La domanda di accertamento incidentale è un tema che abbiamo citato
già in un altro profilo, parlando dell’azione surrogatoria, art. 2900 c.c.. Con riguardo al profilo relativo all’esistenza in capo al creditore surrogante del suo diritto di credito nei confronti del debitore surrogato, che attiene alla legittimazione straordinaria del creditore surrogante, il giudice dovrebbe meramente conoscere l’incidente, per valutare la sussistenza della legittimazione ad agire. Può accadere però che ove quella questione divenga controversa una delle parti chieda con domanda di accertamento incidentale di risolvere, una volta per tutte, se il creditore surrogante sia titolare di quel diritto di credito.
Quindi ora da un lato abbiamo l’istituto dell’accertamento incidentale e
dall’altro abbiamo la domanda riconvenzionale del convenuto che può proporre in giudizio in confronto dell’attore. Che differenza c’è?
Non è una differenza unicamente teorica, ma anche pratica, perché la
domanda riconvenzionale che il convenuto cala nel processo proponendola contro l’attore ha una proposizione sottoposta a dei termini decadenziali stringenti. Si ha l’onere di proporla entro e non oltre la comparsa di costituzione e risposta tempestivamente depositata. Nella vigenza della disciplina processuale attuale questa va depositata almeno 20 giorni prima della prima udienza di comparizione e trattazione della causa, mentre con la riforma si tratterà di un termine di almeno 70 giorni prima. Questo porta alla conseguenza che se l’avvocato del convenuto non proporrà la domanda riconvenzionale in questa comparsa di comparizione e risposta tempestivamente depositata il convenuto decadrà da questa facoltà processuale. Viceversa ci si interroga su quale sia il termine ultimo per presentare la domanda di accertamento incidentale. Qui è importante capire le distinzioni tra queste due domande.
La domanda di accertamento incidentale sta in un rapporto di
pregiudizialità-dipendenza rispetto alla domanda principale. Però tra la causa principale e l’oggetto di accertamento ci può anche essere una relazione di incompatibilità.
Esempio: Tizio agisce contro Caio per il pagamento di 100 a titolo di
prezzo del bene compravenduto. Caio si costituisce in giudizio e solleva una eccezione di transazione della lite. Afferma che è già stato discusso
l’argomento ma è stato stipulato un contratto di transazione per porre fine
alla controversia sul punto. A fronte di questa eccezione, sollevata dal convenuto, l’attore fa una contro-eccezione: afferma la nullità del contratto di transazione. Nata la questione sulla validità del contratto di transazione può essere proposta da una delle parti la domanda di accertamento della validità di quel contratto. Qui c’è una relazione di incompatibilità tra la domanda di adempimento del credito e l’eventuale domanda di accertamento incidentale della validità del contratto di transazione: non si possono accogliere entrambe le domande. Se il contratto di transazione è valido e non si può più porre la domanda di pagamento del credito.
Quando si parla di domanda di accertamento incidentale si tratta allora di
una domanda che ha sempre ad oggetto un diritto/status/rapporto giuridico che sta con l’oggetto della domanda principale in una relazione di pregiudizialità-dipendenza o di incompatibilità. Questo perché si tratta sempre di un punto pregiudiziale/incompatibile che il giudice però dovrebbe in ogni caso conoscere per andare a decidere sulla questione principale.
Quando c’è una domanda di accertamento incidentale si parla sempre
di un oggetto della stessa che è una questione di merito ed è in rapporto di pregiudizialità o di incompatibilità con l’oggetto della causa principale.
Quando invece c’è domanda riconvenzionale, quale domanda che il
convenuto propone nei confronti dell’attore, non sempre questa ha ad oggetto un diritto/status/rapporto giuridico che è in rapporto di pregiudizialità o di incompatibilità con l’oggetto della causa principale.
Esempio: Tizio agisce contro Caio per ottenere la condanna al pagamento
del prezzo per il bene compravenduto e Caio propone una domanda riconvenzionale alla consegna del bene. Quest’ultima non è in rapporto né di incompatibilità né pregiudizialità- dipendenza.
Ecco il diverso oggetto delle due domande e soprattutto il diverso
rapporto di quest’ultimo con la domanda principale. Tenere salda questa distinzione è fondamentale per capire dove incasellare certe domande, anche in punto di regime di proponibilità. La domanda riconvenzionale è evidente che va proposta nella comparsa di comparizione e risposta tempestivamente depositata, mentre la domanda di accertamento incidentale è proponibile in termini diversi
La giurisprudenza, al riguardo, si è a volte un po’ appiattita, arrivando a
sostenere che se la domanda di accertamento incidentale è proposta dal convenuto, ha gli stessi termini della domanda riconvenzionale. Se la propone invece l’attore però?
Stando alla normativa vigente si direbbe che la giurisprudenza abbia
ritenuto che la si debba proporre entro e non oltre la prima udienza. In verità la dottrina afferma che, posto che c’è questa distinzione concettuale tra le due domande, e che qui la domanda di accertamento-incidentale ha ad oggetto un antecedente logico alla cosa principale, si può immaginare una domanda di accertamento-incidentale anche dopo la prima udienza, ed anche per il convenuto. Questo perchè potrebbe essere che anche dopo la comparsa di costituzione e risposta e dopo la prima udienza un punto che rappresenta l’antecedente logico e giuridico per la decisione diventi controverso ed emerga successivamente.
Esempio: Tizio agisce contro Caio per l’adempimento di un certo credito.
Caio eccepisce la transazione (art. 1965 c.c.). Nel corso della causa dagli atti di causa emerge che quel contratto di transazione è nullo, successivamente alla comparsa di costituzione e risposta. Nasce una questione sulla nullità, che il giudice deve sottoporre all’attenzione delle parti. Quando questo accade e la situazione diviene parte del contradditorio che nasce la necessità di una domanda di accertamento incidentale, perché è un punto logico giuridico che rappresenta un antecedente alla decisione della lite. Questa domanda non può immaginarsi essere sottoposta a quei termini della domanda riconvenzionale. Ci sono delle ipotesi in cui domande di accertamento incidentale e domande riconvenzionali finiscono per coincidere de facto.
Esempio: Tizio agisce contro Caio chiedendone la condanna
all’adempimento di un’obbligazione contrattuale. Caio si costituisce in giudizio e solleva la questione di nullità di quel contratto. Rende controverso un punto logico-giuridico che è un antecedente per la decisione della causa.
Il convenuto potrebbe svolgere quell’eccezione presentando una
domanda riconvenzionale basata sul titolo che già appartiene alla causa in via d’eccezione, finendo così per proporre egli stesso una domanda di accertamento dell’invalidità del contratto. Questa è una domanda riconvenzionale che ha ad oggetto un punto logico-giuridico che rappresenta un antecedente necessario per il giudice per decidere la domanda principale.
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