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Morfologia e funzioni biologiche - Istologia Lezione 01– prof.

Mercenaro 7/10/2022

ORIGINE E DIFFERENZIAMENTO DELLE GHIANDOLE

1) FECONDAZIONE:

Spermatozoo (cellula aploide) + cellula uovo (cellula diploide) = zigote (cellula diploide)

Il processo di fecondazione avviene nelle tube uterine e darà origine allo zigote, il quale andrà in
contro a vari processi che riguardano la segmentazione 8aumentano il numero di cellule) e
differenziamento.

2) SVILUPPO:

a. Segmentazione: divisione dello zigote -> blastula, cioè sferula di cellule con dentro una
cavità: il blastocele
b. Gastrulazione: invaginazione della cavità con formazione della gastrula, costituita da
diversi foglietti embrionali -> l’ectoderma del quale differenziano l’epidermide con gli
annessi, la cornea ed il tessuto nervoso; l’endoderma dal quale originano il canale
digerente e gran parte delle formazioni ghiandolari ad esso annesse; il mesoderma dal
quale differenziano il tessuto muscolare, il tessuto cartilagineo, il tessuto osseo, il sangue,
gli epiteli delle cavità sierose, le vie urogenitali, l’ovaio, il mesenchima (tessuto con cellule
sparse più sostanza intercellulare amorfa) dal quale differenziano le cellule endoteliali,
cioè degli epiteli che rivestono le pareti dei vasi.

3) DIFFERENZIAMENTO:

Due fasi:

a) Cellule eucariotiche modulano l’attività dei loro geni mantenendo repressi alcuni e attivi
altri -> le cellule dei vari tessuti hanno tutte lo stesso DNA, ma il nucleo di ogni cellula
specializzata trascrive solo gli mRNA (e quindi sintetizza le proteine) tipiche di quella cellula
stessa. La diversa attività trascrizionale del DNA dipende da segnali provenienti dal
citoplasma. È comunque un fenomeno reversibile.
b) Ordinato assemblaggio di macromolecole proteiche, lipidiche e glucidiche secondo un
preciso progetto strutturale che richiede l’intervento di attività enzimatiche secondo una
sequenza temporale precisa -> in base alla qualità delle proteine messe a disposizione, la
cellula è in grado di assemblarsi acquistando caratteristiche fortemente differenziate.
DIFFERENZIAZIONE ISTOLOGICA

In seguito al differenziamento istologico si formano specifici raggruppamenti di cellule altamente


specializzate per svolgere una determinata funzione.

Questi raggruppamenti costituiscono i TESSUTI.

Questi tessuti vengono raggruppati in 4 grandi classi:

- EPITELIALE: cellule di origine ectodermica (epidermide) e endodermica (epiteli del canale


digerente e formazioni ghiandolari ad esso annesse) caratterizzati dalla presenza di lamina
basale e complessi giunzionali che mettono in comunicazione le cellule tra loro.

- CONNETTIVALI: cellule di origine mesenchimale che non operano in raggruppamenti ma


operano immerse nell’ambito di una matrice di varia consistenza da loro stessa prodotta. I
tessuti connettivi comprendono i tessuti connettivi propriamente detti, il tessuto adiposo, i
tessuti connettivi di sostegno (osso e cartilagine), i tessuti connettivi a funzione trofica
(sangue, linfa).

- NERVOSI: cellule di origine ectodermica dotate di specifiche giunzioni, le sinapsi, che formano
estese reti pluricellulari. I neuroni, le principali cellule del tessuto nervoso sono cellule
differenziate e specializzate per due funzioni particolari: l’eccitabilità e la conduttività.

MANTENIEMENTO DELLO STATO DIFFERENZIATO

Il differenziamento porta alla comparsa di prodotti specifici di sintesi ma anche alla perdita di
alcune proprietà quali la capacità proliferativa.

I tessuti che hanno bisogno di rinnovarsi continuamente sono caratterizzati dalla presenza di una
riserva di cellule poco differenziate strutturalmente che assicurano un apporto continuo di
elementi cellulari ai tessuti in via di rinnovamento -> cellule staminali

Ciascuna cellula figlia prodotta dalla divisione di una cellula staminale può rimanere cellula
staminale o procedere fino a diventare differenziata terminalmente.

N.B. il differenziamento non è un fenomeno esclusivamente embrionale.


CELLULE STAMINALI

Esistono diversi tipi di cellule staminali:

Cellula staminale totipotente: cellula in grado di dividersi e produrre tutte cellule differenziate
dell'organismo, compresi alcuni tessuti extraembrionali. Totipotenti sono zigote e i primi
blastomeri.

Cellule staminale pluripotente: cellula in grado di dividersi e produrre tutte le cellule differenziate
dell’organismo, comprese le cellule germinali ma esclusi i tessuti extraembrionali. Pluripotente
sono le cellule della massa cellulare interna della blastocisti.

Cellula staminale multipotente: cellula in grado di dare origine ad un numero limitato di


"lignaggi'" cellulari differenziati dell'organismo. Multipotenti sono le cellule staminali
emopoietiche.

Cellula staminale oligopotente: cellula in grado di differenziarsi in un numero limitato di cellule


differenziate dell'organismo. Oligopotenti sono le cellule staminali linfoide e mieloide.

Cellule staminali unipotenti: cellule in grado di differenziarsi in un solo tipo cellulare. Unipotenti
sono le cellule dello strato basale dell’epidermide.

N.B. Quindi grazie a questo processo di differenziazione si può arrivare a costruire tessuti e cellule
diverse dal punto di vista morfologico e funzionale. Di conseguenza, nell’adulto rimangono delle
cellule staminali multipotenti, totipotenti o unipotenti e che tutte le nostre cellule contengono lo
stesso DNA ma la differenza tra una cellula e l’altra sta nell’espressione genica.
GHIANDOLE

I tessuti epiteliali, che non sono vascolarizzati, ma innervati, si dividono in tessuti epiteliali di
rivestimento e tessuti epiteliali secernenti (ovvero formati da cellule che sono in grado di
secernere un secreto).

EPITELI GHIANDOLARI: sono costituito da cellule secernenti derivate da lamine epiteliali (cellule
secernenti + cellule dell’epitelio).

FUNZIONE SECERNENTE: svolta da elementi epiteliali (epitelio ghiandolare o parenchima).

FUNZIONE MECCANICA DI SOSTEGNO: svolta dal tessuto connettivo (stroma)

 Esistono tuttavia delle eccezioni (es. cellule interstiziali di testicolo e ovaio e cellule della teca
interna del follicolo ovarico sono di origine connettivale)

Come si originano i due principali tipi di ghiandole presenti nel nostro organismo? Le ghiandole in
generale originano da tessuti epiteliali; durante la loro formazione alcune cellule epiteliali iniziano
a proliferare e sprofondare nel connettivo sottostante. Infatti, essendo gli epiteli non
vascolarizzati, sono in contatto con i connettivi da cui ricevono nutrimento.

1. Ghiandole esocrine: le cellule secernenti colorate in rosso sprofondano nel connettivo


sottostante e vanno a formare una struttura che può restare in questo compartimento o
potrà uscire da esso a seconda della grandezza della struttura che andrà a formare. Questa
struttura sarà formata da un insieme di cellule secernenti chiamato adenomero (porzione
secernente) e un insieme di cellule non secernenti chiamato dotto escretore (porzione
non secernente, permette all’adenomero di immettere il secreto nell’epitelio di origine).
L’adenomero avrà la funzione di elaborare un secreto che verrà immesso nel lume (cioè lo
spazio tra le cellule secernenti), il dotto escretore avrà la funzione di convogliare il secreto
sull’epitelio di origine. Quindi queste ghiandole avranno la possibilità di immettere il
secreto sull’epitelio di origine tramite il dotto escretore.

Quindi, indipendentemente da dove va la struttura secernente, questa manterrà il contatto


con il dotto escretore. Quindi, il secreto che le cellule secernenti produrranno e che
immetteranno nel lume sarà trasportato tramite il dotto escretore sull’epitelio di origine.

Esempio: le ghiandole sudoripare, queste originano dall’epidermide, sprofondano nel


connettivo sottostante e rimangono in contatto con l’epitelio di origine tramite un dotto.
Quindi, il sudore, ovvero il secreto delle ghiandole sudoripare, verrà immesso nell’epitelio
di origine che è l’epidermide. Un’ altro esempio è il pancreas o il fegato, che sono delle
ghiandole annesse al tubo digerente, derivano dall’epitelio che riveste il duodeno ma
diventano strutture grandi; quindi, fuoriescono dalla parete del tubo digerente, però
rimangono in contatto con il tubo digerente tramite un dotto e grazie a questo
riverseranno il loro secreto.
2. Ghiandole endocrine: l’origine sarà la medesima, cioè da cellule epiteliali che cominciano a
proliferare, sprofondano nel connettivo sottostante, nella maggior parte dei casi usciranno
per andare a formare altre strutture più grandi, e in tutti i casi queste strutture perderanno
il contatto con l’epitelio di origine. Quindi, non ci sarà mai un dotto escretore nelle
ghiandole endocrine, ma saranno formate da cellule secernenti che elaboreranno un
secreto chiamato “ormone”, che verrà immesso nell’ambiente circostante e raccolto dal
torrente circolatorio, attraverso il quale potrà raggiungere organi bersaglio anche molto
lontani dalla cellula produttrice.

Quindi, le ghiandole endocrine non hanno il dotto escretore, perdono il contatto con
l’epitelio di origine e generano delle strutture assestanti che immetteranno l’ormone nel
sangue per raggiungere organi anche molto lontani.
CLASSIFICAZIONE DELLE GHIANDOLE ESOCRINE IN BASE AL NUEMERO DELLE CELLULE

Ci sono tre casi:

1. Ghiandole unicellulari (cellule caliciformi mucipare): singole cellule secernenti intercalate in un


epitelio di rivestimento (es. vie digerenti e respiratorie).
In questo caso, non possiamo parlare di adenomero e di dotti escretori, in quanto sono
strutture pluricellulari.
2. Lamine epiteliali secernenti: epiteli di rivestimento e al tempo stesso secernenti (es. mucosa
gastrica)
3. Ghiandole pluricellulari (ghiandole propriamente dette) -> cellule secernenti che si associano a
formare complessi di forma e volumi diversi (es. pancreas)

Ghiandole unicellulari:
sono le cellule caliciformi mucipare che si trovano intercalate negli epiteli di rivestimento: si
chiamano “caliciformi” perché hanno una forma a calice, e “mucipare” perché producono mucine,
formate da sostanze prevalentemente glucidiche (GAG e proteoglicani) e in piccola parte proteica
(glicoproteine), che insieme all’acqua formano il muco. Queste sostanze, essendo dense,
schiacciano alla base il nucleo.
Dove troviamo queste cellule? Dobbiamo sempre unire la funzione con la localizzazione e la
morfologia: se la funzione è di produrre muco, troveremo queste cellule nei tessuti in cui
l’organismo ha bisogno di protezione cellulare (es: a livello delle vie respiratorie c’è il muco che
trattiene particelle erroneamente inspirate, o nelle vie digerenti, in cui ingeriamo del cibo che
potrebbe essere anche causa di danno all’epitelio del tubo digerente).

I preparati istologici sono colorati prevalentemente con ematossilina ed eosina, cioè coloranti
acidi e basici, e noteremo che il nucleo, colorato con l’ematossilina con una colorazione basica (il
nucleo è acido), sarà colorato in viola. Le cellule saranno ripiene di mucine con il nucleo
schiacciato alla base, perché le mucine sono dense e non colorate, sono neutre, non si colorano
con le classiche colorazioni acido-basiche.

Lamine epiteliali secernenti: tubo digerente


Nell’epitelio del tubo digerente, dove abbiamo una funzione di assorbimento, le cellule mucipare
sono molto abbondanti poiché generano muco ma non ci sono solo queste cellule secernenti tra le
cellule epiteliali; infatti, ci sono anche altre cellule di varia natura. Proprio questo motivo che la
parete del tubo digerente (stomaco e intestino) è detta Lamina epiteliale secernente. Quindi,
siamo di fronte a una struttura con una doppia funzione:
- Funzione di rivestimento
- Funzione secernente; cellule secernenti che sono le cellule caliciformi mucipare.

Il fatto che un epitelio contenga sia cellule di rivestimento sia cellule secernenti fa di questo
epitelio una LAMINA SECERNENTE (=NON prevalgono le cellule di rivestimento).
L’epitelio digerente, invaginandosi, forma ghiandole tubulari semplici o ramificate, che hanno
funzioni secernenti e nello stesso tempo delimitano il lume del dotto. Quindi, non esiste una
separazione tra porzione secernente (adenomero) e porzione escretrice (dotto)

Ghiandole-pluricellulari
Due porzioni:

- Dotto escretore: cellule meno differenziate delimitano un sistema di dotti che drenano il secreto verso
una superficie epiteliale (superfice esterna o cavità interna). È formato nella maggior parte dei casi da
un epitelio cubico; nelle ghiandole grandi potremmo avere degli epiteli cubici pluristratificati.

- Adenomero: porzione secernente costituita da cellule secernenti che vengono a delimitare una cavità
centrale o lume nel quale le cellule stesse riversano il prodotto della secrezione. È formato da un
epitelio cubico semplice
Abbiamo tanti tipi di ghiandole esocrine nel nostro organismo, che possono differenziarsi in base a
varie caratteristiche:

1. Localizzazione: se la ghiandola diventa grossa, queste ghiandole mentre si formano


fuoriescono dal contesto di origine per andare a formare strutture a sé stanti che rimarranno
in contatto con l’epitelio di origine tramite il dotto. In base alla loro localizzazione
distinguiamo:

a) Ghiandole intraparietali, che rimangono nella parete di origine. Tra le intraparietali si


potrebbe fare un’altra suddivisione: intraepiteliali o extraepiteliali.

Intraepiteliali: si trovano nello spessore di un epitelio di rivestimento: sono rare (es. ghiandole
alveolari semplici dell’epitelio respiratorio delle cavità nasali o dell’uretra cavernosa o dei condotti
efferenti dell’epididimo).
Extraepiteliali: si approfondiscono al di sotto dell’epitelio, nello spessore della tonaca mucosa (gh.
Coriali es. Cripte di Lieberkuhn) o nella tonaca mucosa (gh. Sottomucose: es. gh. del Brunner)

b) Ghiandole extraparietali: sono ghiandole voluminose che, quindi, sono fuori dalla parete
dell’organo che ospita il loro dotto escretore (es. fegato, pancreas, ghiandole salivari maggiori)

Nell’immagine vediamo una sezione del tubo digerente con lume e villi intestinali. Sotto la
mucosa la ghiandola è uscita dal contesto di origine ma è rimasta in contatto con l’epitelio
tramite il dotto escretore

2. Forma dell’adenomero:
- Ghiandole alveolari hanno un adenomero rotondeggiante, con lume molto evidente. La
ghiandola non avrà problemi nella secrezione, perché il lume è molto ampio e può contenere e
far uscire tanto secreto. Sono molto rare (le uniche ghiandole alveolari sono mammella e
prostata).

- Ghiandole acinose, con adenomero rotondeggiante, ma lume (=spazio entro cui viene
immesso il secreto) molto stretto. Quindi, queste non potranno avere un secreto mucoso,
perché il muco è troppo denso, e rimarrebbe intrappolato nel lume dell’adenomero. Hanno
per lo più secreto sieroso, cioè proteico.

- Ghiandole tubulari, le cellule secernenti formano un condotto a forma di tubo. Il tubo non è
rettilineo ma avvolto su sé stesso e presentano un lume intermedio tra le ghiandole alveolari e
acinose. Le ghiandole tubulari, a differenza di quelle acinose, possono avere un secreto anche
mucoso, quindi denso.

- Ghiandole tubulo glomerulari, il tubulo è molto lungo e si attorciglia su se stesso a


formare una sorta di gomitolo (le uniche del nostro organismo sono le ghiandole
sudoripare).
3. Numero dei dotti e degli adenomeri
- Ghiandole semplici, con un adenomero (di forma varia) e un dotto

- Ghiandole ramificate, con più adenomeri e un dotto. Si tratta di ghiandole esocrine di


piccole dimensioni, le quali sono intraparietali

- Ghiandole composte, formate da tanti adenomeri, tanti dotti e un dotto principale che
raccoglierà il secreto dai vari dotti e lo porterà sulla superficie dell’epitelio di origine. Gli
adenomeri possono avere forme diverse. Sono ghiandole grandi, quindi nella maggior
parte dei casi saranno extraparietali. Sono avvolte da una capsula connettivale che divide
la ghiandola in LOBI. Questi a loro volta sono divisi in LOBULI all' interno dei quali ci sono
gli ADENOMERI. Dagli adenomeri si dipartono canalicoli detti dotti intercalari o
preterminali, che sfociano in strutture canalicolari di diametro maggiore fino ad arrivare ai
dotti principali. Nelle ghiandole salivari maggiori, i dotti intralobulari sono detti striati, in
quanto formati da cellule
In generale gli adenomeri sono rivestiti da un epitelio cubico semplice, ma nel caso delle ghiandole
composte può essere anche cubico cilindrico, pluristratificato. Nelle ghiandole composte i vari
dotti hanno epitelio cubico semplice, ma il dotto principale ha un epitelio pluristratificato, perché
devono sostenere più dotti che confluiranno in questo dotto principale.

4. Meccanismo di secrezione delle ghiandole; possiamo distinguere 3 tipi di meccanismi di


secrezione, quindi 3 classi di ghiandole:

I - Merocrine -> le cellule durante l’emissione del prodotto di secrezione rimangono


integre. È una sorta di esocitosi regolata (vescicola arriva sulla membrana, si fonde con
essa ed esce il secreto). Un esempio è la ghiandola sudoripare a lume stretto.
N.B. la secrezione eccrina è un tipo particolare di secrezione merocrina (si mantiene
l’integrità della cellula). Riguarda principalmente la liberazione di elettroliti (es. nel
sudore) e comunque di piccole molecole.

Ripasso: esistono due tipi di meccanismo di esocitosi:


1. Costitutiva, quella che avviene in tutte le cellule, ovvero la cellula produce una molecola che
la invia alla membrana per ricambio (meccanismo non è regolato)
2. Regolata, non avviene in tutte le cellule e avviene solo in cellule specializzate a produrre un
secreto, un secreto che deve essere rilasciato all’esterno all’arrivo di uno stimolo. Si perde
solo il secreto. Questo è il caso della maggior parte delle nostre ghiandole, dei neuroni e
delle cellule del sistema immunitario.

In questo caso possiamo avere 3 tipi di secreto:

1) Sieroso, proteico e molto più fluido. Anche ghiandole acinose, con il lume stretto,
possono produrre siero. Nei preparati istologici vediamo adenomeri tagliati
trasversalmente: il lume è al centro, e in queste immagini lo spazio quasi non si
vede, perché si tratta di ghiandole acinose. I nuclei sono rotondi, perché il secreto
non li schiaccia, e sono colorati in viola a formare una sorta di corona intorno al
lume. Le cellule a secrezione sierosa hanno nel citoplasma tanto RER e Golgi,
perché producono tante proteine.
2) Mucoso, si occupa della secrezione di mucine, che insieme all’acqua formano muco.
Le mucine sono formate da GAG, proteoglicani e glicoproteine, cioè sostanze
vischiose prevalentemente glucidiche. Il nucleo è schiacciato alla base, il citoplasma
risulta poco colorato, perché le mucine sono neutre. Il risultato è di vedere
adenomeri in cui si vede il lume, perché non si tratta di ghiandole acinose, e si
vedono i nuclei schiacciati alla base.

3) Misto, nella stessa ghiandola grande e composta, con tanti tipi di adenomeri, avrò
tanti tipi di secreti: ci saranno adenomeri con la capacità di secernere un secreto
sieroso e adenomeri con la capacità di secernere un secreto mucoso. La porzione di
ghiandola che avrà un secreto sieroso avrà un adenomero acinoso, mentre la porzione
di ghiandola che avrà un secreto mucoso avrà un adenomero tubulare.

La prostata e la mammella sono ghiandole alveolari che producono un secreto particolari: la prima
ha un secreto sieroso, e la seconda produce latte, che è in parte sieroso e in parte lipidico.

È il caso delle strutture delle ghiandole salivari, dove non ho un adenomero solo mucoso o solo
sieroso, ma ci sono semilune sierose che abbracciano la parte mucosa, come se si trattasse di un
unico adenomero (“semiluna del Giannuzzi”)

II - Apocrine -> le cellule nel corso dell’estrusione perdono parte del citoplasma sotto
forma di vescicole (gemmazione). Queste hanno un secreto parzialmente lipidico e i
lipidi non possono essere lasciati liberi nella matrice extracellulare, che è anche
acquosa, ma devono essere veicolati in questo compartimento acquoso da qualcosa
che è solubile in acqua. Quindi queste ghiandole immettono la parte lipidica del secreto
all’esterno tramite un meccanismo di gemmazione: rilasciano la vescicola contenente il
secreto, perdendo una porzione di membrana. Si parla di secrezione apocrina: dalla
cellula si stacca una porzione di membrana che formerà la vescicola, che dentro ha il
secreto lipidico. Le ghiandole che potrebbero avere questo tipo di secreto sono la
mammella attiva, che sintetizza il latte, in parte lipidico e le ghiandole sudoripare a
lume ampio (ascelle, ano, genitali), che hanno un secreto parzialmente lipidico. Un
esempio: ghiandola mammaria, ghiandole uterina, ghiandole sudoripare a lume ampio
cioè ascella, genitali e ano)

III - Olocrine (“holòs” = “tutto” -> perché tutta la cellula va a formare il secreto, dopo esser
morta) le cellule secernenti vanno incontro a un processo di degenerazione e vengono
eliminate in toto insieme al prodotto di secrezione. La ghiandola viene, poi, ricostruita
da cellule staminali. Esempio tipico sono le ghiandole sebacee, queste producono sebo
che lo rilasciano con un meccanismo olocrino, ovvero la cellula si riempie di sebo, si
stacca dall’adenomero e va a formare essa stessa il secreto. Questo sebo (=secreto
lipidico) lubrifica il dotto pilifero.
GHIANDOLE SALIVARI MAGGIORI

- Sono ghiandole merocrine (merocrino significa esocitosi classica, perdono solo il secreto)
- Sono strutture a sé stanti che rimangono in contatto con l’epitelio (mucosa orale) tramite il
dotto escretore

Esistono 3 tipi di ghiandole salivari maggiori:

1. Parotide: ghiandola composta acinosa, con il lume stretto, solo a secrezione proteica
sierosa. È simile al pancreas (=ghiandola esocrina composta, sierosa, acinosa ma il
pancreas è anche una ghiandola endocrina, ovvero gli isolotti di Langerhans).

2. Sottomandibolari: ghiandola mista, con alcuni adenomeri acinosi a secrezione sierosa, altri
tubulari a secrezione mucosa, e in alcune zone qualche semiluna del Giannuzzi.

3. Sottolinguali: ghiandole miste prevalentemente mucose. Ci può essere anche una parte
sierosa (potremmo trovare delle semilune del Giannuzzi anche qui), ma per lo più ci sono
adenomeri tubulari mucosi.

Esistono anche ghiandole salivari minori, meno organizzate, senza capsula connettivale che le
circonda, che non sono strutture a sé stanti, ma sono immerse nel connettivo.

TUBO DIGERENTE E GHIANDOLE


L’epitelio che riveste il tubo digerente ha sia cellule di rivestimento sia cellule secernenti, dunque
parleremo di lamina secernente, cioè di un epitelio con doppia funzione: di rivestimento e
secernente. Le cellule di rivestimento sono quelle cilindriche con estroflessioni della membrana
(microvilli), che hanno una funzione di assorbimento. Le cellule secernenti sono, ad esempio, le
cellule caliciformi mucipare, ma anche altre, che secernono talvolta anche ormoni che agiscono
localmente, e hanno un effetto paracrino, cioè locale.

PANCREAS
Il pancreas è una ghiandola sia esocrina sia endocrina: la parte esocrina è simile alla parotide (con
acini a secrezione sierosa), mentre la parte endocrina è formata da isolotti di Langherans, ovvero
strutture chiare che contengono cellule a secrezione endocrina. Il 70% di queste cellule producono
insulina, unico ormone del nostro organismo in grado di regolare la glicemia inducendo
ipoglicemia, essendo quindi di vitale importanza. Altre cellule producono glucagone, che invece
aumenta la glicemia. Esistono malattie legate al mal funzionamento di queste cellule: nel diabete
di tipo I si verifica la distruzione delle cellule beta del pancreas per un meccanismo autoimmune i
linfociti T hanno un’attività citotossica nei confronti di queste cellule, confondendosi e uccidendo
anche le cellule sane come cellule estranee ed infettate. Infatti, queste malattie insorgono spesso
dopo infezioni virali, durante le quali il virus entra nella cellula infettata, la quale presenta sulla
superficie esterna i peptidi del virus, attivando le cellule del sistema immunitario. Il sistema
immunitario riconosce queste cellule e le uccide, perché sono infettate, ma poi, se il peptide del
virus è esposto in superficie ed è simile a peptidi esposti su nostre proteine di cellule sane, i
linfociti T si confondono e uccidono anche le cellule sane. È un meccanismo irreversibile: se
vengono distrutte le cellule beta, il danno è irreparabile. Si può comunque vivere in assenza di
cellule beta somministrando all’individuo insulina esocrina. La parte esocrina del pancreas secerne
sostanza sierosa, cioè proteine, che vengono digerite nello stomaco. I lipidi vengono invece digeriti
nell’intestino grazie alla produzione di amilasi e lipasi, i due enzimi più importanti prodotti dalla
parte esocrina del pancreas. La parte endocrina produce invece ormoni.

Ghiandole più importanti a forma alveolare:


1. Ghiandola mammaria forma tubulo-alveolare composta: l’adenomero è molto ampio, il
latte è il secreto, in parte lipidico; quindi, la secrezione è apocrina

2. Prostata gli adenomeri sono molto ampi, il lume è ampio e ci sono dei precipitati dentro al
lume delle ghiandole alveolari, presenti solo nella prostata, che non hanno significato
funzionale e aumentano con l’età. Si distinguono da un secreto perché queste
precipitazioni hanno un colore omogeneo, mentre un secreto ha solitamente un colore
disomogeneo.
GHIANDOLE ENDOCRINE

Le ghiandole endocrine si trovano anch’esse nei tessuti epiteliali secernenti, ma durante la


loro formazione perdono il dotto escretore-> NON possiedono dotti escretori.
Solitamente producono ormoni (anche più di uno a ghiandola).
L’ormone agisce su organi formati da cellule che avranno recettori specifici per
quell’ormone. L’azione degli ormoni è organo-specifica.
Gli ormoni raggiungono gli organi attraverso il sangue che è il meccanismo di comunicazione
endocrino classico. La sostanza viene immessa nel torrente circolatorio e può raggiungere
compartimenti molto lontani dalla cellula che ha prodotto l’ormone.

N.B. nel sangue troviamo una bassa concentrazione di ormone-> la concentrazione


plasmatica degli ormoni varia tra 10^-6 e 10^-9 M.

MECCANISMI DI COMUNICAZIONE TRA CELLULE

- Meccanismo endocrino: La cellula produttrice immette il secreto nel sangue che


raggiungerà la cellula ricevente.

- Meccanismo paracrino: La cellula che produce la sostanza solubile è una cellula vicina
(molto frequente nelle cellule del sistema immunitario)

- Meccanismo autocrino: la cellula che produce quel fattore riceve l’effetto del fattore
stesso perché essa stessa ha il recettore di quel fattore solubile. (Cellule T del sistema
immunitario producono una citochina che si chiama il-2 e esse stesse hanno il recettore
per il-2, quindi subiscono esse stesse l’effetto di il-2 che induce la proliferazione di
queste cellule.)

- Comunicazione cellula cellula: Comunicazione che non avviene tramite fattori solubili ma
tramite recettori di una cellula e ligandi di un’altra cellula. Meccanismo molto frequente
nelle cellule del sistema immunitario.

CELLULE ENDOCRINE NEL NOSTRO CORPO

- Ipotalamo: all’interno della scatola cranica, struttura con complesse

(regolare l’ipofisi)
- funzioni (es termoregolazioni)
- Ipofisi: strettamente collegata all’ipotalamo
- Epifisi
- Tiroide: a livello del collo con appoggiate sopra le quattro paratiroidi
- Il Timo: organo linfoide primario
- Le Ghiandole surrenali: appoggiate sui reni
- Il pancreas endocrino
- Le gonadi maschili (testicoli) e femminili (ovaie): organi in cui avviene la

formazione o la maturazione delle cellule germinali maschili (spermatozoi)


e femminili (ovociti). Dentro questi organi noi avremo delle cellule a
funzione endocrina che svolgeranno delle importanti funzioni nello
sviluppo delle cellule germinali. Senza gli ormoni non possiamo avere lo
sviluppo delle cellule germinali. Lo sviluppo o la generazione di queste
cellule avviene solo dalla pubertà in poi, quando il nostro organismo inizia
a produrre ormoni sessuali in grandi quantità.

GLI ORMONI

Gli ormoni possono essere di natura proteica o di natura steroidea:

- Ormoni proteici: sono idrofilici, hanno recettori di superficie. Al loro volta, i recettori di
superficie, per influire sul metabolismo cellulare, sono accoppiati ad altre molecole, capaci
di rilasciare e di realizzare quindi, tramite la trasduzione del segnale, una risposta
funzionale o genica dell’avvenuta interazione ormone/recettore.

- Ormoni steroidei: sono sintetizzati a partire dal colesterolo, sono altamente idrofobici per
cui riescono a diffondere liberamente attraverso la membrana plasmatica. Quindi tutte le
cellule sono permeabili ai vari recettori steroidei ma solo alcune cellule bersaglio, dotate
del recettore opportuno a livello citoplasmatico o più frequentemente nucleare, riescono a
trattenere l’ormone steroideo specifico. Una volta formatosi il legame ormone steroideo-
recettore, questo complesso migra nel nucleo e induce la trascrizione del DNA.

Eccezione -> Ormoni tiroidei: sono peptidici ma hanno recettori nucleari già legati al DNA.
L’interazione ormone-recettore anche in questo caso induce trascrizione del DNA

CLASSIFICAZIONE GHAINDOLE ENDOCRINE (organizzazione strutturale e morfologica)

- Ghiandole a follicoli chiusi :


la tiroide è l’unica ghiandola a follicoli chiusi. È una ghiandola
formata da una sorta di sfere (=follicolo), ogni sfera è rivestita da un epitelio cubico
semplice e all’interno di ogni sfera troviamo una sostanza detta colloide, che contiene i
precursori degli ormoni tiroidei. (ormoni tiroidei T3 e T4)
- Ghiandole a cordoni solidi: sono ghiandole che contengono gruppi di cellule, infatti, il
termine cordone sta per raggruppamento di cellule e questi gruppi possono organizzarsi
tra di loro in maniera diversa e di conseguenza si possono riscontrare caratteristiche
diverse delle ghiandole e questo è dovuto proprio al loro modo di organizzarsi.
(ipofisi, parotidi, surrene, epifisi, corpo luteo)
- Ghiandole a isolotti: l’unico esempio è il pancreas, il quale è formato da una porzione
esocrina (uguale alla parotide) e da una porzione endocrina (isolotti, formati da cellule
endocrine-> questi isolotti producono ormoni diversi: cellule alfa producono il glucagone,
invece le cellule beta l’insulina)
N.B. la patologia in cui non si produce insulina è il diabete di tipo I in quanto quello di tipo
II è quello in cui si diventa resistenti all’insulina. Il diabete di tipo I è una malattia
autoimmune (=quando le cellule del nostro sistema immunitario attaccano le nostre
cellule sane e le distruggono)

- Cellule interstiziali: sono cellule disperse singolarmente o a piccoli gruppi nel connettivo di
un organo (c. interstiziali del testicolo e dell’ovaio)
- Sistema endocrino diffuso: cellule endocrine singolarmente disperse in tessuti epiteliali di
rivestimento o secernenti.

N.B. le ghiandole endocrine sono vascolarizzate da sinusoidi, cosiddetti perché hanno andamento
sinuoso, lume ampio, endotelio fenestrato.

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