Riprendiamo, allora, anche questa lezione è dedicata alla chiamata in garanzia, precedentemente,
nell’ultimo nostro incontro, ho passato in rassegna le fattispecie, i gruppi di fattispecie, che sul
piano processuale danno luogo alla chiamata in garanzia, riprendiamoli brevemente perché
occorre proseguire dal punto in cui ci siamo lasciati:
Abbiamo ricordato che la chiamata in garanzia, in anzitutto, si applica alla garanzia per evizione
anzi, come vi ho detto, storicamente parlando, la chiamata in garanzia nasce proprio su questa
fattispecie. La garanzia per evizione è un istituto che rinviene la propria disciplina nel contratto di
compravendita, ma sappiamo che, ha un ambito applicativo più esteso perché si applica a tutta
una serie ulteriori di ipotesi contrattuali in cui questo istituto è espressamente richiamato.
Con riferimento alla garanzia per evizione si parla della garanzia da trasferimento di un diritto,
l’ipotesi su cui noi ragioniamo è quella in cui l’attore agisce nei confronti del compratore
proponendo un’azione di rivendita o comunque una domanda di accertamento del proprio diritto
sul bene compravenduto e il compratore chiama in garanzia il venditore, esercitando, appunto,
l’azione di garanzia per evizione che abbiamo detto ha come contenuto la risoluzione del
contratto, la domanda di restituzione del prezzo, delle spese e degli interessi ed eventualmente il
risarcimento del danno.
Il secondo gruppo di fattispecie, abbiamo detto, ritrova il proprio referente nella figura della
fideiussione, che è una delle ipotesi di obbligazioni solidali ad interesse unisoggettivo, così come
previsto nell’art. 1298 del c.c. Abbiamo detto, anche questo, è un prototipo perché la stessa
struttura la ritroviamo anche in fattispecie diverse, come per esempio, la disciplina, la
responsabilità dei padroni e committenti art. 2049 c.c. e la responsabilità del proprietario e del
conducente del veicolo art. 2054 c.c.
A livello processuale si ha la chiamata in garanzia nel caso in cui il creditore agisce nei confronti del
fideiussore, il quale chiama in garanzia il debitore originario, esercitato che cosa? La c.d. azione di
regresso art. 1950 c.c., un’azione, per il cui tramite, il fideiussore vuole recuperare dal debitore
originario quanto ha pagato al creditore.
Il terzo gruppo, abbiamo detto, invece, rinviene il proprio prototipo nella assicurazione contro la
responsabilità civile, diversa, però, dalla responsabilità che deriva dalla circolazione dei veicoli e
dei natanti perché, con riferimento a queste particolari ipotesi, il legislatore ha previsto l’azione
diretta del danneggiato nei confronti della società assicuratrice. Abbiamo detto, che rientra in
questo stesso gruppo di ipotesi anche il mandato, il caso che ci interessa è quello in cui il
danneggiato agisce nei confronti del danneggiante il quale chiama in garanzia la propria
assicurazione, proponendo che cosa? L’azione di malleva, cioè, chiedendo alla società assicuratrice
di tenerlo indenne di quanto ha dovuto corrispondere al danneggiato.
Infine, l’ultimo gruppo rinviene il prototipo nelle vendite a catena o nelle vendite a catena ma,
abbiamo detto, che si tratta di un gruppo che comprende anche tutte le diverse forme di
subcontratto, il che può avvenire nell’ambito del trasporto, abbiamo detto dell’appalto, della
locazione, del deposito e via dicendo; il caso che ci interessa è quello in cui il consumatore fa
valere la propria azione di garanzia per vizi occulti nei confronti del proprio dettagliante, il quale
chiama in garanzia il grossista, il quale può chiamare in garanzia a sua volta il produttore,
esercitando che cosa? Appunto l’azione di garanzia per i vizi.
Ora, quello che ho cercato di evidenziare nel corso della passata lezione, è che tutte queste azioni
che abbiamo visto sono piuttosto eterogenee sul piano sostanziale, presentano un profilo comune,
perché appare evidente, che tutte queste azioni svolgono una funzione economica, cioè tutte le
domande sottese alla chiamata in garanzia, sono domande, per il cui tramite, il nostro convenuto
garantito vuole riversare sul terzo, sul garante, le conseguenze patrimoniali o economiche
negative che viene a subire a seguito della soccombenza nella causa principale, detto in altre
parole, se la domanda dell’attore viene accolta nei confronti del convenuto garantito, questi viene
a subire una perdita patrimoniale o economica; pensate all’ipotesi della garanzia per evizione in
cui il compratore scopre, improvvisamente, si ritrova senza il bene, che risulta appartenere
all’attore, oppure, pensate al fideiussore che deve pagare l’attore. Quindi,
alla soccombenza nella causa principale, all’accoglimento della domanda principale rivolta
dall’attore nei confronti del convenuto garantito, segue una perdita economica o patrimoniale,
attraverso la chiamata in garanzia, il garantito rivolge al garante una domanda per il cui tramite
vuole recuperare dal garante la perdita patrimoniale e o economica che ha subito nella causa
principale e questo, diciamo profilo, è un profilo molto importante, la chiamata in garanzia ha alla
sua base, sempre, una domanda che svolge una funzione economica; per questo motivo si afferma
che la chiamata in garanzia consiste nella proposizione di una, della domanda c.d. di regresso. La
nozione di regresso, a livello di diritto civile, a livello di codice civile, è una nozione di tipo
funzionale, cioè non mi vale ad individuare un’azione specifica, perché non c’è soltanto l’azione di
regresso che il fideiussore può esercitare nei confronti del debitore originario o che il condebitore
solidale può esercitare nei confronti dell’altro condebitore, il regresso è una nozione di tipo
funzionale, cioè mi indica un’azione che svolge una funzione economica, di recupero di una perdita
economica o di una perdita patrimoniale, quindi l’azione di garanzia consiste sempre nella
proposizione dell’azione di regresso.
Ma è molto importante soffermarsi anche sulla struttura di questi rapporti cioè il rapporto, sul
legame, che intercorre fra il rapporto giuridico oggetto originario del processo, quindi il rapporto
giuridico che corre fra l’attore e il convenuto garantito e il rapporto oggetto della chiamata in
garanzia, quindi il rapporto giuridico che corre fra garantito e garante.
La relazione che intercorre fra questi due rapporti giuridici è una relazione di successione logica e
cronologica, vediamo il motivo: possiamo parlare di una relazione di successione logica perché, tra
il rapporto principale e il rapporto di garanzia, corre sempre un nesso di pregiudizialità
dipendenza, infatti, ho richiamato la chiamata in garanzia o in altre, ma non diverse parole, come
forma, come figura di connessione per pregiudizialità dipendenza fra parti diverse; vi è una
relazione di successione cronologica perché, come cercherò adesso di spiegarvi, il rapporto
pregiudiziale e il rapporto di garanzia non sono due rapporti che vengono ad esistenza
contemporaneamente, il rapporto di garanzia è un rapporto che viene ad esistenza in un
momento temporale successivo rispetto al rapporto principale.
Andiamo, però, ad esaminare quanto vi ho appena detto. Torniamo sulle fattispecie per cercare di
comprendere quanto vi ho appena spiegato, cominciamo dalla GARANZIA PER EVIZIONE.
Abbiamo detto, studiando la disciplina della garanzia per evizione, che il presupposto di questa
azione della garanzia è appunto l’evizione del compratore, che cosa è l’evizione del compratore?
Vi ricordate, abbiamo detto è l’accertamento definitivo del diritto di proprietà sul bene
compravenduto in capo ad un terzo; abbiamo evidenziato, che questo accertamento definitivo del
rapporto del diritto, del diritto dell’attore sul bene compravenduto, può maturare secondo
modalità diverse: è la sentenza passata in giudicato che accerta l’esistenza di questo diritto, ma
abbiamo detto, che l’evizione può essere data anche dal riconoscimento spontaneo da parte del
compratore del diritto del terzo. Ecco, l’evizione è quindi presupposto indispensabile perché il
compratore possa pretendere la garanzia per evizione dal proprio venditore. Questo che cosa ci
consente di rilevare? Innanzitutto, che nella fattispecie costitutiva del diritto alla garanzia
rinveniamo: l’esistenza del rapporto fra attore e compratore, quindi l’esistenza del rapporto
giuridico oggetto della domanda originaria, quindi è il rapporto, è il diritto di proprietà del terzo sul
bene compravenduto, ma, nella fattispecie costitutiva rientra anche un ulteriore elemento che è il
fatto evizione. Il fatto evizione, abbiamo detto, è l’accertamento definitivo di esistenza di questo
diritto, vedete è un fatto che non è contemporaneo al sorgere del rapporto giuridico, è un fatto
necessariamente successivo al sorgere del rapporto giuridico, quindi del diritto del terzo sul bene
compravenduto, c’è, necessariamente, uno stacco temporale, perché l’accertamento definitivo di
esistenza di questo diritto (interruzione connessione min. 13.08 – 13.19).
Allora, tornando a quanto vi dicevo all’inizio della lezione..- Riprende quanto precedentemente
interrotto – infatti, è necessariamente successivo, quindi, dicevo, che nella fattispecie costitutiva
troviamo, sia il diritto del terzo sul bene compravenduto, sia il fatto evizione; quindi, il fatto
accertamento definitivo di esistenza di questo diritto nei confronti del compratore. Perciò, appare
evidente, che i due rapporti giuridici sono connessi per pregiudizialità dipendenza perché
l’esistenza del diritto del terzo, dell’attore sul bene, è elemento della fattispecie costituiva del
diritto alla garanzia del compratore nei confronti del venditore, quindi siamo di fronte ad una
forma di connessione per pregiudizialità dipendenza. Ma, bisogna anche dire, che questi due
rapporti non sono due rapporti contemporanei, perché il diritto alla garanzia, in verità, richiede
anche il venire ad esistenza di un ulteriore fatto che è il fatto evizione, accertamento definitivo di
esistenza di questo diritto; quindi, siamo di fronte ad una relazione di successione logica, data
dalla connessione per pregiudizialità dipendenza, ma anche cronologica, perché il diritto alla
garanzia per evizione sorge in un momento successivo al sorgere del diritto dell’attore sul bene
compravenduto.
Per complicare ulteriormente le cose, vorrei farvi notare, che in questa particolare ipotesi la
connessione per pregiudizialità dipendenza può atteggiarsi in un modo più complicato. È possibile,
infatti, che il terzo, cioè il nostro attore, abbia acquistato il suo diritto sul bene dallo stesso
venditore, sono i casi di doppia alienazione, quindi, in questa particolare ipotesi, saremo di fronte
ad una forma di connessione per pregiudizialità dipendenza c.d. bilaterale, perché, non abbiamo
soltanto il rapporto fra l’attore e il compratore garantito che è pregiudiziale rispetto al rapporto fra
il compratore e il venditore, ma, a monte del rapporto pregiudiziale, vi è un ulteriore rapporto che
lega l’attore con il venditore. Si tratta, evidentemente, di ipotesi particolari, ma, è importante, far
caso a questa possibile complicazione perché qui ci troveremo di fronte ad una connessione
trilatere, si parla di una connessione per pregiudizialità dipendenza bilaterale perché interessa tre
rapporti che corrono fra tre soggetti diversi: avremo il rapporto fra attore e venditore che è il
rapporto sulla cui base l’attore ha acquistato il suo diritto, c’è il rapporto tra l’attore e il
compratore che ha ad oggetto il diritto di proprietà dell’attore sul bene e c’è il rapporto di garanzia
per evizione che lega il compratore al venditore che è l’ultimo rapporto nella sequenza delineata.
Andiamo alla fideiussione. Nella fideiussione, come ipotesi di obbligazione solidale ad interesse
unisoggettivo, abbiamo visto, stante la lettera dell’art. 1950 c.c., che il fideiussore può esercitare la
sua azione di regresso, ha diritto al regresso nei confronti del debitore originario dopo aver
pagato il creditore; allora, appare evidente, dalla lettera dell’art. 1950 c.c., che l’esistenza del
rapporto fra creditore e fideiussore è elemento costitutivo della fattispecie giuridica da cui trae
origine il diritto del fideiussore di regresso nei confronti del debitore originario. Ma, dalla lettera di
questa disposizione, appare evidente anche, che in questa fattispecie vi troviamo anche un
elemento ulteriore che è il pagamento: il fideiussore ha diritto di regresso, soltanto dopo che ha
pagato il creditore, quindi, anche in questa ipotesi, possiamo affermare che tra il rapporto che lega
il creditore al fideiussore, che è il nostro garantito, e il rapporto tra fideiussore garantito e
debitore garante intercorre una relazione di successione logica perché il primo rapporto è
pregiudiziale, è elemento costitutivo della fattispecie da cui deriva il secondo; ma, c’è anche una
relazione di successione cronologica perché il diritto di regresso del fideiussore nei confronti del
debitore originario ha come presupposto necessario anche il pagamento del fideiussore, quindi
l’adempimento del fideiussore nei confronti del creditore originario e il pagamento, è un atto
necessariamente compiuto in un momento successivo rispetto alla nascita del rapporto. Anche in
questo caso devo aprire necessariamente una parentesi, perché, nell’ambito della fideiussione ma,
diciamo ancora più in generale nell’ambito delle ipotesi di solidarietà ad interesse unisoggettivo, la
connessione per pregiudizialità dipendenza si atteggia sempre in modo particolare, siamo sempre
di fronte ad una forma di connessione per pregiudizialità dipendenza c.d. bilaterale, mentre
nell’ipotesi della garanzia per evizione, la connessione bilaterale si ha in ipotesi circoscritte,
nell’ambito delle obbligazioni solidali ad interesse unisoggettivo è la regola generale; è vero che, il
rapporto tra creditore e fideiussore è pregiudiziale rispetto al rapporto di regresso tra fideiussore e
debitore originario ma, è anche vero, che a monte del rapporto tra creditore e fideiussore c’è il
rapporto di credito/debito originario, di cui sono titolari il creditore (attore nella causa principale)
e il debitore originario chiamato in garanzia. Quindi, anche in questa ipotesi, siamo di fronte ad
una catena di rapporti correnti tra questi tre soggetti, abbiamo il rapporto di credito/debito
originario che è il rapporto di base che è pregiudiziale rispetto al rapporto tra creditore e
fideiussore che è pregiudiziale rispetto al rapporto tra fideiussore e debitore originario.
Perciò, la connessione, è una connessione per pregiudizialità dipendenza c.d. bilaterale importante
perché, perché in queste ipotesi c’è, a livello sostanziale, un rapporto che lega l’attore e il terzo
chiamato in garanzia, il nostro garante, in questo caso il debitore originario.
Infine, le vendite a catena. Anche in queste ipotesi, dall’analisi sostanziale, emerge chiaramente
che, in presenza dei presupposti già richiamati, cioè una catena di contratti di compravendita
avente ad oggetto il bene viziato o mancante delle qualità promesse, vendita avvenuta a prezzo
pieno, abbiamo detto, che la reazione, la richiesta, l’esercizio dell’azione di garanzia per i vizi o di
garanzia per difetto delle qualità promesse dell’ultimo acquirente del bene di colui che ha nelle
sue mani il bene è un presupposto indispensabile, perché l’ultimo venditore (che nelle nostre
ipotesi era il dettagliante) possa agire contro il suo dante causa e pretendere la prestazione di
garanzia. Quindi, anche in questa ipotesi, appare chiaro che il rapporto tra consumatore e
dettagliante, quindi il rapporto oggetto della domanda principale, è presupposto, è fatto
costitutivo del diritto, del rapporto che lega il nostro convenuto garantito al garante, nel nostro
caso il rapporto che lega il nostro dettagliante al grossista. Ma, anche in queste ipotesi, non esiste
soltanto questa relazione di successione logica, esiste anche una relazione di successione
cronologica, perché, anche in questo caso, si può dire che si tratta di due rapporti giuridici che non
sono contemporanei, nel senso che, il diritto alla garanzia del dettagliante nei confronti grossista,
quindi del nostro garantito nei confronti del garante, è un diritto, che non nasce nel momento
stesso in cui è sorto il rapporto pregiudiziale, ma è un diritto che verrà ad esistenza solo nel
momento in cui il nostro garantito, il nostro dettagliante avrà prestato la garanzia al consumatore,
perché, solo in quel momento, nel momento in cui ha prestato la garanzia, verrà a subire a causa
del vizio quella perdita economica, quella perdita patrimoniale che abbiamo detto è il presupposto
per poter pretendere la garanzia per i vizi.
Allora, tornando a quanto si diceva all’inizio, in tutte queste fattispecie, che sul piano processuale
danno luogo alla chiamata in garanzia, noi rinveniamo una particolare relazione fra le situazioni
giuridiche dedotte in giudizio; siamo di fronte ad ipotesi in cui, attraverso la chiamata in garanzia,
viene dedotto in giudizio un rapporto giuridico che è legato al rapporto oggetto della domanda
principale da un nesso di successione logica e cronologica, logica perché è un rapporto
giuridicamente dipendente, cronologica perché è un rapporto che viene ad esistenza in un
momento temporale, necessariamente distinto, successivo rispetto al momento in cui è sorto il
rapporto principale. Questo rilievo, sulla struttura di questi rapporti, consente di evidenziare le
caratteristiche di questa chiamata in garanzia. La chiamata in garanzia consiste, abbiamo detto,
nella proposizione di una domanda che abbiamo definito come domanda di regresso, perché si
tratta di una domanda che ha ad oggetto un rapporto giuridico che svolge una funzione
economica; attraverso l’analisi sostanziale, infatti, si può fondare la considerazione secondo cui,
tutte queste azioni sono azioni, per il cui tramite, il nostro garantito vuole riversare sul garante le
conseguenze economiche o patrimoniali negative che subisce a causa della soccombenza nella
causa principale. A questo punto, alla luce dei rilevi svolti in ordine alla struttura di questi rapporti,
possiamo mettere in evidenza due caratteristiche che riguardano la domanda che il garantito
propone nei confronti del garante; si tratta, infatti, di una domanda proposta in via anticipata e
necessariamente condizionata. Queste due caratteristiche, il carattere anticipato, anticipatorio e il
carattere condizionato, sono le conseguenze necessarie della relazione che intercorre fra la
domanda originaria e la domanda di garanzia, sono le conseguenze necessarie del fatto che la
domanda di garanzia ha ad oggetto sempre una situazione giuridica legata da un nesso di
successione, non soltanto logica, ma anche cronologica. Infatti, se voi ragionate su quanto vi ho
appena spiegato, sulla disciplina sostanziale di questi rapporti, appare evidente che, nel momento
in cui viene proposta la chiamata in garanzia, in verità, il rapporto sostanziale che è sottostante a
questa chiamata in garanzia ancora non è sorto, perché? Perché la chiamata in garanzia viene
proposta, abbiamo detto, nel corso del processo che ha ad oggetto il rapporto principale. Se
questo è vero, allora appare evidente, però, che nel momento in cui viene chiamato in garanzia il
garante, la fattispecie costitutiva del rapporto di garanzia non si è ancora perfezionata perché,
sicuramente è venuto ad esistenza il rapporto pregiudiziale, cioè il rapporto oggetto della
domanda originaria del processo, ma, altrettanto sicuramente, nel momento in cui viene proposta
la domanda di garanzia, non è venuto ancora ad esistenza l’ulteriore fatto che abbiamo detto è
elemento della fattispecie costitutiva del rapporto di garanzia e che, di volta in volta, abbiamo
indicato nell’accertamento definitivo di esistenza del diritto, nel caso della evizione, nel
pagamento, nel caso della fideiussione e delle vendite a catena, nell’accertamento, nella liquidità
del rapporto principale e nel caso dell’assicurazione contro la responsabilità civile; Quindi, nel
momento in cui viene proposta la chiamata in garanzia, si propone una domanda che ha ad
oggetto un rapporto giuridico, la cui fattispecie costitutiva ancora non si è perfezionata, ed infatti,
nel momento in cui viene proposta la domanda di garanzia, ancora non si è concretizzata la
perdita patrimoniale e/o economica al cui ristoro è diretta la chiamata in garanzia, è diretta la
domanda giudiziale che il garantito rivolge al garante. Ecco, quindi, il carattere anticipatorio della
domanda di garanzia.
Ancora, dalla relazione di successione logica e cronologica, si trae che la chiamata in garanzia è
una domanda che viene proposta in forma sospensivamente condizionata all’accoglimento della
domanda principale: cioè, il garantito chiama in garanzia il suo garante, esercitando l’azione di
regresso ma la esercita sempre in via subordinata all’accoglimento della domanda proposta nei
suoi confronti. Questo è molto importante, perché, se la domanda di garanzia, la domanda sottesa
alla chiamata in garanzia, è una domanda condizionata, allora vuol dire, che nel caso in cui la
domanda principale viene rigettata, il giudice non si pronuncerà sulla domanda di garanzia, ma ne
dichiarerà l’assorbimento, (questo è molto importante, lo vedremo quando si tratterà di mettere a
fuoco il regime di impugnazione di questa sentenza, quando si tratterà di individuare lo strumento
per il cui tramite il garantito potrà portare la sua domanda di garanzia di fronte al giudice
dell’impugnazione, di volta in volta il giudice dell’appello o la corte di cassazione). Quindi, la
chiamata in garanzia, per chiudere, consiste nella proposizione anticipata e necessariamente
condizionata della c.d. domanda di regresso. Questa osservazione, ci consente, di tornare sul
termine garanzia. Il termine garanzia, è un termine molto usato dal nostro legislatore, di garanzia
si parla anche a livello sostanziale, studiando il diritto civile sicuramente vi siete occupate delle
garanzie reali o delle garanzie personali, come ad esempio è proprio la fideiussione; si tratta di
istituti, lo abbiamo già detto in altri momenti, che trovano collocazione diverse ma che svolgono
una funzione unitaria ed è una funzione di rafforzamento del credito e della posizione del
creditore. La domanda che ci dobbiamo porre è quella relativa al se anche la chiamata in garanzia
condivide la stessa funzione e la risposta che possiamo dare è una risposta positiva, proprio alla
luce di quanto abbiamo appena osservato. Dal momento in cui, infatti, il nostro ordinamento
consente al garantito di proporre la sua azione in via anticipata, quindi in un momento in cui il
rapporto sottostante ancora non è venuto ad esistenza perché la fattispecie costitutiva
sicuramente non si è perfezionata, ancora, abbiamo detto, non si è realizzata la perdita
economica, la perdita patrimoniale al cui ristoro è diretta la domanda di garanzia, allora, in pratica,
il legislatore consente al nostro garantito di ottenere una sentenza di condanna, prima che si sia
verificata la perdita patrimoniale al cui ristoro è diretta questa sentenza di condanna. Infatti, ad
esito del processo in cui sono cumulate la domanda principale e la domanda di garanzia, se le due
domande saranno entrambe accolte, sarà emanata una sentenza contente due capi di condanna:
la condanna del garantito nei confronti dell’attore e la condanna del garante nei confronti del
garantito. D’accordo? Ora, si tratta di due sentenze di condanna, due capi di condanna, la sentenza
è unitaria, due capi di condanna, i quali saranno entrambi immediatamente esecutivi, secondo la
regola fissata nell’art. 282 c.p.c.. Però, mentre la condanna del garantito è immediatamente
eseguibile, perché il diritto sottostante è un diritto sicuramente esistente, il nostro garantito non
potrà mettere in esecuzione immediatamente la condanna nei confronti del garante, perché?
Perché, prima di metterla in esecuzione, occorre che si perfezioni la fattispecie costitutiva del suo
diritto e di conseguenza si perfezioni la violazione alla cui repressione è diretta la condanna del
garante. Infatti, il capo di sentenza di condanna del garante nei confronti del garantito, in verità, è
una forma di condanna in futuro; cioè, è una sentenza di condanna emessa prima che si sia
verificata la violazione, perché ha ad oggetto un diritto, la cui fattispecie costitutiva ancora non si è
perfezionata e di conseguenza non è neppure stato violato. In questo senso, possiamo dire, che
anche la chiamata di garanzia assolve ad una funzione analoga alla funzione svolta dalle garanzie
sostanziali perché è una forma di rafforzamento del credito, consente al creditore (che in questo
caso è il garantito) di premunirsi di un titolo esecutivo, prima che il suo diritto sia sorto e quindi
prima che si verifichi la violazione. Di conseguenza, nel momento in cui il diritto sorge, potrà
immediatamente mettere in moto un processo esecutivo per ottenere il soddisfacimento appunto
dello stesso. Domanda poco pertinente di uno studente: min. 39.06
Min. 40. 32 Quindi, in questo senso, la chiamata in garanzia si presta ad essere affiancata alle
garanzie c.d. sostanziali perché, al pari delle garanzie sostanziali, è una forma di rafforzamento del
credito, consentendo al creditore di premunirsi di un titolo esecutivo che potrà azionare, nel
momento stesso in cui sorge il diritto sottostante. Quindi, è un istituto che consente di ridurre, per
non dire azzerare, lo scarto temporale che intercorre tra il momento in cui il creditore, che è il
garantito, subisce la perdita patrimoniale, la perdita economica e il momento in cui potrà essere
sollevato, potrà ottenere il ristoro di questa perdita patrimoniale e o economica.
Ora, introduciamo una piccola e ulteriore complicazione. Come vi dicevo, nel corso della passata
lezione, per molto tempo fino a qualche anno fa, la giurisprudenza italiana, seguita da quasi tutta
la dottrina, ha ritenuto che i quattro diversi gruppi di fattispecie che sul piano processuale danno
luogo alla chiamata in garanzia rispettivamente: 1) la garanzia da trasferimento dei diritti; 2) la
garanzia da vincoli di coobbligazione; 3) il settore dell’assicurazione contro la responsabilità civile;
4) le vendita a catena, in verità, dovessero essere divisi in due classi da una parte, la garanzia
c.d. propria, in cui si facevano rientrare la garanzia da trasferimento del diritto (quindi la garanzia
per evizione) e i vincoli di coobbligazione e dall’altra parte, la garanzia impropria in cui rientrava
l’assicurazione contro la responsabilità civile e le vendite a catena.
Ancora, (rinvio alle prossime lezioni)*con riferimento ai problemi legati alla fasi di impugnazione
perché ne parleremo, dovremo tornare a considerare queste ipotesi, quando andremo a trattare
la disciplina del litisconsorzio in fase di gravame, quindi il passaggio del processo litisconsortile dal
grado precedente al grado successivo del processo. La connessione per pregiudizialità dipendenza
è l’ambito più delicato in cui i problemi sono più seri e tra l’altro, è il punto su cui erano chiamate a
pronunciarsi le sezioni unite del 2015. Quindi, la disciplina di questo particolare istituto non la
completiamo in questo momento, ma andremo a completarla soltanto nella lezione dedicata agli
artt. 331 e 332, diversamente, da quanto abbiamo visto con riferimento alle altre forme di
connessioni fra parti diverse, qui la disciplina non è affatto lineare; la connessione per
pregiudizialità dipendenza non si presta ad essere ricondotta in toto al 331, sebbene questa
disposizioni parli espressamente di causa dipendenti, ma la disciplina varia in ragione dell’esito a
cui perviene il processo, in ragione della parte che assume l’iniziativa impugnatori e in ragione dei
motivi su cui si basa l’impugnazione, quindi è una disciplina estremamente articolata che
ricostruiremo a tempo debito.