Sei sulla pagina 1di 26

Giurisprudenza

I singoli contratti

Appalto

Corsi e ricorsi delle obbligazioni


“di risultato” e delle
obbligazioni “di mezzi”: la
distinzione e la dogmatica della
sua irrilevanza
CASSAZIONE CIVILE, Sez. II, 28 febbraio 2014, n. 4876 – Pres. Burdese – Est. Scalisi - P.m.
Russo – E.F. c. Cedax S.r.l.

Le obbligazioni, siano esse “di risultato” o “di mezzi”, sono sempre finalizzate a riversare nella sfera giuridica
del creditore una utilitas oggettivamente apprezzabile, fermo restando che, nel primo caso, il soddisfacimen-
to dell’interesse primario, detto anche interesse presupposto, del creditore è in rapporto di diretta e stretta
causalità con l'attività del debitore, non dipendendo da alcun fattore ad essa estraneo, mentre nell'obbligazio-
ne “di mezzi” tale soddisfacimento dipende, oltre che dal comportamento del debitore, da fattori ulteriori e
concomitanti (come, nella specie, fattori agronomici non controllabili dall'appaltatore, impegnatosi solo alla
corretta esecuzione di un trattamento antiossidante della frutta stoccata in celle frigorifere). Ne consegue che
il debitore “di mezzi” prova l'esatto adempimento dimostrando di aver osservato le regole dell'arte e di es-
sersi conformato ai protocolli dell'attività, mentre non ha l'onere di provare che il risultato è mancato per cau-
se a lui non imputabili.

ORIENTAMENTI GIURISPRUDENZIALI

Conforme Non sono stati rinvenuti precedenti in termini.

Difforme Cass., Sez. Un., 11 gennaio 2008, n. 577, in Danno e resp., 2008, 788; Cass., 21 maggio 2012, n. 8016, in questa
Rivista, 2013, 473.

Motivi della decisione gnata relativa alla richiesta di condanna della Cedax
1. Con il primo motivo E.F., lamenta la violazione del- S.r.l., al risarcimento danni ex art. 1218 c.c.
1.1. Il motivo è infondato.
l'art. 112 c.p.c., in relazione alle domande proposte ex
Appare opportuno precisare, anche in questa sede, che
art. 1218 c.c.
l'omessa pronuncia avverso specifiche domande e/o ec-
Secondo il ricorrente, la Corte territoriale avrebbe
cezioni fatte valere dalla parte, integrando una violazio-
omesso di pronunciarsi sulla richiesta di condanna al ri-
ne dell'art. 112 c.p.c., costituisce una violazione della
sarcimento dei danni patiti in relazione al mancato corrispondenza tra chiesto e pronunciato che deve esse-
esatto adempimento della prestazione cui la società Ce- re fatta valere esclusivamente a norma dell'art. 360
dax S.r.l. si era obbligata nei suoi confronti. In partico- c.p.c., n. 4, e non come violazione o falsa applicazione
lare, specifica il ricorrente, la sentenza impugnata non di norme di diritto, né tanto meno come vizio della mo-
conterrebbe in nessuna parte un riferimento alla do- tivazione.
manda indicata facendo esclusivo esplicito riferimento Tuttavia, la sentenza impugnata non presenta il vizio
solo alla cc.dd. garanzia per i vizi e difetti della presta- denunciato.
zione dell'appaltatore. Va qui premesso che la motivazione omessa o insuffi-
Dica, pertanto la Corte Suprema di Cassazione, conclu- ciente è configurabile soltanto qualora dal ragionamen-
de il ricorrente, se viola l'art. 112 c.p.c., in relazione al- to del giudice di merito, come risultante dalla sentenza
l'art. 360, n. 3, il Giudice d'appello che omette di pro- impugnata, emerga la totale obliterazione di elementi
nunciare sulla domanda di riforma della sentenza impu- che potrebbero condurre ad una diversa decisione, ov-

888 i Contratti 10/2014


Giurisprudenza
I singoli contratti

vero quando sia evincibile l'obiettiva carenza, nel com- to, esente da responsabilità e quindi non tenuto al risar-
plesso della medesima sentenza, del procedimento logi- cimento del danno patito dal committente.
co che lo ha indotto, sulla base degli elementi acquisiti, 2.1. La censura non merita di essere accolta.
al suo convincimento. Occorre osservare che la letteratura giuridica prevalente
Ora, nel caso in esame, la Corte di merito non poteva esclude che la distinzione tra obbligazioni di mezzi ed
non disattendere la domanda di risarcimento dei danni obbligazioni di risultato possa mettere in discussione l'u-
avanzata da E.F. per il mancato esatto adempimento nità concettuale dell'obbligazione, e/o se si vuole della
della prestazione cui la società Cedax S.r.l. si era obbli- prestazione oggetto dell'obbligazione, considerando che
gata nei suoi confronti dal momento che la sentenza qualunque obbligazione si risolve in una condotta fun-
impugnata ha escluso un mancato adempimento del- zionale alla produzione di un risultato utile al creditore.
l'obbligazione di cui si dice. La sentenza ha avuto modo In verità, è necessario tener conto che il diritto vigente
di chiarire che “(...) il mancato conseguimento dell'o- non consente una marcata distinzione tra obbligazioni
biettivo che le parti si erano prefisse non poteva costi- di mezzi ed obbligazioni di risultato, risalente ad una
tuire di per se prova del mancato adempimento dell'ob- elaborazione dogmatica priva di riscontro normativo e
bligazione che l'appaltatore si era assunto. Né l'attore su di dubbio fondamento, dato che non esistono obbliga-
cui gravava l'onere di dimostrare la sussistenza del fatto zioni nelle quali il risultato possa prescindere da un do-
costitutivo della sua domanda ha offerto neppure il vere di condotta, così come non esistono obbligazioni
principio di prova dell'assenza dei menzionati fattori nelle quali la condotta non sia orientata positivamente
esterni” che avrebbe potuto determinare il cc. riscaldo alla produzione di un risultato utile al creditore. Piutto-
comune. Ed ancora, la sentenza in esame specifica “In sto, occorre segnalare che l'obbligazione, qualunque ob-
tal modo resta confermato l'accertamento della mera bligazione, è sempre finalizzata a riversare nella sfera
possibilità che vi sia stata una non congrua esecuzione giuridica del creditore, un'utilitas oggettivamente ap-
del trattamento antiossidante da parte della Cedax e prezzabile che può consistere ora nella stessa attività del
che questo possa aver svolto un ruolo determinante nel- debitore ora in un effetto utile che nell'attività del de-
la produzione dei danni in questa sede lamentati”. bitore trova la sua causa. Con l'ulteriore specificazione,
Piuttosto, escluso un mancato esatto adempimento della che è possibile identificare obbligazioni, per così dire di
prestazione cui la società Cedax S.r.l. si era obbligata la risultato, nell'ipotesi in cui il risultato viene a trovarsi
relativa domanda di risarcimento del danno non solo in un rapporto di causalità necessaria con l'attività del
restava priva di fondamento ma restava assorbita dalla debitore, ovvero, il raggiungimento del risultato non di-
decisione di esclusione di un inadempimento da parte pende da alcun altro fattore estraneo al comportamento
della Cedax, così come, la Corte di merito, ha ritenuto del debitore. E, viceversa, in tutte le ipotesi in cui il
di specificare: “sulla base delle considerazioni che prece- raggiungimento del risultato dipende oltre che dal com-
dono resta assorbita ogni ulteriore questione”. portamento del debitore dalla concomitanza di ulteriori
2. Con il secondo motivo, il ricorrente lamenta la vio- fattori, l'obbligazione può continuarsi a qualificare quale
lazione e/o falsa applicazione degli artt. 1218, 1655 e obbligazione di mezzi.
2697 c.c., in relazione all'art. 360 c.p.c., n. 3. Ora, nel caso in esame, la Corte di merito si è attenuta
Secondo il ricorrente, la Corte di merito, pur avendo a questi principi fondamentali ed ha chiarito che l'ob-
correttamente ricondotto il caso in esame alla fattispe- bligazione che si era assunta la società Cedax S.r.l. non
cie dell'appalto di servizi, tuttavia, erroneamente ritene- costituiva un'obbligazione di risultato attenendosi sem-
va che l'obbligazione a carico dell'appaltatore, Cedax plicemente all'apprestamento dei prodotti chimici e dei
S.r.l., non costituiva un'obbligazione di risultato (l'utili- mezzi inerenti alla relativa somministrazione, nonché
tà come risultato del facere e cioè la conservazione dei alla corretta esecuzione del trattamento richiesto, il cui
menzionati prodotti agricoli), ma atteneva alla sola cor- buon esito (cioè il risultato di evitare il riscaldo comune
retta somministrazione dei prodotti chimici necessari ad della frutta conservata nelle celle frigorifere), come, pu-
evitare il fenomeno di riscaldamento comune sulla frut- re, affermato dal consulente tecnico d'ufficio dipendeva
ta immagazzinata nelle celle frigorifere, liberando di fat- anche da fattori tecnologici e agronomici prevalente-
to l'appaltatrice dalla garanzia dei vizi derivante dalla mente estranei all'azione dell'appaltatore e da questo
gestione a proprio rischio dell'attività effettuata volta a non controllabili né dominabili.
soddisfare un'utilità del committente. Piuttosto, ritiene La Corte di merito, pertanto, avendo accertato che il
il ricorrente nel contratto di appalto l'obbligo dell'ap- c.d. riscaldo comune poteva essere provocato non solo
paltatore non è di mezzi ma di risultato onde egli nell'e- da una ritardata o insufficiente esecuzione del tratta-
secuzione dei lavori non deve solo attenersi alle norme mento di cui si dice, ma anche da scorrette modalità di
tecniche ed alle direttive dell'appaltante, ma deve fare conservazione dei frutti o ancor prima dalle condizioni
in modo che sia raggiunto il risultato previsto dalla stes- climatiche in prossimità dell'epoca della raccolta e dalla
so appaltatore. scelta dei tempi di quest'ultima (se anticipata l'insor-
Dica la Corte Suprema di Cassazione, pertanto, conclu- genza delle fisiopatie ne risulta facilitata) nonché dalla
de il ricorrente se viola l'art. 1218 c.c., in relazione agli ubicazione dei frutti sull'albero da cui sono stati staccati
artt. 1665 e 2697 c.c., trattandosi di prestazioni di risul- ha escluso correttamente che l'obbligazione a carico
tato l'obbligazione assunta dall'appaltatore, la cui opera della Cedax potesse integrare gli estremi di un'obbliga-
o servizio non ha raggiunto il risultato che si era assun- zione di risultato.

i Contratti 10/2014 889


Giurisprudenza
I singoli contratti

3. Con il terzo motivo, il ricorrente lamenta la violazio- denza, o, come vuole una parte della dottrina, obbliga-
ne e/o falsa applicazione degli artt. 1667, 1668 e 2697 zioni non routinarie, il debitore assolve l'onere di pro-
c.c. in relazione all'art. 360 c.p.c., n. 3. vare l'esatto adempimento dimostrando di avere adem-
Secondo il ricorrente, avrebbe errato la Corte di merito piuto alla prestazione cui è tenuto, rispettando le regole
nell'aver ritenuto che l'attore (E.F.) non avesse dato la dell'arte, cioè, di essersi conformato nella esecuzione
prova dell'assenza dei fattori esterni da cui poteva di- della prestazione ai protocolli imposti dall'attività eser-
pendere il c.d. riscaldo comune dato che gli artt. 1667 e citata e non anche che l'eventuale mancato raggiungi-
1668 c.c., non esclude la responsabilità dell'appaltatore, mento previsto fosse dovuto a cause a se non imputabi-
se ha eseguito un servizio, omettendo di esercitare in li.
virtù della sua autonomia un qualsiasi eventuale sinda- 3.1.a). Ora, nel caso in esame, E.F., nell'impugnare la
cato in ordine alla concreta conservazione della frutta sentenza del Tribunale, aveva lamentato che il primo
alla sua racconta (rectius raccolta?) o alla scelta dei tem- Giudice si era limitato a valutare l'esecuzione della pre-
pi di quest'ultima. Piuttosto, l'art. 1668 c.c., comma 1, stazione (ricondotta all'obbligazione di mezzi) solo sotto
pone a carico dell'appaltatore tutte le conseguenze del- l'aspetto della diligenza, trascurando quello del risultato
l'inesatto adempimento obbligandolo a sopportare a se- dell'attività dell'appaltatore e della collegata garanzia
conda della scelta operata dal committente l'onere inte- per difformità e vizi a cui questo era tenuto ex art. 1667
grale dell'eliminazione dei vizi o la riduzione del prezzo c.c., (pag. 6 della sentenza impugnata).
salvo il risarcimento del danno. Non era, pertanto, ri- Pertanto, per affermazione dello stesso attuale ricorren-
tiene il ricorrente, onere del committente dimostrare te, originariamente, attore ed appellante, nell'ipotesi
l'assenza di eventuali fattori esterni come sostenuto dal- concreta non veniva messo in dubbio che la prestazione
la Corte di merito ma al contrario era onere dell'appal- cui era tenuta la Cedax fosse stata adempiuta e fosse
tatore dimostrare la sussistenza di idonee cause che stata adempiuta con diligenza. Con la conseguenza che,
avrebbe determinato l'esclusione della propria responsa- per stessa ammissione di E.F., la Cedax aveva dato pro-
bilità. va di aver adempiuto la prestazione, cui era tenuta, in
Dica la Corte di Cassazione, conclude il ricorrente, se ragione del contratto intercorso tra la parti. D'altra par-
viola gli artt. 1666, 1667 e 2697 c.c., in relazione all'art.
te, come si legge nella stessa sentenza impugnata (pag.
360 n. 3, il Giudice di appello che ritiene che l'appalta-
4) laddove s riporta la decisione del Tribunale, il giudi-
tore non è tenuto alla garanzia per i vizi derivanti dal
ce del primo grado aveva chiarito che “(...) non vi era
mancato raggiungimento del risultato assunto come og-
prova di un'inesecuzione non corretta o irregolare del
getto della prestazione. In ogni caso, viola gli artt. 1665
trattamento antiossidante né di negligenza o imperizia
e 1667 c.c., in relazione all'art. 360 n. 3, il Giudice
d'appello che ritiene onere del committente fornire la dei tecnici nell'applicazione dei prodotti (...)”.
prova che il vizio e il difetto è imputabile esclusivamen- E di più, la decisione del giudice del primo grado di giu-
te all'appaltatore senza il concorso del committente? dizio, secondo cui la Cedax aveva adempiuto corretta-
3.1. Il motivo in parte rimane assorbito dal precedente mente e con diligenza la prestazione cui era tenuta, non
laddove presuppone che l'obbligazione assunta dall'ap- essendo stata censurata in sede di appello, era passata in
paltatore, nel caso in esame, fosse un'obbligazione di ri- giudicato ed era divenuta presupposto della stessa deci-
sultato, ed in parte è infondato, perché correttamente sione della Corte di merito.
la Corte di merito, ha, nel caso concreto, distribuito l'o- 3.1.b). A sua volta, posto che la Cedax aveva dimostra-
nere della prova in ordine all'esatto adempimento del- to di aver adempiuto correttamente la prestazione cui
l'obbligazione di cui al contratto oggetto della contro- era tenuta, restava a carico del creditore, cioè, di E.F.,
versia. dimostrare la sussistenza di un inesatto adempimento.
È giusto il caso di evidenziare che è ancora attuale il di- Pertanto, correttamente, la Corte di merito, ritenendo
battito tra dottrina e giurisprudenza se l'inesatto adem- di escludere che, il mancato conseguimento dell'obietti-
pimento della prestazione debba essere provato dal cre- vo che le parti si erano prefisse, fosse riconducibile alla
ditore che agisce in giudizio, oppure se è il debitore a prestazione della Cedax, ha specificato che, l'originario
dover dimostrare l'esatto adempimento anche nell'ipo- attore, non aveva offerto, neppure, la prova di altro fat-
tesi in cu sia stato eccepito dal creditore l'inesatto to, oltre l'esistenza del riscaldo comune, che manifestas-
adempimento. Tuttavia, tenendo presente che le Sezio- se l'inesatto adempimento della Cedax e neppure aveva
ni Unite di questa Corte con sentenza n. 13533 del offerto la prova dell'assenza dei fattori esterni cui era ri-
2001 hanno definitivamente chiarito che l'onere della conducibile il riscaldo comune.
prova dell'esatto adempimento è a carico del debitore In definitiva, il ricorso va rigettato e il ricorrente, in ra-
anche nell'ipotesi in cui venga eccepito dal creditore gione del principio della soccombenza ex art. 91 c.p.c.,
un inesatto adempimento, va evidenziato che nell'ipo- condannato al pagamento delle spese del presente giu-
tesi di prestazioni che si possono considerare obbligazio- dizio di cassazione che verranno liquidate con il disposi-
ni di mezzi, secondo quanto è stato già detto in prece- tivo.

890 i Contratti 10/2014


Giurisprudenza
I singoli contratti

IL COMMENTO
di Fabrizio Piraino

La Corte di Cassazione si sofferma sulla prestazione dell’appaltatore e ritiene che, in presenza della prova
da parte di quest’ultimo della perizia della prestazione e in assenza di contestazione sul punto da parte
dell’attore né della prova di un fattore esterno idoneo a rendere impossibile la prestazione, non sussista-
no i presupposti per configurare la responsabilità dell’appaltatore. La Suprema Corte reputa che la pre-
stazione di quest’ultimo non si possa configurare come un vincolo di risultato, così da ricavare dall’alle-
gata sfrustrazione del fine atteso da parte del committente la sussistenza dell’inadempimento dell’appal-
tatore. La Cassazione argomenta la propria decisione avvalendosi della distinzione tra obbligazioni “di ri-
sultato” e obbligazioni “di mezzi”, ma la scelta non appare felice sia perché la categoria viene adoperata
in maniera non pienamente consapevole delle sue implicazioni sia perché il ricorso ad essa non si rivela,
ad ogni modo, indispensabile alla soluzione del caso.

Il fatto Corte di appello di Brescia hanno condiviso una


tale qualificazione, individuando piuttosto la pre-
Nella sentenza in epigrafe, la Corte di Cassazio-
stazione della società nel mero apprestamento dei
ne si pronuncia sull’esecuzione di un contratto di
prodotti chimici e delle attività necessarie alla loro
appalto di servizi relativo alla realizzazione di un
somministrazione giacché l’impedimento del riscal-
trattamento antiossidante su diverse partite di frut-
do comune dipende da fattori tecnologici e agrono-
ta finalizzato a contrastare il c.d. riscaldo comune,
mici estranei all’azione dell’appaltatore e, per di
vale a dire quella fisiopatia che consiste nel riscal-
più, neppure da quest’ultimo controllabili. Ne ve-
damento superficiale del frutto nei processi succes-
niva fatto discendere che la prova del deteriora-
sivi alla raccolta che determina l’imbrunimento
mento non potesse costituire prova prima facie del-
della buccia, con evidente svalutazione del prezzo
l’inadempimento della prestazione dell’appaltatore.
del prodotto. Nonostante il trattamento cui le par-
tite venivano sottoposte, nel giro di qualche mese
si riscontrava il deterioramento del tessuto esterno Il ragionamento della Suprema Corte
dei frutti, che alcuni periti agronomi accertavano Investita del ricorso, la Corte di Cassazione lo ri-
essere dovuto proprio al riscaldo comune. Il com- getta, confermando la sentenza della Corte d’ap-
mittente si determinava, pertanto, ad agire in giu- pello, e la ragione principale del mancato accogli-
dizio per l’accertamento della responsabilità con- mento delle censure viene individuata nel mancato
trattuale della società appaltatrice, ma tanto in pri- assolvimento da parte del ricorrente alla prova del-
mo quanto in secondo grado le domande venivano l’inadempimento della società appaltatrice. La Su-
respinte poiché, a seguito dell’istruttoria inclusiva prema Corte concorda con la Corte d’appello sulla
della CTU, emergevano elementi tali da escludere valutazione che l’intervenuto deterioramento delle
un qualche profilo di imperizia o di scorrettezza partite di frutta a causa del riscaldo comune non
nell’esecuzione della prestazione, tanto sotto il pro- integri gli estremi della dimostrazione della viola-
filo del trattamento antiossidante prescelto quanto zione del vincolo e il ricorrente, al di là di tale ele-
sul piano della concreta applicazione dei prodotti mento, non ha fornito la prova di nessun altro fat-
chimici ad opera dei tecnici. Tale statuizione dei to da cui si possa ricavare l’inesattezza della presta-
giudici di prime cure non veniva censurata in ap- zione e né la prova «dell’assenza dei fattori esterni
pello e, da quanto emerge dalla sentenza in esame, cui era riconducibile il riscaldo comune». La Cas-
sembrerebbe che la difesa del committente si sia sazione osserva anzi che, tutt’al contrario, il ricor-
prevalentemente affidata alla qualificazione del rente non ha censurato quella parte della sentenza
vincolo della società appaltatrice come obbligazio- di prime cure in cui veniva accertata l’assenza di
ne “di risultato”, così da includere l’impedimento imperizia, negligenza o anche scorrettezza nella
del c.d. riscaldo comune nel perimetro dell’oggetto prestazione dell’appaltatore e che, pertanto, l’avve-
dell’obbligazione, ottenendo l’effetto di considerare nuto adempimento è oramai coperto da giudicato.
assolta la prova dell’inadempimento con la dimo- In effetti, questo rilievo è decisivo perché, se anche
strazione del deterioramento dei frutti riconducibi- avesse accolto la prospettazione del ricorrente sulla
le proprio a tale fisiopatia. Né il Tribunale né la natura di obbligazioni “di risultato” del vincolo

i Contratti 10/2014 891


Giurisprudenza
I singoli contratti

dell’appaltatore, la Suprema Corte non avrebbe ma e, quindi, conviene riportarlo: «Occorre osser-
potuto comunque accogliere le censure in ordine vare che la letteratura giuridica prevalente esclude
alla violazione degli artt. 1218, 1665 e 2697 c.c. che la distinzione tra obbligazioni di mezzi ed ob-
perché sarebbe contraddittorio dare per assunto un bligazioni di risultato possa mettere in discussione
inadempimento per mancato conseguimento di un l'unità concettuale dell'obbligazione, e/o se si vuole
risultato, se è oramai acquisito che l’attività stru- della prestazione oggetto dell'obbligazione, consi-
mentale si è svolta in maniera ineccepibile. In altri derando che qualunque obbligazione si risolve in
termini, anche a voler accogliere la discussa cate- una condotta funzionale alla produzione di un ri-
goria dell’obbligazione “di risultato”, il mancato sultato utile al creditore. In verità, è necessario te-
conseguimento del fine dovuto costituisce una pro- ner conto che il diritto vigente non consente una
va dell’inadempimento soltanto prima facie, ma, se marcata distinzione tra obbligazioni di mezzi ed ob-
il debitore dimostra l’esattezza della propria presta- bligazioni di risultato, risalente ad una elaborazione
zione e, in tal modo, scuote il convincimento del dogmatica priva di riscontro normativo e di dubbio
giudice sull’identificazione del fine dovuto con fondamento, dato che non esistono obbligazioni
quello invocato dal creditore, viene allora meno il nelle quali il risultato possa prescindere da un do-
valore indicativo dell’inadempimento proprio del- vere di condotta, così come non esistono obbliga-
l’allegazione iniziale della mancata realizzazione del zioni nelle quali la condotta non sia orientata posi-
risultato. E ciò impone al creditore di contestare tivamente alla produzione di un risultato utile al
l’eccezione di controparte con quella che i proces- creditore. Piuttosto, occorre segnalare che l'obbli-
sualisti chiamano mera difesa, ossia confutando gli gazione, qualunque obbligazione, è sempre finaliz-
elementi addotti da controparte senza introdurre di zata a riversare nella sfera giuridica del creditore,
nuovi, oppure di vincere tale eccezione con la pro- un'utilitas oggettivamente apprezzabile che può
va della sopravvenuta impossibilità derivante da consistere ora nella stessa attività del debitore ora
causa imputabile al debitore. in un effetto utile che nell'attività del debitore tro-
L’itinerario argomentativo della Cassazione ha va la sua causa. Con l'ulteriore specificazione, che
però imboccato una via diversa e si è incentrato è possibile identificare obbligazioni, per così dire di
sul difetto di assolvimento dell’onere della prova risultato, nell'ipotesi in cui il risultato viene a tro-
ad opera del committente, sul presupposto – già se- varsi in un rapporto di causalità necessaria con l'at-
gnalato – che l’impedimento del riscaldo non vada tività del debitore, ovvero, il raggiungimento del
incluso nel perimetro dell’obbligazione assunta dal- risultato non dipende da alcun altro fattore estra-
l’appaltatore. A tal fine, la Suprema Corte si pro- neo al comportamento del debitore. E, viceversa,
fonde in una considerazione che presenta elementi in tutte le ipotesi in cui il raggiungimento del risul-
di indiscutibile interesse anche in chiave di analisi tato dipende oltre che dal comportamento del de-
psicologica: afferma quel che nega per escludere bitore dalla concomitanza di ulteriori fattori, l'ob-
che quanto affermato sia applicabile alla fattispecie bligazione può continuarsi a qualificare quale ob-
concreta. La Cassazione dichiara, infatti, di aderire bligazione di mezzi». Dopo questa piroetta, la Su-
alla svolta operata dalla propria giurisprudenza a prema corte trae spunto per la conclusione secondo
partire dal 2005 e coronata con la sentenza n. 577 cui la prestazione assunta dall'appaltatore non rive-
del 2008, condividendo la confutazione della vali- ste natura “di risultato” perché non include l'esito
dità della distinzione tra obbligazioni “di risultato” della perfetta conservazione delle partite di frutta
e obbligazioni “di mezzi” compiuta in dottrina a contro il c.d. riscaldo comune. Tale obiettivo in-
partire dallo studio di Luigi Mengoni (1), salvo poi fatti - come si è accertato in sede di merito - può
inopinatamente virare verso quella che appare co- essere pregiudicato non soltanto dal tardivo o ine-
me la presa d'atto che, in effetti, nella fenomenolo- satto trattamento chimico da parte dell'appaltatore
gia delle obbligazioni è dato riscontrare vincoli nei ma anche da fattori esogeni, come dalle inadeguate
quali il fine è eziologicamente collegato alla sola modalità di conservazione dei frutti o ancor prima
condotta del debitore e vincoli nei quali il fine di- dalle condizioni climatiche all'epoca della raccolta,
pende anche da fattori esterni. Il passaggio è cru- nonché dalla scelta dei tempi per effettuare que-
ciale per cogliere l'approccio della Cassazione al te- st'ultima e anche dalla collocazione dei frutti sul-

(1) L. Mengoni, Obbligazioni «di risultato» e obbligazioni «di di C. Castronovo - A. Albanese - A. Nicolussi, Milano, 2011,
mezzi» (Studio critico), in Riv. dir. comm., 1954, I 185-209, 280- 141 ss.
320, 366-396 e ora in Scritti. II., Obbligazioni e negozio, a cura

892 i Contratti 10/2014


Giurisprudenza
I singoli contratti

l'albero. Quel che la Cassazione intende sostenere integrare la prova dell'inadempimento. La presunta
è che l’impedimento del riscaldo comune si presen- obbligazione “di risultato” non si traduce in un
ta come un esito troppo distante sulla scala eziolo- vincolo al conseguimento di un fine a prescindere
gica rispetto ai mezzi che dal titolo e dalla natura dalla condotta necessitata (2) e, pertanto, anche
della prestazione è possibile assumere come dovuti nell'orizzonte di tale discussa categoria, l'allegazio-
per poterlo considerare come il risultato legittima- ne della frustrazione dell'esito necessitato dà luogo
mente preteso. La valutazione è legittima e razio- alla c.d. prova prima facie dell'inadempimento ma
nale e, in ogni caso, rientra nell’ambito delle quali- sul presupposto che non sia stata fornita la prova
ficazioni che competono al giudice, ma non impo- dell'esattezza della condotta. Se l’obbligazione rap-
ne il ricorso alla distinzione tra obbligazioni “di ri- presenta un vincolo poietico e, se tale rimane an-
sultato” e obbligazioni “di mezzi”, il cui richiamo che nel caso in cui sia chiaramente preindividuato
in seno alla motivazione sembra piuttosto una scor- il fine da conseguire, allora è necessario essere con-
ciatoia argomentativa grazie alla quale i giudici di seguenti e riconoscere che l’allegazione della man-
legittimità si sono risparmiati un ragionamento più cata realizzazione di tale fine rappresenta una sem-
diffuso sull’individuazione dello specifico risultato plificazione dell’attività tesa ad attestare l’inadem-
della prestazione assunta dall’appaltatore. pimento e non già un assunto dirimente. Anche
nell’orizzonte concettuale dell’obbligazione “di ri-
La ratio decidendi sultato”, la documentazione dell’insuccesso della
prestazione da parte del creditore costituisce un in-
Come si è anticipato, l'elemento cruciale della dice di inesattezza ma ciò non lo autorizza a non
decisione consiste nell'applicazione dell'art. 2697 contestare in sede processuale le prove addotte dal
c.c., che - com'è noto - costituisce una regola di debitore a sostegno della puntualità e correttezza
decisione, che impone al giudice di non accogliere dell’attività espletata. Se, come nel caso in esame,
la domanda quando sprovvista di una prova ade- il creditore consente che sull’eccezione del debito-
guata dei fatti che integrano la causa petendi o an- re si formi il fatto pacifico, l’allegazione del manca-
che quando l'attore non è stato in grado di confu- to conseguimento del risultato perde la propria va-
tare i fatti provati da controparte e posti a fonda- lenza persuasiva ed è giocoforza introdurre nel giu-
mento delle sue eccezioni. Nel caso di specie, si è dizio un ulteriore elemento di fatto, ossia la soprav-
verificata la seconda ipotesi: l'appaltatore ha forni- venuta impossibilità della prestazione, che non in-
to la prova dell'esattezza della propria prestazione, tegra una nuova domanda, sottraendosi alla man-
il committente non ha fornito la prova contraria, naia dell’inammissibilità ex art. 345 c.p.c., in quan-
il giudice di primo grado ha accertato la perizia to inadempimento e impossibilità imputabile sono
nell'espletamento della prestazione e il punto è equivalenti quoad effectum ai sensi dell’art. 1218
passato in giudicato in quanto il committente, nei c.c. Se, infatti, il risultato non è stato conseguito
successivi gradi di giudizio, ha insistito nel sostene- nonostante la non contestata adozione dei mezzi
re che la conservazione delle partite di frutta rap- prescritti dal titolo o dalle leges artis, a meno che
presentasse l'esito finale della prestazione incluso non emerga un profilo di scorrettezza - di cui nel
nell'oggetto dell'obbligazione dell'appaltatore, in caso di specie non è stata mai ventilata l'esistenza
quanto vincolo “di risultato”, ritenendo che, in tal - il creditore non può fare altro che dimostrare che
modo, l'allegazione del deterioramento dei beni a il cattivo esito è conseguito all'impossibilità della
causa del riscaldo comune potesse equivalere ad al- prestazione imputabile al debitore. È questo il si-
legazione dell'inadempimento del debitore. Non gnificato da attribuire a quel passaggio della moti-
v'è però nessun assertore della distinzione tra ob- vazione della sentenza, viceversa oscuro, nel quale
bligazioni “di mezzi” e obbligazioni “di risultato”, la Suprema Corte riconosce che il ricorrente «non
per entusiasta che possa essere, che sarebbe dispo- aveva offerto, neppure, la prova di altro fatto, oltre
sto a ritenere che, in presenza del passaggio in giu- l’esistenza del riscaldo comune, che manifestasse
dicato della statuizione che riconosce l'esattezza l’inesatto adempimento della [società appaltatrice]
della prestazione, la generica contestazione del e neppure aveva offerto la prova dell’assenza dei
mancato conseguimento del risultato atteso possa fattori esterni cui era riconducile il riscaldo comu-

(2) In tal senso, di recente, G. Cerdonio Chiaromonte, L’ob-


bligazione del professionista intellettuale. Tra regole deontologi-
che, negoziali e legali, Padova, 2008, 120 ss.

i Contratti 10/2014 893


Giurisprudenza
I singoli contratti

ne». In altri termini, il caso di specie si segnala per in obbligazioni “di risultato” e obbligazioni “di
la curiosa piega assunta dal giudizio sull’inadempi- mezzi” e le conclusioni del dibattito che l'ha inve-
mento rispetto alle cadenze usuali che esso assume stita. Oggetto di concettualizzazione dapprima in
quando è in discussione la violazione o meno di Francia (3), ma su di uno spunto offerto dalla dot-
un’obbligazione “di risultato”. Secondo l’opinione trina tedesca (4), la distinzione influisce sulla rego-
favorevole a tale quadro categoriale, l’allegazione la di responsabilità, diversificandola in senso più ri-
del mancato conseguimento del risultato è un indi- gido in presenza di un'obbligazione “di risultato” e
ce di inadempimento che esonera il creditore dal- in senso più mite in presenza di un'obbligazione
l’individuazione di uno o più elementi di inesattez- “di mezzi”. Il diverso trattamento giuridico sul ver-
za nella prestazione del debitore, il che comporta, sante della regole di responsabilità e dell'onere del-
per lo più, che questi debba imboccare la via della la prova discenderebbe dalla diversità di contenuto
prova del fattore esterno e non imputabile genera- che distingue due tipologie di obbligazioni. La dif-
tore di impossibilità per poter andare esente da re- ferenza di contenuto può essere descritta in questi
sponsabilità. Nella fattispecie concreta, la doglian- termini: le obbligazioni “di risultato” si caratterizza-
za del creditore appare abbastanza generica e in no per la previsione come fine dovuto del conse-
ogni caso il debitore si è impegnato con successo guimento di un risultato in grado di determinare la
nella dimostrazione dell’esattezza della propria con- piena soddisfazione del movente, economico o
dotta in tal modo scuotendo il convincimento del non, che ha sollecitato il creditore all'acquisizione
giudice in ordine alla sussistenza dell’inadempi-
del diritto di credito; mentre le obbligazioni “di
mento e persuadendolo invece che il risultato della
mezzi” non si spingono sino al punto di imporre al
cui mancanza il creditore si lamenta sia estraneo
debitore il conseguimento di un fine determinato,
all’oggetto dell’obbligazione. La prospettiva di-
il quale, pertanto, resta al di fuori del perimetro
schiude uno scenario molto suggestivo e concorre
della prestazione, sicché l'interesse protetto del
a svelare - nonostante le affermazioni sul punto
davvero infelici della Suprema corte - le debolezze creditore si arresta al ricevimento di un comporta-
della contrapposizione delle obbligazioni “di risul- mento del debitore qualificato da un certo grado di
tato” alle obbligazioni “di mezzi”. convenienza o di utilità in funzione di quel fine ri-
masto all'esterno del perimetro del vincolo, la cui
realizzazione non è di per sé compresa nell’orbita
L'origine della distinzione tra obbligazioni del rapporto obbligatorio (5). Nell'ordinamento
“di risultato” e obbligazioni “di mezzi” e le francese, che alla distinzione ha riservato non solo
posizioni di Giuseppe Osti e di Luigi la prima elaborazione ma anche il più ampio rico-
Mengoni
noscimento (6), la coppia è stata concepita per
Conviene a questo punto riepilogare nella ma- modulare in maniera più favorevole al debitore la
niera più concisa possibile il senso della distinzione questione dei temi di prova nelle obbligazioni di

(3) R. Demogue, Traité des obligations en général, V, Paris, sabilité: conditions, in Traité de droit civil Ghestin, Paris, 1982,
1925, n. 1237; VI (Paris 1931), n. 599. 629 ss.; Carbonnier, Droit civil, IV, Les obligations, Paris, 2000,
(4) Bernhöft, Kauf, Miete und verwandte Verträge, in Beiträ- nn. 156 ss., 288 ss.; M. Faure Abbad, Le fait générateur de la
ge zur Erläuterung und Beurtheilung des Entwurfs eines BGB responsabilité contractuelle, Poitiers, 2003, 242 ss.; G. Genicot,
für das d. Reich, quaderni diretti da E.I. Bekker e O. Fischer, Droit médical et biomédical, Bruxelles, 2010, 336 ss. Criticano
XII, Berlin, 1889, 17; H.A. Fischer, Vis maior im Zusammen- invece la distinzione H. Capitant, Les effets des obligations, in
hang mit Unmöglichkeit der Leistung, in Jherings Jharbücher, RTDCiv., 1932, 724 ss.; P. Esmein, Rémarques sur des nouvel-
37, 1897, 234 ss. les classifications des obligations, in Etudes Capitant, Paris,
(5) La definizione fornita nel testo rielabora in termini più di- 1930, 235; Id., Le fondement de la responsabilité contractuelle
vulgativi quella fornita dal massimo studioso e critico della di- rapprochée de la responsabilità délictuelle, in RTDCiv, 1933, 627
stinzione: Mengoni, Obbligazioni «di risultato» e obbligazioni «di ss.; Id., Obligations, in M. Planiol-G. Ripert, Traité pratique de
mezzi», cit., 190-191. droit civil franēais, VII, Paris, 1952, 498 ss.; G.M. Marton, Obli-
(6) Oltre al già ricordato Demogue (Id., Traité des obligations gations de résultat et obligations de moyens, in RTDCiv, 1935,
en général, V, cit., n. 1237 e VI, cit., n. 599; H. Mazeaud, Essai 499 ss.; Ph. Remy, Critique du système franēais de responsabili-
de classification des obligations: obligations contractuelles et ex- té civile, in Droit et Cultures, 1996, 31 ss., in part. 45 ss.; Id., La
tracontractuelles; “obligations déterminées” et “obligations gé- «responsabilité contractuelle»: histoire d’un faux concept, in
nérales de prudence et diligence”, in RTDciv., 1936, 1 ss.; A. RTDCiv, 1997, 323 ss.; nonché ora J. Bellissent, Contribution à
Tunc, La distinction des obligations de résultat et obligations de l’analyse de la distinction des obligations de moyens et des obli-
diligence, in J.C.P. (chronique), 1945, I, n. 449; Id., La distinzio- gations de rèsultat. À propos de èvolution des ordres de respon-
ne delle obbligazioni di risultato e delle obbligazioni di diligenza, sabilité civile, Paris, 2001, ma la critica non si è mai spinta oltre
in Nuova riv. dir. comm., I, 1947-1948, 126 ss.; J. Frossard, La il giudizio di inutilità della bipartizione, dovuta ad un eccesso
distinction des obligations de moyens et des obligations de ré- di schematismo e di genericità: v. Remy, La «responsabilité
sultat, Paris, 1965, passim; G. Viney, Les obligations. La respon- contractuelle», cit., 343.

894 i Contratti 10/2014


Giurisprudenza
I singoli contratti

fare professionale (7) ed è assurta se non proprio a sponsabilità contrattuale, che, nella costruzione
summa divisio (8) - come abitualmente si ripete - concettuale offertane da Osti, si fonda sull'inadem-
per lo meno a ripartizione dogmatica delle obbliga- pimento nella sua materialità ossia nella sua ogget-
zioni, ossia una distinzione dalla quale discendono tività, senza che la colpa giochi alcun ruolo, e in-
ricadute sul piano della disciplina e idonea a sosti- contra il limite dell'impossibilità oggettiva e asso-
tuire le distinzioni ancorate alla fonte del vincolo. luta. Anzi, in un certo qual senso Osti cerca di ri-
Sono, dunque, il contenuto e l'ampiezza del vinco- dimensionare il ruolo dei doveri di una determina-
lo, più che la sua fonte, a determinare la disciplina ta diligenza, in primo luogo presentandoli limitati
applicabile, che vede alle obligations de résultat ri- nel numero e nella significatività (13) e in secondo
servato l'art. 1147 code civil, alla luce dell'indivi- luogo conferendo loro un certo risalto soltanto per
duazione del fatto di esonero dalla responsabilità ribadire che, anche rispetto ad essi, la colpa non ri-
nella causa estranea, mentre alle obligations de veste alcun ruolo giacché il ricorrente e tradiziona-
moyens dedicato l'art. 1137 code civil, che invece è le riferimento a quest'ultima si rivela soltanto ap-
incentrato sulla diligenza, tanto che l'obbligazione parente in quanto in tali obbligazioni colpa e ina-
nasca da contratto quanto da delitto (9). In Italia, dempimento coincidono (14). Osti coglie il dato
si è soliti ricondurre la distinzione al capitale stu- significativo della connessione tra contenuto del-
dio di Giuseppe Osti sull'impossibilità sopravvenu- l'obbligazione e caratteristiche dell'adempimento
ta del 1918 (10), nel quale essa è in effetti profilata ma non si spinge al di là di ciò e anzi ribadisce l'u-
e per di più anticipando la riflessione del Demo- nitarietà del regime di responsabilità, assegnando
gue, per quanto Osti non abbia mai rivendicato la all'art. 1176 c.c. il ruolo di criterio di valutazione
paternità della distinzione e anzi, tornato successi- dell'esattezza della prestazione e all'art. 1218 c.c.
vamente sul tema, si sia dichiarato neppure dispia- quello di regolare la responsabilità, individuando
ciuto della minor fortuna arrisagli in Italia, giudi- l'unitaria causa di esonero nell'impossibilità ogget-
cando il successo della coppia individuata da De- tiva e assoluta.
mogue persino eccessivo (11). Osti distingue il Lo spunto di Osti è stato sviluppato da Mengo-
«dovere di mettere in essere un determinato risul- ni (15), al quale si devono lo studio più approfon-
tamento concreto» dal «dovere di una determinata dito e la più compiuta critica della distinzione, ge-
diligenza» (12) ma non può essere considerato un neralmente ritenuta definitiva. Pur dissentendo da
fautore della ripartizione giacché essa nel pensiero Osti sui caratteri della causa di esonero, Mengoni
dell'autore riveste sostanzialmente un ruolo descrit- condivide che soltanto a causa di una distorsione
tivo, frutto della presa d'atto della varietà fenome- prospettica si è potuto individuare nella colpa il
nologica delle obbligazioni e della presenza di vin- fondamento della responsabilità nelle obbligazioni
coli meno ampi degli altri. Tale distinzione è non “di mezzi” e, infatti, quella che viene assunta come
destinata, infatti, a rompere l'unitarietà della re- colpa in realtà è una forma oggettiva di inadempi-

(7) Demogue, Traité des obligations en général, VI, cit., n. Deviazioni dottrinali, in certa misura propugna la distinzione
599. ed anzi se ne proclama primo assertore in Italia già dall’epoca
(8) Sopratutto a partire dall'impulso fornito alla distinzione di Revisione critica, benché si affretti a precisare - come ricor-
da Mazeaud, Essai de classification des obligations: obligations dato nel testo - che ad essa non vada riconnessa tutta l’impor-
contractuelles et extracontractuelles; “obligations déterminées” tanza che le è stata attribuita in Francia; ma mostra anche
et “obligations générales de prudence et diligence”, cit., nn. 24 che, andando a verificare lo scritto del 1918, non solo non si
ss., giacché in Demogue l'innalzamento della distinzione a ve- rintraccia l’accoglimento della distinzione - che ad Osti appari-
ra e propria bipartizione dei rapporti obbligatori è soltanto pro- va nello scritto successivo addirittura una preconizzazione ri-
filata, come ricorda, molto puntualmente, E. Carbone, Diligen- spetto all’opera di Demogue - ma si riscontra anzi il dissenso
za e risultato nella teoria dell'obbligazione, Torino, 2007, 14, 24- dell’a. dalla posizione di F. Leone (La negligenza nella colpa ex-
27. tra-contrattuale e contrattuale, in Riv. dir. civ., 1915, 84 ss.), il
(9) H. e L. Mazeaud, A. Tunc, Traité théorique et pratique de quale si colloca invece, sostanzialmente, nella scia di Fischer.
la responsabilité civile délictuelle et contractuelle, I, Paris, 1965, (12) Osti, Revisione critica della teoria sulla impossibilità della
nn. 103 ss. prestazione, cit., 425.
(10) G. Osti, Revisione critica della teoria sulla impossibilità (13) Osti, Revisione critica della teoria sulla impossibilità della
della prestazione, in Riv. dir. civ., 1918, 209 ss. e poi Id., Devia- prestazione, cit., 458 ss.
zioni dottrinali in tema di responsabilità per inadempimento delle (14) Osti, Revisione critica della teoria sulla impossibilità della
obbligazioni, in Riv. trim. dir. proc. civ., 1954, 593 ss.; Id., Im- prestazione, cit., 423.
possibilità sopravveniente, in Novissimo Dig. it., VIII, Torino, (15) Mengoni lo riconosce espressamente (Id., Obbligazioni
1962, 294 ss. «di risultato» e obbligazioni «di mezzi», cit., 201), pur ritenendo
(11) Osti, Deviazioni dottrinali in tema di responsabilità per che nell'intuizione di Osti vi sia un elemento di equivocità che
inadempimento delle obbligazioni, cit., 606 nt. 31. Al riguardo consiste nella mancata distinzione tra le due nozioni di diligen-
C. Castronovo, La responsabilità per inadempimento da Osti a za.
Mengoni, in Europa dir. priv., 2008, 4 nt. 8, osserva che Osti in

i Contratti 10/2014 895


Giurisprudenza
I singoli contratti

mento poiché in questa classe di obbligazioni la di- cui la distinzione «non vuole significare l'assenza,
ligenza assolve al compito di «determinazione con- in certe obbligazioni, di un risultato dovuto, il che
creta del contenuto dell'obbligo, di guisa che il do- sarebbe assurdo, ma piuttosto separare i rapporti
vere di diligenza viene a coincidere col dovere di obbligatori in due categorie, caratterizzate da una
adempimento» (16). Mengoni approfondisce l'ana- maggiore o minore corrispondenza del termine fi-
lisi strutturale (17) e rintraccia due nozioni di dili- nale dell'obbligazione (risultato dovuto) al termine
genza. La prima, designata come diligenza in senso iniziale, cioè all'interesse da cui l'obbligazione trae
tecnico, viene espressa dall'art. 1176, comma 1, origine» (21). Tale interesse viene indicato come
c.c. e consiste in un criterio di imputazione, ossia è interesse-presupposto ed è sempre orientato al mu-
misura della colpa del debitore, identificandosi con tamento o alla conservazione di una situazione ini-
il dovere di sforzo ed entrando in ballo quando la ziale, ma esso si attesta nella dimensione del fatto
prestazione diviene impossibile ed è necessario sta- e, in alcuni casi, viene giurificato integralmente di-
bilire se ciò sia imputabile o meno al debitore (18). venendo così l'interesse protetto, ossia quello la
La seconda, indicata come diligenza in senso im- cui realizzazione individua il risultato dell'obbliga-
proprio, risiede innanzi tutto nell'art. 1176, comma zione, e dando vita alle obbligazioni dette “di risul-
2, c.c. e riguarda le obbligazioni di fare professiona- tato”; mentre, in altri casi, tale piena giurificazione
le, indicando la perizia ossia «tutti gli atti oggetti- non si compie e l'interesse protetto, che segna
vamente richiesti - secondo le regole della buona l'ampiezza del dover ricevere del creditore, coinci-
tecnica (cfr. art. 1618) - dallo scopo della presta- de con un momento intermedio nella sequenza del-
zione» (19). In altre ipotesi, coincidenti con le pre- le modificazioni che posso condurre al soddisfaci-
stazioni di fare non professionale, il discrimine tra mento dell'interesse-presupposto e ciò da vita alle
le due nozioni di diligenza diviene invece più sfu- obbligazioni dette “di mezzi”. In quest'ultima l'inte-
mato ma permane, e la diligenza in senso impro- resse protetto si presenta, dunque, come strumenta-
prio va identificata con gli atti richiesti per conse- le all'interesse-presupposto ma ciò non comporta
guire l'utilità finale cui tende l'obbligazione e com- certo l'assenza di un risultato, il quale, tutt'al con-
misurati alle capacità personali del debitore (il fa- trario, c'è ma «non è che un mezzo nella serie te-
cere quantum possum), senza che ciò privi la dili- leologica che costituisce il contenuto dell'interesse
genza del suo connotato di oggettività e del suo primario del creditore» e quel che il creditore ha
ruolo di contenuto della prestazione (20). La viola- diritto ad attendersi consiste nella «produzione di
zione della diligenza in senso atecnico è, dunque, una serie più o meno ampia di mutamenti interme-
inadempimento e nulla ha a che spartire con la di ai quali è condizionata la possibilità di tale sod-
colpa. Mengoni, al pari di Osti, riconosce la varie- disfacimento» (22).
tà fenomenologica delle obbligazioni ma esclude in
maniera assoluta che ciò metta in discussione, sul
Il favore per la distinzione e la tesi
piano dogmatico, l'unità del concetto di obbliga-
di Giovanni D'Amico
zione e, sul piano normativo, l'unitarietà della fat-
tispecie di responsabilità contrattuale. Sul primo Nonostante la confutazione, la giurisprudenza ha
versante, è rimasta celebre l'affermazione secondo adottato la distinzione e l'ha largamente adoperata

(16) Mengoni, Obbligazioni «di risultato» e obbligazioni «di tamento (o di conservazione), l'esito del quale dipende peraltro
mezzi», cit., 198. da condizioni ulteriori, estranee alla sfera del vincolo». Il lavoro
(17) Sulla centralità dell'attenzione alla struttura dell'obbli- in cui Mengoni affronta nella maniera più compiuta il tema
gazione tanto in Osti quanto soprattutto in Mengoni v. S. Maz- della struttura dell'obbligazione è Id., L’oggetto della obbliga-
zamuto, Luigi Mengoni e la tutela dei diritti, in Europa dir. priv., zione, in Jus, 1952, 156 ss., ora in Scritti. II, Obbligazioni e ne-
2012, 145 ss. gozio, a cura di C. Castronovo-A. Albanese-A. Nicolussi, Mila-
(18) Mengoni, Obbligazioni «di risultato» e obbligazioni «di no, 2011, 53 ss., sul cui pensiero e sui relativi sviluppi nella ri-
mezzi», cit., 199-200, 203. flessione dottrinaria successiva sia concesso il rinvio a F. Pirai-
(19) Mengoni, Obbligazioni «di risultato» e obbligazioni «di no, L'adempimento del terzo e l'oggetto dell'obbligazione, in Riv.
mezzi», cit., 205-206. dir. civ., 2011, II, 305 ss., oltre ovviamente a C. Castronovo,
(20) Mengoni, Obbligazioni «di risultato» e obbligazioni «di Luigi Mengoni: dalla dogmatica alla coscienza del metodo, in
mezzi», cit., 206-209. Jus, 2002, 67 ss.; Id., Il significato vivente di Luigi Mengoni nei
(21) Mengoni, Obbligazioni «di risultato» e obbligazioni «di suoi scritti, in Europa dir. priv., 2012, 205 ss.; A. di Majo, Le ob-
mezzi», cit., 188. bligazioni nel pensiero di Luigi Mengoni, ivi, 2012, 119 ss. A. Ni-
(22) Mengoni, Obbligazioni «di risultato» e obbligazioni «di colussi, L'interesse del creditore e il risultato dell'obbligazione, in
mezzi», cit., 189, il quale aggiunge che «ciò che si attende dal Obligatio-obbligazione. Un confronto interdisciplinare, a cura di
debitore, affinché l'obbligazione possa dirsi adempiuta, è un L. Capograssi Colognesi - M. F. Cursi, Napoli, 2011, 107 ss., in
comportamento idoneo a dare principio a un processo di mu- part. 138 ss.

896 i Contratti 10/2014


Giurisprudenza
I singoli contratti

per l'inquadramento e la disciplina delle prestazio- sante della causa di esonero, riconducendole piut-
ni di fare professionale, specie nel settore della pre- tosto all'art. 1176 c.c. (26). Il guadagno è duplice:
stazioni mediche (23) e in maniera ancor più mo- sul versante dell'onere della prova, si addossa al
nolitica in quello della prestazione dell'avvoca- creditore la prova dell'inadempimento e, sul ver-
to (24). L'effetto che si è voluto ottenere è la so- sante dell'esclusione della responsabilità, è consen-
stanziale sottrazione delle prestazioni professionali, tito al debitore di esonerarsi fornendo la prova del
salvo quelle talmente sperimentate da ridurre so- rispetto delle regole di condotta sancite dalla leges
stanzialmente l'incertezza dell'esito (25), al rigoroso artis, piuttosto che costringerlo alla prova dell'im-
regime delineato dall'art. 1218 c.c., specie sul ver- possibilità sopravvenuta non imputabile (27). E

(23) Cass., 21 dicembre 1978, n. 6141, in Foro it., 1979, I, 4 R. Fantetti, Consenso informato e responsabilità medica; Cass.,
ss.; Cass., 15 gennaio 1997, n. 364, in Foro it., 1997, I, 771 ss.; 14 febbraio 2008, n. 3520, in Nuova Giur. civ. comm., 2008,
Cass., 4 febbraio 1998, n. 1127, in Giur. it., 1998, I, 1800 ss.; 948 ss., con nota di commento di V. Cugno Garrano, Spetta
Cass., 22 gennaio 1999, n. 589, in Danno resp., 1999, 294 ss.; sempre al medico fornire la prova della mancanza di colpa;
Cass., 21 giugno 2004, n. 11488, in Corr. giur., 2004, 33 ss., Cass., 26 giugno 2007, n. 14759, in La resp. civ., 2008, 546
con nota di A. di Majo, Mezzi e risultato nelle prestazioni medi- ss., con nota di F. Zauli, Intervento di routine: il giudice esige
che: una storia infinita; Cass., 14 febbraio 2008, n. 3520, in La che sia infallibile; Cass., 16 febbraio 2001, n. 2335, in Resp. civ.
resp. civ., 2009, 402 ss., con nota di F. Zauli, Responsabilità prev., 2001, 580 ss.; Cass., 10 settembre 1999, n. 9617, ivi,
medica e interventi di natura routinaria: l’onere probatorio in- 2000, 315 ss.). Per chi si ostina ad ancorare la responsabilità
combe sul dentista. Al riguardo, v. la rassegna compiuta da V. contrattuale alla colpa (sia permesso il rinvio a F. Piraino, Sulla
Zeno-Zencovich, Una commedia degli errori? La responsabilità natura non colposa della responsabilità contrattuale, in Europa
medica fra illecito e inadempimento, in Riv. dir. civ., 2008, I, 306 dir. priv., 2011, 1019 ss.), tutto ciò equivale ad una presunzio-
ss. Sulla responsabilità medica cfr., tra i tanti, A. De Martini, ne di colpa, che è però figura perniciosa. Al di là di tale iuris
La responsabilità civile del medico, in Giust. civ., 1954, I, 1236 preceptum, la categoria della prestazione di routine fa segnare
ss.; A. M. Princigalli, La responsabilità del medico, Napoli, la declinazione italiana di quell’alleggerimento dell’onere pro-
1983, passim; D. Carusi, Responsabilità del medico e obbliga- batorio a favore del debitore che in altri sistemi giuridici è affi-
zioni di mezzi, in Rass. dir. civ., 1991, 491 ss.; M. Zana, Respon- dato alla massima res ipsa loquitur o alla Anscheinsbeweis o
sabilità medica e tutela del paziente, 1993, passim; V. Zambra- prova prima facie (v., per un ridimensionamento allo stato di
no, Interesse del paziente e responsabilità medica nel diritto civi- strumenti neppure di probatio inferior ma di mera allegazione,
le italiano e comparato, Napoli, 1993, passim; in R. De Matteis, M. Taruffo, La prova dei fatti giuridici. Nozioni generali, in Tratt.
La responsabilità medica. Un sottosistema della responsabilità dir. civ., diretto da A. Cicu - F. Messineo, continuato da L.
civile, Padova, 1995, passim e Id., Dall'atto medico all'attività Mengoni, Milano, 1992, 475 ss.). Assai critici sulla distinzione
sanitaria. Quali responsabilità, in Le responsabilità in medicina, a tra interventi di routine e interventi altri, nonché sulla bipartizio-
cura di A. Belvedere - S. Riondato, in Tratt. biodiritto, diretto da ne in obbligazioni “di mezzi” e obbligazioni “di risultato”, sono
S. Rodotà - P. Zatti, Milano, 2011, 117 ss.; G. Alpa, La respon- C. Castronovo, Profili della responsabilità medica, in Studi in
sabilità medica, in Resp. civ. prev., 1999, 318 ss.; R. Quadri, La onore di Pietro Rescigno. V. Responsabilità civile e tutela dei di-
responsabilità medica tra obbligazioni di mezzi e di risultato, in ritti, Milano, 1998, 121 ss.; E. Quadri, La responsabilità medica
Danno resp., 1999, 1165 ss.; M. Paradiso, La responsabilità tra obbligazioni di mezzi e di risultato, in Danno resp., 1999,
medica: dal torto al contratto, in Riv. dir. civ., 2001, I, 235 ss. e 1170 ss., in part. 1173, L. Nivarra, La responsabilità civile dei
Id., La responsabilità medica tra conferme giurisprudenziali e professionisti (medici, avvocati, notai): il punto della giurispru-
nuove aperture, in Danno resp., 2009, 703 ss.; A. Ciatti, Re- denza, in Europa dir. priv., 2000, 519 ss. Una rivalutazione del
sponsabilità medica e decisione sul fatto incerto, Padova, 2002, ricorso alla figura delle prestazioni di routine è compiuta, inve-
passim.; M. Franzoni, Dalla colpa grave alla responsabilità pro- ce, da Carbone, Diligenza e risultato nella teoria dell'obbligazio-
fessionale, Torino, 2011, 55 ss., 191 ss.; G. Smorto, Responsa- ne, cit., 58-61 in nome della flessibilità in campo probatorio.
bilità medica, in Digesto disc. priv., sez. civ., Agg. I, Torino, (26) Per una recente riaffermazione della fondatezza di tale
2013, 640 ss. esigenza e, dunque, della bontà della distinzione tra obbliga-
(24) Per limitarci alle ultime pronunzie: Cass.,11 gennaio zioni “di risultato” e obbligazioni “di mezzi” v. Carbone, Dili-
2010, n. 230, mass. in Vita not., 2011, con nota di A. Sesti, La genza e risultato nella teoria dell'obbligazione, cit., 53 ss., dove
responsabilità dell'avvocato tra obbligazioni di mezzi e di risulta- si ribadisce, sull'onda della dottrina francese, la discutibile cor-
to; Cass., 14 dicembre 2010, n. 25234, in Foro it. Rep., 2010; relazione tra la preservazione della libertà del professionista e
Cass., 18 aprile 2011, n. 8863, in questa Rivista, 2011, 984 ss., il riconoscimento in capo a quest'ultimo di un'obbligazione “di
con commento di L. Tricomi, Responsabilità dell'avvocato nello mezzi”. È critico al riguardo A. Nicolussi, Sezioni sempre più
svolgimento dell'attività professionale; Cass., 13 maggio 2011, unite contro la distinzione tra obbligazioni di risultato e obbliga-
n. 10686, in Danno resp., 2012, 295 ss. con commento di L. zioni di mezzi. La responsabilità del medico, in Danno resp.,
Bugatti, Mancata proposizione dell'appello e responsabilità del 2008, 874-875 e nt. 18.
professionista forense. (27) Fa notare Nicolussi, Sezioni sempre più unite contro la
(25) In campo medico, ciò ha condotto alla oltremodo criti- distinzione tra obbligazioni di risultato e obbligazioni di mezzi. La
cata distinzione tra interventi di routine ed interventi altri (erro- responsabilità del medico, cit., 873, ma già Id., Il commiato del-
neamente ai primi vengono contrapposti quelli che implicano la giurisprudenza dalla distinzione tra obbligazioni di risultato e
la soluzione di problemi tecnici di speciale difficoltà, i quali obbligazioni di mezzi, in Europa dir. priv., 2006, 781 ss., che la
rappresentano invece un ambito a sé stante, assoggettato alla figura dell’obbligazione “di mezzi” comporta l’appiattimento
regola dell’art. 2236 c.c.). Nelle prestazioni di routine, a causa della responsabilità contrattuale che consegue alla sua viola-
della solidità e dell’univocità del sapere tecnico da applicare, zione sulle cadenze delle responsabilità extracontrattuale e la
l’allegazione del mancato conseguimento del fine atteso o dei ragione risiede nella circostanza che questa tipologia di obbli-
danni subiti equivale ad allegazione dell’inadempimento del gazione, se presa sul serio, riduce l’obbligo di medico ad un
professionista, e se è per questo se ne ricava anche una pre- mero dovere di sforzo, ponendo «inopinatamente la colpa a
sunzione di sussistenza del nesso causale (v. Cass., 29 settem- fondamento della responsabilità proprio in casi in cui la profes-
bre 2009, n. 20806, in La resp. civ., 2010, 92 ss., con nota di F. sionalità del debitore è fonte di un particolare affidamento e

i Contratti 10/2014 897


Giurisprudenza
I singoli contratti

d'altro canto è proprio sul piano dei temi di prova temi di prova e sulla dinamica del giudizio di re-
che la distinzione è sorta e la ragione di politica sponsabilità, ma non ne intacca l'unitarietà (34).
del diritto va individuata nell'esigenza di salvaguar- L'idea è che nelle obbligazioni “di mezzi” il debito-
dare la libertà dei professionisti alla luce del contri- re si possa liberare dalla responsabilità limitandosi
buto al progresso e alla sviluppo offerto dalla loro a fornire la prova dell’osservanza degli standard tec-
attività (28). Va segnalato però che la posizione nici e di diligenza normalmente praticati - ferma
della dottrina è sempre stata in prevalenza contra- ovviamente la possibilità di invocare l’impossibilità
ria al riconoscimento del valore dogmatico della della prestazione derivante da causa a lui non im-
distinzione e, quindi, alla bipartizione delle regole putabile - in quanto, una volta fornita la prova pri-
di responsabilità ma facie della diligenza e della perizia del debitore,
In tutt’altra direzione, si incammina la più re- il mancato conseguimento del risultato sperato dal
cente concettualizzazione del binomio, nella quale creditore determina l'insorgere di una presunzione
la categoria delle obbligazioni “di risultato” viene che tale frustrazione sia dipesa da una causa estra-
invocata non certo per rompere l’unitarietà di fun- nea che il debitore non è peraltro tenuto ad indivi-
zionamento del giudizio di responsabilità, ma per duare, spettando piuttosto al creditore la sua iden-
conferire forma al rigorismo che caratterizza le ob- tificazione per dimostrarne la prevedibilità ed evi-
bligazioni presidiate dalle regole di responsabilità tabilità da parte del debitore (35). Tutt'altro scena-
del receptum (29). Si tratta, senza alcun dubbio, rio fa da sfondo alle obbligazioni “di risultato”, nel-
della più seria e coerente teorizzazione (30), nella le quali, proprio alla luce dell'intensità del vincolo
quale obbligazioni “di risultato” e obbligazioni “di e dell'inclusione nell'oggetto dell'obbligazione del-
mezzi” assumono la veste di coppia con rilevanza la soddisfazione dell'interesse primario del credito-
dogmatica, sicché dall'indubbia differenza di conte- re, appare plausibile, nel caso di mancata realizza-
nuti che le due specie di obbligazioni esibiscono zione di tale fine - il quale assume, quindi, la con-
viene ricavato il diverso fondamento della respon- sistenza dell'inadempimento, anche se non vi sono,
sabilità contrattuale. La colpa nelle obbligazioni almeno apparentemente, censure da muovere alla
“di mezzi”, in quanto l'inadempimento consiste condotta del debitore - addossare a quest'ultimo
nella negligenza e, giacché la diligenza è un con- l'onere di individuare l'accadimento sopravvenuto
cetto unitario (31), si è dunque al cospetto di una che ha reso la prestazione impossibile e la sua im-
situazione analoga a quella in cui il debitore si vie- prevedibilità e inevitabilità, esponendolo così al ri-
ne a trovare in presenza di un’impossibilità della schio della causa ignota (36), ossia al pericolo di
prestazione imputabile, ossia, per l'appunto, la col- non riuscire ad individuare il fattore impossibili-
pa (32); mentre il fondamento diviene il rischio tante (37). E pertanto «nelle obbligazioni “di risul-
nelle obbligazioni “di risultato” (33). La diversità tato” il debitore risponde sino al limite della possi-
di fondamento influisce poi sulla distribuzione dei bilità astratta, ed è liberato solo dalla dimostrazione

quindi di una relazione qualificata». regole sociali che prescrivono di svolgere certe azioni con date
(28) Su questa ragione insiste molto Carbone, Diligenza e ri- modalità"» (la citazione contenuta nel brano è di G. Marinucci,
sultato nella teoria dell'obbligazione, cit., 53 ss. La colpa per inosservanza di leggi, Milano, 1965, 167).
(29) G. D'Amico, La responsabilità ex recepto e la distinzione (32) D'Amico, La responsabilità ex recepto e la distinzione
tra obbligazioni “di mezzi” e “di risultato”. Contributo alla teoria tra obbligazioni “di mezzi” e “di risultato”, cit., 119-120.
della responsabilità contrattuale, Napoli, 1999, 88 ss., in part. (33) D'Amico, La responsabilità ex recepto e la distinzione
92 ss., seguito da G. Orlando, Contratto di parcheggio stipulato tra obbligazioni “di mezzi” e “di risultato”, cit., 130.
dall'albergatore e responsabilità ex recepto, in questa Rivista, (34) D'Amico, La responsabilità ex recepto e la distinzione
2012, 917 ss. tra obbligazioni “di mezzi” e “di risultato”, cit., 115 ss. 152-153,
(30) D'Amico, La responsabilità ex recepto e la distinzione il quale infatti ritiene che gli artt. 1176 e 1218 c.c. si applichino
tra obbligazioni “di mezzi” e “di risultato”, cit., 124-132 non- ad entrambe le specie dell'obbligazione, ma si riferiscano a
ché Id., Responsabilità per inadempimento e distinzione tra ob- due fattispecie distinte: la prima disposizione fornisce il criterio
bligazioni di mezzi e di risultato, in Riv. dir. civ., 2006, 141 ss. di apprezzamento dell'esattezza o meno della prestazione e
(31) D'Amico, La responsabilità ex recepto e la distinzione quindi disciplina la responsabilità per inesatto adempimento;
tra obbligazioni “di mezzi” e “di risultato”, cit., 133 ss. dove è mentre la seconda regola la responsabilità per impossibilità
sviluppata una critica alla tesi della dualità di nozioni di diligen- sopravvenuta e imputabile della prestazione.
za di Mengoni. D. accede a una nozione unitaria e oggettiva di (35) D'Amico, La responsabilità ex recepto e la distinzione
diligenza che assolve ad una funzione di criterio regolativo e tra obbligazioni “di mezzi” e “di risultato”, cit., 124-125.
pertanto «"colpa" è un'entità che può intendersi solo e intera- (36) Su tale questione v. di recente F. Busoni, L'onere della
mente su un piano "normativo"» e di conseguenza «le qualifi- prova nella responsabilità del professionista, Milano, 2011, 141
che legislative che nel nostro ordinamento la definiscono ("ne- ss. e A. Plaia, Ambito operativo dell'art. 1229 c.c. e responsabili-
gligenze", "imprudenza", "imperizia") consistono in elementi tà ex recepto, in Obbl. contr., 2012, 838 ss.
puramente "oggettivi". La "negligenza"/colpa, in conclusione, (37) D'Amico, La responsabilità ex recepto e la distinzione
non è altro che "l'antitesi tra il comportamento tenuto e quelle tra obbligazioni “di mezzi” e “di risultato”, cit., 130.

898 i Contratti 10/2014


Giurisprudenza
I singoli contratti

di una impossibilità concreta, rimanendo a suo carico gola generale (40), il c.d. rischio delle cause ignote
il rischio della causa ignota; mentre nelle obbliga- grava sempre in capo al debitore (41) e il cuore
zioni “di mezzi” il debitore risponde solo sino al li- della dimostrazione risiede nella struttura del giudi-
mite della possibilità concreta (misurata dalla dili- zio di responsabilità contrattuale come delineato
genza “ordinaria”), al di là del quale è presunta l'im- dall'art. 1218 c.c., il quale, nel considerare esone-
possibilità, così rimanendo questa volta a carico del rato il debitore soltanto in presenza della prova
creditore il rischio della “causa ignota”» (38). Ne dell'impossibilità della prestazione prodotta da una
discende che nelle obbligazioni “di risultato” la re- causa a lui non imputabile, implicitamente indica
sponsabilità riveste natura oggettiva poiché il debi- come imprescindibile l'individuazione dell'evento
tore che non riesca a fornire la prova della causa di che ha prodotto l'impossibilità (42), perché l'incer-
esonero risulta responsabile anche se nessuna spe- tezza o la mancata individuazione impedisce di
cifica colpa possa essergli imputata; mentre nelle svolgere il giudizio sulla sua imputabilità o me-
obbligazioni “di mezzi” la responsabilità riveste un no (43). La conseguenza da trarne è l'equiparazione
fondamento colposo poiché il debitore che appaia dell'impossibilità derivante da causa ignota all'im-
prima facie adempiente è reso responsabile soltanto possibilità prodotta da causa imputabile e, dunque,
se il creditore prova l'impossibilità della prestazio- la sopportazione di tale rischio da parte del debito-
ne per causa a lui imputabile (39). re, che va considerato responsabile per mancato
espletamento della prova della causa di esone-
ro (44). In ciò risiede la specificità dell'obbligazio-
La replica
ne come vincolo che - fatta salva l'attenuazione di
In dottrina è stata formulata una replica a questa rigore in caso di inesigibilità ex art. 1175 c.c. - im-
tesi che si incentra sulla dimostrazione che, per re- pegna, sino al limite dell'impossibilità, al compi-

(38) D'Amico, La responsabilità ex recepto e la distinzione guenza e non sembra sufficiente per escludere la colpa la di-
tra obbligazioni “di mezzi” e “di risultato”, cit., 132. mostrazione di aver adottato tutte le generiche regole precau-
(39) D'Amico, ibidem. zionali per scongiurare l’esito dell’impossibilità della prestazio-
(40) Resta sempre aperta la possibilità di un ribaltamento in ne. Il giudizio di colpevolezza deve convergere specificamente
concreto dei ruoli, ma ciò non è strutturale in una tipologia di sulla causa dell’impossibilità.
obbligazioni (quelle “di mezzi”), come sostiene invece D’Ami- (43) Piraino, Sulla natura non colposa della responsabilità
co, essendo piuttosto un’eventualità propria di qualunque ob- contrattuale, cit., 1062 ss.
bligazione, come si segnalerà meglio nel prosieguo. (44) Nella discussione scaturita a seguito della lettura in an-
(41) F. Piraino, Obbligazioni «di risultato» e obbligazioni «di teprima di questo studio, il prof. D’Amico mi ha obiettato una
mezzi» ovvero dell'inadempimento incontrovertibile e dell'ina- certa ambiguità nell’equiparazione compiuta supra nel testo,
dempimento controvertibile, in Europa dir. priv., 2008, 132-133; segnalandomi che, se la causa rimane ignota, non è neppure
Id., Adempimento e responsabilità contrattuale, Napoli, 2011, dato sapere se ci si trova al cospetto di un’ipotesi di impossibi-
570. Di recente sembra orientato nel senso che la causa igno- lità e, pertanto, si può porre soltanto un problema di rischio.
ta gravi sul debitore G. Smorto, sub 1256. Impossibilità definiti- L’appunto è opportuno perché mi consente di chiarire questo
va e impossibilità temporanea, in Comm. cod. civ., diretto da E. passaggio argomentativo particolarmente delicato, se non ad-
Gabrielli, Delle obbligazioni. Artt. 1218-1276, a cura di V. Cuffa- dirittura cruciale: se il risultato dovuto, predeterminato o indivi-
ro, Torino, 2013, 690-691, ma più che altro come conseguenza duabile solo a posteriori poco conta, non è stato conseguito
della convinzione nutrita dall’a. che l’impossibilità non imputa- nonostante l’esatta adozione dei mezzi ai quali il debitore si è
bile coincida con l’impedimento esterno alla sfera del debitore. vincolato, è verosimile che vi sia stata l’influenza di un fattore
V. anche R. Breda, Responsabilità medica tra regole giurispru- esogeno che ha reso impossibile la realizzazione del risultato
denziali e recenti interventi normativi, in Contr. impr., 2014, 794. pur con il dispiegamento esatto delle attività prescritte dal vin-
(42) Diversamente Nicolussi, Sezioni sempre più unite con- colo: fattore che spetta al debitore provare con l'obiettivo di in-
tro la distinzione tra obbligazioni di risultato e obbligazioni di quadrarlo nella fattispecie dell'impossibilità derivante da causa
mezzi. La responsabilità del medico, cit., 875-876, sulla scia di non imputabile. La struttura della responsabilità contrattuale
L. Mengoni, Responsabilità contrattuale (dir. vig.), in Enc. dir., non consente, infatti, al debitore di limitarsi a fornire la prova
XXXIX, Milano, 1988, 1092 ss., in part. 1093, sulla base del- dell’adozione dei mezzi dovuti in presenza dell’acclarata fru-
l’assunto che l’art. 1218 c.c. si riferisca all’impossibilità e non strazione del risultato poiché, alla luce della correlazione fun-
già alla sua causa specifica e non adotti in generale un criterio zionale di debito e credito, una tale dimostrazione non integra
oggettivo di imputazione dell’impossibilità sopravvenuta, «la la prova dell’avvenuto adempimento (di recente, in senso di-
quale invece è imputata solo a titolo di colpa, quando cioè il verso v. Busoni, L'onere della prova nella responsabilità del pro-
debitore abbia violato il dovere di conservare diligentemente la fessionista, cit., 152, 155, 156 ss., 160-161). Il debitore è co-
propria possibilità di adempiere». Il problema è che il giudizio stretto, quindi, a imboccare la strada della prova della soprav-
di imputabilità non si può esaurire nella verifica della diligenza venuta impossibilità derivante da causa a lui non imputabile (v.
in punto di preservazione della propria capacità ad adempiere l'interessante impostazione di Cass., 17 maggio 2002, n. 7214,
perché, se qui la diligenza va intesa in senso proprio e, quindi, in Gius, 2002, 1720 ss.; Cass., 28 maggio 2004, n. 10297, in
assolve alla funzione di criterio di imputazione, presentandosi Danno resp., 2005, 23 ss. e in La resp. civ., 2005, 396 ss., con
come il contraddittorio della colpa, allora significa che il giudi- nota di M. Martinelli, L'art. 2236 c.c. e la responsabilità medica:
zio che si instaura deve riguardare la prevedibilità e l’evitabilità La Suprema Corte quadra il cerchio; Cass., 14 febbraio 2008, n.
e, dunque, tale valutazione non può che concernere eventi. 3520, in La resp. civ., 2008, 371 ss.) e, qualora non riesca ad
L’impossibilità della prestazione costituisce invece una conse- individuare lo specifico fattore impeditivo, si concretizza la fat-

i Contratti 10/2014 899


Giurisprudenza
I singoli contratti

mento della prestazione e al conseguimento del fi- pregiudizio non è certo paragonabile alla condizio-
ne cui essa è strumentale e, oltre tale limite, all'eli- ne in cui versa un soggetto libero oppure vincolato
minazione del costo del danno provocato dell'ina- da doveri generici, ossia non individualizzati. Per
dempimento, a meno che non venga provata l'im- un verso, salta il meccanismo dell'imputabilità fon-
possibilità della prestazione scaturita da un fatto data sulla colpa o sui criteri oggettivi aquiliani e,
non imputabile al debitore (45). Quelle opinioni soprattutto, la responsabilità si insedia anche in
che sostengono la sostanziale unitarietà delle due quegli spazi governati dall'incertezza, sempreché il
specie della responsabilità civile, ravvisando un'i- pregiudizio invocato dal creditore sia coerente con
dentità strutturale, trascurano proprio la consecu- il contenuto dell'obbligazione, sotto il profilo tanto
zione tra l'oggetto originario dell'obbligazione e la della prestazione quanto della protezione, e sussista
succedanea prestazione di risarcimento del danno. il nesso di causalità. E il rischio delle causa igno-
E la consecuzione si riflette nella maggiore severità te (46) dell'impossibilità della prestazione costitui-
dei presupposti del risarcimento del danno c.d. sce forse la più eclatante conseguenza dell'incertez-
contrattuale, che soltanto un'analisi superficiale za che l'obbligazione addossa al debitore (47).
può ridurre alle pur fondamentali diversità di temi La critica alla tesi di D'Amico si svolge su due
di prova e di termine prescrizionale - oltre alla piani. Il primo è rappresentato dalla scelta del pa-
controversa disposizione dell'art. 1225 c.c. - perché rametro di valutazione della prestazione debitoria
in questo modo non si tiene conto che la condizio- nelle obbligazioni “di mezzi”, in definitiva identifi-
ne in cui versa un soggetto obbligato rispetto al cato, per lo meno in maniera indiretta, nell'inte-

tispecie della causa ignota, della quale il debitore, salve le ipo- seguire, non pone una questione di causalità, la quale viene ri-
tesi di ribaltamento dei ruoli con il creditore che è un'eventuali- solta ex ante dalla preesistenza del vincolo preordinato proprio
tà prodotta dalla concreta piega assunta dalla dinamica pro- a produrre l'effetto di cui il danno rappresenta la vanificazione.
cessuale, risponde - qui D’Amico ha ragione - a titolo di ri- L'incidenza delle concause non è però irrilevante, ma sempli-
schio, inteso come l'alea normale connessa all'assunzione del- cemente viene assorbita nella prova dell'impossibilità della
l'obbligazione. Dal punto di vista degli effetti, la causa ignota, prestazione derivante da causa non imputabile al debitore e,
pur essendo in effetti altro rispetto all’impossibilità della pre- sotto questo profilo, in effetti le viene conferita una forma giu-
stazione derivante da causa imputabile al debitore, produce ridica che rende meno agevole la sua invocazione. La ricostru-
una conseguenza analoga tale da giustificare non certo l’iden- zione del nesso causale torna in campo per i danni c.d. conse-
tificazione ma per lo meno equiparazione: essa rende definiti- quenziali e per i danni da violazione degli obblighi di protezio-
vo e irrefragabile il vincolo di responsabilità per inadempimen- ne.
to a carico del debitore. A voler calare tutto ciò nella fattispe- (46) Una questione ulteriore investe il ruolo delle presunzio-
cie all’esame della sentenza in commento, si deve tener conto ni semplici: una parte della dottrina ritiene, infatti, che la con-
della particolarissima connotazione del caso: qui si assistite sì cezione che addossa al debitore il rischio della causa ignota
alla prova da parte dell’appaltatore della messa in campo delle come conseguenza della necessità per quest'ultimo di indivi-
attività e delle procedure richieste ma, ciononostante, il risulta- duare lo specifico fattore che ha determinato l'impossibilità
to auspicato dal committente non si è prodotto. Di per sé le at- della prestazione produce l'effetto - ritenuto ingiustificato - di
testazioni fornite dall’appaltatore non equivalgono in maniera escludere la rilevanza della prova critica, giacché la dimostra-
inequivocabile alla prova dell’adempimento perché è rimasto zione dell'esattezza della condotta di prestazione adottata po-
non chiarito quale fosse il risultato che allora il committente trebbe integrare la presunzione dell'interferenza di un fattore
poteva in concreto pretendere. Tuttavia, la mancata contesta- esterno a carattere impeditivo: così U. Breccia, Le obbligazioni,
zione delle deduzioni dell’appaltatore relative all’esattezza è in Tratt. dir. priv., a cura di G. Iudica-P. Zatti, Milano, 1991,
valsa a persuadere il giudice che allora il risultato atteso dal 484-487; G. Villa, Impossibilità, imputabilità e contenuto del rap-
creditore non corrisponde al risultato dovuto. Il che evidenzia porto obbligatorio, in Tratt. contr., diretto da V. Roppo, V, Rime-
un'altra debolezza del binomio delle obbligazioni “di risultato” di-2, a cura di V. Roppo, Milano, 2006, 783 e nt. 13. L'argo-
e delle obbligazioni “di mezzi”: l'inesistenza di obbligazioni ti- mento è suadente ma sottace che la presunzione qui sarebbe
pologicamente sempre riconducibili ad una categoria o all'altra duplice, investendo tanto l'esistenza della causa di impossibili-
(v. Cerdonio Chiaromonte, L’obbligazione del professionista in- tà quanto la sua non imputabilità al debitore, il che pare fran-
tellettuale, cit., 81 ss., in part. 122 ss.). Anche la prestazione camente troppo. Pur formulata sulla base di presupposti diver-
dell'appaltatore, tradizionalmente annoverata tra le obbligazio- si e pur poggiando su una corretta e rigorosa configurazione
ni “di risultato”, può esibire una variabilità di risultati, specie della fattispecie della responsabilità contrattuale, questa posi-
nella versione dell'appalto di servizi, tale da lasciare al giudice zione non differisce però, nella sostanza, da quella che reputa
una certa discrezionalità nel fissare di volta in volta dove cada sufficiente per l'esonero dalla responsabilità la prova da parte
il risultato. del debitore della condotta esatta, giacché perita e diligente.
(45) Resta ovviamente la possibilità di concentrarsi sulla (47) Non per questo va condivisa però l'affermazione se-
rottura del nesso di causalità e, anzi, non va sottovaluto l'itine- condo cui la sopportazione del rischio della causa ignota at-
rario che riformula il problema della causa ignota nei termini tenga ad una sorta di segmento oggettivo della responsabilità
propri del discorso eziologico. Il nesso di causalità non entra contrattuale: così Busoni, L'onere della prova nella responsabili-
però in ballo per ascrivere al debitore il danno collegato al va- tà del professionista, cit., 142 ss. Mentre coglie soltanto un pro-
lore della prestazione ossia ragguagliato all'id quod interest, in- filo della questione delle cause ignote M. Azzalini, Obbligazioni
teso qui come il risultato atteso, a causa della particolare con- di mezzi e obbligazioni di risultato. Categorie giuridiche travisate,
formazione della responsabilità contrattuale che, limitatamente Padova, 2012, 101 ss., il quale fa coincidere queste ultime con
al pregiudizio pari al valore dell'utilità che il progetto di azione il problema dell’aleatorietà del risultato che caratterizza taluni
e di fine in cui l'obbligazione consiste avrebbe dovuto far con- rapporti obbligatori.

900 i Contratti 10/2014


Giurisprudenza
I singoli contratti

resse primario, o interesse-presupposto che dir si “di mezzi” anche l’oggetto della presunzione, la
voglia, del creditore (48) e ciò è tanto più vero se quale mira ad inferire dalla dimostrazione del ri-
si conviene sull’estraneità di tale interesse dall’og- spetto da parte del debitore delle regole di perizia
getto dell’obbligazione. Nello schema di D’Amico, la prova prima facie che il mancato raggiungimento
la prova del rispetto da parte del debitore delle re- dell’interesse finale vada ascritto allora alla soprav-
gole di diligenza e di perizia richieste dalla specifi- venienza di un causa estranea non imputabile al
cità della prestazione da attuare determina che debitore. L’incongruenza riguarda il significato da
debba «ritenersi presunto (atteso il particolare og- attribuire alla presunzione, che individua la causa
getto dell’obbligazione) che il mancato consegui- efficiente della mancata realizzazione dell’interesse
mento del “risultato” finale - non dedotto in obliga- finale in un evento esterno non imputabile. Anche
tione - sia dovuto all’operare di una “causa estra- a voler ammettere che la prova prima facie del ri-
nea”, che peraltro il debitore non è chiamato ad spetto delle leges artis valga a fondare una tale pre-
individuare» (49). Quel che non convince è come sunzione in caso di mancato conseguimento del-
possa ciò che non è dedotto in obbligazione assu- l’interesse finale, si osserva che il venire meno del-
mere un rilievo, anche se soltanto indiretto (50), la possibilità di realizzare tale interesse, proprio
nel giudizio di responsabilità contrattuale (51). Il perché non dedotto in obligatione, di per sé non
presupposto di una tale conclusione risiede, con coincide con l’impossibilità della prestazione “di
tutta evidenza, nella convinzione che anche nelle mezzi” né si può affermare che ne costituisca un in-
obbligazioni “di mezzi” l’unico risultato che possa dice rilevante (53). E la ragione è semplice: l’im-
davvero considerarsi tale, e dunque risultare rile- possibilità della prestazione “di mezzi” va identifi-
vante, consista nel fine che produce il soddisfaci- cata o nell’impossibilità di porre in essere l’attività
mento dell’interesse primario del creditore; ma qui strumentale al raggiungimento del risultato inter-
appare preclusiva proprio la distinzione mengonia- medio cui tende il vincolo obbligatorio o nell’im-
na tra interesse-presupposto non dovuto e interesse possibilità di tale ultimo risultato, detto anche “ri-
formalizzato invece dovuto (52). sultato di prestazione” (54); mentre l’eventuale
A tutto ciò si aggiunga che in dottrina è parso prova da parte del creditore dell’imputabilità al de-
fuori fuoco rispetto al contenuto dell’obbligazione bitore della causa estranea che ha determinato la

(48) Piraino, Obbligazioni «di risultato» e obbligazioni «di cinta esterna dell’obligatio e in ordine ad esso va commisurato
mezzi», cit., 114 ss.; Id., Adempimento e responsabilità contrat- l’impegno e lo sforzo del medico».
tuale, cit., 551 ss., e così ora anche Cerdonio Chiaromonte, (51) Una conferma indiretta dell’irrilevanza del risultato non
L’obbligazione del professionista intellettuale, cit., 130 ss. dedotto in obbligazione la fornisce di Majo, Mezzi e risultato
(49) D’Amico, La responsabilità ex recepto e la distinzione nelle prestazioni mediche, cit., 39 e nt. 2, 41, il quale sottolinea
tra obbligazioni “di mezzi” e “di risultato”, cit., 125. In senso il nesso inscindibile tra contenuto della prestazione “di mezzi”
analogo cfr. Carbone, Diligenza e risultato nella teoria dell’obbli- e danno risarcibile, nel determinare la cui consistenza il giudi-
gazione, cit., 58 ss. e ancora prima G. Cattaneo, La responsabi- ce non può dunque assumere come punto di riferimento il ri-
lità del professionista, Milano, 1958, 50-51, secondo il quale «in sultato sperato ma non dovuto. Nel commentare una recente
tanto la prestazione dei “mezzi” è utile al creditore, in quanto sentenza attenutasi a tale regola di determinazione del danno,
è per lui utile il risultato finale. Ciò significa allora anche che in l’a. esprime la sua adesione a codesto indirizzo poiché «l’ina-
tanto l’attività del debitore corrisponde all’interesse del credi- dempimento del medico non è tale sul versante delle condotte
tore e adempie quindi l’obbligazione, in quanto essa sia obiet- idonee ad impedire le malformazioni (evidentemente non evi-
tivamente diretta ad ottenerlo. Il risultato ultimo assume quindi tabili) ma della mancata rilevazione delle stesse e tale condotta
anche la funzione di criterio per controllare l’esattezza del risul- non può essere di per sé fonte di danno se non sotto il profilo
tato immediato, cioè della esatta esecuzione della prestazione. dei comportamenti e degli esiti che quella informazione (ove vi
Anche il risultato ultimo dunque, che pur sta fuori della presta- fosse stata) avrebbe provocato, (nel caso di specie, l’esercizio,
zione, ha una sua rilevanza». da parte della gestante, del diritto all’aborto)».
(50) L’unica influenza che è possibile riconoscere nelle ob- (52) Lo stesso D’Amico, La responsabilità ex recepto cit.,
bligazioni “di mezzi” all’interesse finale non dedotto in obbliga- 124 s. e 170, riconosce che anche le obbligazioni “di mezzi”
zione consiste nel condizionamento esercitato ab externo sulla non sono prive di un risultato proprio, che «non coincide inte-
tipologia e sulla quantità dei mezzi da impiegare nell’attuazio- gralmente (e necessariamente) con il soddisfacimento dell’in-
ne del rapporto obbligatorio. Sotto questo profilo, il risultato teresse finale (o, come altri preferisce chiamarlo, “primario”)
sperato esercita a priori un rilievo indiretto sulla determinazio- del creditore». Tuttavia, l’a. non trae le dovute conseguenze da
ne del contenuto della prestazione, nel senso, alquanto circo- tale premessa ed anzi con un salto logico mostra di ritenere
scritto, che rappresenta il termine esterno alla cui stregua indi- che anche nelle obbligazioni “di mezzi” l’unico risultato davve-
viduare il tipo di contegno in cui dovrà tradursi il vincolo di ro tale, e dunque rilevante, consiste nel fine che produce il
prestazione; ma, una volta assolta tale funzione, il risultato soddisfacimento dell’interesse primario del creditore.
fuoriesce dal fuoco dell’indagine sull’esattezza dell’adempi- (53) Cerdonio Chiaromonte, L’obbligazione del professionista
mento. Tale circostanza è stata colta, con la consueta mae- intellettuale, cit., 131-132.
stria, da di Majo, Mezzi e risultato nelle prestazioni mediche, (54) Cerdonio Chiaromonte, L’obbligazione del professionista
cit., 38, il quale precisa che nelle obbligazioni “di mezzi” «il “ri- intellettuale, cit., 131 e nt. 127 secondo cui: «la prestazione è
sultato”, seppur non oggetto di promessa, è pur sempre sulla impossibile solo quando tale è l’attività dovuta o il risultato del-

i Contratti 10/2014 901


Giurisprudenza
I singoli contratti

mancata realizzazione dell’interesse finale costitui- mento da parte del creditore-eccezione di rispetto
sce in realtà prova dell’inadempimento del debito- degli standard tecnici e di diligenza ordinaria da
re e non già dell’imputabilità della causa che ha parte del debitore-ulteriore prova a carico del cre-
comportato l’impossibilità della prestazione (55). A ditore di una specifica “causa estranea” e delle sua
ciò va aggiunta un'altra e forse anche più radicale imputabilità al debitore. La diversità di “ipotesi di
obiezione: quella dell'eccessiva penalizzazione del lavoro”, ossia la differenza tra i modelli astratti di
creditore “di mezzi” al quale è addossato un rischio articolazione della dialettica debitore-creditore in
che travalica i confini del suo diritto, giacché la relazione all’inadempimento assunti a presupposto
causa dell'impossibilità imputabile da rintracciare della descrizione del giudizio di responsabilità nelle
per rendere responsabile il debitore che ha fornito due specie di obbligazione, è tale da collegare la
la prova prima facie dell'esattezza della prestazione validità della conclusione relativa al fondamento
compiuta è commisurata al suo interesse finale e, soggettivo della responsabilità nelle obbligazioni
pertanto, potrebbe collocarsi in quel segmento di “di mezzi” all’esclusiva circostanza che il debitore
condotte non dovute che separa la realizzazione di abbia fornito la prova del rispetto delle regole di
quest'ultimo dall'autentico fine dovuto, che è quel- diligenza, di perizia e di prudenza richieste in ab-
lo cui il debitore “di mezzi” può pervenire adottan- stracto dalla tipologia di obbligazione da adempiere.
do le leges artis alla luce delle caratteristiche del ca- I blocchi di partenza dell’analisi dei due giudizi di
so concreto. responsabilità appaiono, pertanto, non allineati
Un ultimo rilievo investe la conclusione relativa poiché, a ben vedere, un conto è il giudizio sull’i-
alla diversità di fondamento della responsabilità nadempimento o sull’inesatto adempimento e un
nelle due specie di obbligazioni. Nella tesi di D'A- altro conto è il giudizio sull’impossibilità della pre-
mico, la descrizione delle piega assunta dall'unita- stazione (57). Inadempimento e impossibilità rap-
rio giudizio di responsabilità in presenza dell'ina- presentano, infatti, temi di indagine differenti e
dempimento di una o dell'altra tipologia di obbli- non a caso l’art. 1218 c.c. ne distingue il ruolo e
gazione viene condotta isolando due momenti di- gli effetti in seno al giudizio di responsabilità: l’ina-
versi della possibile fase probatoria (56). Nell’esem- dempimento costituisce il presupposto della re-
plificazione della regola di responsabilità in atto sponsabilità, sempre che abbia provocato un dan-
nelle obbligazioni “di risultato” si immagina che il no; mentre l’impossibilità della prestazione, se deri-
creditore abbia allegato l’inadempimento del debi- vante da causa non imputabile al debitore, integra
tore mediante l’indicazione del mancato consegui- la causa di esonero dalla responsabilità. Né va di-
mento del risultato dovuto e che il debitore eccepi- menticato che l’art. 1218 c.c., mentre è anodino
sca una specifica causa di impossibilità a lui non sul versante del soggetto a cui competa la prova
imputabile per esonerarsi dall’addebito. Nella rap- dell’inadempimento, è inequivocabile nell’imporre
presentazione delle cadenze del giudizio di respon- al debitore la prova dell’impossibilità per causa
sabilità proprie delle obbligazioni “di mezzi”, si pre- non imputabile. Sembra, dunque, sforzato elabora-
suppone, invece, la prova prima facie dell’esatto re un modello di responsabilità per inadempimento
adempimento da parte del debitore, cui può essere di obbligazioni “di mezzi” imperniato sul capovolgi-
equiparata la sequenza: allegazione dell’inadempi- mento della distribuzione degli oneri probatori rea-

l’attività stessa, a prescindere dal risultato finale. Quando 130, il quale ridimensiona le differenze tra l’accertamento del-
manchi quest’ultimo, non solo non si avrà per questo impossi- l’inadempimento e l’accertamento dell’impossibilità per causa
bilità della prestazione, ma addirittura potrà accadere che l’ob- imputabile, trascurando tuttavia che la valutazione della dili-
bligazione risulti perfettamente adempiuta, se l’attività è stata genza in adimplendo è altro dalla verifica della diligenza c.d.
svolta correttamente ed è stato raggiunto il risultato di presta- conservativa della possibilità di adempiere. Da ciò la conclu-
zione». sione che «la “colpa”, dunque, risulta essere un elemento che
(55) Cerdonio Chiaromonte, L’obbligazione del professionista il creditore deve sempre provare per affermare la responsabili-
intellettuale, cit., 133-134 e nt. 132, secondo cui la prova della tà del debitore “di mezzi”. Sia che si tratti del caso in cui il de-
sussistenza di un causa estranea che ha inciso sull’interesse fi- bitore non abbia rispettato (neanche) gli standards “ordinari”
nale, vanificandolo, e della sua prevedibilità ed evitabilità alla di diligenza e di perizia, sia che si tratti del caso in cui l’osser-
stregua della diligenza «non è prova di una impossibilità della vanza di questi standards si dimostri inadeguata o insufficiente
prestazione imputabile al debitore, bensì prova di un inadempi- perché nelle circostanze concrete il debitore avrebbe dovuto
mento, poiché dimostra in realtà che la cura era stata solo in applicare regole di diligenza diverse e/o ulteriori (in relazione
apparenza una “buona cura”». alla sopravvenienza di un fattore “anomalo”, ma cionondime-
(56) Questa obiezione è già in Piraino, Adempimento e re- no evitabile), sempre il tema della prova è quello della “colpa”
sponsabilità contrattuale, cit., 562 ss. del debitore; e questo tema di prova incombe sul creditore, qua-
(57) Non la pensa così D’Amico, La responsabilità ex recep- le prova di un fatto “costitutivo” della responsabilità (del debi-
to e la distinzione tra obbligazioni “di mezzi” e “di risultato”, cit., tore) e dunque della pretesa al risarcimento del danno».

902 i Contratti 10/2014


Giurisprudenza
I singoli contratti

lizzata dal legislatore, giacché nello schema ideale idonea a spezzare il nesso di derivazione dell’ina-
suggerito dalla dottrina in esame - come si è visto - dempimento dall’azione del debitore, oppure - co-
è il creditore costretto a provare l’impossibilità im- me nel caso deciso dalle sentenza in commento -
putabile della prestazione per riuscire a fare dichia- cui non venga contrapposta l’eccezione di esattezza
rare la responsabilità del debitore e non già que- della prestazione dinanzi alla quale il creditore resti
st’ultimo ad invocare l’impossibilità per sfuggire al- acquiescente, consentendo il formarsi del fatto pa-
l’addebito (58). cifico. Nel secondo caso, il creditore “di risultato”
si scontra, invece, con la necessità di contestare la
Il rifiuto del valore dogmatico della prova della specifica causa di impossibilità della
distinzione tra obbligazioni “di risultato” e prestazione non imputabile addotta dal debitore e,
obbligazioni “di mezzi” e il suo abbandono: pertanto, viene chiamato a dimostrare o che la
giudizio teleologico a posteriori e presunta “causa estranea” consiste in realtà in una
inadempimento più o meno agevolmente mera difficultas praestandi o che tale causa estranea
controvertibile è in ogni caso imputabile a negligenza del debitore:
tanto nell’un caso quanto nell’altro, dunque, è ri-
Una volta riallineato correttamente il tema di
chiesta - sempre per usare la terminologia adottata
prova, individuandolo in entrambe le specie del-
da D'Amico - la prova di una “specifica colpa”.
l’obbligazione nella replica all’allegazione dell’ina-
Nell’ipotesi in cui vi sia acquiescenza alla prova
dempimento da parte del creditore, si prospettano
dell’esattezza della prestazione, si assiste, invece, ad
due diversi scenari: o il debitore non è in grado di
fornire la prova dei fatti su cui si fonda la sua ecce- un ribaltamento del ruoli e il creditore si trova, in-
zione o meglio la sua mera difesa, e men che meno fatti, costretto a scivolare sul terreno dell’indivi-
è in grado di offrire la c.d. prova prima facie, ed al- duazione dell’evento di impossibilità imputabile al
lora v’è responsabilità ed il suo fondamento consi- debitore, addossandosi in questo frangente il ri-
ste nell’inadempimento nella sua oggettività; o il schio della causa ignota.
debitore fornisce la prova, ed allora il peso della Il creditore “di mezzi” è chiamato, a sua volta, a
prova ulteriore si sposta sul creditore (59). fornire la medesima prova del debitore “di risulta-
Nel primo caso, non si può certo sostenere che to” tanto nell’ipotesi in cui il debitore eccepisca
la dichiarazione di responsabilità del debitore “di una causa di impossibilità della prestazione tale da
risultato” sia intervenuta pur in assenza - a voler impedire il conseguimento del risultato realizzabile
adoperare il lessico di D'Amico - di una “specifica adottando i mezzi ordinariamente richiesti dal tipo
colpa”, ossia dell'inadempimento. L’esaustività del- di vincolo obbligatorio assunto (60), quanto nell’i-
l’allegazione del mancato raggiungimento del risul- potesi in cui eccepisca il suo agire conforme alle le-
tato ai fini dell’individuazione dell’inadempimento ges artis e a diligenza e perizia. In quest’ultimo caso,
non vale certo ad escludere dall’area della prova il il creditore è, infatti, chiamato a negare l’esattezza
momento della violazione specifica dell’obbligo, della prestazione addotta dal debitore contrappo-
ma si limita - come si è visto in precedenza - a ren- nendovi specifici elementi di fatto indicativi di
dere superflua, per lo meno in prima battuta, l’in- una negligenza, di un'imprudenza o di un'imperizia
dagine sulla condotta debitoria. L’inadeguatezza ovvero dimostrando la sussistenza di una causa di
dei mezzi (ossia la c.d. colpa specifica) è infatti im- impossibilità della prestazione prevedibile ed evita-
plicita ed assorbita nel mancato conseguimento bile con il rispetto dei parametri di condotta impo-
dell’obiettivo del vincolo cui non venga contrap- sti dal vincolo obbligatorio: ancora una volta, dun-
posta una causa di impossibilità non imputabile, que, il tema di prova consiste nella dimostrazione

(58) Piraino, Adempimento e responsabilità contrattuale, cit., perizia richiesti dal rapporto obbligatorio. Non si può, dunque,
565-566. condividere quel giudizio di “irragionevolezza” che colpisce
(59) Quest'impostazione è argomentata in maniera più dif- l’attribuzione al debitore dell’onere di addurre una specifica
fusa in Piraino, Adempimento e responsabilità contrattuale, cit., causa di impossibilità della prestazione idonea a vanificare il ri-
567 ss. sultato del vincolo obbligatorio. È contestabile infatti l’assunto
(60) Il debitore “di mezzi” è, dunque, chiamato a fornire secondo cui la prova per il debitore consista nell’impossibilità
non certo la prova di una causa di impossibilità del risultato della prestazione che ha impedito la realizzazione dell’interesse
corrispondente all’interesse primario del creditore, poiché tale finale del creditore. Le obbligazioni “di mezzi” hanno infatti un
obiettivo non rientra nel piano dell’obbligazione, bensì la prova loro risultato che, come visto supra nel testo, non si identifica
di una “causa estranea” impeditiva della realizzazione di quel con l’interesse c.d. primario del creditore e, pertanto, la prova
risultato oggettivamente auspicabile come conseguenza di della “causa estranea” si traduce nella dimostrazione dell’im-
una condotta improntata agli standard di diligenza, prudenza e possibilità di conseguire tale risultato.

i Contratti 10/2014 903


Giurisprudenza
I singoli contratti

di una “specifica colpa” (61) e nella seconda ipotesi termine di comparazione è costituito dal risultato
- esattamente come accade nella c.d. obbligazione cui si sarebbe dovuti pervenire ove si fossero adot-
“di risultato” - a causa del ribaltamento dei ruoli tati contegni diversi e più adeguati rispetto a quelli
che questa linea difensiva comporta, il creditore si posti in essere dal debitore (risultato in astrat-
sobbarcherà il rischio della causa ignota. to) (65). Quale sia questo risultato-modello (risul-
La distinzione tra le obbligazioni “di mezzi” e le tato in astratto) che il debitore perito avrebbe do-
obbligazioni “di risultato” non poggia su una diver- vuto realizzare è questione non sempre risolvibile a
sità di oggetto dei due tipi di obbligazione e non priori, ma anzi è sovente frutto di una valutazione,
determina conseguenze in punto di responsabili- anch’essa, a posteriori, che tiene conto di tutte le
tà (62). L’unico elemento reale su cui essa insiste è circostanze del caso concreto e della natura del
la varietà fenomenica delle obbligazioni pur all’in- vincolo assunto. Qui risiede la diversità morfologi-
terno dell’unitario schema concettuale di riferi- ca delle obbligazioni “di mezzi” rispetto alle obbli-
mento e il tratto distintivo delle obbligazioni “di gazioni “di risultato”: la natura mobile del risultato
risultato” dalle obbligazioni “di mezzi” è ben più dovuto e, dunque, la possibilità di farne oggetto di
sottile della contrapposizione tra un vincolo che una valutazione caso per caso, rendendolo un ele-
porta a conseguire un obiettivo finale apprezzabile mento controvertibile. Ciò non autorizza, tuttavia,
in termini obiettivi e un vincolo che si esaurisce in a sminuirne la portata in sede di accertamento del-
un’attività strumentale. Anche nelle obbligazioni l’esattezza o meno dell’adempimento né consente
“di mezzi” opera l'imprescindibile correlazione tra di offuscarne il ruolo per conferire, tutt'al contra-
condotta strumentale e risultato e, proprio sulla ba- rio, rilievo preminente all’interesse primario del
se di tale consapevolezza, in alcuni precedenti stu- creditore, il quale, invece, non rientra nell’oggetto
di (63) è stata avanzata una lettura del sindacato di dell’obbligazione e, dunque, non può fungere da
inadempimento in grado di valorizzare la comple- parametro, ancorché esterno, di valutazione (66).
tezza dell'oggetto che caratterizza quelle obbligazio- Si faccia il caso della prestazione sanitaria, rispetto
ni tradizionalmente indicate come “di mezzi” (64). alla quale il risultato dedotto in obbligazione «non
Il ruolo del risultato nella valutazione dell'inadem- è la guarigione, bensì lo stato che il paziente è in
pimento nelle c.d. obbligazioni “di mezzi” può esse- grado di attingere mediante la cura suggerita dalla
re esaltato strutturando tale giudizio secondo uno scienza del luogo e del tempo. Ora se a tale stato
schema che si può designare come “modello teleo- corrisponde una certa probabilità di guarigione, il
logico a posteriori”. Esso comporta l’individuazione mancato conseguimento di esso equivale alla perdi-
dell'effettiva modificazione o dell'effettivo atto di ta di detta chance» (67).
conservazione della sfera giuridica del creditore o Il presupposto concettuale del modello teleologi-
di terzi realizzato dal debitore (risultato in concre- co a posteriori prospettato per il giudizio di inadem-
to) da assumere come oggetto di un raffronto il cui pimento delle obbligazioni “di mezzi” consiste nella

(61) Piraino, Adempimento e responsabilità contrattuale, cit., approda in Cassazione; in Giust. civ., 1999, 999 ss., con nota di
568-569. G. Giancalone, La responsabilità del medico dipendete dal servi-
(62) Piraino, Adempimento e responsabilità contrattuale, cit., zio sanitario nazionale: contrattuale, extracontrattuale o transtipi-
574 ss. ca?, sulla quale v. P. Proto Pisani, La natura della responsabilità
(63) Piraino, Obbligazioni «di risultato» e obbligazioni «di del medico, in Il danno risarcibile, a cura di G. Vettori, II, Pado-
mezzi», cit., 139 ss.; Id., Adempimento e responsabilità contrat- va, 2004, 1369 ss., ai più nota come la sentenza con la quale
tuale, cit., 576 ss. Questa impostazione è condivisa da F. Cap- la S.C. ha sancito, con un certo sforzo argomentativo, la natu-
pai, La natura della garanzia per vizi nell'appalto, Milano, 2011, ra contrattuale della responsabilità del medico dipendente del-
27 ss., in part. 45, 51-53. le struttura sanitaria.
(64) Ecco perché, nonostante le distanze prese dalla distin- (66) Così invece D’Amico, La responsabilità ex recepto e la
zione, appare equivoca la scelta di Azzalini, Obbligazioni di distinzione tra obbligazioni “di mezzi” e “di risultato”, cit., 166
mezzi e obbligazioni di risultato. Categorie giuridiche travisate, ss., in part. 170 ss. Nel pensiero di D. il risultato riveste un ruo-
cit., 103 ss. di designare le obbligazioni connotate dalla diffi- lo centrale anche nell'ambito delle obbligazioni “di mezzi”, ma,
coltà o dall’impossibilità di predeterminare il risultato come per un verso, esso coincide con l'interesse primario del credi-
«obbligazioni di mera condotta». tore, o per lo meno gli si approssima e, per altro verso, si pre-
(65) Imposta il problema dell’inadempimento del medico a sta ad essere individuato a priori senza però divenire suscetti-
partire dal «risultato positivo che, secondo le normali tecniche bile di riconsiderazione in presenza della prova dell'esattezza
sanitarie, avrebbe dovuto raggiungere» Cass., 22 gennaio della propria prestazione offerta dal debitore. Tanto è vero che
1999, n. 589, in Foro it., 1999, I, 3332; in Danno resp., 1999, per D. tale prova piuttosto che mettere in discussione il risulta-
294 ss., con nota di V. Carbone, La responsabilità del medico to preindividuato fa scattare la presunzione che si sia interpo-
ospedaliero come responsabilità da contatto e 781 ss. con nota sta una causa estranea.
di R. De Matteis, La responsabilità medica tra scientia iuris e re- (67) C. Castronovo, Del non risarcibile aquiliano: danno me-
gole di formazione giurisprudenziale; in Corr. giur., 1999, 441 ramente patrimoniale, c.d. perdita di chance, danni punitivi,
ss., con nota di A. di Majo, L’obbligazione senza prestazione danno c.d. esistenziale, in Europa dir. priv., 2008, 324-325.

904 i Contratti 10/2014


Giurisprudenza
I singoli contratti

presa d’atto che «in qualunque obbligazione il bene questi fattori si traducono in altrettante cause di
dovuto è qualche cosa oltre l’atto del debito- impossibilità della prestazione non imputabili al
re» (68) ed è allora con riferimento a tale quid plu- debitore anzi assai più di frequente costituiscono
ris rispetto alla condotta debitoria che va instaura- dei margini di alea posti ragionevolmente a carico
to il giudizio di inadempimento (69). Qui è neces- del debitore (70).
sario però un chiarimento. L’affermazione che il Sul piano della conformazione dell'inadempi-
bene dovuto è qualche cosa che si colloca oltre mento la distinzione, perduta qualsiasi attitudine
l’atto debitorio non è il frutto di una concettualiz- ad incidere sulla distribuzione del temi di prova,
zazione né del passaggio dal piano del reale al pia- sulla causa di esonero e sul fondamento della re-
no della sua riproduzione giuridica; ma, tutt’al con- sponsabilità, si limita a segnalare che nelle obbliga-
trario, tale alterità poggia su basi concretissime e zioni “di risultato” tale qualificazione è agevolata
rappresenta la conseguenza della presa d'atto che dall’automatismo di un termine finale ben definito,
l'obbligazione mira sempre alla modificazione o alla tanto da consentire una tipizzazione della figura di
conservazione di una situazione preesistente, di fat- inadempimento; mentre nelle obbligazioni “di mez-
to e di diritto, e non si esaurisce mai nel consegui- zi” diviene necessario ripercorrere, a partire dal ri-
mento di una prestazione fine a sé stessa. Inoltre - sultato in concreto ottenuto, la condotta del debi-
e si tratta di un profilo troppo spesso trascurato - il tore attuativa del vincolo per verificarne l’adegua-
c.d. bene dovuto, ossia il fine alla cui realizzazione tezza. E i mezzi possono dirsi congrui solo rispetto
è preordinata l'obbligazione, e la sua congruità al ad un fine, poiché viceversa si è costretti ad imma-
piano del vincolo rappresentano approdi determi- ginare che i giudici dispongano di tanti protocolli
nati dalla condotta debitoria e tuttavia non intera- di azione quanti sono gli operatori giuridici avvinti
mente esauribili in essa poiché destinati a subire da un vincolo obbligatorio “di mezzi” (ad es. i debi-
anche l’incidenza di fattori esterni, che né singo- tori di prestazione professionale) (71). Il giudizio di
larmente né complessivamente si pongono come inadempimento delle obbligazioni “di mezzi” non
loro causa efficiente. Viceversa, verrebbe smentito presenta la struttura della sussunzione in uno sche-
il concetto stesso di obbligazione come forma giuri- ma astratto di condotta ma, tutt’al contrario, mette
dica dell’attribuzione di un’utilità prodotta o pro- capo a una valutazione in senso teleologico, la cui
vocata dalla necessaria attività di cooperazione del caratteristica è quella di muovere dall’ultimo anel-
debitore. Tali fattori esogeni, se non costituiscono lo della catena causale presa in considerazione e di
fattori causali di per sé determinanti il consegui- risalirla sino all’origine: in tal modo l’ultimo termi-
mento del bene dovuto, si possono però porre co- ne diventa il primo, «ossia il principio che governa
me profili di rischio del conseguimento dell’obietti- i termini intermedi e il fine verso il quale muovo-
vo divisato ove in concreto rappresentino gli ulti- no i termini intermedi, ordinati come mezzi. Con-
mi anelli di una catena eziologica tra l’impulso del siderato sotto il profilo teleologico, l’effetto (o ri-
debitore e il risultato della prestazione non intera- sultato) diventa causa, precisamente causa fina-
mente dominata dal debitore. Ebbene, non sempre le» (72).

(68) Mengoni, Obbligazioni «di risultato» e obbligazioni «di causale: sul punto cfr. il recente bel saggio di N. Rizzo, Ina-
mezzi», cit., 189. L’a. esemplifica tale affermazione proprio me- dempimento e danno da ritardo tra diritto comune e diritto pri-
diante l’obbligazione del medico e rileva che «l’interesse, che è vato europeo, in Riv. dir. civ., 2013, 827 ss., in part. 831 ss.
la premessa del rapporto stretto dal cliente col medico, tende (71) Torna utile l’osservazione di L. Bigliazzi-Geri, Buona fe-
al mutamento di uno stato di malattia (situazione iniziale) in de nel diritto civile, in Digesto disc. priv., sez. civ., II, Torino,
uno stato di salute (situazione finale). Invero fine della medici- 1988, 171, espressa però in ben altro contesto: quello della cri-
na, e così ciò per cui si ricorre all’arte medica, è la sanità. Ma tica alla funzione integrativa diffusamente attribuita alla buona
il risultato dovuto, ossia il termine finale dell’obbligazione, non fede e della correlativa attribuzione alla clausola generale della
è la guarigione, bensì un complesso di cure adatte a guarire: ben diversa funzione valutativa, ossia di metro oggettivo ed
in breve, una buona cura. La guarigione dipende troppo poco elastico di valutazione a posteriori della condotta dei soggetti
dalla volontà del medico e dalla collaborazione del malato, per- del rapporto obbligatorio al fine di contenere le conseguenze
ché possa essere dedotta in obbligazione. Il medico può sol- negative di un’applicazione formalistica del diritto sul piano
tanto mettere in essere alcune condizioni necessarie o utili per della conciliazione di interessi confliggenti secondo una misu-
promuovere il risanamento dell’infermo: ma la riuscita della ra insuscettibile di determinazione aprioristica. Rileva B.G. che
cura esige purtroppo la presenza di altri elementi, sui quali il «attribuire al principio di buona fede funzione lato sensu inte-
medico non ha potere». grativa a priori equivale a ridurre il complesso gioco delle rela-
(69) A tale quid pluris non crede granché invece P. Trimar- zioni intersubiettive ad una serie standardizzata di comporta-
chi, Il contratto: inadempimento e rimedi, Milano, 2010, 3. menti preindicati, in virtù di una sorta di ars divinandi, nella
(70) Lo scenario si complica nell’ipotesi di mora del debito- quale è assai improbabile che sia esperto il giudice».
re, la quale introduce una deroga alla distribuzione del rischio (72) Mengoni, L’oggetto della obbligazione, cit., 165.
rispetto alle regole sul limite della responsabilità e sul decorso

i Contratti 10/2014 905


Giurisprudenza
I singoli contratti

Oltre alla particolare conformazione teleologica le contestazione, in pratica, processualmente vana,


che il giudizio di inadempimento assume nelle c.d. o comunque poco o nulla conducente (77), e, in
obbligazioni “di mezzi”, l'altro elemento connesso astratto, neanche ipotizzabile se non nei termini di
alla distinzione consiste nella possibilità per il de- una generica contestazione dell’evidenza: una volta
bitore di fornire la controprova dell’inadempimen- che il creditore abbia allegato il mancato consegui-
to (73). L’allegazione dell’inadempimento offerta mento del risultato dovuto, non residua spazio per
dal creditore di un’obbligazione “di mezzi” si presta, la controprova (78). Sarà pertanto giocoforza per il
infatti, ad essere vinta dal debitore già sul terreno debitore scivolare sul piano dell’invocazione del-
dell’inadempimento medesimo (74), contestando la l’impossibilità della prestazione derivante da causa
doglianza ed adducendo elementi di prova idonei a a lui non imputabile pur di contrastare la domanda
dimostrare che, nella circostanza concreta, l’esito di adempimento e/o di risarcimento del danno. Se
attingibile con l’impiego dei mezzi congrui è speci- ne ricava che dinanzi al debitore “di mezzi”, a dif-
ficatamente quello contestato dal creditore. In altri ferenza del debitore “di risultato”, si offrono due
termini, il carattere per sua natura mobile del risul- vie per disinnescare la domanda dell’attore: confu-
tato (75) rende nelle obbligazioni “di mezzi” l’alle- tare il proprio presunto inadempimento, fornendo
gazione dell’inadempimento da parte del creditore la prova che il risultato ottenuto è esattamente
un punto altamente controvertibile, giacché frutto quello conseguibile nel caso di specie con l’impiego
di una valutazione in concreto priva di quel grado dei mezzi imposti dal vincolo e dallo standard di
di oggettività e - viene da dire - di autoevidenza condotta di riferimento, oppure non contestare l’i-
propri, invece, del termine finale delle obbligazioni nadempimento ma addurre una specifica causa di
“di risultato” (76). Sia chiaro: nulla vieta al debito- impossibilità della prestazione a lui non imputabi-
re “di risultato” di contestare il fatto stesso che l’i- le (79). Il doppio canale difensivo del debitore “di
nadempimento si sia prodotto, ma l’oggettività e mezzi” può essere descritto anche in termini pro-
l’autoevidenza di quel che costituisce inadempi- cessualistici avvalendosi della distinzione tra le c.d.
mento rendono nelle obbligazioni “di risultato” ta- mere difese e le eccezioni in senso tecnico (80). La

(73) Piraino, Adempimento e responsabilità contrattuale, cit., nelle obbligazioni “di mezzi” il debitore non gode di alcuna
583 ss. prova liberatoria in quanto l’inadempimento consiste in una
(74) In senso analogo P. Proto Pisani, L’onere della prova condotta negligente, imprudente o imperita, ossia nella prova
nella colpa medica, in Il danno risarcibile, a cura di G. Vettori, II, della colpa, che esclude in radice, per incompatibilità logica, la
Padova, 2004, 1390. possibilità di addurre il caso fortuito poiché, «una volta che il
(75) Parla del risultato delle obbligazioni “di mezzi” come di creditore abbia dimostrato questa imprudenza o negligenza, il
un bersaglio “mobile” che si presta ad essere posto a distanze debitore non può più evidentemente stabilire una causa a lui
diverse, più o meno ravvicinate, di Majo, Mezzi e risultato nelle estranea». Contra Mengoni, Obbligazioni «di risultato» e obbli-
prestazioni mediche, cit., 39. gazioni «di mezzi», cit., 318 ss.; Osti, Revisione critica della teo-
(76) Piraino, Obbligazioni «di risultato» e obbligazioni «di ria sulla impossibilità della prestazione, cit., 469-470; D’Amico,
mezzi», cit., 146. Il profilo è sottovalutato da Cerdonio Chiaro- La responsabilità ex recepto e la distinzione tra obbligazioni “di
monte, L’obbligazione del professionista intellettuale, cit., 123- mezzi” e “di risultato”, cit., 124.
125. (80) La letteratura processualistica distingue le mere difese,
(77) A meno che non si verifichi l'ipotesi della formazione in quanto contestazione dei fatti costitutivi dell’azione, dalle
del fatto pacifico relativo all'esattezza della prestazione del de- eccezioni quali deduzioni di fatti estintivi, modificativi o impe-
bitore che - come nel caso in commento - potrebbe mettere in ditivi del fatto costitutivo dell’azione: sul punto v. R. Oriani, Ec-
discussione l'identificazione del risultato dovuto con quello in- cezione, in Digesto disc. priv., sez. civ., VII, Torino, 1991, 265
vocato dal creditore. ss. Le eccezioni in senso lato non sono altro che le contesta-
(78) Così Piraino, Obbligazioni «di risultato» e obbligazioni zioni della domanda attrice, basata anche su fatti impeditivi o
«di mezzi», cit., 146-147, ma v. la critica M. Fortino, I danni in- estintivi efficaci ipso iure, mentre le eccezioni in senso stretto
giusti alla persona, in Tratt. teor. prat. dir. priv. diretto da G. Al- sono controdiritti del convenuto, arbitro di esercitarli o meno,
pa-S. Patti, Padova, 2009, 229 nt. 53 e 230 e la replica in Pirai- e pertanto rilevanti solo a seguito di un atto di volontà dell’ec-
no, Adempimento e responsabilità contrattuale, cit., 584 nt. cipiente: cfr. G. Chiovenda, Sulla «eccezione», Saggi di diritto
204. processuale civile, I, Roma, 1930, 149 ss.; E. Betti, Diritto pro-
(79) La soluzione prospettata supra nel testo risulta antiteti- cessuale civile italiano, Milano, 1936, 92 ss.; V. Colesanti, Ecce-
ca alla nota articolazione del giudizio di responsabilità nelle ob- zione (dir. proc. civ.), in Enc. dir., XIV, Milano, 1965, 173-174,
bligazioni “di mezzi” suggerita da H. e L. Mazeaud, Traité théo- 191 s.; Oriani, Eccezione, cit., 266 ss.; F. P. Comoglio, Le prove
rique et pratique de la responsabilité civile delictuelle et contrac- civili, Torino, 2010, 273 ss.; S. Patti, Le prove. Parte generale,
tuelle, I, Paris 1947, n. 670, 622, secondo cui, fermo l’assunto in Tratt. dir. priv., a cura di G. Iudica-P. Zatti, Milano, 2010, 41
dell’unicità dell’onere della prova dell’inadempimento nelle ss. e in giurisprudenza, da ultimo, Cass., Sez. Un., 4 novembre
due specie del rapporto obbligatorio, la diversa natura dei fatti 2004, n. 21095, in Rep. Foro it., 2004, «Contratto in generale»,
posti ad oggetto della prova dell’inadempimento incide sulla n. 533. Tale ultima distinzione rileva soprattutto sul versante
prova liberatoria, identificata nel caso fortuito, di cui è elemen- della decadenza dal potere di formulare eccezioni nell’ulteriore
to costitutivo l’assenza di colpa. La conclusione è che, mentre corso del processo di primo grado e di appello, dopo lo sbarra-
nelle obbligazioni “di risultato” la prova fornita dal creditore la- mento previsto dall’art. 167 c.p.c. e 416 c.p.c., nel primo caso,
scia margine al debitore per addurre la prova del caso fortuito, e dall’art. 345 c.p.c.

906 i Contratti 10/2014


Giurisprudenza
I singoli contratti

prova dell’avvenuto adempimento è volta a disin- chi equivoci e di rendere il discorso sulle obbliga-
nescare l’allegazione dell’inadempimento da parte zioni meno limpido dal punto di vista concettuale.
del creditore mediante la negazione di quest’ultimo I riflessi della varietà morfologica delle obbligazioni
e costituisce, pertanto, una mera difesa in quanto sulla fisionomia dell’inadempimento e sull’indivi-
non destinata ad introdurre nel giudizio nuovi fat- duazione dei temi di prova in capo ai soggetti del
ti, ma preordinata piuttosto a fornire una lettura rapporto obbligatorio in precedenza segnalati (84)
diversa di quelli dedotti dall’attore a fondamento possono essere tenuti in adeguata considerazione e
della propria domanda. Anche la prova dell’impos- valorizzati nella giusta misura limitandosi a ram-
sibilità della prestazione derivante da causa non mentare che, all'interno dell'unitario schema del-
imputabile al debitore rappresenta una mera difesa l'obbligazione, è dato riscontrare vincoli nei quali
e non già un’eccezione in senso tecnico poiché, l'inadempimento è verificabile soltanto in concreto
per quanto fondata su elementi di fatto ulteriori, (e dunque sempre controvertibile), a causa del ri-
essa è pur sempre tesa a contestare il fondamento lievo assunto da fattori non predeterminabili, e
della domanda attorea, smentendo la sussistenza vincoli nei quali invece l'inadempimento può esse-
dei presupposti della responsabilità per inadempi- re valutato in forma semplificata tramite un con-
mento (81), invece affermati dall'attore, e non già fronto - di immediato compimento - tra la realizza-
introducendo un fatto modificativo, impeditivo o zione concreta del debitore e uno schema di azione
estintivo (82). predefinito in astratto (e dunque meno controver-
Tutto ciò non influisce in alcun modo sulla fat- tibile nella sua mera oggettività) (85).
tispecie della responsabilità contrattuale, che resta La distinzione tra obbligazioni “di risultato” e
delineata interamente dall'art. 1218 c.c., né com- obbligazioni “di mezzi” mostra segni di vitalità nel
porta una disciplina diversificata (83) e, pertanto, dibattito europeo (86) e una conferma è offerta
il fondo di verità sottostante alla distinzione tra dall’art. 148 del Common European Sales
obbligazioni “di mezzi” e obbligazioni “di risultato” Law (CESL) allegato alla proposta di regolamento
si esaurisce nell'aver colto la varietà morfologica del 11 ottobre 2011 (87), rubricato «Obligation to
del contenuto delle obbligazioni. Non si tratta, pe- achieve result and obligation of care and skill» ossia,
rò, di un dato in alcun modo sufficiente a giustifi- letteralmente obbligazione di un risultato determi-
care una diversità di trattamento e anzi la conser- nato e obbligazione di prudenza e perizia (88). Il
vazione della distinzione rischia di rinnovare anti- dato significativo è rappresentato, però, dal carat-

(81) Sul ruolo dell'impossibilità e sulla sostanziale equipara- trambe le occasioni, si è adoperata la formula «inadempimen-
zione di quella imputabile all'inadempimento v., di recente e to controvertibile e incontrovertibile», ma conviene ora atte-
nell'ambito di un'assai interessante concettualizzazione del nuarne la perentorietà, inizialmente finalizzata a rappresentare
ruolo e della funzione del risarcimento, L. Nivarrra, Alcune pre- nella maniera più icastica possibile la tesi della imprescindibile
cisazioni in tema di responsabilità contrattuale, in Europa dir. presenza di un risultato in ogni obbligazione e della sua centra-
priv., 2014, 74 ss., il quale riprende e sviluppa una proposta in- lità nel giudizio di inadempimento, anche nelle fattispecie in
terpretativa già avanzata in Id., I rimedi specifici, ivi, 2011, 173 cui tale risultato si presenta non preindividuabile. Proprio la vi-
ss. cenda all’esame della sentenza in commento dimostra come
(82) Sulla distinzione tra mere difese ed eccezioni in senso l’allegazione del mancato conseguimento del risultato, anche
tecnico v. di recente Cass., 21 giugno 2011, n. 13588. nelle ipotesi in cui esso appare predeterminato, è certamente
(83) E su questo punto la convergenza con D'Amico, La re- indice di inadempimento ma non è assunto incontestabile per-
sponsabilità ex recepto e la distinzione tra obbligazioni “di mez- ché, se senza alcun dubbio esonera il creditore dalla specifica
zi” e “di risultato”, cit., 152-153 è piena. individuazione dell’elemento di inesattezza della prestazione
(84) Cfr. l’obiezione di Orlando, Contratto di parcheggio sti- del debitore, non lo solleva però dall’incombente di contestare
pulato dall’albergatore e responsabilità ex recepto, cit., 919 nt. le prove addotte dal debitore a sostegno dell’avvenuto adem-
23 secondo cui l’individuazione dei temi di prova ha anche rile- pimento. Qualora, come nel caso in esame, non replichi, il cre-
vanti conseguenze sulla distribuzione del rischio contrattuale ditore si espone alla necessità di ancorare la responsabilità del
e, in ultima analisi, sul fondamento della responsabilità con- debitore all’identificazione di un fattore esterno alla prestazio-
trattuale. L’affermazione è in astratto corretta ma in concreto, ne e tale da renderla impossibile e alla dimostrazione dell’im-
ossia con riferimento alla tesi esposta nel testo e già formulata putabilità al debitore di tale elemento, perché viceversa resta
in Id., Adempimento e responsabilità contrattuale, cit., 537 e nt. impigliato nella propria acquiescenza.
80, lo è meno, perché la specifica articolazione dei temi di pro- (86) Cfr. D’Amico, Responsabilità per inadempimento e di-
va legata alla varietà fenomenologica dei rapporti obbligatori stinzione tra obbligazioni di mezzi e di risultato, cit., 142-145.
riconducibile alla critica distinzione tra obbligazioni “di risulta- (87) COM(2011) 635 final.
ti” e obbligazioni “di mezzi” non è tale da incidere sulla regola (88) Assai critico sull’adozione della distinzione C. Castro-
di distribuzione del rischio che governa la responsabilità con- novo, L'utopia della codificazione europea e l'oscura realpolitik
trattuale. A una diversa conclusione si deve pervenire nel caso di Bruxelles. Dal DCFR alla proposta di regolamento di un diritto
di obbligazione di receptum. comune europeo della vendita, in Europa dir. priv., 2011, 858-
(85) Questa è la conclusione formulata in Piraino, Obbliga- 859, il quale osserva che «Anche su questo punto la Proposta
zioni «di risultato» e obbligazioni «di mezzi», cit., 152-153; Id., trae dal DCFR, in particolare da quel serbatoio iniziale di “prin-
Adempimento e responsabilità contrattuale, cit., 593-594. In en- cipi”, del quale abbiamo discorso in precedenza. Talora questo

i Contratti 10/2014 907


Giurisprudenza
I singoli contratti

tere assolutamente descrittivo della distinzione, al- di sostituirla con categorie diverse, come quella
la quale il CESL non riconnette alcuna conseguen- dell’inadempimento più o meno agevolmente con-
za sul piano dei rimedi, specie sul versante della re- trovertibile nella sua oggettività, sul presupposto
sponsabilità contrattuale, come emerge in maniera però della centralità del risultato nella verifica di
inequivocabile dalla formulazione degli artt. 159 ss. qualunque forma di inadempimento.
CESL. Anzi la ratio della disposizione sembra coin-
cidere piuttosto col riconoscimento che, per regola Un dibattito trascurato
generale, anche le prestazioni di fare professionale
perseguono un risultato specifico (art. 148, comma Dell'ampio e articolato dibattito che sommaria-
1, CESL) e che, soltanto quando tale risultato non mente è stato ricostruito la Suprema Corte non
è predeterminato né predeterminale, allora il para- tiene conto e, pertanto, la riesumazione del bino-
metro alla cui stregua valutare la condotta del pre- mio di obbligazioni “di risultato” e obbligazioni “di
statore e il risultato del relativo servizio si arresta mezzi” non sembra neppure pienamente consape-
alla perizia e alla prudenza (art. 148, comma 2, vole, vista la rappresentazione estremamente sche-
CESL). Perizia e prudenza vanno, per di più, valu- matica cui il collegio accede (91). L'indicazione
tate non in astratto, o per meglio dire in chiave ti- che se ne trae è quella di una sostanziale indiffe-
pologica - come invece vorrebbe la tradizione favo- renza riservata dai giudici supremi al dibattito dot-
revole alla distinzione tra obbligazioni “di risultato” trinale che negli ultimi decenni si è riacceso intor-
e obbligazioni “di mezzi” - ma nella prospettiva del- no alla questione della bipartizione dei rapporti ob-
la concreta realizzazione prodotta dal professionista bligatori in obbligazioni “di risultato” e obbligazio-
(art. 148, comma 3, CESL) (89). L’art. 148 CESL ni “di mezzi”, toccando punte di approfondimento
corrobora, quindi, il convincimento dell’irrilevanza e di qualità notevoli (92) e culminata con la ripub-
dogmatica della distinzione (90) e dell’opportunità blicazione dello studio monografico di Mengo-

fa, però, in maniera improvvida e inopportuna. Questo è il tipi- Giur. civ. comm., 2013, II, 479 ss., in part. 482-486, la quale ri-
co caso dell'art. 148, che disciplina l'obbligazione del prestato- tiene che l’efficacia del modello francese di responsabilità me-
re di servizi articolandola nella distinzione tra obbligazione di dica esiga l’abbandono delle categorie giuridiche disomoge-
risultato e obbligazione di diligenza e perizia. I PDEC avevano nee, come quelle della responsabilità contractuelle e della di-
evitato di avallare tale distinzione, limitandosi a farne menzio- stinzione tra obbligazioni “di mezzi” e “di risultato”, a favore di
ne nel commento all'art. 6:102 in materia di clausole implicite un dispositivo unitario e per di più in grado di rendere legittime
del contratto, e ricordando i diversi atteggiamenti rilevabili ne- le aspettative dei pazienti, vale a dire il congegno dello status
gli ordinamenti europei in proposito. Avere adottato questa re- professionale del medico.
gola, derivante dagli artt. IV.C.-2:105 e 2:106 del DCFR, dettati (92) Per limitarsi agli ultimi anni, sul fronte dei critici: Ca-
in materia di prestazione di servizi, non sembra una soluzione stronovo, Profili della responsabilità medica, cit., 117 ss.; Id., La
saggia. La sciagurata distinzione non sarà mai a sufficienza vi- nuova responsabilità civile, Milano, 2006, 560 ss.; 785 ss.; A. di
tuperata per l'inconsistenza che la caratterizza, costituita, in Majo, Mezzi e risultato nelle prestazioni mediche: una storia infi-
essenza, dalla trasformazione di una regola di adempimento nita, in Corr. giur., 2005, 33 ss.; S. Mazzamuto, Equivoci e con-
(la diligenza e la perizia, che concorrono a definire il contenuto cettualismi nel diritto europeo dei contratti: il dibattito sulla ven-
dell'obbligazione) in una regola di responsabilità, articolando dita di beni di consumo, in Europa e diritto priv., 2004, 1068
quest'ultima in un doppio regime che finisce per caratterizzare ss.; C. M. Bianca, Dell’inadempimento delle obbligazioni, in
nel segno della colpa l'inadempimento delle obbligazioni altri- Comm. cod. civ., a cura di A. Scialoja-G. Branca, sub art. 1174,
menti dette di diligenza. L'idea che ogni obbligazione ha un ri- Bologna-Roma, 1979, 33; Id., Diritto civile. 4. L’obbligazione,
sultato, in relazione al quale va misurato l'adempimento e l'e- Milano, 1993, 73-75; Breccia, Le obbligazioni, cit., 137 s., 488-
ventuale inadempimento, sfugge a questa descrizione banale 491; G. Visintini, Inadempimento e mora del debitore, in Il Codi-
del contenuto dell'obbligazione». ce Civile. Comm., fondato da Schlesinger e diretto da F.D. Bu-
(89) I criteri di specificazione del giudizio di perizia e di pru- snelli, Milano, 2006, 117-118; Nivarra, La responsabilità civile
denza sono particolarmente significativi e meritano, quindi, di dei professionisti (medici, avvocati, notai): il punto della giuri-
essere riportati: «3. In determining the reasonable care and skill sprudenza, cit., 518 s.; Nicolussi, Il commiato della giurispru-
required of the service provider, regard is to be had, among denza dalla distinzione tra obbligazioni di risultato e obbligazioni
other things, to: (a) the nature, the magnitude, the frequency di mezzi, cit., 781 ss.; Id., Sezioni sempre più unite contro la di-
and the foreseeability of the risks involved in the performance of stinzione tra obbligazioni di risultato e obbligazioni di mezzi. La
the related service for the customer; (b) if damage has occurred, responsabilità del medico, cit., 871 ss.; Piraino, Obbligazioni «di
the costs of any precautions which would have prevented that risultato» e obbligazioni «di mezzi» ovvero dell'inadempimento
damage or similar damage from occurring; and (c) the time incontrovertibile e dell'inadempimento controvertibile, cit., 83
available for the performance of the related service». ss.; Id., Adempimento e responsabilità contrattuale, cit., 509 ss.;
(90) Pare abbastanza perplesso sull’adozione della coppia G. Cerdonio Chiaromonte, L'obbligazione del professionista in-
obbligazioni “di risultato” e obbligazioni “di mezzi” anche P. tellettuale tra regole deontologiche, negoziali e legali, Padova,
Stanzione, Il regolamento di Diritto comune europeo della ven- 2008, 67 ss.; Busoni, L'onere della prova nella responsabilità del
dita, in questa Rivista, 2012, 632-633. professionista, cit., 147 ss.; M. Franzoni, Illecito, I, in Tratt. resp.
(91) Per quanto concerne la vitalità della distinzione tra obli- civile diretto da M. Franzoni, Milano, 2010, 256 ss., che alla di-
gation de moyens e obligation de résultat in Francia, nell’ambito stinzione riconosce soltanto una funzione descrittiva, come an-
della responsabilità medica, cfr. L. Klesta, La responsabilità me- che Paradiso, La responsabilità medica tra conferme giurispru-
dica in Francia: l’epilogo di un percorso movimentato?, in Nuova denziali e nuove aperture, cit., 710; e, ultimo in ordine di tem-

908 i Contratti 10/2014


Giurisprudenza
I singoli contratti

ni (93). Questa amara constatazione potrebbe dare ziale e, dunque, di difficile selezione etc.; ma lo
la stura a diverse interessantissime considerazioni svolgimento di riflessioni di questa natura esigereb-
sullo stato della cultura giuridica, sui rapporti tra be più tempo di quello che gli ideali destinatari sa-
giurisprudenza e dottrina, sull'oramai inarrestabile rebbero disposti a dedicare alla loro lettura e alla
scivolamento della professione del magistrato verso successiva meditazione e, quindi, conviene sopras-
un modello professionale distante dall'iniziale con- sedere. Non si può, invece, sottacere la scelta, che
notazione di alta intellettualità, sull'autoreferenzia- sembra divenuta una modalità operativa costante
lità della dottrina, sulla perdita di freni e di con- della Suprema Corte (94), di proclamare la propria
trollo nella produzione scientifica divenuta torren- adesione agli indirizzi delle Sezioni Unite per poi

po, Azzalini, Obbligazioni di mezzi e obbligazioni di risultato. Ca- una fattispecie di danno biologico. Un principio che, al tempo
tegorie giuridiche travisate, cit., passim, in part. 87 ss., ma la stesso, affronta e risolve positivamente la questione della risar-
sensazione è che lo studio sia stato chiuso anzitempo. Sul cibilità di tutte quelle situazioni soggettive costituzionalmente
fronte dei favorevoli cfr. D'Amico, La responsabilità ex recepto tutelate (diritti inviolabili o anche “solo” fondamentali, come
e la distinzione tra obbligazioni “di mezzi” e “di risultato”, cit., l’art. 32 Cost., definisce la salute) diversi dalla salute, e pur tut-
105 s., in part. 124 ss.; Id., Responsabilità per inadempimento e tavia incise dalla condotta del danneggiante oltre quella soglia
distinzione tra obbligazioni di mezzi e di risultato, in Riv. dir. civ., di tollerabilità indotta da elementari principi di civile conviven-
2006, 141 ss.; A. Perulli, Il lavoro autonomo. Contratto d’opera za (come pure insegnato dalle stesse Sezioni Unite). Le sen-
e professioni intellettuali, in Tratt. dir. civ., diretto da A. Cicu - F. tenze del 2008 offrono, in proposito, una implicita quanto non
Messineo e continuato da L. Mengoni, Milano, 1996, 454 ss.; equivoca indicazione al giudice di merito nella parte della moti-
Carbone, Diligenza e risultato nella teoria dell'obbligazione, cit., vazione che discorre di centralità della persona e di integralità
passim, in part. 53 ss.; Id., Verso lo statuto unitario della respon- del risarcimento del valore uomo - così dettando un vero e
sabilità contrattuale, in Riv. trim. dir. proc. civ., 2008, 1327 ss. e proprio statuto del danno non patrimoniale alla persona per il
sostanzialmente anche R. Conte, In tema di responsabilità civile terzo millennio. La stessa (meta)categoria del danno biologico
e deontologica dell'avvocato: novità giurisprudenziali e normati- fornisce a sua volta risposte al quesito circa la “sopravvivenza”
ve, in Corr. giur., 2012, 360 ss. e M. Nardella, Responsabilità - predicata dalla Corte di appello lucana - del c.d. danno esi-
medica: prova della diligenza nell’intervento a basso rischio, in stenziale, se è vero come è vero che “esistenziale” è quel dan-
questa Rivista, 2012, 161-162. no che, in caso di lesione della stessa salute, si colloca e si di-
(93) L. Mengoni, Scritti. II., Obbligazioni e negozio, a cura di pana nella sfera dinamico relazionale del soggetto, come con-
C. Castronovo - A. Albanese - A. Nicolussi, Milano, 2011, 141 seguenza, sì, ma autonoma, della lesione medicalmente accer-
ss. tabile. Prova ne sia che un danno biologico propriamente con-
(94) Basti pensare alla vicenda emblematica del danno non siderato - un danno, cioè, considerato non sotto il profilo even-
patrimoniale aquiliano, che molto fa riflettere. Di recente, tista, ma consequenzialista - non sarebbe legittimamente con-
Cass., 20 novembre 2012, n. 20292, in Danno resp., 2013, 129 figurabile (sul piano risarcitorio, non ontologico) tutte le volte
ss., con commento di G. Ponzanelli, Non è tanto il danno esi- che la lesione (danno evento) non abbia procurato conseguen-
stenziale, ma il "quantum" il vero problema del danno non patri- ze dannose risarcibili al soggetto: la rottura, da parte di un ter-
moniale, e in Resp. civ. prev., 2013, 116 ss., con nota di P. Zi- zo, di un dente destinato di lì a poco ad essere estirpato dal
viz, Danno esistenziale: nuova tappa di un lungo cammino, e la (costoso) dentista è certamente una “lesione medicalmente
speculare Cass., 3 ottobre 2013, n. 22585, in Foro it., 2013, I, accertabile”, ma, sussunta nella sfera del rilevante giuridico (id
3445 ss., con nota di A. Palmieri, R. Pardolesi, Il ritorno di fiam- est, del rilevante risarcitorio), non è (non dovrebbe) essere an-
ma del danno esistenziale (e del danno morale soggettivo): l'in- che lesione risarcibile, poiché nessuna conseguenza dannosa
certa dottrina della Suprema corte sull'art. 2059 c.c., si produ- (anzi…), sul piano della salute, appare nella specie legittima-
cono nell'evoluzione, al limite della spericolatezza, di esprimere mente predicabile (la medesima considerazione potrebbe svol-
dapprima la propria strumentale e dichiarata adesione all'indi- gersi nel caso di frattura di un arto destinato ad essere frantu-
rizzo delle Sezioni Unite, 11.112008, 26972, 26973, 26974, mato nel medesimo modo dal medico ortopedico nell’ambito
26975, senza poi riuscire neppure a celare la riottosità a rispet- di una specifica terapia ossea che attende di lì a poco il dan-
tarlo, come conferma la conclusione di Cass., 20 novembre neggiato). La mancanza di “danno” (conseguenza dannosa)
2012, n, 20292 in evidente e aperto contrasto con l'assetto de- biologico, in tali casi, non esclude, peraltro, in astratto, la con-
lineato dalle Sezioni unite. Una conclusione che conviene ri- figurabilità di un danno morale soggettivo (da sofferenza inte-
portare in quanto esempio difficilmente eguagliabile di argo- riore) e di un possibile danno “dinamico-relazionale”, sia pur
mentazione pseudo-adesiva: «Sulla base di tali premesse, e circoscritto nel tempo. Queste considerazioni confermano la
sgombrato il campo da ogni possibile equivoco quanto alla bontà di una lettura delle sentenze delle Sezioni Unite del
autonomia del danno morale rispetto non soltanto a quello 2008 condotta, prima ancora che secondo una logica interpre-
biologico (escluso nel caso di specie), ma anche a quello “di- tativa di tipo formale-deduttivo, attraverso una ermeneutica di
namico relazionale” (predicabile pur in assenza di un danno al- tipo induttivo che, dopo aver identificato l’indispensabile situa-
la salute), va affrontata e risolta la questione, specificamente zione soggettiva protetta a livello costituzionale (il rapporto fa-
sottoposta oggi dal ricorrente incidentale al vaglio di questa miliare e parentale, l’onore, la reputazione, la libertà religiosa,
Corte, della legittimità di un risarcimento di danni “esistenziali” il diritto di autodeterminazione al trattamento sanitario, quello
così come riconosciuti dalla Corte di appello di Potenza. Que- all’ambiente, il diritto di libera espressione del proprio pensie-
stione da valutarsi, non diversamente da quella afferente al ro, il diritto di difesa, il diritto di associazione e di libertà religio-
danno morale, alla luce del dictum dalle Sezioni Unite di que- sa ecc.), consenta poi al giudice del merito una rigorosa analisi
sta corte nel 2008, che lo ricondussero, in via di principio, a ed una conseguentemente rigorosa valutazione tanto dell’a-
species descrittiva di danno inidonea di per sé a costituirne spetto interiore del danno (la sofferenza morale) quanto del
autonoma categoria risarcitoria. Un principio affermato, peral- suo impatto modificativo in pejus con la vita quotidiana (il dan-
tro, nell’evidente e condivisibile intento di porre un ormai im- no esistenziale)». Come tutto ciò si concili con l'affermazione
procrastinabile limite alla dilagante pan-risarcibilità di ogni delle Sezioni Unite secondo cui «3.13 In conclusione, deve ri-
possibile species di pregiudizio, benché priva del necessario badirsi che il danno non patrimoniale è categoria generale non
referente costituzionale, e sancito con specifico riferimento ad suscettiva di suddivisione in sottocategorie variamente etichet-

i Contratti 10/2014 909


Giurisprudenza
I singoli contratti

smentirne i contenuti in sede applicativa, come è dico (97), le Sezioni Unite nel 2008 hanno ricono-
accaduto anche in questa occasione con l'iniziale sciuto sul terreno più delicato, quello della presta-
adesione, soltanto nominale, al superamento della zione medica (98), l'inconsistenza della distinzione
distinzione. tra obbligazioni “di risultato” e obbligazioni “di
mezzi”. La Suprema Corte prende atto che «La
Il ripudio della distinzione da parte della dottrina ha assunto posizioni critiche sull’utilizzo
giurisprudenza della distinzione tra obbligazioni di mezzi e di risul-
Eppure la Corte di Cassazione era giunta al ripu- tato, la quale, ancorché operante soltanto all’inter-
dio della distinzione tra obbligazioni “di risultato” no della categoria delle obbligazioni di fare (a dif-
e obbligazioni “di mezzi”, sostanzialmente allinean- ferenza che in Francia dove rappresenta una summa
dosi all'insegnamento di Mengoni (95). Precedute divisio valida per tutte le obbligazioni), ha originato
da due sentenze, una a Sezioni Unite in materia di contrasti sia in ordine all’oggetto o contenuto del-
obbligazione del professionista progettista ma al l’obbligazione, sia in relazione all’onere della prova
contempo direttore dei lavori di esecuzione dell'ap- e, quindi, in definitiva, allo stesso fondamento del-
palto (96), e l'altra in tema di obbligazione del me- la responsabilità del professionista» (99). E dopo

tate. In particolare, non può farsi riferimento ad una generica e la responsabilità del progettista-direttore dei lavori per i vizi e
sottocategoria denominata "danno esistenziale", perché attra- le difformità dell’opera; in La resp. civ., 2006, 229 ss., con nota
verso questa si finisce per portare anche il danno non patrimo- di G. Facci, L’obbligazione di risultato del progettista al vaglio
niale nell'atipicità, sia pure attraverso l'individuazione della ap- delle Sezioni Unite; in Obbl. contr., 2006, 712 ss., con nota di L.
parente tipica figura categoriale del danno esistenziale, in cui Follieri, Obbligazioni di mezzi e di risultato nella prestazione del
tuttavia confluiscono fattispecie non necessariamente previste progettista-direttore dei lavori; in Nuova Giur. civ. comm., 2006,
dalla norma ai fini della risarcibilità di tale tipo di danno, men- I, 828 ss., con nota di commento di R. Viglione, Prestazione
tre tale situazione non è voluta dal legislatore ordinario né è d’opera intellettuale e disciplina applicabile, tra obbligazioni di
necessitata dall'interpretazione costituzionale dell'art. 2059 mezzi e di risultato; in Riv. trim. app., 2007, 275 ss., con nota di
c.c., che rimane soddisfatta dalla tutela risarcitoria di specifici L. Tecce, La prestazione del progettista tra locazione d'opera
valori della persona presidiati da diritti inviolabili secondo Co- manuale e prestazione d'opera intellettuale.
stituzione (principi enunciati dalle sentenze n. 15022/ 2005; n. (97) Cass., 13 aprile 2007, n. 8826, in Resp. civ. prev., 2007,
11761/2006; n. 23918/2006, che queste Sezioni Unite fanno 1824 ss. con nota di M. Gorgoni, Le conseguenze di un inter-
propri). 3.14. Le considerazioni svolte valgono a dare risposta vento chirurgico rivelatosi inutile; in Nuova Giur. civ. comm.,
negativa a tutti i quesiti, in quanto postulanti la sussistenza 2007, I, 1428 ss. Sul punto cfr. M. Faccioli, Vecchi e nuovi
dell'autonoma categoria del danno esistenziale» (Cass., 11 no- orientamenti giurisprudenziali in tema di responsabilità medica
vembre 2008, n. 26972, cit.). La pretesa di sminuire il senso di in una sentenza “scolare” della Cassazione, in La resp. civ.,
questa affermazione sostenendo che non v'è contraddizione 2007, 967 ss.; R. Pucella, I difficili assetti della responsabilità
perché l'identificazione di una figura di danno relazionale eti- medica, in Nuova Giur. civ. comm., II, 2007, 445 ss.
chettata come esistenziale non contrasta con la liquidazione (98) Cass., Sez. Un., 11 gennaio 2008, n. 577, in Danno
unitaria del danno non patrimoniale è quasi beffarda, perché resp., 2008, 788 ss., con nota di G. Vinciguerra, Nuovi (ma
aggira il cuore della questione: l'assenza di una base normati- provvisori?) assetti della responsabilità medica e ivi, 2008, 871
va, alla luce del diritto positivo vigente, inclusivo dei suoi testi ss., con nota di A. Nicolussi, Sezioni sempre più unite contro la
normativi apicali, per l'affermazione di una "voce" di danno alla distinzione fra obbligazioni di risultato e obbligazioni di mezzi. La
persona identificata nell'alterazione in sé dello stile o delle pro- responsabilità del medico, di M. Gazzarra, Le S.U. “fanno il pun-
spettive di vita. L'orientamento "insubordinato" si sta peraltro to” in tema di onere della prova della responsabilità sanitaria,
ingrossando Cass., 12 novembre 2013, n. 25409; Cass., 11 no- 1002 ss. e di R. Breda, Contenuto del rapporto obbligatorio e
vembre 2013, n. 23147; Cass., 3 ottobre 2013, n. 22585; onere della prova nella responsabilità medica, cit., 1265 ss.; in
Cass., 22 agosto 2013, n. 19402 e Cass., 17 aprile 2013, n. Nuova Giur. civ. comm., I, 2008, 612 ss. con nota di commento
9231, in Resp. civ. prev., 2014, 103 ss., con nota di P. Russo, di R. De Matteis, La responsabilità della struttura sanitaria per
La Cassazione e l'anno d'oro del danno esistenziale e Cass., 11 danno da emotrasfusione e in Resp. civ. prev., 2008, 856, con
ottobre 2013, n. 23147, in Danno resp., 2014, 249 ss., con commento di M. Gorgoni, Dalla matrice contrattuale della re-
commento di G. Ponzanelli, Il "buonismo" della Cassazione e la sponsabilità nosocomiale e professionale al superamento della
facile dimenticanza del danno conseguenza. E sia chiaro che la distinzione tra obbligazioni di mezzo/di risultato; in Giur. it.,
profonda insoddisfazione nei confronti di questo indirizzo deri- 2008, 1653 ss., con nota di A. Ciatti, Crepuscolo della distinzio-
va non certo dal tentativo che lo caratterizza di riaffermare la ne tra le obbligazioni di mezzi e le obbligazioni di risultato e di
categoria del danno esistenziale, ma dalle modalità discorsive M. G. Cursi, Responsabilità della struttura sanitaria e riparto del-
di tale tentativo: affermando una continuità con le Sezioni Uni- l’onere probatorio, ivi, 2197 ss.; in La resp. civ., 2009, 221 ss.,
te del 2008 in realtà inesistente. Se la bontà di una tesi si sag- con nota di C. Miriello, Nuove e vecchie certezze sulla respon-
gia anche dalle modalità con cui viene affermata, quella pro- sabilità medica, di R. Calvo, Diritti del paziente, onus probandi e
postaci da quest'orientamento ha ben poco di buono da offri- responsabilità della struttura sanitaria, ivi, 397 ss. e di M. Drago-
re. ne, Le S.U., la “vicinanza alla prova” e il riparto dell’onere pro-
(95) Lo segnala Castronovo, La responsabilità per inadempi- batorio, ivi, 687 ss. Sui più recenti orientamenti giurispruden-
mento da Osti a Mengoni, cit., 3. ziali v. anche G. Vettori, Le fonti e il nesso di causalità nella re-
(96) Cass., Sez. Un., 28 luglio 2005, n. 15781, in Europa dir. sponsabilità medica, in Obbl. contr., 2008, 393 ss.; Paradiso, La
priv., 2006, 781 ss. con nota di A. Nicolussi, Il commiato della responsabilità medica tra conferme giurisprudenziali e nuove
giurisprudenza dalla distinzione tra obbligazioni di risultato e ob- aperture, cit., 703 ss. e Fortino, I danni ingiusti alla persona, cit.,
bligazioni di mezzi; in questa Rivista, 2006, 346 ss., con com- 209 ss.
mento di F. Toschi Vespasiani, F. Taddei, Il contratto d’appalto (99) Cass., Sez. Un., 11 gennaio 2008, n. 577, n. 5.1.

910 i Contratti 10/2014


Giurisprudenza
I singoli contratti

aver riepilogato gli assunti dei fautori del binomio, prova del titolo e dell'esigibilità del diritto credito,
le Sezioni Unite ammettono che «Tale impostazio- consentendogli di allegare semplicemente l'ina-
ne non è immune da profili problematici, special- dempimento ha tolto il terreno sotto i piedi della
mente se applicata proprio alle ipotesi di prestazio- distinzione, la quale - come si è visto - esplicava la
ne d’opera intellettuale, in considerazione della propria efficacia proprio sulla diversa distribuzione
struttura stessa del rapporto obbligatorio e tenendo dei temi di prova. In un caso come quello in esame
conto, altresì, che un risultato è dovuto in tutte le in cui sono in questione non tanto problemi relati-
obbligazioni. In realtà, in ogni obbligazione si ri- vi a difficoltà probatorie, quanto piuttosto all'am-
chiede la compresenza sia del comportamento del piezza del vincolo, non può destare troppo stupore
debitore che del risultato, anche se in proporzione che torni a fare capolino una distinzione dalla qua-
variabile, sicché molti Autori criticano la distinzio- le la giurisprudenza non si è allontanata con piena
ne poiché in ciascuna obbligazione assumono rilie- convinzione ma sostanzialmente per riflesso del
vo così il risultato pratico da raggiungere attraverso mutato orientamento in tema di prova. Eppure la
il vincolo, come l’impegno che il debitore deve dottrina più autorevole ha tentato di fornire delle
porre per ottenerlo» (100). pronunzia delle Sezioni Unite una lettura che l'af-
Non si potrebbe immaginare abbandono più pie- francasse dalla propria contingenza, spiegando che
no e, almeno apparentemente, più consapevole, «il risultato dovuto deve essere [...] sempre precisa-
ma la sentenza in commento testimonia che il to nello specifico rapporto obbligatorio in modo da
cambiamento culturale che le Sezioni Unite sem- non gravare il medico di un vincolo di garanzia
bravano aver compiuto non è invece ancora com- qualora il risultato dovuto fosse troppo distante
pleto. Permane con tutta evidenza tra i giudici il eziologicamente dai mezzi che è tenuto a impiega-
convincimento che la distinzione assolva comun- re. In altri termini l'obbligazione va presa per quel-
que ad un ruolo nella disciplina delle prestazioni di lo che è: senza farle assumere il rigore della garan-
fare e quest'attaccamento dipende, con ogni proba- zia vincolando sic et simpliciter il debitore al risulta-
bilità, dalla circostanza che il ripudio coronato nel- to astrattamente configurato e senza imboccare la
la sentenza delle Sezioni Unite non scaturisce sol- scorciatoia della c.d. obbligazione di mezzi che ri-
tanto né prevalentemente da ragioni di ordine dog- schia di far smarrire il senso dell'ob-ligatio» (104).
matico, legate all'insostenibilità della rottura del-
l'unitarietà dell'obbligazione e della conseguente
L'ulteriore debolezza della decisione: il
responsabilità per inadempimento; ma piuttosto
ruolo della garanzia pura
dalla sopravvenuta inutilità della distinzione a se-
guito dell'uniformazione della distribuzione dei te- C'è da domandarsi se per escludere l'impedimen-
mi di prova nei giudizi contro l'inadempimen- to del riscaldo comune dall'oggetto della prestazio-
to (101), realizzata dalla Cassazione con la sentenza ne della società appaltatrice fosse davvero necessa-
a Sezioni Unite del 2001 (102) ed estesa alla re- rio ricorrere alla qualificazione come l'obbligazione
sponsabilità medica a partire dal 2004 (103). La “di mezzi”. E la risposta è chiaramente negativa. La
scelta di addossare al creditore in ogni caso la sola Suprema Corte non tiene conto del fatto che in

(100) Cass., Sez. Un., 11 gennaio 2008, n. 577, n. 5.2. in Riv. dir. civ., 2006, 165 ss.; F. Busoni, Inesatto adempimento
(101) Lo segnala, con il consueto acume, D'Amico, Respon- ed onere probatorio, in Riv. dir. priv., 2006, 787 ss. Su tema è
sabilità per inadempimento e distinzione tra obbligazioni di mez- ritornata di recente G. Visintini, Onere probatorio nelle azioni di
zi e di risultato, cit., 148 ss., in part. 152. adempimento e di risoluzione del contratto, in Contr. impr.,
(102) Cass., Sez. Un., 30 ottobre 2001, n. 13533, in Foro it., 2014, 23 ss.
2002, I, c.c. 769 ss., con nota di P. Laghezza, Inadempimento (103) Cass., 28 maggio 2004, n. 10297 e Cass., 21 giugno
e onere della prova: le Sezioni Unite e la difficile arte del ram- 2004, n. 11488, in Danno e resp., 2005, 23 ss (unitamente a
mendo; in Corr. giur., 2001, 1565 ss., con commento di G. Ma- Cass., 19 maggio 2004, n. 9471), con commento di R. De Mat-
riconda, Inadempimento e onere della prova: le Sezioni Unite teis, La responsabilità medica ad una svolta?; Cass., 21 giugno
compongono un contrasto e ne aprono un altro; in questa Rivi- 2004, n. 11488 è pubblicata anche in Corr. giur., 2005, 33 s.,
sta, 2002, 113 ss., con commento di U. Carnevali, Inadempi- con nota di A. di Majo, Mezzi e risultato nelle prestazioni medi-
mento e onere della prova; in Nuova Giur. civ. comm., 2002, I, che: una storia infinita.
349 ss., con nota di B. Meoli, Risoluzione per inadempimento (104) Nicolussi, Sezioni sempre più unite contro la distinzio-
ed onere della prova; su cui cfr. altresì G. Villa, Onere della pro- ne fra obbligazioni di risultato e obbligazioni di mezzi. La respon-
va, inadempimento e criteri di razionalità economica, in Riv. dir. sabilità del medico, cit., 874-875, il quale aggiunge che: «La
civ., 2002, II, 707 ss.; G. Visintini, La Suprema Corte interviene flessibilità del rapporto obbligatorio si gioca non già escluden-
a dirimere un contrasto tra massime (in materia di materia di do da esso il risultato utile al creditore, ma determinandolo, in
onere probatorio del creditore vittima dell’inadempimento), in base alla buona fede e al contratto, nei singoli casi o tipi di
Contr. impr., 2002, 903 ss.; S. Mazzamuto, Il mobbing, Milano, rapporti».
2004, 66 ss.; M. Maggiolo, Inadempimento ed oneri probatori,

i Contratti 10/2014 911


Giurisprudenza
I singoli contratti

materia di appalto l'alternativa alla obbligazione conferisce forma giuridica all'impegno dell'appalta-
“di mezzi” non è l'obbligazione “di risultato” ma la tore in ordine alle caratteristiche e alla qualità del-
garanzia (105), peraltro delineata in maniera ine- l'opera realizzata (110). Qui, a differenza che nella
quivocabile dagli artt. 1667 e 1668 c.c. (106). Non vendita, specie quella di diritto comune, il modo
c’è d’altro canto da stupirsi vista la confusione che di essere dell'opera o del servizio dipende dall'atti-
regna in materia di garanzia, non di rado identifi- vità del debitore e, quindi, non si frappone alcuna
cata con un vincolo obbligatorio di risultato in impossibilità logico-giuridica a farne oggetto di ob-
sé (107). Se a ciò si aggiunge che di frequente - e bligazione; ma il legislatore ha inteso rafforzare la
certo non con minore approssimazione - l’obbliga- posizione del committente includendo i profili qua-
zione “di risultato” viene concepita dalla vulgata litativi dell'opus o del servizio in un vincolo assolu-
per giunta come un vincolo al conseguimento di to qual è la garanzia. Peraltro, in tal modo, si ovvia
un determinato fine a prescindere dalla condotta, al problema del possibile scollamento temporale
ecco istituita l’identificazione, o anche soltanto l’e- tra il completamento della prestazione di fare e
quiparazione. Nonostante la ricostruzione più diffu- l'insorgere del difetto di conformità. La c.d. garan-
sa renda un’immagine diversa (108), è preferibile zia pura consiste, infatti, in una forma di attribuzio-
intendere il vincolo dell'appaltatore nei termini di ne di utilità (in questo caso l'assenza di vizi e dif-
una struttura complessa: in parte riveste natura di formità) senza alcuna intermediazione ad opera
obbligazione e in parte di garanzia (109). L'obbliga- della controparte. Il garante interviene, infatti, sol-
zione conferisce la forma giuridica alla fase di rea- tanto nell'eventualità che l'utilità non si produca
lizzazione dell'opera o del servizio ed è qui che la ma non deve anche attivarsi per produrla e, nel ca-
poiesi svolge il proprio ruolo; mentre la garanzia so dell'appalto, l'intervento prende la forma dell'e-

(105) Sulla figura della garanzia pura cfr., su tutti, P. Cor- schio, cit., 353-354; A. Cianflone, G. Giovannini, L’appalto di
rias, Garanzia pura e contratti di rischio, Milano, 2006, passim, opere pubbliche, Milano, 2003, 1123 ss.; L. Bellanova, Diffor-
in part. 20-22, 317 ss.; Cappai, La natura della garanzia per vizi mità, vizi e difetti nell’appalto: a proposito del I comma dell’art.
nell'appalto, cit., passim, in part. 55 ss. 1667 c.c., in Contr. impr., 1994, 588 ss.; E. Lucchini Guastalla,
(106) Per la qualificazione degli artt. 1667 e 1668 come ga- La risoluzione di diritto per inadempimento dell’appaltatore, Mi-
ranzia v. L. Barassi, La teoria generale delle obbligazioni. III, lano, 2002, 91; S. Polidori, La responsabilità dell’appaltatore. I
L’attuazione, Milano, 1946, 1089; ma soprattutto Mengoni, rapporti tra disciplina generale e norme speciali nell’appalto, Na-
Obbligazioni «di risultato» e obbligazioni «di mezzi», cit., 205 nt. poli, 2004, 32 ss. in part. 56 ss.; Ch. Romeo, I presupposti so-
55; A. Nicolussi, Diritto europeo della vendita dei beni di consu- stanziali della domanda di adempimento, Milano, 2008, 285; C.
mo e categorie dogmatiche, in Europa dir. priv., 2003, 554-555; Menichino, Clausole di irresponsabilità contrattuale, Milano,
Id., Il commiato della giurisprudenza dalla distinzione tra obbli- 2008, 250 ss.
gazioni di risultato e obbligazioni di mezzi, cit., 819, nonché F. (109) Questa impostazione è stata proposta in Piraino,
Marinelli, In tema di garanzia per le difformità e i vizi dell’opera Adempimento e responsabilità contrattuale, cit., 286 ss.
nel contratto d’appalto, in Giust. civ., 1984, I, 275, ma per il mu- (110) Ad una concezione complessa, o per meglio dire
tato avviso v. Id., La responsabilità dell’appaltatore, in Dir. impr., composita, perviene anche Cappai, La natura della garanzia
1986, 139; G. Tucci, Garanzia, in Digesto disc. priv., sez. civ., per vizi nell'appalto, cit., 93-97 per quanto in un quadro concet-
VIII, Torino, 1992, 586 ss.; Piraino, Adempimento e responsabi- tuale diverso da quello proposto nel testo, ma negli esiti poi
lità contrattuale, cit., 286 ss.; contra, di recente, A. di Majo, L'a- non così tanto distante. C. tende a qualificare in termini unitari
dempimento «in natura» quale rimedio (in margine a un libro re- l'intera prestazione dell'appaltatore, considerandola tutta ri-
cente), in Europa dir. priv., 2012, 1166-1167. compresa nel meccanismo della garanzia e, nella consapevo-
(107) Basti pensare alla nozione di garantie diffusa in Fran- lezza della varietà di profili della prestazione dell'appaltatore,
cia come obbligazione e, in particolare, come un’obligation de perviene a concepirla come una figura nella quale coesistono
résultat absolue: B Starck, H. Roland, L. Boyer, Droit civil. Les la responsabilità per inesatto adempimento (nel caso di difetti
Obligations. 2. Contrat6, Paris, 1998, 425 ss. e così già P. imputabili) e il rischio per l'inesatta attuazione dello scambio
Esmein, L’obligation et la responsabilité contractuelles, in Le (nel caso di imperfezioni non imputabili). La garanzia accumu-
droit franēais au milieu du XXe siècle. Études offertes à Georges na queste due possibili disfunzioni della prestazione dell'appal-
Ripert, II, Paris, 1950, 101 ss., il quale pure è critico sulla di- tatore e, quindi, diviene espressione tanto di responsabilità
stinzione tra obbligazioni “di risultato” e obbligazioni “di mez- quanto di rischio. Tale modello per C. vale anche - e anzi trova
zi”. In Italia, ancora di recente F. Rocchio, La promessa con una conferma - nella disciplina della c.d. garanzia europea di
funzione di garanzia, Napoli, 2009, 7-8. cui agli artt. 128 ss. cod. cons. (ibidem, 123 ss.). L'uniforma-
(108) Tra gli autori che inquadrano interamente la presta- zione della tutela che tale accomunamento comporta a me
zione dell’appaltatore nell’area della responsabilità contrattua- sembra però che venga ritagliato sulle caratteristiche rigida-
le, con tratti più o meno accentuati di specialità, ora riferendo- mente tipologiche, od oggettive che dir si voglia, proprie delle
si all'obbligazione ora all'inesattezza dello scambio v., per limi- difformità ascritte a titolo di rischio, dando luogo ad un mec-
tarsi ai contributi più recenti, D. Rubino, G. Iudica, Dell'appalto, canismo di tutela irriducibile alla responsabilità. Se ciò è vero,
Art. 1655-1677, in Comm. cod. civ. Scialoja-Branca, a cura di F. in definitiva la garanzia - per lo meno quella degli artt. 1667 e
Galgano, Bologna-Roma, 2007, 425 ss.; G. Musolino, La re- 1668 c.c. - presenterebbe le caratteristiche regolative eviden-
sponsabilità dell’appaltatore, Rimini, 1992, 98; Id., La natura ziate supra nel testo. Se si conviene sul fatto che non ogni vio-
della garanzia per i vizi e le difformità dell’opera, in Riv. trim. lazione della prestazione dell'appaltatore vada assoggetta al
app., 2008, 541 ss.; P. Corrias, In tema di eliminazione dei difet- regime assai rigido della garanzia, allora non si può che con-
ti e di risarcimento del danno nel contratto di appalto, in Riv. vergere sulla complessità della prestazione dell'appaltatore: in
giur. sarda, 1992, 666 e nt. 7; Id., Garanzia pura e contratti di ri- parte obbligazione e in parte garanzia.

912 i Contratti 10/2014


Giurisprudenza
I singoli contratti

liminazione del difetto di conformità. La fattispecie della consegna del bene o della messa a disposizio-
dell'appalto presenta, però, la singolarità che quali- ne del servizio (art. 1667, comma 3, c.c.).
tà e requisiti del bene o del servizio dipendono dal- Nel caso oggetto della decisione in commento,
la condotta obbligatoria dell'appaltatore, ma la lo- non è stato mai chiarito con sufficiente rigore qua-
ro sussistenza in conformità del titolo o di quanto le fosse il risultato della prestazione dell'appaltatore
è ragionevole attendersi in quel tipo di realizzazio- e, dunque, è parsa sufficiente la prova del rispetto
ne viene dalla legge imposta come dovuta in termi- delle regole dell'arte fornita da quest'ultimo per
ni assoluti come soltanto la garanzia pura può con- escludere l'inesattezza della prestazione. Il nodo era
sentire. Ciò significa che l'appaltatore risponde però rappresentato dall'inclusione o meno dell'im-
non soltanto di quei difetti che sono frutto di ine- pedimento del riscaldo comune nell'oggetto del
sattezze dell’attività di progettazione e di realizza- vincolo dell'appaltatore e, se la Suprema Corte si
zione, ma anche di quelli dipendenti da cause fosse impegnata nell'individuazione del fine, maga-
ignote o da eventi esterni non prevedibili né evita- ri nell'ottica del modello teleologico a posteriori de-
bili e tutte e tre le ipotesi sono accomunate sotto lineato in precedenza, e così facendo avesse chiari-
un'unica disciplina, quella della garanzia. I difetti to che il risultato dovuto consisteva nell'effetto
determinati da imperizia e manifestatisi successiva- protettivo conseguito con la sottoposizione della
mente al collaudo vengono, quindi, estrapolati dal- merce ad un trattamento antiossidante idoneo a
l'area della responsabilità per inadempimento e ri- prevenire il riscaldo comune, senza però che que-
condotti nell'alveo della garanzia: trattati e disci- st'ultimo risultasse assorbito nel vincolo - e special-
plinati come suoi presupposti. Quest'indubbio irri- mente in quel suo segmento che assume la forma
gidimento del regime della prestazione dell'appalta- della garanzia - non sarebbe stato necessario sco-
tore viene controbilanciata dalla limitata durata modare la perniciosa distinzione tra obbligazioni
della garanzia, circoscritta a due anni dal giorno “di risultato” e obbligazioni “di mezzi”.

i Contratti 10/2014 913

Potrebbero piacerti anche