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A SEGUITO DELLE PRECIPITAZIONI, I VERSANTI POSSONO ESSERE

SOGGETTI A IMPORTANTI PROCESSI DI DENUDAZIONE DOVUTI SIA


ALL’AZIONE DELLA PIOGGIA BATTENTE SUL SUOLO SIA ALLO
SCORRIMENTO SUPERFICIALE DELL’ACQUA CADUTA. QUESTI PROCESSI,
DEFINITI PROCESSI DI DILAVAMENTO, SONO DISCONTINUI NEL TEMPO E
CONDIZIONATI NELLA LORO EFFICACIA DA UNA SERIE DI FATTORI CHE
DETERMINANO L’ENTITÀ DELLO SCORRIMENTO SUPERFICIALE E LE
FORME DI MODELLAMENTO CHE SI VENGONO A ORIGINARE.
In conclusione il permafrost non è un agente morfologico o un
processo di modellamento è una condizione termica del
terreno, condizione che può attivare alcuni agenti e processi
tipici dell’ambiente periglaciale e che influenza il terreno e la
vegetazione sovrastante in diversi modi.
la presenza dell’elemento acqua è importante perché
tutti i fenomeni dovuti e collegati al gelo-disgelo
(processi criergici) sono all’origine di svariate forme e
svariati processi geomorfologici.
- PERMAFROST CONTINUO: zone con TMAA
(Temperatura media annua aria) inferiori a -
8°C e precipitazioni inferiori a 500 mm annui

- PERMAFROST DISCONTINUO : zone con TMAA


comprese fra -8 e -1 e precipitazioni inferiori
ai 2500 mm annui

- PERMAFROST SPORADICO : zone con TMAA


maggiori di -1 gradi e precipitazioni inferiori ai
2500 mm annui, ma con TMAS < o = a 0°C

King (1986) ha dimostrato anche, tramite un


diagramma schematico, il collegamento fra
clima e il limite più basso del permafrost
montano e glaciazione. Essi indicano che
l’ammontare totale delle precipitazioni
annuali giocano un importante ruolo nel
determinare le zone a permafrost montano.
In generale, il range altitudinale delle zone a
permafrost montano diminuisce
all’aumentare delle precipitazioni annuali.

Così Harris (1986) sulla base della percentuale di


permafrost presente ha definito le seguenti zone:

- Zona con permafrost continuo: presenza permafrost >


80%

- Zona con permafrost discontinuo: presenza permafrost


fra 30 e 80 %

- Zona con permafrost sporadico: presenza permafrost <


30%

- Zona con permafrost isolato: presenza permafrost fra


10 e 0%;
I MOVIMENTI SUBITI DAI MATERIALI DELLO
STRATO ATTIVO A SEGUITO DEI CONTINUI
PROCESSI DI GELO E DISGELO COMPORTANO
LA FORMAZIONE DI UNA SERIE DI STRUTTURE
CAOTICHE NEL SUOLO, CARATTERIZZATE IN
SEZIONE DA PIEGHETTATURE DISARMONICHE,
INTRUSIONI, INIEZIONI DI MATERIALE E
RIGONFIAMENTI.
IL TERMINE PINGO, DERIVATO DALLA LINGUA ESCHIMESE COL SIGNIFICATO DI
“COLLINA”, VIENE UTILIZZATO PER DESCRIVERE UN PICCOLO RILIEVO
CUPOLIFORME CON NUCLEO COMPOSTO DA UNA MASSA LENTICOLARE DI
GHIACCIO CHE SI INNALZA SU UNA VASTA PIANURA. I PINGOS PRESENTANO UNA
PIANTA CIRCOLARE O ELLITTICA, CON DIAMETRI TRA I 20 E I 600 METRI E ALTEZZE
COMPRESE FRA I 3 E I 70 METRI. LA SOMMITÀ DI QUESTI RILIEVI CUPOLIFORMI È
SPESSO INTERESSATA DA FRATTURE DA DILATAZIONE, CHE SI PRODUCONO PER
EFFETTO DEL PROGRESSIVO ACCRESCIMENTO DEL NUCLEO DI GHIACCIO.

CON IL TERMINE PALSA, DI ORIGINE FINNICA E LAPPONE, VENGONO INDICATI


PICCOLI RILIEVI A PIANTA SUBCIRCOLARE O ELLITTICA, CON ALTEZZE VARIABILI
FRA 1 E 10 m, LARGHEZZE DELL’ORDINE DELLA DECINA DI METRI E LUNGHEZZE
FINO A UN CENTINAIO DI METRI, TIPICHE DI REGIONI A PERMAFROST
DISCONTINUO DELL’ISLANDA, DEL CANADA E DELLA PENISOLA SCANDINAVA.
QUESTE FORME SI ORIGINANO NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI IN PRESENZA DI
SPESSI LIVELLI DI TORBA E LIMO, E SONO CARATTERIZZATE DALLA PRESENZA DI
DIVERSE LENTI DI GHIACCIO CON SPESSORE MODESTO, ORIGINATE PER
SEGREGAZIONE E CONGELAMENTO DELL’ACQUA PRESENTE NELLA TORBIERA.
Il fenomeno è causato dal
criosollevamento e dallo
sviluppo successivo dei palsa,
ma anche dalla liquefazione
delle sabbie e dai movimenti
franosi

SONO UNA DELLE FORME PERIGLACIALI PIÙ IMPORTANTI DEL PAESAGGIO ALPINO E
SONO L’ESPRESSIONE TANGIBILE DELLA PRESENZA DEL PERMAFROST IN ALTA
MONTAGNA. SI TRATTA DI CORPI DETRITICI LOBATI O A FORMA DI LINGUA, RILEVATI
RISPETTO ALLA SUPERFICIE CIRCOSTANTE CHE SI ALLUNGANO PER DECINE O
CENTINAIA DI METRI E TERMINANO CON UNA ZONA FRONTALE RIPIDA. LA
SUPERFICIE DI QUESTO DEPOSITO, CHE PRENDE SPESSO ORIGINE DALLE FALDE
DETRITICHE DI VERSANTE O DA MATERIALI MORENICI ALLA BASE DI CIRCHI E VALLI
GLACIALI, È FORMATA DA BLOCCHI E CLASTI MINORI A SPIGOLI VIVI ED È
INTERESSATA DALLA PRESENZA DI TIPICI LOBI ARCUATI, DORSALINE CONVESSE
VERSO VALLE, ONDULAZIONI E CONTROPENDENZE. I ROCK GLACIERS ATTIVI
CONTENGONO AL LORO INTERNO GHIACCIO, CHE PUÒ ESSERE SIA INTERSTIZIALE
SIA PRESENTE IN LENTI E NUCLEI DI DIMENSIONI MAGGIORI; ESSI SI MUOVONO
LENTAMENTE LUNGO UN VERSANTE O IN UN FONDOVALLE, A SEGUITO DI FENOMENI
GELIFLUSSO E DI CREEP DOVUTI IN GRAN PARTE ALLA DEFORMAZIONE DEL
GHIACCIO IN ESSI CONTENUTO. LA VELOCITÀ DI QUESTO MOVIMENTO È
DELL’ORDINE DEI 15-30 cm/ANNO.
• Non sono selezionati per quanto riguarda la dimensione dei frammenti
rocciosi che le compongono, i quali variano dai massi anche giganteschi
(quando sono isolati vengono chiamati erratici) alle sabbie, alle argille
• La composizione litologica può essere molto varia
• I ciottoli possono essere spigolosi oppure striati, sfaccettati, con gli spigoli
lievemente smussati
• Spesso i ciottoli con forma allungata si dispongono secondo una direzione
prevalente
-Depositi della Mindel, lato nord-
est dell’AMI, sul versante della

Serra d’Ivrea verso il biellese.

-Depositi della Riss, costituiscono


la maggior parte dell’AMI; i
depositi si trovano fino a Caluso,
all’estremo sud; questa
glaciazione ha anche creato tutta
la parte più alta della Serra
d’Ivrea.

-Depositi della Wurm; “piccolo


anfiteatro morenico”, nell’area
centrale dell’AMI: questo
comprende le colline di
Strambino, Romano e Albiano.

Il Drumlin è una collina affusolata a


pianta ellittica allungata nella
direzione dello scorrimento
glaciale composta da till ricco in
argilla che si accumulano al di
sotto del ghiacciaio lunghi tra 10 m
e 3 km e alti tra 5 e 50 m
L’Esker è una dorsale sinuosa composta
da sabbie e ciottoli arrotondati e ben
selezionati che si accumulano con lo
scorrimento di torrenti subglaciali,
durante il progressivo scioglimento del
ghiaccio.
E' una forma di dimensioni variabili

Il kame è una collina di forma irregolare composta da sabbia, ghiaia e tillite che
si accumulano con lo scorrimento supraglaciale su un ghiacciaio che si ritira,
per poi depositarsi sul terreno con il progressivo scioglimento del ghiaccio.
Dimensioni fino a 50 m di altezza e 400 m di lunghezza
CON I TERMINI POMICI E SCORIE LANCIATE VENGONO INDICATI FRAMMENTI DI
LAVA MOLTO VESCICOLATI E POROSI CON DIMENSIONI VARIABILI DAI LAPILLI
ALLE BOMBE. LE POMICI SI PRODUCONO SOPRATTUTTO NELLE VIOLENTISSIME

ERUZIONI DI TIPO PLINIANO; ESSE PRESENTANO UNA COMPOSIZIONE VETRO-


SA E UN CHIMISMO RELATIVAMENTE ACIDO E SONO COSÌ LEG-GERE DA GAL-
LEGGIARE SULL’ACQUA. LE SCORIE LANCIATE SONO, INVECE, FRAMMENTI

BOLLOSI DI LAVE RELATIVAMENTE BASICHE EMESSI ALLO STATO LIQUIDO O


PLASTICO, CHE HANNO SUBITO IL RAFFREDDAMENTO IN ARIA DURANTE LE
FASI DI LANCIO.
SI TRATTA DI GRANDI RILIEVI ORIGINATI DALL’ACCUMULO
DEI MATERIALI ERUTTATI IN PIÙ FASI DA UN’UNICA ZONA
DI EMISSIONE. QUESTI RILIEVI PRE-
SENTANO GENERALMENTE UNA FORMA CONICA, CON
FIANCHI SIMMETRICI, ANCHE SE SPESSO GLI EVENTI
ERUTTIVI CHE SI SUSSEGUONO, POSSONO DARE ORIGINE
A EDIFICI MORFOLOGICAMENTE E STRUTTURALMENTE
PIÙ COMPLESSI.
LA FORMA E LE DIMENSIONI DELLE COLATE LAVICHE SONO MOLTO
VARIABILI E DIPENDONO DALLA FLUIDITÀ E DALLA QUANTITÀ DEL MAGMA
EMESSO, DALLA DURATA DELL’ERUZIONE E DALLA TOPOGRAFIA DELLA
REGIONE SU CUI ESSE SI VANNO A IMPOSTARE. LE LAVE ACIDE NON
FLUISCONO QUASI MAI LIBERAMENTE E ORIGINANO IN GENERE COLATE
CORTE E TOZZE. LE LAVE BASICHE FLUISCONO MOLTO RAPIDAMENTE E
POSSONO ORIGINARE COLATE LUNGHE ANCHE DIVERSE DECINE DI km E
LARGHE FINO A 1 km. ESSE POSSONO ORIGINARE PER SOVRAPPOSIZIONI
SUCCESSIVE ENORMI PLATEAUX BASALTICI; SE L’APPORTO MAGMATICO È
INFERIORE LE GIUSTAPPOSIZIONI DI DIVERSE COLATE, EMESSE ANCHE IN
FASI DIVERSE, PORTA ALLA FORMAZIONE DEI COSIDDETTI CAMPI DI LAVA.
Loess è un Deposizione Eoliana a partire dal limo. Il limo è il file frazione di tessitura con una
granulometria compresa tra quelle di sabbia e lutum nel. In termini di composizione, loess contiene
principalmente siliciclastics (quarzo e altri silicati), ma può anche essere una piccola frazione minerali
argillosi contenere. A volte quella frazione è aumentata dal momento della sedimentazione a causa di
agenti atmosferici chimici.

Nel linguaggio quotidiano diventa concetto loess o Argilla del Limburgo spesso utilizzato per i terreni
che si verificano in olandese e Limburgo belga, lungo il Veluwezoom Ape Rheden, nel Angolo
posteriore e sull'altopiano Groesbeek a sud-est di Nijmegen. Il loess olandese ha un tipico colore
giallo-rosso.

Vaste aree di loess si trovano anche nel nord della Cina, il altopiano del loess lungo il Fiume Giallo, e
nella regione della steppa russa, dove il suolo del loess è ricco di materia organica chernozems (terra
nera).
Modifica dell’onda originaria in onda circolare
attraverso un varco con ampiezza minore della
propria lunghezza d’onda

Si crea un’onda circolare che si propaga nella


massa
d’acqua retrostante, dissipando gradualmente la
propria energia

Il litorale, essendo il punto d'incontro tra la terra e l'acqua, è un ambiente nel quale continuamente
avvengono processi di erosione (allontanamento di materiale, dovuto alle onde e alle maree,
alle correnti costiere e al vento) e sedimentazione (apporto di materiale da fiumi o da vicini tratti di
litorale). La somma di questi processi è il bilancio sedimentario del litorale. Il bilancio sedimentario
influisce pesantemente sulla forma della costa:

se il bilancio è negativo, cioè sono prevalenti i fenomeni di erosione, la costa sarà alta, caratterizzata
da scogliere e falesie;

se il bilancio è positivo, cioè sono prevalenti i fenomeni deposizionali, la costa sarà bassa; in questo
caso possiamo distinguere anche diverse possibilità:

litorali aperti, quando c'è una separazione netta e lineare tra l'acqua e la


terraferma;

litorali protetti quando dopo una prima linea di terra emersa si aprono altri


specchi d'acqua più o meno connessi con il mare (è il caso delle lagune).

Deposito di materiali detritici, fini o grossolani, formato da


un fiume allo sbocco nel mare, o in ampi bacini lacustri, in
condizioni aeree e subacquee. 
I fiordi sono delle insenature costiere che penetrano per decine di chilometri
nella costa; si tratta di antiche valli glaciali sommerse dal mare alla fine della
glaciazione.

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