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ISTOLOGIA

LEZIONE 14,15 (07/11/2022)


Professoressa

Intruduzione:
Immagine: testa di un femore, dove possiamo osservare una cartilagine degenerata.
Si riconosce per l’aspetto spugnoso (non liscio) che si sta ritraendo, lasciando così
scopero il capo osseo; è quindi una cartilagine che sta degenerando.

Tessuti connettivi già affrontati:


- Tessuti connettivi prorpiamente detti (lasso e denso): sono costituiti da una
popolazione cellulare eterogenea, diversi tipi di fibre e una sostanza
fondamentale amorfa;
- Sangue: ha una popolazione cellulare tipica, non presenta fibre e la sua
sostanza fondamentale è di tipo acquoso.

La Cartilagine:
A differenza di questi due prime tipologie di tessuto connettivo, la cartilagine (come
anche il tessuto osseo) è un tipo di tessuto connettivo di sostegno, in cui sono
presenti pochi tipi cellulari circondati da una matrice compatta.
È un tessuto solido/compatto ma che, diversamente dall’osso (che presenta una
matrice mineralizzata), non è duro; questo perchè la sua matrice ha una consistenza
gelatinosa.

Come tutti i tessuti connettivi, la cartilagine deriva dal mesenchima, ovvero, dal
connettivo embrionale, costituito da cellule mesenchimali (staminali embrionali:
cellule dalla morfologia stellata, immerse nella sostanza fondamentale, con poche
fibre e ricca di sostanze amorfe - questa sostanza al MO si presenta di colore bianco
o molto chiara -).

Da queste cellule staminali, si differenzieranno poi le vere e proprie unità di base


della cartilagine: i condroblasti e i condrociti, che sono la stessa cellula chiamata in
due modi diversi a seconda del livello di specializzazione.

- Condroblasto: è la cellula che deriva direttamente dalla staminale, in attiva


sintesi e che depone la matrice extra-cellulare;
- Condrocita: è la cellula più matura, solitamente localizzata più in profondità,
che si presenta rivestita della matrice che ha deposto.

Sempre compito delle staminali è poi depositare la matrice extracellulare,


abbondante e compatta, che si compone a sua volta di: fibre, proteoglicani e
glicoproteine. È l’insieme di tutti questi elementi che determina le caratteristiche della
cartilagine: essere un tessuto solido ma non duro, capace di mantenere la forma,
resistendo alle forze di compressione, ma anche parzialmente elastico e flessibile.
Questa matrice, costituisce quasi il 95% di tutta la cartilagine di un organismo ma
anche la componente cellulare risultata ugualmente importante, poiché è
fondamentale per la produzione di tutte le componenti specifiche della matrice, che a
loro volta determineranno le caratteristiche peculiari e necessarie alle funzioni che
deve svolgere il tessuto nella sede in cui si trova.

Nell’immagine di seguito, è possibile riconoscere una serie di tessuti che abbiamo


già incontrato: un epitelio, le ghiandole sottostanti, il connettivo propriamente detto
(al di sotto degli epiteli) e un particolare agglomerato di cellule che è la cartilagine;
l’aspetto di questo insieme cellulare è molto diverso dagli altri tessuti e dovrebbe
essere anche più facilmente riconoscibile.

In quest’altra immagine, abbiamo sempre un epitelio, il connettivo e la nostra


cartilagine; le cellule di questa hanno un aspetto rotondeggiante (condrociti = forma
ad occhio) e si ritrovano, come già detto, all’interno della loro matrice.

Le Lacune:
I condrociti, nella cartilagine, si ritrovano quindi immersi in una matrice abbondante,
che si può notare essere colorata in rosa. Gli spazi all’interno della matrice nel quale
ritroviamo condrociti sono detti lacune e sono delle cavità scavate nella matrice, che
si formano nel momento in cui il condroblasto inizia a produrre matrice intorno a sé.

All’interno di queste lacune le cellule della cartilagine, si possono trovare isolate


oppure in gruppi da due o otto cellule, questi gruppi di condrociti, anche detti gruppi
isogeni, si trovano generalmente più in profondità e sono la caratteristica peculiare
della cartilagine Ialina (che vedremo in seguito).
I gruppi isogeni si formano generalmente da un condrocita che inizia a dividersi
all’interno di una lacuna, i nuovi condrociti a loro volta prolifereranno, producendo
matrice, e si allontaneranno dalle altre cellule.

Il Pericondrio:
A differenza del connettivo propriamente detto, questo tessuto manca di
vascolarizzazione e l’unico modo con il quale è possibile l’arrivo di sostanze nutritizie
e la rimozione delle sostanze di scarto è tramite un particolare tessuto, che prende il
nome di pericondrio.

Il pericondrio è una tipologia di tessuto connettivo denso, caratterizzato da cellule di


forma schiacciata/allungata all’interno di fasci di fibre intensamente colorati.
Circonda la cartilagine e le permette gli scambi di nutrienti essenziali con i vasi
sanguigni.
Questa capacità è data dalla consistenza della sua matrice extracellulare che, per
diffusione, viene attraversata dall’ossigeno e dalle sostanze nutritizie rilasciate dai
vasi sanguigni (che scorrono nel pericondrio) fino a raggiungere il tessuto
cartilagineo; seguendo il percorso inverso, invece, avviene l’eliminazione delle
molecole di scarto.

Ovviamente, essendo un meccanismo di diffusione secondo gradiente, man mano


che ci avviciniamo alla porzione centrale, il trasporto di sostanze è sempre meno
efficace. Sarà quindi necessario che lo strato di cartilagine da nutrire sia
sufficentemente sottile, per garantire il rifornimento di tutte le sue cellule, anche
quelle negli strati più interni.

Lo schema di seguito, rappresenta ciò che abbiamo appena spiegato: la cartilagine


con i suoi condrociti a contatto con il pericondrio, dove scorrono i capillari, e per
diffusione ossigeno e nutrimento che arrivano ai condrociti e sostanze di scarto che
vengono espulse.

Riassumendo, il pericondrio è necessario per il nutrimento, grazie alla presenza di


vasi sanguigni ma è fondamentale anche per l’accrescimento, perché nel suo strato
più strettamente a contatto con la cartilagine sono presenti delle cellule, chiamate
condrogeniche, che sono delle staminali unipotenti: sono in grado garantire
l’accrescimento della cartilagine differenziando a condroblasti che, a loro volta,
andranno a depositare nuova matrice extracellulare.
NB. È molto importante ricordare ENTRAMBE le funzioni del pericondrio.

In questa immagine sono rappresentate due cartilagini Ialine, dove possiamo vedere
i condrociti sempre immersi in un’abbondante matrice e si riesce anche a vedere lo
strato condrogenico del pericondrio (quello più vicino alla cartilagine), dove troviamo
appunto le cellule con potenziale condrogenico.
Tramite segnali di diversa natura (es. fattore di trascrizione sox9), queste cellule si
attivano, differenzieranno in condroblasti e daranno inizio all’accrescimento del
tessuto.

Anche in queste immagini a diverso accrescimento si possono riconoscere i diversi


condrociti e lo strato condrogenico, presente in entrambe le parti (sia sopra che
sotto) del pericondrio che avvolgono la cartilagine.

La Marice Extracellulare:
Ma la matrice extracellulare, riconoscibile perchè colorata con diverse tonalità dal
rosa al violetto, da che cosa è composta?
Come tutti i tessuti connettivi, nella matrice sono presenti: fibre collagene, fibre
elastiche e la sostanza fondamentale (GAG, proteoglicani e glicoproteine). Sono
questi elementi della matrice che determinano le caratteristiche della cartilagine.

Riprendiamo il concetto - Fibre Elastiche:


- La loro struttura si compone di un core centrale di elastina, attorno al quale
si avvolgono molecole di fibrillina;
- La loro caratteristica più importante è quella di conferire al tessuto la
capacità di deformarsi e ritornare alla forma iniziale.
Riprendiamo il concetto - Fibre Collagene:
- Sono costituite dal tropocollagene (tre catene α avvolte) e si dispongono
testa coda, sovrapponendosi per ¼ , originando un brandeggio visibile in
microscopia elettronica;
- Conferiscono al tessuto resistenza alle forze di trazione.

La presenza di entrambe queste tipologie di fibre, con proprietà meccaniche


diverse, conferiranno alla cartilagine caratteristiche diverse.

Riprendiamo il concetto - GAG:


- Sono catene composte da ripetizioni di disaccaridi (formati a loro volta da:
acido uronico + amminozucchero);
- Possono essere non solforati (acido ialuronico) oppure solforati
(condroitinsolfato o cheratansolfato);
- La presenza di questi gruppi conferisce carica negativa e quindi capacità di
richiamare numerose molecole acqua: è responsabile dell’elevata
idratazione della matrice.

È proprio l’elevata presenza di acqua nella matrice, che ne determina la


consistenza gelatinosa e molte delle proprietà tipiche della cartilagine.

Un’altra sezione di cartilagine, in cui vediamo sempre i condrociti immersi in


un’abbondantissima matrice, prodotta dai condroblasti. Nell’immagine, possiamo
vedere com’è fatto il condroblasto; in particolare, notiamo la presenza del nucleo e
del citoplasma, in cui troviamo quantità elevate di RER e di cisterne del Golgi
(perché è una cellula sinteticamente molto attiva).
A maggior ingrandimento, possiamo vedere il RER, con i ribosomi, e le cisterne del
Golgi, con le vescicole di esocitosi.

I Divesi Tipi di Cartilagine:


Come abbiamo visto, possiamo avere diversi tipi di cartilagine che si differenziano
tra loro, principalmente, in base al tipo di matrice extracellulare che presentano. La
diversa organizzazione e composizione della matrice, consente di identificare i
diversi tipi di cartilagine e di distinguere la cartilagine dal tessuto connettivo.

I diversi tipi di cartilagine che incontreremo, sono tre, e si differenziano in base alla
quantità e la qualità di fibre e di sostanza fondamentale:

- Cartilagine Ialina: quella prevalente, che ritroviamo a livello embrionale (sarà


la bozza dello scheletro) ed articolare;
- Cartilagine Elastica: contiene fibre elastiche, che le conferiranno
caratteristiche peculiari;
- Cartilagine Fibrosa: quella che troviamo a livello dei dischi intervertebrali.
Tipo di Cartilagine Caratteristiche Pericondrio Localizzazione

Ialina Collagene tipo II; Generalmente Terminazioni


presente, ma non articolari delle
Va incontro a nella cartilagine ossa lunghe, naso,
ossificazione. ialina delle laringe, trachea,
articolazioni e di bronchi,
coniugazione. terminazioni
ventrali delle coste
(cartilagini costali).

Elastica Collagene tipo II; Presente. Padiglione


Fibre elastiche; auricolare esterno,
parete del canale
Non va incontro a uditivo, tuba
ossificazione. uditiva, epiglottide,
cartilagine
cuneiforme della
laringe.

Fibrosa Collagene tipo I; Assente. Dischi


intervertebrali,
Va incontro a dischi articolari,
ossificazione. sinfisi pubica,
inserzione di
alcuni tendini

Cartilagine Ialina:
Nell’immagine, possiamo vedere un’articolazione sana di animale. Diversa
dall’immagine che abbiamo visto all’inizio: non c’è nessuna erosione, il tessuto ha un
aspetto traslucido e bluastro, proprio come quello che dovrebbe avere una
cartilagine sana. Proprio per questo suo aspetto, questa tipologia di cartilagine è
definita Ialina (dal greco ýalos: “vetro”).

LOCALIZZAZIONE:
- In quasi tutto lo scheletro embrionale/fetale, quello che poi andrà
progressivamente ad ossificare;
- Nel bambino e nel giovane, a livello della cartilagini di coniugazione delle
ossa lunghe, per permetterne l’accrescimento durante la pubertà;
- Nell’adulto, la troviamo nelle superfici articolari, nelle cartilagini costali e nelle
cartilagini dell’apparato respiratorio (naso, laringe, trachea e bronchi).

ORGANIZZAZIONE DEI CONDROCITI:


- Al di sopra è presente il pericondrio (connettivo + cellule condrogeniche);
- Il primo strato di cartilagine direttamente a contatto con il pericondrio si
chiama zona tangenziale, dove i condrociti risultano isolati e appiattiti;
- Più in profondità, nella zona intermedia, i condrociti sono ancora isolati ma
rotondeggianti;
- Se scendiamo ancora più in profondità, nella zona radiata, troveremo i
condrociti tondeggianti ma in gruppi.

Vedremo poi che questa localizzazione dei condrociti deriva dall’istogenesi.

COMPOSIZIONE MATRICE EXTRA CELLULARE (gel compatto):


- Acqua: 60/80%;
- Collageni: prevalentemente di tipo II;
- Proteoglicani (PG): quello specifico del tessuto cartilagineo è l’aggrecano;
- Glicoproteine: in particolare si ricorda la condronectina;
- Cellule: in minima parte.

La presenza di acqua e PG, creano un consistenza tale che, al MO, le fasce di fibre
collagene non risultino visibili.

Collageni più frequenti nella cartilagine: tipo II, tipo XI e tipo IX.
GAG principali della cartilagine: acido ialuronico (non solforato e non legato a
proteine), condroitinsolfato e cheratansolfato (solforati).

La condronectina (condro = cartilagine) è una glicoproteina adesiva che consente il


legame fra i condrociti e la matrice. Interagisce con le altre componenti (es.
integrine), stabilizzando la matrice e le cellule e (grazie ai legami che forma)
trasmettendo informazioni sulla variazione di forze o pressioni applicate al tessuto;

L’aggrecano è un proteoglicano tipico della cartilagine, che si presenta come una


sorta di spazzolina. È una molecola molto grande, costituita da un asse proteico che
lega diverse catene di glicosamminoglicani: fino a 100 molecole fra cheratansolfato
(10%) e condroitinsolfato (90%);

Nella matrice, lo troviamo sempre associato all’acido ialuronico tramite delle proteine
linker. Visivamente, vedremmo un’asse di acido ialuronico che porta legati,
attraverso proteine linker, tante molecole di aggrecano.
Questi complessi prendono il nome di aggregati di proteoglicani e sono molecole
molto pesanti (circa 1.000.000 Dalton), visibili anche in microscopia elettronica.

Gli aggregati sono dotati di elevata carica negativa e attraggono ioni ed acqua.
Responsabili della consistenza gelatinosa e della resistenza alle forze di
compressione.

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