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Daria Calanchini 07/10/2020

Emanuele Bellacosa Anatomia Microscopica 01


Prof.ssa Faenza

[Prima dell’inizio della lezione la professoressa fa una raccomandazione riguardo neuroanatomia.


Sostiene infatti che non ci siano libri di testo validi e ci consiglia di prendere per buono quello che
dice il prof. Cocco. Anche la dispensa del canale B non segue l’approccio alla neuroanatomia del prof.
Cocco, ma può essere usata come guida.
Gli scorsi anni veniva fatto un quiz per accedere agli orali, che non è stato mantenuto durante il
lockdown (lo scorso semestre); se non ci saranno grandi variazioni da qui a gennaio è probabile che il
quiz non si faccia neanche quest’anno (il quiz sarebbe comunque composto da 30 domande, con 18
risposte giuste si può accedere all’orale e per quanto riguarda il nostro canale non fa media con il voto
dell’orale).]

CAVITÀ ORALE
Con la professoressa Faenza analizzeremo l’anatomia microscopica dell’apparato digerente.
Cominciamo con la descrizione della struttura della cavità orale, scendendo poi lungo il tubo
digerente (organo cavo), analizzando inoltre la struttura delle due grosse ghiandole annesse, ovvero il
fegato e pancreas (organi invece pieni).

Nella cavità orale vi è un tipo di rivestimento adatto alla masticazione, a eventuali abrasioni, danni
dovuti alla masticazione e al cibo che immettiamo nella cavità orale (troppo caldo, troppo freddo,
appuntito). All’interno della cavità orale, utili alla masticazione, vi è la presenza dei denti, della lingua
e lo sbocco delle ghiandole salivari.
Nella cavità orale analizzeremo microscopicamente labbro, lingua e ghiandole salivari maggiori.
[purtroppo non ci è possibile andare nell’aula di anatomia microscopica e visionare i preparati di
queste strutture, ma la professoressa si sta adoperando per organizzare delle esercitazioni virtuali]
La cavità orale è costituita da una tonaca mucosa che è costituita a sua volta da un epitelio di
rivestimento pavimentoso pluristratificato non corneificato, poichè serve con tutti i suoi strati a
fare in modo che i tessuti sottostanti non vengano danneggiati da eventuali abrasioni, tagli che
avvengono sulla superficie. Tutto l’epitelio di rivestimento della cavità orale, sia a livello del palato
molle, che a livello del pavimento della bocca, della superficie inferiore della lingua, della superficie
interna delle labbra e delle guance è di tipo pavimentoso pluristratificato non corneificato. Al di sotto
di questo epitelio vi è una lamina propria di connettivo denso e, immerse nella tonaca sottomucosa,
possono essere accolte delle ghiandole salivari minori, che si trovano sparse in tutta la cavità orale.
[Provando a spingere con la lingua contro parete interna del labbro si percepiscono delle palline che
rappresentano le ghiandole salivari minori.]

Questa immagine, già incontrata in istologia,


rappresenta un epitelio pavimentoso
pluristratificato. Vediamo lo strato basale che
presenta delle cellule staminali, che vanno a
riprodurre successivamente l’epitelio
superficiale, che nel caso della cute è
corneificato, mentre nel caso della cavità orale
non presenta corneificazione. Questo tipo di
epitelio ha una funzione protettiva, per resistere
a stress fisici ed è soggetta ad un forte ricambio.
LABBRA
In questa immagine vediamo un
ingrandimento della costituzione del
labbro superiore, e in questa sezione
possiamo riscontrare un lato esterno (a
destra nell’immagine) che corrisponde
alla cute, ed un lato interno (a sinistra
nell'immagine) che corrisponde alla
mucosa orale interna. Tra i due lati vi è
un momento di transizione che
corrisponde alla parte rosa delle labbra,
parte che perde le caratteristiche sia della struttura esterna, sia di quella interna del labbro; ha una sua
struttura particolare e viene chiamato anche bordo vermiglio, proprio per il colorito rosso che
presenta. Tra la superficie esterna della cute e quella interna della mucosa orale, troviamo il muscolo
orbicolare della bocca, muscolo scheletrico che serve per i movimenti delle labbra, chiamato
orbicolare perché circonda le labbra (un muscolo omonimo si trova anche intorno agli occhi). Nella
porzione rivolta verso l’esterno (cute) vi sono anche tutti gli annessi cutanei tipici della cute: bulbi
piliferi, ghiandole sebacee e sudoripare. Più in
profondità troviamo il muscolo orbicolare.
Passando poi nella porzione più interna della
mucosa orale vediamo l’epitelio di rivestimento
pavimentoso pluristratificato, con al di sotto una
lamina propria di connettivo denso e ancora più in
profondità troviamo ghiandole non più sebacee, ma
salivari minori, quelle che possiamo percepire
spingendo con la lingua contro la porzione interna
del labbro.

In questo disegno possiamo vedere le strutture


presenti al livello dell’epidermide, che è la parte
esterna del labbro, quella al di sotto del bordo
vermiglio. Troviamo:
-l’epidermide con tutti i suoi strati e le papille
dermiche
-il bulbo pilifero con il pelo
-associato ad ogni pelo troviamo le ghiandole
sebacee
-ghiandole sudoripare
Nell’immagine troviamo anche un muscoletto, il
muscolo erettore del pelo, il quale è altamente
innervato, ed è il motivo per cui sentiamo dolore quando strappiamo il pelo. Inoltre esso si contrae
quando abbiamo la pelle d’oca.
Questa immagine rappresenta quello
che avremmo dovuto vedere nel vetrino
di esercitazione. Vediamo il labbro con
la tonaca mucosa all’interno,
l’epidermide all’esterno e la zona di
transizione, o bordo vermiglio. Il bordo
vermiglio è riconoscibile in quanto al di
sotto di quel punto vengono a mancare
sia le ghiandole sebacee, sia quelle
salivari; è un punto in cui troviamo
un’intensa vascolarizzazione, non è
pigmentato, con scarsa
cheratinizzazione. All’interno, tra i due
strati, troviamo il muscolo orbicolare.
Le ghiandole labiali salivari accessorie che troviamo nella sottomucosa, come le ghiandole salivari
minori che caratterizzano tutta la cavità orale, sono ghiandole tubulo-acinose ramificate a secrezione
mista.

In questo ingrandimento di un preparato


istologico del labbro dalla parte della cute
vediamo l’epidermide con cheratinizzazione
negli strati superficiali (Ep), le strutture
rotondeggianti che rappresentano i bulbi
piliferi sezionati (F), delle ghiandole poco
evidenti e il muscolo orbicolare (M).
Riassumendo, in questa parte troviamo
l’epidermide con tutti gli annessi del derma
(bulbi piliferi, ghiandole sebacee, ghiandole
sudoripare), un derma riccamente
vascolarizzato e può essere presente del
tessuto adiposo in maniera soggettiva a
seconda dell’individuo.

In questa altra immagine dell’epidermide,


possiamo osservare meglio le ghiandole
sebacee (se), i follicoli piliferi sezionati (p) e
le ghiandole sudoripare (su).
Passando invece alla superficie interna del labbro, dove
abbiamo la mucosa, con un epitelio di rivestimento
pavimentoso stratificato, troviamo le ghiandole salivari
minori, immerse nella tonaca sottomucosa, e ancora più
profondamente troviamo gli strati di muscolatura del
muscolo orbicolare.
Ci sono dei punti specifici, come il palato molle o il
pavimento della bocca dove la lamina propria è connessa
al muscolo sottostante da tessuto connettivo sottomucoso
lasso. Tuttavia, questa sottomucosa non è sempre
presente poichè in alcuni punti come il palato duro o a livello dei processi alveolo-dentari, la lamina
propria è strettamente adesa al periostio per mezzo di un sottile strato di sottomucosa fibrosa, che
aderisce intimamente al periostio, invece del connettivo lasso.
In questa immagine possiamo vedere un
preparato di palato. La cunetta
nell’immagine rappresenta una ruga. Il
palato duro è infatti costituito da tante
piccole rughette, estroflessioni della
mucosa che servono ad aiutare la lingua
a trattenere il cibo durante la
masticazione; se, infatti, il palato fosse
liscio sarebbe più difficile il processo di
masticazione e di mantenimento del bolo
all’interno della cavità orale. La ruga è
rivestita da epitelio pavimentoso
stratificato. A livello del palato duro
possiamo trovare un po’ di cheratinizzazione, che ci protegge dagli agenti esterni. Successivamente
troviamo una lamina propria e una sottomucosa fibrosa che aderisce direttamente all’osso e che può
accogliere poche ghiandole mucose.

LINGUA
Sappiamo che essa è costituita da un apice, un corpo e una radice. Sulla sua superficie presenta delle
papille gustative, strutture che sono ricoperte, come tutta la cavità orale, da epitelio pavimentoso
pluristratificato. Alcune papille possono presentare della cheratinizzazione, altre invece non la
presentano.
La lingua è peculiare in relazione al sistema nervoso, in quanto è un organo innervato dal punto di
vista motorio, dal punto di vista sensitivo sia per quanto riguarda la sensibilità generale (quindi caldo,
freddo, tatto) sia per la sensibilità specifica o speciale, che è quella del gusto. Quando affronteremo la
neuroanatomia, vedremo come è complicato e specializzato questo organo dal punto di vista
dell’innervazione.
La tonaca mucosa della lingua è costituita da un epitelio pavimentoso pluristratificato parzialmente
cheratinizzato che presenta papille gustative, da una lamina propria di connettivo fibroso denso con
numerosi vasi, nervi, plessi linfatici e ghiandole salivari sia mucose, sia sierose. Presenta una lamina
propria che ancora saldamente l’epitelio alla muscolatura sottostante, che è molto consistente (muscoli
intrinseci ed estrinseci).
Sulla struttura superficiale della lingua troviamo le papille, che possono essere di diversi tipi.
Innanzitutto le dividiamo in due grandi categorie: quelle che hanno i calici gustativi e quelle che non
li hanno. Le papille filiformi sono le uniche papille che non presentano i calici gustativi, tutte le altre
(fungiformi, foliate e vallate) in misura minore o in misura maggiore presentano calici gustativi.

-Papille Filiformi
Sono le papille che non presentano i calici gustativi.
Si presentano con un colore biancastro per via della presenza di cheratina sulla
superficie. Hanno una funzione prettamente tattile e sono riccamente innervate.
Non hanno la funzione gustativa, in quanto prive dei calici gustativi. Con la
loro cheratinizzazione in superficie hanno un ruolo anche meccanico in quanto
con la loro ruvidità aiutano a trattenere il cibo sulla lingua.
Le rughe del palato e le papille filiformi aiutano durante la masticazione la
lingua a mantenere il cibo all’interno della bocca.

-Papille Fungiformi
Presentano un epitelio pavimentoso pluristratificato, costituite da un
asse a forma di fungo vascolarizzato. Andando ad osservare la
lingua con una lente di ingrandimento, si osserva che le papille
fungiformi hanno un colore rosso, proprio per la ricca
vascolarizzazione, e non presentano cheratinizzazione.

- Papille Foliate
Nell’uomo se ne trovano 5-8 pieghe verticali, nella porzione più
laterale della lingua. Presentano un epitelio non cheratinizzato e
presentano molti calici gustativi. Nel fondo delle pieghe che separano
le papille foliate possiamo trovare lo sbocco di ghiandole salivari
sierose tubulo-acinose ramificate che si trovano sottostanti alle papille
foliate.

-Papille Vallate
Nella porzione interna della papilla vallata sono
presenti i calici gustativi, nella porzione rivolta
verso il solco che circonda la papilla stessa. Alla
base di questo solco troviamo altre ghiandole,
ghiandole sierose di Von Ebner, che hanno la
funzione di produrre un secreto acquoso che
serve a detergere il bolo all’interno della bocca
in quel momento e facilitare la sensazione del
gusto, scioglie le sostanze che si trovano sulla
lingua in quel momento per aumentare la
funzionalità dei calici gustativi
In questa immagine indicate con B possiamo vedere i calici gustativi,
nella porzione interna che si affaccia nel solco.
In questa immagine
possiamo vedere una
papilla vallata al
microscopio
elettronico, con un
solco che la circonda
e il vallo esternamente.
Il numero dei calici
gustativi è variabile
nei libri di testo (8-
12-15).
In questa immagine
possiamo vedere le papille tutte insieme:
quelle filiformi (a sinistra), quelle fungiformi
(a sinistra tra quelle filiformi) e le vallate (a
destra). A destra delle papille vallate
possiamo vedere la tonsilla linguale, la
quale è una struttura facente parte dell’anello
del Waldeyer, dove vediamo la presenza di
strutture linfatiche, si troveranno ammassi di
linfociti B e linfociti T in maturazione che
serviranno per le prime difese immunitarie a
livello della cavità orale. Nella profondità
della mucosa si vedono le ghiandole di Von
Ebner, ghiandole salivari sierose che immettono nel solco il loro secreto per facilitare la percezione
del gusto; il loro liquido va a umettare le sostanze che cadono dentro il solco in modo che la
percezione da parte del bottone gustativo sia maggiore.

CALICI GUSTATIVI
I calici gustativi sono
costituiti da tre tipi di cellule:
-cellule gustative
propriamente dette:
responsabili della percezione
del gusto, chemocettori
deputati alla percezione dei
sapori; nell’immagine a
sinistra sono rappresentate dalle cellule rosa più scuro e sono in connessione, nella parte più
profonda, con dei nervi che si riuniranno e andranno a creare la via sensitiva gustativa; dunque queste
cellule con i loro prolungamenti nervosi vanno a prendere rapporti con dei nervi sensitivi che
porteranno questa percezione sensitiva fino al sistema nervoso centrale, in una zona chiamata
corteccia gustativa, deputata alla percezione del gusto. L’input, la sensazione, parte dalla lingua,
dalla cellula gustativa, che ha il compito di trasmettere questa sensazione fino alla corteccia gustativa.
Si potrebbe avere una situazione in cui abbiamo una lingua completamente sana, una via sensitiva
senza alcun tipo di lesione, ma avendo un danno a livello della corteccia cerebrale gustativa non
riusciremmo a percepire il gusto. Devono essere infatti sani sia la corteccia gustativa che il recettore
che capta la sensazione. Analogamente, si possono avere occhi funzionanti, un nervo ottico perfetto,
ma se subiamo una lesione a livello della corteccia cerebrale visiva, noi non vediamo, poichè è il
cervello ciò che traduce ciò che i recettori del nostro cervello inviano. Le cellule gustative presentano
sulla superficie dei peli, dei microvilli, che servono ad aumentare la superficie di contatto tra la cellula
e ciò che viene disciolto all’interno della cavità orale, analogamente ai microvilli intestinali, un
aumento della superficie per andare a captare il più possibile le sostanze;
-cellule di sostegno: tra una cellula gustativa e l’altra sono presenti cellule di supporto, cellule
immature che vanno gradualmente a sostituire le cellule gustative;
-cellule basali: elementi staminali.
Dunque in un preparato al microscopio di un calice gustativo possiamo trovare nella parte più bassa le
cellule basali, rotondeggianti, con un nucleo centrale, che poi si allungano diventando cellule di
sostegno, che si trasformano infine in cellule gustative. Le cellule gustative hanno una vita in media di
10-14 giorni, pertanto vi è un grande ricambio tra queste cellule.
In questa immagine, le cellule di sostegno sono
rappresentate in viola, mentre le cellule gustative
sono rappresentate in giallo, con i microvilli sulla
superficie apicale che si trovano in una piccola cavità
chiamata poro gustativo (la porzione più apicale
rivolta verso la cavità orale), le cellule basali in verde,
mentre in arancione vediamo i nervi che sono
associati alle cellule chemocettori gustativi.

Si pensava prima che sapori diversi fossero percepiti esclusivamente in quattro o cinque zone
specifiche della lingua (il dolce sulla punta, il salato sulla punta e lateralmente, l’aspro laterale e
l’amaro è in profondità). Recentemente si è visto che tutti e cinque i gusti possono essere rilevati da
tutte le zone della lingua, ma alcuni stimoli sono più efficaci in alcune zone. I gusti sono dolce, salato,
aspro, amaro e umami (parola giapponese che significa “saporito”), il quale è rilevato maggiormente
nella parte centrale della lingua, che è il gusto del glutammato.

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