della Lombardia
I Ghiacciai
Una risorsa da conoscere
Premessa
I bilanci di massa
annui del Ghiacciaio
della Sforzellina (alta
Valtellina Lombardia)
calcolati tra lanno
idrologico 1986/87
e lanno idrologico
2006/2007. La
linea rappresenta
la quota della Linea
di Equilibrio o ELA
(Equilibrium Line
Altitude), altitudine
alla quale accumulo
ed ablazione si
equivalgono ed il
bilancio di massa
pertanto pari a zero.
Le variazioni areali
I ghiacciai lombardi sono risultati 340 nel 1999
e 348 nel 2003, con un lieve aumento numerico
rispetto al 1991 dovuto a diverse cause fra le quali
la frammentazione di ghiacciai preesistenti.
Evoluzione
dellestensione dei
ghiacciai per classe
dimensionale
TABELLA. 1 - Estensione areale e variazioni dei ghiacciai lombardi per classe dimensionale.
Classe
Dimensionale
(km2)
<0.1
0.1-0.5
0.5-1
1-2
2-5
5-10
>10
totale
Area
(km2)
1991
Area
(km2)
Area
(km2)
Area
(km2)
Area
(km2)
Area
%
Area
%
1999
2003
5.3
17.6
11.7
11.2
19.0
21.6
31.0
117.4
4.1
13.1
10.0
10.0
16.9
20.9
29.7
104.7
3.2
10.4
7.9
8.7
14.3
19.6
28.3
92.4
19912003
- 2.1
- 7.2
- 3.8
- 2.5
- 4.7
- 2.0
- 2.7
- 25.0
19992003
- 0.9
- 2.7
- 2.1
- 1.3
- 2.6
- 1.3
- 1.4
- 12.3
19912003
- 8.3
- 28.9
- 15.3
- 9.8
- 18.9
- 7.9
- 10.8
- 100.0
19992003
- 7.2
- 22.2
- 17.3
- 10.2
- 21.3
- 10.3
- 11.5
- 100.0
A titolo di esempio nella Tab. 2 si riportano le variazioni areali di alcuni dei maggiori ghiacciai lombardi
partendo dai dati del World Glacier Inventory del 1981.
TABELLA 2: aree dei maggiori ghiacciai lombardi negli ultimi 20 anni. I valori areali sono espressi in km2.
Ghiacciaio
Adamello
Forni
Scerscen Sup.
Fellaria W
Fellaria Est
Doseg
Area (km2)
1981
18,8
13,2
5,3
5,1
5,0
3,4
Area (km2)
1991
18,1
12,9
5,5
5,0
5,2
2,7
Area (km2)
1999
17,4
12.7
5.4
4.8
5.0
2.3
Area (km2)
2003
16,7
12,0
5,0
4,7
4,9
2,2
di crisi glaciale.
Come si gi sottolineato, la fase di degradazione
del glacialismo lombardo si sta acuendo, come
evidenziato anche dalla Tab. 3, dove sono indicate
le variazioni areali medie annue per tutte la classi
dimensionali. Come si pu constatare, i ghiacciai di
tutte le classi dimensionali mostrano un incremento
della riduzione areale media annua dal primo
periodo al secondo. Lunica eccezione sembra quella
della classe minore che mostra riduzioni uguali, ma
in realt se non si arrotonda ad un solo decimale si
passa da una media annua di -0,15 km2 a -0,23
km2.
TABELLA 3 - Variazioni areali medie annue (valori in km2/anno) negli intervalli di tempo considerato
(1991-1999, 1999-2003, 1992-2003).
Classe
dimensionale
(km2)
<0.1
0.1-0.5
0.5-1
1-2
2-5
5-10
>10
totale
INTERVALLO TEMPORALE
1991-1999
- 0.2
- 0.6
- 0.2
- 0.2
- 0.3
- 0.1
- 0.2
- 1.6
1999-2003
- 0.2
- 0.7
- 0.5
- 0.3
- 0.6
- 0.3
- 0.4
- 3.1
1991-2003
- 0.2
- 0.7
- 0.3
- 0.2
- 0.4
- 0.2
- 0.2
- 2.3
Le variazioni volumetriche
I soli dati areali e le loro variazioni non rendono
compiutamente lidea dellimportanza del glacialismo
lombardo come risorsa idrica e dellintensit della
degradazione in atto. Si quindi proceduto ad una
valutazione di spessori e volumi nei tre intervalli
di tempo, parametri questi molto meno semplici da
valutare rispetto a quelli areali. Per il calcolo degli
spessori e dei relativi volumi si pu procedere con
metodi di prospezione indiretta come quella
geofisica (sondaggi sismici, elettrici, o radar che si
basano sulla diversa velocit di propagazione nel
ghiaccio e nella roccia rispettivamente di vibrazioni
o impulsi sonori, elettrici, elettromagnetici) su
apparati campione, tecniche che sono state utilizzate
su alcuni ghiacciai come quelli dei Forni (sulla lingua
di confluenza stato trovato uno spessore massimo,
appena a valle della seraccata centrale, di circa 90
m), dellAdamello, della Sforzellina (spessore medio
30 m), del Dosd Orientale (spessore medio 40 m,
spessore massimo poco pi di 60 m).
La prospezione geofisica non pu, per motivi
logistici ed economici, venire applicata a scala
regionale, ma pu venire utilmente impiegata per
calibrare le valutazioni di spessore e volume glaciale
ottenute attraverso lapplicazione di metodi analitici
che si basano sulle relazioni non lineari esistenti
tra alcuni parametri morfometrici glaciali (come
il dislivello altimetrico, ovvero la differenza tra la
quota minima e la quota massima di un apparato)
e la componente parallela al pendio dello sforzo
conseguente alla massa glaciale stessa, ovvero
lo sforzo di taglio basale (indicato in fisica con la
lettera greca ). Pi precisamente gli spessori medi
glaciali possono venire stimati sulla base degli sforzi
di taglio basale () calcolati in modo non lineare
a partire dai dislivelli altimetrici degli apparati
seguendo il metodo proposto da alcuni ricercatori
svizzeri (Haeberli & Holzle, 1995). Conoscendo
quindi possibile stimare lo spessore medio glaciale,
infatti per un ghiacciaio medio cos definita:
= g h sen
11
lombarda glacializzata.
I dati delle stazioni di Bormio e dei Forni (temperatura
dellaria e precipitazioni liquide o equivalenti)
sono rilevati a cadenza oraria e registrati nel
database generale di ARPA Lombardia; i dati di
Avio Diga (temperatura dellaria, precipitazioni
liquide, spessore della neve al suolo) sono rilevati
giornalmente e registrati a cura di Enel che gestisce
i vicini impianti idroelettrici.
Per quanto riguarda le temperature medie
annue, se per Bormio si prende in considerazione
lintervallo temporale 1966-2006 si ottiene un
valore sullintero periodo di +7.5 C. Limitando
lelaborazione al periodo 1992-2003, la temperatura
media pari a +8C, evidenziando pertanto un
aumento di circa 0.5C rispetto alla temperatura
media del quarantennio. Ad Avio Diga il valore
termico medio nel periodo 1966-2006 risulta pari
a +4.2 C; se si considera lintervallo 1992-2003, la
media annua risulta di +4.6C, portando a valutare
lincremento medio in circa 0.4C.
Se si riduce il periodo di analisi allintervello 19921998 la temperatura media annua a Diga Avio
risulta di 4.3C, suggerendo un incremento di 0.1 C
rispetto al quarantennio di riferimento; se invece si
prende in esame il periodo 1999-2003, i dati medi di
Avio (+5.0 C) permettono di quantificare laumento
di temperatura in circa 0.8C. Questultimo elevato
valore in accordo con quanto ritrovato da altri
autori analizzando le variazioni termiche alpine
degli ultimi anni che risultano molto amplificate
rispetto alle aree collinari o di pianura.
Prendendo in esame la stazione Forni nel periodo
1988-2005, i risultati sono lievemente diversi; non
emerge, infatti, un chiaro segnale dai dati annui
che sembrano abbastanza stabili e senza alcuna
tendenza evidente; sono invece i dati medi estivi
(Giugno-Agosto) a fornire le informazioni pi
interessanti, evidenziando un incremento di 0.2C
nel periodo 1992-2003 rispetto al 1988-2005 ed
un aumento di 0.6C nellintervallo 1999-2003.
Ghiacciai e clima
Se, come sottolineato pi sopra, i ghiacciai
sopravvivono finch persiste il delicato equilibrio
fra fusione nivo glaciale ed accumulo nevoso,
i dati delle stazioni meteorologiche dovrebbero
evidenziare una recente variazione dei fenomeni
meteoclimatici che modulano distribuzione ed entit
di questi due parametri. Considerando, seppur
in modo semplicistico, come forzanti climatiche
principali le temperature e le precipitazioni, si
13
Anomalie annue (in m w.e.) dello spessore nevoso calcolate per la stazione di Diga Avio (1860 m) rispetto alla
media del periodo 1966-2006 a confronto con lindice NAO dei mesi di Gennaio-Marzo
15
Effetti della deglaciazione sul settore destro idrografico della lingua del Ghiacciaio dei Forni (alta Valtellina,
Lombardia): si osservano il crollo di un settore del ghiacciaio a seguito dellazione erosiva termica e meccanica
operata dal torrente subglaciale, lemersione di finestre rocciose, fenomeni di flussi detritici presso la morena
laterale che ne rivelano il nucleo centrale in ghiaccio di ghiacciaio anchesso sottoposto ad intensa fusione.
17
19
I sentieri glaciologici
della Lombardia
21
CD Rom
CD-Rom
Suggerimenti bibliografici
Suggerimenti biblografici
23
Coordinamento generale:
Regione Lombardia Direzione Generale Territorio
ed Urbanistica
Ing. Mario Nova
Dr. Roberto Laffi
Contributi scientifici:
Universit degli Studi di Milano
Dipartimento di Scienze della
Terra Comitato Glaciologico
Italiano:
Dr. Claudio Smiraglia
Dr.ssa Guglielmina Diolaiuti
Servizio Glaciologico
Lombardo:
Andrea Tamburini
ARPA Lombardia:
Dr. Enrico Zini
Dr. Dario Bellingeri
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Generale Territorio ed
Urbanistica
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Dr. Andrea Piccin
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