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la volgarità buffonesca
la rigidezza stereotipata
la ripetitività della recitazione degli attori, che riproducevano sempre gli stessi lazzi, le stesse azioni
mimiche e le stesse battute
la costruzione incoerente degli intrecci e la loro inverosimiglianza
la Commedia dell'Arte era in decadenza. Il bisogno di una riforma si origina va nel clima della cultura
arcadica e razionalistica. Il razionalismo arcadico aveva già ispirato tentativi di riforma da parte di altri
scrittori toscani, ma i loro tentativi si collocavano in un ambito letterario ed erano rimasti confinati nel
chiuso delle accademie, senza incidere nella realtà dello spettacolo. Goldoni era un uomo di teatro che
viveva e lavorava a contatto diretto con il pubblico e ne conosceva gli umori e i bisogni così come conosceva
i meccanismi e le esigenze della scena. La sua “riforma” non è quindi solo la riforma di un genere letterario,
ma un’operazione di ambito più vasto, che mira a incidere soprattutto sullo spettacolo, nei suoi rapporti
con la vita sociale. Goldoni nella sua riforma si è ispirato al «Mondo» e al «Teatro», cioè la realtà vissuta e
la scena viva, lo spettacolo. Goldoni vuole produrre testi che piacciano al pubblico, che possano vivere
autenticamente sulle scene, tenendo presente lo specifico linguaggio dello spettacolo, e aspira ad una
commedia che sia «verisimile», che rifletta realisticamente la società contemporanea, i caratteri umani che
vi si muovono, i problemi che vi si agitano.
La sua commedia «verisimile», ispirata alla «Natura», vuole rappresentare dei caratteri colti nella loro
individualità, nella complessità e mutevolezza delle loro sfumature psicologiche e comportamentali. Le
maschere invece costituiscono dei tipi fissi, che nascono dall’astrazione dei tratti comuni ad una varietà di
individui concreti. Tra la “maschera” e il “carattere” vi è la stessa distanza che separa la maschera e il volto :
questo è vario da uomo a uomo, e mutevole nelle sue espressioni, quella invece è sempre identica. Goldoni
afferma che i caratteri sono in numero finito in quanto al genere, ma sono infiniti nelle specie, nel senso
che ci sono infiniti modi di essere avari, gelosi, bugiardi, a seconda degli individui e degli ambienti sociali. in
I rusteghi, arriverà a rappresentare quattro varianti diverse di uno stesso carattere, quello dell’uomo
«rustico», scontroso e ruvido. Questa ricerca dell’individualità concreta nasce dall’imporsi della civiltà
borghese moderna, in contrapposizione alla tendenza ad una tipicità astratta che era propria dell’arte
classica antica e rinascimentale. Il carattere così “borghese” non sarebbe comprensibile senza il contesto di
Venezia, in cui, a differenza di altre zone d’Italia più arretrate, grazie alle antiche tradizioni mercantili si era
affermata una classe borghese.
Il rapporto tra caratteri e ambienti: Secondo Goldoni i sentimenti, i vizi, le virtù degli individui assumono
una diversa fisionomia a seconda dell’ambiente sociale in cui essi si sono formati e vivono. Si sogliono
distinguere nella produzione di Goldoni le commedie di “carattere”, intese a delineare una figura, e le
commedie “d’ambiente”, intese a descrivere un particolare settore della vita sociale. Ma è una distinzione
convenzionale e astratta: le commedie goldoniane sono sempre al tempo stesso di carattere e d’ambiente,
in quanto i due poli non possono mai venire isolati. Le differenze sono quantitative, nel senso che in un
testo può avere uno spicco maggiore o minore ora il carattere ora l’ambiente. il rapporto dinamico tra
individuo e ambiente è un tratto che anticipa il realismo della letteratura del secolo successivo. Le
commedie goldoniane propongono un rapporto più vivo e immediato con la realtà, che viene colta nei suoi
aspetti comuni e quotidiani e resa con un linguaggio agile e colloquiale. La loro rappresentazione della
realtà manca però della profondità. la commedia goldoniana presenta affinità con la commedia borghese
che nasce nel clima dell’Illuminismo europeo, in cui c’era posto non più solo per le virtù eroiche e sublimi
ma anche per le virtù modeste.
Goldoni tendeva a presentare la sua nuova commedia come una restaurazione del teatro in tutta la sua
dignità contro una forma degenerata e volgare, la Commedia dell’Arte. la “nuova” commedia non è
“migliore” di quella precedente: si tratta solo di due tipi diversi di teatro, rispondenti a due diverse civiltà,
l’uno a quella barocca, l’altro a quella del razionalismo illuministico e del realismo borghese. il modulo della
Commedia dell’Arte era fatto per ottenere altri effetti, ma non era adatto alla rappresentazione realistica
del vissuto, alla quale Goldoni mirava.
Goldoni incontrò ostacoli e difficoltà. Innanzitutto da parte degli attori, che, essendo abituati a recitare
“all’improvviso” e con le maschere, si trovavano a disagio nel mutare i moduli di recitazione e nel dover
imparare a memoria la parte. Goldoni seppe sfruttare la professionalità degli attori: più volte, in vari testi,
egli afferma di aver modellato il “carattere” della commedia che stava scrivendo sulle possibilità espressive
dell’attore. Così riuscì a trasformare quello che era un ostacolo esterno in uno stimolo per la sua creazione.
il pubblicò restò sconcertato dalle sue commedie “realistiche”, in cui non ritrovava più gli intrighi complicati
che lo avvincevano, le maschere a cui era tanto affezionato ed i lazzi che lo divertivano. Gli impresari
temevano di perdere il favore del pubblico, e quindi il profitto dei loro investimenti. Goldoni adottò una
tattica prudente e graduale. Bisogna anche tener presente che l’idea della nuova commedia non era in lui
così chiara sin dall’esordio, ma andò precisandosi a poco a poco attraverso una serie di tentativi e di
esperimenti.