilità, dal
momento che questo amminoacido non è in grado di partecipare a tale struttura secondaria.
Le sostituzioni negli amminoacidi esterni sono, in genere, innocue perché non modificano la
struttura terziaria, la tasca dell’eme o l’interazione tra le catene globiniche. In alcuni casi, però,
come l’Hb S e C, le sostituzioni superficiali determinano un’interazione tra tetrameri adiacenti
con formazione di polimeri o cristalli all’interno del globulo rosso e conseguente diminuzione
della deformabilità, alterata circolazione nei piccoli vasi ed emolisi.
Sostituzioni amminoacidiche nei punti di contatto α1β2 che alterano l’interazione eme-eme o
nella zona C-terminale della catena globinica, essenziale nell’effetto Bohr e nel legame con 2-3
DPG, portano a varianti con Varianti Hb clinicamente rilevanti
alterata affinità per l’ossigeno. Hb Posizione sostituzione aa Quadro clinico Alterazione
La sostituzione delle istidine funzionale
HbS superficie crisi falcemiche e anemia aggregazione e
prossimale e distale (E7/F8) con emolitica (omozigoti) ? solubilità
lieve anemia emolitica con ?solubilità e
tirosina stabilizza il ferro eminico HbC superficie
splenomegalia (omozigoti) cristallizzazione
nello stato ossidato non HbE superficie lieve anemia emolitica (omozigoti)
talassemia major o intermedia
? sintesi, leggera
instabilità
(interazione con ß talassemia)
funzionale, dando luogo a Hb instabili tasca eme anemia emolitica (eterozigoti) instabilità e
precipitazione
varianti M responsabili di (oltre 100 varianti) siti associazione subunità
intraeritrocitaria
Alterato trasporto di O :
metemoglobinemia. Aumentata affinità (70)
2
contatto a ß , regione C term
1 1
eritrocitosi familiare aumentata affinità per
O2
siti di legame 2-3 DPG
Ridotta affinità contatto a 1ß2
cianosi familiare
QUADRI CLINICI: prossimità tasca eme
? affinità per O2
HbM (9 varianti) His prox e dist (tasca eme) metemoglobina ferro eminico in forma
Le varianti emoglobiniche ossidata (Fe3+)
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RBC 5,02
Hb 15,8
Hct 45,4
MCV 90,5
MCH 31,4
RDW 14,1
HbF 0,3
HbA2 3,7
Hb Anomale banda patologica in
zona Sw=39,1%
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EMOGLOBINE M:
Sono date da mutazioni a carico delle istidine strategiche della tasca dell’eme che vengono
sostituite da tiroxina, sia nella catena α che nella catena β; il gruppo fenolico della tiroxina forma
un legame covalente con il ferro eminico, stabilizzandolo nello stato ossidato non funzionale. I
soggetti con queste emoglobine anomale presentano esclusivamente cianosi, dovuta ad un
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eccesso di metemoglobina, senza anemia né altri sintomi; con le varianti α (es. M-Boston, M-
Iwate) la cianosi è presente fin dalla
nascita, con le varianti β compare nei Hb Iwate 3DProximal position: eme contact;
his 87 (F8)
PROBLEMATICHE:
Sono legate alla necessità di una corretta identificazione cromatografica o elettroforetica di
varianti nuove o rare, seguita dalla conferma molecolare anche per le varianti comuni; inoltre,
spesso, non si hanno sufficienti informazioni sull’interazione tra varianti rare e mutazioni β-trait
o βS-trait. Il principale risvolto di tali problematiche è la difficoltà nella formulazione del referto
e nel fare un’adeguata consulenza genetica in coppie a rischio.
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A B
Chromatograms of the propositus' hemolysate obtained by CE-HPLC . The arrows indicate the P2 (A)
and P3 (B) peaks, increased in the propositus.
G G T G N C T T T
1. http://globin.cse.psu.edu
2. Cao A., Galanello R. Le emoglobinopatie. In Burlina A, ed. Piccin, 1994.
3. HuismanT.H.J., Carter M.F.H., Efremov G.D. A syllabus of hemoglobin variants. Augusta
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4. Perutz M.F., FermiG., Luisi B., et al. Stereochemistry of cooperative mechanism in
hemoglobin. Cold Spring Harb Symp Quant Biol, 1987.
5. Wajcman H. Abnormal hemoglobins: general principles. Clinical Aspects and Therapy of
Thalassemia, 2004, SEE- Firenze editor.
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