Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Negli ultimi decenni l’uomo ha preso coscienza della dipendenza che lo lega
necessità di tutelare l’ambiente è uno degli argomenti più frequenti nei dibattiti attuali;
pertanto, la conoscenza e lo studio degli elementi più sensibili alla pressione antropica
sono diventati obiettivi prioritari, affinché si possano adottare politiche volte alla
salvaguardia degli equilibri che da sempre regolano i rapporti tra l’uomo e l’ambiente in
cui vive. L’acqua è estremamente importante essendo il vettore di tutta la vita sulla
Terra; basti pensare che essa partecipa alla struttura delle piante e degli animali in una
sviluppo dell’economia e della civiltà umana, perché serve all’uomo per l’alimentazione
e l’igiene, per l’irrigazione in agricoltura, come sorgente di energia e materia prima dei
processi produttivi, come via di trasporti e base delle attività ricreative. Perciò, nel corso
acque da parte dell’uomo ed i connessi interventi sui sistemi idrici naturali, con eccessi
e disordini che spesso hanno compromesso le risorse idriche sia qualitativamente che
idrici nel corso di uno sfruttamento millenario del territorio, che non sempre si è svolto
relativamente alla difesa del suolo e al reperimento, alla gestione, all’ adduzione e alla
1
dell’imprevedibile fenomeno di abbassamento delle falde e delle portate sorgive,
Nell’area sannita e nel resto del territorio italiano, l’aumento dei consumi delle risorse
comportato il crescente bisogno di risorse idriche di buona qualità. Pertanto, per un uso
sostenibile e durevole delle risorse idriche bisogna tenere conto della qualità delle acque
contesto, si inserisce il presente lavoro di tesi finalizzato alla definizione dei caratteri
idrogeologici e delle caratteristiche idrochimiche delle acque nella bassa valle del fiume
Calore, una zona nota da tempo per la sua ricchezza in acque sotterranee, in modo da
in una porzione circoscritta del territorio. L'obiettivo di tale lavoro è stato quello di dare
un contributo alle conoscenze idrogeochimiche della zona della bassa valle del fiume
Calore essendo stato questo, per molti anni, sede di importanti attività agricole con
conseguente inquinamento dei corpi idrici presenti. A tale scopo sono stati effettuati una
serie di campionamenti in corrispondenza dei corsi d'acqua, delle sorgenti, nonché delle
2007 e la seconda nel 2009. A queste è stata fatta seguire un’ultima campagna di analisi
effettuata nel febbraio 2010 su alcuni punti d’acqua significativi. Essa ha permesso di
consolidare solo alcuni degli aspetti riscontrati nelle precedenti campagne. Il presente
2
territoriale, con particolare riferimento agli aspetti geologici, le
• una parte riguardante gli aspetti pratici del caso di studio che include: il
delle acque superficiali e sotterranee allo scopo di fornire, competenti agli Enti che
conoscenza delle problematiche legate alle acque sotterranee dell’area oggetto di studio,
Per la realizzazione del presente lavoro, infatti, è risultato indispensabile l’utilizzo dei
Sistemi Informativi Territoriali sia per la tipologia di dati utilizzati che per la necessità
3
CAPITOLO 1: INQUADRAMENTO TERRITORIALE
km², il cui territorio è per il 51% collinare, il 34% montuoso ed il 15% pianeggiante. La
popolata comprende la piana del fiume Garigliano e quella del fiume Volturno a nord e
a sud di quest’ultima la valle del fiume Sarno. Il restante territorio di pianura comprende
la pianura del fiume Sele a sud, formante la piana di Pesto e la pianura di Salerno. La
tutto l’anno, che assicurano adeguato rifornimento di acqua per usi irrigui ed industriali.
4
− il Garigliano, al confine con il Lazio;
− il Volturno, molto ricco di acqua anche per i numerosi affluenti tra i quali
Puglia;
piccolo centro agricolo con poche industrie a causa della sua sfavorevole posizione
5
Figura 1.1 – Inquadramento delle Provincie della Campania
I fiumi principali sono, innanzitutto, il Calore Irpino, che nasce sul Monte Accèllica
(1660 m.) in provincia di Avellino per riversarsi nel Volturno, il quale interessa
parzialmente i confini occidentali; abbiamo poi due affluenti del Calore provenienti
sempre dalla provincia di Avellino: il Sabato, che confluisce nel Calore nei pressi di
Altri corsi d’acqua sono il Fortore, che, nasce in provincia di Foggia, attraversa la zona
nordorientale, per poi riversarsi nel lago di Occhito; l'Isclero, che nasce sul monte
Mauro nel massiccio del Taburno, attraversa la Valle Caudina e si riversa nel Volturno;
6
I laghi sono pochi e di scarsa importanza, il più esteso è il Lago di Telese.
Entrambe le piane sono attraversate dal basso corso del fiume Calore.
• Il Piano di Apice, a 165 m d'altezza media, a NW del paese, sulla sinistra del
di 330 m circa.
km², di forma quasi circolare, chiusa dai monti Avella a sud, Taburno a nord, dal
7
1.2 Inquadramento geografico, storico e socio-economico dell’area di studio
nella bassa valle del fiume Calore, tra gli abitati di Ponte e Solopaca.
dalle dorsali mesozoiche del Monte Matese a nord e del Monte Camposauro a sud. Dal
punto di vista altimetrico la zona presenta quote che variano dai 45 metri s.l.m. nei
pressi del comune di Solopaca ai 1390 metri in corrispondenza del Monte Camposauro.
Solopaca ha un’origine molto antica. Il territorio dove sorge fu abitato, stando ad alcuni
8
ritrovamenti, fin dall'epoca preistorica anche se le testimonianze più evidenti risalgono
si ritrovano infatti numerosi reperti: tombe, ruderi di ville e fortificazioni ancora oggi
visibili. Di origine normanna è l’attuale centro storico. Non lontano dal centro abitato,
sulle sponde del fiume Calore, si vedono i resti del Ponte Maria Cristina, raro esemplare
di ponte pensile, fatto edificare da Ferdinando II di Borbone nel 1832 intitolato alla sua
soprattutto al commercio del vino, dell'olio e delle ciliegie e si abbellisce dal punto di
vista urbanistico con numerosi Palazzi dai caratteristici portali in pietra. La zona ricade
presenta fertile e rigoglioso: a valle con le grandi estensioni di vigneti ed uliveti, ubicati
in una fertile zona di pianura favorita da numerose strade che la collegano ad importanti
arterie viarie; a monte con i suoi boschi ricchi di flora, fauna e risorse idriche. Le
numerose conche carsiche e le profonde falde acquifere rendono la zona ricca di acqua.
competenza che si è andata affinando nel tempo. Qui la vite trova nella collina e nella
natura del terreno il suo ambiente ideale, producendo un vino rosso rubino di profumo
malvasia ed un sapore armonico e vellutato con una gradazione alcolica oscillante tra
11,50 e 12 gradi. Oggi Solopaca è fra i centri economici più attivi del Sannio, noto per
9
1.3 Idrografia superficiale e caratteri idrogeologici
Il Fiume Calore nasce dal Monte Accèllica (1660 metri) nel comune di Montella
di 108 km, è caratterizzato da un bacino di raccolta assai ampio (3.058 km², oltre la
metà di quello totale del Volturno), da una discreta permeabilità ed è ricco di sorgenti. Il
Calore ha una notevole portata d'acqua alla foce (31,8 m3/s, il quarto del sud-Italia
dopo Volturno, Sele e Crati), pur risentendo in maniera pesante di una certa irregolarità
come accaduto il 2 ottobre del 1949, alle ore 5:30 quando venne alluvionata per gran
della sua portata a causa delle pesanti captazioni delle sue acque. Per i primi 43 km
scorre nella provincia di Avellino e per gli altri 65 km nella provincia di Benevento. Il
suo corso si può dividere in alto, medio e basso Calore. La bassa valle del fiume
interessa, appunto, l’area compresa tra Ponte e la confluenza dello stesso nel Volturno
asimmetrica con l’asse vallivo spostato verso Sud. Il corso del Fiume ricade al centro
irregolari fino all’altezza della stazione ferroviaria di Solopaca, dove è presente una
stretta morfologica in gran parte erosa attualmente e a valle della quale il corso d’acqua
assume un andamento quasi rettilineo fino alla confluenza nel Volturno. La presenza di
10
Figura 2.5 – Andamento del fiume Calore nell’area di studio.
Il Calore presenta otto stazioni di monitoraggio ubicate lungo l’intera asta. La qualità
dell’acqua peggiora marcatamente man mano che ci si avvicina alla confluenza con il
Volturno. Presenta lungo il suo corso numerosi scarichi fognari e nel tratto a valle della
città di Benevento riceve gli apporti del fiume Sabato, del torrente Serretelle e del
dell’acqua. In questo tratto come facilmente prevedibile il suo stato ambientale si può
definire pessimo. Nel complesso, per quanto riguarda la qualità delle acque, il fiume
cioè una situazione fortemente compromessa nel tratto superiore. Verso valle la
corrispondenza della città di Benevento presenta, come detto, una qualità dell’acqua
11
fortemente compromessa. Nei tratti a valle, grazie alla maggiore diversità ambientale, si
Per una attenta analisi idrogeologica dell’area oggetto di studio risulta utile effettuare
Gli eventi che hanno generato l'assetto geologico-strutturale della Campania sono
strettamente connessi agli eventi che hanno generato il quadro strutturale della penisola
preesistente;
avanzamento;
le falde appenniniche;
12
4) l'avampaese, costituito da una potente successione carbonatica mesozoica, impostata
appenniniche.
dalla convergenza della placca Eurasiatica e della placca Africana durante il Cenozoico.
Figura 1.3 - Avanzamento delle placche Africana ed Ellenica verso quella Eurasiatica.
13
ovest verso est, causando il sovrascorrimento dell’intero edificio sull’Avampaese
viene messa in relazione alla convergenza tra la placca europea e quella africano-
dei thrusts nella catena e l'apertura del bacino tirrenico sono stati controllati dal roll-
varie interpretazioni che, soprattutto, a partire dagli anni sessanta, hanno portato alla
cui sintesi è riportata in IPPOLITO et alii, (1973). Gli Autori sostenevano che
carbonatiche ed i bacini diviene più’ netta; dopo tale fase, infatti, e’ possibile
14
• Bacino Lagonegrese, caratterizzato da calcari con selce che fanno passaggio
Trias Medio.
spessori più elevati e i cui termini più antichi sono ascrivibili al Trias
Superiore.
• Bacino est Garganico, i cui terreni affiorano sul versante orientale del Gargano
Le fasi tettoniche cretaciche portarono ad una totale emersione della piattaforma esterna
depositi calcarenitici che verso l’alto evolvono a sedimenti arenacei per lo più’
torbiditici con fase di flysch. Mentre la deposizione di questi terreni e’ ancora in atto si
del bacino Lagonegrese e questo, a sua volta, si sovrappone sui terreni della zona assiale
del bacino. In questa fase nasce il Bacino Irpino che s’imposta in parte sulle aree
deformate e in parte sulla zona più esterna del bacino Lagonegrese non ancora
deformato .
15
2. la fase serravalliana, durante la quale sulla Piattaforma Abruzzese-Campana si
verifica un’estesa trasgressione e l’area del Bacino Irpino si allarga verso l’esterno fino
Campana che si sovrappone sul Bacino Molisano. Nel Pliocene Medio si assiste ad una
traslazione della pila delle coltri verso la piattaforma Apula. Successivamente, a partire
- la Apulo-Garganica
- l’Abruzzese-Molisana
- l’Abruzzese
- la Laziale-Abruzzese-Campana
- la Laziale-Campano-Lucana
- la Campano-Lucana-Calabrese
Questi terreni a partire dal Miocene avrebbero subito diverse fasi tettoniche che hanno
16
Nel 1986 Mostardini & Merlini pubblicarono un modello strutturale dell’Appennino
all’estremità meridionale, è strutturato in tre archi minori che, andando da nord a sud
sono:
• l’arco molisano-sannitico
• l’arco campano-lucano
• l’arco calabro.
17
Le differenze litologiche influenzano macroscopicamente, anche a scala regionale, la
CINQUE A., 1988), è caratterizzata da una complessa struttura geologica indotta dalle
depositi terrigeni in facies flyschoide (D’ARGENIO et alii, 1973). Le fasi tettoniche, sia
hanno prodotto un ulteriore smembramento delle varie unità tettoniche. Tali unità,
sulle stesse, gli effetti delle diverse fasi di piegamento responsabili del particolare
a:
18
• successioni bacinali meso-cenozoiche appartenenti alle cosiddette Unità del
zona più orientale del territorio beneventano (Monte Barbato). Mentre, nel
settore centrale, sia a Sud che a Nord del Fiume Calore, affiorano i depositi
L’area oggetto di studio ricade nel settore a sud del IV quadrante del foglio 173-
Benevento della Carta Geologica d’Italia in scala 1:100.000 edita dal Servizio
19
Figura 1.4 - Inquadramento dell’area di studio sul Foglio 173- Benevento
geologiche diverse:
20
ricoperti, verso Sud, dai sedimenti del piccolo bacino pliocenico di
Benevento.
erosiva e tettonica.
La piana del fiume Calore è costituita da un’estesa depressione tettonica delimitata dalle
dorsali carbonatiche mesozoiche del Matese, a Nord, e del Camposauro, a Sud. Sui
della piana, è piuttosto variabile (da pochi metri ad alcune decine di metri),
raggiungendo,in alcuni punti, anche 150 metri (CIVITA et alii, 1971). Tali depositi
metri soprattutto in destra orografica del Fiume Calore (depositi alluvionali antichi) e
sono stati carotati per spessori notevoli (oltre 150 m) al centro della piana e sul bordo
Figura 1.6 - Carta geologico schematica ridisegnata (da Bergomi et alii 1975, semplificata).
22
• Terreni olocenici e pleistocenici
del Fiume Calore ed interessano la dorsale settentrionale del monte Camposauro, dal
23
• Argille Varicolori affioranti a nord del territorio comunale di
varicolori.
Torrecuso, e la località Vallone del Corpo e rappresentano l’unità affiorante più bassa.
membro arenaceo.
I Terreni olocenici e pleistocenici interessano la maggior parte del Fiume Calore e dei
suoi affluenti ed affiorano sia in destra che in sinistra orografica. In sinistra orografica
arenacei. I depositi più antichi sono presenti in destra orografica e poggiano in parte sui
terreni argillosi e calcareo marnosi del Flysch Rosso ed in parte sui terreni arenacei. Tali
alluvioni sono riscontrabili anche in sinistra orografica nella zona compresa tra Ponte e
Torrecuso. Mentre le Alluvioni Recenti, che si snodano lungo l’attuale asta fluviale sia
Infine i depositi piroclastici sono costituiti da materiali vulcanici sciolti a cui sono
intercalati piroclastiti tra cui “tufi grigi napoletani” “tufi gialli”, cineriti.
24
Figura 1.7 - Carta geologica dell’area di studio.
linea tettonica di carattere compressivo che vede la sovrapposizione dei calcari del
Monte Camposauro sui depositi terrigeni ed i calcari della zona di Telese (BOSCAINO,
2000).
Fasi tettoniche successive hanno poi disarticolato le unità tettoniche attraverso diversi
25
Il bordo meridionale della valle è marcato, infatti, da un limite molto netto,
si presenta molto più articolato. Questo, è impostato su una faglia che borda il versante
meridionale del Monte Monaco di Gioia, e da una serie di faglie trasversali su cui si
faglia presenti sia in destra che in sinistra del Fiume Calore, di altezza inferiore ai 4 m,
dei quali esse appaiono traslate verso monte o verso valle: è pertanto probabile che tali
morfologica. Questo dato appare spiegabile con un’età recente delle faglie generatrici,
confermata dal fatto che le faglie in oggetto dislocano terrazzi di età basso o medio-
olocenica (MAGLIULO, 2004) e sono dunque più recenti dei terrazzi stessi. Tra le
risultata quella su cui è impostato il tratto terminale del Vallone del Lago il quale,
intorno a quota 120 metri s.l.m., passa da una direzione di deflusso NNWSSE ad una
faglia intercetta anche un tratto del Fiume Calore, il quale passa da una direzione di
deflusso E-W ad una NNE-SSW. La faglia disloca di circa 2 metri i terrazzi alluvionali
alto-olocenici e ciò consente di ipotizzare che essa sia stata attiva anche in tempi
recenti.
26
Figura 1.8 - Carta geologica della bassa valle del Fiume Calore con le faglie principali e quelle
presunte.
prima volta da FAIRBRIDGE (1968) e MONROE (1970) per indicare una depressione
di forma sub circolare dovuta al collasso di cavità carsiche sotterranee. In seguito questo
termine si è diffuso sempre di più ad indicare qualsiasi cavità subcircolare che si apre
improvvisamente nel terreno con richiamo di materiali verso il basso a prescindere dal
sia in rocce solubili che in terreni granulari. Diffusi in tutto il mondo ed in contesti
geologici anche molto differenti, possono avere sia origini “naturali” (ad esempio
27
collasso di cavità carsiche) che antropiche (collasso di cavità artificiali abbandonate)
tal proposito NISIO (2003) in un riesame della terminologia tecnica in materia propone
definizioni più precise e specifiche delle varie tipologie di sinkhole distinguendoli sulla
base del loro meccanismo genetico (collapse sinkhole, solution sinkhole, cover sinkhole,
casertana, ma altrettanto numerosi, anche se meno noti, sono quelli di origine naturale
alii, 1996; SANTO e TUCCIMEI, 1997; DEL PRETE et alii, 2004). Tra le tipologie di
28
• sinkhole che si sviluppano in materiali limoso-sabbioso-ghiaiosi
I sinkhole sono talora stati oggetto di controverse interpretazioni riguardo la loro genesi
(DEL PRETE et alii, 2004). Molti sinkhole si aprono sui versanti dei rilievi carbonatici
con sorgenti basali in quanto ubicati ad alta quota sui versanti e dove, attualmente, non
si hanno dati sulla presenza di falde mineralizzate (sinkhole di Valle di Maddaloni, dei
avere età anche molto antiche (alcune centinaia di migliaia di anni) di fatto sono ancora
Infine una terza tipologia di sinkhole interessa aree pianeggianti ed in alcuni casi si
aprono nelle zone di raccordo con il fondovalle di massicci carbonatici già interessati da
molti altri casi, invece, essi si aprono in aree alluvionali sub-pianeggianti, lontano dai
29
profondità. Le aree interessate da questi fenomeni corrispondono ad importanti
depressioni tettoniche per lo più colmate, nel corso del Quaternario, da depositi
ancora attive, come testimoniato dall’elevato grado di sismicità delle aree. Le ricerche
non si esclude che molte altre si possano essere formate precedentemente ed ormai
I sinkhole in aree alluvionali, infatti, molto spesso ricadono in zone agricole e per tale
Tra le aree di piana alluvionale nelle quali sono state riscontrate tali fenomenologie
rientra la bassa valle del Fiume Calore beneventano nella zona pianeggiante che
Tali fenomeni il più delle volte sembrano essere molto recenti, di età storica, tant’è che
per alcuni di essi esistono fonti che li farebbero risalire all’epoca romana (come nel caso
di alcune Fosse Falerne). Spesso la loro genesi è associata ad importanti eventi sismici,
Anche per gli sprofondamenti di Solopaca vale il discorso dei fenomeni carsici, ed in
particolare i sopralluoghi, unitamente ai dati geotecnici raccolti grazie alla Legge 464
del 1984, hanno permesso di constatare che si tratta per lo più di “doline alluvionali” (P.
CELICO, 1983) o “doline subdetritiche” (B. D’ARGENIO, 1959), che si aprono nelle
ghiaie di conoidi alluvionali), molto recenti. Nei pressi di Solopaca, sull’altra sponda
del Fiume Calore, sono presenti almeno 11 cavità subcircolari lungo la fascia di
30
fondovalle del Fiume Calore. Sono distribuite lungo una fascia allineata in direzione
NE-SW, cioè secondo la direzione della faglia che delimita il versante nord del M.
Camposauro, e si aprono a quote comprese tra 300 e 100 metri s.l.m.. Nel gergo locale
sono denominate “Laghi”, sebbene a memoria d’uomo non vi sia mai stata presenza di
Figura 1.9 - Panoramica da foto aerea dei fenomeni di sprofondamento presenti presso l’abitato di
per il suo diminuito spessore, come pure a causa del detrito di falda che la gravità ed il
31
indicati come cover sinkhole. Alcune cavità si presentano ancora allo stato “naturale”,
mentre molte altre risultano più o meno alterate da attività antropiche. La maggior parte
vigneti, e purtroppo in alcuni casi sono state utilizzate anche come luogo di discarica.
Figura 1.10 - Cavità adibita a vigneto in località Petraia, nei pressi di Solopaca.
infatti, presentano pareti a “V”, talora rimodellate da piccoli fenomeni franosi sui cigli.
32
due più meridionali (che sono anche quelli altimetricamente più alti) si impostano in
Per quanto riguarda i rapporti con la falda, essa risulta localizzata a circa 60 metri s.l.m.
(ESPOSITO et alii, 2003), e cioè a pochi metri per le cavità più orientali, e più bassa di
circa 70-80 m per quelle più occidentali e più alte in quota. E’ possibile ipotizzare al
momento una sorta di migrazione dei sinkhole da ovest verso est da mettere in relazione
Casino Perlinceri, risale al 1840; tutti gli altri dovrebbero essere molto più antichi.
In due casi le evidenze morfologiche indicano che in alcuni sinkhole si possano essere
sinkhole.
aggressivi lungo la faglia bordiera del M.te Camposauro (vedi presenza di alcune
sorgenti minerali); non sono ancora chiari invece, il ruolo svolto dalla falda basale, che
sembra essere più profonda rispetto al fondo delle depressioni e il rapporto tra sviluppo
dei sinkhole e terremoti. Di fatto, per gli sprofondamenti di Solopaca non si hanno dati
certi sulla loro età e probabilmente, in alcuni casi, potrebbero essere anche antichi e
33
Figura 1.11 - Panoramica da foto aerea di alcuni dei fenomeni di sprofondamento presenti presso
l’abitato di Solopaca (BN) lungo le falde settentrionali del massiccio del Camposauro.
I dati geologici raccolti riguardo la genesi di tali cavità possono essere così sintetizzati:
- presenza di travertini in alcuni settori della piana del fiume Calore (con spessore
- diffusi fenomeni carsici sui versanti che circondano l’area (in particolare sul rilievo di
Montepugliano);
sabbiose;
depositi, sia perché questi ultimi sono facilmente erodibili, sia per le caratteristiche
34
- presenza di acque termali sulfuree di risalita profonda, la cui mineralizzazione ha
Alla luce degli studi realizzati, la formazione degli sprofondamenti appare riconducibile
a meccanismi genetici diversi. In generale è stato rilevato che la loro genesi interessa e
coinvolge diverse tipologie di terreni sia litoidi (calcari mesozoici) che sciolti ed a
granulometria variabile (dal detrito di falda alle ghiaie di conoide, a depositi alluvionali
orientate per lo più in direzione N120° e N40°. In alcuni casi secondo faglie orientate in
direzione E-W. In quasi tutte le aree interessate da sinkholes sono presenti emergenze di
falde mineralizzate.
E’ chiaro quindi, come già proposto da diversi autori (CORNIELLO & DE RISO, 1986;
CORNIELLO et alii,1999; FORTI & PERNA, 1986; FORTI, 1991; FORTI, 2002), che
esiste una stretta relazione tra tettonica recente, falde mineralizzate, fenomeni di
Per quanto riguarda le età dei terreni più recenti coinvolti dagli sprofondamenti, fatta
eccezione per i sinkhole in calcari, tutti gli altri hanno interessato depositi clastici e
piroclastici del Pleistocene superiore e spesso dell’Olocene. Solo in alcuni casi esistono
sprofondamenti hanno già coinvolto aree urbanizzate (Telese) altri, anche se antichi,
sono ubicati in aree con diffusa presenza di strutture ed infrastrutture e alcuni sono
a causa del notevole ampliamento delle aree urbanizzate, la loro interazione con
35
l’antropizzato rappresenta un fattore di grande rischio per l’incolumità pubblica e
privata. Le interpretazioni sulla loro genesi non sono ancora del tutto chiare; alcuni
sprofondamenti più antichi, sono stati interpretati da alcuni Autori come manifestazioni
vulcaniche di tipo freatico “gassoso” (maar) post Ignimbrite Campana. In altri casi,
invece, le fonti storiche tramandano informazioni certe in merito alla genesi di simili
fenomeni, come nel caso dell’area telesina alle estreme propaggini sud orientali dei
Monti del Matese; mentre le manifestazioni recenti (come quelle di Telese nel 2002)
36
CAPITOLO 2: CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE
differenti tra loro nei riguardi della circolazione idrica sotterranea. Pertanto, risulta utile
sono stati raggruppati in complessi idrogeologici facendo riferimento alla loro posizione
Nell’intera provincia beneventana è possibile definire, alla scala dello studio, tredici
GUADAGNO, AQUINO;2003).
37
Di questi tredici complessi sette si rinvengono nell’area oggetto di studio:
perciò, piuttosto elevata sia nei confronti dell’alimentazione diretta che nei
38
nei confronti dell’alimentazione indiretta proveniente dagli acquiferi
39
comunali di San Lorenzo Maggiore e Guardia Sanframondi nel settore
Tuttavia tra questi sette complessi sopra citati e dettagliati, quelli su cui si è focalizzata
40
sia per la loro estensione areale che per l’importanza del ruolo idrogeologico che
sia come roccia-serbatoio che come elemento di drenaggio delle acque che travasano dai
calcari verso la piana. Mentre il complesso alluvionale si estende in larga misura sulla
Figura 2.1 - Carta dei complessi idrogeologici della bassa valle del Fiume Calore.
41
2.2 Assetto idrogeologico dell’area oggetto di studio
Dal punto di vista idrogeologico, nella zona della bassa valle del Fiume Calore, sono
state individuate quattro principali unità idrogeologiche, in base al loro grado e tipo di
1971).
per porosità. Esso assume una notevole importanza idrogeologica, sia per le
42
portata effimera. Ciò avviene lungo il versante settentrionale del monte
43
I depositi argilloso-arenacei e calcareo-marnosi sono da considerare, nell’insieme,
presente nei calcari, nonché il substrato impermeabile degli acquiferi costituiti dalle
44
2.2.1 - Inquadramento idrogeologico dell’area di studio
il corso del Fiume Calore e dall’acquifero detritico-alluvionale che si estende nella zona
comune di Solopaca a Paupisi alle falde della dorsale settentrionale del monte
Camposauro.
Matese.
45
L’acquifero alluvionale è caratterizzato da una elevata trasmissività tanto da drenare
di sorgenti lungo questo fronte. La falda di base del Camposauro, quindi, viene drenata
prima dalla spessa coltre detritica pedemontana e poi dalle alluvioni del Calore
del Matese sud-orientale l’area di alimentazione delle copiose sorgenti alla base di
Montepugliano e dell’acquifero alluvionale del Calore. Lungo tale fronte, da ovest verso
Terme di Telese). L’ipotesi che il fronte acquifero alle falde del Montepugliano
rappresenti lo sfioro della falda basale del Matese sud orientale deriva non solo dalle
indagini hanno permesso, tra l’altro, di escludere ogni legame tra queste sorgenti e il
massiccio del Camposauro. Viceversa, hanno confermato che la falda basale del
Matese, circolando con carattere di falda libera, viene a giorno dopo aver attraversato i
calcari sepolti sotto la potente coltre di depositi detritico alluvionali della valle del
Titerno (CORNIELLO & DE RISO, 1986). Il fronte sorgentizio emerge lungo il piede
L’unità idrogeologica del monte Camposauro è delimitata a Sud dal massiccio del
monte Taburno, ad Est e Ovest dai sedimenti terrigeni poco permeabili rappresentati dai
46
complessi argilloso-marnoso e arenaceo-molassico, e a Nord da una spessa coltre
determinano, per la falda di base, uno schema di deflusso molto lineare. L’intera
potenzialità idrica dell’idrostruttura travasa, in modo diffuso, come già più volte
Fiume Calore.
valle del fiume Calore che ha permesso di definire le modalità di flusso idrico
alimentare la falda. Il bilancio idrologico ha confermato una netta incidenza dei travasi
alluvionale.
Una prima ricostruzione della superficie piezometrica della falda circolante negli
effettuata sulla base delle misure di 189 misurazioni dei livelli idrici, effettuate su 141
pozzi e su 47 punti quotati di superfici d’acqua libera (Fiume Calore, torrente Grassano
47
e lago di Telese) nel periodo febbraio-marzo 1996. Si è riconosciuta l’esistenza di un
livello di falda unico, come si verifica generalmente, nei depositi detritici ed alluvionali
caratterizzati da livelli idrici comunicanti tra di loro almeno a grande scala. In generale,
la morfologia della falda presenta una forma ellittica, convergente verso il principale
Stefano, individuando, quindi, un probabile paleoalveo del Fiume Calore. Lo stesso asse
Stefano. Per quanto riguarda, poi, i rapporti falda-fiume si è riscontrato nel periodo di
osservazione, sia nella fase di piena (Febbario-Marzo 1996) sia in quella di magra
sinistra idrografica, invece, è il Fiume Calore ad essere alimentato dalla falda. Inoltre
durante il periodo di magra è stato possibile riscontrare che esistono importanti travasi
Figura 2.5 - Escursioni piezometriche stagionali nel 1996. 1)Escursione minore di 1m.
2)Escursione compresa tra 1 e 3 m. 3)Escursione maggiore di 3m. 4)Principale asse di
drenaggio sotterraneo: a) in piena; b) in magra. – da GUADAGNO et alii, (1998).
48
Nell’acquifero alluvionale sono state rilevate considerevoli escursioni piezometriche,
tamponato lateralmente dai depositi terrigeni impermeabili, può contare solo sulla
Per tutti i pozzi è stata determinata la Portata Specifica (QS) ed in alcuni casi è stato
49
parametro idrodinamico è risultato variabile da 2,7×10-2 a 5×10-4 m2/s. I valori più
bassi della portata specifica sono riferibili alla porzione di piana in destra del Fiume
Calore, bordata dai depositi flyschoidi impermeabili, mentre, i valori più elevati sono
rilevati in corrispondenza del fiume. Anche i valori riscontrati nella zona ad oriente di
travasi idrici dagli acquiferi carbonatici adiacenti, e all’alimentazione del fiume Calore
nel tratto compreso tra Ponte e S. Stefano. Pertanto, è stata calcolata l’infiltrazione
efficace totale annua dell’intera piana detritico-alluvionale che è risultata pari a 26×106
di m3/anno. Sulla base della morfologia della superficie piezometrica e dei valori di
trasmissività dell’acquifero sono stati valutati i travasi sotterranei dalle adiacenti unità
carbonatiche risultando pari a 1,39 m3/s dal monte Camposauro e 0,13 m3/s dal
ricarica dell’acquifero della piana in quanto rappresenta il 59% della ricarica totale.
50
Tabella 2.2 - BILANCIO IDROLOGICO da GUADAGNO et alii (1998).
Per quanto riguarda l’alimentazione dal fiume verso l’acquifero, nel tratto compreso tra
Ponte e S. Stefano, risulta che, sia in piena che in magra, in sinistra il fiume è alimentato
dalla falda e, in destra, invece, è il fiume che alimenta la falda. Inoltre, è risultato che le
principali uscite dall’acquifero sono rappresentate dagli incrementi di portata nel fiume
Calore e dagli emungimenti dal sottosuolo. Dalle misure effettuate è stato dedotto che
l’alimentazione della falda dalla sponda sinistra è nettamente superiore alle perdite
verso la falda in destra. Ciò è coerente con i notevoli volumi idrici travasati
51
Tabella 2.3 - INCREMENTI DI PORTATA NEL FIUME CALORE da GUADAGNO et alii (1998).
medio nel periodo di magra è di 2,27 m3/s, equivalente ad un volume annuo di 71,59 ×
106 m3, chiaramente sottostimato. Sono state, inoltre, stimate anche le acque sotterranee
in uscita dal sistema associabili agli emungimenti per uso industriale e per uso
del consumo per uso potabile ammonta a circa 3,15 × 106 m3/anno. In totale le uscite
52
carbonatici, e la quota piezometrica più elevata della falda basale di questi ultimi
favoriscono considerevoli travasi idrici sotterranei verso la falda dei depositi detritico-
alluvionali. Questi apporti di acque sotterranee sono nettamente più consistenti dal
monte Camposauro (1,39 m3/s), che dal Montepugliano (0,13 m3/s), dove il principale
molto trasmissivo (da 10-2 a 10-4 m2/s), con modalità di flusso che si adattano ad una
falda convergente verso il fiume Calore. Proprio il corso d’acqua rappresenta il recapito
principale della falda (oltre 2 m3/s), anche se esso presenta rapporti differenti con la
stessa lungo il suo corso. La ricarica dell’acquifero è dovuta, oltre che dall’infiltrazione
diretta sulla piana, soprattutto ai travasi idrici dai massicci carbonatici bordieri ed in
Al fine di caratterizzare le acque dal punto di vista chimico e chimico-fisico gli Autori
hanno effettuato anche analisi sui 17 punti d’acqua. Dalle analisi risulta che tutte le
una temperatura compresa tra i 10 e i 17° C, e salinità (TDS) compresa tra 376 e 827
di margine e gli elementi che costituiscono i detriti e le alluvioni della piana, secondo
53
CAPITOLO 3: CAMPAGNA DI MONITORAGGIO DEI
PARAMETRI CHIMICO-FISICI
campionamento di alcuni punti delle acque superficiali e sotterranee nella Piana del
fiume Calore, alle quali sono seguite le analisi chimiche di laboratorio. I dati
elaborazioni grafiche.
sostanza in quantità tale che la proprietà misurata nel campione prelevato rappresenti,
entro un limite accettabile noto, la stessa proprietà nella massa di origine. In altre
del prelievo sono, infatti, la diretta conseguenza di questi obiettivi e devono essere
costantemente presenti in ogni fase delle operazioni, al fine della salvaguardia della
In modo analogo anche l'analista deve essere sufficientemente informato delle modalità
di prelievo, al punto che possa essere anche in grado di incidere in modo significativo
sulle procedure, modificando operazioni che possono influire sulla stabilità degli analiti,
54
al fine di produrre risultati in linea con gli obiettivi di qualità stabiliti nella fase di
Nel caso più generale del campionamento di acque superficiali e di falda l’obiettivo
fondamentale riguarda la valutazione delle caratteristiche di qualità del corpo idrico per
recipiente non rappresenta più, a stretto rigore, il sistema di origine, ed, inoltre, da quel
55
3.1. Pianificazione della Campagna
campagna di campionamenti, è identificare lo scopo e aver ben chiari gli obiettivi. Essi,
ogni fenomeno osservabile è caratterizzato da proprie scale, che sono i suoi intervalli di
rilevazioni di eventi bisogna avere risoluzione spaziale sufficiente per evidenziare senza
lunghi. Inoltre, quasi sempre, un fenomeno sotto osservazione non si verifica mai
isolato. Esso interagisce con altri fenomeni, per cui è importante esplorare le sue scale
caratteristiche perché azioni causa – effetto, che si possono originare tra diversi
caratteristiche da valutare.
56
Le basi sistematiche di un qualsiasi programma o piano di campionamento includono
quindi una serie di fasi tra loro interdipendenti, alcune delle quali sono :
• la definizione dell'obiettivo;
• la strategia di campionamento;
• le metodiche di campionamento;
pozzo;
• il controllo di qualità;
adottate;
57
• la definizione dei parametri accessori che devono essere inseriti nel
programma di raccolta;
personale, ecc.)
delle analisi;
campionamento, la descrizione del luogo del prelievo, l’ora ed il giorno del prelievo, le
58
caratteristiche del campione, le precauzioni necessarie alla conservazione,
posizione geografica del punto di raccolta dei campioni. E’, infatti, indispensabile
Oltre a quelle prima indicate, oggi sono ormai facilmente ottenibili anche misure dirette
ecc.), che sono utili per orientare e migliorare le operazioni di prelievo. L’utilità
maggiore dei sistemi di misura in tempo reale è comunque costituita dalla possibilità di
tradizionali.
sostenere.
comportamento di eventuali inquinanti. Una successiva validazione sul terreno dei punti
59
successivamente analizzare. Sulla scelta dei punti hanno influito molto la ristrettezza dei
tempi e la reperibilità dei punti stessi. Pertanto, sono stati selezionati i punti d’acqua con
numero piuttosto ridotto di pozzi rispetto ai prelievi superficiali. Sono stati, quindi,
prelevati sei campioni: di cui quattro superficiali (due riferibili al Fiume Calore e due a
sorgenti) e due relativi alle acque di falda (attraverso due pozzi). Per ciascun punto di
misura (sia pozzo che prelievo superficiale) è stata predisposta una scheda riassuntiva
per la memorizzazione dei dati tecnici relativi al punto stesso, alle quali sono stati,
funzione della tipologia del corso d’acqua e alle richieste del campionamento.
60
• fotocamera digitale
• provette di plastica da 50 ml
• freatimetro
• becker.
61
Le bottiglie, i flaconi ed i contenitori (tappo compreso) muniti di chiusura ermetica per
I contenitori utilizzati per la raccolta e il trasporto dei campioni non devono alterare il
- devono garantire la perfetta tenuta, anche per i gas disciolti e per i composti volatili,
In questi casi, il polietilene presenta il vantaggio di essere più resistente agli agenti
chimici ed alle variazioni termiche e presenta, inoltre, una buona resistenza all’urto.
perdita del campione per eventuali incidenti ed avere la possibilità di compiere ulteriori
campioni d'acqua del volume minimo di 2 litri. E' utile disporre in ogni caso di una certa
quantità di campioni in eccesso, necessario sia ad eventuali ripetizioni di analisi sia per
Infatti, su ogni sito di campionamento è stata prelevata una quantità totale di acqua pari
a circa 2000 ml, divisa in due aliquote da 1000 ml ognuna conservate negli appositi
62
flaconi o bottiglie di plastica chiusi ermeticamente, al fine di evitare qualsiasi tipo di
contaminazione.
nelle zone circostanti ed adeguatamente estese, eventuali presenze di una qualsiasi fonte
di inquinamento.
tramite l’utilizzo del gps si è proceduto a misurare mediante freatimetro il livello statico
dell'acqua riferendolo al piano campagna, nel caso dei pozzi, e poi si è proceduto a
profondità, e in questo modo sono state raccolte le acque ad un paio di metri al di sotto
Per quanto riguarda i pozzi è stata calata lentamente la bottiglia di profondità all’interno
del pozzo ed una volta giunti in prossimità del livello dell’acqua si è aspettato che la
bottiglia si riempisse per tirarla su. Per quanto riguarda, invece, i corpi idrici superficiali
Un’aliquota di 100 ml di ogni campione prelevato è stata trasferita nel becker per
sonde che immerse nel campione di acqua appena prelevato forniscono le misure dei
suddetti parametri.
63
microbiologici e delle caratteristiche da valutare, corredati con notizie riportanti tutte le
elaborate dove sono stati riportati i seguenti parametri e note informative relativi alla
• dati tecnici del punto di misura comprendenti gli elementi identificati del pozzo
• tipo di campionamento;
elettrica );
• elementi metallici in tracce (Cr, Cu, Zn, As, Cd, Pb, Mn, Ni, Tl, U);
• note aggiuntive relative all’utilizzo del pozzo, descrittive del sito e/o
64
Scheda di campionamento delle acque superficiali e sotterranee
TIPO DI CAMPIONAMENTO:
Acque superficiali Acque sotterranee
65
MODALITA’ E STRUMENTI DI PRELIEVO
MISURE IN CAMPO :
- 90 17
PRINCIPALI NUTRIENTI:
ELEMENTI IN TRACCE:
Cr Cu Zn As Cd Pb Mn Ni Tl U
(ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb)
2,16 1,00 4,32 24,63 <0,05 <0,05 0,15 0,64 <0,05 <0,05
NOTE AGGIUNTIVE
Uso agricolo (per l’irrigazione dei campi coltivati a vite) ed eventuale uso potabile.
66
Scheda di campionamento delle acque superficiali e sotterranee
TIPO DI CAMPIONAMENTO:
Acque superficiali Acque sotterranee
67
MODALITA’ E STRUMENTI DI PRELIEVO
MISURE IN CAMPO :
- - -
PRINCIPALI NUTRIENTI:
ELEMENTI IN TRACCE:
Cr Cu Zn As Cd Pb Mn Ni Tl U
(ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb)
5,27 2,58 16,02 17,59 <0,05 <0,05 0,60 1,68 <0,05 1,23
NOTE AGGIUNTIVE
68
Scheda di campionamento delle acque superficiali e sotterranee
TIPO DI CAMPIONAMENTO:
Acque superficiali Acque sotterranee
69
MODALITA’ E STRUMENTI DI PRELIEVO
MISURE IN CAMPO :
2m 30 cm 3m
PRINCIPALI NUTRIENTI:
ELEMENTI IN TRACCE:
Cr Cu Zn As Cd Pb Mn Ni Tl U
(ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb)
6,98 0,94 5,33 21,69 <0,05 <0,05 0,15 2,43 <0,05 0,49
NOTE AGGIUNTIVE
70
Scheda di campionamento delle acque superficiali e sotterranee
TIPO DI CAMPIONAMENTO:
Acque superficiali Acque sotterranee
71
MODALITA’ E STRUMENTI DI PRELIEVO
MISURE IN CAMPO :
- - -
PRINCIPALI NUTRIENTI:
ELEMENTI IN TRACCE:
Cr Cu Zn As Cd Pb Mn Ni Tl U
(ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb)
4,60 2,80 9,45 16,66 <0,05 <0,05 0,45 1,36 <0,05 0,61
NOTE AGGIUNTIVE
72
Scheda di campionamento delle acque superficiali e sotterranee
TIPO DI CAMPIONAMENTO:
Acque superficiali Acque sotterranee
73
MODALITA’ E STRUMENTI DI PRELIEVO
MISURE IN CAMPO :
- - -
PRINCIPALI NUTRIENTI:
ELEMENTI IN TRACCE:
Cr Cu Zn As Cd Pb Mn Ni Tl U
(ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb)
3,88 2,23 3,99 15,39 <0,05 <0,05 1,22 0,93 <0,05 0,62
NOTE AGGIUNTIVE
74
Scheda di campionamento delle acque superficiali e sotterranee
TIPO DI CAMPIONAMENTO:
Acque superficiali Acque sotterranee
75
MODALITA’ E STRUMENTI DI PRELIEVO
MISURE IN CAMPO :
- - -
PRINCIPALI NUTRIENTI:
ELEMENTI IN TRACCE:
Cr Cu Zn As Cd Pb Mn Ni Tl U
(ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb)
4,32 2,10 2,12 6,61 <0,05 <0,05 0,10 9,67 <0,05 0,92
NOTE AGGIUNTIVE
Il prelievo è stato effettuato sull’ansa del fiume Calore in un evidente stato di degrado
dovuto all’abbandono di rifiuti sulle sponde del corso d’acqua.
76
3.3 I parametri chimico-fisici analizzati
carichi inquinanti.
velocità delle reazioni chimiche e biologiche e condiziona la vita delle specie biotiche.
industriali ne amplificano gli effetti. Ad esempio, uno scarico inquinante caldo riduce la
conducibilità elettrolitica si intende l’inverso della resistenza elettrica che una soluzione
elettrolitica presenta al passaggio della corrente, quando viene interposta tra due
77
quindi, una misura indiretta del suo contenuto salino. Viene espresso in μS/cm, ed è
legato alla quantità totale ed al tipo di sali disciolti nell'acqua. Un aumento significativo
può essere dovuto alla presenza di scarichi inquinanti che determinano l'innalzamento
Il pH è un indice che esprime il grado di acidità di una soluzione; dal punto di vista
il logaritmo negativo della concentrazione dello ione H+ nelle soluzioni e nei liquidi:
pH = - Log [H+]
78
presenza di sostanze inquinanti come tensioattivi, oli e solidi sospesi che riducono gli
inoltre, legata alla qualità e alla concentrazione delle sostanze organiche presenti,
concentrazioni di ossigeno più basse. Nel caso di fitta vegetazione acquatica, l’ossigeno
ha un ciclo giornaliero con un picco nel pomeriggio (fotosintesi) e viene abbattuto dai
disciolto durante le ore diurne, in seguito all'attività fotosintetica delle alghe ed una sua
diminuzione durante le ore notturne, quando sono attivi solamente i meccanismi della
Tra le varie sostanze presenti nelle acque che vengono normalmente monitorate nelle
acque industriali, nei reflui urbani e nel controllo delle acque superficiali (fiumi, laghi,
mari) hanno particolare importanza alcuni composti conosciuti anche come Nutrienti.
Essi comprendono le Sostanze Organiche, l' Azoto nelle sue varie forme (Ammoniaca,
Nitrati e Nitriti) ed il Fosforo. Sono chiamati nutrienti in quanto esse sono le sostanze
presenza di elementi nutritivi nelle acque superficiali è dannosa perché contribuisce alla
alle forme animali ed impoverendo il corso d'acqua. Il controllo delle sostanze nutrienti
79
sta assumendo sempre più un ruolo di fondamentale importanza per la gestione degli
perciò, considerata indice di inquinamento recente di origine civile. In corsi d'acqua ben
ossigenati l'azoto ammoniacale risulta assente o presente in tracce poiché viene ossidato
ammoniacale ad opera della flora batterica presente nelle acque, attraverso un prodotto
intermedio costituito dai nitriti (NO2). La presenza di nitrati nelle acque è dovuta agli
scarichi urbani, agli allevamenti zootecnici, alle acque provenienti dal dilavamento dei
ciclo di decomposizione delle sostanze proteiche. I nitrati delle acque di falda originano
soprattutto da quattro fonti : uso di fertilizzanti azotati, sia inorganici che come
liquami di origine umana depositati nelle fosse settiche; coltivazione del terreno.
origine organica.
80
I nitriti, (NO2) molto instabili, sono prodotti intermedi della degradazione delle
proteine (valori tra 0,88 e 1,77 mg/l risultano tossici per i pesci). Per ossidare l’azoto
nitroso è sufficiente l’opera del solo ossigeno disciolto. Una quantità minima di nitriti in
arrivo finale dell’opera ossidativa svolta dai batteri aerobici. Contenuti ottimali sono
La presenza di fosfati in tracce non è molto significativa, a causa della loro relativa
diffusione nella litosfera (il fosforo è un elemento più abbondante nel mondo vivente
che in quello inorganico). Anche nei laghi la sua concentrazione negli organismi e nelle
loro spoglie è molto più grande che nel mezzo acqueo. Il fosforo entra nei cicli biologici
sotto forma di composto altamente ossidato (PO43-), cioè come orto fosfato e suoi
dei fiumi e dei laghi si trovano sempre più frequentemente quantità notevoli di fosfati e
batteri che sottraggono ossigeno alle altre specie. L’eutrofizzazione conduce ad una
carenza di ossigeno, che a sua volta provoca la moria del pesce con successiva
solfidrico). E’ bene chiarire che il fosforo di per sé, non dà problemi di tossicità per i
pesci, che ne tollerano concentrazioni molto elevate, ma la sua presenza può causare
fosfati nelle acque superficiali è dovuta principalmente agli scarichi urbani (come
81
prodotto del metabolismo umano e come costituente dei detersivi), al dilavamento dei
Per quanto concerne i nutrienti (Ammoniaca, fosfati, nitriti e nitrati) sono stati
SYSTEA basato su metodo colorimetrico. I dati così ottenuti sono stati successivamente
elaborati.
L’analisi dei nutrienti va effettuata su campioni filtrati, pertanto, prima di procedere con
Büchner collegato ad una pompa da vuoto. Il filtro Büchner è un comune attrezzo del
guarnizione che assicuri la tenuta. Una pompa da vuoto viene collegata tramite un tubo
di gomma all'apposito attacco laterale sito sulla beuta. In queste condizioni è possibile
effettuare una filtrazione molto rapida sfruttando l'effetto di suzione, molto più energico
rispetto alla classica filtrazione per gravità: il liquido passa attraverso il filtro e gocciola
raccogliendosi all'interno della beuta, mentre, sul filtro si deposita la fase solida
82
contenuta. In tal modo, oltre all'evidente vantaggio relativo alla velocità, risulta
stati utilizzati filtri in acetato di cellulosa con porosità dichiarata di 0,45 μm di diametro.
Dopo la filtrazione dei campioni è stata effettuata l’analisi dei nutrienti servendosi di un
definita come LFA (Loop Flow Analysis) che opera in condizioni di stato stazionario
facendo evolvere le reazioni chimiche fino all’equilibrio, e con diffusione totale dei
tubi lungo i quali il campione ed i reagenti si muovono che nei due cilindri. Inoltre, è
aspirati per effetto della depressione generata dalla pompa peristaltica, che in alternativa
ottenuta facendo ricircolare nel reattore il campione e i reagenti. Ciò consente altresì di
operare con tecniche di tipo cinetico. Al termine di ogni ciclo analitico, infine, è
83
Il µMAC-1000 è in grado di rilevare da un ppb a decine
Prima di effettuare le analisi dei campioni sono state eseguite diverse prove in
laboratorio per testare il funzionamento dello strumento e per tararlo. Sono stati
preparati gli standards ed i reagenti per l'analisi in continuo dei nutrienti secondo delle
ottiche (O.D.) relative al bianco (acqua distillata ultrapura - Milli Q, con l’aggiunta dei
(preparata secondo delle precise diluizioni dalle soluzioni madri in modo da ottenere
una concentrazione massima rispetto al range dei parametri analizzati nella zona di
indagine). Le O.D. misurate per ogni parametro sono state registrate e memorizzate
Questo procedimento è stato effettuato per stimare come lo strumento risponde a basse
84
ripetibili. Infatti, ogni misura è stata ripetuta in continuo, sullo stesso campione
analizzato, almeno 2 volte, per valutare la ripetibilità delle analisi effettuate (grado di
concordanza tra i risultati ottenuti da prove effettuate da uno stesso operatore, usando lo
85
3.5 Metalli pesanti
l’uomo. Essi differiscono dai composti organici tossici per il fatto di non essere
completamente degradabili in forme non tossiche, sebbene alla fine siano trasformati in
forme insolubili e quindi biologicamente non disponibili. Essi sono collocati nella parte
intermedia ed inferiore della Tavola Periodica e la loro densità risulta alquanto elevata
se paragonata a quella di altri materiali comuni. Metalli indicati come "pesanti" messi
86
I metalli pesanti hanno una densità superiore ai 5,0 g/cm3, si comportano in genere
come cationi, presentano una bassa solubilità dei loro idrati, hanno una spiccata
attitudine a formare complessi; inoltre, presentano una grande affinità per i solfuri, nei
nei più comuni suoli e rocce della crosta terrestre in concentrazioni inferiori allo 0,1%.
Le loro concentrazioni nei suoli, nei sedimenti e nelle rocce sono solitamente di parti
I metalli pesanti non possono essere degradati o distrutti. In piccola misura entrano nel
nostro corpo via cibo, acqua ed aria. Come elementi in tracce, alcuni metalli pesanti (per
esempio rame, selenio, zinco) sono essenziali per mantenere il metabolismo del corpo
superiori a quelle presenti nel mezzo (suolo,aria,acqua) in cui esso vive. Pertanto, la
concentrazione nell’ambiente; i residui si accumulano negli esseri viventi ogni volta che
87
di livello trofico nella catena alimentare). Questo accumulo può avvenire attraverso
I metalli sono introdotti nei sistemi acquatici come conseguenza dell'erosione di terreni
inquinanti. Gli inquinanti più comuni formati da metalli pesanti sono arsenico, cadmio,
per alcuni elementi chimici: Cadmio (Cd), Cromo (Cr), Rame (Cu), Zinco (Zn),
Arsenico (As), Piombo (Pb), Manganese (Mn), Nichel (Ni), Tallio (Tl), Uranio (U). Le
analisi sono state realizzate col metodo della spettrometria di massa a plasma
Portici.
Lo strumento utilizzato per la rilevazione dei metalli pesanti è l’ELAN 6000 ICP-MS
di operare in camera classe 1000, anche a sensibilità pari a qualche ppt (parti per
L'ELAN 6000 può valutare un campione, che copre l'intera gamma degli elementi della
88
Figura 3.2 - ELAN 6000 ICP-MS della Perkin-Elmer
L’ ICP-MS è una tecnica analitica molto sensibile in cui il plasma è utilizzato per
in concentrazioni inferiori a una parte per miliardo. Essa, infatti, sfrutta l'utilizzo di
una torcia al plasma ICP per produrre la ionizzazione e di uno spettrometro di massa per
Gli ioni vengono fatti passare, attraverso un sistema di aperture (coni), nell’analizzatore
di massa che si trova sotto vuoto. Con la ICP-MS è anche possibile effettuare
l'analisi isotopica. Gli isotopi degli elementi vengono identificati in base al rapporto
chimici determinabili compresi tra la massa atomica del litio fino a quella dell'uranio (in
teoria tra 7 e 250 unità). Si possono rivelare concentrazioni dell'ordine dei ng/L.
Diversamente dall'assorbimento atomico, che può misurare un solo elemento per volta,
89
la ICP-MS consente invece la determinazione simultanea degli elementi con il
Il campione viene introdotto nel plasma per la distruzione del campione matrice e
prodotti elettroni liberi e ioni Ar+. Gli elettroni interagiscono con il campo
dinamico quando la produzione di nuovi elettroni per collisione sarà bilanciata dalla
combinazione degli elettroni con gli ioni Ar+, processo che porta alla nuova formazione
dell'ordine dei 6.000-10.000 K. Gli ioni passano dalla regione torcia, a pressione
90
regione di interfaccia. L'obiettivo di ioni focalizza gli ioni nello spettrofotometro, che
separa gli ioni con carica a rapporto di massa e li guida verso il rivelatore in cui sono
quadrupolo. Gli ioni vengono separati in base al loro rapporto massa/carica e viene
di vuoto. Tale vuoto viene creato e mantenuto da una serie di pompe. Il campione passa
Cr Cu Zn As Cd Pb Mn Ni Tl U
(ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb)
Campione
B3
(sorgente) 4,60 2,80 9,45 16,66 <0,05 <0,05 0,45 1,36 <0,05 0,61
B4-18
(fiume) 5,27 2,58 16,02 17,59 <0,05 <0,05 0,60 1,68 <0,05 1,23
B5
(sorgente) 3,88 2,23 3,99 15,39 <0,05 <0,05 1,22 0,93 <0,05 0,62
13
(pozzo) 6,98 0,94 5,3 21,69 <0,05 <0,05 0,15 2,43 <0,05 0,49
279
(pozzo) 2,16 1,00 4,32 24,63 <0,05 <0,05 0,15 0,64 <0,05 <0,05
17
(fiume) 4,32 2,10 2,12 6,61 <0,05 <0,05 0,10 9,67 <0,05 0,92
91
CAPITOLO 4: METODOLOGIE DI ELABORAZIONE DEI DATI
mappe si è rivelato nel tempo uno strumento insostituibile per conoscere, descrivere,
controllare, visualizzare vari aspetti del mondo circostante. Un approccio efficace per
fenomeni inerenti la superfici terrestre. In termini generali il GIS si può definire come
territorio. Il progredire delle tecniche per la gestione di archivi (Data Base Management
comune sistema di coordinate geografiche che li colloca in una precisa posizione dello
spazio.
Il GIS è considerato da molti come uno degli strumenti più potenti tra tutte le tecnologie
al luogo;
92
• di comparare speditamente, sotto forma di mappe tematiche, grafici e
tabelle, i dati presi in esame con quelli analoghi relativi ad altri luoghi o ambiti;
consapevolezza del significato di dato geografico ha permesso all’uomo, nel corso dei
dato geografico presenta caratteristiche specifiche rispetto agli altri tipi di dati perché
geografiche, dal valore numerico del dato stesso, dalla posizione che occupa nel tempo,
dagli attributi, ecc. Associando ad una semplice coppia di coordinate geografiche una
un’informazione che rappresentata su una mappa per mezzo delle tecnologie offerte dai
Le attuali tecnologie GIS hanno offerto l’opportunità di poter manipolare quantità assai
importanti aspetti legati a problemi chiave che sarebbero rimasti nascosti in una forma
93
combinare informazioni geografiche con informazioni alfanumeriche, sono strumenti
strumento di conoscenza, e il Sistema Informativo Territoriale come mezzo per una più
articolata connessione del “bene” ambientale con il territorio, possono quindi rappresentare i
La seconda metà del 1900 è stata caratterizzata, com’è noto, da una grande evoluzione
tecnologica. Inoltre, gli anni 60 hanno segnato l'inizio del processo di trasformazione
anche per le scienze geografiche e cartografiche. Infatti, è proprio in questi anni che
studio e gestione del territorio. In quel periodo alcuni ricercatori ed esperti nei settori
svilupparono nel Nord America, patria dei Sistemi Informativi Territoriali. Le due
principali iniziative alle quali si attribuisce la nascita della scienza dei SIT partirono
94
Laboratory), la seconda per soddisfare un'esigenza pratica di un ente governativo
(C.G.I.S.).
Nella seconda metà degli anni 60, Howard Fisher fondò l’Harvard Laboratory for
commerciale mal riuscite portarono alla disgregazione dello staff ed alla definitiva
chiusura del Laboratorio negli anni 80, ma le conoscenze accumulate non andarono
perse.
software GIS. Nello stesso periodo il Governo Canadese realizzò il primo vero e proprio
1967).
elementi poligonali.
Confortati dalle prime esperienze positive, molti altri enti governativi americani
impostarono sistemi informativi a base geografica. Il Census Bureau degli Stati Uniti
indirizzi (USBC 1969 - 73). Il Geologycal Survey sviluppò un SIT per l'analisi delle
95
immagini inviate dai nuovi satelliti per il telerilevamento, dalle carte preesistenti e da
rilievi in campo, produsse carte digitali di uso e copertura del suolo (MITCHELL,
1977).
Il telerilevamento da satellite ebbe in quegli anni un ruolo importante nello sviluppo dei
sistemi software per l'elaborazione di dati raster, oggi sempre più integrati con i
Anche in Europa, spinti dai risultati delle prime esperienze d'oltre oceano, alcuni centri
Il GIS commissionato nel 1968 dal Governo canadese, finalizzato alla descrizione
dell'uso del suolo del paese, e quello del Bureau of The Census degli Stati Uniti,
sviluppato per la riorganizzazione della base territoriale del censimento del 1970,
quindi, vanno ricordati tra le prime applicazioni di grande rilievo. I due progetti diedero
potesse essere utile ad entrambe le esigenze. Tale programma portò alla realizzazione di
ODISSEY GIS alla fine degli anni ’70. D’altra parte, già dagli anni ’60 i cartografi e le
potessero aiutare il loro lavoro, e alla fine degli anni ’70 la maggior parte delle
96
principali agenzie di cartografie erano in larga parte computerizzate. Da quel momento,
e soprattutto negli anni Ottanta, l'offerta di GIS sul mercato dell'informatica è cresciuta
velocemente tanto che oggi si possono contare alcune decine di prodotti software di
questo tipo con caratteristiche e funzioni diverse. Inoltre, un importante ruolo nello
sviluppo dei GIS l’hanno avuto gli strumenti di misura remoti, come i satelliti che si
sono cominciati a diffondere già dagli anni 50 (ad opera dei militari). Molte
applicazioni e innovazioni sui GIS sono avvenute durante la guerra fredda, per opera dei
apparecchiature, del software, delle applicazioni e delle persone che hanno il compito di
acquisire, organizzare, elaborare, gestire e restituire dati georiferiti,ossia dati riferiti allo
informazioni e dati, anche assai diversi tra loro, come carte d’uso del suolo, mappe
catastali, ortofoto, carte topografiche, immagini da satellite, tabelle excel che una volta
formulare giudizi e/o previsioni legati alla gestione del territorio. Oltre al
informazioni che, in relazione al tipo di utilizzazione, servono a distinguere tra loro gli
97
pianificazione territoriale. Il GIS è, dunque, un sistema completo in grado di trattare e
gestire dati territoriali associati ad una base cartografica. A differenza dei programmi di
elementi distribuiti nel territorio e la loro selezione per attributi (ad esempio: la
Digital Terrain Model), la scomposizione delle immagini in livelli (layer o theme, come
livelli geografici (map overlay). I GIS hanno, quindi, finalità ben più ampie, rivolte
98
4.3 Applicazioni del GIS.
geostatistiche;
etc.);
espansione.
99
interdipendenze (con opportuni modelli geografici); effettuare analisi di
geomarketing ;
• nel settore dei trasporti e della mobilità per controllare le flotte di mezzi
servizi, traffico);
zonizzazioni;)
100
In particolare in campo ambientale i sistemi informativi territoriali risultano
indispensabili per :
antropiche);
dell'aria, delle risorse idriche, del mare e della terra (analizzando le fonti
valore ambientale.
semplice scopo di mostrare in quanti campi i GIS sono oggi operativi e suggerire quanti
altri settori potrebbero essere in futuro coinvolti da questa nuova tecnologia. Infatti,
prendendo piede per studiare la copertura territoriale delle antenne di trasmissione (in
funzione delle caratteristiche delle onde radio, della potenza di trasmissione, delle
impedenze dovute alla morfologia del terreno e alla vegetazione, alla concentrazione
della popolazione).
101
4.4 Componenti di un GIS
• Hardware
• Software
• Persone
Pc modesti che workstation ad alte prestazioni. La scelta di questa parte del GIS
dipende da vari fattori come l’entità e tipo di dati da gestire, la disponibilità di risorse
102
Il Software fornisce le funzioni e gli strumenti per memorizzare, analizzare e
− velocità
− affidabilità
funzioni GIS. Esse possono essere procedure di acquisizione dati o per la loro
restituzione, per la gestione degli archivi, per l’aggiornamento o l’elaborazione dei dati,
un valore limitato senza le persone che gestiscono il sistema e sviluppano progetti per la
risoluzione di problemi del mondo reale. Gli utenti GIS spaziano dagli specialisti tecnici
che progettano il sistema a coloro che lo utilizzano per adempiere il proprio lavoro.
103
Le persone devono essere preparate e formate alle attività che sono chiamate a
ed applicative non preparate a svolgere le attività a loro affidate. Per la buona riuscita
del progetto è, invece, necessario un buon piano formativo personalizzato per tipologia
gli utilizzatori diretti, gli utenti indiretti ed i decisori vanno coinvolti direttamente non
solo nelle fasi di analisi e progetto, ma anche nelle fasi di test e di messa a punto delle
procedure di utilizzo.
sono inseriti nel computer in un modello dati che riproduce il più fedelmente possibile
permette di associare agli elementi geografici una serie di attributi descrittivi degli
elementi stessi. I dati che sono utilizzati per un GIS sono solitamente di due tipi:
104
Possono provenire da diverse fonti come censimenti, anagrafe, campagne di
sorgente più comune di dati acquisibili in un GIS sono carte topografiche e tematiche.
quotati, pozzi, pali, alberi, località, città, (ciò dipende anche dalla scala di
sviluppo lineare come ad esempio curve di livello, corsi d’acqua, strade, linee
105
Tutti i punti delle entità sono georiferiti, cioè sono localizzabili mediante coordinate
diversa natura.
• dai CAD
− si modifica facilmente;
Nel modello raster, invece, i dati geografici sono memorizzati tramite la creazione di
una griglia regolare in cui ad ogni cella (assimilabile al pixel) viene associato un valore
106
Elementi chiave della struttura raster sono:
• Cella
• Riga
• Colonna
Le celle sono numerate come gli elementi di una matrice e ad ogni cella viene associato
il valore del tema che si vuole rappresentare. La posizione della cella è data dal numero
di riga e dal numero di colonna della matrice a cui appartiene; come in tutte le matrici,
• Scanner;
• Satellite;
107
Una carta di tipo raster oltre a non consentire valutazioni metriche ed analisi spaziali
non può essere utilizzata per rappresentare informazioni alfanumeriche. Ciò è dovuto
overlay;
Il modello vettoriale è molto utile per descrivere fenomeni discreti. Mentre, la struttura
108
I moderni strumenti GIS sono in grado di gestire sia il modello dati vettoriali che il
modello dati raster; dunque i dati vettoriali e i dati raster possono coesistere
integrandosi a vicenda e generalmente i primi sono usati per dati discreti e i secondi per
dati continui.
In realtà i due modelli vengono integrati in quanto una mappa viene costituita da più
strati informativi omogenei a formare una cosiddetta mappa tematica che descrive un
determinato fenomeno.
L’unità di base con la quale i dati spaziali vengono inseriti in un GIS è il “layer” o
strato informativo che è la versione digitale di uno strato di una singola carta e
delle primitive in una precisa area geografica. In particolare, ogni oggetto grafico dei
descrittivi).
Gli attributi rappresentano i dati descrittivi dei singoli oggetti reali con la funzione di
109
informazioni di vario tipo (dati alfanumerici, testi ,foto,disegni, ecc.). Ad elemento o
dati geografici tipo raster gli attributi sono associati alla singola cella. Per i dati
geografici tipo vector gli attributi sono associati agli elementi punto, linea, poligono.
cosa che offre potenzialità molto vaste nella struttura degli archivi e nelle applicazioni.
Un GIS solitamente prevede l’utilizzo di dati sotto forma di file in un certo tipo di
formato riconosciuto dal software. Tuttavia quando i dati devono essere accessibili a più
geografico può essere definito come un archivio di entità territoriali e delle loro
110
Un database geografico è strutturato e gestito da un Database Management System
di poter utilizzare qualsiasi campo come chiave di ricerca o relazione. Infatti, i dati sono
fisicamente da un file; ogni riga della tabella identifica un record e ciascuna colonna
tabella è associato un diverso elemento geografico. Ogni colonna o campo (field) della
tabella rappresenta una diversa classe di attributi. Le ricerche possono essere eseguite su
ogni singola tabella usando uno o più campi contemporaneamente come chiave. La
struttura permette una flessibilità estrema, con una notevole riduzione delle ridondanze
si prestano all’uso con i dati geografici anche perché il legame dei dati geografici con i
dati alfanumerici è enormemente facilitato. I dati sono estratti dal database attraverso
una procedura in cui l’utente definisce una relazione che è appropriata per la query
layer, è inserito sia nel file del layer che in quelli degli attributi. Ciò assicura una
corrispondenza univoca tra dati spaziali e attributi. Tutto ciò permette di interrogare sia
la mappa, per conoscere gli attributi dell’elemento selezionato, sia il database associato
111
individuate. Ad esempio, è possibile interrogare la mappa per conoscere la popolazione
di una determinata area, oppure interrogare il database per visualizzare tutte le aree che
Per svolgere il ruolo ad esso assegnato un GIS deve possedere specifiche funzionalità
− pre-elaborazione
− analisi spaziale
− generazione di prodotti.
Dopo aver individuato la fonte e la struttura informatica dei dati, si procede alla loro
acquisizione. Per poter effettuare tali attività il sistema deve possedere una serie di
112
funzionalità specializzate nell'acquisizione di dati. Le funzionalità del sistema devono
permettere di:
Ogni attività di acquisizione dati ha il suo costo, che è direttamente proporzionato alla
qualità.
vector e viceversa);
− generalizzazioni e riduzioni;
(mosaicatura);
− rotazioni e traslazioni;
113
− interpolazioni;
− fotointerpretazioni.
gestire e controllare gli accessi degli archivi. Le principali funzionalità per la gestione
non) che permettono di generare e derivare nuove informazioni dai dati contenuti nel
− riclassificazioni ed aggregazioni;
114
− analisi raster (sovrapposizione, percorsi minimi, classificazione, analisi
d'intorno, ecc.).
costituiscono per l'utente finale il principale metro di misura nella scelta del software
elementi accessori;
Così come per le funzionalità di acquisizione, anche per queste funzioni di restituzione
richiedono periferiche di restituzione che sono molto differenti per tipo e soprattutto per
costo.
115
CAPITOLO 5: APPLICAZIONE DEL GIS AL CASO DI STUDIO
DELLA BASSA VALLE DEL FIUME CALORE
Per quanto riguarda il presente elaborato sono state create delle mappe tematiche che
precedentemente e dei risultati ottenuti riguardo allo stato delle acque superficiali e
ArcGIS è il nome identificativo della famiglia di prodotti GIS della ESRI, ed è basato
ArcGIS Desktop è una serie di applicazioni GIS avanzate, ed è disponibile in tre livelli
funzionali :
vedere, consultare, analizzare e, infine, stampare i dati. Ci sono anche funzioni per il
116
sono disponibili una serie di comandi per creare ed editare dati geografici spaziali e
tabellari.
I dati riferiti al 2010 sono stati acquisiti con il metodo più tradizionale del rilievo in
campagna, mentre, i dati delle campagne del 2007 e del 2009 sono stati acquisiti
forma numerica è stato più semplice ed intuitivo. Dal punto di vista strettamente
metodologico, per la realizzazione del GIS relativo all’area oggetto di studio sono stati
utilizzati come supporti cartografici i seguenti quadranti della Carta d’Italia, prodotti
In particolare, per le panoramiche da foto aeree sono state utilizzate delle ortofoto,
117
geometricamente corretta (cioè che ha subito procedimento di ortorettifica)
uniforme, ossia la foto può essere considerata equivalente ad una mappa. A differenza
di una semplice foto aerea, una ortofoto può essere usata per misurare distanze reali, in
ortofoto sono state scaricate dalla rete internet attraverso l’utilizzo del server “virtual
earth image satellite” e di una una toolbar di “manifold system”. La peculiarità della
toolbar e del server virtual earth è che permettono di scaricare delle piastrelle in formato
jpg di un’area della mappa, scelta dall’utente, facendole scorrere sullo schermo del
computer. Ogni piastrella è identificata da un file jpg con un nome univoco riportante il
possibile trasformare i file jpg in file “jgw” contenenti una serie di coordinate
La costruzione delle carte prevede, oltre l’uso di una proiezione geografica, anche
(x,y), in modo tale che ad ogni punto dell'ellissoide corrispondano due coordinate
modello matematico usato per calcolare le coordinate geografiche dei singoli punti. Il
118
datum è costituito da un set di otto parametri (due relativi alla forma dell’ellissoide e sei
tale che un osservatore posto lungo l'asse Z veda l'asse X sovrapporsi a Y con
Universale (UTM) che comprende il territorio nazionale in due fusi di 6°, denominati
fuso 32 e fuso 33 del sistema internazionale. Per questo motivo questo sistema di
119
La procedura di Georeferenziazione in ambiente GIS è stata effettuata assegnando a 4
coordinate utilizzato.
In alcuni casi qualora il sistema di riferimento era già assegnato è stata effettuata una
conversione fra proiezioni e sistemi di coordinate in modo da lavorare con dati riferiti
Tutti gli shapefiles sono stati realizzati attraverso digitalizzazione e i rispettivi attributi
120
5.1 Visualizzazione dei dati
Calore e a due sorgenti, e due relativi alle acque di falda (attraverso due pozzi)
E’ stata adottata una specifica simbologia per distinguere i punti campionati nel
121
SOSTITUIRE CON TAVOLA 1
122
SOSTITUIRE CON TAVOLA 2
123
SOSTITUIRE CON TAVOLA 3
124
5.2 Visualizzazione dei parametri chimico-fisici
condizionante di tutte le cinetiche delle reazioni che avvengono nel corpo idrico. Una
sua variazione può infatti alterare, talvolta in modo irreversibile, gli equilibri chimici e
preziose indicazioni sulle caratteristiche della falda in quanto, un valore costante della
sorgente, testimonia un’origine profonda, che non risente cioè delle variazioni né diurne
né stagionali della temperatura esterna. Ciò al contrario delle acque di falda freatica, e
ancor più di quelle superficiali, che sono soggette a escursioni termiche più o meno
inquinamento termico, di cui le cause più frequenti risiedono negli scarichi caldi delle
acque di raffreddamento, o di altra natura, prodotti dalle industria (valido soprattutto per
dell’ossigeno, con tutte le conseguenze negative che il fatto può comportare, sia
comporta.
Si osserva dalla disamina della mappa e della tabella correlata che la temperatura
125
SOSTITUIRE CON TAVOLA 4
126
Tavola 5: Visualizzazione dei valori di pH delle acque
chimico- fisici e biologici (es.: piogge acide, fertilizzanti, effetto tampone, fotosintesi,
respirazione cellulare ecc…). L’acqua di un fiume, per essere di buona qualità e favorire
la vita, dovrebbe avere un pH che si aggiri sul valore neutro 7, con un massimo di 8. Se
sensibili cambiamenti sia nella componente abiotica che nella componente biotica.
La mappa riporta i valori di pH dei punti campionati che variano tra un minimo di 6,61
ed un massimo di 7,7, attraverso una colorazione differente in funzione della scala del
ph. In particolare, si osserva che, mentre, per i corpi idrici superficiali si assiste ad un
successivo, nei pozzi,invece, il valore si mantiene per lo più stabile intorno a 6. Restano,
127
SOSTITUIRE CON TAVOLA 5
128
Tavola 6: Visualizzazione della conducibilità elettrica delle acque
naturali questo parametro è compreso tra 100 e 1000, ma non sono rare le acque che
presentano valori esterni a questo intervallo (l’acqua distillata per esempio ha un valore
inferiore a 2). Il suo valore, essendo proporzionale alla quantità di sali disciolti, è
legato alla velocità di circolazione, alla lunghezza dei percorsi ed alla porosità delle
Tabella 5.1 - Relazioni esistenti tra mineralizzazione, conducibilità e resistività delle acque in
base alla regolamentazione francese (CELICO P.,1988).
Nel caso in esame, fatta eccezione per il valore di 7,35 µS/cm del punto di
498 µS/cm a 1212 µS/cm. Pertanto, le acque campionate sono associate ad un grado di
129
SOSTITUIRE CON TAVOLA 6
130
Tavola 7 : Visualizzazione dell’ossigeno disciolto delle acque.
genere ben ossigenati, con valori di ossigeno disciolto prossimo alla saturazione.
alle 10 ppm. È molto importante esprimere la quantità di ossigeno disciolto come valore
trova che una buona acqua deve contenere oltre il 90 % di ossigeno, mentre valori al di
nell'acqua dolce pari a 9,1 mg/L corrisponde al 100% di saturazione; valori inferiori al
131
Nelle acque superficiali valori elevati maggiori ai 10 mg/l (in sovrasaturazione)
6-8 mg/l, ed è comunque soggetto a variazioni. Nel caso preso in esame i valori di
ossigeno disciolto variano tra i 4,20 mg/l e 7,28 mg/l. Tenendo conto che la
il valore di 4,20 mg/l del pozzo 13 i restanti valori di ossigeno misurati sono da potersi
132
SOSTITUIRE CON TAVOLA 7
133
5.3 Rappresentazioni cartografiche dei nutrienti
Analogamente ai parametri chimico-fisici, anche per i nutrienti sono state create mappe
tematiche. Per tutte le mappe le concentrazioni massime ammissibili per legge di ogni
composto sono state ricavate dal D.Lgs n.152 del 3 Aprile 2006 che recepisce a livello
della tavola si evince che l’unico parametro di cui sono state rilevate concentrazioni
cromatiche:
La normativa corrente prevede un valore massimo di 50 mg/l di nitrati per i corpi idrici
superficiali e le acque sotterranee che non siano destinati ad uso funzionale (D.Lgs.
152/2006). Nel caso in questione le concentrazioni di nitrati riscontrate sia nelle acque
134
superficiali che in quelle sotterranee campionate risultano inferiori a tale valore,
pertanto, è stato effettuato solo un confronto con i dati di una delle campagne
precedenti.
La mappa mostra il confronto dei valori di nitrati rilevati attualmente rispetto a quelli
rilevati negli stessi punti nel 2007 attraverso dei diagrammi a barre la cui altezza indica
135
SOSTITUIRE CON TAVOLA 8
136
SOSTIUIRE CON TAVOLA 9
137
SOSTITUIRE CON TAVOLA 10
138
5.4 Rappresentazioni cartografiche dei metalli
Dall’esame dei risultati delle analisi effettuate sui metalli si osserva che, in linea
generale, per alcuni metalli analizzati non sono stati rilevati valori di concentrazione
significativi. Pertanto, vengono riportate solo le mappe dei valori più rilevanti
con concentrazioni più elevate, rilevato in tutti i punti campionati, è l’Arsenico, seguito
da Zinco, Cromo, Rame e Nichel. Mentre, i valori di Arsenico superano i limiti di legge
in tutti i punti campionati, fatta eccezione per il campione 17 in cui il valore resta nei
limiti, gli altri metalli rilevati (Zinco, Cromo, Rame, Nichel) non superano i valori di
concentrazioni ammissibili per legge. In alcuni punti sono stati rilevati anche Uranio e
talmente basse che anche in questo caso non superano i limiti di concentrazione previsti
dalla legge. Non sono stati rilevati in quantità significative Cadmio, Piombo e Tallio. A
tal proposito viene riproposta la tabella con i risultati delle analisi dei metalli
139
Cr Cu Zn As Cd Pb Mn Ni Tl U
Campione
(ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb) (ppb)
B3
(sorgente) 4,60 2,80 9,45 16,66 <0,05 <0,05 0,45 1,36 <0,05 0,61
B4-18
(fiume) 5,27 2,58 16,02 17,59 <0,05 <0,05 0,60 1,68 <0,05 1,23
B5
(sorgente) 3,88 2,23 3,99 15,39 <0,05 <0,05 1,22 0,93 <0,05 0,62
13
(pozzo) 6,98 0,94 5,3 21,69 <0,05 <0,05 0,15 2,43 <0,05 0,49
279
(pozzo) 2,16 1,00 4,32 24,63 <0,05 <0,05 0,15 0,64 <0,05 <0,05
17
(fiume) 4,32 2,10 2,12 6,61 <0,05 <0,05 0,10 9,67 <0,05 0,92
Arsenico che superano il limite ammissibile per legge di 10 µg/l (D.Lgs. n.152/2006 e
OMS, 2006). Dall’osservazione della mappa si nota che solo nel punto 17 il valore di
Arsenico non supera il limite di legge, mentre, negli altri punti campionati il valore è
elemento cancerogeno per l’uomo (dato dimostrato), poiché provoca cancro ai polmoni;
140
inoltre, l’ingestione provoca cancro della cute e del fegato (dato dimostrato) e cancro
Tavola 13 : Confronto dell’Arsenico con i valori rilevati nella campagna del 2007
La mappa confronta i valori di Arsenico della campagna 2010 con quelli della
campagna 2007 attraverso dei diagrammi a barre la cui altezza indica la concentrazione
del parametro analizzato. Le barre sono differenziate per colore a seconda dell’anno
considerato. Si osserva che nel 2007 non sono stati riscontrati valori al di sopra dello
Tavola 14 : Confronto dell’Arsenico con i valori rilevati nella campagna del 2009
Anche in questo caso è stato effettuato un confronto dei valori attuali con quelli rilevati
nel 2009 attraverso dei diagrammi a barre. Dalla mappa si deduce che, come nel caso
precedente, nell’anno 2009 tale parametro non è stato riscontrato in concentrazioni tali
141
SOSTITUIRE CON TAVOLA 11
142
SOSTITUIRE CON TAVOLA 12
143
SOSTITUIRE CON TAVOLA 13
144
SOSTITUIRE CON TAVOLA 14
145
5.5 Confronto dei metalli con le campagne precedenti
metalli rilevati nell’attuale campagna, che non superano i limiti di legge, con le
concentrazioni degli stessi metalli rilevate nella campagna del 2007 e nella campagna
del 2009. Il Rame e lo Zinco sono da ritenersi dei parametri aggiuntivi da monitorare
nelle acque superficiali, pertanto, la normativa non impone uno specifico limite di
crescita e lo sviluppo del corpo umano. Anche se gli esseri umani possono gestire
salute. I composti solubili di rame costituiscono la più grande minaccia alla salute
l'utilizzo agricolo. Per l'acqua potabile, il valore soglia perché si verifichino effetti acuti
è di 4,0 mg/l, mentre il livello cui il grande pubblico è in generale esposto risulta di 0,7
mg/l. Ciò è coerente con il livello guida del rame di 2,0 mg/l, stabilito
dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Per gli adulti, l'assunzione minima
giornaliera di rame attraverso la dieta è di 1 mg, con una soglia massima di 11 mg. Il
o PBT (persistente, bio-accumulante, tossico). Il rame è una sostanza molto comune che
essenziale per la salute umana. Quando le persone assorbono troppo poco zinco possono
andare incontro a problemi di salute. Tuttavia, anche se gli esseri umani possono
146
delle proteine e causare arteriosclerosi. Lo zinco metallico non è tossico, ma esiste una
sindrome detta brividi da zinco, che può verificarsi per inalazione di ossido di
zinco appena formato. La maggior parte dello zinco è aggiunto durante attività
oppure dove il fango di scarico di zone industriali e' stato usato come fertilizzante. Nel
caso specifico preso in esame i valori riscontrati sia di Rame che di Zinco sono da
ritenersi non nocivi e, quindi, non vengono riportate mappe tematiche di confronto con
del Cromo e del Nichel con le passate campagne di monitoraggio le cui concentrazioni
seppur rilevate rientrano nei limiti ammissibili per legge. Inoltre, poiché nelle campagne
del 2007 e del 2009 sono stati registrati valori anomali di Tallio ed Uranio, nonostante
nella campagna del 2010 non siano state rilevate concentrazioni significative di tali
diagrammi a barre che mostrano in funzione delle altezze assunte dalle barre il valore di
concentrazione del metallo in quel punto. Le barre sono differenziate per colore a
seconda dell’anno considerato. Inoltre, vengono descritte anche le mappe tematiche che
confrontano i valori dell’attuale campagna con quelli del 2007 e del 2009 considerando
soltanto i parametri in cui si registrano eccessive differenze tra le campagne. Anche per
Tavola 15 : Confronto del Cromo con le campagne del 2009 e del 2007
Dalla lettura della mappa si osserva che le concentrazioni di Cromo più elevate sono
state registrate nel 2009 con valori che nel punto B5 superano anche il limite di legge
fissato a 50 µg/l. Nel 2007, invece, non sono state rilevate concentrazioni di Cromo.
147
Attualmente i valori di concentrazione nei punti in cui sono stati rilevati nel 2009
risultano diminuiti.
Tavola 16: Confronto del Nichel con le campagne del 2009 e del 2007
valori di Nichel risultano aumentati pur restando nei limiti di legge, fatta eccezione per
il punto B5 in cui nel 2009 è stata rilevata una concentrazione di 27,70 ppb valore che
Nel 2007 tale parametro non è stato oggetto di indagine, pertanto, la mappa confronta
solo le concentrazioni di Uranio nel 2010 con quelle del 2009. Si osserva che nel 2009
Tavola 18 : Confronto del Tallio con le campagne del 2009 e del 2007
Dalla mappa appare chiaro che sia nella campagna di indagine del 2010 che in quella
del 2009 tale elemento non è stato rilevato. Si osserva che nel 2007 è stata registrata la
148
SOSTITUIRE CON TAVOLA 15
149
SOSTITUIRE CON TAVOLA 16
150
SOSTITUIRE CON TAVOLA 17
151
SOSTITUIRE CON TAVOLA 18
152
CONCLUSIONI
Da quanto sopra decritto emerge che l’area della bassa valle del fiume Calore è una
zona a valenza:
• Storica : la presenza di antiche civiltà i cui resti sono ancora presenti tuttora
zone ricche di fauna e flora e dello stesso Parco del Taburno-Camposauro, che ne
porre in protezione;
• Economica : è uno dei centri più attivi del Sannio per la produzione del vino,
Pertanto, per tutti questi aspetti e, soprattutto, per gli effetti che la produzione agricola
potrebbe avere sulla qualità delle acque sia superficiali che sotterranee è stata realizzata
153
La creazione di un progetto GIS capace di contenere tutte le informazioni riguardanti
alcuni aspetti della campagna d’indagine idrochimica effettuata sui sei punti campionati,
e dell’evoluzioni nel tempo dei parametri investigati in relazione alle due campagne
d’indagine effettuate rispettivamente nel 2007 e nel 2009. Attraverso gli strumenti di
semplice avere una visione panoramica del chimismo delle acque sotterranee e
Dai risultati delle determinazioni chimiche è emerso che, fatta eccezione per l’arsenico,
non sono stati rilevati valori di concentrazione anomali o comunque superiori ai limiti
ignimbritico che non sono rinvenuti nell’area in questione; pertanto, appare più
insetticidi, fungicidi, erbicidi, zoocidi. Il loro impiego è andato però sempre più
riducendosi a causa dell’elevata tossicità per l’uomo e gli animali domestici e per l’alto
rischio di contaminazione ambientale (in molti Paesi, compresa l’Italia, il loro uso è
proibito). La presenza di zinco, seppur attestata su valori da ritenere nella norma, come
154
pure quella dei nitrati, è un potenziale indicatore dell’utilizzo di prodotti fitosanitari
nella produzione agricola. Generalmente i livelli naturali di nitrati riscontarti nelle acque
utilizzati in agricoltura come fertilizzanti. Nel sottosuolo i nitrati vengono rimossi solo
superficiali rispetto all’alimentazione da parte dei corsi d’acqua, che ne contengono solo
chiaro che è più che normale che vengano utilizzati tali prodotti. Resta, comunque, una
Per quanto concerne le campagne precedenti nei punti attualmente campionati sono
state registrate in alcuni casi diminuzioni rispetto ai dati raccolti in passato in altri casi
sono stati rilevati valori di cromo e di tallio al di sopra dei limiti previsti dalla legge.
Mentre, nella campagna del 2007 in alcuni punti della stessa area di studio ed in altri
differenti da quelli campionati è stata riscontrata la massiccia presenza del tallio con
valori che superano i limiti di concentrazione ammissibili per legge di 2 μg/l (D.Lgs.
n.152/2006). Anche in questo caso la presenza di tallio nella campagna del 2007,
successivamente, smentito dalla campagna effettuata nel 2009 in quanto non sono stati
agricoltura nella lotta contro i roditori o altri composti contenenti tallio ed utilizzati in
155
agricoltura. Dallo studio effettuato emerge che l’area presenta una situazione di
normalità e non appare interessata da un degrado ambientale per cause naturali o per
punti campionati come il punto 17 sul corso del fiume Calore (confronta capitolo 3
schede di campionamento) , dovuta alla presenta di rifiuti sulle sponde del corso
d’acqua, l’area, appare ben conservata e protetta anche per le caratteristiche naturali
molto interessanti che connotano la zona. In tale senso, il presente lavoro rappresenta
A tal riguardo si propone che tutti gli interventi futuri devono essere avvalorati da seri
In conclusione possiamo dire che gli aspetti fondamentali e trattati con maggior
156
individuare dal punto di vista chimico la presenza di alcuni parametri
157