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Parole nel vuoto

Di
Adolf Loos
“Parole nel vuoto” è una raccolta di saggi, scritti
dall’architetto austriaco Adolf Loos, e pubblicati nel 1900 ,
in cui descrive la società del suo tempo in pieno
rinnovamento, aggiungendo anche le sue considerazioni e
critiche; Loos è considerato uno dei pionieri
dell’architettura moderna, fino a tal punto che le sue opere
hanno influenzati profondamente i grandi architetti
dell’900 come Walter Gropius e Le Corbusier; in questo
libro ho notato sin da subito questa sua voglia di dare
consigli e soprattutto di raccontare i punti di vista su
qualsiasi cosa appartenente alla città viennese alla fine
dell’800 e agli inizi del’900. Infatti l’architetto non parla
solo ed esclusivamente di architettura e urbanistica, ma
affronta anche altre tematiche che riguardano il modo di
vivere delle persone. Loos dà anche un valore
fondamentale al lavoro dell’architetto, in cui secondo Loos
l’architetto deve assistere al progresso della società,
suscitando stati d’animo ed emozione per chi li osserva; E
la questione principale che sinceramente mi ha colpito
particolarmente è stata l’applicazione o meno
dell’ornamento, come modo di costruire i fabbricati; in cui
nei saggi ho notato sin da subito questo suo dissenso verso
l’utilizzo di ornamenti per abbellire le case o oggetti, in cui
Loos spiega infatti che è qualcosa di superfluo e inadatto
al secolo che sta vivendo, e afferma che una società è
tanto incivile e arretrata quanto più applicherà
l’ornamento; perché Loos è convito che la bellezza sta
nella sola forma e semplicità senza farla dipendere da
nessun’altra cosa; e come ho già detto prima Loos non
parla solo di architettura, e nel saggio “ornamento e
delitto” fa un rilevante pregiudizio nei confronti delle
persone tatuate ( quindi che aggiungono un ornamento sul
proprio corpo), e a quanto scritto Loos afferma che queste
persone sono tutti dei delinquenti e che hanno commesso
dei crimini; e quello che Loos vuole far capire ai lettori, e
che ciò che contraddistingue l’epoca moderna e il fatto di
non essere in grado di produrre un nuovo ornamento; e
questo però non si tratta di un aspetto negativo, ma sta a
dimostrare il superamento di un’epoca ormai conclusa; e
alcune opere dell’ architetto infatti sono state molto
criticate e addirittura bloccate per la loro semplicità e
mancanza di ornamento; e nel 18° secolo infatti nessuno è
stato in grado di creare un proprio stile ma di aver adottato
tutto ciò appartenente al passato (nonostante sia stato un
grande secolo di secolo di scoperte e invenzioni
tecnologiche); e il saggio che sinceramente mi ha colpito di
più è stato “a proposito di un povero ricco” ( che
sinceramente più di un saggio mi è sembrato un racconto-
favola) in cui Loos ha descritto anche in maniera molto
ironica il destino di un ricco e potente, il quale aveva
incaricato un architetto di progettare la sua abitazione
secondo l’architettura e lo stile moderno, e ovviamente il
sogno dell’opera d’arte ha portato l’architetto a disegnare
e progettare la qualsiasi, dai mobili sino alle ciabatte, e in
questo modo l’uomo ricco che sentendosi felice e
circondato dall’arte e da tutto ciò che rappresenta la
modernità, in realtà secondo Loos si sentirà ben presto
povero perché non potrà più rendere la sua casa
innovativa e originale, perché tutto il necessario è stato
inserito dall’architetto e non gli occorra più nulla; e Loos in
questo semplice racconto fantasioso vuole farci capire che
preferisce fermarsi sulla progettazione dell’edificio,
lasciando che il resto lo scelga chi ci dovrà abitare.

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